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Autore: katyjolinar    14/11/2021    3 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clandys sfiorò le dorature della copertina con attenzione, esaminando il bottino della ragazza, quindi scese con i polpastrelli fino alla placca di metallo.

"Non credo saresti riuscita a venderlo." ammise la donna, senza scomporsi "Sembra estremamente prezioso e unico"

Lo prese tra le mani, continuando a esaminarlo, quindi passò la mano su una decorazione posta vicino alla placca.

Era il disegno di un sole color rubino sovrapposto da una luna crescente color smeraldo. Era un colore insolito, ma a Clandys ricordava qualcosa.

Spalancò gli occhi, e quasi le cadde il libro dalle mani, ma subito lo afferrò e lo rimise nella borsa di Erya.

"Credo di sapere cosa sia!" ammise "Ma tienilo qui, non mostrarlo a nessuno finché non te lo dico io... dobbiamo aspettare qualche giorno che ti passi il calore, perché voglio parlarne anche con Danhum."

Erya obbedì e rimise il libro nella sua sacca, stringendola al petto.

Ci volle qualche giorno perché la ragazza potesse alzarsi, usando delle stampelle per non pesare sulla caviglia rotta.

Era il primo pomeriggio, il sole era caldo e Erya aveva deciso di spostarsi fuori, seduta a un vecchio tavolino insieme a Clandys, mentre i due uomini tagliavano la legna, facendo scorta per l'inverno che sarebbe arrivato entro un paio di mesi.

Il piccolo Dan correva nel giardino, ridendo e saltellando come facevano tutti i bambini alla sua età, senza alcun pensiero se non quello di crescere sereno e amato.

Danhum finì di tagliare l'ultimo ciocco, quindi posò l'ascia e si asciugò il sudore. Quando anche Jalehon ebbe fatto, entrambi andarono a rinfrescarsi al pozzo, togliendosi la casacca per potersi lavare meglio.

Le due donne li osservarono, bevendo un infuso fresco e chiacchierando tra loro.

"Quando viene a trovarci lavora sempre duro." commentò Clandys, sorridendo "Inoltre Dan lo adora, gli sta sempre intorno... grande e grosso, ma quando vede un bambino diventa un tenerone."

"Tenerone? Da quando?" la interruppe Erya "Ci sono cresciuta insieme, credimi, Danhum è un bullo fatto e finito."

"La guerra cambia le persone, racchia." si intromise il diretto interessato, che si era avvicinato, fermandosi alle sue spalle "Sono stato comandante dell'esercito del Re, insieme a Clandys. Abbiamo visto cose che non puoi neanche immaginare... siamo resistiti un anno lì dentro, poi ce ne siamo andati." si sedette accanto a lei, versandosi un bicchiere di infuso e, senza preavviso, la annusò, facendo scattare la ragazza, che gli piantò una manata in pieno volto.

Il giovane non fece una piega, si limitò a sorridere, penetrandola con i suoi occhi di ghiaccio.

"A quanto pare, finalmente, posso sedermi qui senza sentire l'impulso di scoparti."

Erya gli riservò un'occhiataccia d'odio e tornò a rivolgersi alla padrona di casa, restando per un momento sorpresa di quello che vide.

Jalehon, ancora a torso nudo, si era avvicinato, abbassandosi sulla compagna e coinvolgendola in un audace quanto profondo bacio sulle labbra, tenendo delicatamente una mano sul pancione.

La ragazza non era abituata a certi atteggiamenti, soprattutto tra persone Alfa e Omega, in quanto aveva visto solo omega trattati come schiavi, ed era uno dei motivi per cui aveva continuato a nascondersi, anche con la complicità del medico dell'orfanotrofio; vedere i padroni di casa in quel frangente fu strano per lei: Jalehon era l'omega, e aveva scoperto essere il partoriente del loro figlio, eppure non aveva nessuno degli atteggiamenti che ci si aspetterebbe a una persona del loro genere, almeno non in pubblico. Se qualcuno li avesse visti in quel momento avrebbe pensato sicuramente che lui fosse un altro Alfa o al massimo un Beta.

I due si allontanarono, fissandosi per un attimo negli occhi in un modo talmente dolce che a Erya si sciolse il cuore: erano davvero innamorati, di un amore puro e sincero che era difficile da vedere in giro.

Danhum, senza preavviso, la prese in braccio e si alzò, chiamando il bambino e incamminandosi verso un lago poco lontano dalla casa della famiglia.

"Lasciamo loro un po' di privacy." sussurrò "Ne hanno bisogno, diamo loro un paio d'ore per sé stessi, che quando nascerà il bambino non ne avranno più molto."

Erya non poté fare altro che acconsentire, per la prima volta da quando si erano rincontrati erano d'accordo: Clandys e Jalehon stavano davvero bene insieme, erano innamorati, e tiravano avanti nonostante le difficoltà.

Si sistemarono vicino alla riva, mentre Dan correva intorno a loro, dando ascolto all'avvertimento di non allontanarsi per nessun motivo.

Il giovane uomo sistemò la bionda sull'erba, sedendosi accanto a lei e guardando lo specchio d'acqua di fronte a loro. Restarono in silenzio per qualche minuto, osservando il bambino che si divertiva sentendo l'erba sotto i piedi nudi, finché non fu lo stesso Danhum a parlare.

"Che ci faceva un'omega in un orfanotrofio riservato a Alfa e Beta?" domandò.

"Io so solo che il dottore del nostro orfanotrofio era l'unico a sapere." rispose lei, passando le mani tra i fili d'erba.

"Uhm... va bene." taglio corto l'altro "Comunque Clandys mi ha riferito del bottino che hai sgraffignato alla Famiglia Reale... e dalla descrizione credo di sapere cosa sia. Ovviamente, prima, devo vederlo, ma una cosa è certa: non possiamo restare ancora qui o Clandys, Jalehon e Dan saranno in pericolo."

"E dove dovremmo andare?"

"Mi metterò in contatto con una delle squadre del Falco." rispose il giovane, e allo sguardo confuso di Erya sorrise "Sì, sono nella Resistenza, e anche Clandys e Jalehon lo sono, e anche il dottore dell'orfanotrofio, l'ho rivisto di recente."

"Il F... Falco?" chiese la ragazza, sconvolta "Il leggendario capo della Resistenza che nessuno è mai riuscito a trovare? Lo conosci?"

Danhum rise di nuovo, alzandosi in piedi e ripulendosi i pantaloni con le mani.

"Ragazza mia, l'identità del Falco è ignota perfino ai suoi stessi seguaci." confessò, prendendola in braccio e richiamando il bambino "Torniamo a casa, dobbiamo iniziare i preparativi per il viaggio."

   
 
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