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Autore: eddiefrancesco    01/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Dall'alto della sua finestra, Octavia guardò Mr. Barraclough allontanarsi a cavallo. Sembrava irritato. Non c'era da stupirsene. La sua reazione al commento riguardo ai capelli era stata quella di Octavia, figlia del quarto Conte di Warnham, non quella che ci si sarebbe aspettata da miss Petrie, l'istitutrice. Miss Petrie avrebbe anche potuto esserne imbarazzata, ma sarebbe stata attenta a non offendere, visto che il suo datore di lavoro si era scusato quasi immediatamente. La verità consisteva nel fatto che lei era rimasta sorpresa dal piacere provato per quello che lui le aveva detto. Aveva ricevuto molti complimenti in vita sua, e fatto caso a ben pochi. Perché l'osservazione di Edward Barraclough l'aveva colpita tanto? Non era certo il tipo che lei ammirava. Né il complimento era stato espresso in modo particolarmente lusinghiero. Perché allora le aveva fatto così piacere? Non ne aveva la minima idea! Voltò le spalle alla finestra e si mise a passeggiare avanti e indietro per la stanza con nervosismo. Doveva essere più cauta. La situazione era esattamente quella che Edward Barraclough aveva temuto quando era stato riluttante ad assumerla. Troppo giovane e troppo graziosa... Queste erano state le sue obiezioni. Una farfalletta! Be', gli aveva dimostrato di non esserlo, ma probabilmente ora lui si pentiva di aver abbassato la guardia. Octavia ebbe un sospiro di frustrazione. Si era impegnata a fondo per smentire i pregiudizi di lui, e adesso era come se tutti i suoi sforzi fossero andati sprecati. Tornò a sedersi accanto alla finestra. Quelle ultime settimane erano state molto piacevoli. Le ragazze Barraclough erano affettuose, ricettive e, ciascuna a suo modo, fantasiose. Era un piacere essere la loro insegnante. E recentemente aveva visto un lato nuovo in Edward Barraclough. Non sembrava più l'orco che lei aveva creduto. Da quando aveva preso a unirsi a loro nelle passeggiate pomeridiane, le era parso più umano, con un senso dell'umorismo inaspettatamente spiccato, e a volte venato di ironia. Spesso, si era sorpresa ad apprezzare la sua compagnia. Si, Edward Barraclough era un uomo decisamente interessante. Gli aveva mostrato questo interesse troppo apertamente? Lui aveva cominciato a pensare che poteva trovare un piccolo diversivo, lì, per rendere più piacevole il tempo che era costretto a trascorrere a Wychford prima dell'arrivo della cognata? Un piccolo intrigo con l'istitutrice? Octavia si fermò al centro della stanza. Era un pensiero sgradevole. Se le cose stavano così, prima fosse riuscita a dimostrare a Mr. Edward Barraclough che si sbagliava, meglio sarebbe stato! Era ora di prendersi una pausa. L'indomani gli avrebbe chiesto le giornate libere che lui le aveva concesso e al ritorno si sarebbe controllata maggiormente. I suoi sospetti aumentarono quando Mr. Barraclough invitò lei e Lisette a cenare con lui. Sino a quel momento, ogni volta che era rimasto a casa la sera, a Wychford, si era sempre seduto a tavola da solo. Perché un tale cambiamento, quella sera? Lei era tentata di rifiutare, ma Lisette la imploro' di accompagnarla. «Dovete venire, miss Petrie! Non saprei cosa dire o fare senza il vostro aiuto.» «Sono sciocchezze, Lisette, e lo sapete. Ceniamo tutte le sere, e i vostri modi sono sempre perfetti.» «Sento che mi dimenticherò tutto se non ci sarete voi. Voglio bene a Edward, ma a volte mi intimidisce, soprattutto quando si mette a parlare di politica. E questa sarebbe la prima volta che ceno in sala da pranzo. Sarò così nervosa che non riuscirò a spiccicare una parola. No, dovete venire. Per favore, non rifiutate!» Così Octavia cedette, aiutò Lisette a scegliere l'abito, poi si ritirò in camera propria a prepararsi. Non aveva molti vestiti tra cui scegliere. Non le era stato difficile trovare nel suo guardaroba semplici abiti da giorno adatti a Wychford, ma la maggior parte dei suoi abiti formali era troppo frivola o troppo ovviamente costosa e nessuno era adatto a una istitutrice. Alla fine, si era portata un abito di mussola grigia che aveva indossato durante il lutto per sua madre. Era accollato, con maniche che arrivavano fino al gomito e uno strascico non troppo vistoso. Lo indossò, aggiungendo un ampio colletto di pizzo che era appartenuto a sua madre. Aveva legato i capelli nella solita crocchia, aggiungendo una piccola cuffia nello stesso pizzo e resistendo alla tentazione di lasciar cadere sulle spalle qualcuno dei suoi famosi riccioli. All'ora convenuta, passò a prendere Lisette e scese con lei. Edward Barraclough le aspettava in fondo alle scale. Per un attimo le fissò senza sorridere. Il primo pensiero di Octavia fu quanto stesse bene in abito da sera. Il secondo, che nessun abito poteva nascondere quello che era. Non ci sarebbe potuto essere maggior contrasto tra il suo primo amore, e quell'uomo. Le scale erano fiocamente illuminate, ed Edward non vide subito miss Petrie. Era nascosta dietro a Lisette e indossava un abito scuro. Poi lei si mosse e lui vide il tocco bianco alla sua gola. Le sue mani si alzarono per raddrizzare le spalle della ragazza, poi le due donne ripresero a scendere le scale insieme. Lisette era vestita di bianco, con gli occhi viola che scintillavano come stelle e le guance un po' arrossate per l'eccitazione. Edward la guardò con orgoglio e piacere. A parte la sua straordinaria bellezza, Lisette sembrava una normale, un po' emozionata, sedicenne. La tristezza che l'aveva oppressa dall'incidente occorso ai suoi genitori era quasi sparita. Spostò l'attenzione su miss Petrie. Indossava un abito grigio con il colletto di pizzo. I suoi capelli erano severamente raccolti sotto una piccola cuffia. L'effetto era di una modesta da quacchera, eppure aveva un'indefinibile aria di distinzione che mal si accordava con la sua immagine di scialba istitutrice. Che donna enigmatica! Edward si riscosse. L'invito a cena era stato a beneficio di Lisette. Voleva vedere come procedesse l'educazione sociale della nipote sotto la guida di miss Petrie, prima dell'arrivo della sua esigente cognata. Julia avrebbe protestato aspramente se le maniere di Lisette si fossero rilassate in sua assenza. E poi, dopo la gaff di quel pomeriggio, era curioso di vedere come se la sarebbe cavata anche miss Petrie in situazioni più formali. «Lisette, quell'abito ti dona moltissimo.» «Lo ha scelto miss Petrie, Edward, e mi ha consigliato anche gli accessori. Sono lieta che ti piaccia.» Edward si girò verso miss Petrie. «Diamo inizio alla cena?» Chiese freddamente. Non passò molto tempo prima che Edward si rendesse conto che i modi di Lisette erano impeccabili. Inoltre, gli stava venendo il sospetto che i criteri di giudizio di miss Petrie fossero elevati quanto quelli della sua rigorosa cognata, se non di più. Stentava a credere che le due eleganti creature che sedevano al suo tavolo fossero le stesse due donne che quel pomeriggio avevano inseguito il pallone sul prato! Al principio Lisette era innervosita da quella situazione nuova e formale e parlò poco. Ma Edward notò come miss Petrie gradualmente la stesse coinvolgendo nella conversazione, parlando di cose che la ragazza conosceva e chiedendole della vita ad Antigua. Dopo un po' Lisette acquisto' sicurezza e cominciò a parlare con spontaneità. Edward rivolse la sua attenzione all'istitutrice. Miss Petrie lo sconcertava sempre più a ogni incontro. Non era sorpreso dei suoi sforzi per far apparire Lisette sotto una buona luce, ma il modo in cui c'era riuscita, la pacatezza, la padronanza di sé, erano straordinari. E anche se era vestita con modestia, uno sguardo più attento gli aveva fatto capire che il pizzo che indossava doveva valere una fortuna. Da dove veniva quella donna? La lettera di Lady Dorney era entusiastica, ma a parte un accenno al fatto che miss Petrie si era presa cura di un parente malato, non conteneva informazioni riguardo alla sua famiglia. Quella era l'occasione giusta per saperne di più. In quel momento Lisette stava parlando del gioco del pomeriggio. «Sembrava che tu e Pip vi steste divertendo un mondo. Chi ve lo ha insegnato, Lisette?» «Miss Petrie. Conosce molti giochi. Li faceva con i suoi fratelli e le sue sorelle.» «La vostra è una famiglia numerosa, allora, miss Petrie?» «Si, signore. Io ero la più giovane.» «L'ottava, forse? Dato che il vostro nome è Octavia.» «Una volta eravamo in otto, si. Uno dei miei fratelli fu ucciso a Waterloo.» «Insieme a tantissimi altri. È stata davvero una vittoria conquistata a caro prezzo. In quale reggimento era?» «Il Cinquantaduesimo.» «Un reggimento d'assalto. Dovete essere fiera di lui. L'esercito è una tradizione di famiglia?» «Non direi. Stephen fu il primo dei miei fratelli ad arruolarsi» rispose lei brevemente. E prima che lui potesse farle altre domande, riprese: «Se ricordo bene, vi trovavate in India durante la campagna di Waterloo?» «Si, ho passato un certo periodo a Madras.» «Dev'essere stata un'esperienza interessante. La vita là è dura quanto si dice?» Con l'involontario aiuto di Lisette, che poneva molte domande, miss Petrie svio' la conversazione da se stessa alle esperienze di lui in India. Edward sospettava che non fosse un caso. Era stata molto abile, ma lui non era disposto a desistere. Non appena la conversazione langui', tornò alla carica. «Ditemi, miss Petrie, come avete incontrato Lady Dorney?» una breve pausa, poi lei rispose: «Conosce una persona per cui ho lavorato.» «Come istitutrice?» «No, credo di avervelo detto. Mi prendevo cura di un anziano gentiluomo.» «E perché avete deciso di lasciarlo?» «Non l'ho lasciato definitivamente, Mr. Barraclough. Avevamo bisogno tutti e due di un breve cambiamento. Ecco perché questo incarico a termine mi è parso ideale. Ora c'è un'altra persona accanto a lui.» «Capisco. E Lady Dorney è una sua amica, forse?» Lui la vide muoversi a disagio a quella domanda. «È una... una lontana parente» rispose dopo una pausa. «È anche amica vostra?» «Mi piace pensare così. È... è un po' più grande di me, e ha condotto una vita molto diversa dalla mia.» «Quanto diversa?» Miss Petrie lo guardò negli occhi. «Lady Dorney è una ricca vedova. E molto rispettata. È la prima persona alla quale ho pensato quando mi avete chiesto delle referenze. Non sono soddisfacenti, Mr. Barraclough? Posso procurarmene delle altre.» «Non sarà necessario. La lettera è molto esauriente. E io conosco i Dorney di fama.» «Bene!» Eccoli di nuovo, quel tono di asprezza, quella nota di sfida! Niente spaventava miss Petrie. «A proposito, Mr. Barraclough, vorrei che mi lasciaste libera per un giorno o due in un prossimo futuro, perché vorrei recarmi ad Ashcombe. Credo fossimo d'accordo sul fatto che avrei potuto visitare la mia famiglia occasionalmente, e non l'ho ancora fatto.» Anche se non avrebbe saputo spiegarne il motivo, Edward cercò una scusa per rifiutare e non la trovò. «Naturalmente. Mi rechero' a Londra domani, ma credo di potermi fermare qui per alcuni giorni, dopo. Il fine settimana vi starebbe bene?» «Miss Petrie! Perché dovete andare? A Pip e me mancherete tantissimo» esclamò Lisette. «Non starò assente a lungo.» Octavia sorrise. «Quarantotto ore al massimo. Il fine settimana andrà benissimo, Mr. Barraclough.» «Ma...» «Non cercare di dissuadere miss Petrie, Lisette. Potrebbe non avere soltanto un anziano parente a cui fare visita. Un corteggiatore, magari?» «È così, miss Petrie?» «Le istitutrici non hanno corteggiatori, Lisette. Sono riservati alle belle signorine che faranno il loro debutto in società la primavera prossima.» Lo aveva detto guardando Lisette con un sorriso affettuoso. Il sorriso svani' quando si rivolse a Edward. «Spero che l'infortunio occorso a Mrs. Barraclough non la costringerà a rimandare il viaggio per l'Inghilterra ancora per molto. Ci sono novità?» Edward decise di concederle la vittoria, per il momento. Sarebbe tornato a indagare sul passato di miss Petrie in un'altra occasione. «Per quanto ne so, tutto procede secondo i piani. Mia cognata è una donna forte e molto determinata. Verrà non appena potrà, ne sono sicuro. Siete tanto ansiosa di liberarvi di noi, miss Petrie?» «Per nulla, sir» replicò lei educatamente. «Ho accettato di restare per due mesi, e lo farò. Dopo questo periodo...» «Vedremo.» «Come dite voi, vedremo. E ora, credo che sia il momento di lasciarvi al vostro sigaro e al vostro porto, sir. Lisette?» «Non volete fare due chiacchiere in salotto finché non vi raggiungero'?» chiese lui con un sorriso ironico. «Credo di no.» Edward sentì la sfida nell'aria pacatamente decisa di lei e chiese: «E se io insistessi?» «In questo caso saremmo costrette ad accettare, naturalmente. Ma voi non sarete così irragionevole! Sono sicura che siete compiaciuto dalla condotta di Lisette, ma non è abituata a fare tardi.» Edward guardò Lisette e si accorse che faceva fatica a tenere gli occhi aperti. Rise. «Avete ragione! E siete nel giusto anche riguardo ad un altra cosa. Sono davvero soddisfatto di Lisette. Mi congratulo con voi per come l'avete guidata, miss Petrie. Miss Froom non avrebbe saputo fare di meglio. Buonanotte.» Lisette andò dallo zio e lo abbraccio'. «Buonanotte, Edward» disse con voce assonnata. «E grazie per la bella serata.» Andò alla porta. La sua istitutrice accenno' a seguirla. «Miss Petrie!» «Sir?» «Dovrete parlarmi ancora di vostro fratello, un giorno o l'altro. O devo offrirmi di accompagnarvi ad Ashcombe?» Gli occhi di lei si dilatarono per un istante, poi gli rispose con grazia: «Non sarà necessario, Mr. Barraclough. Mi avete promesso l'uso del vostro calesse, e sono in grado di guidarlo da sola. Non mi sognerei mai di farvi perdere tempo. Buonanotte. Grazie per la bella serata.» Lui la accompagnò alla porta. Gli arrivava a mala pena alla spalla, ma il suo portamento era altero e pieno di spirito mentre cominciava a salire con eleganza le scale, seguita dal piccolo strascico. Una governante davvero insolita, questa miss Petrie! Octavia non ebbe vita facile con la sua allieva più giovane, il giorno dopo. Pip era offesissima per non essere stata inclusa nell'invito a cena di Edward, e nessuno dei tentativi di Octavia di consolarla ebbe effetto su di lei. E quando Lisette informò la sorellina che avrebbero perso la compagnia di Octavia per due interi giorni, prese la notizia davvero male. Fu scontrosa durante le lezioni del mattino, si rifiutò di pranzare e uscì nel parco il pomeriggio prima che le altre fossero pronte.
   
 
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