Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: GReina    31/10/2021    2 recensioni
Questa raccolta di OS partecipa alla sfida WRITOBER lanciata da Fanwriter.it
Per tutto il mese di ottobre pubblicherò una OS al giorno! Trame e personaggi varieranno di volta in volta. Consultate l'indice e la premessa (primo capitolo) per maggiori informazioni e curiosità su prompt scelti e personaggi!
[coppie: kuroken | ushiten | iwaoi | semishira | osasuna | daisuga | sakuatsu | tsukkiyama | tanakyo | shoumika | arankita | yakulev | bokuaka | matsuhana]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma, Shiratorizawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Arcobaleno
» N° parole: 1444

31. Arcobaleno – Kuroo

Da sempre Tetsuro aveva conosciuto un solo genitore. Aveva poca importanza il motivo: il piccolo Kuroo non aveva una mamma e questo era quanto. Ma le persone, specie i bambini, sono curiose di natura, così troppo spesso si erano ritrovate a chiedergli inopportunamente perché in casa fossero solo in due.
Probabilmente il corvino era diventato chiuso e timido per questo motivo anche se non avrebbe voluto. Suo padre lavorava duramente per fargli avere una vita perfetta ed essendo da solo si colpevolizzava per tutto ciò che credeva non andasse bene per suo figlio. La mancanza di amici era sicuramente in lista e lo fu anche il necessario trasferimento a cui fu costretto a sottoporlo a causa del lavoro.
In quell’occasione Tetsuro aveva provato con ogni mezzo a fargli capire che per lui non era un problema, e vista la poca convinzione del padre si era ripromesso di aprirsi di più con vicini e compagni di scuola, ed era così che aveva conosciuto Kenma.
Più sicuro ed estroverso di prima, il ragazzo fu sempre più in grado di prendersi cura di suo padre come questi faceva con lui. D’altronde erano una squadra da tutta la vita e così avrebbero continuato ad essere.
Tetsuro imparò a cucinare per fargli trovare un pasto caldo a giornata di lavoro terminata; iniziò a lavorare part-time per contribuire alle spese della casa e prese la patente per aiutarlo con le commissioni.
Kuroo non aveva mai conosciuto sua madre, ma questo non voleva dire che ne sentisse la mancanza. Kuroo Fumio gli aveva fatto da padre e da madre, da mentore e da amico. Era fiero di essere suo figlio ed era fiero del rapporto di fiducia che si erano costruiti. Se si impegnava nello studio, era per renderlo orgoglioso; se si impegnava nello sport, era per vederlo tra gli spalti a tifare. Non avrebbe mai dimenticato la gioia e la fierezza che gli aveva letto in viso alla notizia che era diventato capitano.
Ogni traguardo raggiunto, se detto a lui, rendeva Tetsuro mille volte più felice, e allo stesso modo ogni fallimento era reso mille volte più sopportabile. Suo padre era un amico, un ascoltatore, un consigliere. Era la sua famiglia, e – fin quando ci sarebbe stato – il ragazzo sapeva che sarebbe stato al sicuro, che avrebbe potuto provare qualsiasi cosa buttandosi nell’ignoto con fiducia perché Fumio sarebbe stato lì pronto a coprirgli le spalle.
Per ventisei anni la sua fiducia in quell’uomo fu cieca, fino al giorno in cui decise di fare con lui coming out.
Non che lo credesse omofobico o ristretto mentalmente. Anzi, conosceva bene le sue idee sui diritti LGBTQ+ perché molto spesso ne avevano parlato con la scusa di uno o di un altro servizio al telegiornale, tuttavia tutto cambiava adesso, perché era di lui che si trattava. Non pensava fosse omofobico, ma cosa sarebbe successo se dopo quella rivelazione avesse iniziato a guardarlo in modo diverso? E cosa invece se riteneva infranto il loro rapporto di fiducia per quel segreto così tanto a lungo taciuto?
Non poteva andare avanti però senza mostrare alla persona più importante della sua vita chi era davvero. Non voleva andare avanti nascondendogli che la persona che più amava al mondo era e sempre sarebbe stata Kenma.
Si impose di dirglielo, dunque. Gli preparò la cena e aspettò che finisse di lavorare.
Quando l’uomo rincasò, il cuore di Tetsuro prese a battere più forte che mai. Ebbe appena il tempo di prendere due ampi e rapidi respiri prima che l’uomo lo raggiungesse in cucina e lì prendesse a chiedergli della cena.
Il ragazzo colse quell’occasione per distrarsi dicendogli cosa aveva preparato per entrambi; impiattarono il tutto insieme e poi – non ancora pronto per aprire quell’argomento – Tetsuro chiese a Fumio della propria giornata.
Quando l’uomo ebbe finito di parlare fu il suo turno di raccontare la giornata, ma teso com’era il giovane fece ben poco e presto si ritrovarono in mezzo ad un silenzio pesante e – dal suo consapevole punto di vista – ricco di tensione.
Doveva farlo. Era il momento. Rimandare non aveva più senso.
Aprì la bocca.
La richiuse.
Sospirò forte, sollevò lo sguardo e incontrando quello curioso di suo padre perse il coraggio tornando muto.
Si morse il labbro inferiore arrabbiato con se stesso, e mentre si imponeva di essere forte arrivò la domanda dell’altro:
«Tutto bene, figliolo?» nel rispondergli – traditrice – la voce del ragazzo uscì roca e fragile.
«S-Sì!» non ci voleva un genio per capire che quella fosse una bugia, così guardandolo con una vena preoccupata Fumio continuò:
«C’è qualcosa che vuoi dirmi?»
Quella domanda così diretta lo fece annaspare. Distolse gli occhi da quelli da di suo padre e ben meno deciso di quanto non lo fosse poco prima iniziò a balbettare:
«N- Cioè… N…» era così tanto tentato di dire di no!
“Non è niente, papà! Solo una brutta giornata di allenamenti.” oppure “Ho solo troppi compiti da fare.” qualsiasi cosa purché non la verità. Eppure non poteva! Doveva fare coming out. Suo padre si meritava la verità e lui si meritava di vivere libero di essere ciò che era, libero di mostrare il suo affetto per il proprio ragazzo.
«È qualcosa di importante?» fu riportato alla realtà dalla voce di Fumio. Tetsuro lo guardò confuso, così l’altro continuò:
«È urgente quello che devi dirmi?» e mentre ripeteva la domanda aveva iniziato ad alzarsi. Seguendo i suoi movimenti con lo sguardo, Kuroo balbettò subito di no, che poteva aspettare. D’altronde era già tanto che non fosse già scappato da quella conversazione. Se poi l’uomo prendeva e andava via con quale forza lui avrebbe mai potuto trattenerlo?
Fumio annuì soddisfatto.
«Bene, perché devo fare una cosa importante. Mi aspetti sveglio?» Tetsuro non aveva idea di cosa suo padre dovesse fare a quell’ora della sera, ma subito annuì e poco dopo fu solo.
Fu già tanto per lui non scoppiare in lacrime. La tensione era tanta, d’altronde, e quel momento uno di quelli cruciali per il futuro suo e della sua famiglia.
Attese seduto teso alla stessa sedia sulla quale aveva cenato. Attese minuti, poi più di un’ora.
Infine, la serratura della porta scattò ed il familiare “Sono a casa” di suo padre lo raggiunse. Tetsuro si alzò con gambe tremanti, e con altrettanti passi tremanti raggiunse l’ingresso dove Fumio si stava cambiando le scarpe.
«Cosa dovevi fare?» gli chiese sinceramente curioso e felice di poter ritardare ancora quel discorso tanto difficile.
«Prenderti questa.» gli passò un sacchetto di cartone confondendo Tetsuro sempre di più. «È stata una faticaccia trovare un posto aperto a quest’ora.» il corvino abbassò lo sguardo e sulla confezione riconobbe il logo di un negozio di vestiti del centro commerciale non troppo distante. Il sacchetto era chiuso con le graffette ed aveva un fioco sopra.
«E questo per cosa sarebbe?» chiese sorpreso vista la totale assenza di occasioni da regalo nelle vicinanze. Fumio sorrise.
«Tu aprilo e basta.» Kuroo aggrottò la fronte ma fece quanto gli era stato detto.
Come previsto, all’interno c’era un capo d’abbigliamento ed afferrandolo scoprì essere una maglietta. Era bianca, dal taglio semplice, ma fu girandola che sul busto trovò la sorpresa più grande: una striscia arcobaleno. Niente di troppo eclatante, solo una striscia di colore. Non poteva essere una coincidenza che suo padre gli avesse fatto quel regalo proprio quel giorno, però. Era uscito apposta, e se c’era una cosa che l’arcobaleno poteva rappresentare, quella era l’accettazione.
Tetsuro sollevò gli occhi su di lui, spalancati e lucidi di lacrime commosse. Fumio stava sorridendo.
«Questa la indossi al Pride, va bene?» e a quelle parole il pianto del ragazzo ebbe libero sfogo. Saltò in avanti e abbracciò l’uomo più forte di quanto non avesse mai fatto. Lui ricambiò ed i suoi singhiozzi triplicarono.
La tensione che svaniva tutto d’un colpo, la consapevolezza non solo che suo padre lo accettava ma che già da tempo era a conoscenza della sua natura. Tutto ciò fu troppo per Tetsuro, ma piangere fu anche liberatorio.
Sgualcì la maglietta, ed anche di molto, rammaricandosene non appena se ne accorse, così ridendo divertito suo padre gli propose di stirarla insieme in modo che nel frattempo avrebbe potuto dirgli di più di lui e di quell’aspetto della sua vita che finalmente si sentiva libero di poter mostrare. Il ragazzo sorrise ed accolse il suggerimento in fretta.
Parlarono per tutta la notte. Parlarono di quando aveva iniziato a capirlo, del modo in cui aveva iniziato a vedere Kenma, del momento in cui si erano messi insieme e di tutte le volte in cui si era rammaricato che Fumio non lo sapesse.
Parlargliene fu liberatorio e bellissimo. Adesso si sentiva più leggero. Adesso poteva davvero essere se stesso.
 

(ultime) n.a.
Sì, con quella parentesi ho voluto fare la sentimentale, ma ci torneremo tra un attimo.
Breve spiegazione sul perché la mamma di Kuroo non c’è: è molto semplice, canonicamente non esiste. Se ci fate case nel flashback in cui Kuroo e Kenma vengono presentati si vedono di sfuggita entrambi i signori Kozume ma solo il padre di Kuroo. Non so bene quando Furudate l’abbia confermato, fatto sta che il fatto che la madre di Tetsuro non ci sia è una notizia ufficiale. Non sappiamo il perché, quindi non ho voluto metterlo neanche qui. Anche perché mi piaceva l’idea di mostrare quanto “non sia importante”. Insomma, che sia morta o sia andata via, rimane il fatto che Tetsuro non l’ha mai conosciuta, quindi cosa cambia per noi sapere il perché?
Ora passiamo ai sentimentalismi: ci siamo. Eccoci alla fine. Devo ringraziare tutti, davvero! E non posso non nominare muffin12 e Thesnake perché voi più di tutti mi avete spronata ad andare avanti! E non è stato facile.
Ripenserò a questo mese probabilmente mettendomi le mani sui capelli per ancora molto tempo perché davvero ne sono uscita pazza. Ho mandato a quel paese un esame per portare avanti questa sfida! Ho rinunciato a tantissime serate fuori. Le priorità di una scrittrice, giusto??
Fin troppe OS mi hanno fatta penare, ma adesso che è tutto finito posso dirmi soddisfatta, e lo sono anche delle storie che mi piacciono di meno, perché mi hanno messo alla prova e sono state prove che – in un modo o nell’altro – sono riuscita a superare.
I prompt di questo mese mi hanno dato idee che non avrei mai avuto, mi hanno fatto scrivere cose che mai avrei scritto. È stato bello, ma ammetto che più bello ancora è che sia finita.
No, mai più farò sfide del genere. Però chissà, magari eventi più corti come la sfida di Halloween più avanti la farò (sicuramente non quest’anno).
Grazie di nuovo a tutti quanti! Recensori e non recensori, iscritti e non iscritti.
Spero il mio stile vi sia piaciuto e che vi spinga a tornare anche in futuro per le altre storie che ho in mente!!
Un bacio!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: GReina