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Autore: __eryn__    09/11/2021    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FUGGIRE DAI PROPRI SENTIMENTI

 

<< Edward, cos'hai? >> Chiede preoccupato Nicholas vedendo il ragazzo immobile a guardare dritto a sé.

<< N-Nic andiamo via >> Balbetta l'altro stringendo a sé il braccio del biondino.

<< Chi sono quelli? I tuoi genitori? >>

<< Sì! Se mi vedono poi mi porteranno in clinic- >> Il corvino non fa in tempo a finire la frase che vede Annella che guarda i due ragazzi e i suoi genitori fanno lo stesso e si precipitano da lui.

<< Edward!! Ci hai fatto stare in pensiero! Non sapevamo dove cercarti! >> Esclama la madre in lacrime abbracciando Edward.

<< Mi dispiace >>

<< Non scappare più, ci hai messo davvero paura! >> Stavolta a parlare è il padre.

<< Non lo farò più >>

<< Non ti chiuderemo più in camera, non vogliamo perderti di nuovo >> Dice la donna asciugandosi le lacrime.

<< Non voglio che mi facciate sentire in gabbia, lo sapete >> Balbetta il corvino e Nicholas gli prende la mano per rassicurarlo.

<< Ci dispiace Edward, non lo faremo più >>

<< Non... non mi porterete in comunità, vero? >>

<< Per quanto vorremmo, non possiamo... >>

Nicholas li guarda sospettoso e comincia a capire il loro punto di vista, hanno paura di perderlo ma sanno che anche se provassero ad aiutarlo, morirà comunque.

<< Chi è lui? >> Domanda il padre guardando Nic.

<< Nic? Ehm, cioè lui... è un mio amico >>

Alla parola "amico", il ragazzo biondo lo guarda confuso alzando il sopracciglio con cenno interrogativo.

<< Piacere, io sono Ron e lei è mia moglia Vincenza >> Si presenta il padre porgendogli la mano.

<< Nicholas >> Dice secco prendendo la mano dell'uomo per qualche secondo.

<< Facciamo colazione insieme, che dite? >> Propone la madre.

Nicholas è incerto, non ha ancora preso le pillole e se dovesse succedere qualcosa?
Se all'improvviso si sentirà in preda ad un delirio?
Non sa cosa inventarsi, così opta per lasciare Edward da solo con loro.

<< Io veramente devo andare >>

<< Che cosa? >> Domanda Edward guardandolo confuso.

<< Ho detto che devo andare Edward, te lo avevo detto, no? >> Dice Nic imitando un sorriso gentile.

<< Veramente no >> Sussurra Edward e porta il ragazzo un po' più distante intanto che i suoi genitori si siedono ad un tavolino.

<< Ma ti sei impazzito? Senza di te mi porteranno in un centro per... >>

Nic lo interrompe dicendo: << Non lo faranno, fidati di me >>

La sua espressione rassicurante sul viso cambia improvvisamente diventando seria, quel cambiamento improvviso intimorisce Edward.

<< Amici? >>

<< Amici cosa? >>

<< Non fare il finto tonto. Perché non hai detto loro che sono il tuo ragazzo? >>

<< Non voglio essere ancora più una delusione per loro, se scoprissero che tu mi piaci poi... >>

Edward viene nuovamente interrotto da Nic: << Perché deve essere una delusione? Loro vogliono che ti metti solo con le ragazze? >>

<< Credo di sì >>

Nicholas sospira rassegnato e poi lo guarda portandolo con la schiena al muro.

<< Edward, ma io ti piaccio soltanto? >>

<< Che intendi? >> Domanda confuso il corvino fissando i suoi occhi scuri.

<< Tu mi ami? >> Domanda Nic con un tono basso.

Edward rimane imbambolato e arrossisce per l'imbarazzo ma non sa cosa dire.
Balbetta qualcosa ma nulla di comprensibile con gli occhi lucidi.

<< Lascia stare dai, io torno a casa >> Sospira Nic per poi accarezzargli il viso.

Nicholas va via senza dargli un bacio e Edward guarda a terra.

<< Perché non gli ho detto di sì? >>
Si domanda confuso per poi chiedersi: << Ma... io lo amo? Insomma abbiamo fatto l'amore insieme >>

Il corvino cammina a testa bassa grattandosi il braccio nervosamente.
Si siede con i suoi genitori a fare colazione.

<< Tesoro stai bene? >> Chiede la madre preoccupata e il corvino fa cenno di sì con la testa.

C'è qualche minuto di silenzio tra di loro, Edward non sa minimamente cosa dire, ha la testa altrove, pensa a Nic e alla situazione di prima.

<< Sai Ed, credevo di essere l'unico che ti conoscesse più di tutti, sia dentro che fuori, credevo che noi due fossimo più vicini tra tutti >> Gli dice il padre guardando suo figlio di fronte a sé.

<< Lo so che ti ho sempre deluso >> Pensa Edward ma le parole non gli uscirono dalla bocca.

<< Ora ti vedo e... penso che tu sia un altro, il vero Edward che conosco è sotto la tua maschera realizzata con droghe e alcol >>

<< Sono sempre io, papà >> Gli dice a bassa voce.

<< No, tu sei diverso ora >>

<< No! >>

<< Sì invece! Perché ti fai? Me lo spieghi? Io ero preoccupato che ti fumassi solo troppe sigarette e invece tu eri occupato a fare tutt'altro! Tra l'altro mentendo sia a me che a tua madre! >>

<< Smettila di soffocarmi ok?? Lo so io perché lo faccio e non deve interessarti >> Esclama Edward alzando la voce.

<< Vedi?? Questo è terrore psicologico indotto dalle droghe! È così che fate voi tossici! >>

<< Ma che cazzo dici? >>

La madre interviene: << Smettetela entrambi! Basta! >>

I due non parlano più e Edward si alza ed entra nel bar.

<< Non si può più parlare con lui >> Dice Ron sospirando e Vincenza gli accarezza la schiena per rassicurarlo.

Edward si avvicina ad Annella lasciandole i soldi della colazione.

<< Mi dispiace per la vostra situazione >> Dice la signora preoccupata per lui.

<< Io ci provo ad avere un dialogo con loro, dico davvero >> Sospira Edward per poi massaggiarsi gli occhi chiusi con le dita trattenendo le lacrime.

<< Vedrai che non appena sarete più tranquilli riuscirete a parlare >>

<< Lo spero >>

Dopo poco, il corvino esce dal bar.

<< Dove vai? >> Chiede sua madre.

<< A farmi un giro >> Dice con un tono secco, mette le mani nelle tasche della giacca per scaldarsele e cammina fuori.

Edward si ritrova seduto sull'altalena a fumarsi una canna.
Forse sarebbe stato meglio raggiungere Nic per parlare, invece usa la sua tattica per sfuggire dalle situazioni che lo mettono in agitazione, si isola e si droga.

Si dondola solo con i piedi e guarda basso ridendo da solo ogni tanto per via delle sostanze.
L'immagine di Nicholas, però, non riesce a togliersela dalla testa.

Nicholas... lui è il ragazzo più enigmatico di tutti, è instabile, disturbato mentalmente, è tormento, è vuoto, è la contraddizione dell'anima, è la notte, il buio, solitudine, ombra, ma è anche pioggia delicata sulla pelle e i morsi sulle sue labbra.

Poggia il gomito sul ginocchio per poi portarsi la mano sulla fronte massaggiandosela con le dita.
Poi alza il viso verso il cielo e le sue sopracciglia si piegano verso il basso.

<< Ehi Ed! Da quando indossi qualcosa che non è nero? >> Chiede una voce femminile e Edward volta lo sguardo verso di lei.

<< Eeehi >> Biascica lui riconoscendo Victoria.

Edward ha ancora il maglione arancione autunnale di Nic, è un colore poco saturo, scuro ma che richiama perfettamente la stagione.

La ragazza si siede vicino a lui.

<< Non ti vedo nel tuo massimo delle forze. Ora che non puoi venire a scuola credevo te la passassi meglio. Insomma puoi fare quello che vuoi fuori >>

<< Se è per questo lo facevo anche prima. Sto bene Vic >> Si fa un altro tiro ed espira il fumo.

<< Lo so che non ci conosciamo molto ma... se hai bisogno di parlare con qualcuno, io ci sono >>

Edward si ferma a guardarla poi gira il viso altrove.
Si poggia le mani sulle ginocchia tenendo tra le dita la canna, poi guarda dritto a sé vedendo gli alberi cambiare colore.

<< Ho litigato per la milionesima volta con i miei genitori >>

<< Sento che c'è di più >>

<< È questo. Mi capita spesso di rispondere male perché queste maledette droghe mi combinano qualcosa nel mio cervello >> Confessa guardando la sigaretta in mano.

<< Perché allora ti fai? >>

<< Perché non posso più farne a meno >> Espira via il fumo dalla bocca.

<< Non diventare come me, promettimelo >> Continua per poi picchiettare la canna.

<< Te lo prometto >>

I due si guardano e rimangono a fissarsi negli occhi.
Lui vorrebbe baciarla in quel preciso istante, lei è bellissima e così forte, sicura di sé, ribelle come pochi, una melodia profonda, la luce della luna, il profumo delicato del cocco, il colore viola, una ragazza alla ricerca del mistero e amante della libertà.

Improvvisamente, Edward ci ripensa a baciarla non appena lei inizia a parlargli di un ragazzo.

<< Sai, ieri ho incontrato un amico di Floriana che sto frequentando ultimamente >>

<< Mh e com'è? >> Domanda fingendosi poco geloso.

<< È un bravo ragazzo, molto educato >>

Il corvino inizia a pensare a Victoria, lei giustamente vorrebbe un ragazzo che la faccia sentire al sicuro, che sia buono e che non si cacci nei guai, un angelo perfetto.
In pratica, l'opposto di Ed.
Edward è una musica con un tono forte, è il casino, è ribelle, fuori dalle regole, imprevedibile, è tenebre nelle profondità di una crepa, è come affondare nell'oscurità, è il pericolo, l'adrenalina, il rischio, è un demone.

<< Ti trovi bene con lui? >>

<< Sì, abbastanza >>

C'è un attimo di silenzio tra i due.

<< Ehm... io... io immagino che tu non sia vergine >>

Edward scuote la testa facendo cenno di no e la sua mente inizia a ripercorrere il film del suo compleanno, quella sera al mare con Nicholas a fare l'amore.

<< Posso farti una domanda riguardo a questo? >>

<< Spara >>

<< Tu quando hai capito di... insomma essere pronto per questo >>

Edward guarda basso con un sorriso malinconico ed espira il fumo.

<< Vuoi che ti dica la verità o quello che vorresti farti sentire? >>

<< La verità >>

C'è una pausa di imbarazzo tra i due.

<< Non l'ho capito >>

<< Come? >>

Il ragazzo sente le lacrime agli occhi continuando a pensare a lui e Nicholas.

<< N-Non l'ho capito ho detto >> Balbetta lui per poi farsi l'ultimo tiro della canna.

<< Ho sono sentito che stavo bene in quel momento e... insomma l'ho fatto subito >> Fa le spallucce tirando su con il naso tenendo sempre quel sorriso malinconico senza guardarla negli occhi.

<< Però... credo che questa persona non voglia parlarmi per un bel po'. Ho combinato un casino >>
Sospira continuando a guardare a terra e si stringe le ginocchia.

<< Non posso nemmeno frequentare la mia comitiva perché se un tizio mi incontra mi spacca la faccia, la mia migliore amica è in una clinica per disintossicarsi. Mi sei rimasta tu, Vic >>

Victoria poggia la mano sulla spalla del corvino guardandolo preoccupata. Lei sa che quel ragazzo nasconde così tanti segreti, non riesce mai ad aprirsi completamente con gli altri, Vic riesce a percepire solo una parte del suo dolore.

<< Ho un'idea per farti tornare il buon umore >>

<< Sarebbe? >>

<< Stasera il ragazzo di cui ti parlavo prima fa una festa a casa sua, ti posso portare con me, ci sono un sacco di ragazze e fidati che ti divertirai >>

Lei fa l'occhiolino e riesce a convincerlo.
Edward vuole pensare ad altro e se ci sarà l'occasione di prendersi qualcosa alla festa, sicuramente la sua mente si perderà in altro.

Prima di andare alla festa, decide di tornare a casa.
Si siede sul letto della camera sua e si sfila il maglione di Nic.
Inizia a chiedersi se fosse lui a portare il dolore a gli altri, anzi ne è più che convinto.
Pensa che tutti siano tristi e arrabbiati a causa sua, i suoi genitori, Nic, e i suoi amici non vogliono farsi vedere vicino a lui per non avere problemi con Jacob.
Edward si abbraccia le ginocchia, lui preferisce starsene per i fatti suoi, anche al Crag, gli basta sentire di non essere solo, ma nonostante questo riesce comunque a fare qualche guaio con loro.

Edward si stende, rannicchiandosi e abbracciando il cuscino per poi continuare a fissare il maglione di Nicholas.
Stringe a sé il tessuto e chiude gli occhi per poi addormentarsi con le lacrime che bagnano il cuscino.

   
 
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