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Autore: eddiefrancesco    05/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Edward Barraclough proseguì col suo racconto: «La lettera bastò a convincere mia nipote. Era pronta a sfidare la famiglia e a fuggire con lui. Per fortuna Henry li scoprì e cacciò Arandez.» «A qualcuno di voi è mai venuto in mente che Lisette potrebbe essere innamorata di quell'uomo?» Lui ebbe un'esclamazione di impazienza. «Ve l'ho già detto, miss Petrie! Lisette è troppo giovane per essere innamorata di qualcuno! Arandez approfittò del fatto che era sconvolta e vulnerabile dopo l'incidente occorso ai genitori. Lo vedeva come qualcuno a cui aggrapparsi, tutto qui! Non era innamorata di lui!» Vide l'espressione scettica di lei e continuò in tono più serio. «E non avrebbe avuto importanza neanche se lo fosse stata. Né Henry né io le avremmo mai permesso di sposare Arandez!» Octavia non era affatto convinta dell'indifferenza di Lisette, e aveva il cuore stretto dalla pena. La tristezza della ragazza poteva non essere dovuta solo alla morte dei genitori. Tuttavia, non vide l'utilità di insistere sull'argomento. Invece, disse: «Allora, pensate che vostra cognata possa arrivare prima del previsto?» «Si metterà in viaggio appena potrà. Temo che Mrs. Barraclough non abbia una grande opinione della mia capacità di vigilare sulle nostre nipoti, miss Petrie. E non ha tutti i torti, temo.» «Dissento. Vi ho visto con loro!» Lui parve sorpreso. «Sono commosso. Un complimento da parte vostra è davvero raro!» «Parlavo sul serio. Guardate come avete abbreviato il vostro soggiorno a Londra.» «Ehm... si. Si, è vero. Anche se devo confessare che Londra è molto noiosa durante i mesi invernali. Non mi è dispiaciuto affatto partire. La vita a Wychford può essere molto più interessante.» Era stata una frase innocente, ma Octavia si sentì avvampare e li guardò con aria accusatrice. Per un attimo lui non capì, poi ebbe un sorriso malizioso. «Non volevo fare allusioni, Octavia» mormorò. «Ho fatto del mio meglio per dimenticare, come avevo promesso. Non rendetelo più difficile.» «Non... non capisco a cosa alludete» disse lei coraggiosamente. «Intendevo, miss Petrie, che dobbiamo entrambi tenere a bada i nostri ricordi. Almeno, se dobbiamo continuare a vivere sotto lo stesso tetto senza il genere di scandalo che vorrei evitare.» Octavia era tesissima. I'improvviso arrivo di Edward, i suoi sforzi per sviare le domande di lui sulla sua famiglia, l'intenso moto di pena che aveva provato per Lisette, e ora la scoperta che l'attrazione tra loro era più forte che mai... Era troppo! Chiamò a raccolta tutta la propria dignità e disse con freddezza:« Non avete motivo di temere lo scandalo per colpa mia, sir.» Poi gli girò le spalle e tornò nell'altra stanza. La partita era finita. Aveva vinto Lisette. Octavia evito' Edward Barraclough per i due giorni successivi. Non le fu difficile. L'indomani lui portò le ragazze a far visita ad amici di Guildford, accettando prontamente le scuse di lei quando rifiutò il suo invito ad accompagnarli. Sembrava quasi sollevato. Il giorno dopo rimase barricato in biblioteca, e quando alla fine entrò nel salottino, stava guardando accigliato alcune carte che teneva in mano. Le ragazze giocavano a scacchi e Octavia cuciva, seduta accanto al fuoco. «Siete in collera, Edward?» chiese Lisette. «No, solo curioso, tutto qui.» «Riguardo a cosa?» «Questa casa. Sto esaminando i documenti relativi alla nostra locazione, e non riesco a trovare il nome del proprietario.» «Non è Mr. Walters?» «No, lui è semplicemente l'agente. La casa è stata lasciata a una nipote di Mrs. Carstairs, ma non ho idea di come si chiami. Abbiamo avuto rapporti solo con Walters, e sua è la firma su tutti i documenti. Credo che questa miss Carstairs, o comunque si chiami, debba essere molto timida. È un peccato. Mi sarebbe piaciuto parlarle di sua zia. Forse scriverò a Walters per chiedergli se sarebbe disposta a incontrarmi.» Octavia trasali'. Sapeva che Walters non avrebbe mai divulgato il suo nome senza permesso, ma quell'inaspettato annuncio la turbo'. «Qualcosa non va, miss Petrie?» «Nulla, Mr. Barraclough. Mi sono punta un dito, tutto qua.» Lui la stava fissando, e Octavia fu lieta di quella scusa che le permetteva di tenere la testa china. «Conoscete qualcosa riguardo alla casa, miss Petrie, o la nipote di Mrs. Carstairs? Ashcombe non è poi così lontano.» Tenendo la testa bassa, Octavia scelse le parole con cura. «Mrs. Carstairs era una specie di leggenda nella contea, ma nessuno di noi sapeva che avesse intenzione di lasciare Wychford a sua nipote. La nipote certamente non ha mai visitato la casa, per quanto io ne sappia.» «Capisco. Allora scriverò a Walters. A proposito, porterò di nuovo le ragazze a Guildford, domani. Mrs. Allardyce ha organizzato una lezione di ballo per le sue figlie e ha invitato Lisette e Pip a unirsi a loro. Volete venire anche voi?» Le domandò Edward. «Credo di no. Ho un po' trascurato le lezioni delle ragazze, ultimamente, e sarò lieta di questa opportunità per preparare degli esercizi per loro.» «Come preferite» disse Edward, voltandosi. Le ragazze protestarono, naturalmente, ma Octavia si rifiutò di cambiare idea. Una giornata da sola le avrebbe dato l'opportunità di parlare a se stessa con molta fermezza. Dopo che Edward Barraclough e le ragazze furono partite per Guildford, Octavia passò un po' di tempo a preparare il lavoro per la settimana seguente. Aveva il cuore pesante. Julia Barraclough poteva arrivare presto, e da quanto era stato detto, non era una persona facile da accontentare. Se non volevano che la formidabile Mrs. Barraclough rimanesse delusa dall'istitutrice scelta da suo cognato, allora avrebbero dovuto impegnarsi a fondo durante i giorni a venire. Altrimenti il suo arrivo sarebbe coinciso con la sua partenza di Octavia. In ogni caso, la sua permanenza a Wychford non si sarebbe protratta ancora per molto. Era già passato più di un mese. Lavorò intensamente per il resto della mattinata. Nel pomeriggio, indossò degli indumenti caldi e uscì nel parco. Forse una passeggiata l'avrebbe aiutata a cacciare la malinconia. L'aria era fresca e il terreno bagnato e molle sotto i suoi piedi, ma almeno la pioggia era cessata. Lei si avviò lungo il viale a passo spedito. Quando girò l'angolo, vide un cavaliere solitario venire verso di lei e lo riconobbe trasalendo. «Harrrry!» gridò Octavia.«Oh, misericordia! Cosa ci fai qui?» Il giovane dai capelli biondi smonto' e l'avviluppo' in un abbraccio. La cappa da equitazione si aprì per rivelare l'uniforme di tenente delle Guardie. «Che bel modo di salutare un fratello rimasto assente per anni, Tavy! Mi aspettavo un'accoglienza più calorosa, te lo assicuro!» «Ma... ma, da dove arrivi?» «Da Ashcombe, naturalmente. Pensavo di fermarmi qui con te per qualche giorno e dare un'occhiata alla tua casa. Che colpo di fortuna! Sembra un gran bel posto. Pensa un po'. La strega di Wychford che lo lascia a te.» «Ma cosa ti ha detto papà?» Suo fratello parve perplesso. «Che ti eri trasferita qui per mettere in ordine la casa, ovviamente. Non mi sono fermato a lungo, ero troppo seccato con lui. Sai che Arthur insiste perché lasci l'esercito?» «L'ho sentito dire, si.» «Ma perché diavolo si intromette?» «Sapevo che l'avresti presa male. Hai ragione. Arthur è un intrigante, del resto lo è sempre stato, ma ora papà ha preso l'abitudine di lasciar fare tutto a lui. È per la successione che si preoccupano, naturalmente. Hai saputo che Sarah ha avuto un'altra femmina?» «Al diavolo la successione! Cosa importa a me del titolo? Non ubbidisco agli ordini di Arthur, io. E se si trattasse solo di Arthur non sarebbe grave. Ma papà è d'accordo con lui. Si è persino rifiutato di ascoltare quello che avevo da dire, così ho pensato di venire da te. Speravo che saresti stata contenuta di vedermi, almeno tu!» Sembrava offeso. Octavia lo abbraccio' con affetto e lo bacio'. «Harry, certo che sono contenta! Sono felicissima di vederti. Come potrebbe essere altrimenti? Solo... dobbiamo parlare. Ho delle cose da dirti.» Lo tirò per una manica. «Togliamoci dal viale. Potrebbero tornare da un momento all'altro.» Suo fratello la guardò insospettito, ma non oppose resistenza. «Loro, chi? Sembri preoccupata, Tavy. Cos'hai combinato?» Octavia trascino' Harry e il cavallo lungo uno dei sentieri che si inoltravano nel bosco. Per fortuna, nessuno dei giardinieri era al lavoro in quella zona. In poche parole, riassunse la storia delle sue avventure a Wychford, omettendo soltanto alcuni dettagli superflui e personali. Harry non era mai stato duro di comprendonio. Colse la situazione al volo e ne fu estremamente divertito. Octavia lo guardò esasperata. «Sei impossibile, Harry! Perché ridi? Ti rendi conto di cosa accadrebbe se scoprissero la mia identità?» «Be', non conosco Barraclough, ma fossi io al suo posto, ti butterei fuori per un orecchio! Oh, no, che dico! Non può fare una cosa simile alla padrona di casa.» Harry tornò a piegarsi in due dal ridere. «Harry!» Octavia tentò di pestare un piede, ma il terreno era troppo molle e non ci riuscì. «Ma cosa ti è saltato in mente? Non sei un po' troppo adulta per certe stramberie?» «Te l'ho detto! Non è stato per fare una burla. Questa casa, le ragazze... Era una tentazione così forte restare qui. Non hai idea di quanto desiderassi allontanarmi da Ashcombe per un po'.» Octavia gli raccontò di quanto si fosse sentita irrequieta, della noia che l'aveva tormentata a casa. Harry la capiva, e glielo disse. «Ciononostante, doveva pur essersi un altro modo, Tavy. Ti sei messa in una posizione impossibile con i Barraclough. Come sono, a proposito?» Octavia si irrigidi', in ascolto. Udì un rumore di zoccoli in distanza, lo schiocco della frusta del cocchiere, lo scricchiolio della ghiaia sotto le ruote della carrozza. «Se siamo sfortunati, lo scoprirai prima di quanto pensi. Questa è la carrozza di Edward Barraclough che arriva da Guildford. Stringiti addosso il mantello. Questa uniforme scarlatta si vede a miglia di distanza. E sta' zitto. Non devono vederci insieme. Anzi, non devono vederti affatto!» Octavia aspetto' in preda alla tensione, poi tirò un sospiro di sollievo quando la carrozza li superò. Si girò verso il fratello «Mi spiace, Harry, ma devo andare. Se Pip non mi trova in casa, uscirà a cercarmi o manderà Lisette.» «Ma cosa faccio io? Non abbiamo neanche potuto passare un po' di tempo insieme. Ho tanto da raccontarti. Santo cielo, non ci vediamo da più di due anni! Sii ragionevole, Tavy! Non posso venire con te in casa?» «No! Cosa direi a Edward Barraclough? È un tipo sveglio. Gli verrebbero subito dei sospetti.» «Non ci assomigliamo molto. Potrei fingere di essere un amico.» «Non puoi avvicinarti a quella casa, Harry. Per favore, torna ad Ashcombe e aspettami là.» «Cosa? Restare ad Ashcombe per altre tre o quattro settimane? È escluso. Dovrò raggiungere il mio reggimento ben prima di allora. Senti, torno ad Ashcombe per questa sera, ma solo per togliermi l'uniforme e procurarmi abiti civili. Domani prenderò una stanza alla locanda del villaggio, e ci resterò per un paio di notti. Così potremmo vederci. Non preoccuparti! Non userò il mio vero nome. Sarò Harry... Harry Smith.» «Non molto fantasioso.» «Harry Smith è un eroe per tutti noi dell'esercito, ragazza mia! Le sue imprese, a Waterloo, sono leggendarie.» «Capisco» sussurro' Octavia, ma la sua mente era altrove. «Harry, se vuoi essere anche tu un eroe, il mio eroe, potresti fare qualcosa di assolutamente vitale per me. Ho un messaggio urgente per Mr. Walters, e sono giorni che mi arrovello per cercare il modo di farglielo pervenire. Se tu potessi consegnarglielo mentre torni ad Ashcombe, risolveresti il mio problema. Oppure portaglielo domani, se possibile. Il suo ufficio è a Guildford.» «Guildford! È una deviazione di parecchie miglia!» «Ti prego, Harry! Sarebbe un grande sollievo per me, se acconsentissi. Dubito che Mr. Walters prenderebbe iniziative senza consultarmi, ma devo assicurarmene. Mr. Barraclough sa essere molto pressante.» «Suppongo che potrei passare da Guildford mentre torno qui... Qual è il messaggio?» «Edward Barraclough vuole che Mr. Walters gli organizzi un incontro con la nipote di Mrs. Carstairs. Cioè con me, ovviamente. Ed è fuori questione! Devi raccomandare a Walters di non fare il mio nome, né di dire a Mr. Barraclough chi sono. Hai capito? Walters non deve tradirmi. Te lo ricorderai? Non c'è tempo di scriverlo.» «Mia cara sorella. Ho portato messaggi ben più lunghi, e anche molto più importanti.» «Non per me. Harry, sei un tesoro. E ora, devo proprio andare! Ci vediamo dopodomani. Ho lezione con le ragazze, il mattino, ma possiamo incontrarci qui alle tre. Non venire prima, però. Se il tempo sarà buono, potrei portar fuori le ragazze per una passeggiata. Se dovessimo incontrarci quando sono in loro compagnia, ti ignorero'.» Si affretto' a tornare in casa, combattuta da sentimenti contrastanti. Era fantastico rivedere Harry, ma non era affatto sicura di volerlo così vicino. Il villaggio di Wychford era piccolo, e ci sarebbero state inevitabilmente delle chiacchiere su cosa ci facesse lì tutto solo un giovanotto tanto attraente. Ma, grazie a Harry, se non altro aveva trovato il modo di avvertire Mr. Walters. Octavia sospirò. La vita a Wychford era iniziata così semplicemente... Ora, si faceva ogni giorno più complicata! Le ragazze erano eccitatissime per la lezione di ballo e insistettero per portare Octavia nella sala da musica e mostrarle i passi che avevano imparato. Persino Pip, che quel mattino era parsa scettica, si era appassionata. Giorni di confinamento in casa l'avevano lasciata con molte energia represse, e l'attività fisica le aveva fatto bene. «Edward, dovete aiutarmi a mostrare a miss Petrie le nostre prodezze!» esclamò. «Lisette, tu suona il piano.» Ridendo, suo zio si lasciò trascinare al centro della stanza, dove si inchino', prese la mano di Pip e cominciò a girare con lei al ritmo della musica. Erano, a dir poco, una coppia male assortita, dato che Pip era alta metà di suo zio e danzava con la grazia saltellante di un grillo. Ma lui la trattava con la deferenza dovuta all'esperta del ballo. Quello era Edward Barraclough al suo meglio, pensò Octavia, guardandoli pensosa. «Ora dovete provare voi, miss Petrie!» strillo' Pip. Portando suo zio da Octavia.
   
 
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