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Autore: eddiefrancesco    31/10/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Con un considerevole sforzo Octavia dominò la confusione e chiese amabilmente: «Lisette non è in camera sua, sir? L'abbiamo lasciata là che leggeva.» «Non c'è più. Vi suggerisco di trovarla il più rapidamente possibile. Quanto tempo fa l'avete abbandonata in balia di se stessa?» Octavia arrossi' di nuovo, questa volta di rabbia, ma rispose con calma. «Circa un'ora fa, sir. L'ho lasciata nella sua stanza con un libro che desiderava finire. Non mi è parsa un'occupazione molto rischiosa.» Barraclough annuì. «Se fosse nervosa rimasta là, ora non sarebbe necessario cercarla. Ma non c'è rimasta. Né ha risposto quando ho chiamato. Dove supponete che sia, miss Petrie? Mentre voi... scambiavate confidenze con Philippa, l'altra mia nipote è rimasta senza vigilanza per un'ora.» «Non rimproverate miss Petrie, Edward. Lisette è al sicuro. Immagino sia andata a sedersi al sole in cima alla torre. Le piace, lassù.» «In cima alla...» Octavia sollevò le gonne e si mise a correre verso casa. Barraclough la superò dopo pochi passi. Quando finalmente Octavia arrivò in fondo alle scale della torre, lui stava già scendendo, seguito da Lisette. «Perché siete così irritato, Edward?» stava dicendo la ragazza con voce perplessa. «Non c'è alcun pericolo lassù. Il parapetto è alto e il tetto solido.» «Ti ho chiamato. Perché non hai risposto?» «Non vi ho sentito» Lisette aveva raggiunto Octavia. «Miss Petrie, sono desolata. Non intendevo spaventarvi.» «Va tutto bene, Lisette. Sono stata in apprensione per un attimo, ma avrei dovuto sapere che siete troppo sensata per comportarvi in modo avventato. Vostro zio si è preoccupato quando non è riuscito a trovarvi. Avete finito il libro?» «Sì. Poi mi sono seduta al sole e mi sono addormentata. Non siate on collera con me, Edward, ve ne prego.» «Non sono affatto in collera» sbotto' lui. «Mi sono spaventato quando non sono riuscito a trovarti.» Lisette scosse la testa. «Non avreste dovuto. Sono al sicuro, qui. Perché mi stavate cercando?» «Ho delle lettere da Antigua per te e per tua sorella, compresa una di tua zia Julia. Se tu e Pip verrete da me tra pochi minuti, ve le consegnero'. Prima, però, vorrei poter scambiare due parole con miss Petrie.» Octavia notò il cipiglio di Barraclough. «Credo che fareste meglio a rassettarvi un po'» disse, sorridendo alle due ragazze. «La torre può anche essere sicura, Lisette, ma non è il posto più pulito del mondo. E gli abiti di Pip, vivace com'è, necessitano sempre di un po' di attenzione. Rinfrescatevi, prima di scendere.» Mentre seguiva Edward Barraclough in biblioteca, si chiedeva cosa le avrebbe detto. Non sarebbe stato un colloquio piacevole, questo era certo. Lui aveva quasi sicuramente udito le parole che lei aveva rivolto a Pip, e si preparò a scusarsene. Ma il suo atteggiamento riguardo alla sorveglianza di Lisette era inopportuno, e se l'avesse accusata un'altra volta di trascurare i propri doveri lei avrebbe faticato ad accettare la critica senza protestare. C'era un limite a tutto, buon Dio! Rimase sorpresa, quindi, quando Edward la invitò a sedersi. La fissò per un istante, poi si avvicinò alla finestra. Senza girarsi, disse bruciapelo: «Immagino pensiate che sono stato troppo duro con voi» «Riguardo a Lisette? Insomma...» «Non occorre che esitiate, miss Petrie. Credo di sapere cosa pensate di me. Ma il fatto non mi preoccupa. Vorrei spiegarvi perché stiamo tanto attenti a Lisette.» «Sir?» Lui tornò a sedersi alla scrivania. «Non so esattamente fino a che punto conosciate la storia della nostra famiglia, anche se immagino che a questo punto Pip vi abbia riferito tutto quel che sa. Pare proprio che vi abbia preso in simpatia.» Il tono di Barraclough lasciava intendere che non condivideva l'opinione della nipote. «Non è troppo irrequieta per voi?» «Non direi proprio, sir. È una ragazzina deliziosa. È intelligentissima.» «Mmh! A ogni modo, sembrate aver conquistato la sua fiducia. È più intelligente di Lisette, naturalmente.» «Più vivace, certo. Ma Lisette è una fanciulla adorabile. Riscuoterà un gran successo in società.» «E voi, come fate a saperlo?» chiese lui con tono ironico. Octavia si morse il labbro. Aveva parlato senza riflettere. Si spiegò con calma: «La sua bellezza, la sua dolcezza e l'attenzione che ha per gli altri conquistano inevitabilmente chiunque la conosca, qui o nel bel mondo.» «Avete letto troppi romanzi. Spero che non imbottirete la testa di Lisette con certe sciocchezze. Nella mia esperienza, la dolcezza e l'attenzione per gli altri non sono le qualità più apprezzate dalle signore in società. Né si trovano spesso...» Si interruppe, vedendo che Octavia si irrigidiva. «Volevate dire qualcosa? No? Allora continuo io. La bellezza di Lisette giocherà a suo favore, ma possiede una più sicura chiave per raggiungere il successo, quella più importante di tutte. La ricchezza, miss Petrie. Il denaro. È un'ereditiera. Questo determinerà il suo trionfo in società.» Octavia non poteva lasciargliela passare. «Non intendo imbottire la testa di nessuno di sciocchezze sentimentali, sir. Ma non mi sembra nemmeno giusto e tantomeno educativo dare a una giovanetta una visione del mondo cinica quanto quella che avete appena espresso.» «Si, si. Ma permettetemi di obbiettare che la vostra esperienza è alquanto limitata. E se vi dicessi che, giovane com'è, Lisette è già stata salvata da un fidanzamento sbagliato?» Questo la sorprese. Lisette non aveva accennato a nulla del genere. «Suppongo che dovrei credervi» rispose lentamente. «È accaduto ad Antigua, immagino.» «Naturalmente. Al figlio di un vicino venne la brillante idea che sposare mia nipote sarebbe stato un facile modo di arricchirsi. Ricardo Arandez era un uomo di fascino e Lisette, come forse avrete osservato, è troppo pronta a credere a quello che dicono le persone, a pensare sempre il meglio di loro. Suo padre era uguale. Arandez lo convinse ad acconsentire a un fidanzamento. Fortunatamente Lisette era ancora molto giovane, perciò John insistette che non venisse ufficializzato prima che lei compisse i sedici anni. A quel punto, John aveva aperto gli occhi sulla vera natura di Arandez.» Ebbe un sorriso cupo. «Me ne assicurai io. John ritirò il consenso e a Lisette fu risparmiato quello che sarebbe stato un matrimonio disastroso. Ricardo Arandez è una canaglia.» «Lei era innamorata di quest'uomo?» «No di certo! È troppo giovane per essere innamorata.» Octavia pensò a Tom Payne e sorrise. «C'è un'età per l'amore?» Mr. Barraclough la scruto'. «Proprio come temevo. Miss Froom avrebbe colto al volo la mia posizione, ma voi siete ancora avvolta da nuvolette di sentimentale idiozie. Miss Petrie, lasciate che vi chiarisca una cosa. Il vostro compito è di vigilare su Lisette, e questo include difenderla da conoscenze indesiderabili finché sua zia non sarà in grado di sostituirvi. È altamente improbabile che Arandez la trovi qui a Wychford, ma se lui o un altro potenziale cacciatore di dote apparissero sulla scena, voglio essere informato immediatamente.» «Il rischio in un luogo come questo è minimo, ma non ho difficoltà ad assicurarvi che lo farò. Tuttavia, spero che questo non preveda che io mi debba trasformare in una specie di carceriera sorvegliandola ventiquattr'ore su ventiquattro.» «No, no. Ammetto di aver avuto una reazione esagerata alla sua scomparsa, oggi pomeriggio. La mia giustificazione è che avevo appena avuto notizie di mia cognata, che è estremamente protettiva nei confronti delle nostre nipoti ed era già pronta ad accusarmi di non prendermi abbastanza cura di loro. Suppongo di essere stato ancora sotto l'influsso della sua lettera.» Tacque. Octavia attese un attimo, poi si informò: «È tutto, sir?» «Cosa? Oh, si. Chiedete alle ragazze di venire da me, per favore.» Lei andò alla porta. Mentre la apriva, lui aggiunse: «Mi rendo conto che è quasi impossibile far tacere Pip, ma preferirei che non discuteste i miei affari con lei. Tuttavia è un sollievo per me sapere che sono al sicuro dalle vostre attenzioni... Qualunque sia la circostanza.» Mentre lui si appoggiava all'indietro con un sorrisetto soddisfatto, lei arrossi' e fuggì dalla stanza. Ancora sogghignando, Edward allungò una mano e prese una lettera. Era quella di sua cognata. Come c'era da aspettarsi, era piena di critiche pungenti sul suo stile di vita, istruzione riguardo alle ragazze e ammonimenti. Edward non osava pensare alla reazione di sua cognata venendo a sapere che si era sbarazzato di miss Froom e l'aveva sostituita con una ragazza poco più grande di Lisette. Ma questa volta, almeno, Julia aveva qualche giustificazione per le proprie paure. Aveva scoperto che Ricardo Arandez aveva lasciato Antigua ed era in viaggio per l'Europa. Temeva che potesse rimettersi in contatto con Lisette. Edward sospirò. La vita a Wychford era meno tetra di quel che aveva tenuto. Anzi, aveva i suoi momenti piacevoli. Ma, per quanto bene volesse alle sue nipoti, avrebbe preferito mille volte non averne la totale responsabilità. Fare da balia a due ragazzine non era un compito adatto ad un uomo. Sembrava non ci fosse mai fine ai problemi, e nel frattempo la sua vita personale ne stava risentendo. Louise non era una donna che tollerasse di essere trascurata per lungo tempo, e il loro ultimo incontro era stato un fallimento. L'aveva trovata insopportabilmente possessiva. Perché mai le sarebbe dovuto interessare come lui occupava il tempo che trascorreva lontano da lei? Edward non le aveva detto che cosa faceva, naturalmente, ma anche se l'avesse fatto, lei non gli avrebbe creduto. Viveva in campagna con due ragazzine e una donna dai vestiti scialbi! Avrebbe trovato l'idea ridicola. E così era per lui! Ma la sua amante, la sua amante santo cielo! Non aveva alcun diritto di sapere dove lui andasse e cosa facesse quando non era con lei. Louise era bella, sì, ma la sua voce poteva assumere sgradevoli note stridule. Edward stava cominciando a perdere la pazienza anche con quei vecchi dinosauri del Ministero degli Esteri. Quando avrebbero capito che dovevano lasciarsi alle spalle la politica del diciottesimo secolo ed entrare nel diciannovesimo? C'era un solo elemento positivo in quella situazione. Anche se era un po' restio ad ammetterlo, la scelta di miss Petrie sembrava un successo. Edward sorrise di nuovo pensando alla sua confusione, quando pochi minuti prima si era divertito a rinfacciarle la frase detta a Pip. Era avvampata. Ben le stava! A nessun uomo faceva piacere sentir parlare di sé con evidente disprezzo, tanto più da una scialba istitutrice! Be', proprio scialba non era. Anzi. Una giovane donna interessante, questa miss Petrie. Le ragazze le si erano affezionate e i domestici la trattavano con sincero rispetto. Che storia aveva alle spalle? Gli aveva portato una lettera di referenze, ma lui vi aveva dato solo un'occhiata distratta. Aprì un cassetto, estrasse un fascicolo e lo aprì. La lettura era in cima. Cominciò a leggerla più attentamente. Era stata scritta da una certa Lady Dorney di Lutworth Court, che dava l'impressione di essere una donna intelligente e colta. Edward ricordava di aver incontrato Gerard Dorney alcuni anni addietro. Doveva essere sua madre. La lettera di Lady Dorney raccomandava Octavia Petrie senza riserve, lodandone la pazienza, l'efficienza, la cultura... La faceva sembrare troppo perfetta. Una miss Froom meno acida. Ma così noiosa... Eppure, lui aveva la netta impressione che miss Petrie fosse tutt'altro che noiosa. Non avrebbe saputo dire perché. Si vestiva in maniera semplice, senza alcun tentativo di attrarre l'attenzione. Se lui non avesse visto quei riccioli biondo miele che le si erano sciolti sulle spalle in occasione del loro primo incontro, non avrebbe mai saputo che esistevano. Miss Petrie portava i capelli raccolti in una crocchia severa, oppure nascosti da un cappellino. Non era particolarmente alta e la sua figura, da quel poco che si vedeva, era minuta. A parte gli occhi color fiordaliso, non c'era niente in lei che potesse interessare o attrarre un uomo i cui gusti tendevano verso donne come Louise Kerrall. Per un attimo Edward cercò di pensare a Louise come l'aveva vista l'ultima volta, petulante ma pur sempre seducente... Tuttavia l'immagine di miss Petrie continuava a mettersi di mezzo. Miss Petrie non era noiosa. Era una donna di spirito e divertente. E c'era qualcosa che colpiva in quella sua figuretta snella: il portamento imperioso della testa, la schiena eretta, il collo slanciato. Il suo passo era aggraziato, i modi pacati, ma miss Petrie non era né umile né rispettosa. Come Pip, aveva le proprie idee e, anche se era più abile nel dissimularle, non era disposta a cedere senza discutere. Edward Barraclough era intrigato. Forse avrebbe dovuto passare un po' più del tempo che era costretto a trascorrere a Wychford cercando di conoscere l'istitutrice delle sue nipoti. Si disse con un sogghigno che era perfettamente al sicuro. L'aveva udito dalla bocca della signorina stessa. Miss Petrie non lo aveva considerato come potenziale marito, in nessuna circostanza! Per un attimo, Edward Barraclough fu tentato di dimostrarle che si sbagliava, ma respinse immediatamente l'idea. Un gentiluomo non seduce l'istitutrice delle nipoti. In seguito a queste riflessioni, Edward Barraclough cominciò a prestare più attenzione ai progressi che le nipoti facevano a Wychford. Trovava i modi di insegnamento di miss Petrie non convenzionali, almeno secondo i parametri di miss Froom. Ma le ragazze stavano colmando lacune passate. Era vero che spesso arrivavano delle risate dalla stanza riservata alle lezioni mattutine ma, quando si fermava davanti alla porta in ascolto, le risate erano invariabilmente seguite da periodi di interessate discussioni, o da domande e risposte. A volte miss Petrie leggeva a voce alta. Aveva una bella voce, calda, pacata, un po' rauca. Quando il clima lo permetteva, il pomeriggio l'istitutrice portava le ragazze nel parco e, occasionalmente, Edward si univa a loro. Scoprì che le lezioni non erano confinate alle mattinate in aula. Quasi senza accorgersene, le ragazze imparavano molte cose mentre si divertivano all'aperto. Artisti, musica, aneddoti storici, confronti tra le piante delle Indie Occidentali e quelle che si trovavano a Wychford: questi e altri argomenti venivano sfiorati e, se si rivelavano interessanti, approfonditi il giorno seguente. Al principio miss Petrie sembrava inibita dalla sua presenza, ma poco alla volta Edward scoprì che lo usava per ampliare la portata delle loro conversazione, e lui si trovò a essere interrogato da tutt'e tre riguardo ai suoi viaggi. Ogni ragazza portava un albun. Lisette era appassionata di botanica. I suoi disegni a matita di foglie, alberi e fiori autunnali erano accuratamente datati e conservati in una cartella. Alcuni di essi erano stati trasformati in deliziosi acquerelli. Pip era più interessata ad animali ed edifici. Il suo taccuino era colmo di bizzarri schizzi di uccelli, topi, insetti, finestre, frontoni, gronde scolpite e foggia di mascheroni e, naturalmente, camini. Ma le misure e le note in calce erano ordinate, e controllate da miss Petrie. E sempre, a un certo punto della passeggiata, c'era un gioco o un'altra forma di esercito fisico. Pip non aveva bisogno di incoraggiamenti, ma persino Lisette si lasciava convincere a correre o saltare. Attratto da un coro di richiami e risate, un pomeriggio Edward uscì e le trovò sul retro della casa impegnate in un gioco con la palla particolarmente animato. Tutt'e tre, compresa miss Petrie, correvano sul prato. Lisette stava facendo del suo meglio per schivare l'istitutrice e lanciare la palla a Pip, ma quando miss Petrie lo vide avvicinarsi, lasciò che le ragazze continuassero da sole e si affretto' a ricomporsi. Si stava attorcigliando i capelli nella solita crocchia quando lui la raggiunse. Aveva le guance arrossate e il respiro ansante. Dimostrava la stessa età di Lisette. Lui fu divertito dal tono di sfida con cui gli si rivolse. «Buongiorno, signore. Ci avete sorpreso.» Edward la salutò con un cenno del capo. «Miss Petrie. Permettetemi di congratularmi con voi per la vostra velocità. Dubito che miss Froom avrebbe scartato tanto agilmente.» «Immagino che disapproviate, Mr. Barraclough.» «Cosa?» domandò lui. «Il nostro comportamento poco femminile.» Edward guardò le due nipoti e scosse la testa. «Non le avevo viste tanto allegre da quando sono arrivate in Inghilterra, in particolar modo Lisette. No, non disapprovo.» Rise, vedendo l'espressione di lei. «Le sembro un tale orco, miss Petrie?» «O... orco? No, no, sir. Certo che no! Scusatemi, devo richiamare in casa le ragazze. Non voglio che prendano freddo. Lisette! Pip!» Gli fece un piccolo cenno imbarazzato e si avviò verso le ragazze. Lui fu colpito nel vedere come loro correvano da lei, la prendevano a braccetto, una per parte, e cominciavano a tirarla verso di lui. Lo salutarono con il solito affetto, ma quando miss Petrie chiese loro di rientrare, ubbidirono subito. «Avete fatto un buon lavoro, miss Petrie» la gratifico', mentre seguivano le ragazze a un passo meno affrettato. «Credo di aver scelto l'istitutrice giusta, dopo tutto.» «Scelto, sir?» disse lei con un'occhiata scettica.«Avevo l'impressione che mi consideraste un ripiego.» «Eravate troppo graziosa. Ditemi, perché vi tirate i capelli in quell'orribile crocchia? Avete degli splendidi riccioli color miele.» Aveva parlato senza riflettere. Non appena quelle parole ebbero lasciato la sua bocca, le rimpianse. La giovane donna sarebbe stata imbarazzata da un'osservazione tanto personale da parte del suo datore di lavoro. Ma miss Petrie non arrossi' né perse la compostezza. I suoi occhi a un tratto non furono più color fiordaliso, ma di un blu glaciale. Lo raggelo' con un'occhiata che lui si sarebbe aspettato di ricevere da una duchessa in un salotto di Londra. «Ma inadatti a un'istitutrice» puntualizzo' con freddezza. «Scusatemi.» Accelero' il passo verso casa. Edward la raggiunse sulla porta. «È stata un'impertinenza imperdonabile. Vi prego, accettate le mie scuse.» Lei esitò, ancora ammantata di gelo. «Molto bene, sir. Ma se volete scusarmi, devo occuparmi delle vostre nipoti.» Accenno' una riverenza e si avviò verso le scale. Lui si chiuse in biblioteca e si lasciò cadere in poltrona. Che stupido era stato! Perché diavolo aveva fatto un commento così assurdo? Anche se... proprio assurdo non era. Miss Petrie stava davvero meglio con i capelli sciolti. Respinse il pensiero, infastidito. Miss Petrie era un'istitutrice. Non si facevano complimenti tanto personali alle dipendenti. Li si riservava alle dame dell'alta società o alla propria amante. Santi numi, perché era rimasto così turbato dall'episodio? Si era scusato, no? La ragazza non era nemmeno il suo tipo. Era ridotto proprio male, se una scialba istitutrice riusciva a farlo sentire in difetto per aver fatto un commento del tutto innocente sui suoi capelli! Chi diavolo si credeva di essere? Edward si alzò e si diresse fuori della stanza, chiamando a gran voce il suo stalliere. Era di pessimo umore.
   
 
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