Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: etienne86    04/11/2021    15 recensioni
Nella storia originale siamo a un passo dalla Rivoluzione. Quando Oscar e Andrè raggiungono i loro compagni in caserma il 13 luglio 1789, lei dichiara apertamente il loro legame, la decisione di lasciare l'esercito e seguire il suo uomo, anche di lottare col popolo francese, se lui lo vorrà. E Alain le propone di continuare a guidarli, ma schierandosi coi cittadini in rivolta. La malattia di Oscar rimane un segreto che lei si porterà nella tomba.
Ho immaginato uno scenario diverso...proprio partendo da qui (mentre mia figlia mi ripeteva le lezioni di storia...)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5

Capitolo 5



Si era avvicinato al ritratto per ultimo, quando ormai sua nonna e i genitori di Oscar avevano lasciato la sala. Lei lo fissava, sorseggiando un bicchiere di vino, seduta alle sue spalle.
Adesso sapeva perchè stesse sempre in disparte, perché evitasse di trovarsi solo con lei, troppo vicino. Aveva pensato che non volesse più condividere momenti insieme...e invece lo faceva unicamente per non correre il rischio di essere scoperto!
Rivolse lo sguardo al quadro che troneggiava di fronte a loro: il colpo di genio del pittore era stato quello di riuscire a riportarla indietro di quasi vent’anni, ritraendo, sul suo volto, i lineamenti giovanili dei suoi 18 anni, quando era capitano delle Guardie Reali. Ma Andrè non se ne era accorto. Fissava il dipinto, e non le sfuggirono il pugno serrato per lo sforzo e il suo prolungato silenzio. Questo suo ennesimo tentativo di celarle le reali condizioni della sua vista le fece male. Notò che era dimagrito, la camicia di batista bianca risultava eccessivamente ampia sulle sue spalle e sulle braccia: la vita da soldato semplice l’aveva provato, il lavoro era più duro e le condizioni in cui lo svolgeva più misere. La Guardia Nazionale non era certo famosa per le qualità del vitto ed alloggio riservate ai suoi uomini.
E infine Alain aveva ragione, Andrè era infelice, e lo era ormai da troppo tempo.
I suoi pensieri furono interrotti dalla sua voce, calda e limpida, com’era sempre stata, che descriveva il suo sorriso, cascate di fiori e rose attorno a lei, a ricordargli le campagne di Arras, la loro giovinezza. Pensò che il quadro visto con gli occhi di Andrè fosse più bello di quello che tutti gli altri avevano ammirato.
Si alzò e lo raggiunse. Gli prese la mano, sciogliendo il pugno ancora chiuso, e l'avvolse attorno al suo calice di vino.

Mi hai sempre visto come nessun altro” disse, fissando la sua immagine di dio della guerra in sella al suo cavallo. Poi si voltò verso di lui. “E continuerai a vedermi, Andrè, in qualche modo…”
La guardò a sua volta, poi lentamente sorseggiò il vino, senza aggiungere una parola. Era così vicina che poteva vederla, e coglieva l’emozione che la stava animando, gli occhi lucidi, e la forza di vincere una sua resistenza mentre gli parlava.

Andrè…un tempo…io…-esitò un attimo, poi riprese, convinta- sai, da giovane, quando vidi la futura regina obbligata a piegarsi alla contessa Du Burry, promisi in segreto che le avrei dedicato tutta la mia esistenza, ma ho disatteso quel giuramento. E nel periodo in cui Fersen fu mio ospite, al rientro dalla guerra d'America, giurai a me stessa che sarebbe stato l'unico uomo che avrei mai amato, ma ora non provo più quei sentimenti...e prima di lasciare il mio posto alla Guardia Reale ti comunicai con decisione che non avevo più bisogno di te, che avrei fatto affidamento solo sulle mie forze.” Alzò lo sguardo, cercando il suo.
Ma mi sbagliavo, Andrè…io…sono cambiata...”
Oscar…”
Dovrei lasciare l’esercito, Andrè. Dovrei lasciare Parigi…andare lontano...e con queste premesse non so se ho diritto di chiederti di credere ancora in me, ai miei propositi, a quello che sto per dirti...ma...quello che ora so, quello che sento, chiaramente, è che d’ora in poi…io non voglio più separarmi da te!”
Non era questo il discorso che si era preparata, mentre lo aspettava.
Voleva raccontargli dell'incontro con Bernard quella mattina, del piano che avevano insieme concordato, anche della sua malattia, ma in un altro momento, dopo la partenza...e invece non era più riuscita a trattenere quello che provava e sentiva per lui.
Andrè non aveva fatto domande, non aveva chiesto delucidazioni. Oscar aveva visto il suo volto illuminarsi e sorridere impercettibilmente. Come quando si riceve e si trattiene una grande gioia. Come lo aveva obbligato a fare per tutta la sua esistenza.

E' una vita che vengo con te, in ogni occasione. Ti pare che voglia cambiare proprio adesso?”
Aveva cercato di stemperare la tensione con un tono scherzoso.

Quindi verrai con me? Senza sapere dove andremo e perchè?”
Conosceva la risposta, ma aveva bisogno di sentirglielo dire.

Certo, Oscar! Com'è sempre stato e sempre sarà”
Stava per confessarle ancora che per lui la cosa importante era viverle accanto, ma si trattenne.

Spero  tu possa spiegarmi cosa succede...prima o poi...”
Non terminò la frase. Oscar era impallidita visibilmente, la fronte imperlata di sudore. La vide portarsi una mano alla bocca.

Che ti succede? Oscar?”
Si allontanò da lui voltandosi e dirigendosi rapidamente verso la porta.

Scusa Andrè, continueremo il discorso più tardi...io devo...prepara un bagaglio leggero, partiremo molto presto!” Le ultime parole lo raggiunsero che lei era già uscita.
Corse velocemente su per le scale, diretta alla sua camera, urtando malamente una cameriera che scendeva con della biancheria in mano, sentendo alle sue spalle lo sguardo indagatore di Andrè.
Sapeva cosa stava per scatenarsi, e non voleva che lui la vedesse così.
Chiuse a chiave la porta della sua stanza un attimo prima che la tosse le scoppiasse nel petto e la mano le si riempisse di sangue. Rimase accasciata davanti alla toeletta per interminabili minuti, finchè la crisi non passò, così com'era venuta. Si sciacquò le mani ed il viso per poi lasciarsi cadere sul letto. Nascose il volto nella piega del braccio e lentamente riprese a respirare regolarmente.
Ripensò ai progetti di cui aveva parlato con Bernard e, per la prima volta nella sua vita, pregò di avere tempo sufficiente per portare a compimento quanto aveva pianificato.

Andrè rientrò nel salone. Riunì su un vassoio il calice di vino e la bottiglia da cui era stato servito e si diresse alle cucine. Passando davanti all'ampio scalone lanciò un'occhiata verso la porta dell'appartamento di Oscar. Un gesto dettato dall'abitudine: in realtà non riusciva a vedere niente, lo sapeva.
Sentì sopraggiungere alle spalle sua nonna, in preda all'agitazione.

Oh, Andrè, per fortuna ti ho trovato! Vai subito con quel vassoio in cucina. E' arrivato un ragazzotto da Parigi, sostiene di dover incontrare il conte De Jarjayes. L'avrebbe mandato un certo Monsieur Chatelet, d'accordo con madamigella!” Andrè la fissò stupito.
Oh Cielo! Nemmeno tu ne sai niente? Va a parlarci, io ho troppo da fare coi preparativi, se il tempo lo consentirà dovremmo partire già domani!”
Dovremmo?” ripetè il nipote, grattandosi la testa.
Si, certo, verrò anch'io con te e madamigella Oscar! Credevi forse di andare a fare una scampagnata come quando eravate ragazzi?”
Lo fece sorridere vedere sua nonna infuriata come tanti anni addietro, con la cuffietta tutta storta e le mani piantate sui fianchi . Ma mentre si dirigeva alle cucine pensava a dove potesse mai avere intenzione di andare, Oscar, da portarsi appresso una donna anziana come sua nonna?
Entrò e appoggiò il vassoio. 
Non lo vide subito. Stava seduto in un angolo, le mani ossute avvicinavano alle labbra una scodella quasi più grande del suo stesso viso.

Buongiorno” lo salutò.
Il ragazzo abbassò la tazza e lo squadrò.

Sei Andrè, non è vero?”
L'uomo annuì.

Allora spero che saprai qualcosa di più di quella vecchietta isterica con cui ho parlato prima”
Potresti, per cominciare, dirmi come ti chiami. E per quanto riguarda la vecchietta, credo sia la stessa persona che ti ha riempito la scodella, potresti mostrare un po' più di rispetto!”
Il ragazzo sbuffò e si alzò in piedi. Anche così era una spanna più basso di lui.

Mi chiamo Gilbert. Gilbert Sugane”
All'udire quel nome il volto di Andrè si illuminò.

Si, proprio io, il piccolo Gilbert” continuò con tono scontroso “quello che tu e il conte avete salvato, una dozzina di anni fa. Me l'hanno raccontata infinite volte quella storia!”
Nonostante i modi antipatici, Andrè gli sorrise, sinceramente felice di incontrarlo nuovamente.

E dimmi, Gilbert, come stanno i tuoi genitori? Come mai ti hanno mandato a Parigi?”
Il ragazzo fece qualche passo attorno al tavolo, nervoso, come cercasse qualcosa. Gli rispose senza guardarlo in faccia, fissando la propria mano scorrere sulle assi di legno.

I miei genitori sono morti. E così i miei fratelli più piccoli. In miseria, come sono vissuti. Sono venuto a Parigi grazie all'aiuto di Robespierre, che conosceva mio padre”
Adesso guardava in modo distratto le suppellettili appese alle pareti.

Ho vissuto per un po' con mia sorella e suo marito. Ma è morta di parto questa primavera, e per mio cognato ero solo una bocca in più da sfamare.
Voleva segnalare il mio nome a quelli dell'esercito, stanno rastrellando le campagne per reclutare tutti quelli in grado di combattere, e lo fanno con le buone o con le cattive. Robespierre ha mandato qualcuno a prendermi e mi ha affidato a Bernard e Rosalie. Voglio combattere per il popolo, non per il Re e i nobili. E te lo dico chiaro e tondo, non sono contento che mi abbiano spedito qui. Non ci voglio stare, coi nobili...e i loro servi” concluse in tono sprezzante.

Sono colpito dalla riconoscenza che dimostri al conte de Jarjayes per averti salvato la vita” gli rispose Andrè.
Un gesto di clemenza non cancella una vita di soprusi” gli replicò.
Questa è un'affermazione di Robespierre, non è vero?”
Gilbert lo guardò, gli occhi stretti come due fessure.

Io non sono come te, non voglio ridurmi a servire un nobile solo per un pezzo di pane e un piatto di minestra calda! Se pensano di mandarmi qui a prendere il tuo posto perchè sei diventato cieco si sbagliano!”
A quel punto calò il silenzio. Gilbert capì di aver superato il limite, anche se non ne comprese subito il motivo. Andrè riprese a parlare, la voce molto bassa.
“Chi te lo ha detto? Chi ti ha detto che sto diventando cieco?”

Perchè, è un segreto forse?”
Nello sguardo improvvisamente indurito di Andrè capì che lo era, almeno per lui. Sospirò.
“Lo ha raccontato a Bernard il colonnello, stamattina”

Oscar?” chiese Andrè, l'unico occhio spalancato.
E chi altri?”
Prese una sedia e si lasciò cadere pesantemente. Ma lo sconforto si arrestò davanti ad un altro pensiero.
Allora...mi ha chiesto di seguirla, anche sapendo che tra poco non vedrò più nulla.
Sentì addosso lo sguardo di Gilbert, e pensò che aveva sopportato abbastanza.

Non so cosa ti abbia detto Bernard, riguardo questa missione insieme a me ed Oscar. Ma nessuno ha chiesto di reclutare un servo!” 
Si alzò e gli si avvicinò, fino al punto in cui poteva vedere nitidamente il suo volto.

E non permetterti mai più di parlare con tanto disprezzo di quello che fa un servitore e del perchè lo fa. Non puoi giudicare qualcosa o qualcuno che non conosci. Tu non mi conosci. Non conosci Oscar! La credi una nobile come tutti gli altri, ma lei...lei è come nessuno, Oscar è e sarà sempre solo Oscar! E io non ti permetto...”
Calma , Andrè, non ti arrabbiare” La sua voce lo interruppe, ed entrambi si voltarono mentre lei varcava la soglia delle cucine.
Gilbert” chiamò il ragazzo per nome avvicinandosi, il suo tono dolce come una carezza. Di fronte a quel viso così angelico, bello come lo ricordava, solo più umano e sofferente di come lo ricordava, il giovane Sugane abbandonò i suoi modi sostenuti. 
“Buongiorno conte de Jarjayes” e si aprì in un timido sorriso, a cui già mancava qualche dente.

Niente conte, sono solo Oscar, come ti ha detto Andrè poc'anzi-continuò lei- Sono felice che tu sia arrivato così presto. Sei stanco? Hai già mangiato?” Gilbert la guardava ammutolito: c'era una gentilezza sincera nei suoi modi che lo spiazzava.
Sissignore...volevo dire...si grazie”
Oscar si sedette al tavolo e fece cenno agli altri due di fare altrettanto.

Bene, allora. Marron, la governante, ti troverà un posto dove potrai riposare, per stanotte. Dobbiamo partire al più presto, se possibile già domani. Attorno a Parigi si stanno riunendo guarnigioni dell'esercito, spostarsi può diventare difficoltoso e sospetto. E' necessario prendere una nostra carrozza, togliere tutte le decorazioni, lo stemma di famiglia, meglio se sembri vecchia e usurata. Non abbiamo tempo per trovarne una comune, a Parigi. Puoi aiutare Andrè a farlo, Gilbert?” Il ragazzo annuì con la testa, come ammaliato dalle sue parole.
Bene, io mi occuperò di studiare il nostro percorso sulle mappe, ci aggiorniamo all'ora di cena”
Si alzò e lasciò la stanza, sfiorando il braccio di Andrè, che si voltò a seguire i suoi passi fino alla porta.












 









  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: etienne86