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Autore: LaTuM    01/11/2021    2 recensioni
“Dormi, l’antidolorifico oramai dovrebbe aver fatto effetto.”
Izuku sorride mentre vede il biondo sdraiarsi nuovamente accanto a lui. Sente gli occhi inumidirsi, ma non per il dolore. È sinceramente commosso, stupito (e stupido, direbbe Kacchan). Il modo in cui Katsuki si prende cura di lui è unico, pochi riuscirebbero a capirlo ma Izuku è bravo a farlo.
Deku si è fatto male a una caviglia cadendo dalle scale.
La notte non riesce a dormire per il dolore, per fortuna accanto a lui c'è Kacchan che lo aiuta.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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F***k the Pain Away

Premessa: chiedo scusa per gli errori di battitura ma ho una mano fuori gioco e scrivere al pc è difficile.


Disclaimer: Non è mio ed è tristemente palese che da tutto ciò non ci ricaverò neanche uno zellino.

Warning: spoiler del manga.



F**k the Pain Away


“Ahia!”

“Smettila di lamentarti, stupido nerd!”

“E tu smettila di essere così irruento… lo stai facendo apposta?”

“Tsk… così magari ti convinci a farti vedere. Non servi a nessuno se non sei in grado di camminare con le tue gambe!”

Izuku sospira sedendosi meglio sul divano e appoggiando la gamba destra sul cuscino che Bakugou, con poca delicatezza, gli ha appena lanciato sulla caviglia dolente.


Era scivolato come uno stupido qualche ora prima mentre stava andando a buttare la pattumiera. Scivolato. Dalle scale. Ok, si era distratto a guardare per una frazione di secondo il cellulare che gli aveva notificato l’arrivo di un messaggio e, per quanto avesse percorso più e più volte quelle scale, contando i gradini come solo i soggetti affetti da un disturbo ossessivo compulsivo avrebbero fatto, aveva mancato il penultimo ed era scivolato. La caduta era stata così rapida che si era ritrovato in un attimo con il sedere per terra, la pattumiera in una mano, il telefono nell’altra e un dolore molto, molto fastidioso alla caviglia. Aveva fatto un respiro profondo, aspettato qualche minuto e poi, con calma, si era rialzato, era andato a buttare la pattumiera per poi tornare di sopra. Aveva recuperato del ghiaccio dal freezer ed era rimasto tranquillo per una ventina di minuti prima di sentire le chiavi di Katsuki iniziare a forzare la serratura con poca grazia. Prima o poi Kacchan avrebbe fatto esplodere la porta, se non si fossero decisi a cambiarla al più presto. Avevano preso quell’appartamento quando i risparmi erano pochi e il tempo che avevano trascorso insieme ancora meno, ma quando Kacchan gli aveva lanciato un paio di chiavi, Izuku aveva sorriso. Erano quasi due anni che vivevano lì, la serratura continuava a non funzionare e la porta era ancora stranamente nei suoi cardini.


Izuku si alza dal divano facendo attenzione a non appoggiare troppo il piede e rimette il ghiaccio in freezer. Non vuole che Kacchan pensi che non abbia voglia di uscire come avevano pianificato quella mattina prima che Dynamight prendesse servizio. Passare la serata con la Bakusquad lo mette sempre un po’ a disagio (più che altro perché Kacchan perde speso la pazienza quando è in loro compagnia), ma per fortuna le abitudini del biondo non sono cambiate molto e ora, a meno che non lavori la notte, è solito andare a letto alle nove e mezza (anziché alle otto). Izuku ce l’avrebbe fatta: sia con la sua caviglia che con i loro rumorosissimi e invadenti ex compagni di liceo.


Ovviamente Izuku si sbagliava di grosso e dopo aver trascorso un paio d’ore seduto in compagnia degli altri ragazzi, quando fa per alzarsi, le sue gambe cedono, facendolo cadere (di nuovo) a terra, attirando le risate degli altri e uno sguardo preoccupato e arrabbiato da parte di Bakugou.

“Cos’hai combinato, Deku?” gli domanda il biondo scostando con poca grazia Kaminari che gli ostacolava il passaggio.

“Sono caduto.”

“Questo lo vedo anch’io...”

“Prima che tu tornassi a casa. Sono scivolato sulle scale, ma sto bene. Non mi sono rotto niente” risponde Izuku con un sorriso.

“Non serve rompersi qualcosa per non riuscire a camminare, inutile Deku” borbotta Katsuki ma senza la sua solita rabbia. Si china verso di lui e gli mette un braccio intorno alla vita e appoggia quello di Izuku sulle proprie spalle, così da sorreggerlo. Stavolta sarebbe stato il suo bastone: un alto, arrabbiatissimo ed esplosivo bastone.


“Domani sarò come nuovo.”

“Sì, come no...” gli risponde Katsuki andando a prendere un altro panetto di ghiaccio dal freezer “Domani sarà ancora peggio. Dovresti andare a farti vedere.”

Izuku storce la bocca.

“Kacchan, ho dormito più notti in un letto di ospedale che nel mio, non andrò a piagnucolare per una stupida storta.”

“Domani, quando non riuscirai ad alzarti dal letto, non ti lamentare” brontola l’altro posizionando con un’inaspettata delicatezza il ghiaccio sulla caviglia del compagno. Era vero, ne aveva passate talmente tante, si era rotto le ossa così tante volte che una storta era davvero una sciocchezza, ma il dolore una ferita durante uno scontro spesso veniva mitigato dall’adrenalina, ma nella tranquillità della loro casa, quel fastidio è molto più invalidante. Facendo attenzione a non fagli male, Katsuki sfiora l’esterno della caviglia di Izuku, oramai gonfia e arrossata. Gli prende delicatamente il tallone e spinge con l’altra mano del dita del piede, monitorando con attenzione le reazioni dell’altro.

“Ti fa male?”

“Non proprio...”

“Così?” chiede ruotando leggermente l’articolazione e vedendo una smorfia di dolore sul volto di Izuku.

“Mi da un po’ fastidio...”

“Beh, rotta non è rotta. Ma sei tu l’esperto.”

Izuku sorride beandosi di quel contatto così delicato ma al tempo stesso colmo di attenzioni da parte di Kacchan, del suo Kacchan. Le sue mani calde e la delicatezza dei suoi movimenti stridono un po’ con i suoi modi e le sue parole graffianti, ma oramai Izuku ha imparato a non farci più caso e a vedere oltre la facciata del rude Dynamight, un Hero che viene spesso scambiato per un Villain ma che in realtà è un eroe più puro di tanti altri. È solo pessimo nel dimostrarlo. Izuku non ha dimenticato nulla di quanto era accaduto in passato, la loro amicizia è stata travagliata, piena di rancore e frasi sbagliate, segreti e il bisogno continuo di primeggiare l’uno sull’altro, ma alla fine hanno imparato a rispettarsi.


Ed era proprio rispettandosi che avevano capito che il loro comportamento era come quello di due bambini che cercano di continuo di l’attenzione l’uno dell’altro (Aizawa aveva ragione a definirli dei ragazzi problematici). Poco prima del diploma, dopo l’ultimo esame finale in cui avevano ottenuto lo stesso punteggio, Bakugou stava fumando di rabbia e Izuku cercava di riprendere fiato e distarsi dal dolore dell’ennesimo dito rotto. Il biondo si era girato verso di lui afferrandolo per un lembo del suo costume, come se volesse farlo diventare un tutt’uno con il muro a cui si erano appoggiati sibilando qualcosa tipo ‘inutile merDeku’. Izuku aveva fatto lo stesso con il bavero del costume invernale dell’altro rispondendogli con uno ‘stupido Kacchan’. E poi i loro corpi si erano mossi da soli, senza pensare, e si erano dati il più rude, goffo e polveroso bacio della storia. E il resto era venuto da sé. Nessuno si era davvero sorpreso quando li avevano visti insieme. Non avevano fatto nulla per nascondersi ma nemmeno avevano sbandierato la cosa ai quattro venti, visto che nemmeno loro sapevano davvero cosa ci fosse tra loro. Tutto era un continuo divenire, non si erano mai dati un etichetta, non si erano mai detti cose sdolcinate (anche se Izuku ogni tanto doveva mordersi la lingua per non farlo)… non serviva, perché loro due erano Deku e Kacchan. Non servivano le parole, avevano comunicato per una vita con i gesti. E, obiettivamente, considerata l’indole di Katsuki, era meglio continuassero così.


Kacchan…?”

Uhm…?”

Non hai sonno?” chiede Izuku, considerato che erano già le dieci passate.

Sì, ma un inutile Deku ha pensato bene di sfracellarsi giù dalle scale e finché il ghiaccio non avrà fatto effetto non posso portarti a letto.”

Kacchan...” mormora Izuku arrossendo e stringendo le nocche, facendo arrossire Katsuki a sua volta.

Non in quel senso, scemo. Come pensi di arrivare in camera? Saltellando su un piede solo?”

Izuku apre la bocca per rispondergli ma si rende conto che l’altro ha ragione.

Io ho sempre ragione” mormora il biondo avvicinandosi al volto dell’altro con un sorriso beffardo.

Kac-chan...”

Katsuki posa le labbra sulla pelle sensibile del collo di Izuku, inspirando il suo profumo, mentre lo sente tremare leggermente.

Freddo?”

Izuku scuote la testa e Katsuki sorride mentre l’altro fa scorrere le dita tra i suoi capelli biondi disordinati, stringendolo a sé.

Mi porti a letto, Kacchan?”

Piccolo pervertito...” mormora Katsuki unendo le sue labbra a quelle secche e umide di Izuku. Quest’ultimo apre leggermente la bocca facendo guizzare fuori la lingua che, dispettosa va a cercare quella del biondo, calda e dolce esattamente come il suo profumo. Izuku geme docilmente in quel bacio, godendosi la dolcezza di quel gesto lento ma che sa di casa, bisogno e protezione. Esattamente quello che sono sempre stati l’uno per l’altro.

Forza impiastro” dice Bakugou interrompendo il bacio “E’ inutile rimanere qui, tanto domani comunque non riuscirai a camminare. Tanto vale la pena andare a dormire.”

Non essere pessimista” lo rimprovera Izuku muovendosi sul divano cercando di mettersi in piedi.

Katsuki scuote la testa sbuffando: Deku è proprio senza speranze. Gli mette un braccio sotto le ginocchia e uno dietro la schiena, sollevandolo senza la minima difficoltà.

Kacchan!” dice Izuku con un tono di voce più alto di quanto avrebbe effettivamente voluto, affondando il viso nella maglia dell’altro, imbarazzato dalla posizione in cui si ritrovava.

Ce la fai a lavarti i denti da solo?” gli chiede il biondo prima di depositarlo gentilmente sul bordo della vasca.

Ho preso una storta alla caviglia, non mi sono rotto un polso.”

Con te non si può mai dare nulla per scontato” risponde Katsuki preparando lo spazzolino per Izuku e dopo averlo inumidito, glielo passa, insieme a un bicchiere colmo d’acqua.

Izuku ha il buon senso di aspettare a prendere un sorso d’acqua perché lo spettacolo di Kacchan che si lavava i denti inveendo contro i germi era una delle cose che non smette di divertirlo e più e più volte si era ritrovato con la schiuma del dentifricio che usciva dal naso per il troppo ridere a quella vista.

Che hai da guardare?” gli chiede il biondo dopo aver finito di sciacquarsi la bocca.

Niente” risponde Izuku prima di iniziare a spazzolarsi i denti a sua volta, ma con meno aggressività.

Bakugou lo aiuta a lavarsi e cambiarsi prima di sorreggerlo fino a che non riesce a farlo sdraiare comodamente sul letto. Per fortuna fa caldo, così gli mette solo un lembo di lenzuolo sulla pancia e con un cuscino che ha recuperato dall’armadio, così da creagli un piccolo sostegno per la caviglia. Non capisce come Deku, indipendentemente dalla temperatura esterna, abbia sempre bisogno di qualcosa che lo copra mentre dorme. Katsuki, vista la natura del suo Quirk, è particolarmente sensibile al freddo, ma quando fa caldo meno strati di tessuto ha addosso meglio sta, anche se questo vuol dire fare un bucato ogni due giorni visto che il suo sudore dolciastro alla lunga rischia di essere nauseante. E pericoloso: era capitato solo una volta, ma il troppo caldo – o forse il cortocircuito del vecchio telefono di Deku, avevano fatto prendere fuoco al materasso.

Buonanotte Deku.”

Anche a te Kacchan...”


Bakugou viene svegliato verso le tre del mattino da un lamento soffocato. Di solito ha il sonno piuttosto pesante, ma gli è impossibile non percepire il disagio del ragazzo che dorme – o che per lo meno, cerca di farlo – accanto a lui.

Deku…?” lo chiama il biondo con la voce impastata dal sonno ma vigile.

Scusami, ti ho svegliato...” mormora Izuku.

Che succede?”

Niente...”

Deku…” lo rimprovera Katsuki.

Avevi ragione. Mi fa male.”

Non hai idea di quanto voglia dirti te l’avevo detto… Oh, l’ho appena fatto.”

Speravo di essermi fatto così male. Con tutte le ossa che mi sono rotto, non-”

Lascia perdere” lo interrompe il biondo “Dammi due minuti” dice poi alzandosi e sparendo verso la zona giorno. Izuku lo sente trafficare tra un armadietto in bagno e la cucina prima di vederlo tornare con un bicchiere in mano.

E’ il solito antidolorifico ma dovrebbe bastare. Domani andiamo in ospedale. Un paio d’ore e sarai come nuovo.”

Izuku accetta volentieri il bicchiere e trangugia il liquido dolciastro - che sa davvero tanto di medicina - senza troppe cerimonie. Anche lavorando come Pro Heros ricevono tutte le cure di cui hanno bisogno esattamente come accadeva a scuola, ma ogni tanto capita che si facciano male durante gli allenamenti o che i dolori si ripropongano, quindi è necessario avere almeno una piccola scorta di antidolorifici sempre a disposizione. Niente di particolarmente forte – così da non interferire con i Quirk di guarigione – ma sufficienti da permettergli di prendere sonno senza difficoltà quando i dolori si fanno sentire in piena notte.

Izuku appoggia il bicchiere sul comodino e si butta con la testa sul cuscino, facendo un respiro profondo. Si sente così sciocco e debole per essersi fatto male in modo così stupido e l’idea di farsi visitare per una banalissima distorsione alla caviglia lo fa vergognare molto più di quanto vorrebbe ammettere.

Va un po’ meglio?” gli domanda Katsuki dopo qualche minuto in cui Izuku non è ancora riuscito a riprendere sonno. La caviglia pulsa e ogni cosa sembrava dargli fastidio: il lenzuolo che lo copre troppo poco, il cuscino troppo basso, la finestra troppo aperta che fa entrare troppa luce.

Si volta verso il ragazzo alla sua sinistra e lo vede sdraiato di lato con la testa appoggiata alla mano che lo osserva attentamente. Nonostante il suo assurdo bisogno di essere sempre coperto mentre dorme, Kacchan invece ha caldo e mentre gli preparava l’antidolorifico si era probabilmente tolto la canotta che era solito indossare in casa o come pigiama. Facendo molta attenzione ai propri movimenti, Izuku si gira sul letto quel tanto che basta per poter osservare il biondo e portare una mano all’altezza del suo stomaco, sfiorandogli gli addominali ben definiti di cui tanto è orgoglioso. Le sue dita però vanno ad accarezzare quella grande cicatrice che deturpa il suo corpo. Tutti loro sono pieni di cicatrici, è uno dei requisiti minimi per l’assunzione: un Hero che ha combattuto porta i segni delle battaglie sulla propria pelle. Izuku ha anche tutte quelle che si è procurato quando non era in grado di controllare il One for All e faceva più danni a se stesso che ai Villain, ma quelle di Katsuki… quelle sono le cicatrici di un vero eroe, del suo eroe. Del ragazzo di sedici anni che quando lo ha visto in difficoltà e in serio pericolo, non ha esitato a spingerlo via dall’attacco di Shigaraki e farsi trafiggere al suo posto.

Kacchan è l’eroe personale di Deku.

Forse è stato proprio in quel momento che Izuku si era reso conto chi fosse davvero per lui Kacchan, quanto contasse per lui la presenza di quel ragazzo scorbutico e sempre arrabbiato nella propria vita. E gli piace pensare che per Kacchan possa essere stato lo stesso, anche se non glielo ha mai detto e forse non glielo dirà mai, perché Kacchan è fatto così. A parole non sa cosa voglia dire o come si faccia a essere gentili e affettuosi: è sempre scontroso e inappropriato nei suoi commenti, il che fa a pugni con quello che fa e come è in grado di dimostrare quanto davvero ci tenga. A chiunque.

Al liceo Kacchan è cambiato e Izuku ha visto gli enormi progressi fatti dall’amico d’infanzia che per anni era stato il suo bullo personale. L’ha perdonato perché Katsuki gli ha chiesto scusa e gli ha dimostrato di essere meritevole del suo perdono. Kacchan è in grado di occuparsi degli altri, ma lo fa a modo suo. Lo ha fatto preparando la soba per Todoroki quando non mangiava perché particolarmente preoccupato per Dabi o Endevour (o entrambi), il katsudon per lui quando era stanco e giù di morale o la colazione per tutti quelle mattine i cui tutti gli svegliavano stremati per la giornata precedente che li aveva spinti oltre il limite. Plus Ultra.

Kacchan era ed è il suo Plus Ultra.

Izuku sorride a quel pensiero, continuando ad accarezzare la pelle del biondo, soffermandosi sopratutto su quelle cicatrici di cui, involontariamente, era stato la causa.

Katsuki si avvicina a lui, facendo attenzione a non far muovere troppo il materasso per non dargli fastidio alla caviglia.

Deku...” mormora Kacchan prima di socchiudere le labbra e scontrasi con la bocca di Izuku. Le loro lingue si incontrano e scontrano in quello che era il livello successivo dei loro battibecchi, del loro continuo incontrarsi e scontrarsi, cercando di dimostrare che sono i più forti, che sarebbero diventati il Numero Uno.

Gemono l’uno nella bocca dell’altro, stringendosi e avvicinandosi perché non riescono ad averne abbastanza del loro sapore, del loro calore e della sensazione della loro pelle calda e frastagliata dai segni delle loro battaglie. Katsuki sa che Izuku si sente in colpa per quei segni indelebili che l’ha costretto a portare, ma sa anche quanto queste cicatrici lo eccitino. Forse perché Katsuki sa che Deku sa leggere quelle cicatrici. Per Izuku quelle sono un ti amo scritto in Braille sulla pelle di Kacchan, una dichiarazione che solo lui può vedere, leggere e sfiorare. Qualunque cosa accadrà nella loro vita, quelle cicatrici saranno per sempre dedicate a lui, nel bene e nel male. E Izuku spera per sempre.

Katsuki si fa ancora più vicino e spinge la propria eccitazione contro la coscia di Izuku che si aggrappa a lui, cercando di respirare direttamente dai suoi polmoni.

Kacchan...

Il biondo sorride nel bacio e fa scorrere una mano sul fianco di Izuku, fino a raggiungere l’elastico dei vecchi bermuda di All Might che si ostina a indossare nonostante si siano ristretti per i troppi lavaggi. Deku fa lo stesso con l’ultimo strato di tessuto che Katsuki ancora indossa. Pelle contro pelle, il corpo caldo e dolce di Kacchan si spinge verso quello più minuto ma altrettanto robusto, caldo e bisognoso dell’altro.

Ssshhh… sta buono, o ti farai male” sussurra Katsuki all’orecchio di Izuku prima di tracciare con la lingua una lieve scia che parte dal lobo, scende sul collo e poi si ricongiunge alla bocca dell’altro.

Lo spinge delicatamente sul materasso e si mette a cavalcioni su di lui, beandosi di quel contatto e del suono sorpreso e al tempo stesso eccitato che esce dalle labbra di Izuku.

Ti prego Kacchan...”

La stanza è buia, ma Katsuki riesce a vedere gli occhi di Izuku brillare di desiderio e bisogno. Si china per baciarlo beandosi di quel calore e delle mani dell’altro che si aggrappano a lui come se la sua stessa vita dipendesse da quello.

La frizione della loro pelle li fa gemere sommessamente finché Katsuki con una presa decisa afferra saldamente le erezioni di entrambi, iniziando a muovere la mano a un ritmo sempre più concitato. I gemiti di Izuku sono un balsamo per le sue orecchie e la vista del ragazzo che inarca la schiena a ricerca di un contatto più profondo gli incendia l’animo.

Bakugou è il primo a riversarsi nella sua stessa mano, seguito poco dopo da Izuku che emette un gemito soddisfatto, messo subito a tacere dall’ennesimo bacio del biondo. Katsuki non lo ammetterebbe mai, ma adora baciare Deku.

Sei rumoroso...” gli sussurra a fior di labbra, facendolo sorridere mentre entrambi cercando di riprendere fiato.

Me l’hai già detto.”

Prima o poi qualcuno si lamenterà...”

Non finché ci sei qui tu. Nessuno ha voglia di farsi esplodere.”

Katsuki vorrebbe rispondergli che non farebbe mai esplodere nessuno, ma sa perfettamente che lo direbbe solo per fare un dispetto a Deku. Si alza dal letto e recupera un panno pulito da un cassetto per rimuovere le tracce del loro piacere dalle proprie mani e dal ventre di Izuku.

Ok, sei a posto” dice Katsuki rivestendolo e coprendolo nuovamente con un lembo di lenzuolo.

Uhm?”

Dormi, l’antidolorifico oramai dovrebbe aver fatto effetto.”

Izuku sorride mentre vede il biondo sdraiarsi nuovamente accanto a lui. Sente gli occhi inumidirsi, ma non per il dolore. È sinceramente commosso, stupito (e stupido, direbbe Kacchan). Il modo in cui Katsuki si prende cura di lui è unico, pochi riuscirebbero a capirlo ma Izuku è diventato bravo a leggere i suoi comportamenti e i suoi gesti, spesso all’apparenza rudi ma che in realtà celano complicità, rispetto e affetto. Amore, vorrebbe dire Izuku ma non gli va. È una parola troppo grossa e complicata da gestire. Non importa se non la sentirà mai, Kacchan la usa tutti i giorni, basta solo leggere tra le righe.

Izuku ama parlare, ama le parole e la loro potenza, ma con Kacchan non servono.

Ed è oggettivamente comprovato che, se rimane zitto, Bakugou Katsuki è una persona splendida. Sotto ogni punto di vista.





Note dell’autrice:

...io volevo scrivere fluff.

Ne è uscito un soft p0rn.

Hanno fatto tutto questi due, io non me ne assumo la responsabilità.

Mi piaceva l’immagine di Izuku che sfiorava le cicatrici di Kacchan e poi… è andata così.

Il titolo è una canzone di Sex Education S3 che si presta alla perfezione.


   
 
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