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Autore: eddiefrancesco    12/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Mrs. Barraclough proseguì con i suoi rimproveri: «Bisognerà prendere provvedimenti prima che Pip diventi ingovernabile. Sono quasi tentata di lasciarla a casa, oggi.» «Oh, le fareste davvero? Vi prego, zia Julia!» Pip unì le mani in una supplica. «Miss Petrie e io potremmo avere la giornata per noi, e voi e Lisette visitereste Mrs. Allardyce in pace. Per favore, datemi il permesso!» Non era la reazione che Mrs. Barraclough si era aspettata o aveva desiderato. Dopo una pausa sorpresa, affermò: «Preferisco tenerti d'occhio personalmente, Philippa. Finisci di fare colazione e preparati.» Octavia seguì Pip in camera sua. «Pip, carissima, dovete essere giudiziosa, oggi. Vostra zia Julia è severa, ma sono certa che ha a cuore il vostro interesse. Mostratele che sono riuscita a insegnarvi qualcosa.» «Non vi sopporta. Vuole farvi del male.» «Pip!» Octavia si sedette sul letto e trattenne la bambina davanti a sé. «Se sarò sincera con voi, sarete tanto matura da capire e da non ripetere ciò che dico?» Pip annuì. «Bene! Credo che vostra zia mi disapprovi, anche se non so perché. Non c'è molto che possa fare a riguardo. Ma non è importante. Quello che importa è che vuol bene a voi. Vuole che cresciate nel modo giusto, e ha ragione. Dovrete vivere con lei dopo che io me ne sarò andata, ricordatelo, e sarete molto più felice se vi sforzerete di comprendere il suo punto di vista. Ci proverete? Mi darete un'enorme gioia se venissi a sapere quando tornerete, questa sera, che vostra zia è soddisfatta di voi.» Diede un bacio a Pip e la scosto' da sé. «E ora, andate! E non inciampate nelle gonne, alla lezione di ballo!» Pip corse alla porta, poi tornò indietro ad abbracciare Octavia. «Oh, miss Petrie, quanto vi voglio bene! E mi impegnerò.» «Brava!» approvò Octavia, e guardò Pip sfrecciare lungo il corridoio. «Piano, Pip. Piano!» la ammoni' sorridendo. I suoni della partenza si affievolirono e Octavia rimase sola nella grande casa. Persino i domestici sembravano nascondersi. Erano probabilmente nella cucina sul retro, dove faceva più caldo. Era una giornata gelida e presto sarebbe arrivato l'inverno. Lei si aggiro' per la casa come un'anima in pena finché non si trovò, non avrebbe nemmeno saputo dire come, in fondo alle scale che portavano alla torre. La stanza di Mrs. Carstairs sarebbe stata chiusa, naturalmente. Lo era sempre. Cominciò a salire lentamente i ripidi gradini e scoprì che aveva ragione... La porta era chiusa. A chiave? La spinse delicatamente e con sua sorpresa questa si aprì e lei entrò all'interno della stanza. Una lieve fragranza aleggiava nell'aria, un profumo di erbe. Secco, intrigante. La poltrona che aveva visto portare su per le scale era davanti al camino. C'era perfino un fuoco. Era quasi spento, ma le braci erano ancora rosse. Lo avevano acceso i domestici che avevano portato di sopra la poltrona? Mrs. Dutton aveva dato ordine di accederlo per togliere l'umidità dall'ambiente? Era durato molto a lungo, se era così. Non aveva importanza. Chiunque lo avesse acceso, gli era grata. Aveva lasciato la porta aperta. Octavia attizzo' il fuoco e aggiunse un paio di ciocchi presi dal cesto accanto al camino. Poi si avvicinò a un tavolo carico di soprammobili e notò un piccolo ritratto che la riproduceva perfettamente. La miniatura di una bambina aveva il posto d'onore. Lesse la scritta: Theophania Carstairs, nata nel 1770, morta nel 1778. Allora era questa la bimba della zia Carstairs, la sua unica figlia. L'anziana signora aveva lasciato Wychford a Octavia perché le ricordava la figlia che aveva perduto tanti anni prima? Un alito d'aria, simile a un sospiro, percorse la stanza. Octavia si guardò intorno. Le finestre sembravano ben chiuse, ma la stanza aveva una posizione esposta. Non c'era da stupirsi che ci fossero delle correnti... Si sedette in poltrona. Quanta tristezza. Con il cuore pesante, ripenso' a Julia Barraclough e a quello che il suo arrivo poteva significare per Lisette e Pip. Pip era una bambina davvero speciale, ma Julia Barraclough era il tipo di persona che faceva emergere il peggio in lei: critica, autoritaria, poco percettiva e con una particolare idea della disciplina. A Pip non sarebbe stato facile imparare a vivere con sua zia. E cosa sarebbe successo a tutta quella deliziosa spontaneità, quando ci fosse riuscita? E Lisette... Lisette non avrebbe mai rischiato la disapprovazione di sua zia, era sempre troppo ansiosa di evitare i conflitti, pronta a pensare il meglio di chiunque. Ma la freschezza, il fascino del suo spirito gentile, si sarebbero perduti, schiacciati dalla personalità dominante di Julia Barraclough. Lisette rischiava di diventare una mite nullità, magari di accettare un buon partito imposto da sua zia. Era un vero peccato. Ma non c'era molto che Octavia potesse fare al riguardo. Abbassò lo sguardo, sorpresa quando le cadde in grembo una lacrima. Lei non piangeva mai! Octavia Petrie era famosa per questo. Ma le lacrime non sembravano conoscere questo dettaglio di vita familiare. Scendevano sempre più veloci, e furono presto seguite da un singhiozzo. Confusa e vergognosa, Octavia cercò il fazzoletto. Non lo trovò! Era solo un ritaglio di tela finissima, probabilmente non le sarebbe servito un gran che, ma la sua perdita fu l'ultima goccia. Octavia si nascose il viso tra le mani, si rannicchio' in poltrona e si lasciò andare al pianto. Cosa importava che avesse le mani sporche? Che si sarebbe striata il viso di fuliggine? Chi c'era a vederla? Alla fine si calmo' e stranamente si sentì meglio. Il profumo di erbe della stanza era persino più forte... Chiuse gli occhi. L'immagine di un uomo bruno fluttuo' davanti a lei. Aveva sulle labbra quel suo sorriso speciale, teneva un sopracciglio appena inarcato e lo scintillio dei suoi occhi la invitava a condividere il divertimento... Poi lui tornò serio e le disse che la amava, che sarebbe andato tutto bene... Octavia si sentì di nuovo serena. E molto assonnata. Edward arrivò da Londra e trovò la casa deserta. Quando uno dei domestici lo informò che la famiglia era andata a Guildford per la giornata, fu irritato, più con se stesso che con chiunque altro. Avrebbe dovuto ignorare quello strano impulso di tornare che lo aveva assalito a metà mattina. Non c'era alcuna fretta, dopo tutto. Si aggiro' inquieto per casa, senza sapere neanche lui perché. C'era un'atmosfera di attesa che non riusciva a capire. Alla fine arrivò all'aula. Non c'era niente di interessante, dentro. I libri erano ordinatamente impilati, le carte sulla scrivania allineate. Le girò. Elenchi di biancheria? Conti di casa? Tutti accuratamente spuntati dalla ordinata calligrafia di Octavia. Edward li lasciò cadere sulla scrivania. Che donna meschina era Julia! Octavia l'aveva offesa per qualche misterioso motivo e lei si era vendicata dando all'istitutrice dei compiti da scrivana! Com'era stata trattata, quel giorno, Octavia? Una visita agli Allardyce avrebbe dato a Julia numerose opportunità di umiliarla. Lavonia Allardyce era snob quasi quanto Julia. Edward fissò nel vuoto. Cosa diavolo doveva fare? Octavia non era la sola che avrebbe sofferto sotto Julia. Sarebbe capitato anche a Pip e Lisette, soprattutto quando Octavia se ne sarebbe andata. Lei aveva fatto tanto per loro. Pip era tornata l'uccellino allegro che lui aveva conosciuto ai vecchi tempi, e l'espressione triste degli occhi di Lisette, che lo aveva tanto turbato, era quasi sparita. E lui... Edward impreco'. Non riusciva proprio a smettere di pensare a Octavia Petrie! Sapeva molto bene perché era rientrato in anticipo da Londra. Non era la prima volta che gli capitava. La verità era che non riusciva a restare lontano da Wychford finché sapeva che Octavia era lì. E ora, era tornato e lei non c'era. Che perdita di tempo! Una finestra sbatte', strappandolo a quei pensieri. Che si trattasse di un intruso? Edward uscì dall'aula e si guardò attorno, ma la casa era silenziosa.
   
 
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