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Autore: Hima    02/09/2009    4 recensioni
-Non ci stiamo mica trasferendo, Sora-
Aveva commentato un divertito Axel, notando le innumerevoli valige che il ragazzo trasportava.
-Lo so, ma Roxas mi ha fatto portare anche le sue, dopo che lunedì gli ho accidentalmente, bruciato la relazione che doveva portare ieri!-
Disse assumendo un’aria imbronciata, alla quale il gruppo scoppiò a ridere.
-Ma dai! E’ talmente dolce e carino, che non me lo sarei aspettato così vendicativo!-
Aveva detto -senza neppure rendersene conto- Axel tra una risata e l’altra.
E al commento tutto il gruppo aveva smesso all’istante di ridere per fermarsi a fissarlo seri.
-Cioè, tu lo trovi...dolce e...carino?-
Aveva azzardato Demyx. Alla domanda Axel sbiancò.
-N-no io...intendevo, che...cioè...-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One Sky, One Destiny

 

 

Di malavoglia si alzò dal cumulo di coperte, strascicando i piedi fino alla porta del bagno, con uno sbuffo assonnato.

-Potresti dimostrare almeno un po’ più di entusiasmo, né Sora?-

Gli chiese l’amico appoggiato sulla stipite della porta.

-Entusiasmo? Perché dovrei? A differenza di te, Roxas, io odio andare a scuola-

Sottolineò le ultime parole con astio, mentre adoperava con lo spazzolino da denti.

Accigliato, Roxas si allontanò borbottando.

Con poca enfasi uscì dal bagno, per andare a vestirsi. Buttò un occhio sulla sveglia. Le 7:50. Rimase a guardare l’orario, imbambolato, per innumerevoli secondi, giusto il tempo che il suo cervello ancora addormentato si risvegliasse. E con un’imprecazione, iniziò a smuoversi per fare in tempo.

Dal piano di sotto Roxas sospirò rassegnato al trambusto dell’amico.

Era così ogni mattina.

Sia Roxas, che Sora, si erano trasferiti –solo da un anno e mezzo- dall’Inghilterra, in quella piccola cittadina confinante con Tokyo. Avevano deciso di condividere una piccola villetta, per risparmiare, dal momento che i genitori –contrari al loro trasferimento- si erano rifiutati di passargli denaro. Così, si erano trovati alcuni piccoli lavori part-time, che gli aiutavano a pagare affitto, e retta scolastica. Tutto ciò, semplicemente perché avevano scelto il liceo “Shadow of Oblivion” vicino alla loro città natale. Già, perché Roxas e Sora erano nati a Tokyo insieme, si erano trasferiti insieme, e adesso erano tornati lì, insieme. Loro non erano migliori amici, possedevano gelosamente un legame che andava oltre l’affetto fraterno. Non erano innamorati, o robe simili. Semplicemente, erano parte di una stessa anima. Le persone non sono mai come appaiono. Generalmente in pubblico mostrano il loro lato migliore, ma in privato sono tutt’altro. Ma Sora e Roxas, no. Perché loro posseggono solo un lato della medaglia ciascuno. Sora era il lato più aperto e innocente, e Roxas quello più timido e serio. E così, fin dai ricordi più lontani, si completavano.

Quasi rotolando giù dalle scale, Sora scese, con il suo perenne sorriso infantile stampato sul volto.

-cos’hai da sorridere? Sono le otto meno cinque, e anche oggi - grazie a te – faremo tardi!-

Lo riprese il biondino scocciato.

-Ma non lo faccio a posta. . .-

Rispose Sora assumendo un’aria da cagnolino bastonato. Ottenendo un altro sbuffo scocciato dall’amico.

Uscirono di casa percorrendo velocemente il breve tragitto che li separava dalla scuola.

Varcarono gli imponenti cancelli neri, concedendo uno sguardo fugace all’edificio. La struttura era decorata ed intagliata in stile barocco, avvolta da un maestoso giardino, verde smeraldo, con vai tipi di alberi, e fiori coloratissimi.

Dopo essersi scambiati un “ci vediamo dopo” abbastanza veloce, Sora e Roxas si diressero verso i loro rispettivi amici, comodamente posizionati su due panchine ai due estremi del gradino.

Non avevano amici in comune. O meglio, i loro amici non avevano proprio nulla in comune! Senza sapere come,erano finiti in un “conflitto studentesco”, alleati l’uno contro l’altro. Ovviamente i loro amici sapevano che avevano una relazione di amicizia col “nemico” ma avevano lasciato correre.

Semplicemente il conflitto tra i due gruppi consisteva nelle “regole” che la scuola imponeva.

Il primo, era il gruppo ribelle: niente divisa, saltavano quasi tutte le lezioni, studiavano e partecipavano alle attività scolastiche raramente. Questo era il gruppo di cui faceva parte Sora. Non che lui fosse cattivo, probabilmente, era finito lì solo per divertimento. Adorava fare scherzi ai professori o semplicemente non sopportava la divisa.

Il secondo gruppo, costituito per lo più da gran parte del corpo studentesco, e da alcune persone a cui dava fastidio il semplice fatto che qualcuno infrangesse le regole, era il gruppo buono. Di cui faceva parte Roxas, che era stato trascinato lì dopo che avevano notato quanto bravo e “santarellino” fosse a scuola, e trovandosi bene, ci era rimasto.

Così un gruppo odiava l’altro, e viceversa. In ogni contesto, trovavano occasioni per sfidarsi, e per “far prevalere il migliore” nonostante finissero sempre in parità.

 -Yo-

Salutò un Sora già pimpante di prima mattina.

-Sora!!!-

Rispose felice e sorridente Demyx.

-Come mai in ritardo? Da te non me lo sarei mai aspettato!-

Lo punzecchiò Axel, facendogli mettere un tenero broncio infantile.

All’assordante suono della campanella, il gruppo si alzò e si diresse verso il tetto dell’edificio.

-Roxas, hai finito la relazione per martedì?-

Il ragazzo parve pensarci un po’ su.

-Si, Hayner, mi pare. . .di averla finita l’altro gior-

Ma si bloccò, perché senza accorgersi, era andato a sbattere contro qualcosa, e con l’impatto stava per cadere a terra, ma una mano lo afferrò per il polso, sorreggendolo.

Aprì gli occhi, che aveva chiuso poco prima di andare a sbattere, e scorse la muscolosa e snella figura di Axel che lo guardava divertito.

-Eh, piccolo, fai più attenzione!-

Rispose divertito dall’immediato arrossamento di guance del biondino. Axel si divertiva parecchio a prenderlo in giro, trovava le sue reazioni parecchio bizzarre. Generalmente arrossiva, ma qualche volta si era anche messo a balbettare e a sudare freddo.

Dal canto suo, Roxas, era tremendamente a disagio con la sola figura di Axel accanto. Quel ragazzo gli incuteva timore, soggezione, eppure lo trovava alquanto carismatico, e particolare. . .

-Axel. . .anche oggi salterete le lezioni?-

La voce fredda e impassibile di Riku, bloccò quel flusso di pensieri, riportandoli alla realtà.

-Shut Up! Tanto, qualsiasi cosa dirai, non riuscirai a imporci nulla!-

Gli rispose Rikku puntandogli contro un dito accusatorio.

E con uno “Tzè” appena udibile, da bravi ragazzi, Riku e gli altri, si allontanarono dirigendosi in classe.

-Rikku, usare parole inglesi con pronuncia stroppiata, non ti renderà più figa. . .-

Aveva mormorato una Yuna ormai rassegnata alle bizzarre trovate dell’amica.

-Però nei videogiochi funziona!-

Aveva replicato la biondina euforica, ma bastò un

-Baka*-

Di Pain a farla calmare.

E si diressero sul il terrazzo.

 

Passavano la maggior parte delle ore scolastiche sonnecchiando o guardando le nuvole.

Anche quel giorno il pretesto era lo stesso, ma verso la seconda ora Sora decise di tornare in classe.

Quando si era alzato dal pavimento duro del terrazzo esclamando

-Neh, Minna**, io vado in classe!-

Mentre si stiracchiava sorridente, tutto il gruppo lo aveva guardato a dir poco allibito.

Ogni volta che saltavano le lezioni, non erano mai tornati in classe, nemmeno coi rimproveri degli insegnanti!

Eppure Sora, quel giorno né aveva voglia.

Rientrò in classe, e perfino i suoi compagni furono sorpresi dal comportamento del ragazzo.

Ma naturalmente Sora, non vi badò, o meglio non se né accorse.

-Ma come. . .sei sicuro di sentirti bene, Sora?-

Chiese la voce divertita di Riku alle sue spalle.

-Vuoi che ti poti in infermeria?-

Continuò, ghignando.

E come al solito, Sora, non si accorse del tono ironico ed intimidatorio che Riku stava usando

-Oh, no! Sto bene, grazie, Riku!-

E il sorriso sincero ed innocente che gli rivolse, lasciò Riku parecchio interdetto. Possibile che quel ragazzo fosse tanto stupido da non accorgersi nemmeno di un insulto? Dopotutto Riku non amava prendere in giro Sora. Lo vedeva più come un innocente creatura da proteggere, e molto spesso lo avrebbe volentieri fatto, difendendolo persino dagli insulti giornalieri che i loro gruppi si scambiavano. Ma lui era il “freddo e impassibile Riku” e questo non poteva farlo.

Quando entrò il professore Riku si accomodò su uno dei banchi in prima fila, mentre Sora su uno infondo all’aula.

E tutto era andato come previsto. Da un po’ di giorni Sora preferiva passare il tempo nascosto in un angolo ad osservare Riku, piuttosto che continuare a scherzare con i suoi amici. Cos’era cambiato rispetto a pochi giorni fa? Non lo sapeva. Semplicemente, era quello il motivo per cui era a lezione. Voleva semplicemente rimanere seduto agli ultimi banchi, per osservare il volto pallido e concentrato di Riku. Forse lo ammirava. . .non lo sapeva neppure lui, però questo sarebbe dovuto rimanere un segreto.

-Questo è davvero shockante. . .La tua presenza alle lezioni è una cosa da annotare sul calendario uhuhuh. . .-

Aveva affermato allegramente Marluxia-sensei*** il loro professore di economia, di cui gli alunni si chiedevano ancora se era un uomo o una donna. . .

-Sora-kun****, sono davvero felice che tu abbia preso parte ad una mia lezione.-

Continuò.

-Proprio al momento giusto direi. . .dal momento che il corpo docenti è venuto a conoscenza della terribile situazione conflittuale qui a scuola, abbiamo deciso di organizzare una gita!!!-

Esclamò allegro e solare.

-Andremo su un’isola infestata dai fantasmi <3 non siete contenti?-

Chiese entusiasta.

Sora fece uno sguardo disgustato, che raramente si poteva osservare sul suo volto fanciullesco.

-E questo cosa centra coi conflitti a scuola?-

Chiese educatamente Riku alzandosi in piedi.

-Bhè, Smisteremo noi i ragazzi nelle camere doppie, e poi ogni coppia dovrà cooperare in un’attività differente! Ovviamente, le coppie le creeremo a seconda della rivalità tra i due alunni: più si odiano, più saranno vicini <3- [okkey, ho resistito fino ad adesso senza replicare, ma. . .Che ragionamento idiota, è____é Nd Autrice]

Rispose ingenuamente il professore, mentre un Riku shockato ricadeva a peso morto sulla sedia, ed un Sora allarmato iniziava a sudare freddo.

 

 

*Baka= “Stupido”

**Minna= “Ragazzi, tutti”

***Sensei= “Professore/Professoressa”

****-Kun= ”E’ un suffisso che generalmente viene usato con i nomi maschili, in forma di rispetto, cortesia.”

 

Note di una inutile Autrice:

Ho finalmente capito, che i miei futuri compiti di italiano devo farli dopo la mezzanotte. A quanto pare l’ispirazione arriva nei momenti più improbabili XD. . . In ogni caso è la prima fic yaoi che scrivo *_* non so se sono all’altezza, ma né ho lette così tante, che spero di aver almeno imparato qualcosa [ebbene si, passo intere giornate immersa nello yaoi, lo vedo ovunque ù___ù]

Non sono sicurissima che il titolo centri qualcosa con la storia. . .però è tanto figo =ç= me lo ha suggerito la mia migliore amica/consulente/altra metà della mia reiatsu, dal momento che non avevo idea di come chiamarla, e così ho pensato che, se proprio non va bene, lo modifico U_U ma dopotutto, io sono capace di trovare un filo logico anche tra una scarpa e un piatto di pasta asciutta! XD

E il filo logico che ho inventato sul momento è:

I due gruppi nonostante siano così diversi, condividono lo stesso cielo, e provano le stesse emozioni, perciò prima o poi i loro sentimenti si incontreranno, è destino XD

Ho scoperto -grazie all’anime di Monochrome Factor- che destino si dice Humme o Umme, non ho ancora capito se con l’acca o senza, o meglio potrebbe essere sia senza acca che senza emme. . .in ogni caso, seguendo un ragionamento logico privo di logica, la traduzione giapponese del titolo sarebbe “Ichi Sora, Ichi Humme” ma è ovvio che è tutto sbagliato -__- dopotutto di giapponese so poco e niente -__-“

Penso di aver scritto troppo **

Ja ne <3

 

 

Hima

  
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