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Autore: arowen47    02/09/2009    1 recensioni
Se la vita ti togliesse tutto, se ti togliesse l'unica fonte di sostegno della tua vita, riusciresti a creare un nuovo mondo tutto per te lontano dalla tua vita precedente? Abbandoneresti tutto? Ricominceresti tutto da capo. Spero vi piaccia! Commentate
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A New Day…

 

 

Ero stanca, avrò dormito si e no quattro ore di fila questa notte. E tutto grazie a Fede. Avrei dovuto chiamarlo, ma mi sembrava ancora troppo presto, chissà quando si era addormentato.

Mi guardai nello specchio, passabile, oggi non avrei ottenuto di meglio e poi c’era Riki che mi aspetta giù in salotto. Che carino che era stato a portarmi la colazione, era vero che me lo aveva promesso, però era stato lo stesso un gesto dolce da parte sua. Quando me lo ero trovata dietro di me, involontariamente un brivido mi aveva attraversato la spina dorsale come corrente elettrica. Era davvero bello. Ero contenta in sua compagnia, anche se per poco. Ogni volta c’era qualcosa che mi rimandava col pensiero a mio padre. Cercai di non piangere. Chissà se un giorno riuscirò a pensare a lui senza per forza scoppiare in un pianto a dirotto, come avevo fatto ieri sera.

Prima di scendere decisi di mandare a Federico il messaggio del “Buongiorno” così non si sarebbe preoccupato.

Presi la borsa, i soldi, il cellulare e gli occhiali da sole.

“Sono pronta, andiamo?”

Quando si girò per guardarmi fu come una visione, era così… mi mancavano le parole e quel suo sorriso, mi faceva sciogliere come neve al sole. Giocherellai con un boccolo e distolsi lo sguardo.

“Sei bellissima!”
Sentii il sangue affluire sulle mie guance. Cercai all’interno della mia memoria il mio riflesso nello specchio. Non mi sembrava un granché neanche adesso, ma se lui diceva che ero bellissima, ci credevo!

“Gra-grazie!”

Cercai di sorridere, non ero mai stata abituata ai complimenti. L’unico che me li aveva rivolti era stato Federico e sotto richiesta di Erika.

Arrivati al supermercato notai con mia soddisfazione che era identico a quello di casa mia: piccolo ma efficiente!

“Non è un granché… ma è quello più vicino e…”
“Per me va benissimo!”

Riki prese il carrello e insieme ci dirigemmo verso le corsie.

“Per prima cosa mi serve del latte, formaggio grattugiato, uova, farina, del lievito, pasta, verdure…”
“Per le verdure non ti preoccupare mia nonna ha un orto ben fornito… sarà contenta di cederti un po’ delle sue creature… si… sembra strano ma considera ciò che coltiva come dei figli!”
“Anche io trattavo così i miei fiori!”
“Coltivavi fiori?”
“Sì, avevo una parte tutta mia del giardino… durante la fioritura il viola degli iris entrava in contrasto con il giallo dei narcisi, era davvero stupendo!”

“Immagino! Cavolo… sai cucinare, ti occupi di giardinaggio… che altro sai fare?”
“Tante cose!”
“Ad esempio?”
“So cucire, pulire, fare i letti… amo disegnare, cantare…”
“Cantare?”
“Sì e sono anche abbastanza brava!”
“Si va beh… dite tutte così!”
“Ah! Non ci credi? Un giorno ti rimangerai le tue parole!”
“E perché questo giorno non può essere oggi?”

Si avvicinò pericolosamente a me, i miei occhi incatenati ai suoi. Un sorriso provocatorio apparve sul suo viso, rendendolo ancora più attraente. Ma io non avrei ceduto, né ora né mai!

“Perché oggi io ho da fare!”

Oddio che cosa avevo da fare? Panico…

“E che cosa, se mi è permesso?”
Ma figurati se si faceva i fatti propri!

“Beh… devo sistemare la spesa, devo pulire casa, godermi il giardino e andare in spiaggia!”
“E tutto questo da sola?”
“Già…”
“Mmh…”

Sembrò soppesare le mie parole e ci rifletté sopra.

“Visto che non ho di meglio da fare ti farò compagnia…”
“Come?”
“Perfetto… magari a posto di pulire, visto che la casa è già linda potremmo fare un giro panoramico per la città… va bene?”

“Oh… emm… no… cioè si… ok…”
“Quante uova?”

 

 

“FEDE! DANNAZIONE SVEGLIATIIIIII! HAI VISITE!”
Sempre dolce come al solito mia madre.

Scesi di malavoglia dal letto. Con indosso un paio di boxer. Chiunque mi avesse disturbato in quel momento non poteva che aspettarsi altro da me. Scesi con molta calma le scale e raggiunsi mia madre in salotto. Forse avrei fatto meglio a vestirmi!

Sedute sul divano di fronte a mia madre c’erano sedute due persone. Una la riconobbi subito era Erika, i suoi capelli disordinati, il suo viso tirato e l’espressione alquanto preoccupata mi fecero capire che non era di sicuro una visita di cortesia. Accanto a lei sedeva una donna. La conoscevo, purtroppo anche troppo bene.

“Federico, sono la madre di Giulia… penso che tu sappia dov’è scappata mia figlia!”

Non era una domanda, ma una pura e semplice affermazione.

“Se è venuta qui per chiedere informazioni, può tornarsene tranquillamente a casa!”
Dissi tutto a denti stretti, odiavo quella donna, la odiavo per il semplice fatto che ha distrutto la vita di Giulia.

“Fede! Non essere così sgarbato!”
Perché mia mamma non poteva semplicemente scomparire in cucina?

“Io salgo in camera mia a vestirmi!”
Salii con passo deciso le scale e mi chiusi in camera mia, immerso nell’armadio non mi accorsi che qualcuno era entrato nella stanza.

Mi abbracciò da dietro. Inspirai il suo profumo e piano mi tranquillizzai.

“Dov’è Giulia?”

Un piccola e semplice domanda a cui non avrei dato mai una risposta, nemmeno a lei, la mia Erika.

La guardai negli occhi e scossi la testa.

“Non lo so e se lo sapessi non te lo direi…”
“Perché?”
“Perché me lo ha chiesto lei!”
“Sta bene almeno?”
“Che cazzo di domanda è?”
La mia voce si alzò automaticamente di qualche tono. Mi guardò allibita. Come poteva capire quello che provavo? Lei non stava bene… lei non stava bene ed era sola.

Una morsa si attanagliò alla bocca del mio stomaco. Respinsi indietro le lacrime. Non piangevo perché mi mancava ma perché mi sentivo così inutile.

Erika mi abbracciò. Non ne seppi mai il motivo, ma lo ricambiai.

“Non intendevo se stava bene… come faccio a spiegarmelo… volevo sapere se è al sicuro, se ha bisogno di qualcosa…”
“No, sta bene… ha tutto quello che le serve…”
“Perfetto… giù sua madre aspetta…”
“Quella donna da me non avrà un bel niente!”
“Amo…”
“Amo niente! Non posso nemmeno guardarla in faccia… dille che non so niente e che se ne deve andare…”
“E’ preoccupata per sua figlia…”
“Se ne doveva preoccupare un po’ prima non credi?”
“Non possiamo intrometterci in queste cose…”
“Bene allora lei non si deve intromettere nelle decisioni di sua figlia!”
“E’ ancora minorenne…”
“E allora? Lei non mi sembra poi così matura…”
“Adesso è inutile parlare con te…”
“Ecco appunto! Puoi anche andartene!”
Sentii la porta sbattere e lei non c’era più.

 

 

Ei vani!! spero ti piaccia il capitolo!! ahahahaha!! questo non è il migliore... ma vedrai i prossimi!! Baci!!

  
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