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Autore: MatsuFla    13/11/2021    1 recensioni
(Reboot di "Gallavich fino alla fine")
Continua il progetto "L'amore non basta" con la seconda fic della raccolta "Davvero pensi che tutti quelli che si amano siano insieme?". La storia riprende da dove si era interrotta e copre l'intero anno 2013.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Davvero pensi che tutti quelli che si amano siano insieme?'
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Cameron si svegliò nel cuore della notte e si sfregò il sonno dagli occhi. Sentì il familiare odore di Noel Fisher accanto a lui e sorrise a se stesso. Erano rannicchiati nelle lenzuola a dormire intrecciati l'uno nell'altro, le gambe aggrovigliate e le teste una di fronte all'altra sullo stesso cuscino.
«Noel...» Cam appoggiò la testa sul palmo della mano e lo guardò, illuminato dalla luce della luna. Avrebbe potuto continuare a fissarlo per ore sdraiato nudo accanto a lui, profondamente addormentato. Cameron non aveva mai pensato che potesse volere qualcuno quanto voleva Noel.
«Noel... sei sveglio?» Chiese Cam, sussurrando nell'oscurità.
Pensò di baciarlo. Immaginò che andasse bene, visto che stava dormendo, non l'avrebbe mai saputo. Così, lo baciò prima sulla fronte, poi trovò un escamotage per rubargli un bacio in modo più o meno onesto. «Questa volta ti bacerò sulle labbra se non ti svegli...» Aspettò non più di cinque secondi, «Non dire che non ti ho avvertito.» Strisciò più vicino e premette le sue labbra contro quelle di Noel in un modo sorprendentemente morbido. Quando l'altro non reagì, lo fece ancora, poi ancora e ancora. Tanti piccoli baci che schioccavano nel silenzio della notte, fino a quando la voce intrisa di sonno di Noel lo fece sussultare. «Smettila.» Borbottò, rauco ma morbido, «Il suono dei tuoi baci mi ha svegliato.»
Il rosso sgranò gli occhi e trovò Noel a fissarlo. Ciglia chiare intorno a quegli occhi blu, pelle candida, lentiggini e labbra carnose. Si meravigliò di quanto fosse bello Noel.
«Scusa.» Cam spazzò via alcuni ciuffi dorati che gli cadevano sul viso, passò le dita tra i capelli disordinati, rastrellando le unghie corte contro il cuoio capelluto, ritmicamente, lento, gentile. La sua mano scese lungo la parte posteriore del collo, per poi iniziare a strofinargli lentamente la schiena e facendo scoppiare la pelle in pelle d'oca ovunque toccasse. Il respiro di Noel si fece sempre più rapido e una sana sensazione di panico si impossessò di lui. Il cervello sembrava inviargli segnali d’avvertimento ben diversi da quelli che sentiva in mezzo alle gambe. Il cuore gli batteva nel petto come se stesse per avere un infarto e tutto questo solo perché Cam lo stava semplicemente accarezzando e lo esaminava come se fosse un enigma da risolvere.
«Non scusarti. Se hai intenzione di baciarmi, fallo come si deve, non come un bambino delle elementari.»
«Um... allora va bene se provo di nuovo?» Cameron si mosse per primo, baciandolo dolcemente, e Noel si abbandonò completamente ad esso.
«Perché me lo hai chiesto se non avevi intenzione di aspettare la mia risposta prima di baciarmi?» Chiese sorridendo, quando si staccarono.
Cam scrollò le spalle, «Ho solo pensato che mi avresti rifiutato se avessi chiesto prima.»
«Stai diventando più intelligente, Monaghan.»
«Posso continuare?»
«No.»
Alcune cose cambiano gradualmente, i confini si spostano e le linee si confondono, le regole diventano prive di significato e dimenticate, finché un giorno ci si trova in una situazione così diversa, così nuova che non si può fare a meno di chiedersi, come si è mai arrivati fin lì.
Una volta che ci rende conto di quanto si è vicini a oltrepassare il limite, ad abbandonare ogni speranza e ragione e cedere ai propri desideri, basta uno sguardo in più, un secondo senza fiato e cuori che corrono. 
A Noel bastò quel secondo per buttare la ragione dalla finestra e baciare forte Cameron.
Il rosso gemette e aprì le labbra, lasciando che Noel gli spingesse la lingua in bocca e prendesse il controllo del bacio.
Gli sembrò che il mondo intero si fosse ridotto alle dimensioni del letto su cui si trovavano.
«Cazzo!» Sospirò Cam quando Noel lo avvolse tra le braccia e se lo tirò addosso, facendo scivolare il ginocchio tra le gambe del rosso mentre si baciavano di nuovo. Purtroppo per Cam, l'alza bandiera mattutino, anche se il mattino era ancora lontano, era implacabile e non mostrò pietà. Si era svegliato quasi nello stesso stato in cui si era addormentato, duro e stretto nei suoi boxer come un tredicenne. I suoi fianchi si inclinarono da soli, inseguendo l'attrito, premendo la sua erezione contro Noel, finché, resosi conto di essersi lasciato andare un po' troppo, fece una pausa e cercò di allontanarsi dal corpo sexy e caldo sotto di lui.
«Non fermarti.» Sussurrò Noel, una delle sue mani che si chiuse a pugno nella parte posteriore dei capelli rossi, tirandolo fortemente giù per altri baci.
«Sei sicuro?» Chiese, improvvisamente preoccupato di averlo spinto a fare qualcosa per cui non era pronto.
Ma, una volta superato il limite, non importa più chi ha spinto chi.
«Sì.» Si allungò tra di loro e lo accarezzò attraverso la stoffa dei boxer. Cam soffocò un gemito, fu una fottuta tortura per lui riuscire a resistergli ancora. «Credevo che avessi bisogno di tempo per pensare.»
«Sono stufo di pensare.» Borbottò Noel, poi si concesse una tregua dalle sue labbra per sorridere maliziosamente, «Inoltre... è tutta la sera che il tuo pene non fa altro che cercare di attirare la mia attenzione. Vuole per forza uscire da lì.» 
«Noel...» 
«Cam!» Tracciò la lingua lungo la cresta dell'orecchio e ordinò piano, «Non fermarti.»
Cameron fece un sorriso fottutamente grande e, non era sicuro se fosse la paura o il desiderio che lo fece rabbrividire a quelle parole, ma obbedì comunque senza perdere altro tempo. Scelse con cura la posizione che meglio gli permetteva di sfregare i loro cazzi insieme e rotolò delicatamente i fianchi con un ritmo tortuosamente lento. Aiutò che aveva le mani di Noel infilate nella parte posteriore dei boxer che gli stringevano il culo e la sua lingua in bocca.
«Sei così fottutamente sexy, Noel.»
Cam era stata la prima persona a dirgli una cosa del genere e Noel scoprì che gli piaceva sentire quelle parole da lui. Non disse nulla ma fece scorrere le mani lungo la schiena del rosso e cominciò a oscillare anche lui su e giù, inseguendo quel bellissimo attrito tra loro. Respiravano entrambi pesantemente, principalmente per anticipazione di ciò che stava per accadere.
«Dove sono?» Chiese Noel.
«Chi?» Rispose in modo appena udibile, troppo perso in quel sogno divenuto realtà.
«I preservativi, Cam.» Chiarì, ridendo, sorpreso di doverlo specificare, «Dove tieni i preservativi?»
«Non li ho.» Cam non si fermò, continuò a dondolarsi ed accarezzarlo, incapace di connettere le terminazioni nervose nel sistema incasinato del suo cervello che era offline da quando aveva Noel tra le sue gambe.
Noel smise di muoversi di colpo, gli afferrò i bicipiti e lo spinse su bruscamente in modo da poterlo guardare negli occhi. «Mi stai prendendo in giro?» 
«Mai.» Gli assicurò il rosso, con un ghigno imbarazzato sul viso, provò ad avvicinarsi a Noel che però lo spinse di nuovo indietro, shakerandolo un po'.
«Per favore, Cameron Riley Monaghan, dimmi che è solo uno brutto scherzo.» 
Lui non rispose. Invece arricciò le labbra in una smorfia dispiaciuta che fece capire a Noel che no, purtroppo non era uno scherzo.
«Cazzo.» Sbuffò amaramente, affondando la testa ne cuscino e premendosi i palmi delle mani sugli occhi.
«Ti ricordo che ultimamente non ne ho avuto bisogno.» Accusò Cam, guardandolo dall'alto, seduto sul suo grembo con le braccia conserte, «Per colpa tua!»
«Cazzo.» Ripeté Noel drammaticamente, scuotendo la testa.
«Ehi, c'è un 7/11 a tre minuti da qui.» Cam gli prese i polsi e li sollevò, si chinò su di lui e sorrise, «Possiamo comprarli.»
Il tono di Cameron era rassicurante in quel modo leggermente fastidioso, come quello usato con i bambini, e fece incazzare Noel e lo eccitò allo stesso tempo. «Bene, allora cosa aspetti?» Allungò le mani sulle sue cosce del rosso che gli stringevano i fianchi e tamburellò delle piccole pacche di incoraggiamento, «Vestiti e vai a prenderli.»
«Io?»
«Certo, questo è il tuo quartiere. Non sarà certo la prima volta che vai a comprare dei preservativi.»
«No, ma-» Si zittì quando Noel sollevò le sopracciglia in modo intimidatorio. «È inutile che ci provi, stronzetto, da biondo non sei per niente minaccioso. Sembri solo un angioletto imbronciato.» Lo prese in giro, ma poi cedette comunque. Non perché lo avesse effettivamente intimorito, ovviamente no, Noel era dannatamente adorabile con il broncio, ma perché Cam avrebbe fatto qualsiasi cosa... letteralmente qualsiasi cosa... pur di averlo. «Aaah, va bene.» Sbuffò rassegnato. Sceso dal grembo di Noel e dal letto, iniziò a rivestirsi mentre l'altro si mise seduto a guardarlo con un sorrisetto soddisfatto. Almeno finché il rosso non parlò di nuovo. «Devo prendere anche... del lubrificante?» 
«N-non lo so...» Balbettò, preso alla sprovvista, «Direi di sì.» E poi, «Si.» 
«Quale preferisci?»
«Non ne ho idea, Cam. Uno qualsiasi.»
«Qualcosa alla fragola?»
«Si, come ti pare.» Bisbigliò, senza alzare nemmeno lo sguardo, «Le fragole vanno bene.»
«Noel...»
«Cosa?» Chiese con il fiato sospeso, temendo in qualcosa di ancora più imbarazzante del gusto del lubrificante.
«I preservativi...»
«Si?»
«Li devo prendere per me o per te? Si, insomma... siamo completamente diversi lì sotto, abbiamo bisogno di-» 
«Si, lo so.» Lo interruppe, ma poi non aggiunse altro e nella stanza calò il silenzio.
Poteva sembrare una domanda semplice, ma di certo non lo era per loro che non avevano ancora affrontato la questione.
«Sai cosa, li prenderò per entrambi!» Disse Cam per porre fine al disagio e Noel si strinse nelle spalle in risposta.
Il rosso finì di vestirsi, si piegò verso di lui e, piantando entrambe le mani sul materasso, gli beccò un bacio sulle labbra, «Vado e torno. Tu resta qui.» Sorrise ed uscì dalla camera quasi saltellando. Noel si avvolse nella coperta, rimasta raggomitolata in un angolo del letto, e lo seguì giù per le scale. Raccolse la giacca che era rimasta abbandonata su uno scalino e la posò sulle spalle di Cam quando lo raggiunse davanti alla porta d'ingresso dove era intento a mettere le scarpe. Il rosso indossò la giacca e un cappotto pesante, poi si alzò in piedi e fissò i suoi occhi in quelli di Noel.
Il ragazzo più basso si sollevò leggermente sulle punte per avvolgergli una sciarpa intorno al collo, «Che c'è?» Chiese, incoraggiandolo a sputare il rospo.
«Promettimi una cosa.» Non era sicuro da dove venisse quella fiducia, ma andò avanti, «Almeno finché non torno, non cambiare idea, okay? Per favore, non farlo.» Sapeva che quella richiesta lo faceva sembrare disperato, ma non aveva più niente da perdere. Non sopportava l'idea di tornare a casa in dieci minuti e trovarlo a far finta che non fosse successo nulla.
Noel si avvicinò a lui e abbracciandolo lo avvolse nella coperta che li chiuse in un bozzolo. «Prometto.» Sussurrò contro la sua bocca, poi infilò la lingua in un modo che non lasciò dubbi. Lo voleva anche lui.


«Sono tornato!» Fu tutto quello che disse Cam, togliendosi sciarpa e cappotto. Gli occhi girarono come una trottola per tutta la cucina e subito iniziò ad agitarsi non vedendo Noel.
«Sono qui!» La voce inconfondibile del biondo riecheggiò dal piano di sopra.
Letteralmente come un corridore olimpico completamente disperato di arrivare primo, Cameron attraversò la casa fino al letto dove Noel era adagiato in attesa del suo ritorno. 
«Ehi!» Squittì felice e, ancora con il fiatone, sedette accanto a lui per baciarlo. Le sue labbra fredde contro quelle calde di Noel, li fecero sussultare leggermente per il cambio improvviso di temperatura. «Com'è andata?»
Cameron si mise in ginocchio e alzò la mano che stringeva la piccola busta degli acquisti, la posò sul letto e iniziò a tirare fuori il contenuto un pezzo per volta, lasciandoli cadere sul materasso. «Ho comprato delle patatine, del prosciutto e... delle altre patatine.» Sorrise mostrando tutti i denti, «Sono andato nel panico.» 
«Siamo qui per cenare?» Scherzò Noel.
«Non lo so!» Rise in modo nervoso e le guance gli si colorarono di un rosso acceso, «Ma è ciò che fanno nei film. Si suppone sia romantico, no?» Entrambi risero e si avvicinarono per incontrarsi in un piccolo bacio, poi l'espressione di Cam diventò più seria e preoccupata, «Sono un po' spaventato.»
«Non vuoi più farlo?»
«No, no, no. Voglio farlo. Davvero.» Disse subito, senza avere un solo secondo di esitazione, «Sono solo preoccupato perché non so come si fa.» 
«Beh, neanche io lo so.»
La voce così dolce e rassicurante di Noel fece scaldare il cuore di Cam che si chinò su di lui per un altro bacio. Pian piano il rosso ritornò libero dai vestiti, poi salì a cavalcioni su di lui e, senza mai separarsi, si allungò verso la busta a tentoni e ne tirò fuori qualcosa. «Noel...»
«Mh?» Borbottò il biondo contro la sua bocca, ancora senza spezzare il contatto. Purtroppo per lui, però, Cam si tirò indietro e quando vide con orrore ciò che il ragazzo stringeva tra le mani, quasi... quasi... pensò di non volerlo più fare.
«Credo che ci si debba fare una lavanda prima.»


Era notte fonda e Cam e Noel erano in bagno, seduti sul bordo della vasca ad osservare in silenzio il terrificante Easy Wash posato sul lavandino. Noel aveva le cosce strette e le mani che stringevano forte le ginocchia, mentre Cam era apparentemente più tranquillo, con le gambe spalancate e le braccia conserte.


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«Se non si è mai fatta una lavanda, è meglio iniziare con un semplice clistere d'acqua calda.»
«Perché diavolo sai queste cose?»
«Mi è capitato di leggerlo su internet...» Mentì Cam, «Per puro caso.»
«Ah, si?»
«Già, e al 7/11 c'era un'offerta speciale, paghi uno e prendi due.»
«Fantastico.» Borbottò sarcasticamente Noel.
Improvvisamente, Cam si alzò come se una scossa gli avesse colpito il sedere ed uscì dal bagno. Stette via per un paio di minuti e poi tornò accanto a Noel, stringendo tra le mani una moneta. «Testa o croce?»
«Vuoi davvero deciderlo lanciando una moneta?»
«Tu hai un'idea migliore?»
No, non ne aveva. Così rispose rassegnato, «Croce.»
Cam lanciò la moneta che volteggiò più volte in aria prima di ricadere sul palmo della sua mano e subito la capovolse sul dorso dell'altra, nascondendo la faccia vincente. Ma, un attimo prima che Cam scoprisse la moneta, Noel lo fermò. «No!» Sussurrò, stringendogli le mani, «Lo faccio io.»
«Perché, non ti fidi?» Brontolò, «Lanciala tu se preferisci.» 
«No, scemo, io intendevo il clistere.» 
«Vuoi farlo tu?»
«Cam, io vorrei...» Non riuscì a continuare, invece ringhiò, «Cazzo.»
«Cosa, Noel? Dimmi cosa vorresti.»
«Io voglio che tu... mi scopi.» Confessò, sentendosi estremamente vulnerabile in quel momento. «Se vuoi.»
Cameron non rispose, rimase a fissarlo mentre le guance pallide svanirono in un rossore crescente e gli occhi che brillavano sopra il suo sorriso gigante ed euforico. «Tu vuoi questo, eh?» Disse, forzando un tono disinvolto e civettuolo, avvicinandosi a lui, «Tu vuoi che io ti scopi, eh?»
Noel si sforzò di pensare a una risposta spiritosa, ma era troppo agitato, così annuì e rise impotente, spingendosi verso di lui per baciarlo.
Entrambi erano completamente senza fiato quando si separarono, ansimando e fissandosi a vicenda. Noel scoppiò a ridere, e ancora ridendo lo baciò di nuovo, facendo scivolare le braccia attorno al suo collo, le dita tra i suoi capelli, affondandole in cima alla testa dove erano più lunghi. Spinse nel bacio, inclinando la testa di Cam all'indietro prima di staccarsi da lui. Le labbra del ragazzo erano già arrossate e ancora sorridenti, così Noel liberò le sue mani e gli posò la punta degli indici sugli angoli della bocca per cercare di tirarli giù, ma senza successo.
«Okay, stronzo, puoi smetterla con questa faccia compiaciuta adesso?»
Cam fece no con la testa e provò a baciarlo ancora, ma Noel gli mise una mano aperta al centro della faccia e lo spinse un'altra volta indietro. Ridendo, si alzò e si avvicinò al lavandino.
«Possiamo farlo senza lavaggio.» Il rosso lo raggiunse alle spalle e lo abbracciò, Noel roteò tra le sue braccia per guardarlo. «Non è un problema per me.»
«Cameron, sono già abbastanza nervoso... non vorrei rendere tutto ancora più imbarazzante.»
«Okay, come vuoi tu.» Lo baciò e uscì da bagno. Noel spinse la porta fino a chiuderla e si affrettò ad iniziare. La prima cosa che fece appena rimase solo fu pisciare, poi si lavò le mani, aprì l'armadietto sotto al lavandino e tirò fuori un asciugamano pulito. Prese il clistere e iniziò ad ispezionarlo da vicino, rigirandoselo tra le mani e strizzandolo come una tettarella, sentendo l'odore di plastica nuova che ne veniva fuori.
In quel momento, Cam entrò con il lubrificante in una mano e il cellulare nell'altra, «Quindi... strizzi, trattieni e rilasci.» Lesse ad alta voce dalla pagina internet "Come fare un lavaggio anale" alla quale sembrava molto interessato. «Sembra abbastanza semplice.» 
«Cosa?» Chiese Noel, confuso più che altro dal fatto che il rosso fosse rientrato in bagno. Cam posò il cellulare sul lavandino e, seguendo le istruzioni passo per passo, riempì il clistere d'acqua tiepida e attaccò il beccuccio al bulbo. Poi aprì la bottiglietta di lubrificante e lo versò sulla cannula rigida, «È meglio mettercene un bel po'.» Disse sorridente, abbondando con la quantità di gel. «Ora girati e piegati in avanti.»
«Wow wow wow!» Abbaiò, sconvolto, «Okay, Cam, ti ringrazio per l'aiuto, ma ora devi uscire. Da qui in poi faccio da solo.»
«Cosa?» La voce stridula per la sorpresa e il disappunto, «Perché?» 
«Cam, non farò questa cosa davanti a te.»
Cam era così desideroso di prendersi cura di Noel dall'inizio alla fine che non capiva perché lui gli stesse negando di partecipare, visto che il lavaggio era una così piccola cosa rispetto a ciò che sarebbe venuto dopo. Tuttavia, non lo rendeva meno imbarazzante agli occhi di Noel. Il rosso lo prese in giro per essere così imbarazzato, Noel sostenne invece che si trattava di privacy e non di vergogna. «È meglio se tieni la bocca chiusa, Cam.» Rispose alle sue prese in giro prendendo in prestito un po' di minacce alla Milckovich.
«Ma-»
«Meglio se la tieni chiusa. Mi hai capito?» 
Quando il ragazzo annuì, gli indicò la porta con il braccio e l'indice perfettamente dritti e allineati, «Fuori, Cameron!»
«Tieni.» Disse sconsolato, consegnandoli il clistere prima di uscire. Noel sbatté la porta dietro di lui e andò sedersi sulla tavoletta del water, guardò il clistere caldo tra le mani e capì che era giunto il momento, «Cazzo.»
«Tutto okay, Noel?» Chiese preoccupato Cam dopo appena un minuto, rivelando la sua presenza dietro al sottile strato di legno come un maledetto stalker. Non che Noel si aspettasse qualcosa di diverso da lui.
«Ti accovacci, senza fretta, lo inserisci e strizzi il clistere...» Suggerì da dietro la porta, «Poi lo tiri fuori e cerchi di trattenere l'acqua il più a lungo possibile, poi ti siedi sul WC e rilasci.»
«Sta zitto, Cam!»
«Vuoi che entri?»
«Non esiste!» Nonostante le sue parole, Noel seguì le istruzioni di Cam, si spinse il beccuccio lubrificato nella fessura del sedere e girò delicatamente. Il biondo non poté fare a meno del gemito che uscì da lui. In quella fase si sentì inaspettatamente bene, un po' di fastidio, ma bene.
«Allora?» Chiese Cam, dopo qualche minuto di silenzio, «Dovresti aver già finito a quest'ora.»
«Sì, beh, avrei finito se tu non fossi lì.» Protestò stizzito, spuntando mentalmente il promemoria di prendere a calci in culo Cam appena possibile. Giacché che c'era, Noel si diede una pulita generale lì sotto e finalmente uscì dal bagno.
«Ce ne hai messo di tempo, eh?» I suoi occhi verdi lo scrutarono e decisero che un po' di provocazione era d'obbligo, «Fammi vedere se hai fatto un buon lavoro.»
Noel si dimenò quando Cam gli pizzicò il sedere avvolto in un asciugamano legato in vita. «Sai, rosso, fai proprio schifo a creare l'atmosfera.»
Allora Cam, senza perdere altro tempo, gli fece vedere quanto si sbagliasse. Gli mise le braccia attorno ai fianchi e lo sollevò, Noel rise e gli si avvolse come un Koala all'albero. Uniti in un bacio si lasciarono cadere sul letto e il biondo sentì Cam sorridere contro le sue labbra, le mani tremanti e disperate gli scivolarono lungo la schiena, afferrandolo, toccandolo dappertutto. Il modo in cui lo stava toccando era così incredibile che il suo cervello all'improvviso conteneva un solo pensiero, due semplici parole che si ripetevano all'infinito nella sua mente: di più.
«Noel... se superiamo questa linea, il nostro rapporto non potrà mai più tornare come prima.»
Il livello successivo avrebbe inevitabilmente cambiato tutto, non che ciò che avevano fatto fino a quel momento non fosse nulla, ma forse avrebbero potuto superarlo. Anche se era difficile da pensare visto che era bastato un solo innocente bacio a portarli fino a lì.
Fare l'amore però... quello no, non si poteva superare in nessun modo.
«Non potremo più tornare a essere ciò che eravamo.» 
«Lo so.»
«Sai quanto ho aspettato questo momento? Ti voglio da sempre, ma non ho mai potuto averti.» 
«Ora sono qui.»
Noel non si era tirato indietro e Cam ne fu immensamente felice, il sollievo fu così grande che Cam ignorò tutto il resto. Quella era la sola risposta di cui aveva bisogno in quel momento.
Si spostò più indietro, allontanando le gambe di Noel in modo da potersi sistemare tra di loro. Rimase immobile per un po’ ammirando il corpo dell’altro, esplorandolo per la prima volta, vedendo quanto fosse simile eppure così diverso dal suo.
Dal modo in cui Cam lo guardava, Noel poteva sentire il suo desiderio per lui mentre  quello sguardo lento e affamato correva su e giù come se stesse per divorarlo, le pupille così dilatate che gli occhi verdi sembravano quasi neri.
Il suo cazzo era già duro per Cam, Noel sibilò quando il rosso iniziò ad accarezzarlo sopra il tessuto ruvido e gemette quando sciolse il nodo che teneva chiuso l'asciugamano, lasciandolo gloriosamente nudo e indifeso sotto i suoi fari verdi. Cam lo prese tra le sue mani giganti, assaporandone il peso e il calore, guardandolo pulsare debolmente nel suo palmo.
Stava succedendo. La testa di Noel ricadde all'indietro sul cuscino, gli occhi chiusi e il respiro che arrivava in piccoli bocconi laceri. Dannazione, lui stava tremando per l'aspettativa, sembrava che lo stesse aspettando da anni. Aveva in testa un migliaio di scenari, di come Cam lo avrebbe preso, di come lo avrebbe fatto impazzire se solo gli avesse lasciato fare di lui ciò che voleva.
Invece niente. Noel abbassò lo sguardo pieno di desiderio e vide il rosso che fissava il suo cazzo. «Che c'è?»
«Quindi... non hai il prepuzio.»
«Mi hai già visto nudo sul set.»
«Non così da vicino e non con un'erezione.» Replicò Cam, suonando confuso, «Voglio dire, lo sapevo, ma ora sembra davvero diverso.»
Finalmente Cam aveva scoperto che aspetto avesse il pene di Noel. Era la prima volta che ne vedeva uno circonciso, se non in un porno, e non poteva fare a meno di guardarlo.
«Smettila di fissarmi!» Protestò imbarazzato Noel, colpendolo con un calcetto che quasi lo ribaltò giù dal letto.
«Scusa, è più forte di me.» Ammise Cam, sembrando ancora ipnotizzato dalla testa gonfia senza ostacoli di fronte a lui.
«Vuoi guardarlo per tutta la notte o intendi farci qualcosa?» Noel gemette per la frustrazione, ma tutto ciò che ricevette fu un piccolo sorriso ammiccante.



Crediti:
- Talk to me tenderly;
- Sex education;
- My Pretty Policeman;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.
   
 
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