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Autore: Ode To Joy    28/10/2021    1 recensioni
[Kageyama x Hinata]
[Iwaizumi x Oikawa]
[Atsumu x Hinata one-side]
Qualunque cosa accada, non smettere mai di guardare il cielo.
Dieci anni - o poco più - di Tobio e Shouyou raccontati in momenti.
[Spoiler!]
[Raccolta partecipante al Writober 2021 di Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#27 Anteric 

 

La voglia di non ragionare ma vivere 

sempre disposto a rischiare e ridere

riderne

la gioia di quest'attimo senza pensarci troppo solo gustandolo

Le stesse storie e quei percorsi che non cambiano

Quelle canzoni e le passioni che rimangono

Semplicemente non scordare


Roma, 2022.

 

Grande evento nel mondo della pallavolo.

 

Le voci che circolavano sul web da qualche tempo sembra siano vere.

Il campione olimpico Kageyama Tobio avrebbe chiesto al suo compagno di squadra, Hinata Shouyou, di convolare a giuste nozze.

E la risposta sarebbe stata un sì!

La conferma arriva dai social ufficiali di quest’ultimo.

Tacciono, invece, quelli di Kageyama - più riservato del compagno - ma i fan non ne sono sorpresi.

Sotto, il post di Instagram di Hinata Shouyou in cui racconta il momento della proposta romantica..

 

Nell’articolo successivo la spiegazione di Oikawa Tooru riguardo la foto scandalo scattata in Argentina quest’estate e divulgata qualche giorno fa.

 

Come I libri della scuola fra le dita

la colazione ogni mattina da una vita

semplice

come incontrarsi perdersi 

poi ritrovarsi amarsi, lasciarsi

Poteva andare meglio, può darsi.

 

-Tokyo, 2022-
 

A ventisette anni, Oikawa Tooru poteva dire di aver conosciuto la sconfitta, l’umiliazione e anche il dolore. Nulla di tutto quello lo aveva preparato al tradimento.

“Tutto avrei pensato,” singhiozzò. “Meno che tu ponessi fine alla nostra storia con un Ménage à trois con Tobio e Ushiwaka.”

Hajime lo guardò a dir poco disgustato. “Di che diavolo stai parlando? Ti ho solo lanciato un +4 a Uno.”

“È la stessa cosa!” Lagnò Tooru con voce stridula.

Tendo inarcò le sopracciglia. “E perché il Ménage deve essere à trois. Guarda quanti siamo.”

Erano otto per l’esattezza, tutti accomodati intorno al tavolino di vetro del soggiorno di Tobio, un po’ seduti sul divano grigio e un po’ sul grande tappeto dello stesso colore..

Fuori pioveva. La stagione sportiva si era conclusa e Shouyou era tornato nella prefettura di Miyaji per passare alcuni giorni con sua madre e sua sorella.

Per un fortuito caso del destino, Oikawa Tooru era tornato a Tokyo nello stesso periodo e aveva scelto di farsi dare un’aggiustata ai capelli da Kageyama Miwa in persona. Tobio non dubitava che Tooru lo avesse fatto a posta, ma Miwa non era meno colpevole di lui.

Avevano parlato, si erano trovati subito d’accordo su alcune cose riguardanti il loro Tobio-chan e avevano ben pensato d’invadergli casa con tutta la truppa.

Tooru, ovviamente, aveva chiamato Hajime, che aveva invitato Wakatoshi. Tendo era stata una sorpresa, ma Tobio non dubitava che fosse stato attribuito un ruolo preciso anche a lui. A Miwa era bastato solo chiamare Tadashi, ed eccoli tutti e due - seguiti da un assai reticente Kei.

Come fossero finiti a giocare a Uno era un passaggio a cui Tobio non aveva prestato attenzione, ma stava distogliendo l’attenzione di qualcuno dal motivo per cui il suo senpai e sua sorella avevano radunato tutti a casa sua. Non poteva dire che gli dispiacesse.

“Avanti, Tooru, non siamo qui per parlare di tradimenti.” Miwa non poteva evitare di essere sempre sul pezzo. “Tutto il contrario. Che colore Hajime?”

“Verde.”

Tooru fece una smorfia. “Come i suoi occhi, scontato.” Ignorò l’occhiataccia che si guadagnò dal suo compagno. “Ma Miwa ha ragione, siamo tutti qui riuniti per una ragione.”

“Io non vi ho invitati,” si sentì in dovere di dire Tobio, buttando sul tavolo un 2 verde.

“Il Re ha ragione,” intervenne Kei, che guardava le sue carte con disgusto da quando era iniziata la partita. “Non ci ha invitati.”

Tadashi gli diede una gomitata per invogliarlo a essere più socievole.

“Io sono molto felice di essere qui!” Esclamò Tendo, aspettando che Miwa facesse la sua mossa per fare la propria. “Ma mi piacerebbe sapere il motivo della mia convocazione.”

“Ushiwaka dice che sei un pasticcere,” spiegò Tooru. “Dove c’è un matrimonio, c’è una torta.”

Tendo si portò una mano al petto. “Quale onore!”

Kei li guardò attraverso le lenti degli occhiali, atterrito. “Siamo davvero qui per parlare di questo?”

Tobio appoggiò il mento al palmo. “Perché, speravi di scamparla?”

“Cambio giro!” Esclamò Tooru. “Adesso pescherò un bel +4 e la te la farò pagare, Iwa-chan!” Pescò la carta, ma dall’espressione delusa che seguì tutti intuirono che non era quella sperata. “Tornando a noi, Tendo pensa alla torta. Io e Tadashi siamo i testimoni di Shouyou, Ushiwaka e il quattrocchi di Tobio.”

Kei guardò il padrone di casa con espressione stranita. “Mi hai scelto come testimone?”

Tobio scrollò le spalle. “Serve una persona fidata. Io mi fido di te.”

Tadashi si portò la mano al petto, commosso. Per la prima volta da quando si conoscevano - ed erano ormai dieci anni - Kei non seppe che cosa dire.

“Credo sia giusto che il quartetto di Karasuno resti insieme fino alla fine,” disse Miwa con un sorriso intenerito.

“Peccato che Hisoka non sia potuta venire,” disse Tadashi. 

“Cambio colore in viola,” disse Wakatoshi.

Tutti lo fissarono. Tranne Tooru, che alzò gli occhi al cielo. “Lui non è mai davvero uscito da Shiratorizawa.”

Tendo si sporse verso il suo amico di sempre. “Questo è rosso, Wakatoshi. Rosso.”

“Allora cambio il colore in rosso,” si corresse l’asso del Giappone.

“A proposito di colori,” disse Tooru, mentre il gioco andava avanti. “Io opto per un tema color Seijou.”

Hajime gli lanciò un’occhiata molto eloquente.

Wakatoshi fu subito pronto a intervenire. “E perché non color Shirato-”

“Silenzio,” sibilò Tooru.

“Che colore sarebbe color Seijou?” S’informò Miwa.

“Color mozzarella,” rispose Kei.

Hajime rise. 

Tooru lo guardò scandalizzato. “Cosa proponete, Rosso Giappone? Vi sta malissimo a tutti, oltretutto.”

“No, Tobio sta bene di nero,” disse Miwa. “Gli fa risaltare il colore degli occhi.”

“Cambio giro,” disse Wakatoshi. 

Tooru lo fulminò con lo sguardo. “Ma Ushiwaka, non potevi aspett-”

“Un +4 per Tooru e cambio di nuovo colore in verde,” disse Hajime, con nonchalance.

Il compagno lo guardò come un pesce fuor d’acqua. “Ma fai sul serio?”

“Beh, la carta l’ha tirata,” disse Tendo. “Come la volete la torta, a tema nero anche quella?”

“Sì, una torta alla Tim Burton,” disse Kei con sarcasmo.

Tendo assottigliò gli occhi. “Sempre simpatico tu.”

“Hai altre quattro carte in mano e non potevi usarne nessun altra, vero?” Tooru era a dir poco risentito.

Hajime alzò gli occhi al cielo. “Stiamo solo giocando a carte, rilassati.”

“1, 2, 3 verde,” disse Tobio, liberandosi di tre carte contemporaneamente.

“Eh, no!” Sbottò Tooru. “Non stiamo giocando a scala, Tobio-chan, rispetta le regole.”

“Per le regole si può fare,” intervenne Wakatoshi, buttando un 5 verde.

Tooru aggrottò la fronte. “E tu che ne sai?”

“Gli abbiamo fatto leggere il regolamento, prima di cominciare,” gli ricordò Hajime. “Tu eri in bagno.”

Tooru non poteva credere alle sue orecchie. “Hai fatto leggere il regolamento a Ushijima Wakatoshi?!”
“Toglimi una curiosità, fratellino.” Miwa gli punzecchiò la guancia e Tobio seppe che avrebbe desiderato di buttarsi dalla finestra molto presto. “Come hai fatto la proposta?”

L’attenzione di tutti fu immediatamente su di lui. Persino Tooru smise di lamentarsi della partita per dedicargli tutta la sua attenzione.

“A voce.” Fu la risposta di Tobio. 

Miwa si coprì gli occhi con un sospiro. Tooru dovette trattenersi dal sfondare il tavolinetto di vetro a colpi di testa - quella del padrone di casa, ben inteso.

Tutti gli altri risero - tranne Wakatoshi.

“Quando in Argentina mi ha fatto la grande confidenza, io mi aspettavo ti saresti inginocchiato in mezzo al campo di pallavolo a fine partita,” disse Tooru, deluso. “In diretta mondiale.”

“Quello lo hai già fatto tu nel bel mezzo delle Olimpiadi,” gli ricordò Wakatoshi.

“Non ero in mezzo al campo e nessuno mi ha chiesto di sposarlo!” Ribatté Tooru.

“L’unico modo in cui potrei sposarti è da ubriaco, a Las Vegas,” lo informò Hajime.

Tooru assottigliò gli occhi. “Tu vuoi dormire sul divano, me lo sento.”

“Pff… Se Tobio lo avesse fatto, in ginocchio ci sarebbe rimasto. Il Re sa reggere la tensione delle Olimpiadi, ma per qualunque altra cosa…” Kei lasciò la frase sospesa.

“Appunto!” Esclamò Tooru. “Siamo stati derubati dell’umiliazione del secolo.”

“Beh, Shouyou ha detto sì,” gli ricordò Hajime. “Non sarebbe poi stata questa grande umiliazione.”

“Dovremmo parlare degli invitati,” propose Tadashi. “Tu e Shouyou ne avete parlato, Tobio?”

“Già immagino la scena,” disse Kei. “Tutti i pallavolisti professionisti del Giappone in una stanza.”

“Propongo un’alzata con schiacciata al posto del tiro bouquet.” Era impossibile chiedere a Oikawa Tooru di avere un’idea normale.

“Alza tu,” propose Tobio. “E io schiaccio sulla faccia di Miya.”

“Tobio,” lo ripresero Miwa e Hajime nello stesso momento.

Tooru storse il naso, soppesando la proposta. “Però non è male-”

“Zitto,” lo fermò Hajime, prima che potesse elaborare.

“Troppo rischioso,” obiettò Kei. “Se entri in confusione e becchi il Miya sbagliato?”

Tobio dovette dargli ragione. “Avveleniamo il vino.”

“Siamo passati da Tim Burton a Game Of Thrones,” commentò Tendo. “Ma in tutto questo, Hinata non ha da dire niente?”

“Io ho da dire che vorrei sposarmi lontano da tutti, su un’isola deserta,” disse Tobio, per nulla avvezzo alle grandi occasioni, specie se affollate e dedicate alla sua persona. Questo la diceva lunga su come viveva l’essere un personaggio pubblico. Fosse stato per lui, avrebbe portato Shouyou nel municipio di Roma e avrebbe risolto il problema prima che il resto del mondo sapesse - anche se non era certo che fosse legale. Tuttavia, il suo futuro sposo era diverso: condividere il giorno più felice della loro vita con tutti i loro amici faceva parte della sua natura. Tobio lo amava, quindi lo accettava.

Di colpo, Tooru s’illuminò tutto, come se gli fosse venuta una grande idea. “Andiamo su una spiaggia, in Brasile.”

“No,” disse Tobio, secco. “Non il Brasile.”

“E allora torniamo in Argentina.”

“Non disprezzare il mare italiano.”

“Ma perché dobbiamo andare in spiaggia?” Intervenne Hajime. “Magari piove.”

“Se lasci decidere agli sposi, potrebbero sposarsi nella palestra del Karasuno,” disse Kei. “Già me lo vedo: Shouyou che percorre la scalinata e Tobio che lo aspetta sull’ingresso della palestra.” Il silenzio che cadde subito dopo, lo spaventò. “Non dicevo sul serio.”

“Quello che è certo, è che ci saranno le videocamere!” disse Tooru.

“Oh, fratellino, firma un contratto con Prime Video per un documentario sul tuo matrimonio.” Miwa appoggiò la testa alla sua spalla, facendogli gli occhi dolci. “Fallo per me. Due parole sul mio centro di bellezza e tutto il Giappone verrà a Tokyo per conoscere la sorella di Kageyama Tobio.”

Quell’alleanza improvvisa tra Tooru e sua sorella destabilizzava non poco il padrone di casa. “Voi non state bene, ve lo dico.”

“Uno,” disse Wakatoshi, mostrando l’unica carta rimasta tra le sue dita.

Tooru lo fissò con occhi enormi. “Ma questo quando si è liberato di tutte le carte?”

“Mentre tu eri distratto,” rispose Hajime. “Tieni, +2.”

“Ma fai sul serio, Iwa-chan?!”

“Ricordi il nostro ultimo giorno di liceo? Ti avevo detto che non ti avrei lasciato vincere facile.”

“Questo non è vincere facile, è un massacro!”

“Ho vinto,” proclamò Wakatoshi con la sua solita intonazione monocorde.

Tooru dovette contare fino a dieci per non ribaltare il tavolino con tutte le carte sopra, colpendo il magnifico trio delle sue disgrazie - Hajime, Tobio e Ushiwaka - nel processo.

“Miwa, ho una proposta: ci prendiamo Shouyou, ci dimentichiamo di questa strana combriccola e organizziamo tutto noi.”

“Affare fatto!” Concordò la più grande dei Kageyama. “Ma chi porta Tobio a scegliere l’abito?”

“Ha due testimoni,” gli ricordò Tooru.

“Io non ci vado,” disse immediatamente Kei.

“Se lo mandi con Wakatoshi, ti torna vestito di viola,” li avvisò Tendo.

“Ci vado da solo!” Esclamò Tobio, esasperato.

Sia Miwa che Tooru scossero la testa. Quest’ultimo si rivolse al compagno. “Iwa-chan, ti prego…”

“Mi limiterò ad assicurarmi che non venga con i pantaloncini della divisa da pallavolo.”

Tooru decise che era un buon compromesso. “È già qualcosa…”

Proprio in quel momento, la porta d’ingresso si aprì e Shouyou fece il suo ingresso in scena con un trolley nero al seguito.

Miwa sorrise raggiante. “Ecco l’altro sposo!” Esclamò.

Il nuovo arrivato li guardò con un sorriso un po’ smarrito. “Ciao a tutti,” salutò.

Tobio si alzò in piedi e lo raggiunse con ampi passi. “Ti prego,” sussurrò, afferrandogli le spalle. “Portami via.”

“A meno che non prenda fuoco la casa, non so come fare,” ammise Shouyou, dispiaciuto… Ma non troppo.

“Shou-chan, vieni qui, aiutami a battere Ushiwaka e Iwa-chan a questo gioco,” disse Tooru, mischiando le carte. “Sono entrambi molto rudi con me.”

Wakatoshi lo guardò. “Non sono rude. Solo che contro di te non faccio che vincer-”

“Stai zitto…”


Buona notte a te 

buona notte a me 

buona notte a chi ancora non ho incontrato...

Buona notte pure a lei

anche oggi che ti vorrei

semplicemente, semplicemente 

semplicemente, semplicemente

[Zero assoluto - “Semplicemente”]

   
 
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