Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Melchan    09/11/2021    3 recensioni
[OMEGAVERSE, AU STORICA, no quirk] [BakuDeku]
"Non pensi che quando Bakugou si risposerà il fortunato consorte ti vedrà come fumo negli occhi, con quello sguardo da cerbiatto sperduto e il legame d'infanzia che dividete? Sarai allontanato nel giro di una settimana, non prenderti in giro da solo. E quei ragazzini resteranno soli.”
[...]
Izuku voltò gli occhi stanchi verso l’ingresso della biblioteca, e lì trovò il padrone di tutto ciò che lo circondava. Il suo odore di legna arsa e falò autunnali avvolgeva già la stanza. Tutti gli alfa avevano un odore forte e dominante, ma quello di Kacchan era sempre stato più penetrante della media, denso e crepitante come fiamme capaci di incendiare un universo intero.
Solo un'altra omegaverse, e un altro mondo con un Deku e un Bakugou incapaci di stare lontani.
Genere: Omegaverse, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Tsuyu Asui
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A un cuore in pezzi nessuno s’avvicini
senza l’alto privilegio di aver sofferto altrettanto.

(Emily Dickinson)
 

Izuku sedeva su una delle panchine del giardino, guardandosi intorno. Era ancora stordito dalle parole di Bakugou, e aveva l’impressione che un muro invisibile ma solido come la pietra lo separasse da tutto ciò che lo circondava, come se se ne fosse già andato da quella dimora, che era stata la sua casa per tre splendidi anni.

Ma c’era poco da fare adesso. Le parole di Kacchan avevano evidenziato un problema. Grave. Izuku era ciò che lo teneva fermo, imbrigliato in quell’eterno presente fatto di vedovanza e semplice attesa che i piccoli crescessero. L’amore per i bambini gli impediva di modificare la sua situazione, accontentandosi della presenza rassicurante dell’omega accanto a loro e costringendolo a stare solo.
O a proporre assurdi patti di convenienza a Izuku, certo.

“Almeno ho resistito, sono riuscito a dirgli di no quando me lo ha chiesto.” pensò tra sé, cercando di ricacciare indietro l’umidità che sentiva tra le ciglia.

“Deku?”

Izuku si sentì gelare. Deglutì e poi si voltò lentamente verso quella voce che avrebbe distinto tra mille altre. Bakugou se ne stava a pochi centimetri da lui, sotto la pioggerella leggera che scendeva in quel momento, la figura imponente e il volto mascolino, dallo sguardo intenso e corrucciato come sempre, puntato su di lui.
“Sì?” chiese Izuku, la voce arrochita dalla stanchezza.
“Cosa ti prende? Va tutto bene?”


“Andrebbe meglio se guardarti non facesse così male.”

Izuku riuscì a mettere insieme un sorriso tirato.
“Tutto bene. Ero solo un po’… distratto.”
“Mh. Vieni dentro, prima di prenderti un malanno.”

Izuku aveva annuito e si era alzato con calma, tornando in casa stando ben attento a rimanere dietro l’alfa. Voleva averlo sotto gli occhi il meno possibile, altrimenti avrebbe rischiato di cambiare idea.
“Ho ricevuto una missiva dal signor Yagi. Mi chiede di recarmi da lui entro domani per discutere una questione strategica urgente, quindi se la pioggia rimane clemente come adesso partirò domani mattina.”
“Sei sicuro che non sia pericoloso? Potrebbe peggiorare.”
“Non andrò troppo veloce con la carrozza, e così sarò comunque di ritorno domani notte, se tutto va bene.”
“Capisco.”
Bakugou si voltò a guardarlo con sospetto.
“Si può sapere che c’è che non va? Hai un’aria strana.”
Izuku sorrise di nuovo in quel modo finemente sereno che gli costava una fatica immensa.
“Va tutto bene.”

 
*

Quella sera, mentre riempiva la sua sacca facendo meno rumore possibile, Izuku si sentiva svuotato. La conversazione che aveva udito (origliato) e quella intrattenuta subito dopo con Bakugou la sera prima gli avevano risucchiato ogni parvenza di energia, e tutto ciò che poteva fare adesso era infilare i pochi averi a cui teneva (lasciando ben stesi nell’armadio i kimono eleganti, non si sarebbe mai sognato di portarseli via come un ladro - non avrebbe mai dovuto riceverli a prescindere) e i vestiti necessari per il prossimo futuro nella vecchia sacca con cui era arrivato alla dimora dei Bakugou tre anni prima.
Mentre pianificava come e quando andarsene, si era reso conto che il destino stesso sembrava giocare a suo favore, come se gli stesse dicendo che aveva preso la decisione più giusta. Kacchan sarebbe stato fuori casa fino a quella notte, i cuccioli erano già addormentati nella loro camera (il fatto che li avesse coinvolti in giochi particolarmente stancanti poteva non essere un caso) e sperava che ci sarebbero rimasti fino al giorno dopo. Andarsene senza neanche un saluto lo uccideva, ma sapeva che per loro sarebbe stato straziante. Nel breve biglietto lasciato a Kacchan aveva promesso di tornare nel giro di un anno per salutare i piccoli, e lo avrebbe fatto. Sperava che quel lasso di tempo fosse abbastanza lungo da permettere all’alfa di rimettere in piedi la sua vita senza più trattenersi, ma non così da tanto da dar l’impressione ai bambini di non poterlo più incontrare. L’idea di lasciarli in balia di Sae era l’unica cosa che lo faceva tentennare, ma conosceva Kacchan: non si sarebbe fatto tratte in inganno da un’omega dalle cattive intenzioni (la conversazione che aveva sentito era bastata a eliminare in definitiva ogni dubbio riguardo alla sua natura). Oltretutto, se non se ne fosse andato subito Izuku sapeva che avrebbe finito per rimanere lì dov’era.

Gli anni si sarebbero accumulati uno sull’altro, i bambini sarebbero cresciuti e Katsuki avrebbe lasciato tutto com’era in quel momento, occupandosi di strategie militari, condividendo cene poco appropriate con il suo vecchio amico omega e aspettando semplicemente che il tempo passasse. Non era questo che Izuku voleva per lui.
Katsuki Bakugou meritava un compagno o una compagna che amava al suo fianco, qualcuno adatto a lui e che potesse sostenerlo con amore.
Se anche Izuku avesse cambiato idea sull’idea del morso, così da dargli tutto questo, la sua bassa estrazione sociale avrebbe comunque messo nei guai l’alfa e oltretutto dal suo punto di vista non sarebbe cambiato niente tra loro. Si sarebbe limitato a unirsi alla tata dei suoi cuccioli, i suoi sentimenti non sarebbero cambiati dal mattino alla sera. L’omega di Izuku avrebbe potuto fare le fusa per la soddisfazione, questo sì, ma non sarebbe stato comunque il meglio che Katsuki poteva avere.
E il meglio invece era proprio ciò che Izuku voleva che l’altro ottenesse.

“Izuku?”

L’omega si congelò sul posto sentendo una voce acuta e infantile chiamarlo da dietro le spalle. Si voltò, il sudore che cominciava a raccogliersi per l’ansia alla base del collo.

“Ma cosa stai facendo?”

Yuki lo guardava a bocca aperta, per mano a Uraraka.

“Izuku?” chiese anche lei, perplessa.

L’omega si maledì mentalmente. Era talmente preso dai suoi rimuginii che non si era reso conto di aver lasciato la porta scorrevole aperta per metà, e adesso la sua amica e Yuki lo fissavano come se gli fosse cresciuta una terza testa, con una veste tra le mani e la sacca aperta accanto al futon.

“Io…” deglutì, gli occhi violacei di Yuki spalancati e fissi su di lui sembravano strappargli la voce “Io… devo andare. Per un po’ di tempo, almeno, ma tornerò. Te lo prometto, Yuki. Comunque cosa ci fate in piedi?”
“Ma- ma perché?!”
“Izuku, che ti è saltato in mente?!” Dissero insieme, ignorando la sua domanda.

L’omega si passò una mano sul volto stanco.
“È difficile da spiegare, ma… ho saputo alcune cose, e non posso restare. Non per il prossimo futuro, almeno. Ho lasciato un biglietto a tuo padre, Yuki. Tornerò per vedere te e Kagome, dico sul serio, ma ora devo andare. Mi dispiace tanto.” Si voltò verso l’amica “Davvero, cosa succede? Perché siete in piedi?”
“Dovevo fare pipì, ma tu non rispondevi.” rispose Yuki per primo, mordendosi poi un labbro mentre due lacrimoni facevano capolino tra le lunghe ciglia.

“No, no, niente lacrime. Te l’ho detto, e anche tuo padre te lo confermerà, sarò di ritorno tra… qualche mese. Non posso più vivere qui, ma verrò apposta per incontrare te e Kagome, se lui me lo permetterà.”
“Ma perché devi andartene? Non stai bene con noi?”

A quel punto fu Izuku a dover trattenere un groppo in gola ed evitare di strofinarsi gli occhi per risolvere il problema della vista appannata.
“Io adoro vivere qui. Se non fosse necessario non me ne andrei mai e poi mai, ma credimi Yuki, non posso fare diversamente. È per il bene di tutti voi.”

“Ma dove pensi di andare?” fu il turno di Uraraka di battere sul tempo la risposta del bambini. “Seriamente Izuku, non so che ti sia preso, ma… te ne volevi andare di notte, senza dire niente a nessuno, e dove pensavi di trovare rifugio?”
Izuku scostò lo sguardo. “Mi dispiace non averti salutato prima, Uraraka, ma sarebbe stato… tutto molto complicato. Ma non devi preoccuparti! Stanotte non mi fermerò da nessuna parte, andrò semplicemente… avanti. Ti manderò una lettera per farti sapere come sto, te lo prometto.” “Izuku, è una follia! Non puoi camminare per tutta la notte fino a chissà dove, potresti incontrare…” occhieggiò il bambino già spaventato al suo fianco “È pericoloso girare di notte, lo sai. Se sei sicuro di questa follia, almeno resta al villaggio in fondo alla collina per questa notte.”
“Non posso, non… devo risparmiare per i prossimi tempi, finché non troverò un lavoro.”
“Che lavoro? Vuoi andare a guadare degli altri bambini?” chiese Yuki, la voce rotta, e le lacrime che ormai sgorgavano sulle guance.
Izuku corse da lui e lo abbracciò con tutte le sue forze, limitandosi quel tanto che bastava per non fargli male. Inspirò l’odore tenue e dolce del piccolo, cercando di fissarlo nella memoria e dispiaciuto di non poter fare lo stesso con quello della sorella maggiore.
“Voi siete insostituibili! E vi penserò ogni singolo giorno, dico davvero. Voi invece voglio che pensiate solo a stare bene ed essere felici, e quando tornerò staremo insieme tutto il tempo possibile. Te lo prometto! E ti prego, dillo anche a Gocchan.” Lo baciò sul capo chiarissimo, togliendogli poi le strisce bagnate dalle guance con i pollici.

Poi si alzò e andò a prendere la sacca, consapevole che se avesse atteso ancora avrebbe finito per perdere il coraggio e lasciar perdere.
“Izuku, non fare pazzie! Se proprio devi andartene, per stanotte cerca…” occhieggiò di nuovo Yuki, che li osservava entrambi con sguardo preoccupato e attento. Si avvicinò a Izuku e gli bisbigliò all’orecchio “… cerca la locanda della signora Nemuri Kayama, ti darà rifugio almeno fino a domattina.”
“Uraraka, devo…”
“Risparmiare, lo so, ma dille che ti mando io. Era un’amica d’infanzia di mia madre, mi conosce, ti darà una mano. Ti prego, ascoltami! Si trova nella zona del piacere…”
Izuku sospirò, e alla fine annuì. Sapeva anche lui che camminare per tutta la notte era rischioso, ancor più essendo un omega, ma il desiderio di non spendere subito i suoi averi lo aveva fatto desistere. Del resto, la possibilità offerta da Uraraka era davvero invitante.
“Se mi giuri di non rivelare a nessuno dove si trova, la cercherò.”
Lei tiro un sospiro di sollievo. “Va bene.”
“Prometti, Uraraka.” le disse, il tono serio come poche volte prima nella sua vita.
Lei abbassò lo sguardo, abbattuta. “Non c’è modo di fermarti, vero?”
Lui scosse la testa, deciso. “No.”
“E va bene… lo prometto, allora.”
Gli sussurrò qualche dettaglio in più su dove trovarla, poi lo strinse a sé. Izuku ricambiò l’abbraccio, sciogliendolo solo per impedire che la scena diventasse sempre più pesante per Yuki. Uraraka sospirò ancora e poi prese il piccolo in braccio per riportarlo a letto.
Izuku gli strinse la piccola mano. “Te l’ho promesso, tornerò da te e tua sorella. Dovete solo avere un pochino di pazienza. Sarai coraggioso?”
Il bambino annuì senza dire niente. Izuku prese la sua sacca, gli diede un ultimo bacio sul capo e si avviò con passo da gatto verso l’uscita secondaria della casa.

*

L’aria odorava nuovamente di pioggia e le uniche luci del paese erano quelle che brillavano dietro le finestre.
Izuku era esausto, più nella testa che nel fisico, nonostante le due ore e mezza di camminata attraverso i sentieri ripidi della collina e la sacca sulle spalle che sembrava pesare come se fosse stata piena di sassi.

Si trascinò fuori della viuzza che portava alla zona dei piaceri del paese e sbatté gli occhi per un momento, mentre la sua vista si abituava alle luci più numerose sparse intorno a lui. Le attività del quartiere si svolgevano tutte all’interno di case e locande, ma alcuni omega maschi e femmine in pose e abiti discinti, nonostante l’aria fredda, si affacciavano a salutare i pochi potenziali clienti ancora in giro in barba al clima minaccioso.
Un paio di loro guardarono con aria curiosa Izuku, il cui odore doveva testimoniare la stanchezza, oltre al suo secondo genere. Chiese indicazioni per la locanda di Nemuri Kayama e gli indicarono dove andare: si trovava vicino ai confini di quel lato del paese ed era un locale piuttosto grande rispetto agli altri, pieno di finestre davanti a ognuna delle quali brillavano fiammelle luminose. La porta d’ingresso era più alta della norma e chiusa, senza omega a congelarsi sulla soglia per invitare clienti.
All’interno risuonavano grida e risate uscivano che penetravano sulla strada, facendo sentire Izuku più intimidito che altro. Del resto dormire all’addiaccio sarebbe stato un modo perfetto per ammalarsi subito, sarebbe stato assurdo non provare almeno a chiedere rifugio.

L’omega prese un profondo respiro e poi bussò alla porta.
 
_______


Note:
Sorpresa! Ecco il capitolo, con due soli giorni di ritardo invece di una settimana piena. Sono riuscita a scriverlo grazia a pause inaspettate e quindi eccolo qua \o/ Paradossalmente non posso promettere di pubblicare il prossimo domenica/lunedì prossimo perché continuano a modificarmi giorni e orari di lezione (non aggiungo altro), ma ormai ci avviciniamo sempre più al finale e si tratta più che altro di ritagliarmi il tempo per scrivere con calma quest’ultima parte della storia.

La pagina fb purtroppo è hiatus a causa della situazione, ma da fine mese vorrei davvero cominciare a gestirla come si deve, quindi l’invito a iscrivervi per rimanere in contatto e avere futuri spoiler di lavori Bakudeku e non solo (ma in grandissima maggioranza sempre m/m) rimane apertissimo! :3
Ovviamente grazie come sempre per i commenti e l’aggiunta della storia alle varie liste, non sapete quanto mi faccia piacere vedere la storia sempre più apprezzata ;’)

Un abbraccio e a presto,
Mel
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Melchan