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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    02/09/2009    1 recensioni
[Prima fanfic su One Piece!][Metto Spoiler perchè, in pratica, la storia è basata sulle mini-avventure dal CP9 a partire dal n.50 in poi] Kokitsune è (così almeno lei crede) una volpe con strane caratteristiche umane: cammina su due zampe, parla e si comporta come una persona. Riesce a mutare a piacimento il proprio corpo, trasformandosi spesso in una grottesca caricatura volpina dei suoi compagni, l'ex-CP9. Il suo aspetto è dovuto all'ingestione di un Frutto del Diavolo, il Kon Kon modello Novecode(Kyuubi), stranamente non appartenente alla categoria Zoo Zoo. Nonostante appaia sempre allegra e sorridente, il suo passato è segnato da dolore e morte, e un odio profondo verso la razza umana. Solamente Kalifa è riuscita a cambiare quest'ultimo aspetto di Kokitsune. Tuttavia ancora non capisce... Cos'è esattamente l'amicizia? Era sicura di aver già sentito quella parola prima... L'aveva sentita, combattendo contro quei strani pirati e quel ragazzo di gomma... Questa è la storia di una ragazza che ha imparato sorridere anche quando è triste.
Genere: Triste, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cipher Pool 9, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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xKibakun93: Kokitsune è un po’ più grande di Kalifa. Non di molto, comunque, la supera di sei anni perché quando venne abbandonata aveva un anno, poi venne cresciuta dalle volpi per cinque anni e infine lasciata all’okiya per altri cinque anni. Quando ha incontrato Kalifa, quindi, era undicenne, mentre l’altra ne aveva cinque.

Il disegno di Kokitsune ‘nuova’ l’avevo fatto anche io, ma non ero molto contenta del risultato XD

Eccola qui: http://fc00.deviantart.com/fs49/f/2009/227/c/c/New_Kokitsune___Ref__Sheet_by_KyubiKonanOfAkatsuki.jpg

Comunque la CP9 si vendicherà sicuramente di Spandam, come fatto vedere nelle mini avventure, dove Lucci chiama via lumacofono l’ex-capo, dicendogli che torneranno per lui.

 

Ryuuko: E’ una figura del teatro Noh, una volpe-drago. Il drago della mitologia giapponese ha le zampe di gallo, corna di cervo, corpo di serpente, criniera di leone e a volte muso felino.

Questa è la forma ‘animale’ di Kokitsune, appunto una ryuuko (errore mio: ho dimenticato di farle la cicatrice sul ventre):  

http://fc05.deviantart.com/fs48/f/2009/236/d/5/Kon_Kon_no_Mi_Kokitsune_by_KyubiKonanOfAkatsuki.jpg

 

 

Kokitsune sospirò.

Sembrava soprappensiero, rifletteva, guardava il soffitto senza neanche vederlo…

 

Kokitsune: -Lucci… Noi siamo amici, vero?-

 

Kalifa la guardò stupita, poi dalla volpe passò a guardare il leopardo, che si sedette composto appoggiato al cuscino bianco.

 

Lucci: -… Se per amico intendi me con un sentimento di amicizia con voi, ovvero un rapporto instaurato sulla reciproca stima, fiducia e… Affetto… Allora sì, siamo amici-

 

Kokitsune drizzò le orecchie, gli occhi sbarrati, un espressione dapprima stupefatta che poi mutò in pura gioia e l’ex segretaria, attonita, sorrise dolcemente.

 

Kokitsune: -… Allora se siamo amici… Staremo sempre insieme, vero?-

Lucci: -Sì. Ora finalmente capisco… Il motivo della nostra sconfitta-

Kalifa: -Stai dicendo sul serio, Rob?-

Lucci: -Davvero. Siamo stati sconfitti perché quei pirati avevano una cosa che noi non avevamo. Ammetto il mio errore nell’avervi considerati tutti poco più di colleghi. Voi siete i miei unici amici, che avete organizzato questa raccolta fondi solo per me. Il mio sbaglio è stato anche sottovalutare il grande potere dell’amicizia-

Kokitsune: -Ok! Abbiamo fatto grandi progressi oggi! Adesso che ne dici di un abbraccio?-

Lucci: -Ora pretendi troppo-

Kokitsune: -Ahh, ho capito, sei timido-

 

Lucci e Kalifa sospirarono, mentre la volpe li guardava con aria interrogativa. Si affacciò dalla finestra, guardando giù: i loro compagni stavano ancora cercando di guadagnare altri soldi.

 

Kokitsune: -Sarà il caso di avvertirli che ora possono anche fermarsi… Credo che userò un trucchetto che ho scoperto di saper fare per avvisarli. Se ce la fai, Lucci, puoi darmi una mano-

 

Kokitsune inspirò profondamente con il naso, poi scoprì le zanne in un ruggito che echeggiò fino a giù.

 

Kalifa: -… E da quand’è che le volpi ruggiscono?-

Kokitsune: -Ho mangiato il frutto Kon Kon modello Kyuubi. Ma non una Kyuubi qualsiasi, ma una Ryuuko-

Lucci: -Fai provare anche me-

Kokitsune: -Insieme?-

Lucci: -Insieme-

 

Trasformatosi senza difficoltà in leopardo completo, Lucci scese dal suo lettino e si affacciò anche lui alla finestra. Le due creature ruggirono una seconda volta, un verso simile al rombo di un tuono.

 

Kokitsune: -Se non ci hanno sentiti mi faccio uno shigan alla fronte. Comunque Rob, mi sembri in parte già guarito. I medici non avranno da lavorare molto e presto potremo andarcene-

Lucci: -Lo spero-

 

Il leopardo balzò sul letto, si acciambellò e si appisolò.

 

Kokitsune: -Kalifa… Mi dici come fai ad attivare i poteri del Frutto del Diavolo?-

Kalifa: -Beh… Mi basta concentrarmi… E’ un po’ difficile da spiegare, veramente-

Kokitsune: -Voglio provare a tornare umana. Devo provarci! Ho vissuto trentuno maledetti anni in questo corpo che né animale, né umano può definirsi!-

Kalifa: -Va bene. Proviamo, ci sono gli spiriti della tua famiglia che tratterranno la trasformazione animale, in caso ce ne sia bisogno-

 

Kokitsune serrò i pugni. Non successe niente, anche se piccole goccioline di sudore bagnavano la pelliccia sul suo viso. In compenso, le crebbero i canini e si fermò subito.

 

Kalifa: -Aspetta… Forse devi provare a rilassarti… Sei troppo tesa-

 

La volpe ci riprovò. Le pupille le diventarono rosse.

 

Kalifa: -Non ci stai nemmeno provando!-

 

E ancora, ritentò. Le orecchie diventarono più piccole e i canini tornarono alle dimensioni originali.

 

Kokitsune: -Hai visto?! Hai visto?!-

Kalifa: -Sì, continua! Avanti!-

 

Kokitsune si rilassò, pensando a come sarebbe la sua forma umana. Il viso le si schiacciò e assunse una colorazione beige carne. Le orecchie diventarono umane, la pelliccia diventò una sottile peluria, gli artigli unghie, le pupille diventarono azzurro ghiaccio.

 

Kokitsune: -Ce l’ho fatta Kalifa! Sono umana!-

 

La donna si tastò il viso, sentendo soltanto le cicatrici a baffo di volpe sulle guance. Poi si tolse i vestiti da monaco.

 

Kokitsune: -Guardami! Non ho più la pelliccia!-

Kalifa: -Sì, ma sarà meglio che ti copra prima che arrivino gli altri!-

Kokitsune: -Ma che cosa stai dicendo? I vestiti non sono che un oppressione al nostro essere!-

Kalifa: -Ko, COPRITI!-

Kokitsune: -Neanche per idea! Se sono orgogliosa del mio corpo, perché non mi lasci mostrare al mondo quel che la natura mi ha dato?-

Kalifa: -Perché si chiamano ‘atti osceni in pubblico’ , oltre che molestia sessuale! E poi… Sei davvero orgogliosa di quella…?-

 

Disse la bionda, indicando la cicatrice che le percorreva il corpo davanti.

 

Kokitsune: -Sai essere crudele quando vuoi, Kalifa… Comunque te lo ripeto, non mi vestirò finché non ne avrò voglia!-

Kalifa: -Ko, mettiti almeno le mutande!-

Kokitsune: -NO!-

 

In quel momento la porta della loro camera si aprì: erano arrivati gli altri…

 

Jyabura: -AH! COSA VEDO!-

 

Il lupo si coprì istantaneamente il volto. Kokitsune non parve per niente disturbata, anzi, cominciò a fumare tranquillamente il suo kiseru, ignorando totalmente il fatto di essere in un ospedale e che tutti i suoi compagni maschi fossero tutti nella stessa stanza.

 

Jyabura: -Se non la vedo non esiste, se non la vedo  non esiste…-

Kaku: -Cosa ti prende? Manco avessi visto un fantasma!-

Jyabura: -Di peggio! … Lì!-

 

Indicò la volpe sdraiata sul lettino, la testa appoggiata alla mano, mentre con l’altra teneva il kiseru.

 

Kaku: -E’ solo Ko. Aspetta… Perché è Ko quella lì, vero?-

Kalifa: -E chi deve essere, scusa? E’ da un’ora che cerco di convincerla a vestirsi!-

Kokitsune: -Come ho già detto a Kalifa, i vestiti sono un oppressione al nostro essere. Dovreste provare anche voi a svestirvi, ci si sente benissimo-

 

Disse la donna, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

 

Kaku: -Tu hai vissuto troppo tempo tra gli animali, Ko-

Kokitsune: -Teoricamente lo siamo anche noi-

Kaku: -In ogni caso… Abbiamo sentito la tua ‘chiamata’… E siamo venuti qui. Gli altri sono alla reception dell’ospedale a dare quel che abbiamo guadagnato-

Kokitsune: -A proposito, ho qui 10.000 Berry. Saranno sufficienti per le cure mediche, e magari ci avanza un bel caffè-

Kaku: -E’ quello che ci vuole. Magari riesco a non pensare a questo dolore… Quei bambini mi romperanno l’osso del collo, prima o poi-

 

Disse la giraffa, massaggiandosi appunto il collo.

 

Kokitsune: -Povero te, Kaku! Mi dispiace, davvero. Ora però mi vesto, dato che insistete tanto-

 

Concluse Kokitsune, prendendo i vestiti che prima si era cacciata, dato che quelli rigorosamente neri che portava quando prestava servizio al Governo erano andati completamente distrutti quando aveva perso il controllo e si era trasformata nella forma animale completa durante il Buster Call a Enies Lobby.

 

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Il mostro si ingigantiva sempre di più. Presto sarebbe stato tanto grosso che l’isola di Enies Lobby sarebbe sprofondata per il suo peso. Il baratro sotto l’isola sembrava senza fondo, ma la novecode non ebbe scelta che buttarcisi dentro, e pochi minuti dopo che sembrava sprofondare l’enorme testa sbucò dal fondo, l’acqua attorno a lei diventò istantaneamente vapore a contato col fuoco bluastro che emanava il suo corpo. Kokitsune ruggì, Enies Lobby tremò.

 

Kokitsune: -Ho chiesto… DOVE SONO I PIRATI?!-

 

La sua voce, né maschile né femminile, tuonò in cielo. I lunghi baffi di fiamme frustavano l’aria, il resto del colossale corpo nel baratro. Le navi della marina che preparavano il Buster Call si fermarono di colpo, indecise sul da farsi. Robin e Franky, che in quel momento si trovavano sul Ponte dell’Esitazione, alzarono lo sguardo e videro gli occhi della Ryuuko indugiare su di loro. Con uno slancio del collo di fuoco, quella si buttò su di loro, la bocca spalancata. I due sul ponte temettero il peggio, ma all’improvviso la volpe si bloccò: tremava, dagli enormi occhi scendevano lacrime tanto grandi che a contatto con l’isola l’avrebbero potuta sommergere, se non fosse che si vaporizzavano subito vicino al muso. Kokitsune stava cercando di ricacciare indietro la trasformazione, andando contro la volontà del demone del frutto che aveva mangiato.   

 

Kokitsune: -NO! Cosa mi succede?!-  

 

Di colpo le sue dimensioni diminuirono, fino a quando Kokitsune non si trovò, umana, con solo qualche brandello di vestito addosso, appesa a un bordo del Ponte dell’Esitazione. Robin, che non aveva dimenticato quando la volpe aveva cercato di proteggerla, corse verso di lei. Si era appoggiata a un mattone che sporgeva, ma sembrava priva di forze,  sarebbe caduta da un momento all’altro.

 

Robin: -Afferra la mia mano, donna volpe!-

 

Kokitsune alzò lo sguardo, gli occhi contornati di nero, malvagi. Cercò di graffiarla con le unghie della mano libera, ma la mora ritirò la mano, e la volpe scivolò ancora più giù. Si voltò: sotto di lei, il mare agitato sembrava chiamarla a sé.

 

Robin: -Ti aiuterò io!-

Kokitsune: -No…-

 

La donna castana, dapprima preoccupata, si rigirò piano verso Robin, sorridendole. Un sorriso privo di allegria, folle, gli occhi senza pupille che la guardavano…

 

Kokitsune: -Mai, da una amica con i pirati!-

 

Poi, si lasciò andare. Sapeva che sarebbe affogata, sarebbe colata a picco come un sasso, ma non riuscì a mettere da parte il rancore che provava da anni verso i pirati che avevano ucciso la sua famiglia. Chiuse gli occhi, sentì qualcosa sfrecciare verso di lei, una catena e una grossa mano metallica l’avevano presa alla vita, al volo, le sue orecchie già toccavano l’acqua. Aveva perso i sensi.

 

Quando si risvegliò, era distesa su un’amaca e, a quanto pare, era su una nave di legno. Qualcuno le stava tenendo una mano.

 

Franky: -Non dimenticherò mai quello che tu e i tuoi amichetti avete fatto! Fosse stato per me, ti avrei lasciata annegare!-

Sanji: -Tu! Come puoi dire certe cose a una donna?!-

Franky: -Ti ricordo che questa è la donna che si è trasformata nella bestia di prima!-

Robin: -Ma è anche la donna che ha cercato di proteggerci, Franky-

Kokitsune: -E voi… Chi vi credete di essere!? E tu, biondo, mollami la zampa!-

Sanji: -La zampa? Vorrai dire la mano, no, signorina?-

Kokitsune: -E’ lo stesso! Chi vi ha detto di salvarmi?!-

Franky: -Mostra un po’ di rispetto! Non sembravi neanche in te quando ti sei lasciata andare! Ma cosa ti è saltato in mente?-

Kokitsune: -Tutto… Tutto meno che farmi salvare da dei pirati come VOI! Voi! Avete ucciso la mia famiglia!-

 

Qualcuno le diede uno schiaffo. Era Nami.

 

Kokitsune: -Tu osi…?-

Nami: -Sì, io oso. I pirati non sono tutti uguali! Cosa credi, che siamo tutti pappa e ciccia?!-

Kokitsune: -Per me, sai che differenza! Ci è stato dato l’ordine di fermarvi! La mia ultima speranza è riposta… E’ in Lucci!-

 

Disse la volpe, con aria sognante.

 

Rufy: -Ah, l’uomo leopardo… E’ stata una bella sfida-

Kokitsune: -Tu sei… Il tipo di gomma! Se tu sei qui… Vuol che Lucci…!-

Rufy: -Già. E non è stato per niente facile, come puoi vedere dalle mie ferite!-

Kokitsune: -No! Non vi credo! Io torno indietro!-

Rufy: -Fa come vuoi… Se voi avete perso è perché avete preso sottogamba la forza dell’amicizia! Noi siamo uniti, voi invece eravate convinti che ognuno fosse un peso per l’altro!-

Kokitsune: -NON TI VOGLIO ASCOLTARE! Cappello di paglia… Ci rincontreremo, un giorno!-

 

Kokitsune balzò dalla sedia a sdraio, prese la rincorsa e usò il geppou per raggiungere l’isola ormai devastata dal Buster Call.

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Kokitsune: -Allora andiamo a pagare. Lucci, ci sentiamo domani pomeriggio-

 

Disse lei, e Kaku, Jyabura e Kalifa uscirono dalla stanza e si diressero a pagare.    

  
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