Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: abyslyme    29/10/2021    1 recensioni
Priuma, una ventitreenne che vive nel Regno di Altaura è costretta a ritirarsi dalla Carriera Militare a causa di un malfunzionamento genetico della sua Ghiandola Eterica. Riluttante, si trasferisce dalla Capitale a una cittadina chiamata Kaerud, nel Feudo di Briom-Xalma, per ricominciare una vita lavorando come cameriera nella Lanterna Magica, nel mentre gli Equilibri Politici tra il Regno, l'Impero Pneumiano e la Fossa del Vuoto iniziano ad incrinarsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

KAERUD

Priuma si rivolse nuovamente verso l’orizzonte, nella speranza di veder sorgere il Sole. Lo aveva detto il Cocchiere “ alle prime luci dell’alba ammirerete Kaerud in tutta la sua spensierata bellezza “ eppure il Sole non ne voleva sapere di palesarsi. Malvolentieri dovette tornare alla sua tediosa lettura, un Romazo Rosa d’Avventura comprato 2 giorni prima nel baracchino della stazione, Priuma non era mai stata una fruitrice di opere letterarie, anzi le riteneva profondamente barbose ma dovette scendere a patti con sé stessa se voleva occuparsi nel tragitto. Il mezzo di trasporto era una Rotonave, delle carrozze giganti a due piani trainate da più paia di bestie poderose, anche dette “ Navi Terrestri “, nello specifico, la Principessa Vagante era un fabbricato in Abete Rosso con 4 ruote massicce e un tetto a padiglione in tegole Marine. Gli interni, anch’essi in legno, chiudevano un primo piano composto da due file di sedili interrotti da un tavolo centrale a forma di tronco, per distrarre i passeggeri con biveri, carte e giornali mentre ai lati una dozzina di oblò offrivano il paesaggio. Il secondo piano invece, era scoperto e gestito da dei tendaggi con i quali i clienti potevano coprire l’orizzonte e ripararsi di notte. La Nave era poi trainata da sei Nifàpotami, dei mammiferi lunghi 3 metri e alti 2 dal peso di 3 tonnellate: quattro gracili zampe reggevano un corpo clabro e tozzo di colore Verde Muschio sul dorso e Rosa sull’addome. Narici, orecchie e piccoli occhi mobili erano situati nella parte superiore del muso mentre sul retro del cranio vi erano tre paia di branchie esterne simili a delle appariscenti corna. Erano animali amati dai bambini per il loro essere goffo e mansueto ma schifati dalla maggior parte degli Altauriani per l’odore palustre, ciò malgrado erano discretamente capaci di trainare una Rotonave ad un prezzo abbordabile per l’ottenimento e il mantenimento. Priuma era seduta nell’angolo estremo con i piedi poggiati sul sedile adiacente, in quei 2 giorni aveva conosciuto strade mai percorse, città mai sentite nominare, panorami inimmaginabili come le Rovina di Grima-Hor, una vallata sormontata da titaniche costruzioni in rovina risalenti a ere passate, ruderi di edifici e statue così ciclopiche da essere inamovibile con la conoscenza odierna, figuriamoci imitabili, per anni gli studiosi hanno dibattuto sull’origine senza raggiungere conclusioni, dando carta bianca al folclore popolare che le vedeva sorte dal terreno in testimonianza di una presunta civiltà che un giorno rivendicherà le terre in superficie, pertanto il Feudo Locale di Liambra sfruttava l’eccezionalità rendendola una località turistica. La Gola del Riverbero era una Valle Meandriforme che due ere fà fù la sede della battaglia conclusiva di una guerra civile ove l’Incantatore Valareon trasformò i suoi avversari e con essi il paesaggio, in vetro riflettente, una dote unica, mai ripetutasi che lasciò in eredità una preziosa cava da cui attingere risorse. I teschi vetrificati degli opponenti di Valareon erano ancora oggi oggetti da collezionismo per i facoltosi. La Foresta di Merillia, era un enorme stagno che si estende per chilometri, l’acqua bassa riflette il cielo terso in una veduta onirica, la vegetazione era mutata rassomigliando i fondali marini, gli alberi avevano l’aspetto di coralli e branchi di Rane-Equine brucavano i cespugli di alghe, tuttavia era opportuno non avventurarsi nella boscaglia per evitare l’incontro con i Pitoni Marini. Luoghi da raccontare… Fortunatamente era stato un viaggio clemente, la larga Via Reale in Basalto, sorvegliata dai funzionari del Regno escludeva la presenza di banditi ed i passeggeri erano pochi e non invadenti, Priuma avrebbe senza dubbio preferito un assalto criminale rispetto alla compagnia di un passeggero indiscreto e logorroico, perciò fù grata alla sorte per averle concesso un tragitto distratto unicamente dall’orizzonte e da quel terribile Romanzo Rosa… all’inizio lo reputò anche sopportabile ma quando i due protagonisti dichiararono i loro sentimenti solo a un terzo del racconto avrebbe voluto strozzarli personalmente. Da quel momento la prosa si fece più dolciastra e melodrammatica al punto da spingere Priuma nel patteggiare per l’antagonista, unico vero Eroe della vicenda a suo dire. Non capiva la necessità di un risvolto passionale così lesto, dal canto suo, un accaduto smette di divenire interessante nel momento in cui i due amanti si congiungono… ma forse il suo stato d’animo non era nelle condizioni di giudicare uno scritto con forse più dignità di quanta ne lamentava, non lo sapeva, non le importava, chiuse il libro con un sospiro e si fece strada per parlare col cocchiere.

<< Mi scusi, manca ancora molto? >> Disse Priuma. Il Cocchiere era un paffuto uomo sulla cinquantina con più peluria bianca del dovuto, il naso era largo e Carminio, le sopracciglia folte, occhi rotondi di colore Grigio e dei curati baffoni all’insù. Vestiva con camicia e gilet ordinari coperti da una giacca impellicciata Giallo Pastello per tutelarsi dal vento notturno. Una tonda pipa a forma di Nifàpotamo gli dilettava la bocca. Inclinò lo sguardo lievemente, poi rispose:

<< Soffri di insonnia ragazzina? Vai a dormire, quando le luci dell’alba ti molesteranno il sonno saprai di essere arrivata >>

<< Non sono una ragazzina, ho 23 anni >> Rispose punta Priuma, alchè il Cocchiere si voltò per verificare. I raggi lunari mostravano una figura incappucciata con una vestaglia che celava il volto e il busto in un tessuto blu con curati ricami gialli nei bordi. Ma si poteva intuire l’età dall’altezza della sagoma longilinea.

<< Ahahah, ha ragione, mi perdoni ma non bastasse l’età questo buio non aiuta >>

<< Non è auspicabile ricevere queste parole del Cocchiere della Nave >>

<< No, non lo è ahahah! Fortuna che i Signori Passeggeri non hanno udito, vero? Faccia come loro, si stenda >>

<< Anche volessi non potrei, i miei ringraziamenti >>

<< A-aspetti, se non riesce a dormire può fare compagnia ad un povero vecchio trattenendolo dalle malie del sonno? >> Chiese adulante il Cocchiere, Priuma prese un attimo e poi rispose convinta

<< Io, mi sento in diritto di rifiutare >>

<< Stà bene, però qui nel Ponte di Traino avrei potuto condividere le mie ghiottonerie, abbiamo alcolici, carne essiccata, biscotti… >> Priuma si sentì eccezionalmente arrendevole. Scavalcò la sporgenza e si sedette affianco al Cocchiere mentre rovistava nel cassetto delle vettovaglie

<< C’è qualcosa che non sia già aperta o mangiucchiata? >>

<< Sia quieta, sono trent’anni che conduco passeggeri da ogni dove e non ho mai preso un morbo, sono di ferro! >>

<< Ammesso e non concesso, sono schizzinosa nei confronti della saliva altrui >>

<< Lecito! prenda quei biscotti, quelli al miele di castagno, sono gli unici non ancora aperti, per me prende una bottiglia, quella lì… >>

<< Questa? >>

<< No quell’altra… quella… si esatto, me la dia! >> Priuma porse il bottiglione di Rum senza marca al Cocchiere che poggiò la pipa e stasò il tappo di sughero con i denti per poi sputarlo per strada con l‘intenzione di terminare il contenuto intanto che la fanciulla si accomodò spavalda con i piedi sopra la balaustra masticando i dolciumi. Poi ci fù un silenzio che fece spazientire Priuma, giacché era stato lui ad elemosinare compagnia quantomeno poteva introdurre la conversazione, pensò.

<< E’ stato un traino appagante? >>

<< Quanto basta, come ha visto il tempo è stato clemente, abbiamo giusto dovuto allungare il tragitto il primo giorno per via di quell’epidemia vicino a Città dello Scoglio, ne ha sentito parlare? >>

<< No. E’ mortale? >> Rispose Priuma masticando dissociata

<< Fortunatamente no, ma è spiacevole, è un morbo provenienti dalle Isole Ballerine e si trasmette con le parole, se rivolgi vocaboli portuali come “ acqua, onda, barca “ o “ pesce “ al tuo interlocutore, entro una settimana ti cresceranno dei crostacei sulla cute, lo chiamano “ Il Morbo del Sale “ >>

<< Ma è tremendo! >>

<< Vero! Però quando i molluschi sono maturi si aprono e possono essere staccati, purtroppo rimarranno delle cicatrici ma ho sentito di un bravo dottore che riesce a curare i suoi pazienti con un unguento ricavato dal Grano dei Campi di Fertlbosco… E’ mai stata a Fertilbosco? >>

<< No… dovrei? >> Rispose Priuma assorta nei suoi biscotti

<< E come! La miglior Sangria su cui i miei pellegrini baffi si siano mai imbevuti! Calda e dolce al punto tale da non farmi rimpiangere per una notte l’Idromele Novariano! Hai mai assaggiato l’Idromele Novariano? >> Priuma ignorò la domanda recependola come invadente e la rimpiazzò con una diversa

<< Kaerud è una città affollata? >> Il Cocchiere assimilò lo sgarbo e rispose paziente

<< A dir poco! E’ la prima volta che visita Kaerud? >>

<< Non sono mai andata più a Est di Gralia, perciò… >>

<< Allora le piacerà, è la Città d’Argento del Feudo di Briom-Xalma, anche se è più grande della Città d’Orata Briomia. Sulla carta è un Feudo ma in pratica è una Città Stato. E’ sempre stata un Centro dissidente dalla cultura di Briom-Xalma, affacciandosi sul confine ha subito l’influenza dell’Alleanza di Malva composta dalle 3 Nazioni: Marea, Maggione e Malusa. La sua posizione geografica la pone al centro di un territorio ostile, gli stretti sentieri favoriscono i mercanti ed i pellegrini ma non i grandi eserciti che dovrebbero altrimenti marciare in un terreno paludoso, privo di spazi ove accamparsi ed infestato dagli Iratocandri. >>

<< Iratocandri? >> ripetà Priuma con un filo di inquietudine

<< Sono dei giganteschi Sauropodi dalla Corazza Squamata ma tranquilla, sono Fotofobici e non si avvicinano alle strade o ai centri abitati, ma capisci come tutti questi elementi abbiano reso Kaerud una città avulsa dal rischio di essere assediata per secoli, rendendola un centro cosmopolita che ha assorbito le influenze di quattro Nazioni creando una propria cultura >> Bevve un sorso di Rum, poi proseguì

<< Le Querce Madre sono mastodontici alberi secolari che crescono solo nei pressi della Città e la cui legna viene bramata in tutto il mondo per la sua proprietà flessibile e compatta, non è un legname idoneo all’edilizia, troppo costoso, viene usato come materia prima per la Chiglia delle Navi Militari o per la mobilia dei Nobili Casati, ma la Città ovviamente di quel legno ne è colma e questo ha dato la possibilità negli anni di sviluppare la fantasia degli architetti, oggi Kaerud è una meta moderna, più affine all’Impero Pneumiano che al Regno Altauriano, quando la vedrete rimarrete a bocca aperta… invero, non mi sono ancora impicciato nel domandarvi qual è il motivo del vostro travaglio? >> Priuma terminò i dolci, mise i piedi per terra e si fece più rigida, sfilò dalla tasca dei pantaloni un foglio piegato, lo schiuse mostrando uno scarabocchio di quelle che sembravano essere delle vaghe coordinate

<< Sto cercando La Lanterna Magica, la conosce? >> Il Cocchiere si voltò di scatto con un’occhiata indagatrice

<< Ragazza che cavolo! poteva darmi avviso di essere una Incantatrice, questo vecchio avrebbe moderato i suoi rozzi toni! >>

<< Quindi il nome sull’insegna non è per mero decoro? >> il Cocchiera rimase confuso

<< Hai idea della natura del luogo ove vi state recando? >> Priuma rimase in silenzio adocchiata dall’interlocutore

<< Non conosco i suoi propositi ma lasci che le chiarisca la faccenda: La Lanterna Magica è una località di riposo per Stregoni e Fattucchiere che autorizza l’uso delle Arti d’Incanto sia da parte della clientela che del personale, come sai ogni Nazione ha le sue politiche ma in tutta Altaura è proibito usare le Arti all’infuori dei propri incarichi professionali, o con dei permessi eccezionali, o in situazioni di emergenza ma straordinarie attività chiamate “ Taverne Incantate “ prescindono da queste leggi! Nei limiti della sicurezza può essere praticato qualsiasi Incantamento tu voglia, sia questo generato a scopo feriale o accademico! >> Priuma non si stupì nel non aver mai sentito nominare una simile realtà visto quanto era stata occupata negli ultimi anni, ciononostante ribatté dubbiosa

<< Non è possibile che Il Regno conceda una simile libertà, se dovesse scoppiare un incendio o un intero quartiere si trovasse a respirare zolfo chi pagherebbe i danni? >> Il Cocchiere fece per rispondere prima di accennare un sorriso dopo aver scorto qualcosa

<< Perché non lo chiede direttamente agli interessati… siamo arrivati, guardi >> Il bagliore dell’alba proveniente da Est introdusse il primo scorcio di Kaerud, al di là di un sentiero fatto di colline e macchia palustre la Città d’Argento si estendeva all’interno di possenti Mura da cui sporgevano gli alti edifici Gotici. La Cinta Muraria si articolava per circa 10 chilometri, era formata da una serie di bastioni, da un cassero e da 3 arcate d’ingresso a Nord a Sud ed a Est, inaccessibili se non tramite dei ponti di pietra che solcavano il profondo fossato acquitrinoso. Vista dall’alto la città aveva una forma esagonale da cui si estendevano dei piccoli insediamenti verso Nord, queste erano fattorie agricole, imprese boschive, fabbriche tessili, meccaniche e chimiche allontanate dalla Città per gli scarti tossici eccetera… Priuma per un attimo si lasciò affascinare dalla bellezza che Kaerud prometteva essere da quella distanza, poi tornò a disprezzarla. I passeggeri si destarono incoraggiandosi vicendevolmente a svegliarsi finchè non arrivarono al cospetto delle Mura. I mattoni squadrati erano in solido Granato Nero e Laterizio ma non potevano essere visti poiché una sconfinata massa di Edera rivestiva la fortificazione dandole un’estetica floreale, 2 fasce intervallate da dei lumi tondeggiati attaccati a un gambo ligneo lasciavano il dubbio se si trattasse di Luci Incantate o di strane Corolle locali. L’eminente arcata a sesto acuto si alzava per 20 metri da terra, 10 in meno delle mura, ed era fiancheggiata da colonne decorate con bassorilievi e statue raffiguranti personaggi storici. Liberatosi uno dei posti di blocco il Cocchiere si avvicinò rispondendo all’accenno della Guardia in armatura mostrando un documento, quest’ultimo venne toccato due volte nell’angolo ove era posta la firma per far zampillare delle scintille bluastre finché non venne generata una fiamma istantanea che decretò l’autenticità del documento, dopo questa formalità la Rotonave varcò finalmente le Mura.

Kaerud era umida e odorava di rugiada al mattino, la prima cosa che saltava all’occhio era l’austerità dell’architettura Gotica, le strade erano ampie, i palazzi enormi e suddivisi in isolati irregolari che davano dinamismo a una Città in perenne ristrutturazione ed evoluzione. A questi si alternavano decine di vicoli più stretti e trascurati che non deturpavano ma anzi davano carattere a un percorso ricco di vistosi edifici pubblici, parchi naturali e variopinti mercati. La materia prima usata dall’edilizia Kaerudiana era il Mattone di Calcare Ceruleo, un minerale ricavato dalla vicina Cava di proprietà della famiglia del Sindaco che da anni stava sostituendo la Legna di Quercia Madre per dar profilo a edifici più moderni, inventivi e duraturi. Le carrozze trainate da equini di varia natura, dai più comuni a quelli piumati o con corna artificiose, iniziavano già a calpestare il Bruno Basalto sulle due carreggiate del terreno, in un affollamento crescente e sbalorditivo visto l’orario. I marciapiedi si riempirono di proprietari di bottega che aprivano i portoni delle loro attività, di salariati che uscivano imbottiti per raggiungere i loro mestieri, di massaie che stendevano il bucato e intonavano le prime urla della giornata salutandosi vicendevolmente. Gli indumenti dei Kaerudiani erano tendenzialmente Corvini, indossavano dei gilet e dei pantaloni bretellati, pochi stivali ma molti mocassini ben lucidati e un’assortita verità di cappelli che spaziava dalle coppole, alle bombette ai più privilegiati cilindri spesso addobbati con ornamenti fantasiosi quali bouquet floreali, frutta sintetica, rami di castagno, gemme lavorate, decori in tessuto eccetera.

La modernità di Kaerud le rammentò i racconti che dipingevano le Città dell’Impero Pneumiano. Nascere nella Capitale la aveva resa indifferente a qualunque bizzarria il Regno avesse da offrire, perciò restò sgomenta davanti all’imponenza degli edifici Kaerudiani, forti del loro gusto avanguardista, nell’originale uso del vetro e dei rosoni e nello sterminato adopero di sculture che rendevano la Città un racconto vivente. Dalla via principale fino alle strade secondarie si affacciavano gli imponenti portoni delle abitazioni in Legno di Quercia Smaltato, decorati con vetrate policrome raffiguranti iconografie popolari, scena di battaglia o semplici maschere decorative mentre gli infissi anch’essi tinti si mostravano in delle splendide Campate. Le navate esterne erano formate da archi rampanti e contrafforti sezionando le distanze con pilastri a fascio ogni tre metri ed i marciapiedi erano spesso abbelliti con assemblaggi in Marmo tendenti ai Colori Freddi. L’altezza dei fabbricati sembrava sfidare le leggi della statistica, mediamente elevati 30 metri, alcuni raggiungevano i 50 o i 60 con facciate a mezzorilievo con tetti acuminati e tegole squamate in laterizio verde turchese. Il Gran Mercato Centrale situato sotto il Palazzo di Giustizia utilizzava ancora la vecchia architettura con tende e capanne dozzinali per adattarsi alle esigenze mutevoli dei mercanti che esibivano le merci più disparate, oltre alle più prevedibili spezie, tessuti e alimenti provenienti dall’Occidente vi erano enciclopedie, libri di architettura, di arte, di alchimia provenienti da chissà dove, forse addirittura dall’Impero. Armaioli e Fabbri fieri di mostrare il loro acciaio, animali domestici ed esotici, Priuma distratta da cotanta bulimia riuscì a intravedere dei piccoli anfibi simili a Pesci Rossi a 4 zampe ammassati in gabbie scadenti e poi dei lanosi Ovini Giallo Senape dalle cui corna arbuste ciondolavano delle pigne. La ragazza tradì la sua parvenza impassibile con degli accennati slanci posturali, facendo sorriso il Cocchiere. Nondimeno erano gli altri passeggieri che anzi palesavano il loro stupore con commenti e fonemi deliziati soprattutto da parte dei più giovani.

Prima della destinazione, La Principessa Vagante affiancò diverse opere pubbliche, la Cattedrale di Blackriver era il principale luogo di culto degli Dei Dormienti, si mostrava divisa in 5 navate e alta 113 metri con le sue tre paia di torri campanarie, l’imponente Banca Centrale della famiglia O’Connor, il Parco dei Giganti dove venivano esposte statue astratte in chiave moderna e l’Arcata dell’Idra che dava accesso al Grande Mercato snodato in incontabili viuzze, notato solo di sfuggita. Finchè non arrivarono nei pressi della Piazza della Stazione vicino alla maestosa Sequoia Madre

<< Quello è il luogo che stai cercando >> Disse il Cocchiere. Accostò i Nifàpotami al marciapiede e ringraziò i passeggeri per la pazienza, questi ultimi scendevano felici con i bagagli, pure Priuma andò a prendere il suo, poi scese dalla Rotonave e diede il saluto al Conducente

<< Non le nego che nonostante i miei lunghi anni, gli addii rimangono l’aspetto che meno riesco a gestire >> Priuma non seppe onestamente cosa rispondere così lasciò proseguire il Cocchiere che iniziò a scrivere sopra una carta da gioco delle indicazioni

<< Se dovesse avere bisogno di aiuto o di un posto dove stare, si rivolga a questa persona, è un mio vecchio amico, un Dottore, dica che la ha mandata Arcibald e bhè… lui si sentirà in dovere di offrirle una gentilezza >> Priuma prese il biglietto e lo guardò perplessa

<< C’è da fidarsi o è uno di quei posti dove adescano i senzatetto per asportargli gli organi? >> disse con un tono sarcastico

<< Bhè, Kaerud è uno dei Borghi col più basso tasso di criminalità in tutta Briom-Xalma >> Priuma lanciò un pezzo di rame al Cocchiere

<< Quindi c’è della criminalità >> Arcibald guardò la moneta ridacchiando per poi salutare

<< Signorina, qualunque sia la sorte che la ha condotta in questa Città è stata giudiziosa, si troverà bene all’interno delle Mura glie lo garantisco! >> La Rotonave fece inversione verso la sua prossima meta mentre Priuma non apprezzo quell’auspicio che sbottonò indirettamente le sue recenti preoccupazioni.

Priuma si voltò, davanti a lei aveva l’Antica Quercia Madre, la vista mozzafiato non le impedì di soffrire un vuoto allo stomaco dato dall’apprensione ma avanzando squadrava l’edificio, se così poteva essere nominata un’attività incavata in un mastodontico Albero. Il Boschetto della Lanterna Magica era guidato da un sentiero fatto da due fila di pietre piatte attorniato dal basso prato di trifogli ed erba cipollina. Gli alberi che colmavano l’interno e descrivevano il confine erano perlopiù Pini e Querce mentre numerosi tavolini e panchine tagliate a tronco introducevano l’ingresso. I lati e il cortile posteriore erano invasati dalle grandi radici della pianta, subissate dal fitto muschio, che creavano una composizione ondeggiante. L’Albero era a forma cilindrica alto circa 100 metri i cui rami principali si diffondevano in ogni direzione generandone altri fino a 120 metri di diametro, la corteccia era lucida di colore Castagno, segnata dalle increspature del tempo con solchi poligonali ampi 1 o 2 metri, le foglie apparivano come delle stelle dentate in un bizzarro verde Giada decisamente insolito per quel periodo dell’anno, ma Priuma sul momento non si curò di quell’eccentricità. Il tronco era forato su tre piani per creare dei balconi ad anelli con dei corrimano in Quercia Comune da cui potevano accedervi gli Ospiti. Dopo una breve scalinata che portava a un piano rialzato con altrettanti banchi, pancali, barili e casse di legno vi era la soglia d’ingresso abbinata a delle vetrate pitturate alla cui base erano posti dei vasi rettangolari ricchi di Margherite e Garofani. Il portone ad arco era alto 3 metri in un vissuto Rosso Sangria e mostrava il bianco del legno tra una trave e l’altra. L’insegna citava “ La Lanterna Magica “ con caratteri raffinati. Sulla destra vi era l’elemento peculiare: una formidabile lanterna ovale di almeno un metro di diametro, adesso era spenta ma non era difficile immaginarsi lo splendore suggerito con le tenebre mentre delle lucciole ballerine continuavano a sfarfallare sull’uscio incuranti dell’orario. Priuma osservava intimidita l’ingresso mentre temporeggiava sistemandosi il bagaglio sulle spalle o stirandosi la mano sinistra, poi inspirò e bussò celermente il portone

 << C’è nessuno? >> Non ebbe risposta. Sfiorò la maniglia ad anello con intento indagatore e notò, tramite delle Rune, la presenza di un Incantamento di Protezione

<< Ti evito la fatica di smanacciare col mio Sigillo, non riuscirai ad aprire questa porta >> Priuma si voltò ma non vide alcunché intorno a lei

<< Siamo chiusi, la invito a passare da noi a un orario più consono, grazie >> la creatura fece un balzo sull’apice della lanterna rivelandosi. Era un minuto mammifero, con un manto corto e ben pettinato, Verde Primavera sull’addome e Panna nei lati interni, la coda era folta ad anelli e portava una maschera nel muso, questa rassomigliava un piccolo Procione ma era decorata con molteplici pietre in Quarzo e Topazio con due enormi occhi dall’iride celeste. Un’altra caratteristica erano i fiori che ornavano la gobba dell’esserino con tre Mughetti bianchi sul collo.

<< Un Grim, uno Spirito dei Boschi, non ne ho mai visto uno vigilare una Bettola >> disse Priuma con fare sfacciato mentre il Grim si puliva le zampe come un gatto

<< Se hai incontrato noialtri suppongo tu abbia pellegrinato in tutto il Regno ragazzina >>

<< Oppure ho vissuto in una città molto grande >>

<< Oh! Permettimi di vaticinare, provieni dalla Grande Capitale, giaciglio degli Antichi Dei e Dimora del sangue Reale? Provieni da Lheate, la Città nel Deserto Piangente edificata in Rubino ove sorge il Sole e in Zaffiro ove tramonta? Provieni forse da Nihm, la Città Rosa del Regno di Grandoza rinomata per i suoi Grifocotteri ed i suoi alberi di Ciliegio? Oppure Provieni da Megattera, l’Arcipelago Portuale madrepatria della Pirateria Magenta e della Musica Lucente? >>

<< La prima risposta è corretta >>

<< La Grande Capitale Kamelot! Per anni le spore provenienti dal sud mi hanno raccontato le sue meraviglie. Dicono sia eretta in Cristallo Ancestrale, le strade ed i ponti si ergono sopra i canali d’acqua sorgente ed i Templi adombrano i quartieri abitativi, retti da titaniche statue dei patroni di un tempo! >>

<< Le spore ti hanno raccontato tutte queste cose? Quale garbo, nei miei riguardi hanno offerto solo fastidiose sinusiti Primaverili. Ciò detto, percepisco da parte tua un interesse per queste terre, hai mai pensato di visitarle personalmente anziché lasciare che sia la polvere a narrartele? A Kamelot ho visto diversi Signori accompagnati da un Grim >>

<< Sei ammattita ragazzina!? Noi Grim siamo creature fragili e il Regno è un luogo malsicuro! E poi noi Guardiani conviviamo con principi dissimili da Voialtri, se dovessi abbandonarmi agli istinti non troverei nemmeno produttiva una conversazione con una ragazzina che è destinata a vivere un palpito della mia eternità, non ho urgenza di visitare il Regno, la Secolare Quercia Madre è tuttora giovane, le stagioni non sono ancora in grado di impensierire le sue verdi foglie. Quando verrà il temo abbandonerò la mia dimora e rinascerò in cerca di un nuovo Signore >> Nonostante non vi fosse traccia di arroganza nel tono dello Spirito Millenario, Priuma fù ugualmente infastidita e rispose con acidità

<< Appunto perché né l’uomo né i suoi Regni sono eterni ti suggerisco di intraprendere un viaggio, chissà quanti luoghi di cui ha sentito parlare ti sei perso e ti perderai, questo Arbusto ti deve essere davvero caro >>

<< Infrangere i patti non è nella nostra natura, oltretutto 35 anni fà stipulai l’accordo col Signor Proprietario John Liquirizia Blackwood, garantendogli la benevolenza dell’Albero in cambio della sua attenzione. Senza il favore della Quercia, l’Etere nell’aria sarebbe rarefatto, gli Incantatori incontrerebbero complessità nel praticare le Arti ed i malati non guarirebbero in così prodigiosa abbondanza >>

<< L’albero era di proprietà della famiglia Blackwood? >>

<< L’opposto, il Signor Padrone Blackwood non aveva rapporti genealogici con la Quercia Madre, è una lunga storia, vuoi che ti sia raccontata? >>

<< Non in vero, sono venuta qui per discutere una faccenda col signor Blackwood quindi gradirei essere lasciata entrare >>

<< Mi dispiace ma non faccio eccezioni ragazzina, la prego di rispettare i nostri orari e di ripresentarsi tra 2 ore quando il Locale sarà aperto >> Priuma mosse il capo spazientita, si chinò e iniziò a traccheggiare con la serratura tirando fuori una forcina

<< Ma sei cieca? Non lo vedi il Sigillo posto sulla serratura! >> Strak! Un secco suono annunciò l’apertura della dell’uscio

<< Hei ma come, hei, HEI! >> lamentò il Grim. Priuma spalancò il portone, mise la serratura scassinata nel bagaglio e varcò la sogna ignorando i rimproveri dello Spirito. Roteò su sé stessa col viso alzato persa nella vastità del salone d’ingresso, era una stanza circolare con diverse diramazioni, quelle a destre ed a sinistra conducevano alla Sala da Pranzo mentre due scalinate frontali portavano al Primo Piano con un’impalcatura intagliata nel durame dell’albero, al centro un bancone.

<< Forza fiorellini! I Signori Clienti saranno qui a breve! >> Un uomo dall’abbigliamento eccentrico spronava il personale a svolgere i propri compiti a ritmo di mano. Il silenzio all’esterno era contrapposto da un agitato trambusto interno fatto di passi frettolosi, superfici lustrate e posate sbatacchiate provocato dal personale sia maschile che femminile. Priuma non aveva mai visto degli incantamenti adoperati per i compiti più umili: una decina di scope in Granpiuma saettavano ribelli nel Salone, la giovane dovette schivarne un paio per non inciampare, i cenci danzavano sulle vetrate e venivano affogati da dei Procioni operai che collaboravano nella pulizia e degli spartiti musicali volteggiavano nel soffitto in diverse destinazioni.

<< Jacob non sei ancora andato a prendere il pane dal Forno? Oscar smettila di pulire le sedie, oggi devi lavare l’acquario, Elizabeth, pulisci le sedie! Charlotte inizia ad aprire i crostacei altrimenti non finiamo nemmeno per Cena, Liam dagli una mano. Emma, non ti fermare! >> L’uomo che parlava con tono fermo e metodico aveva un lungo naso pronunciato come se qualcuno gli avesse tirato la faccia in avanti deformandolo, una bocca minuta e dei severi occhi da Falco con delle grinze che lo inquadravano attorno ai cinquanta e poi aveva dei mossi capelli lunghi fino alle spalle e un baffo sotto il naso. Vestiva con un caotico foulard Violastro, una Camicia Panna le cui maniche sporgevano e una lunga giacca squamata Verde con delle smagliature più scure che lo rendevano simile ad un rettile, infine un peculiare Feluca sul capo era decorata per richiamare il dorso di un Camaleonte con 2 globuli rossi ai lati e una Piuma. Il tutto risultava imbarazzatamente pacchiano. Aveva appollaiato sul dorso un Trioceros Cornuto. Occhi Lavanda. Priuma si avvicinò all’individuo, talmente concentrato nei dettagli da non notare né lei né la porta spalancata

<< Salve, sto cercando il signor Blackwood >> L’uomo arrestò le sue esortazioni e con gli occhi fece il quarto grado alla ragazza

<< E tu come sei entrata qui? >>

<< La porta era aperta, così sono entrata >>

<< Smeraldello, quel Grim non riesce nemmeno a tener chiuso un portone! >> Brontolò mentre colse l’occasione per compilare dei fogli dietro il bancone in un’innecessaria efficienza

<< Prima di stamane non mi era mai stata raccontata l’esistenza delle Taverne Incantate, è vero che qui è permesso usare la magia a piacimento? >> Chiese Priuma

<< Ascolta ragazzina siamo chiusi adesso e abbiamo tanto, tanto, lavoro da fare, quindi se ti vuoi accomodare fuori…>> Priuma strafottente, masticava dell’uva offerta in un vassoio e si accorse della presenza di una gigantesca Rana ronfante che indossava un penzolante Cappello Frigio rosso e un Liuto a tracolla, fece per toccarla dispettosa quando venne ripresa dall’uomo

<< Non toccare la Rana! >> Priuma accennò un malo sguardo, poi disse

<< Stringere un Contratto con un Grim, guadagnarsi la proprietà di un un’attività simile, che tipo di persona è il Signor Jackson?  >> Il Caposala sospirò impaziente

<< 35 anni orsono il Signor John Liquirizia Blackwood stipulò un Contratto col Grim della Secolare Quercia Madre, facendole riacquistare il suo antico splendore, questo indusse la Famiglia O’Connor a commissionargli la direzione di un progetto avanguardista che in quegli anni stava germogliando, le Taverne Incantate… un’intuizione vincente, che vide la prima Osteria espandere la clientela anno dopo anno fino al risultato odierno. Posso affermare con orgoglio che la Lanterna Magica è la miglior Taverna Incantata di tutta Altaura di cui io Kamilio Merletto Jackson, ne sono il Caposala, Contabile e Governante! >> Priuma trattenne un sogghigno dovuto alla maniera innecessariamente pomposa con cui tizio si espose

<< Ciò detto siamo chiusi a quest’ora ragazzina, come vedi stiamo ancora allestendo la giornata, indi per cui… >> Priuma tirò fuori un rotolo di pergamena dal bagaglio

<< Sto cercando il signor Jackson, sono la nuova… sono la nuova Taverniera >> disse sforzandosi. L’uomo si sospese eccezionalmente cercando lo sguardo di Priuma che era però coperto dal cappuccio, pure una ragazza affianco ai due interruppe la sua mansione incuriosita dal confronto

<< Spiacente ma non ho ricevuto direttive riguardo nuove assunzioni, e dubito che una ragazzina così giovane e gracilina sia adatta a un mestiere così ostico >> Priuma legò quelle parole al dito

<< Non ravviso nemmeno a quale Arte appartieni, mostratemi i tuoi Occhi! >> La giovane esitò per molto, si morse il labbro inferiore, poi lentamente abbassò il cappuccio facendo sgranare gli occhi al Caposala. Le ragazze attorno a lei intonarono un ululo ricco di stupefazione, una di loro enunciò:

<< Non ci posso credere… Una Bicromaga! >>

Priuma era una giovane donna alta un Metro e 68, dai fianchi slanciati e le spalle atletiche, il collo asciutto che esponeva i muscoli mastoidei presentava un viso nitido dalla carnagione Avorio, il mento era acuminato, le labbra sottile, le guance cave rispetto ai prominenti zigomi, il dorso nasale sporgente con la punta all’insù e le sopracciglia folte. La chioma era Cerulea con ciocche Pantone in una riga al lato che poneva una treccia e una frangia dietro l’orecchio e l’altra lasciata pendere fino alla spalla. I grandi occhi magnetici dalle spesse ciglia erano bicromatici, quello destro si abbinava con i capelli in un Azzurro Vivido mentre il sinistro aveva l’iride di Smeraldo.

Calzava degli stivali da viandante erti fino alle ginocchia in un risvolto spesso 5 centimetri ove vi erano infilati dei calzari in cuoio Bruni. Una cintura e due lacci stringevano una camicia Latte con le maniche incalzate in dei parabracci. Precisamente annodato in vita, un corsetto Marrone dalla pelle di Montone con sopra cuciti dei Gigli Araldici. Sù, una mantella Blu con cappuccio che occultava un fodero nero con all’interno una Spada Larga di terza mano.

Priuma era scomodata dagli sguardi invadenti dei dipendenti che mormoravano sbalorditi. Uno le chiese direttamente

<< Sai lanciare veramente due Incantamenti diversi? >>

Poi un’altra

<< Mio cugino mi ha raccontato che siete in grado di volare, è vero? >>

<< E’ vero che non avete bisogno di dormire perché possedete il doppio dell’Etere rispetto a un comune Incantatore? >>

E ancora

<< E’ vero che non avete bisogno di dormire perché possedete il doppio dell’Etere rispetto a un comune Incantatore? >>

E ancora un altro

<< Verrai a lavorare da noi? Userai le tue Arti? >> Si sentì di affondare nel fastidio, con lo sguardo sfuggente a il respiro affaticato, stava vivendo ciò temeva si sarebbe verificato, cercò di evadere con pensieri contraddittori come “ non sarei mai dovuta entrare “, “ sarei dovuta entrare più preparata “, “ stupida, vattene “ o “ vigliacca, non avere paura “ finchè, un elegante signore dal semplice Frac Blu con risvolti bianchi e filo rosso si infilò nella confusione scendendo dalle scale, era una persona corpulenta, il fisico di che ha curato la forma per tutta una vita ma che negli ultimi anni si era lasciato sfuggire due fori della cintura, un viso infossato da cinquantenne, le guance erano gonfie, il naso adiposo e gli occhi Ghiacciati sottili con grevi borse sottostanti. La barba era colta con dei poderosi mustacchi collegati ai basettoni, scoprendo il largo mento. I capelli Antracite avevano due fasce sbiadite al lato e un ciuffo pendente sulla fronte. Tra le dita, adornate di preziosi, un sigaro odoroso bianco. Sancita la prima parola la sala si mutò istantaneamente

<< I Bicromaghi sono Incantatori consacrati dal dono della doppia Arte, laddove ognuno di voi pur ostinandosi genererà unicamente Arti figlie della Giandola Eterica collegata alle vostre Iridi, loro potranno avere accesso a una seconda scelta, sono degli esseri umani come tutti noi, non mostri, non demoni, non Dei! >> Incise l’uomo

<< Non possono usare le due Arti contemporaneamente, non possono volare, non mangiano bambini e non posseggono il doppio dell’Etere rispetto a una persona normale… ne possiedono almeno il decaplo, quindi ponete attenzione! >> Kamilio accennò un inchino e disse

<< Signor Blackwood, buongiorno >> Seguito dal coro dei presenti.

<< Tu devi essere Priuma vero? Ho ricevuto la lettera da tuo padre, vieni su! >> Il Signor Blackwood curvò all’indietro saltellando vispo la scalinata fino alla porta, Priuma riassestò il bagaglio sulla spalla e lo seguì, dopo aver lanciato una infantile linguaccia a Kamilio che non apprezzò l’offesa.

Dopo aver salito delle scale e svoltati un paio di corridoi si entrava nell’Ufficio. Era una stanza umile, incavata nella Quercia come tutte le altre stanze. Il pavimento ben smaltato in assi di Pino e le pareti erano in sgualcita corteccia naturale. Ai lati, delle librerie, riempite di generici tomi colorati, dizionari, enciclopedie sulla flora e la fauna locali dipingevano il Signor Blackwood non come un avido lettore. Varie statue, sculture e in definitiva soprammobili affollavano la stanza, forse dei regali dei clienti, infine davanti a una larga finestra a 4 ante, giallo limone spalancata, si collocava la scrivania ricca di libri e scartoffie al cui apice sinistro maturava un ramo ove sbocciavano dei bulbi luminosi che facevano da lampade. Il Signor Jackson si sedette e fece cenno a Priuma di fare altrettanto mentre tossì malamente del fumo. Chiese a Priuma se voleva qualcosa ma lei rifiutò con un cenno, indi alzò la cornetta da un condotto di comunicazione

<< Ruth, portami un caffè nero grazie! >> Proseguì

<< Allora, come hai fatto ad entrare? >> Priuma pose sprezzante la serratura sopra i documenti della scrivania

<< Non vi serve a niente un Incantamento di Protezione sulla serratura se poi uno riesce a violare la maniglia >>

<< Ha barato mio Signor Proprietario Blackwood! Il mio Sigillo era impenetrabile ma lei lo ha scavalcato con un gesto criminale >> Smeraldello comparve dalla finestra e iniziò a zampettare indispettito. Il Signor Blackwood lo rabbonì grattandogli il muso

 << Lo so, lo so, non hai colpe tu, è stata quella dispettosa a rovinarti il Sigillo, non è vero? Non è vero? >> Smeraldello iniziava a fare le fusa e queste aumentarono quando il Signor Jackson prelevò del nettare da dei boccioli per zuccherare il palato, poi si rivolse a Priuma

<< Non male come primo giorno ragazzina, sei appena arrivata e hai già corretto una nostra falla nella sicurezza! RUTH! IL CAFFE’ >> Urlò il Signor Jackson all’apparecchio di comunicazione dimostrando quanto fosse esagitato

<< Allora… come è stato il viaggio? >> Disse accendendosi un altro sigaro bianco con un fiammifero

<< Normale >> Rispose monotonale Priuma

<< Non avete incontrato banditi, orsi giganti o qualsialtra diavoleria vada errando in questo Regno? >>

<< No Signore, ho viaggiato nella Grande Via Reale quindi è stato un tragitto sicuro >>

<< Vorrei vedere, con tutte le tasse che pago, RUTH! >>

<< Signor Blackwood, riguardo a quanto detto pocanzi… >> Il Signor Blackwood la interruppe, si mise degli occhiali e tra una tirata e l’altra redigeva dei registri con una piuma di Pavone imbevuta in diversi tipi di inchiostro

<< 5 lune fà ho ricevuto una missiva da tuo padre, mi ha ragguagliato sulla tua… condizione e per me non fà differenza, per quanto mi riguarda puoi avere gli Occhi Azzurri, le pupille da rettile, le ali da pipistrello, non me ne frega un cazzo! Se rispetti gli orari e svolgi il tuo lavoro mi và più che bene >> Il Signor Blackwood iniziò ad incattivirsi già stanco di compilare le scartoffie

<< Questo è un luogo di riposo, di ricreazione, di meditazione, di cura spirituale e fisica per i nostri Clienti, vedi cosa c’è scritto lì sopra? >> Disse indicando un listello in legno appeso a un chiodo con un’incisione scolpita

<< “ Il Capo ha sempre ragione? “ >>

<< Questa è una grande verità ma, no, affianco… >>

<< “ Lasciate i vostri problemi fuori da questa Taverna “? >>

<< Lasciate i vostri problemi fuori da questa Taverna! >> Ripetè il Signor Blackwood guardando Priuma negli occhi, dopo aprì un cassetto e si versò del Liquore in un bicchiere di vetro

<< Non ho bisogno di prodigi, non ho bisogno di Bicromaghi! Ho necessità di persone che svolgano i propri compiti nella maniera più autosufficiente possibile, senza che vengano rotte le palle al sottoscritto! >>

<< Signor Blackwood, se sono richieste delle Arti per compire le mansioni io… >>

<< Serena, ho pensato a dei compiti idonei alla tua circostanza e non ti tormentare sul giudizio altrui, dopo l’arringa di poco fà nessuno oserà porti domande per un pezzo, avrai tutto il tempo per ambientarti. Abbiamo degli orari granitici, il lavoro inizia la mattina alle 6 con una breve colazione, i clienti entrano alle 8, alle 12 c’è il pranzo e il turno finisce alle 16, alle 19 c’è il rancio seguito dalla cena dei Clienti. Per adesso sei assegnata ad entrambi i turni per istruirti, dovrai avere pazienza >> Priuma vuotò la mente nel tentativo di sopportare che quelle parole fossero riferite a lei ed alle sue giornate future, per un istante provò dell’angoscia. Non potendo trascurare quel mutismo, il Signor Jackson aggiunse

<< Come per ogni mestiere, la routine è la migliore maestra, non pretendere di saper fare tutto bene subito e non guardare il lavoro degli altri, gli altri fanno schifo tanto quanto te, solo io posso decretare quando qualcuno fà un buon lavoro. Nel primo periodo sarai istruita da una tua collega e… ah, è arrivata! >> Dall’uscio entrò una fascinosa giovane qualche anno più grande di Priuma. I lineamenti erano aggressivi, gli occhi Castani ed i capelli lunghi Scarlatti con una lunga frangia laterale e dei nodi posteriori. Era difficile non notare le sue curve dalla vita stretta ed i seni sodi. Aveva lo smalto nero e un aracnide stilizzato tatuato sul collo. Indossata, la classica tenuta da cameriera della Lanterna

<< Signor Blackwood lo sa che oggi arrivano i bambini dell’oratorio, ho dovuto spostare tutte le bambole non sia mai che alla Signora Dixie venga un infarto… >> L’occhio le si posò sul bicchiere di Liquore sopra la scrivania. Il Signor Blackwood con le spalle sullo schienale la fissava con uno sguardo che era un misto tra l’occhiata innocente di un bambino e un “ lo vedi cosa hai combinato? “

<< No ma fa schifo però… >>

<< Tu non arrivavi. Ruth, ti presento la tua futura scolara Priuma Fantàsia Pettolilla, Priuma ti presento la tua Tutrice Ruth Tarantola Morton >>

<< Non puoi dire sul serio… >> Ruth non ci provò nemmeno a nascondere l’avversione

<< Andiamo, vi divertirete assieme! >>

<< Perché non la rifili a Kamilio! >>

<< Se la abbandono a Kamilio impazzirebbe dopo 2 ore la poverina, e poi lo sai che questa settimana arrivano i pellegrini dalla Xulvania >>

<< A maggior ragione! >>

<< Dai, fammi questo favore… >> Ruth guardò Priuma incollerita. La Kamelotiana era solita contraccambiare quel tipo di occhiate ma non era il momento, piuttosto fuggì lo sguardo

<< Mi devi un favore, voglio un paio di giorni libero come minimo! Tu, Novellina, vieni ti mostro la tua stanza! >>

<< Ahà, Bene! >> Il Signor Blackwood rise sguaiato e ingoiò il Caffè nero facendo a modo suo l’affogato, in ritardo. La ragazza seguì la Tutrice fino a una carrucola che le portò a un piano superiore dove vi erano i dormitori del personale, ognuno dipendente possedeva un proprio appartamento contrassegnata da un numero, quello di Priuma era il numero 103… e ciò era ben oltre le povere aspettative della fanciulla, fù sollevata nel possedere almeno uno spazio privato.

La stanza era inaspettatamente incantevole e rustica malgrado questi pregi non andassero d’accordo col gusto di Priuma abituata ad architetture più solenni. Il bordo era a Mandorla e aveva una enorme finestra anch’essa Giallo Limone con 2 ante ad arco e delle tende bianche. Il materasso era in discreta piuma d’Oca con due paia di lenzuola, leggere e imbottite in lana color Ocra. Questo era collocato all’interno di una stravaganza strutturale, un arco in corteccia concavo, simulava la cavità di un albero e molti elementi erano rivestiti da rami, dagli appendiabiti ai manici degli armadi. Sul soffitto pendeva un lampadario con candele imbrattato di cera rossa sciolta.

<< Questa è il tuo appartamento, la chiave è nel cassetto della scrivania, è già stata pulita e disinfettata con l’Aceto come senti dall’odore, se hai bisogno di qualsiasi cosa, sapone, sali da bagno, candele, puoi chiedere alla Reception >> Fù incomprensibile come tutte quelle parole uscirono senza una singola pausa tra una virgola e l’altra

 << Dove vanno i panni sporchi? >>

<< Da nessuna parte, la lavanderia è al primo piano, dovrai lavarteli e asciugarli da sola Novellina >> Poi Ruth porse la mano a Priuma con sguardo severo. Priuma non colse

<< La spada >> Disse Ruth. Conservò un attimo di interdizione prima di consegnargliela, non che ci fosse affezionata, glie la fornì il padre 3 giorni prima solamente per il viaggio

<< La potrai recuperare dalla Guardarobiera, la signora Dixie, quando vorrai uscire ma rammentati di riconsegnargliela. Se vuoi un parere non ne avrai bisogno, Kaerud è una città inaspettatamente sicura visto quanto è cosmopolita, in vero c’è da stare più attenti ai forestieri nel qual caso è più conveniente utilizzare un pugnale, se vuoi posso prestartene un paio >> Priuma si rigirò inambientata nella stanza poggiando il bagaglio sul pavimento

<< Grazie… >> Ruth la fissava mentre si mordicchiava le unghie per vizio

<< Ho sentito che vieni dalla Capitale… >> Priuma ringraziò intimamente la ragazza per non essere andata subito a parare sulla Bicromia

<< Si, è la città dove ho vissuto >>

<< E com’è? E’ bella come dicono? E’ vero che è costruita sopra a dei torrenti? >>

<< S… Si, non ci sono strade ma canali, tutti i trasporti ed i rifornimenti viaggiano tramite delle Galere o delle Caorline a remi. Sopra vi sono dei pontili innalzati fino a tre livelli ove vi sono collocate le abitazioni dei Patrizi o i Templi dei Sacerdoti >>

<< Hai visto anche i Sarcofagi degli Dei? >>

<< Si… Sono davanti al Palazzo Reale >>

<< Ma secondo te lì dentro ci sono davvero loro ad attendere nel sonno? >>

<< Io… Io non ho mai aperto per controllare… >> Restarono sospese nel silenzio, quindi Ruth proseguì

<< E perché sei venuta qui? >> Arrivò una delle domande che Priuma desiderava evitare

<< Devo… Devo fare un bagno, la vasca è al piano di sotto? >>

<< La DOCCIA è dietro quella porta… >> corresse Elizabeth

<< Non saremmo ad Altaura ma i condotti idrici non ci mancano, ogni appartamento ha diritto all’acqua calda di mattina, gira tre volte la valvola rossa e solleva la maniglia del condotto principale, la caldaia ci mette un po' prima di funzionare >>

<< Grazie >>

<< Oggi hai la giornata libera per sistemare le tue cose, se vuoi puoi scendere, abbiamo il pranzo alle 12 e la cena alle 19, non andare al quinto, sesto, settimo e ottavo piano senza permesso, intesi? >> Priuma fece un cenno con la testa

<< Il turno inizia domani alle 7, la colazione è alle 6 >> Elizabeth fissò qualche altro attimo Priuma mentre si sistemava, poi concluse la spenta conversazione portando con sé la spada e chiuse la porta. Priuma rimase sola con i suoi pensieri, smise di fingere di avere urgenza di lavarsi e appoggiò la testa al lato del materasso sfinita.

Alle 19 la cucina stava sfornando il rancio per i dipendenti che banchettavano nella lunga tavolata sul retro. C’era un trambusto quasi villano che cozzava con le eleganti uniformi del personale

<< Allora che ne pensate della nuova arrivata? >>

<< Carina vero? >>

<< La prenoto prima io! >>

<< Non si prenotano le ragazze! >>

<< Quelle carine sì! >>

<< E quelle brutte? >>

<< Anche! >> Buona parte della tavolata rise in un coro caciarone  

<< Avete visto che linguata ha tirato a Kamilio? >>

<< E allora, volevi l’avesse mostrata a te la lingua? >>

<< Non datele corda, quella ha gli Occhi Maledetti! >>

<< E’ vero, ci scherzerei su pure io se avesse avuto gli occhi Blu o Celesti, ma Azzurri… quella ti fà saltare in aria con un’occhiata >>

<< Non fate i provinciali che potrebbe sentirci! Piuttosto Ruth, dov’è lei? Non è scesa nemmeno per Pranzo >>

<< E che ne so, non sono la tua fottuta mamma… non ancora perlomeno! >>

<< Tieni, portale questa costata, forse è solo timida, facciamo le persone educate >> Ruth guardava i suoi colleghi collerica sapendo di non potersi svincolare facilmente da una cortesia del genere

<< Che stai facendo? >>

<< Già che deve mangiare che mangiasse salutare piuttosto che questa carne grassa >> disse Ruth accompagnando al piatto dei legumi, del pesce e dei frutti di bosco. Così si alzò aggressiva col vassoio in mano mentre alcuni ragazzi la canzonavano in coro. Di sera i corridoi della Lanterna Magica offrivano un’atmosfera fiabesca col buio illuminato dalle candele in vetro sorvegliate da lucciole e falene. Il Signor Blackwood ricevette la visita di Smeraldello mentre pensieroso si avvinazzava come suo solito nell’ufficio

<< Sei venuto per rimproverarmi? >> Chiese

<< Le assomigli molto, vero? >> Rispose Smeraldello. Il Signor Blackwood sospirò in silenzio e carezzò la schiena del Grim

<< Priuma sei dentro? Non ti abbiamo vista oggi, ti ho portato la Cena… >> Bussò Ruth. Nessuno rispose. “ Perché devo fare io queste cose “ sospirò sottovoce

<< Ti lascio il vassoio davanti alla porta, è tutta roba calda. Scusa il disturbo >> Poi scese di sotto. Pochi attimi dopo Priuma aprì la porta, prese il vassoio, chiuse e si sistemò sulla scrivania per mangiare. Il volto era apatico e con i piedi poggiati sulla seduta portava le ginocchia sul petto, la schiena curva, il braccio poggiato sulla spalla. Prese la forchetta e la infilò in una delle pietanze, la alzò e aveva lo sguardo vuoto. Involontariamente le apparve davanti a lei una rievocazione. Una giovane dai corti capelli Biondo Crema e dall’armatura cavalleresca, stava mangiando davanti a lei in una stanza illuminata, sontuosa, titanica. Entrambi erano felici. Scaraventò il vassoio con violenza, sprecando la cena nel pavimento. Sfogò un pianto rabbioso nelle lenzuola del letto, perché erano tre giorni che non riusciva a stare da sola.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: abyslyme