Ciao
a tutti…
Chiedo
scusa per il
ritardo ma ho passato due settimane in un posto dal quale non potevo
accedere
ad Internet.
sono
contenta che il
primo vi sia piaciuto e ringrazio i recensori..La mia affezionata MollY_gIaDa
e
la nuova conoscenza Hermy95…
Quindi
ora ecco il
secondo capitolo..
Capitolo
2
Harry si
rigirò nel letto e si ritrovò a guardare il
soffitto
del baldacchino.
Gli altri
dormivano da un pezzo, mentre lui era ancora
irrequieto.
Era per pura
fortuna che lui e Ron non erano stati espulsi da
Hogwarts per esserci arrivati con una macchina volante.
Per fortuna
Silente era stato comprensivo: in fondo non era
colpa loro se la barriera tra la King’s Cross babbana e il
binario 9 e tre
quarti non li aveva lasciati passare..Anche se si erano comportati da
stupidi:
avrebbero potuto mandare un gufo.
Si
girò su un fianco e vide la luce di una candela brillare
sotto la porta..
Stette un
po’ ad ascoltare il russare di Neville, poi uscì
dal letto ed aprì lentamente le porta…Non
c’era nessuno.
Piano piano
raggiunse la sala comune illuminata solo dalle
braci del camino.
La sua
attenzione venne attirata da un tavolino rotondo,
usato solitamente dagli studenti per svolgere i compiti.
Sul piano lucido
illuminato da una candela stava un foglio
piuttosto grande.
Harry lo prese e
sorrise.
Era un foglio da
disegno spesso e ruvido, sul quale
l’elegante calligrafia un po’ spigolosa di Greanne
aveva tracciato 4 parole.
Bentornato a
casa, Harry.
La mattina dopo
giunse troppo in fretta per il bruno
Grifondoro, che si trascinò in sala grande insieme
all’amico per fare colazione
più tardi del solito.
Infatti si erano
appena seduti vicino ad Hermione e Greanne
quando giunsero i gufi.
Uno di essi
planò lentamente verso di loro, mentre lo faceva
portò quasi via il cappello alla McGranitt che gironzolava
tra i tavoli
distribuendo gli orari, e si tuffo nella brocca del succo di zucca.
Greanne si
affrettò a tirarlo fuori e lo adagiò
delicatamente
sul tavolo.
Era il gufo dei
genitori di Ron, Errol.
Ron lo
guardò e gemette.
-è
ancora vivo…credo.- fece Hermione punzecchiando il gufo
con un dito; quello mosse pateticamente una zampa.
-Non
è per questo che sono preoccupato, mi ha mandato una
Strillettera.-disse inorridito indicando la busta rossa posta nel becco
del
gufo.
Harry
notò solo in quel momento che dai lati della busta
usciva fumo nero.
-Aprila Ron..Io
una volta ne ho ignorata una di mia nonna..è
stato orribile.-disse Neville che era seduto poco lontano.
Ron
rabbrividì e aprì la busta con mani tremanti.
Harry e gli
altri li vicino si premettero le mani sulle
orecchie: la voce della signora Weasley, magicamente amplificata,
gridò a tutti
di quanto fosse disgustata dal comportamento del figlio. Inoltre il
signor
Weasley sarebbe stato sottoposto ad un inchiesta del ministero a causa
della
loro bravata.
Quando tutto fu
finito ai tavoli risuonò qualche risata, poi
tutti tornarono alla loro colazione.
Ron stava
lì, incapace di parlare.
-Andiamo- fece
Harry- Ci aspetta Erbologia.- aveva la nausea.
Durante la
lezione si occuparono di rinvasare le Mandragole,
cosa alquanto pericolosa visto che il loro pianto è letale.
La lezione
successiva era cura delle creature magiche.
Il professore
diede loro dei questionari:
Qual
è il colore preferito di Allock? Recitava la prima
domanda.
La seconda
invece riguardava la sua ambizione segreta…
E avanti
così per altre 3 pagine.
Dopo mezzora
Allock ritirò i questionari e li corresse
davanti a loro.
Lodò
Hermione per aver risposto bene a tutte le domande e
quasi cestinò quello di Greanne.
Harry vide il
suo sorriso stirarsi man mano che lo leggeva…avrebbe
voluto leggerlo anche lui, sicuramente si sarebbe fatto due risate.
Corretti i
questionari Allock tirò fuori da sotto la cattedra
una gabbia, coperta da un drappo viola.
-Ora…vi
prego di stare calmi…questa gabbia contiene alcune
delle creature più pericolose in circolazione.- disse serio.
Tutti si
sporsero dalle sedie e con un gesto teatrale Allock
tolse il drappo.
I folletti della
Cornovaglia contenuti nella gabbia presero a
strepitare e a fare linguacce a quelli che occupavano i primi banchi.
Tutti
sospirarono di sollievo: i folletti non erano poi così
pericolosi.
-Non lasciatevi
ingannare…-fece il professore- I folletti
possono essere molto cattivi. Bene, vediamo cosa sapete fare.- detto
questo
aprì la gabbia.
Fu il caos.
I folletti
presero i calamai e li gettarono all’aria, libri e
pergamene furono ridotti in brandelli e i ragazzi presero a fuggire
verso la
porta quando un folletto rubò la bacchetta di Allock e la
gettò fuori dalla
finestra.
Alla fine
rimasero solo Hermione, Ron, Harry, Greanne e Draco
che stava aiutando la sorella a liberarsi un folletto che le stava
dolorosamente tirando i capelli.
-Bene…-gridò
Allock dalla porta della classe- Lascio a voi il
compito di riportare in gabbia gli altri.-detto questo chiuse la porta
ed uscì.
I ragazzi si
guardarono stupiti.
-Emerito
idiota.- disse Draco cominciando a lavorare di
bacchetta per immobilizzare e catturare i folletti.
-Sai, non
credevo che sarei mai stato d’accordo con te
Draco…ma in questo caso credo che tu abbia ragione.- fece
Harry.
Il biondo
serpeverde si strinse nelle spalle senza guardarlo.
-Non capite
nulla…è logico che voglia farci fare esperienza.-
ribattè Hermione
immobilizzando due
folletti con un unico incantesimo.
-Certo…come
no!- rispose Ron battendosi un dito sulla tempia
all’indirizzo degli altri.
Per i giorni
seguenti Harry cerco in tutti i modi di evitare
il loro nuovo insegnante di D.C.L.A.O, che sembrava essersi convinto
che Harry
volesse diventare famoso come lui e non
la smetteva di dargli consigli in merito.
Un altro
personaggio da evitare fu per lui un nuovo
Grifondoro: Colin Canon.
Il ragazzo
sembrava aver sviluppato per lui una specie di
adorazione incondizionata e non faceva che salutare Harry per i
corridoi ogni
volta che si incontravano…
Il sabato
successivo Harry venne svegliato da un Baston con
una strana luce folle negli occhi.
-Sveglia
Harry…allenamento di Quidditch!- disse quasi
sbrandandolo.
Harry si
tirò su stropicciandosi gli occhi e vide che il suo
capitano aveva già la divisa
addosso…Guardò l’ora: le
5…le 5!?
-Oliver ma sei
impazzito? È appena l’alba.- disse sconvolto.
-Appunto….ci
alleneremo ogni giorno e ad ogni ora
se necessario…sono certo che quest’anno
saremo noi a vincere la coppa…- sorrise perso nei suoi sogni
ad occhi aperti e
se ne andò lasciandolo li a vestirsi al freddo.
Harry era appena
uscito dal buco del ritratto che sentì una
vocina dietro di lui.
-Ciao
Harry?-
-Ciao
Colin- rispose Harry
monocorde.
-Vai a giocare a
Quidditch? Posso venire con te? Non ho mai
visto una partita prima d’ora.-
-Sarà
un allenamento alquanto noioso Colin…-
-Sarà
fantastico…- evidentemente il ragazzo era talmente
entusiasta che non lo stava ascoltando.
Continuò
a chiacchierare ininterrottamente per tutto il
tragitto, e solo all’ingresso degli spogliatoi Harry
riuscì a liberarsi di lui.
La squadra lo
stava già aspettando semi-addormentata sulle
panche.
-Alla
buon’ora…- Baston era impaziente di cominciare.
Per le 3 ore
più lunghe della vita di Harry, Baston illustrò
alla squadra i nuovi piani di gioco e quando finalmente iniziarono
l’allenamento vero e proprio il sole era già alto
e gli spalti si stavano piano
piano riempiendo.
Harry fu
raggiunto da Ron, Hermione e Greanne che si erano
portati dei toast dalla Sala Grande.
-Non avete
ancora finito?- chiese Greanne porgendone uno a
Harry, che ci si tuffò sopra.
-Non abbiamo
ancora cominciato.- rispose quello con la bocca
piena.
Baston
fischiò richiamandoli in campo e i tre andarono a
sedersi sugli spalti.
Avevano appena
iniziato i giri di riscaldamento quando Baston
fischiò di nuovo bloccandoli.
Harry
guardò giù e vide la squadra di Serpeverde
entrare nel
campo.
Scese a terra.
-Il campo
l’ho prenotato io…- stava dicendo Baston.
-Ah, ma noi
abbiamo un permesso speciale del professor Piton
per l’allenamento del nuovo cercatore.- rispose il capitano
della squadra verde
vestita: Marcus Flint.
-Nuovo
cercatore?- chiese incredulo Baston- Avete un nuovo cercatore?
E chi è?-
La squadra
sghignazzante si fece di lato, rivelando il loro
ultimo giocatore.
Draco Malfoy
stava appoggiato alla sua scopa, impeccabile
nella sua divisa da Quidditch nuova fiammante.
-Sorpresa- disse
rivolto a nessuno in particolare.
-Inoltre il
padre di Draco è stato così gentile da donare
alla squadra queste nuove scope..- aggiunse Flint girando il suo manico
di
scopa.
Il sole
accarezzo la superficie scura e levigata del legno,
le lettere intarsiate sulla cima brillarono sfacciatamente in faccia ai
Grifondoro: Nimbus Duemilauno.
Rimasero a bocca
aperta.
-Almeno nessuno
dei Grifondoro si è dovuto comprare
l’ammissione…sono stati scelti per il loro
talento.- si intromise Hermione che
insieme agli altri due compagni aveva ormai raggiunto il gruppo.
-Tu fatti gli
affari tuoi…- Draco annaspò in cerca di un
insulto adatto.- Sporca mezzosangue.-disse…evidentemente
aveva il cervello
scollegato dalla bocca.
La squadra
rosso-oro insorse e i verde vestiti dovettero
proteggere Draco facendogli da scudo.
-Questa la paghi
Malfoy.- Ron tirò fuori la bacchetta.
Purtroppo per lui si era dimenticato che dopo l’incidente con
il platano
picchiatore non obbediva più come si deve.
L’incantesimo
perciò rimbalzò colpendolo
in pieno petto.
Il silenzio fu
immediato…e ciò rese ancora più
disgustoso il
suono che fece mentre vomitava la prima lumaca.
Un bleah
collettivo si alzò sul campo.
Harry ed
Hermione raccattarono l’amico e lo portarono alla
capanna di Hagrid, dove rimasero fino all’ora di pranzo.
Arrivati in sala
Grande la McGranitt li intercettò.
-Potter, Weasley
la vostra punizione è stata decisa per
stasera. Potter, tu aiuterai il professor Allock a rispondere alle
lettere
delle ammiratrici.-
Harry gemette e
la professoressa alzò un sopracciglio.
-Weasley, tu
invece aiuterai Mastro Gazza a lucidare le coppe
nella Sala dei Trofei. E niente magia, olio di gomito….Mi
raccomando signori,
alle 8!-
Detto questo se
ne andò, lasciandoli a commiserarsi.
Alle 8 meno
cinque i due ragazzi uscirono dalla sala comune
prendendo strade diverse: Ron scese le scale per raggiungere la sala dei trofei, mentre Harry
dovette raggiungere
il piano superiore e l’alloggio del professor Allock.
Erano le 8 e
cinque quando bussò alla porta.
-Avanti.-
Harry la
aprì lentamente e si ritrovò in un ufficio pieno
di
foto dello stesso Allock che sorridevano.
L’Allock
in carne ed ossa sorrideva anche lui, e con una mano
gli fece segno di sedersi.
-Prego, prego
siediti pure Harry. Ecco…- disse spingendogli
davanti una pila di buste.- Puoi scrivere l’indirizzo sulle
buste…Ho molte
ammiratrici sai? Per esempio…-
Per 4 ore Harry
dovette sorbirsi le chiacchiere di Allock
sulle sue ammiratrici, inframmezzate da perle di saggezza sul
raggiungimento
della fama.
La candela
sfrigolava, e Harry stava pregando che quella
tortura finisse presto quando sentì una voce…una
voce diversa dal
chiacchiericcio allegro di Allock…una voce che gli fece
venire i brividi e che
sembrava venire da dentro i muri.
-Vieni…Vieni
da me…ti
ucciderò…ti farò a pezzi…-
-Cosa?- chiese
ad alta voce.
-E lo
so…Sei mesi di seguito in cima alle
classifiche…ho
polverizzato ogni record e…-rispose Allock.
-No…intendevo
quella voce…- lo interruppe Harry.- Non l’ha
sentita?-
-Voce? Non ho
sentito nulla…devi essere stanco Harry…santo
cielo, guarda che ore sono…e meglio che tu vada a letto
Harry.-
Percorrendo il
corridoio verso la sala comune Harry rimuginò
sulla voce che aveva appena udito…Possibile che Allock non
l’avesse sentita?
Che avesse mentito?
Era
così preso dai suoi ragionamenti che quasi andò a
sbattere contro Greanne, che girava l’angolo in quel momento.
-Ops…scusa.-
disse tenendola per un braccio per permetterle
di riprendere l’equilibrio.- Tutto bene?-
-Si…-
rispose lei seria.- Senti mi dispiace per quello che
Draco ha detto oggi pomeriggio…non lo pensa veramente.-
-strano…è
stato molto convincente.- Harry si chiese perché si
sentisse in dovere di giustificare Draco con lui e non con Hermione.
Stava per
chiederlo quando udì di nuovo la voce.
-Ti
ucciderò…ti squarterò…ti
farò a pezzi.-
Si guardarono.
-Tu…la
senti vero?- chiese Harry.
-Che cosa?-
chiese Greanne con finta indifferenza.
-La
voce…quella…quella che dice quelle cose
terribili…l’ho
sentita anche da Allock, ma lui ha detto di non sentirla.-
-Non so di cosa
tu stia parlando- rispose Greanne troppo in fretta-Ora
scusami ma vado di fretta.-
-Dove
vai?-chiese il bruno mentre la ragazza si incamminava
giù per le scale.
-Severus mi
spetta.- e se ne andò.
Harry rimase li
ancora qualche secondo, poi si incamminò di
nuovo.
Aveva la
sensazione che Greanne gli nascondesse qualcosa.
Inoltre quella
strana voce era davvero preoccupante…chissà se
Hermione ne sapeva qualcosa.
Si
girò indietro…chissà perchè
Greanne sembrava non essere
sottoposta al coprifuoco…si strinse nelle spalle ed
attraversò il buco del
ritratto.
Greanne percorse
il buio corridoio dei sotterranei scivolando
da un’ombra all’altra; il buio era interrotto solo
dalle pozze di luce delle
torce appese ai muri.
Arrivò
davanti alla stanza del professore di pozioni e bussò.
-Avanti-
Greanne
aprì la porta e una nuvola di fumo viola si
riversò
nel corridoio.
Si
affrettò ad entrare e a richiuderla.
-Ma che stai
facendo?- chiese guardando il fumo denso che
pareva scorrere sul soffitto partendo da un calderone posto sul fuoco.
-Una pozione
disinfettante per Madama Chips…due studenti si
sono affettati durante l’intervallo e lei l’ha
finita.-rispose il pozionista
versando il succo di Aloe Vera, che aveva appena ottenuto schiacciando
le
foglie della pianta, nel calderone.
Il fumo
virò dal viola al rosa e piano piano scemò.
-Pronta.- la
informò soddisfatto l’uomo.-Avevi bisogno di
qualcosa?-guardò l’ora.- è quasi
l’una..che fai ancora in giro?-
-Dovevo
incontrare qualcuno…-rispose vaga la ragazza-
Però…ho
sentito una voce nel corridoio del secondo piano…-
-Una voce?-
chiese Piton corrucciato- cosa vuoi dire?-
-Una voce
incorporea.-
Cadde il
silenzio.
-Eri sola?-
-No…ero
con Harry Potter.- fece esitante lei.
Piton non
indagò.
-E cosa diceva?-
-Cose
orribili…ti ucciderò…ti
farò a pezzi…-
-Solo tu sei
riuscita a sentirla?- chiese l’uomo con uno
sguardo calcolatore.
-No…anche
Harry… mi ha chiesto se avevo sentito…gli ho
risposto di no.- fece
Greanne
sentendosi in colpa.
-Hai fatto
bene…- sospirò il professore.-Ora vai a
dormire…ne
parliamo domani ok?- disse prendendole la mano.
Lei
annuì.
Lui la sospinse
fino alla porta e la baciò sul naso prima di
sorriderle e spingerla fuori.
Greanne
tornò alla sala comune.
Non vide
nessuno, e nessuno vide lei. Non sentì nemmeno la
voce, anche se questo non la tranquillizzò...Se la sentivano
solo lei ed Harry
un motivo doveva esserci…e dato quello che li legava era
sicura che non le
sarebbe piaciuto.
Fine
secondo capitolo.
Spero
proprio che
questo capitolo vi piaccia…fatemi sapere presto.
Kiss!