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Autore: eddiefrancesco    04/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Octavia non ricordava di aver mai visto Lord Warnham tanto contento, e quando arrivò il momento di lasciare Ashcombe poté farlo a cuor leggero. In realtà, Octavia era ben più preoccupata per quello che avrebbe trovato a Wychford, e si chiedeva se non fosse una sciocchezza farvi ritorno. Aveva riflettuto molto su come si era comportata il giorno dell'incidente occorso a Pip, e a come questo avrebbe influito sul suo rapporto con Edward Barraclough. Lui era parso sincero nelle sue scuse e nel desiderio di considerare il bacio una follia momentanea. Non si sarebbe ripetuto, di questo era certa. L'atteggiamento di Mr. Barraclough verso di lei nella settimana che era seguita era stato freddamente corretto. Le sarebbero mancate molte cose, se non fosse tornata a Wychford. Le sarebbero mancati il dolce fascino di Lisette e la vivacità di Pip. Le sarebbe mancata quella casa così particolare con le sue strane finestre, il suo lago e gli alberi secolari. Ma soprattutto, e questo la costernava, le sarebbe mancata la presenza inquietante di Edward Barraclough. Aveva deliberatamente sminuito l'importanza del bacio. Era stato un incidente, provocato da una situazione eccezionale, si era detta. Lei era sempre stata la persona più sensata e razionale di tutta la famiglia, per nulla propensa ai sentimentalismi. Battiti di cuore accelerati, respiri ansanti, i tormenti della passione erano per gli altri, non per Octavia Petrie. Era molto improbabile che perdesse di nuovo la testa. Ma il piacere che provava nel conversare con Edward Barraclough non era altrettanto facile da ignorare. Non uno dei giovani uomini che aveva incontrato durante la stagione londinese l'aveva interessata tanto. Un'altra questione la preoccupava. Lei e suo fratello Harry, i due Petrie più giovani, erano sempre stati molto uniti. Se non l'avesse trovata ad Ashcombe al suo ritorno in Inghilterra, sarebbe venuto a cercarla a Wychford. E sarebbe stato come lasciare libero un gatto tra i piccioni! Octavia si consolo' con il pensiero che ci sarebbe voluto del tempo prima che Harry potesse rientrare ad Ashcombe. Se lei non fosse già tornata a casa, lui avrebbe trovato un messaggio in cui gli chiedeva di non venire a cercarla. In passato erano stati spesso cospiratori. Lui non l'avrebbe tradita! Passò il resto del viaggio a rientrare nel proprio ruolo. Era sicura che quella assenza di due giorni l'avesse liberata dell'inappropriato ricordo del corpo caldo di Edward premuto contro il suo, dell'immagine del suo viso nello specchio. Era tornata la persona pratica e poco sentimentale che era sempre stata. Il suo dovere era verso Lisette e Philippa Barraclough, non il loro zio. Edward Barraclough scoprì irritato che l'assenza di miss Petrie non gli aveva giovato. Stava aspettando con irragionevole impazienza il ritorno di lei, e non perché fosse stato faticoso occuparsi delle ragazze. Quei due giorni si erano dimostrati abbastanza piacevoli. Ma in casa gli mancava qualcosa, e lui era arrivato alla triste conclusione che si trattava di miss Petrie. Aveva coscienziosamente tentato di togliersi dalla mente l'inaspettato piacere di quel bacio, come aveva promesso. Se lei doveva continuare a vivere a Wychford, certi pensieri erano proibiti. Se solo fosse stato possibile... Era strano che una donnina minuta come Octavia Petrie avesse prodotto su di lui un tale effetto. Prima di allora era sempre stato attratto da bellezze brune dagli occhi scuri ed esperte nei giochi amorosi. Né la loro mente né la loro conversazione lo avevano mai interessato. Fino a poco tempo prima gli sarebbe parso impossibile passare del tempo a parlare con una donna, godendo della sua compagnia, soprattutto se la donna in questione aveva i capelli tirati all'indietro e i lineamenti scialbi. Cosa lo attirava, in questa miss Petrie? Era il modo in cui il suo viso si trasformava quando rideva, il modo in cui stringeva gli occhi quando si concentrava, o come inarcava un sopracciglio per esprimere scetticismo o ironia? Era la sua capacità di sfidarlo pur restando perfettamente rispettosa? O l'irritante abitudine che aveva di chiarire il proprio punto di vista anche senza dire nulla? Comunque, non era affatto scialba. Il suo viso aveva una bellezza delicata, e anche se era piccola aveva uno splendido corpo... Edward Barraclough scattò su e scosse la testa. Doveva smetterla di pensare a miss Petrie e alle sue perfette proporzioni e fare qualcosa per guarire da quella follia. Occuparsi delle sue nipoti era una bella cosa, ma quella vita di castità non faceva bene a un uomo. Non c'era da stupirsi che gli fossero venute strane idee sull'istitutrice! Aveva bisogno di passare più tempo a Londra, e non appena miss Petrie sarebbe tornata lo avrebbe fatto. Avrebbe giocato a carte al circolo, bevuto con i suoi amici e si sarebbe goduto le grazie di Louise. E in men che non si dica si sarebbe liberato di quegli inappropriati pensieri riguardo a miss Petrie! Così, non appena Octavia Petrie mise piede a Wychford, Edward Barraclough fuggì a Londra, dove si lanciò con determinazione in un tour de force di svaghi. Durò una settimana. Aveva fatto quel che si era ripromesso: cercato il piacere dove e quando poteva trovarlo. Aveva giocato a carte, bevuto molto, e passato ore e ore in compagnia di Louise, che sembrava aver ritrovato il desiderio di compiacerlo. Ma dopo appena un paio di giorni aveva cominciato a essere irrequieto. Londra gli era parsa stantia e sporca, comportamenti e conversazioni vacui e noiosi. Si era trovato ad agognare la freschezza dei boschi attorno a Wychford, il suono delle giovani voci delle sue nipoti, le loro risate spontanee, la vivacità della loro conversazione, la vista di tre figure che passeggiavano nel parco, chiacchierando e osservando la natura. Anche i suoi incontri con Louise avevano cominciato ad annoiarlo. Era bella e abile come sempre nei suoi sforzi per dargli piacere, ma finito di fare l'amore cos'altro c'era nella sua compagnia che lo divertisse? I suoi occhi non scintillavano mai di rabbia o sfida, si illuminavano solo quando le veniva donato qualche prezioso gingillo. Il delicato arco del suo sopracciglio non si alzava mai incredulo o scettico per qualcosa che lui aveva detto. Metteva un broncio civettuolo, si, ma non la si vedeva mai fare una risata spontanea o rischiare una ruga sulla fronte in un vero cipiglio. Inoltre, e lui si chiedeva come avesse fatto a non accorgersene prima, Louise era priva di qualsiasi senso dell'umorismo. Tornò in una giornata cupa e fredda di fine ottobre, ma anche con la pioggia Wychford aveva un'aria accogliente. Le finestre del salottino erano illuminante dalla calda luce di un fuoco. Edward si avvicinò ai vetri e guardò dentro. Tre figure erano sedute vicine, concentrate in un gioco da tavolo. Come al solito, miss Petrie era vestita in modo semplice. I suoi capelli erano tirati all'indietro in quella brutta crocchia, ma la luce del fuoco li accendeva e lui si trovò a sorridere con piacere. Vide il suo viso illuminarsi di una risata mentre passava una pila di bottoni a Lisette e allargava le braccia con finta disperazione. «Lisette! Era tutto quello che mi rimaneva! Sono rovinata!» Lisette si unì alla risata, il bel viso trasformato. Ma Pip girò intorno al tavolo per abbracciare l'istitutrice. «Potete prendere qualcuno dei miei, miss Petrie! Ne ho in abbondanza.» «Siete un tesoro, Pip, ma no, grazie. Se non si può pagare, non si gioca. Me l'hanno insegnato i miei fratelli quando ero piccola. E poi, avrete bisogno di tutte le vostre risorse per battere Lisette. È al massimo della forma!» «Chi è?» Pip s'era voltata verso la finestra. Indicò Edward. Poi lo riconobbe. Con il suo solito urletto di piacere, si lanciò nell'atrio. La vista del suo datore di lavoro anniento' la convinzione di Octavia di essere una creatura sensata e razionale. Quello che provò quando scorse il suo viso scuro alla finestra non fu né freddo né controllato. Aveva il cuore che le martellava in petto e aveva trattenuto il fiato all'improvviso. Comunque, poiché aveva ancora un minimo di padronanza delle proprie emozioni, quando lui entrò, trascinato da una estasiata Pip, il suo atteggiamento fu più cortese che caloroso. «Avete fatto un viaggio con il freddo, immagino, signore. Vi faccio preparare un tè o qualcosa di caldo?» «Posso aspettare. Finite pure la partita. Non credo di aver mai visto questo gioco.» «Miss Petrie ne ha portati tanti da casa sua, Edward» spiegò Pip, attirandolo verso il tavolo. «Ci giocava con i suoi fratelli e le sue sorelle. Faceva troppo freddo per uscire, oggi, così li abbiamo tirati fuori. Guardate quanto ha vinto Lisette. Ha già rovinato miss Petrie!» Edward prese una tavoletta. Era vecchia e un po' sciupata, ma si capiva bene che era un oggetto di valore. La rimise sul tavolo. «Che sfortuna! Ti serva di lezione, piccoletta! Fatemi vedere come giocate.» Quando le due ragazze furono di nuovo assorbite dalla partita, attirò Octavia in disparte. «Come sta Pip? Sembra essersi ripresa.» lei annuì. «E così. Anche se occasionalmente si sveglia la notte gridando di paura, convinta di precipitare.» «Ancora? Ha avuto degli incubi anche mentre voi eravate ad Ashcombe, ma speravo che le sarebbero passati.» «Sono sicura che sarà così. Spero solo che il tempo migliori, per poterla portare fuori. Pip ha tante energie. Ha bisogno di sfogarle, ma non ho osato farla uscire di casa. Ho cercato di distrarla in altri modi. Insegnandole a giocare a scacchi, ad esempio.» Lui guardò le nipoti. «E a backgammon. Le pedine degli scacchi sono preziose quanto quelle dei backgammon?» Octavia lo fissò. «Cosa intendete?» «Semplicemente che mi interrogo su di voi. Queste pedine non sono quelle ordinarie con cui giocano i bambini, sono di avorio, e vedo dell'ebano e del legno di rosa nella tavoletta. Strani giochi per i figli di un povero parroco.» «Chi vi ha detto che mio padre è un parroco? Io certamente no.» «Credo sia stata una semplice deduzione. Siete ovviamente una donna colta, ma dovete guadagnarvi da vivere. Vi piace prendervi cura degli altri. Se foste stata la figlia di un parroco il quadro avrebbe avuto un senso. La vostra famiglia sembra altamente rispettabile.» «Lo è, signore» confermò Octavia. «Cos'è vostro padre, se non un parroco? Un maestro di scuola?» «No. È... è infermo da anni. Prima di ciò si... si occupava di una tenuta.» «Ah, un sovrintendente.» «Qualcosa del genere. I... i giochi ci furono dati da una famiglia di nobili locali.» Octavia si sentiva molto a disagio. Stava sprofondando sempre di più in una palude di mezze verità. Aveva portato i giochi da Ashcombe senza pensare al loro valore, semplicemente per intrattenere le ragazze quando il tempo fosse stato inclemente. Adesso Edward Barraclough la stava interrogando, e le sue domande stavano arrivando troppo vicino alla verità. Era ora di cambiare discorso. «Il vostro soggiorno a Londra è stato piacevole, sir?» «Per nulla» replicò lui. «Conoscete la città?» Eccolo di nuovo! «Io... ci ho vissuto per alcuni mesi, ma è stato tempo fa. Immagino che sia cambiata, da allora. Avete avuto notizie di vostra cognata, ultimamente?» Edward si acciglio'. Guardò le nipoti, che erano assorte nel gioco, e la attirò al lato opposto della stanza. «Credo che Julia potrebbe arrivare in Inghilterra prima del previsto» disse a bassa voce. «È molto in apprensione a causa di un nostro vicino. Credo di avervi parlato di lui: Ricardo Arandez. Pare che ci abbia seguito in Europa.» «Pensate lo abbia fatto per vedere Lisette? Forse ama vostra nipote più sinceramente di quanto pensate.» «Sono i suoi soldi che ama.» «Ma cosa può fare? Credevo aveste detto che vostro fratello ha ritirato il consenso. Quell'uomo deve pur sapere che Lisette non agirà mai contro l'autorità paterna! Pip potrebbe, ma Lisette no.» «Sarei d'accordo con voi, ma la situazione non è così semplice. Dopo la morte di mio fratello, Arandez riuscì a convincere Lisette che suo padre si era ricreduto e desiderava che il matrimonio avvenisse, dopo tutto.» «È non era vero?» «Certo che no! John arrivò alla conclusione che Arandez non era adatto, e basta. Non avrebbe mai cambiato idea.» «Allora... allora perché Lisette è convinta del contrario?» Edward sospirò. «Vedo che dovrò raccontarvi l'intera storia.» Lanciò un'occhiata alle due ragazze. «Ma non qui. Venite in biblioteca.» Una volta che furono soli, la invitò a sedersi e iniziò. «Ricardo Arandez è un uomo convincente. Mio fratello John si accorse che a Lisette piaceva, e le promise che se, crescendo, i suoi sentimenti non fossero cambiati, avrebbe dato il suo consenso. C'erano dei vantaggi nell'unione. Le proprietà degli Arandez confinano con le nostre. Tuttavia, John non tardo' a rendersi conto che Arandez non era il genero che lui desiderava e ritirò la promessa. Mi seguite?» Octavia annuì. «Poi John e sua moglie persero la vita. Non era passata nemmeno una settimana che Arandez si presentò a casa nostra, affermando che aveva parlato con John la sera prima della sua morte e che lui si era pentito di aver cambiato idea. La promessa di un matrimonio tra Lisette e lui era stata rinnovata. Noi non gli credemmo. Henry e io lo mandammo via e dicemmo a Lisette che doveva dimenticarlo.» «Non è stata una presa di posizione un po' dura? La povera ragazza stava già soffrendo per la perdita dei genitori. Questo Arandez avrebbe potuto confortarla.» «Confortarla! Ascoltatemi prima di giudicare, miss Petrie. Arandez aspetto' che io avessi lasciato Antigua e poi avvicinò Lisette. Lisette riferì a mia cognata che lui le aveva mostrato una lettera di John, il quale, pare, dava il suo assenso alle nozze con Arandez. Tutti pensammo che si trattasse di un falso, anche se l'aveva vista solo Lisette.
   
 
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