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Autore: Lita_85    24/10/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Premessa necessaria ❤️ So bene che, molti di voi non amano ascoltare la musica che suggerisco, ma, questa volta, è davvero necessario e quasi obbligatorio! ❤️🤣 La musica che ho scelto ha un significato particolare, quindi per capire e sentire a pieno quello che provano i nostri piccioncini vi raccomando caldamente di farlo! Non ve ne pentirete! Vi lascio alla lettura! A dopo ❤️


Gridavo e fischiavo guardando l'avvocato muoversi sensuale sul palco con Ginevra. Conoscevo bene le sue doti da sex symbol, ma rimanevo sempre interdetto quando lo vedevo all'opera. Era davvero senza freni inibitori, e senza la benché minima preoccupazione del domani o tanto meno del presente. La litigata con Anita aveva acceso in me un incendio. Mi sentivo ferito e preso in giro, da colei che mi aveva rubato il cuore. Preso dall'ennesima furia cieca, mi alzai in piedi e dopo aver fatto scendere dal palco Saverio e Ginevra mi posizionai davanti al microfono, suggerendo al DJ la musica da mettere. La mia vendetta era solo all'inizio.

Negramaro - Mentre tutto scorre -

« Parla in fretta e non pensar
Se quel che quel che dici può far male
Perché mai io dovrei fingere
Di essere fragile
Come tu mi
Vuoi nasconderti in silenzi
Mille volte già concessi
Tanto poi tu lo sai
Riuscirei sempre a convincermi
Che tutto scorre... »

Volevo colpirla nel modo più violento. Come lei lo aveva fatto a me. Volevo che sentisse il mio risentimento, e la mia ferita che sanguinava.


                            ***

Non mi ci volle molto a capire che quella canzone era indirizzata a me. Avrei voluto salire sul palco e dargliene di santa ragione. Avrei voluto schiaffeggiarlo per quello che mi stava gridando davanti a tutti, per quello che stava procurando al mio cuore. 
Stringeva il microfono tra le mani in una morsa, come se stesse tenendo il mio viso, sfogandosi per quelle colpe che io non avevo. Teneva il ritmo con il piede sinistro, e durante il ritornello temeva gli occhi chiusi come a voler rinnegare quello che stava dicendo.

« Oddio, l'abbiamo preso di nuovo... »,voce di Saverio si fece spazio nelle mie orecchie facendomi destare da quei miei pensieri psicoanalitici.

Non ebbi il coraggio di voltarmi verso Saverio, ero come ipnotizzata da quella sua frustrazione senza senso. Lo odiavo. Lo odiavo con tutta me stessa.

«Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagliala tu perché ho tutto sbagliato! », lanciò il microfono neanche Ozzy Osbourne durante uno dei suoi concerti e scendendo con un salto prese il cappotto e la mano di Azzurra avviandosi verso l'uscita. 

Il mio cuore si fermò di botto, come il resto del mio corpo. Non lo stava facendo davvero. Non poteva farmi questo.

« Dario! Dove cazzo vai?!? » chiese Saverio, alzandosi di soprassalto guardando verso il suo caro amico.

« Sa, lasciami stare… », rispose guardandolo scocciato, per poi lanciarmi un'ultima occhiataccia prima di sparire insieme a lei. 

Cercai in tutti i modi di non far vedere agli altri il mio cuore in frantumi. Ma ero più che sicura, che si fosse sentito l'esatto istante in cui si era rotto. Sentii la mano di Ginevra stringere la mia in una dolce morsa.

« Anita… tesoro…ma cos'è successo tra te e Dario?... »

« Ginny, io lo odio! Lo odio! Questa non gliela perdono… non dopo tutto quello che ho fatto per lui… », risposi cercando di trattenere le lacrime che spingevano per scendere. 

« Ani… » 

« Non posso perdonargli tutto… adesso lui finalmente avrà Azzurra… e io… »

« È un coglione… ma non lo farà… » affermò Saverio, sdraiandosi sullo schienale del divanetto « Fidati, non lo farà… » 

« Una magra consolazione… ma grazie per averlo detto… », sorrisi amaramente e chiamando il cameriere decisi di berci su. Non volevo affogare il dispiacere nell'alcol, ma non volevo pensarci più. Volevo pensare solo a me stessa.

« Mi dici cosa sta succedendo?! » chiese Claudia, avvicinandosi a me bianca come un lenzuolo.

« Claudia, mia cara Claudia, vuoi sapere cosa succede? Succede che mi sono innamorata di Dario! Succede che ho fatto l'amore con lui perdendomi tra le sue braccia! Succede che, qualsiasi cosa tu dica adesso, io non rinnego nulla! Hai capito miss perfettina?! »

« Anita… »

« Tu, te ne stai lì con il tuo fidanzato perfetto e il tuo amore perfetto! Ma lascia che ti dica una cosa, l'amore non puoi pilotarlo! Non si può scegliere purtroppo, e io mi sono innamorata di lui! So che sono andata contro ad ogni tua predica alla badessa delle Alpi, ma io lo amo! Anche se credo che stasera si sia avverato il tuo presagio alla Cassandra! »

« Anita, io non volevo avere ragione… volevo solo proteggerti da tutto questo… » 

« Beh, come vedi, hai toppato alla grande! E ho toppato anche io credendo che lui potesse amarmi! »

                               ***

Da quando ero entrato in macchina con Azzurra, era praticamente calato un silenzio assurdo. Io non spostavo la mano dal cambio giocandoci compulsivamente, mentre giravo per la città in cerca di risposte a quelle domande che mi attanagliavano. Anita era interessata ad Alessandro? Pensava davvero che io volessi solo scoparla? Sentivo una rabbia e una gelosia smisurata verso quel damerino che aveva rovinato tutto. Mi sentivo incompreso dalla donna che amavo, quasi buttato fuori.


« Dolcezza hai intenzione di fermarti prima o poi, o vuoi passare tutta la serata girando a vuoto? »

« Io, sono un po' confuso al momento… », le dissi senza neanche degnarla di uno sguardo fissando un semaforo in lontananza.

« Dario, non c'è niente per cui essere confusi, io voglio solo scopare… Non c'è nulla tra di noi, e non ce ne sarà neanche dopo! Io non sono innamorata di te, come tu non lo sei ovviamente di me… »

Mi parcheggiai a ridosso di una panchina sbuffando e imprecando. Non doveva finire così, non dovevo essere lì con Azzurra.

« Perché non ti rilassi un po'... », disse con voce sensuale toccandomi il pacco. 

Guardai la sua mano sul mio attrezzo per poi guardare lei interrogativo. Era sicuramente una bella donna, e il suo tocco non passò indifferente al mio corpo che reagì di conseguenza.

Nella mia mente passò fulminea la voglia di scoparmela senza ritegno. Quella voglia carnale che conoscevo bene, e che mi aveva accompagnato per tutti quegli anni. Lei, compiaciuta dalla mia faccia da pesce lesso, si avvicinò al cruscotto per cercare chissà cosa trovando invece quello che avevo dimenticato.

« E queste?! Non mi dire che sono della verginella! »

« Cazzo! Ridammele subito! », gridai tirandole dalla sua mano con forza.

Non appena le strinsi tra le mani, ebbi un flashback di quella sera. La corsa, lo schiaffo, e i suoi occhi che mi guardavano mentre facevamo l'amore su quell'albero. L'avevo rifatto. L'avevo ferita nuovamente, nonostante il promemoria. 


« Hai capito la timorata di Dio! » sghignazzava Azzurra appoggiandosi allo schienale.

La ignorai deliberatamente, e mettendo le mutandine nella mia tasca dei pantaloni girai la chiave per andare via.


« E adesso dove stiamo andando?! » 

« Dimmi dove abiti che ti accompagno subito a casa… »

«A casa?! Ma non dovevamo scopare?! »

« Con te io non faccio un bel niente… »

« Ti ricordo che sei stato tu ad iniziare! »

« Hai ragione, e mi scuso per questo… ma io… »

« Ami Anita… »

« Cosa…? »

« Corri da Lei, anche se sono convinta che questa volta dovrai fare di più della scorsa volta… » 

« Porca puttana… » 

« L'hai fatta grossa...Lasciami qui, chiamerò un taxi… »  

« Scusami… » 

« Sei solo innamorato… per questa volta ti perdono… Addio Dario… » 

« Addio Azzurra… »


Lasciai azzurra nei pressi del Duomo, e ingranando la marcia più che potevo, mi fiondai al locale, dove speravo di trovarla ancora lì. Lo stridere delle ruote mi accompagnò per tutto il tragitto, mentre con la mano incollata al cambio pregavo con tutte le mie forze che lei non fosse andata via con Alessandro per ripicca.
 
Ho cambiato i piani - Arisa - 

Parcheggiai la macchina non curandomi né delle strisce né in che modo l'avevo posizionata. Mi precipitai con il fiatone davanti alla porta del locale sbattendoci, prima di riuscire ad aprirla. Una volta dentro mi guardai intorno, riconoscendo nella voce della cantante la voce soave di Anita sulle note di " Ho cambiato i piani di Arisa" . Scesi lentamente quei gradini pesantemente, e ancora con il fiatone mi appoggiai con la spalla destra ad uno dei pilastri che si trovavano vicino a dove eravamo seduti. 
Cantava con le lacrime agli occhi, quelle lacrime che aveva trattenuto per me. Mi sentivo uno schifo. Vederla cantare come un angelo, sentirle dire quelle parole mi procurarono un brivido lungo la schiena. Pettinai i capelli nella speranza di combattere quello stato di vergogna che provavo.

« Io non capisco perché ti comporti così… ti piace soffrire?! » chiese Mirko, avvicinandosi a me con le mani in tasca.
 
Lo guardai come un cane bastonato, per poi guardare nuovamente verso di lei.  Avevo sbagliato su tutti i fronti. Lei aveva "cambiato i piani" per me. Ed io, dovevo cambiare presto i miei.

« Senti, le mie paure e quelle che non hai
E mi perdoni lacrime indecenti
E resistenze che non capirai
Ma il rosso del tuo sangue
È rosso uguale al mio
Che innaffia un cuore al davanzale
Che aspetta solo il momento
Di prendere il volo
Riflette nel cielo
I tuoi occhi profondi
Io imploro il destino
E sei tu che rispondi 
Ho cambiati i piani per te
Succede per colpa di un raggio di luna… »

Continuava a cantare con il cuore in mano, fermando il mio che stava galoppando velocemente da quando ero tornato. Strinsi le labbra tra di loro stringendo gli occhi come a volermi disintegrare. Ricordai quella luna, che era stata testimone delle nostre "malefatte". Quella luna che mi aveva spiattellato, senza giri di parole, quanto io l' amassi  

Lei ignara di tutto, scandiva quelle parole come se mi avesse davanti, come a volermi far rinsavire da quella idiozia che mi aveva rapito quella sera. 


«Sarà che tu trasformi tutti in vero…», sussurrò stringendo il microfono tra le mani, per poi aprirli pronunciando  il verso che ne veniva dopo. « Sarà che io ti leggo nel pensiero...», fu in quel momento che i nostri occhi si incontrarono finalmente facendomi mozzare il fiato.

I suoi occhi meravigliosi mi scrutavano per capire se fossi davvero io. Non si aspettava la mia presenza, non si aspettava che fossi così idiota. Lo ero, lo ero mille volte, e volevo rimediare.

Lei, lasciò il microfono al suo posto, e scendendo dal palco aiutata dal dj, mi accorsi che era un po' brilla. 

Venne diretta verso di me cambiando espressione.

« Cos'è? Hai finito i profilattici e sei tornato per chiederli a Saverio? Ti è andata male! Se ne è andato poco fa insieme a Ginevra! »

« Non sono tornato per Saverio… » sibilai guardandola negli occhi.

« Dario, perché non accompagni Anita a casa?... » chiese Claudia, voltandosi verso di me spiazzandomi.

Non so cosa fosse successo in mia assenza, ma era l'ultima cosa che avrei pensato di sentire.

« Non c'è né bisogno! Vado con Alessandro! » rispose lei guardandomi con aria di sfida.

Alessandro mi guardò negli occhi non sapendo che pesci pigliare.

« Tu, non provare a muovere un muscolo! » tuonai indicandolo facendogli alzare le mani in segno di resa. 

« Preferisco andare a piedi che salire con te! » asserì Anita strattonandomi per farsi spazio.

La guardai attonito mentre usciva dal locale inciampando in uno dei due gradini. Riuscì malgrado la quasi caduta, a prendere la maniglia e precipitarsi fuori senza guardarsi indietro.

« Valle dietro! » gridò Claudia, incitandomi a fare quello che lei mi chiedeva. La signorina Rottenmeier era sempre la stessa, solo che adesso era dalla mia parte, o almeno così sembrava.

Annuì come un cretino, e lasciando tutto di stucco, mi precipitai fuori in men che non si dica trovandola in procinto di salire in un taxi.

« Anita! », afferrai il suo braccio destro, tirandola verso di me, trovandomi di fronte al suo astio.

« Lasciami idiota! »

« No, che non ti lascio! Vieni con me… » 

« Io venire con te?! Ma non ci penso nemmeno! » 

« Ti prego lasciami spiegare! »

« Io non voglio ascoltarti! Hai capito?! Devi sparire dalla mia vita! » gridò lei, strattonandomi e allontanatosi a grandi passi.
  
Rimasi per un attimo fermo. Non sapevo come prenderla. Era un'osso duro, ma aveva anche le sue valide motivazioni.

Ripresi la.mia corsa verso di lei, agguantandole il braccio sinistro per poi spingerla verso un edificio grigio alle sue spalle. 

« Tu adesso mi ascolterai! »

« Io non vogl- », non finì neanche la frase, che ero già sulle sue labbra.

La baciai con un tale ardore da farla gridare dentro la mia bocca. Un gridolino che cessò non appena le nostre lingue cominciarono a viaggiare sulla stessa rotta. Volevo farle capire che avevo sbagliato, e che ero tornato solo per lei. 

Mi scostai da lei sorridendo felice e mordendomi il labbro inferiore. Sapevo che quel bacio lo aveva sentito come lo avevo sentito io: Forte e chiaro.


Ma, le mie illusioni da idiota, furono subito eclissate da quello che ne venne dopo. Qualcosa che non mi aspettavo minimamente, e che mi tramortì all'istante.

« Mi dispiace… ma non si risolve tutto così… non più… »

I miei occhi si spalancarono stupiti. Lei mi stava rifiutando. Lei non voleva darmi la possibilità di spiegarmi. Lei, che aveva cambiato i suoi piani per me adesso stava cambiando tutto il resto. Un vento gelido attraversò il mio cuore lasciandomi interdetto. 

Mi spinse piano lontano, e stringendo il cappotto tra le sue mani si allontanò da me senza aggiungere altro. 

Strinsi tra le mani il mio labbro inferiore cercando di capire il da farsi. Non sarebbe finito tutto così,non poteva. Dovevo avere il coraggio di cambiare, cambiare i miei piani per lei.



Note: Capitolo Quarantadue. E rieccoci qui! So che ho pubblicato solo ieri, ma, presa da un attacco di pazzia, ho deciso di scrivere il capitolo velocissimamente! ❤️ Dario questa volta l'ha fatta grossa, e Anita non ha più voglia di andargli dietro. Riuscirà a farsi perdonare? Ma la domanda più importante è: riuscirà davvero a cambiare i suoi piani per lei? Eh… non posso dirvelo! Non ci resta che leggere il seguito! ❤️ Grazie sempre a chi mi segue, e alla prossima ❤️
   
 
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