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Autore: _SbuffodiNuvola_    10/11/2021    0 recensioni
IN PAUSA
“Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli...
-Salve! Questa è la segreteria telefonica di Shinichi Kudo. Ora non posso risp...
Ran spense la chiamata, lasciò il cellulare sul pavimento e appoggiò la fronte sulle ginocchia strette al petto. Una lacrima calda cadde sulla sua maglietta, lasciando una piccola macchia rotonda sulla stoffa gialla.”
Dopo cinque anni di relazione, Shinichi scompare nel nulla come dopo la sera al Tropical Land e senza dare una spiegazione concreta a Ran.
Quando ritorna in Giappone, quattro anni dopo, il detective scopre che Ran ha avuto una figlia, ma non sa che quella bambina è anche sua...
Genere: Comico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cercare di comportarsi come se non fosse successo niente davanti ad Aika, come Ran capì da subito, si sarebbe rivelato piuttosto complicato. Quel dannato detective stacanovista, poi, non aiutava per niente: era entrato in cucina senza maglietta addosso, come quattro anni prima, come se fosse stata la cosa più naturale del pianeta. 

-Shinichi. -lo chiamò Ran con una mano sulla fronte. -Vorrei ricordarti che non siamo solo io e te in questa casa. 

-Sì. Lo so.

-E vorrei anche farti notare che nessuno oltre a noi due sa che stiamo di nuovo insieme. 

-So anche questo. Cosa vuoi per colazione?

La karateka richiuse l’anta della credenza che il detective aveva aperto.

-Aika non è abituata a vederti mezzo nudo in casa. -gli fece notare.

-Ohhh, giusto. Torno subito. -le diede un bacio sulle labbra e uscì dalla cucina, lasciandola lì, su due piedi, a cercare di ricordarsi il suo nome.

Quando riuscì nell’intento, pochi secondi dopo, Ran sorrise. Cavoli, quel tipo di buongiorno le era proprio mancato… svegliarsi con Shinichi accanto, preparare la colazione per entrambi… e poi il bacio del buongiorno, che si davano tutte le mattine.

Sì, beh, erano un tantino mielosi. Però, si disse Ran, a lei andava bene così.

-Eccomi! -fece Shinichi rientrando in cucina allacciandosi i polsini della camicia. -Scusa, non ci avevo proprio pensato…

Ran gli sorrise, poi si mise a cucinare il riso. 

-Pensi che dovremmo dirlo ad Aika? -chiese il detective unendosi a lei. -Insomma, che ora stiamo insieme…

-Prima o poi dovrà saperlo. -rispose la karateka. 

-E con la questione del padre? Non rimarrà male? 

Ran scosse la testa: -Te l’ho detto. Da quando ci sei tu, Aika non mi chiede più di suo padre. Fossi in te però mi preoccuperei di più del mio, di padre. Non l’ha presa molto bene quando sei sparito…

Il viso di lui divenne più bianco del riso che avevano appena messo a cuocere.

-E-Eh?

Ran rise: -Non preoccuparti. Se non ti ha ucciso al matrimonio di Heiji e Kazuha allora possiamo stare tranquilli.

Il detective riacquistò un po’ di colore, mentre il suo cellulare vibrò.

-Ah, è l’ispettore Takagi. -disse poco prima di rispondere. Ran intuì praticamente subito il motivo della telefonata e perciò le venne naturale sorridere: sarebbero potuti passare anche cent’anni, ma quella routine che viveva dai tempi del liceo non l’avrebbe mai abbandonata.

Continuò a preparare la colazione finché Shinichi non terminò la chiamata. 

-So che ormai saprai a memoria la frase che ti sto per dire, ma… devo andare. -disse, sospirando. -Omicidio. Scusa.

-Ormai ci sono abituata, mio caro detective. -gli sistemò la camicia. -Risolvi il caso e poi fammi sapere, va bene?

Shinichi sorrise: -Mi perdoni?

-Vai prima che cambi idea.

-Ho un déjà-vu. 

-Stavolta non tornerai piccolo, no?

-Lo spero. -la baciò sulle labbra. -Ti chiamo.

-Ok. 

Il detective andò a mettersi le scarpe e lei lo seguì, osservando i suoi movimenti. Lo guardò allacciarsi le stringhe e prendere la giacca, poi, prima di uscire, lui si voltò verso di lei.

-A dopo.

-A dopo.

Appena la porta si chiuse dietro Shinichi, Ran fece un sorriso che andava da un orecchio all’altro e per poco non si mise a saltellare come una ragazzina. Lei e Shinichi erano tornati insieme, da quanto aspettava quel momento? 

 

***

 

-La vittima è Mineko Saito, di cinquant’anni. È stata trovata dalla domestica, che era venuta come tutte le mattine a pulire l’appartamento. -disse uno degli agenti mentre Shinichi osservava ogni singolo particolare della scena del crimine. Il cadavere, le prove e poi… perché gli schizzi di sangue erano così strani? 

-Causa del decesso? -chiese l’ispettore Takagi.

-Dunque…

-Ha incontrato Shinichi Kudo ieri e visto che il mio amico porta sfortuna ovunque va… -rispose una voce con un forte accento del Kansai. 

Shinichi non ebbe neppure il tempo di voltarsi che si ritrovò il braccio di Heiji Hattori attorno alle spalle. 

-Oi Kudo! -esclamò il detective dell’Ovest tutto contento. -È da un po’ che non ci vediamo!

Il detective dell’Est, piccato per la battuta dell’altro, sbuffò: -Sì, sì, mi sei mancato anche tu. Stavamo dicendo?

-Pare che la vittima…

-No, no, no. Aspetta. Non vedi il tuo migliore amico da aprile ed è questa l’unica cosa che hai da dire?

-Hattori, ci siamo sentiti per telefono.

-La signora Saito è stata…

-Ma non è la stessa cosa!

-Possiamo non parlarne adesso?

-La causa della morte…

-Ma Kudo!

-Ci sarà tempo per i convenevoli più tardi, Hattori.

-E INSOMMA! COSA SIETE? ADOLESCENTI? -li interruppe l’ispettrice Sato, che era sul luogo del delitto insieme al marito. -Ascoltate questo povero agente!

-Scusi… -balbettarono i due detective abbassando la testa come due bambini sgridati dalla maestra.

-Santa pazienza… -fece Sato sospirando. -Nemmeno Mamoru e Hikaru sono così infantili. 

Takagi, che tratteneva il sorriso, si rivolse all’agente della scientifica: -Prego, dicci i dettagli.

-La causa della morte, ad un primo esame, è un colpo da arma da fuoco al petto. L’arma del delitto, come potete notare, è proprio qui. -disse l’agente indicando una pistola lasciata accanto al cadavere.

-E ci sono testimoni? I vicini non hanno sentito niente? -domandò Sato.

-Li stiamo interrogando in questo momento. -rispose il giovane. 

Nel frattempo Shinichi ed Heiji si erano chinati sul cadavere della povera signora Saito per cercare eventuali indizi sfuggiti alla scientifica. 

-Oi Kudo. Cos’è quel sorrisetto? -fece Heiji ad un certo punto.

-Eh? Che sorrisetto?

-Quello che hai stampato in faccia da mezz’ora. È successo qualcosa che io non so? 

-P-Perché?

-Perché tu non ridi mai alle mie battute, quindi è successo qualcos’altro che ti fa sorridere così. Vediamo se indovino… c’entra Ran?

Shinichi arrossì.

-Ah-Ah! Ho indovinato! -esclamò Heiji tutto contento.

-Shhhh! Almeno non urlarlo ai quattro venti! -il detective dell’Est si sentiva orecchie e guance in fiamme. A quanto pare nemmeno quella parte di lui era cambiata, nel tempo.

-E dimmi, cos’è successo? Vi siete baciati? -chiese il detective dell’Ovest esaminando la mano della vittima, come se fosse normale chiacchierare in quel modo mentre si aveva davanti un morto.

-Ehm… -Shinichi si bloccò prima di fare una mossa falsa: doveva dire al suo migliore amico quello che era successo quella notte e rischiare di avere esplosioni sulla scena del crimine, poteva fidarsi e fare affidamento sulla capacità di mantenere la calma del detective dell’Ovest o rimandare l’argomento e salvare la pelle?

Decise di salvarsi.

-Ti dico dopo. Ora risolviamo il caso. -rispose.

-Mh, d’accordo. -acconsentì Heiji. -Allora, hai visto anche tu la forma strana degli schizzi di sangue?

-Sì. L’assassino deve aver avuto qualcosa per evitare di sporcarsi… tipo un ombrello. -disse Shinichi. -Vedi? Le macchie seguono una linea curva.

-Anche secondo me. E per riuscire a sparare bastava fare un buco nella stoffa per farci passare la pistola. -Hattori si guardò attorno. -Dev’essere stato qualcuno che conosceva. La porta non mostra segni di scassinamento. Ha aperto lei al suo assassino.

-E secondo la domestica non è stato rubato niente. Quindi possiamo escludere che sia stato un ladro. -Shinichi si alzò in piedi con le mani nelle tasche. -E infine, è un omicidio premeditato. Nessuno fa un buco in un ombrello a caso, giusto?

Poco dopo i due detective ascoltarono le testimonianze dei vicini, anche se soltanto uno di loro raccontò di aver visto qualcuno uscire di corsa dall’appartamento della vittima. La persona in questione era vestita di nero e aveva il viso nascosto da un berretto con la visiera e una mascherina chirurgica. Meglio di niente, ma non sarebbe stato facile lo stesso.

Però Shinichi aveva risolto casi ben più difficili. 

Ascoltò le versioni dei sospettati, tutti ospiti che la signora Saito doveva vedere la sera prima, e giunse alla conclusione che il colpevole era la seconda persona che aveva interrogato, un collega di lavoro della donna.

La sera prima, inoltre, pioveva e le telecamere di sorveglianza avevano ripreso l’uomo vestito di nero togliersi la mascherina chirurgica e il berretto e nel frattempo tenere un ombrello chiuso in mano. E con la pioggia torrenziale che cadeva poche ore prima non era una cosa molto intelligente da fare se non volevi beccarti un raffreddore coi fiocchi… esattamente la malattia che aveva il sospettato proprio quel giorno.

 

 

-Certo che poteva pensarci prima di togliersi il travestimento appena uscito dal condominio. -commentò Heiji mentre osservavano la polizia portare via l’assassino. 

-Già. Non è stato molto furbo, anche se aveva premeditato l’omicidio. -disse Shinichi. Guardò fuori, dove le strade di Tokyo erano illuminate dal sole di giugno. Era una bella giornata, nonostante lui si trovasse sul luogo di un delitto e non fosse il modo migliore per iniziare al meglio un nuovo giorno.

-Allora, Kudo… ti va un caffè? -fece Heiji conducendolo fuori dall’appartamento. 

-Se offri tu…

-In cambio mi racconti cosa è successo con Ran. 

Shinichi alzò gli occhi al cielo. Certe volte il suo migliore amico era peggio di Sonoko. E ce ne voleva!

-Va bene, comara pettegola che non sei altro.

-Ehi!




*angolo autrice*
Ehilà detective!
Chiedo scusa per il mostruoso ritardo, ma tra fiere, studio e altri impegni non ho avuto praticamente tempo per scrivere. Ed è pure un capitolo più corto del solito 🥺
Spero che non vi siate annoiati, ci vediamo al prossimo!

   
 
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