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Autore: GReina    23/10/2021    1 recensioni
Questa raccolta di OS partecipa alla sfida WRITOBER lanciata da Fanwriter.it
Per tutto il mese di ottobre pubblicherò una OS al giorno! Trame e personaggi varieranno di volta in volta. Consultate l'indice e la premessa (primo capitolo) per maggiori informazioni e curiosità su prompt scelti e personaggi!
[coppie: kuroken | ushiten | iwaoi | semishira | osasuna | daisuga | sakuatsu | tsukkiyama | tanakyo | shoumika | arankita | yakulev | bokuaka | matsuhana]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: QUESTA ONE-SHOT CONTIENE SPOILER DEL MANGA.

Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Presagio
» N° parole: 1450

23. Presagio – Olimpiadi

Hinata non era una persona superstiziosa.
Non troppo, almeno.
Come ogni sportivo che si rispetti anche lui aveva alcuni riti, ma oltre al non addormentarsi prima di aver controllato che tutte le scarpe presenti in casa fossero in ordine e sistemate con la sinistra accanto alla destra e non il contrario, Shoyo poteva dirsi – più o meno – libero da pensieri come “se non centro il cestino della spazzatura con questa cartaccia la partita di domani andrà male” o “se guardo l’orario ed i minuti sono dispari sbaglierò la prima battuta”.
Non aveva alcuna scusa, dunque, quando l’ansia iniziava ad attanagliarlo. Aveva l’ansia perché per lui ogni partita era importante e in quanto tale voleva che andasse bene. Negli anni aveva imparato a gestirla ed arrivato alle Olimpiadi poteva dirsi discretamente capace di tenerla a bada.
Non quel giorno. Tutto ciò che riuscì a pensare nel momento stesso in cui il 3 agosto aprì gli occhi fu: “Ho un bruttissimo presentimento.”
Si alzò con un peso sul cuore. Quel giorno avrebbero dovuto disputare il quarto di finale contro il Brasile e – neanche a dirlo – più andavano avanti e più si faceva dura.
Sospirò, comunque, tentando di scacciare via i pensieri negativi. Si alzò, lavò ed infine vestì. Non era necessario al villaggio olimpico, ma avendo quell’abitudine da tutta la vita Hinata finì per mettersi le scarpe solo all’ingresso della propria stanza. Se le allacciò ben più tranquillo di come si era svegliato, si sollevò, fece un passo ed uno dei lacci saltò via. Guardò in basso e notò che il filo si era rotto di netto proprio vicino al nodo. Deglutì.
Hinata non era una persona superstiziosa, ma quel brutto presagio unito al senso d’abbattimento che l’aveva colto quella mattina lo demoralizzò, e non poco.
Decise di passarci sopra, comunque, perché i lacci si usurano, è una cosa normale! Perché avrebbe mai dovuto portare a Tokyo dei nuovi lacci di ricambio pronti all’uso se non per quello, altrimenti?
Finì di sistemarsi le scarpe, poi raggiunse il resto della squadra nella cucina comune del Palazzo Giappone.
I giocatori di pallavolo non erano gli unici ad essere già svegli. C’erano ginnasti, nuotatori, lottatori. Ma sebbene Shoyo non disdegnasse usare quelle mattine per socializzare con i rappresentanti degli altri sport, quel giorno si limitò ad avvicinarsi ai propri amici.
Decise di non dire loro di come si sentiva. Nello sport non faceva mai bene partire demoralizzati; quella spirale negativa doveva finire con lui!
Bevve perlopiù in silenzio il proprio latte, dunque, ascoltando gli sproloqui di Bokuto che tanto spesso avevano avuto il potere di eliminare del tutto la sua agitazione. Stava quasi per funzionare, ma le imprecazioni di Atsumu che seguirono subito dopo vanificarono tutto.
«Era la mia tazza preferita…» si lamentò con il broncio dopo aver esaurito il vocabolario di parolacce che Hinata conosceva.
Il rosso guardò prima l’alzatore, poi la sua tazza che perdeva. Aveva una crepa sul dorso e da quella stava uscendo un po’ di liquido.
«Una tazza che si rompe da sola non porta sfortuna?» non poté fare a meno di chiedere lui con una vena di panico nella voce. A rispondere, quasi annoiato, fu Sakusa.
«È solo una stupida superstizione.» quelle parole fecero sorridere Hinata. Si stava suggestionando troppo… sarebbe andato tutto bene… ma poi ancora Miya disse in un mormorio appena udibile:
«L’avevo portata da casa perché è la mia tazza portafortuna.»
Shoyo scosse con energia la testa.
No, non avrebbe ceduto a tutto quello. Erano due semplici coincidenze, ed in ogni caso presto tutti si dimenticarono della tazza. Persino Hinata iniziò a dimenticarsi della cosa, ma fu mentre andavano al palazzetto in cui avrebbero giocato per iniziare a riscaldarsi che d’un tratto tutto gli tornò in mente.
«Accidenti, ho dimenticato le scarpe.» il rosso osservò Aran mentre lo diceva per poi continuare: «Voi andare pure avanti, ragazzi. Vado a prenderle e vi raggiu-»
Shoyo non si era accorto di essersi mosso né di aver urlato se non dopo averlo fatto. Aveva afferrato l’ala esterna, invece, e urlando un forte “Nooo!” l’aveva pregato di non tornare indietro. Il più alto lo sguardò confuso, forse un pelo anche preoccupato.
«Ma che ti prende? Non posso giocare senza le mie scarpe!»
«Se si dimentica una cosa e poi si torna indietro per prenderla porta sfiga!»
«Più sfiga che giocare con scarpe inadatte?» e a quello lui non poté ribattere nulla, così lo lasciò andare.
Si demoralizzò molto più di quanto non avesse già fatto quella mattina, così il resto dei compagni tentarono di tirarlo su, e ci riuscirono.
«Sì, avete ragione. Scusate ragazzi, sono solo un po’ nervoso.» disse sorridendo tirato mentre continuavano a fare strada, ma immediatamente dopo si bloccò. Fu Yaku a capirne il perché e gli si mise davanti dicendo:
«Su, su, non badarci! Non fa niente! Va tutto bene, dai! I gatti sono carini!!»
«Non quelli neri che mi attraversano la strada prima della partita!» diede di matto per qualche secondo ancora, ma se non i discorsi motivazionali di Bokuto e Atsumu questa volta furono gli insulti di Kageyama a farlo rilassare.
D’altronde era chiaro anche a lui: la superstizione non esiste. Quindi perché preoccuparsene?
Erano quasi arrivati al palazzetto. Hinata fece la strada di sempre come tutti, invece chissà per quale ragione allargando di qualche metro Ushijima pensò bene di passare sotto le scale, e alla sua spiegazione “Dovevo raggiungere la pattumiera per buttare un fazzoletto” certo lui non poteva rispondere nulla.
Raggiunsero Iwaizumi. Shoyo era stato felice di trovarlo come preparatore atletico. Se lo ricordava dal liceo, ma adesso il suo carattere era ben diverso. Era solare, comprensivo e gentile. Il rosso sorrise non appena lo vide, certo che lui avrebbe avuto il potere di fargli passare l’ansia dicendogli nel minimo particolare come affrontare il Brasile.
No. Non era di buon umore. Non quel giorno. Hinata ne rimase talmente sconvolto che per diversi secondi non riuscì a parlare. Ascoltò Iwaizumi sbraitare contro di loro, invece, e fu solo quando si fu allontanato che la voce di Kageyama lo riportò alla realtà:
«Sembra tornato quello di un tempo, di quando era al liceo.» gli sussurrò all’orecchio. Shoyo stava guardando ancora nella direzione in cui il preparatore atletico era sparito, ma dal tono non faticò ad immaginarsi l’alzatore con un ghigno in volto poco rassicurante.
«E al liceo non è mai arrivato ai Nazionali. O sbaglio?» quelle ultime parole fecero rizzare ogni pelo di Hinata. Sapeva che Tobio voleva portarlo proprio lì per prendersi gioco di lui, ma non poté farne a meno lo stesso.
La pancia prese a gorgogliargli, così se la strinse mentre con accusa guardava il suo ex compagno di scuola. Non fece in tempo ad insultarlo, comunque, che alla vista di come lo aveva ridotto il corvino sbuffò e roteò gli occhi al cielo.
«D’accordo, dai… per farti passare l’ansia farò qualche alzata per te.» e quella tattica funzionò appieno!
Raggiunsero un angolo della palestra, afferrarono una palla e lì iniziarono letteralmente a giocare.
Passarono diversi minuti, il viso di Hinata adesso solo carico di sorrisi a trentadue denti, la sua pancia quieta e il suo umore alto.
«L’ultima e poi ci uniamo agli altri.» avvertì l’alzatore e lui fu d’accordo. Lanciò la palla a Kageyama, lui la alzò, Hinata saltò e schiacciò forte!!
Troppo forte…
Rimbalzò a terra, poi sul muro ed infine colpì uno specchio che andò in frantumi. Tutto quel trambusto attirò l’intera squadra che si avvicinò a loro due mentre il rosso piangiucchiava del tutto disperato.
«Ooh, andiamo! L’hai fatto apposta!» fu l’accusa di Kageyama.
«Ovvio che no!»
«Allora l’hai fatto apposta senza saperlo! È tutto il giorno che urli alla sfiga!»
«Non è colpa mia se mi sono svegliato con un brutto presentimento! E poi mi si sono rotti i lacci delle scarpe! E poi la tazza di Atsumu, e Aran che si dimentica le scarpe! E il gatto, e Ushijima che passa sotto le scale! Adesso manca solo che uno di noi veda il Gramo passare e siamo fritti!» il silenzio calò nel gruppo, rotto infine da Miya.
«Devi smetterla di leggere Harry Potter fino a notte fonda, Shokkun.» e in molti annuirono, almeno fin quando un enorme, peloso cane nero non passò in mezzo al campo. Tutta la squadra non fece altro che osservare muto il passaggio dell’animale, infine un sospiro generale fu gettato fuori con malinconia.
«Vado a dire agli amministratori che c’è un cane in palestra.» furono le parole di Iwaizumi.
«Io vado in bagno…» quelle piagnucolanti di Hinata.
Un’ora più tardi tutti loro si schierarono dalla parte di rete opposta al Brasile pronti a giocare. Però – si sa – nello sport partire con un atteggiamento positivo è una delle cose più importanti.

 
n.a.
Risalve a tutti! Spero vi sia piaciuta! In quanto siciliana sono parecchio ferrata in “presagi porta sfortuna”. Insomma, la mia prozia andava molto fiera del fatto che quando mia madre è caduta rompendo uno specchio la prima cosa che ha fatto è stata andare a prendere il sale per gettarlo a terra in fretta sopra i cocci e solo allora si è accertata che sua nipote stesse bene.
Gatto nero? Passare sotto le scale? Aprire un ombrello al chiuso, appoggiare un cappello sul letto, mettere il pane in tavola sottosopra, far ruotare un oggetto su un piano. Posso dirvene quanti ne volete!!
Per questa OS ne ho messi alcuni che già conoscevo, altri li ho cercati perché giapponesi (quante volte negli anime abbiamo visto lacci di scarpe e tazze che si rompono?). Avrei voluto metterne tanti altri, ma poi penso vi sarebbe venuto a noia.
Per quanto riguarda la fine della storia, be’, per chi non lo sapesse sappiate che perdono. Ho preso il giorno e la partita avvenuta realmente alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Il Giappone ha perso 3-0 contro il Brasile ai quarti di finale venendo eliminato in maniera definitiva. Ho lasciato il finale in quel modo perché sarebbe stato inutile mostrare la partita.
Non sempre scrivo note autrice quindi colgo questa occasione per ringraziare tutti quelli che stanno continuando a seguirmi!
Un bacio a tutti e alla prossima!
   
 
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