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Autore: Jigokuko    22/10/2021    0 recensioni
Il duello tra Antinomy e Yusei è finito in modo diverso, con quest'ultimo tragicamente risucchiato dal buco nero.

Antinomy, no, Bruno, ci pensa sempre: è stato un errore madornale, il suo. Tutto ciò che gli resta da fare è tentare di mettere delle pezze ad un abito già irrecuperabile.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Antinomic Theory: Δ²

Momentum; portatrice di vita e morte.

   
  P
 

er Nuova Domino, Bruno Borrelli era un eroe. Perché loro non sapevano. Loro erano ignari di quale fosse stato il vero percorso che l’aveva portato alla sconfitta di Z-One ed alla ritirata della Fortezza del Destino.
Non avevano idea che, là dentro, con Z-One ed Aporia il ladro di Synchro, ci fosse morto anche Yusei Fudo, colui che solamente un anno prima aveva ottenuto il titolo di Re alla Fortune Cup, poco più tardi salvato tutti dai Predestinati Oscuri ed il Signore degli Inferi e, subito prima di sparire, giocato anche un ruolo fondamentale nel raggiungere il primo posto al World Racing Grand Prix.
Chi era ormai, la “Stella Cadente del Satellite” -anche se sarebbe stato meglio chiamarlo “ascendente”-? Il nulla, perché le mode erano passeggere, ed alla gente non è che importasse poi così tanto della sorte di uno sconosciuto. “Stella Cadente”, dopo la dipartita, aveva finito per diventare per davvero un appellativo adatto a lui.
Ma Bruno si rifiutava di pensarla a quel modo, nonostante quell’astro avesse cessato di brillare proprio a causa sua. E quell’istante in cui si erano separati definitivamente lo perseguitava -giustamente- con costanza, formandogli un buco nel petto.
Aveva iniziato a credere, però, che tutte quelle emozioni tanto forti fossero false, che in realtà non le stesse provando davvero; una blanda imitazione, ecco cos’erano. Lui era un cyborg, un essere artificiale, creato ad immagine e somiglianza di un umano vissuto in un futuro devastato e lontano, a cui erano state inculcate emozioni e sensazioni solamente con l’atto di ingannare non solo la sua prima vittima, ma anche chiunque gli stesse intorno… e sé stesso.

- Sistema Fortune attivato e perfettamente funzionante; nessun errore o tentativo di hackeraggio. Congratulazioni professor Borrelli, ce l’ha fatta.

Uno scroscio di applausi invase la stanza illuminata dalla luce iridescente dell’Energia Moment.
Glielo aveva confidato Yusei tempo prima: voleva rimediare allo sbaglio di suo padre perfezionandone il lavoro e permettendo non solo a Nuova Domino, ma all’intero mondo di usufruire di quelle particelle da cui aveva ereditato il nome. Anche “Fortune” era un nome scelto da lui e Antinomy si era sentito in dovere di esaudire questo suo desiderio, forse come modo per espiare le proprie colpe.
L’unico risultato, però, fu prendersi involontariamente meriti che non aveva assolutamente diritto di avere. Alla fine, aveva “rubato” l’idea ad un morto e probabilmente gli amici di esso lo stavano odiando ancor più a causa di ciò.
Qualunque cosa facesse non sarebbe mai servita a nulla, perché a morire ci era andata la persona sbagliata, e nel mondo un posto per lui non avrebbe, in nessun caso, avuto modo di esistere. Un’esistenza inutile, nata dall’ambizione di un pazzo, che di realistico non poteva fare nulla, neanche del bene, perché in realtà macchina, e tutto ciò era frutto di un programma.

- … Senza il vostro aiuto non ci sarei mai riuscito, devo ringraziare anche voi, che mi avete sempre sostenuto. Ora Fortune potrà collegare e stabilizzare tutto il mondo, siate fieri di aver partecipato.

Il sindaco Jaeger non si era mai fatto vedere durante tutto lo sviluppo del progetto. Probabilmente aveva acconsentito alla sua realizzazione solamente perché l’idea era originariamente appartenuta a Yusei, ma era certo lo odiasse per la sua appartenenza ad Iliaster, ancor peggio per esser stato uno dei suoi vertici. Quell’organizzazione l’aveva manipolato per talmente tanto tempo, sia attraverso Rex Godwin che, successivamente, tramite i tre imperatori, non poteva fargliene una colpa.
Essere appartenuto alle Quattro Stelle della Distruzione ed esserne anche sopravvissuto lo rendeva letteralmente un criminale.
Al momento non aveva intenzione di pensarci, il suo obiettivo primo era quello di non dimenticare le vite che aveva involontariamente mandato in frantumi, poco importava cosa pensavano gli altri di lui. Un assassino rimaneva sempre un assassino.



 

Aki Izayoi, ormai da alcuni giorni, era finita in un turbine di emozioni che alternava rabbia isterica a completa disperazione. Quando quel mostro aveva apertamente detto di aver ucciso Yusei, non aveva retto lo shock improvviso ed aveva perso i sensi.
Era come se il suo cuore avesse cessato di battere nello stesso istante in cui quella notizia le era giunta alle orecchie.
Yusei. Morto.
Era stato Bruno.
Perché? Credeva fossero amici, lo credeva a tutti gli effetti un membro del Team 5D’s, una persona su cui contare.
Avevano riso così tanto assieme in quei mesi, il tempo passato a divertirsi gli aveva permesso di integrarsi talmente bene da farlo sembrare l’amico di una vita, come se fosse sempre stato lì.
E invece no, niente di tutto ciò era vero, era bastato lasciarli soli un attimo ed in un baleno l’uomo che amava non esisteva più. Quella del super meccanico gentile, contro la violenza e buono come il pane era solamente una facciata e lei, come tutti gli altri, ci era cascata in pieno. Chi più chi meno, ma sicuramente Yusei era stato quello a riporre le maggiori speranze in lui.

Non aveva più avuto il coraggio di andare a scuola, andare a trovare Haruka in ospedale od anche solo uscire di casa. Il ragazzo del Satellite aveva dato un senso alla sua esistenza, ma cosa rimaneva di lei, ormai?
Sapeva che lui non avrebbe mai voluto una reazione simile da parte sua, eppure ci era cascata con tutte le scarpe. Si dice che ci si rende conto dell’importanza delle cose solamente dopo averle perse, ma per Aki era sempre stato diverso. Yusei rappresentava un pilastro, ed esso si era sgretolato all’improvviso, senza darle il tempo di sorreggersi.

Stringeva tra le mani, per l’ennesima volta, la foto del Team 5D’s alla vittoria del WRGP nel momento in cui il campanello suonò.
Rimase immobile sul suo letto per un po’, indecisa su cosa fare. Era sola in casa, quindi sarebbe dovuta andare lei a vedere chi fosse in ogni caso.
Normalmente avrebbe ignorato il trillo, si sarebbe girata dall’altra parte ed avrebbe atteso che la persona se ne andasse, ma si sentì… strana, obbligata ad andare a vedere.
Decise di farlo. Ripose con cura il quadretto sul comodino, infilò le pantofole e scese al piano di sotto con una certa fretta.
Fu quando aprì che si pentì di averlo fatto, nello stesso istante in cui incontrò quei profondi e metallici occhi grigi. L’istinto la fece ritrarre e sbattergli la porta in faccia; gesto che fallì, perché lui, veloce come un felino, ci mise il piede in mezzo, impedendoglielo.

- Non sono qui per chiedere perdono—-
- Va via.- Lo disse in un sibilo, non riuscendo a guardarlo in faccia.

Invece di parlare di nuovo, le porse la mano: teneva stretto un oggetto che prima non identificò, ma poi lo riconobbe ed il cuore saltò un battito.
Quella pelle marrone, che aveva sfiorato, toccato così tante volte… il guanto destro di Yusei.
Aki lentamente alzò lo sguardo; l’espressione di Bruno era mortificata, eppure tentava di trattenerla e mostrarsi serio ed austero.

- Questo è tutto ciò che mi è rimasto di lui, ma vorrei lo avessi tu. Ne hai il pieno diritto.-
- È colpa tua.-
- Lo so, Aki.-

Le lasciò l’oggetto e, senza dire altro, se ne andò con le mani in tasca.

- Io… io ti odierò sempre, Bruno!

Gli urlò lei, guardandolo allontanarsi. Rispose con un sorriso.
Se lo meritava.
 


 

Jack Atlas avrebbe voluto sbagliarsi dopo tutto quel tempo passato, ma alla fine il suo istinto aveva visto giusto: quel tizio smemorato un nemico lo era per davvero.
Il problema era che aveva vinto, e non era stato sconfitto come tutti i cattivi di cartoni animati e fumetti.
La realtà si era rivelata ben peggiore.
Che ci fosse andato Yusei di mezzo, era forse la parte più tragica. Nessuno si sarebbe aspettato la sconfitta dell’ormai imbattuto Yusei Fudo, né che quel meccanico bonaccione e svampitello del loro team fosse in realtà un cyborg o quel che era costruito da un pazzo con la plastica facciale ad immagine e somiglianza del suo amico.
Più ci pensava e più tutto ciò diventava assurdo e tragicomico, eppure la realtà era quella e da riderci non c’era proprio niente.
Yusei, con la sua forza e determinazione, aveva sempre fatto da collante alla loro improbabile squadra ed ora che non ci sarebbe più stato, non aveva alcun senso essere “i Predestinati”.
Il Team 5D’s era morto nell’istante in cui “Bruno” li aveva traditi ed aveva lanciato l’avversario in quel buco nero.

Provava odio, un enorme odio nei suoi confronti, mescolato ad un altrettanto vasto senso di rabbia.
Perché aveva finalmente imparato ad accettare la sua presenza, a fidarsi di lui.
E, appena abbassata la guardia, ecco che è uscita la sua vera natura.
Aveva visto Aki crollare di colpo e l’aveva sorretta, ma il dolore della notizia era tale che gli era risultata pesante quanto un macigno. Lei non se lo meritava, nessuno si meritava quella perdita.

Perché? Aveva domandato.
Perché il destino ha deciso questo. Gli venne risposto.

Il destino… entità contro la quale Yusei aveva costantemente marciato. Quasi gli era venuto da ridere a quella frase, ma la verità era che gli avrebbe solamente spaccato la faccia se non fosse stato per la presenza dei bambini.
Se si fossero incontrati di nuovo non avrebbe esitato a farlo.
 


 

Crow Hogan aveva sentimenti decisamente contrastanti a riguardo. Voleva davvero bene a Bruno, ed insieme a Yusei era stato ben felice di accoglierlo nel loro team dopo aver appurato che fosse una brava persona, ma ora...?
Cos’era “Bruno”, per lui?
Non riusciva ad odiarlo fino in fondo, non era quel tipo di persona pronta a detestare a morte colui che un tempo era stato un grande amico, eppure quel tremendo gesto era un grosso fardello da superare, sicuramente anche per Antinomy stesso.
Una vita per una vita.
Spesso, si era ritrovato a domandarsi se qualcuno avrebbe mai odiato Yusei in caso fosse accaduto il contrario, o anche solo provato risentimento nei suoi confronti. Aki sarebbe svenuta? Jack arrabbiato? I bambini avrebbero pianto?
Non poteva dirlo con certezza, eppure non gli sembrava equo.
Bruno era sempre stato l’“ultimo arrivato”, ma gli altri membri del Team 5D’s lo consideravano importante tanto quanto la “vecchia guardia”?
Non si sentiva di provare disprezzo dopo tutto l’impegno per riuscire a salvare almeno Nuova Città di Domino... dubitava sarebbero riusciti a sconfiggere Z-One senza la sua formidabile Delta Accel Synchro.
E di questo gliene era infinitamente grato, perché tante vite erano state salvate, comprese quelle dei bambini che tanto amava.
Yusei sarebbe stato fiero di lui.
Odiare un salvatore era crudele.

Dopo la sparizione del Satellite fluttuante aveva fatto per un po’ l’agente di sicurezza -ancora non ci credeva... Crow Hogan poliziotto? Solo qualche anno prima l’avrebbero sicuramente deriso se se ne fosse uscito con un’idea tanto scema-, poi aveva capito che il suo vero posto era sì in sella all’amata Blackbird, ma all’interno di un circuito, perciò decise di seguire l’esempio di Jack e tentare l’ascesa come duellante professionista.
Inutile dire che quando la sua moto aveva bisogno delle migliori cure, l’unico di cui si fidava era proprio Bruno, il quale accettava sempre con grande piacere.
Quando accadeva passavano spesso molto tempo a parlare, e nonostante cercassero costantemente di evitare quell’argomento, qualche minuto delle loro conversazioni era sempre dedicato a lui.
E ne onoravano la memoria, con qualche lacrima che sfuggiva di tanto in tanto.
Ogni volta che vedeva quanto gelosamente custodiva l’iconica foto del team al completo, comprendeva sempre più quanto fosse difficile provare rancore per quel pover uomo pieno di sensi di colpa.
 


 

Rua e Ruka erano davvero tristi per la dipartita di uno dei loro più cari amici, ma nonostante avessero pianto a dirotto per giorni, non ce l’avevano affatto con Bruno.
Avevano capito subito quanto anche lui stesse soffrendo per il suo “errore”, non importava se era in realtà una macchina, un cyborg, un robot, era umano tanto quanto loro, con vere emozioni ed un vero cuore.

Ruka era stata la prima a rendersi conto dei sentimenti provati dal suo amico, che odiarlo non sarebbe stato giusto.
Bruno -perché ormai era quello il suo nome- aveva salvato un’intera città e nessun membro del Team 5D’s gli era stato riconoscente a causa di quell’unica perdita. Nemmeno lei avrebbe mai voluto accadesse, ma era cosciente che purtroppo da quella dimensione infuocata poteva uscire solamente una persona, e quella volta era capitato a Yusei morirci dentro.
Erano tutti vivi grazie a lui, però attorno aveva solo rabbia e risentimento, e questo alla ragazzina faceva incredibilmente pena.
Non se lo meritava, perché il desiderio del suo più grande amico lo aveva esaudito, prima vincendo contro Z-One e poi costruendo il Sistema Fortune.

Ci aveva messo un po’, ma con tali argomentazioni era riuscita a convincere anche il fratello a rivedere la rabbia nei suoi confronti.
Inizialmente ne aveva provata davvero parecchia e tra lacrime e moccio ripeteva quasi ogni giorno che con le sue carte avrebbe vendicato Yusei, che non aveva per nulla paura di lui e tante altre frasi tipiche della sua determinazione, ma quando aveva capito di aver sbagliato a pensare tanto male, aveva pianto ancor di più, urlando una marea di scuse nonostante il soggetto non fosse lì presente.
Rua era stato quello che aveva trattenuto meno lacrime dopo l’evento, non era mai riuscito a contenersi alla notizia che non avrebbe mai più rivisto il suo grande amico e modello Yusei. Quando aveva ottenuto il Segno del Drago ed era diventato un Predestinato trepidava nel volerlo mostrare anche a lui, voleva sentirsi dire “bravo, ce l’hai fatta”, e invece niente, doveva solo immaginarselo.

La fortuna dei gemelli era che ognuno di essi poteva contare sull’altro in ogni istante, mentre Bruno era rimasto da solo.
Per tale motivo erano soliti fargli visita quasi tutti i giorni dopo la scuola, o almeno finché non arrivò l’estate, quando i loro genitori li contattarono.
Volevano essere raggiunti.
Entrambi non erano sicuri di accettare; Nuova Città di Domino conservava tutto ciò che erano diventati, bellissimi e tragici ricordi serviti a farli crescere come persone, ormai la loro casa era quella, lasciarla sarebbe stato giusto?

Anche Aki, Jack e Crow erano ormai partiti, chi per studiare chi per gareggiare, gli ultimi rimasti erano proprio loro ed il meccanico, al quale chiesero un’opinione.
La sua risposta fu di inseguire i propri sogni, viaggiare e visitare posti nuovi finché erano in tempo, perché tanto la città non si sarebbe mossa ed avrebbe conservato tutti i ricordi, e che ovviamente li avrebbe potuti aspettare anche in eterno data la sua natura di non-più-umano.
Quell’opinione venne ascoltata, ed anche i più giovani partirono, non mancando però di chiamare spesso ed inviando un sacco di foto e cartoline raffiguranti quei fantastici luoghi che visitavano.

Bruno conservava sempre tutto in un cassetto.
 


 

Nemmeno Sherry LeBlanc provava sentimenti negativi nei suoi confronti; anzi, credeva che odiarlo fosse davvero egoistico da parte sua, essendo stata anche lei in combutta con Z-One in un certo periodo.
Poteva dire di provare sentimenti simili, di aver contribuito alla disfatta di Yusei unendosi al nemico, ma per chissà quale motivo le era stata concessa una grazia nonostante il suo fallimento.
A volte il mondo sembrava girare al contrario: un nemico viene sconfitto e sopravvive, un eroe perde la partita e finisce disintegrato in un buco nero.
Tutto ciò avrebbe portato a qualcosa di terribile prima o poi, lo sentiva, come la rotazione negativa del reattore aveva distrutto e diviso Nuova Domino vent’anni prima, la morte di Yusei Fudo aveva fatto lo stesso con il Team 5D’s.
La donna si sentiva davvero in colpa per non aver fatto in modo che Yusei non entrasse nella Fortezza. Gliel’aveva detto, sarebbe morto lì, ma poi più nulla, si era limitata a guardare ed a duellare contro Aki e Crow.
Sapeva però che nessuna parola o gesto l’avrebbe mai potuto fermare, perché Yusei Fudo era fatto così: non avrebbe mai abbandonato la sua città, né i suoi abitanti. Eppure tutto ciò alimentava il suo senso di colpa, magari se non si fosse unita a Z-One la storia sarebbe finita in un altro modo.
Una volta glielo chiese, a quella creatura, perché fosse tanto interessata a quel ragazzo, ed essa rispose: “perché a lui non serve fingere di essere una brava persona”.
Sul momento non capì ma, quando venne a sapere cosa si nascondeva sotto quella maschera di ferro, tutto si fece nitido in un istante.
Bruno, che lo conosceva da un incredibile numero di anni, le aveva raccontato la sua storia, sin da quando l’aveva conosciuto proprio con le sembianze di Yusei, e a Sherry quell’uomo finì per fare pena.
Tutto ciò che voleva era salvare la sua Nuova Domino, ma era tutto finito in tragedia. Sperava solo che con la sua sconfitta non sarebbero incappati nuovamente in un futuro apocalittico con un conseguente loop infinito di morte.

- Anche oggi il tramonto è splendido, non è vero, Bruno?-
Il giovane voltò il capo in sua direzione, osservandola con i suoi occhi grigi e sbattendo più volte le palpebre. Non era da lei dire cose del genere.
- È sempre uguale, cosa cambia?-
Un sorriso amaro.
- Nulla, e questo grazie a te.-
- E cosa avrei fatto, scusami?-
- Tutto questo: – La donna allargò le braccia quasi in modo teatrale, mostrandogli l’immensità di quei grattacieli che pian piano sparivano all’orizzonte. – hai permesso a tutti i suoi abitanti di godersi questa splendida luce, ancora ed ancora.-
- Anche Yusei ci sarebbe riuscito, io ho solo tappato i buchi in modo frettoloso, l’hai visto anche tu.-
- Sta zitto, Antinomy.-
Z-zitto...?-
- Non mi importa se non vuoi alcun merito. Per me, per la città, rimarrai un eroe. Se provi ancora a contrariarmi ti do un pugno in testa.-

 

Antinomic Theory
Fine


Angolo autrice
Hello. Sì, lo so, oggi non è ieri-
Guardate che non è colpa mia (una volta tanto) se non ho mantenuto la promessa-!
Spero mi perdoniate, anche se questa storia non se l'è cagata nessuno. Allora è vero che dovrei mettermi a scrivere solo pornazzi adolescenziali con protagonisti Harry Styles/Justin Bieber/ i BTS e la squinzia di turno. ... vedrò.
A parte questo, spero comunque vi sia piaciuta questa mini storia, alla prossima! :D

Jigokuko

 

 

   
 
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