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Autore: AlysSilver    28/10/2021    1 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel corso degli anni la Raimon Junior High non era cambiata molto. Le strutture erano si state rinnovate, ma avevano mantenuto quello stile che le aveva sempre contraddistinte. Anche la sede del club di calcio aveva subito delle migliorie. Gli armadietti avevano la serratura sbloccabile esclusivamente con la tessera giocatore del proprietario o con quella tenuta dall'allenatore nel suo ufficio per i casi di emergenza. Un'altra aggiunta era stata la palestra per il potenziamento fisico, utilizzata particolarmente da noi portieri, controvoglia, e per le sessioni obbligatorie degli altri giocatori. Camminavamo tranquilli per il vialetto d'ingresso sotto lo sguardo attento di tutti. Vincere il Cammino Imperiale l'anno scorso, ci aveva regalato ancor più popolarità. Già dal primo momento in cui avevamo messo piede nell'istituto, tutti avevano iniziato a guardarci incuriositi, come se fossimo animali allo zoo, a causa della fama dei nostri padri. Entrare nel club e passare direttamente alla prima squadra, era stata un'altra nota di merito sul nostro curriculum. I primi giorni dopo l'avvenimento, avevo sentito molte voci alle nostre spalle, che insinuavano che tutto fosse dovuto ai nostri genitori e, soprattutto, al fatto che mio padre fosse l'allenatore. Il tutto si era, però, concluso, quando ci avevano visti scendere in campo durante la nostra prima partita come titolari. Nel mentre avevo persino ottenuto la fascia da capitano, dopo che William Anderson, che ricopriva il ruolo in seguito all'infortunio di Lewis, disse che mi riteneva più adatta di lui per il ruolo. Nonostante fossi nuova, era stato un plebiscito autonomo della squadra a decidere, mettendomi di fronte al fatto compiuto, senza possibilità di rifiutare. Questo, con il tempo, mi aveva fatto ottenere anche un soprannome come giocatrice, ovvero il Capitano leggendario. Anche i miei migliori amici si erano contraddistinti, infatti erano conosciuti come il Comandante assoluto del capo e Freccia di fiamma.

-Buongiorno ragazzi.- Dietro di noi era comparso Morgan Swift, difensore centrale, detto il Ciclone. Era un bel ragazzo, questo non si poteva negare. Aveva i capelli grigio-azzurri lunghi, scalati sul viso, e gli occhi arancioni, molto più chiari dei miei. Piaceva a molte ragazze, anche se il suo fan club non era ampio come quello di Ethan, ma, a dirla tutta, a me non diceva molto.

-Ciao, come sono andate queste settimane di vacanza?

-Molto bene, sono stato in Italia a trovare quella matta di Emma.

-Davvero? Com'era Venezia?

-Meravigliosa.- Non riuscii a rispondere altro, poiché mi ritrovai sbattuta a terra. Qualcuno, correndo come un bufalo inferocito, mi aveva preso in pieno. Per fortuna, in confronto ad una super tecnica di tiro, non era nulla di che come botta. Quando aprii gli occhi, notai che il viso a pochi centimetri dal mio, era quello dell'italiana appena nominata. Una lunga matassa di capelli castani ricci le ricadevano sulle palle.

-Avrei dovuto prevederlo.- Ironicamente parlando, quella era un'abitudine dal primo giorno delle elementari, che si ripeteva per errore ogni anno.

-Cavolo, scusami.

-Credo che le scuse avrebbero più effetto, se ti togliessi da sopra il mio stomaco.

-Ah, già.- La ragazza si alzò e cominciò a sistemarsi la gonna azzurra oramai spiegazzata. Sirius mi porse la mano per aiutarmi a rimettermi in piedi. Emma era anch'essa una mia amica d'infanzia, che avevo conosciuto poco prima di cominciare la scuola, quando suo padre Paolo Bianchi, aveva chiamato il mio, informandolo del suo trasferimento. I due erano rimasti molto in contatto dopo il mondiale di diversi anni prima e per un periodo avevano anche giocato nella stessa squadra nel campionato professionistico italiano.

-Ti prego, l'anno prossimo, anche se hai un'ora di ritardo, entra camminando.

-Ci proverò capitano.- Anche lei giocava nel club della scuola come centrocampista. Con il passare del tempo, nonostante mi capitasse di parlare un po' con tutti, lei era diventata l'unica ragazza con cui avevo un rapporto molto stretto. Ero amica anche delle altre ragazze della squadra, ma lei era l'unica a cui confidavo i miei segreti.

-Tanto lo so che è non lo farai mai, però ogni volta continuo a sperarci.

-Che ne dite se andiamo in classe?

-Perché no.

Di fronte alla nostra classe due ragazzi erano intenti a chiacchierare con una ragazza sulla soglia della porta. I due erano entrambi alti, dotati di un fisico allenato e di bell'aspetto, ma nei tratti erano completamente diversi. Il primo era biondo con i capelli lisci e gli occhi verdi. Aveva dei lineamenti soavi, quasi angelici. Era quel tipo di persona che mostrava un'eleganza perenne e indissolubile. Il secondo aveva invece una capigliatura bianco-grigia. Aveva uno sguardo freddo, quasi glaciale, accentuato dai due tagli sul sopracciglio destro, rivolto sulla bruna accanto a lui. La conoscevo molto bene, era Genesis Stonewall, la figlia di Caleb e Camelia. Anche i ragazzi con cui si trovava, erano nostre vecchie conoscenze del club di calcio. Aiden Froste giocava come difensore, mentre Alexander Love era un centrocampista. Mi veniva sempre da ridere ripensando a come i nostri genitori avessero tutti rispettato una promessa fatta venticinque anni fa quasi per gioco. Il giorno del diploma, mi raccontò mio padre, dopo la partita, si riunirono e tra una risata e l'altra dissero che, quando avrebbero avuto dei figli, li avrebbero mandati alla Raimon.

-Questo si chiama bloccare il passaggio.- Urlò divertito Sirius, mentre ci avvicinavamo.

-Froste ho capito che il tuo scopo è quello di non far passare nessuno, però ora non siamo in campo.- Aggiunse Ethan appoggiandosi immediatamente alla battuta del nostro amico.

-Blaze non sai quanto mi erano mancate le tue stronzate.

-Mai quanto a me le tue.

-Non ho ancora capito se siete scemi, oppure dei maleducati cronici.- Disse Genesis sistemandosi l'elastico della coda di cavallo.

-Ti sei accorta di star descrivendo te stessa?- S'intromise Alex facendo scoppiare tutti a ridere.

-Come ti permetti! Io almeno non mi considero un dio.

-Non vorrei contraddirti, ma io tecnicamente ho l'anima di un dio. Il mio spirito guerriero è Apollo, dio del sole e delle arti.

-Se utilizziamo questo principio, anche Gabriella lo è. Lei può evocare Artemide, dea della caccia e della luna.

-Per quale motivo dovete tirare me in ballo?

-Be' tu c'entri sempre in qualche modo.

-Non sono certa che sia una buona cosa.- La conversazione venne interrotta dal suono della campanella.

-Cavolo, dobbiamo andare in classe.- Disse il biondino accostandosi all'amico.

-Che palle essere già al terzo anno.

-Dai su andate che noi dobbiamo varcare questa porta maledetta.- Risposi iniziando a spingerli nella direzione giusta. -Ci vediamo alle quattro al campo.



Se volete vedere i disegni dei personaggi o altri inerenti alla storia, li trovate su Instagram sull'account astrastellablack

   
 
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