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Autore: Kameyo    26/10/2021    0 recensioni
Matteo e Max sono cresciuti insieme tra i vicoli della periferia, un giorno qualcosa cambia e tutto inizia a sgretolarsi. Max sparisce, prende una strada diversa, Matteo è costretto a fare lo stesso, ma c'è la vita di mezzo e un dolore immenso a divorarli da dentro. Si ritrovano dopo anni; si distruggono ancora una volta.
Questa raccolta partecipa al Writober di Fanwriter.it
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Memoria – PumpINK
N° parole: 656
 
12.
 
Memoria
 
 
La periferia non è cambiata, lo scenario è identico al passato. Sua madre gli ha raccontato dell’asfalto nuovo, dei lampioni sostituiti, ma è durato tutto talmente poco che sembra non sia mai stato toccato niente.
Matteo cammina per le strade del suo cuore. La casa di Ivan è abbandonata da anni, il balcone potrebbe cadere in testa a qualcuno, la madre di Ludovica lo saluta distrattamente, come se non se ne fosse andato via per anni senza più tornare. Non si avvicina all’appartamento in cui vive Elisa, non ce la fa a vederla, non ancora. Fa un giro nella villetta in cui ha giocato da bambino, ci sono un paio di giostre nuove, sa già che spariranno presto.
Passeggia lento e si gode il panorama. È scuro e tetro, ma è casa, quella in cui ci ha lasciato tutto, l’anima pure.
I suoi piedi lo portano esattamente dove dovrebbero, ma non si azzarda a salire le scale, non entra, non si avvicina. L’edificio è sempre lo stesso, più solitario e malconcio che mai, alla fine non ci hanno creato un bel niente, né l’albergo né altri appartamenti per le famiglie in difficoltà. È vuoto, più di prima, perché dopo di loro nessuno si è più azzardato a metterci piede.
I loro nomi saranno ancora incisi sulle mura, intoccabili.
Matteo alza gli occhi verso i rettangoli vuoti che avrebbero dovuto ospitare vetrate magnifiche, e lo vede. Vorrebbe non fosse così, ma lo è.
Alex porta i capelli sciolti, le ciocche lunghe si muovono con il vento, ha una sigaretta spenta tra le dita; i suoi occhi di ghiaccio sembrano sciogliersi quando si guardano.
«Allora,» gli chiede con il suo solito tono canzonatorio. «Come sta andando?»
«Uno schifo. Max si sposa.»
Alex lo fissa, schiocca la lingua sul palato, e sembra così da lui da fargli tremare il cuore.
«Che testa di cazzo. E tu cosa farai adesso?»
«Niente. Quello che faccio sempre. Il lavoro, la palestra. Crescere Alessandro.»
La sigaretta di Alex è accesa, lui inspira il fumo e lo butta via di sbieco.
«Mi somiglia?»
«Molto. Ha i tuoi occhi.»
«E poi?»
«Si muove come te, fa le tue facce strane.»
«Io non ho facce strane.»
«Ce le hai. Mi stai guardando storto proprio adesso.»
Matteo pensa che si arrabbierà e lo manderà a fanculo, come fa sempre, invece Alex scoppia ridere, ride così forte che lo sentiranno in tutto il quartiere. Incredulo, si lascia trascinare e comincia a ridere anche lui, senza controllo.
«Ah! Mi piacerebbe vederlo. Lo porti da me più tardi?»
«Ci sta pensando la mamma, dovrebbero essere già lì.»
«Davvero? Devo andare allora, lo voglio vedere.»
Alex getta la sigaretta nel vuoto, lo accarezza con lo sguardo, gli sorride.
«Vai oltre» gli dice. «Dimenticalo una volta per tutte e fatti amare da qualcuno che ti merita. Max è sempre stato una testa di cazzo, non è alla tua altezza.»
Matteo non piange da quel giorno. Alle volte i suoi occhi s’inumidiscono, ma le lacrime non hanno più abbastanza forza da bagnargli le guance.
«Mi diresti così se fossi qui?»
Alex scuote la testa.
«Gli avrei rotto le ginocchia da un pezzo.»
Ed eccole lì, Matteo le sente spingere verso il basso, e c’è qualcosa nel suo petto che gli comprime il cuore. Non vuole piangere, non adesso, non in quel posto.
«Vorrei che tu fossi qui» la sua voce trema così tanto da non sembrare neanche la sua.
Alex ha un buco in fronte, la sua pelle è fredda, le sue labbra sono blu, giace in una fossa nella vecchia cava; ha chiesto dei soldi alle persone sbagliate. Matteo guarda i suoi capelli neri sporchi di sangue e terra. Ha diciannove anni e suo fratello è morto ammazzato.
«Mi manchi, fratello. Mi manchi tantissimo.»
Alex lo guarda con aria colpevole, ma rimane in silenzio. Svanisce a poco a poco esattamente com’è apparso.
Matteo rimane da solo tra le macerie dei suoi ricordi.
 
  
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