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Autore: BeautyLovegood    01/11/2021    1 recensioni
Questa è una WHAT IF ambientata dopo il settimo capitolo di MAGIC
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Papà Azi? Papà Azi?”.

Aziraphale si svegliò e vide sua figlia che lo guardava con le lacrime agli occhi.

“Cos’è successo, principessina? Perché piangi?” le chiese accarezzandole una guancia bagnata, ma lei non riusciva a rispondere a causa dei singhiozzi, così Aziraphale la portò in cucina per prepararle la colazione della domenica, pancake con Nutella. Le preparò anche una tazza di latte caldo con una goccia di miele, ma Magic non volle neanche immergere un dito nella crema.

“Amore, se non mi dici che cosa ti prende, non saprò come aiutarti a far sparire queste lacrime”, insistette l’angelo, ma la bambina spostò il piatto e la tazza e continuò a piangere con la testa abbassata.

“Che cosa sta succedendo qui?”, chiese Crowley entrando in cucina con Darcy in braccio.

Magic guardò il suo rosso papà e il suo fratellino e saltò giù dalla sedia per attaccarsi alle gambe di Aziraphale, che l’accarezzò sulla testa.

“Magic, ti prego, dicci che cosa è successo. Qualunque cosa sia, possiamo aiutarti a risolverla”.

“Non mi crederete!”, disse lei nascondendo il viso nella pancia del suo papà angelo.

“Non dire sciocchezze, Magic! Avanti, parla”, intervenne Crowley.

Magic si asciugò le lacrime sul panciotto di Aziraphale e guardò il suo fratellino con rabbia.

“Darcy mi ha fatto male!”.

“Che cosa?”, chiesero in coro i due papà.

“Spiegaci com’è successo, Magic”, disse il demone.

“È uscito dalla culla, è saltato sul mio letto e mi ha dato i pugni sulla faccia! Non è una bugia!”, ammise la bambina e si mise di nuovo a piangere. Aziraphale la prese in braccio, guardò il suo compagno negli occhi, poi accarezzò la testa della figlia.

“Stai tranquilla, principessina, io ti credo. Quello che non capisco è perché non sei venuta a chiamarci, lo sai che io sono sempre sveglio”.

“Non è una bugia!”, ripeté Magic con la faccia nascosta nel collo del padre.

“Forse pensava che non le avremmo creduto”, ipotizzò Crowley, poi si rivolse a suo figlio.

“Darcy, è vero che hai dato le botte a tua sorella?”.

Il piccolo rispose agitando un pugno chiuso verso Magic, ma il demone glielo impedì.

“Magic, gli occhi di Darcy erano aperti o chiusi quando ti ha dato le botte?”.

“Chiusi…”, mormorò Magic.

“Come può un bambino di poco più di un anno essere sonnambulo?”, pensò Aziraphale a voce alta.

“Forse stava sognando. Anche a me capita alcune volte di camminare nel sonno mentre sogno. Il più delle volte quando mi sveglio scopro di essere…”.

Crowley s’interruppe per non far sapere al suo amato angelo delle volte in cui si era svegliato davanti alla porta della sua libreria e in pigiama o solo con i boxer addosso.

“Diceva anche qualcosa”, aggiunse Magic.

“Che cosa, tesoro mio?”, le chiese dolcemente Aziraphale.

“Papa Co mio! Papa Az mio!”, intervenne Darcy e allungò di nuovo il pugno verso Magic, ma Crowley lo portò fuori dalla cucina.

“Adesso faremo due chiacchiere, da demone ad angioletto con le corna”, gli disse dopo essere entrato nella stanza delle piante.

“Darcy, non devi mai più dare le botte a Magic e non devi essere geloso di lei. Papà Azi ed io vi amiamo allo stesso modo, perciò devi essere buono con tua sorella, che, come noi, ti vuole tanto bene e si prende cura di te. Riesci a capirlo?”.

Darcy gli toccò il tatuaggio del serpente e lo fissò negli occhi, fino ad annuire lentamente.

“Bravo, mio piccolo campione”, disse Crowley soddisfatto e gli diede un bacio sulla fronte.

“E ora andiamo a chiedere scusa alla nostra donna”.

E i due ritornarono in cucina.

Magic stava ancora piangendo in braccio ad Aziraphale.

“Magic? Tesoro? Darcy ha una cosa importante da dirti”, la chiamò Crowley.

I bambini si guardarono.

“Magi… ”, iniziò Darcy, ma poi non disse altro. Scusa era una delle tante parole che non conosceva ancora bene, così Crowley gliela sussurrò all’orecchio.

“Sciua!”, disse sputacchiando un po’ in faccia al demone, che strizzò gli occhi serpentini.

Magic rise mentre si asciugava le lacrime.

“Grazie, Darcy”.

I due papà sorrisero e si avvicinarono per permettere ai loro figli di darsi un bacio sulla guancia a vicenda. Approfittarono del momento per baciarsi anche loro, ma sulle labbra.

“No! No!”, protestarono i bambini e Crowley ed Aziraphale si staccarono.

“Guardate che il discorso della gelosia vale anche nei confronti delle coccole tra Papà Azi e il sottoscritto, guastafeste!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piano piano, Darcy sta mostrando il suo carattere. Un po' mi preoccupo per Magic, l'unica donna in una famiglia di maschi, ma lo sapete già quanto sia forte. Al prossimo capitolo!

  
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