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Autore: Filia martis    14/11/2021    0 recensioni
Quando il fratello perde la guerra contro il Nord, Sveva sa che deve agire in fretta per evitare che i suoi nemici invadano il suo regno. Persino scendere a patti con chi è totalmente diverso: il suo nemico.
Ma gli dèi hanno in mente altri piani ...
Genere: Guerra, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo.

La Reggenza.

Anno 774



Aggrotto la fronte aprendo gli occhi, mentre un gran trambusto interrompe il mio sonno. Il torpore del riposo lascia le mie membra, quindi mi metto a sedere sul letto e tendo l'orecchio per ascoltare l'ambiente circostante: delle urla giungono dall'esterno del castello e arrivano affievolite fino alla mia finestra.

Delle urla? Ma perché?

Afferro la mia vestaglia di seta bianca e mi avvicino alla finestra per affacciarmi sulla capitale del principato e provare a comprendere cosa stia accadendo.

*Forse Kyrill è tornato...*, ipotizza Suplizia, seguendomi verso la finestra.

Sgrano gli occhi, voltandomi velocemente verso la mia Anima: Suplizia ha ragione! Probabilmente il popolo sta festeggiando il ritorno di mio fratello dal campo di battaglia ...

E questo per me vuol dire una sola cosa: la fine della mia libertà.

Sospiro stanca e cerco di trattenere le lacrime. Non voglio perdere la mia ritrovata e agognata libertà, non voglio! Preferisco morire e raggiungere i miei genitori nell'Oltre, piuttosto che essere di nuovo rinchiusa nella torre!

In questi mesi ho sperato che mio fratello non ritornasse a Sphores così presto, ho pregato affinché la guerra che ha mosso contro il popolo dei Draghi lo tenesse lontano da casa per molto tempo ...

«Se Kyrill è tornato... »mormoro, affranta. Un brivido mi percorre tutta la schiena, irradiandosi anche alle spalle e alle braccia.

*Rickor mi ha promesso che la situazione sarebbe cambiata!*, mi dice Suplizia, voltando il capo verso di me.*Kyrill ha compreso di aver sbagliato con te.*

«Ti fidi troppo delle sue parole, Suplizia!»la rimprovero, aprendo la finestra e infilando pian piano il viso nell'uscio, senza espormi troppo. «Oh dèi!»gemo, impaurita: non sono urla festanti, quelle che mi hanno svegliata, ma grida di terrore!

Sotto la finestra della mia stanza, molte donne sono riunite e piangono e si lamentano, invocando gli dèi per avere salva la vita, mentre gli uomini brandiscono qualsiasi tipo di utensile come fosse un'arma. Alcuni addirittura chiedono la testa di mio fratello ed altri maledicono la sua Anima.

*Sono forse impazziti?*, chiede Suplizia, scuotendo con nervosismo la coda.

Non le rispondo perché non so cosa dire. Forse sto semplicemente sognando e presto mi sveglierò. Mi pizzico il braccio con forza e sussulto: il dolore che provo mi dice che no, non sto sognando. È tutto vero!

La porta della mia camera si spalanca all'improvviso, facendomi urlare dallo spavento: è Lady Keyra, la Custode del mio nome; la donna mi guarda per qualche secondo, poi si precipita verso di me, chiude la finestra e va verso l'armadio.

«Devi fuggire, Sveva! E subito!»dichiara, con tono grave. «Kyrill è stato sconfitto dai Draghi e ora la furia dell'Erede del Nord si abbatterà su Sphores!»

Per un momento smetto di respirare. Kyrill ha perso contro il Principe Drago? L'Erede del Nord ha sconfitto mio fratello?! Se davvero Kyrill è stato sconfitto, allora gli dèi devono averlo abbandonato!

«Sveva!»mi chiama Keyra interrompendo i miei cupi pensieri. La donna sembra nervosa mentre ordina alle domestiche di aiutarmi ad indossare un abito blu semplice.

La scelta dell'abito non è casuale: non impiega troppa fatica né tempo per abbottonarlo ed è molto pratico e adatto per le lunghe cavalcate mattutine o per gli allenamenti con l'arco.

Peccato che io non abbia alcuna intenzione di lasciare i miei fratelli e Sphores da soli.

«Il nonno è già stato avvisato di quanto accaduto?»le chiedo, rimanendo ferma dove mi trovo.

«Tuo zio Darios è riuscito a sfuggire alla cattura e ha mandato subito un messaggero a Ellarya.»mi informa, cercando qualcosa nei cassetti di un mobile. «Il principe è qui al castello, ora: stanno curando le sue ferite nelle stanze qui accanto.»

Lo zio Darios è il Custode del Nome di mio fratello Kyrill e il suo Pistos, il suo braccio destro e, nonostante mio fratello non lo abbia mai tenuto molto in considerazione, zio Darios gli è sempre stato accanto e lo ha seguito anche per la guerra contro Irmye.

Scuoto la testa, pensando agli errori di mio fratello: in primo luogo l'arroganza di Kyrill nel voler muovere guerra contro la città-stato più potente della regione di Moolor, poi la sua incapacità di porre un freno alle sue manie di grandezza e infine la vendita del nostro prezioso e resistente ferro ai Draghi, i quali sono i migliori ingegneri e fabbricatori d'armi della Regione. Sicuramente è stato proprio il nostro ferro a sconfiggere mio fratello e il nostro esercito.

Kyrill ha prima nutrito il lupo e poi gli si è offerto come primo degli agnelli!

E gli dèi lo hanno punito per la sua tracotanza.

«Maledetto idiota cocciuto!»esclamo, sollevando lo sguardo su Keyra, che mi fissa allibita. «Prepara la mia armatura: non lascerò Sphores finché ogni suo singolo abitante non sarà al sicuro dalla furia dei Draghi!»

Lei sussulta. «Ragazza, sei forse impazzita?! Se i Draghi dovessero catturarti, immagina cosa farebbero di te! Non devo essere io a riportarti alla mente cosa è successo ai popoli della Regione di Aspyan che l'Erede del Nord ha sottomesso!»

Rabbrividisco al solo pensiero di quei poveri sventurati: si dice che coloro che si sono battuti valorosamente per evitare di cadere tra le mani dei Draghi, siano divenuti i loro schiavi! Thromos Vhoranys non perdona nulla, specie chi intralcia la sua strada od osa sbarrargliela!

Tuttavia c'è un pensiero più forte della paura dell'Erede del Nord che riecheggia nella mia testa.

«So di correre un rischio Keyra, ma Sphores ha bisogno di me.»insisto. «E siccome mio fratello non l'ha difesa da questa guerra, lo farò io!»

Keyra è contrariata dalle mie parole, ma io sono ancor più testarda di Kyrill quando si tratta dei nostri sudditi, perciò inizio ad indossare le vesti da guerra.

«Hai lo stesso caratteraccio del tuo onorabile padre e la testardaggine di tua madre!»commenta la mia Custode, sconvolta dalla mia decisione. «Ma non venire a piangere da me quando i Draghi si avventeranno su di te!»

Assottiglio gli occhi e la guardo in malo modo. «Cominciamo a non attirare sventure con questo pessimismo!»

Torno vicino al mio letto e cerco con lo sguardo Suplizia, che non ha smesso un istante di scrutare il cielo dall'ampia finestra che da' sull'unico balcone della mia camera.

*I miei fratelli Karon e Assandrus sono già alle mura della città.*, mi fa sapere. *Come te, anche Raebert e Thorell hanno deciso di difendere la cittadella.*

Chiudo gli occhi e faccio un profondo respiro. Ringraziando gli dèi, i miei fratelli minori non hanno il pessimo carattere di Kyrill e si preoccupano del benessere dei cittadini di Sphores.

Mi volto verso Selene, la mia fidata ancella, che sta tremando per la paura con gli occhi pieni di lacrime, proprio come le altre ragazze della servitù. «Va a prendere il mio arco, Selene!»le ordino.

Lei fa un passo verso di me, esitando. «P-Principessa ve ne prego: salvatevi! Ascoltate la vostra Custode: lasciate Sphores e rifugiatevi presso il nostro saggio Imperatore!»

Le sorrido e le carezzo una guancia. «Non preoccuparti per me, Selene. Gli dèi sono con me, la Giusta Aurunya è al mio fianco e mi guiderà in battaglia.»

«Ma l'Erede del Nord vi renderà sua schiava, se dovesse catturarvi!»singhiozza.

«Preferisco essere una schiava e aver provato a difendere il mio popolo, invece di scappare come una codarda e lasciare che Sphores cada in mano ai Draghi!»

Le altre stanno ormai piangendo disperate ed io non posso biasimarle: la paura mi ha in pugno proprio come ha in pugno loro, ma essere una Turnaxes mi investe di una responsabilità grandissima nei confronti di Sphores. Mio padre mi ha insegnato a non fuggire dalle responsabilità e, come sua figlia, non ho alcuna intenzione di gettare al vento questo suo grand'insegnamento!

«Lasciatemi un momento da sola.»dico loro. «Devo pregare gli dèi.»

Keyra e le ancelle obbediscono ed io mi dirigo verso la teca di legno di quercia, che racchiude l'altare nel quale sono presenti le statuine di tutti gli dèi più importanti. Prendo un bastoncino di legno e lo porto vicino a una delle candele nella mia camera, quindi accendo un pezzetto di carbone all'interno del braciere d'oro, per bruciare alcune essenze care agli dèi.

«Grande Padre Moten!»invoco. «Non lasciarmi da sola, oggi. Veglia sul popolo di Sphores, che tanto ti ama; veglia sui miei fratelli, che tanto ti venerano; veglia su di me, che ti servo con tanto ardore! Non lasciare che i sudditi patiscano un triste destino e salvali dalle conseguenze scatenate dalle scelte di Kyrill!»

Il mio pensiero va a mio fratello maggiore: Kyrill è il chiaro esempio che anche l'albero della nostra famiglia produce frutti marci; persino la venerata famiglia dei Turnaxes ha le sue debolezze, che ora rischiano di far implodere su sé stessa la dinastia che i Leoni hanno creato e allevato con così tanto amore e dedizione.

Uno scenario che non deve in alcun modo avverarsi: i Leoni sono giudici corretti e rispettosi e, se dovessero scomparire, la giustizia potrebbe svanire con loro, lasciando la Regione di Moolor nell'oscurità più totale.

Poso una foglia di allora sul carboncino accesso, che subito scoppietta, emanando nella mia stanza il suo aroma speziato e deciso. Del fumo bianco si leva dalla foglia arsa e mi fa intendere che ho ricevuto il favore degli dèi.

Tiro un sospiro di sollievo e mi inchino davanti all'altare, tornando a indossare tutti gli elementi della mia corazza leggera ma resistente, fatta interamente di ferro di Sphores, legato all'argento.

Prima dell'elmo, indosso un cappuccio bianco, che copre il mio viso completamente: sto per diventare una Loteya, una vergine di Inaer, perciò non mi è concesso mostrarmi in pubblico e soprattutto agli uomini.

Prendo un respiro. «Sono pronta per compiere il mio destino.»mormoro tra me e me.

Nel corridoio, le mie ancelle mi attendono in silenzio, in compagnia di Lady Keyra. Sgrano gli occhi nel vedere che la mia Custode ha indosso la sua armatura e mi aspetta con il mio arco tra le mani.

«Non avrai pensato che ti lasciassi affrontare tutto questo da sola?»mi chiede Keyra, rivolgendomi un sorriso tirato.

Le vado vicino e le prendo le mani tra le mie. «Tu non mi hai mai abbandonata.»

La mia Custode mi fa un cenno con il capo, poi si volta verso le scale, da dove stanno giungendo alcuni uomini della mia famiglia: zio Igor, fratello della mia defunta madre e Re delle Fenici, zio Damjan, fratello minore di Igor e di mia madre e il visconte Robin, marito di Keyra.

Sono sorpresa nel vederli al castello, perché Kyrill, prima di partire per la guerra, aveva vietato loro di presentarsi a Sphores senza il suo permesso.

«Cosa ...?»

«L'Imperatore ci ha inviato delle missive urgenti e ci ha fatti riunire qui per aiutarti, nipote.»mi spiega subito zio Igor.

«E tra poco arriveranno anche Re Marxior, la Regina Arianne e Re Enrik.»aggiunge Robin, avvicinandosi in tutta fretta a sua moglie e stringendola tra le braccia. «Mi sei mancata.»lo sento sussurrare.

Sorrido nel vederli nuovamente insieme: dopo che Kyrill ha cacciato Robin da Sphores, lui è tornato nelle terre della sua famiglia, ma Keyra è rimasta al mio fianco per proteggermi dalle scelleratezze di mio fratello. Ad oggi è passato quasi un anno dall'ultima volta che si sono potuti abbracciare.

«Sveva, sono felice di rivederti finalmente!»esclama zio Igor, venendomi incontro.

«E io sono contenta di vedervi qui, zio!»replico, inchinandomi davanti a lui.

Lui mi prende per le spalle e mi tira su in piedi. «Dovrei essere io a inchinarmi al cospetto del tuo grande coraggio, nipote!» Aggrotto la fronte confusa e lo zio si spiega meglio. «Keyra mi ha raccontato cos'hai intenzione di fare e io voglio aiutarti!»

«Tuo padre sarebbe orgoglioso di te, Sveva!»mi dice zio Damjan, sistemando meglio lo scudo che ha al braccio, recante lo stemma delle Fenici.

Altri passi veloci riecheggiano sulle scale, da dove arrivano zia Arianne e suo marito Marxior, i sovrani del Regno delle Aquile. Sono entrambi abbigliati per la guerra e camminano con decisione spalla a spalla, senza alcun bisogno di essere l'uno un passo avanti all'altra.

«Nipote!»mi saluta Arianne, secondogenita dell'Imperatore dell'Ovest e quindi sorella di mio padre. «Lasciati abbracciare!»

Lei mi stringe forte tra le sue braccia e il suo profumo di lavanda mi avvolge come in una bolla. Chiudo gli occhi e sospiro, beandomi di quel brevissimo momento.

«Sono felice di vedervi!»mormoro al suo orecchio.

«Anch'io, mia cara. Anch'io. Tuttavia, l'occasione poteva essere migliore, specie se è passato un intero anno dall'ultimo nostro incontro!»commenta la Regina delle Aquile.

Annuisco con felicità. Ancora mi ricordo quando Kyrill aveva deciso di bandire la nostra famiglia dal castello: subito dopo qualche mese dalla sua incoronazione, mio fratello aveva iniziato a cambiare atteggiamento, a essere più violento e dispotico e molto incosciente. Poi arrivarono le numerosissime feste, che vuotarono le casse dello stato e che attirarono i rimproveri dell'intera nostra famiglia, rimproveri che Kyrill non riuscì mai ad accettare e che lo fecero infuriare al punto di bandire i nostri zii dal cast ...

«Enrik!»salta su zio Marxior, interrompendo i miei pensieri. «Il solito ritardatario!»

Volgo lo sguardo alle scale, da dove arriva il Re dei Cervi. I suoi occhi selvaggi ci squadrano attenti, fermandosi sulla persona di Marxior.

«Sono passato al confine con Irmye.»dice, sorprendendoci. «I Draghi non lo hanno ancora varcato. Sembra che non siano intenzionati a invadere Sphores.»

Zio Igor aggrotta la fronte. «Che cosa?»

«Forse Thromos Vhoranys vuol tenderci una trappola.»ipotizza Robin, socchiudendo gli occhi sospettoso. «Dal folle Erede del Nord possiamo attendere questo e di peggio!»

Zio Igor chiede la mia attenzione. «Hai ancora tempo per rifugiarti nel castello del nostro Imperatore.»

Lo fisso da sotto il mio cappuccio e deglutisco, per poi scuotere il capo. Non è il momento di fuggire e di abbandonare il regno al suo destino: il mio posto è qui e sarà sempre qui. «Non lascio Sphores.»

Il Re delle Fenici fa un cenno col capo. «Allora guiderai tu i Leoni anche dopo questa vicenda: avrai le redini di Sphores fino al compimento della maggiore età di tuo fratello.»

«Cosa?!»sussulto, sgranando gli occhi. «Ma io...»

«Il Gran Sacerdote ed io abbiamo già parlato: il grande Inaer ti permette di posticipare la tua vestizione come Loteya.»mi informa, sconvolgendomi. «Gli dèi ti proteggono e i Cinque Signori dell'Ovest ti vogliono al comando della città!»

Deglutisco e osservo i volti di tutti i presenti: nessuno mi dà l'impressione di essere contrario a quanto il Re delle Fenici ha appena affermato, ma una grande responsabilità si è appena posata sulle mie spalle e io non sono la persona giusta per questo onorevole fardello, poiché non sono stata educata a governare! Non ho proprio idea di come si faccia, da dove si inizi, cosa implichi! È Kyrill il Principe Erede, lui ha avuto tutti gli insegnamenti necessari al ruolo ...

«Non ne sarò in grado ...»mormoro, scuotendo la testa. «Kyrill è l'unico ... Lui ha appreso come ...»

«Se Kyrill avesse ascoltato anche uno solo degli insegnamenti impartitogli da vostro padre, ora Sphores non correrebbe il pericolo di finire in mano ai Draghi.»mi interrompe zio Enrik.

«Riponi la tua fiducia nelle scelte di tutti noi, Sveva.»dice zio Igor, continuando il discorso.

Sussulto. «Voi non capite ... Io non ... Perché non date a zio Darios il compito di governare Sphores? È più adatto!»

«Mio fratello non conosce Sphores come la conosci tu.»ribatte zia Arianne.

«L'Imperatore si fida di te, nipote.»aggiunge zio Enrik. «E anche noi riponiamo una grande fiducia in te!»

«E sappiamo bene che non ci deluderai.»dice zia Arianne. «Tra tutti i suoi figli, eri la prediletta di mio fratello e tuo padre era un uomo con un finissimo intuito: saprai governare al meglio Sphores, mia cara. E sarai un ottimo esempio per tuo fratello.»

Rimango in silenzio e la mia mente corre subito a Seiros Turnaxes, il Fiero Leone dell'Ovest, caduto in battaglia contro i Signori della Morte. Mio padre sapeva sempre cosa fare, come comportarsi, cosa dire! Non sbagliava una sola volta, in lui si poteva trovare una guida saggia e intelligente, egli era il mio punto di riferimento. E l'ho perduto. Sono come un marinaio senza bussola, in una notte dal cielo nuvoloso.

Chiudo gli occhi e quasi mi sembra di sentire la sua mano carezzarmi il volto con tenerezza paterna, come faceva ogni sera prima che andassi a dormire. Il ricordo dei suoi occhi verdi, simili a quelli di Kyrill e di Raebert, ancora abitano la mia mente; alle volte mi sembra ancora di udire la sua voce ripetermi severa: "Sveva, studia e allenati con costanza!", per poi aggiungere con dolcezza "Sono fiero di te, figlia adorata!".

Darei ogni cosa per poterlo rivedere e abbracciare un'ultima volta. Ogni cosa. Ed è per lui e per i ricordi che abitano la mia mente che prendo una decisione.

«Governerò Sphores fino al diciottesimo anno di Raebert.»dico loro. «Dopodiché prenderò i voti e andrò a servire Inaer.»

Zio Igor e zio Marxior tirano un sospiro di sollievo, mentre zia Arianne mi abbraccia una seconda volta.

«Mi rendi così fiera di te, mia dolce Sveva!»dice, baciandomi la fronte. «Non ho dubitato un secondo che tu non volessi aiutare Sphores!»

«Come intendi procedere con Kyrill?»mi chiede il visconte Robin.

«Mio fratello sarà l'ultimo dei problemi di Sphores.»affermo con convinzione. «Ora credo sia meglio confrontarsi direttamente coi Draghi ai confini del regno.»

Keyra sussulta. «Cosa?!»

«Sveva, non è saggio discorrere con i Dragoni ...»mi redarguisce zia Arianne.

«Devo comprendere, sapere come muovermi!»dico loro. «Temo per Sphores, se i Dragoni dovessero violare i nostri confini!»

«La famiglia Batriom potrebbe offrire il suo scudo magico.»mi propone zio Enrik.

«Posso fare arrivare uomini e armi da Florentys!»dice zio Igor.

Zio Damjan annuisce. «Il nostro regno si impegnerà a proteggere Sphores con spade, lance, scudi e catapulte. Con ciò dovremmo fermare l'avanzata dei Draghi al limitare delle Foreste di Laerthus!»

«Tuttavia sappiamo bene che i Regni non possono intervenire negli affari delle città-stato.»ricordo ai miei zii. «Irmye potrebbe approfittarne per sferrare un colpo di grazia a Sphores!»

«Sveva.»mi ferma il visconte Robin. «Dovremmo liberare il Generale Henea e il Generale Voynn dalle carceri: sono sicuro che ci aiuteranno, proprio come hanno aiutato tuo padre anni fa!»

Aggrotto le sopracciglia, ma chiaramente nessuno legge la perplessità sul mio volto, poiché il cappuccio bianco lo nasconde ai loro occhi. «Carceri?!»ripeto, sconvolta. «Perché sono tenuti lì e perché nessuno me l'ha detto prima?»

Keyra sospira. «Sono stati imprigionati da tuo fratello perché contrari alla guerra contro il Nord.»mi spiega. «Kyrill voleva condannarli per alto tradimento; tuttavia, ora che hai preso il posto di tuo fratello, hai il diritto di amnistiarli.»

«Allora fatelo subito!»ordino. «Liberateli immediatamente e lasciateli riposare: saranno talmente stanchi, da non riuscire a fare alcunché. Riusciremo a farcela anche senza il loro prezioso aiuto.»

Robin annuisce, poi si volta verso il suo fidato Zsymo. «Hai sentito?»

Il cavaliere fa un cenno del capo. «Provvedo subito a liberare i due Generali.»

«Ora raggiungiamo i miei fratelli.»dico, riprendendo a camminare verso l'uscita del castello.

Nell'istante in cui esco, tutti si fermano dove si trovano e mi guardano sbalorditi. All'interno della cittadella sono presenti nobili, soldati, contadini e artigiani; gli uomini brandiscono armi, forconi, martelli e qualsiasi oggetto che possa diventare anche un'arma, mentre le donne si stanno raggruppando nel Padiglione Astrale, l'enorme padiglione dal quale si può vedere, nelle giornate limpide e terse, tutto il territorio di Sphores e dal quale il Gran Sacerdote studia gli astri e il cielo.

Sui volti delle persone vedo la paura e il terrore, ma anche la determinazione e il coraggio. Come me, temono l'arrivo dei Draghi, ma non hanno alcuna intenzione di lasciarsi sottomettere dal Distruttore. Il soprannome dell'Erede del Nord mi fa rabbrividire, ma tento di eliminare dalla mia mente ogni pensiero su di lui.

Il Consigliere Lachlan si fa strada tra la folla, insieme a Tolomek. Tolomek è il consigliere più anziano e capo dell'Assemblea di Sphores, l'organo che riunisce consiglieri e generali, che ha il compito di vigilare sulle scelte dell'Erede al Trono Imperiale. Sphores è l'unico territorio ad avere un collegio che vigila sulle azioni dell'Erede, un motivo di vanto per i Leoni, poiché fa dell'Ovest un baluardo di civiltà.

«Principessa, perché siete ancora qui?»mi domanda Tolomek, confuso. «Dovete lasciare la cittadella e rifugiarvi da vostro nonno!»

«Non farò nulla di tutto ciò.»rispondo. «I miei zii sono giunti fin qui per aiutarci a difendere Sphores e io non ho intenzione di abbandonare la città al suo destino senza aver tentato l'impossibile!»

I due consiglieri spalancano gli occhi sorpresi. «Ma se dovessero catturarvi ...»

Sollevo di scatto una mano e Tolomek si zittisce. «Sono consapevole di ciò che potrebbe accadermi, Consigliere.»

Dei passi rumorosi attirano poi la mia attenzione. Dalla porta della cittadella, giungono il Generale Cartionis Gudrill e i suoi soldati, sporchi di fuliggine e fango. Guardo Keyra e lei solleva il mento a mo' di sfida. So bene che tra Cartionis e il visconte Robin non scorre buon sangue e questo si riflette anche sulle reciproche famiglie.

«Perché vestite a quel modo, Principessa Sveva?»mi chiede bruscamente Cartionis, mentre si tiene la spalla destra e il suo viso reca un'espressione dolorante. «Ma soprattutto: chi vi ha fatta uscire dalla Torre?»

Sussulto spaventata mentre l'Anima Fenice di zio Igor apre le sue ali nere, gridando nervosa all'indirizzo del Generale. «Non osate più rivolgervi a mia nipote con quel tono, Generale!»sibila invece zio Igor.

«Io non prendo ordini da voi!»ribatte Cartionis, tornando a guardarmi. «Andate nelle vostre stanze! La guerra non è affare per voi.»

«E io non prendo ordini da voi.»dico a mia volta. «Sphores è affare mio da quando sono venuta alla luce in questo mondo e...»

«Ma per favore!»mi interrompe lui. «Da quando siete nata non avete fatto altro che giocare e studiare erbe e pozioni magiche! Cosa ne sapete voi della guerra?»

Ha ragione: non so nulla di come condurre una guerra, non mi è mai stato insegnato nulla sull'argomento. So combattere e tirare con l'arco, certo, ma fare la guerra ... Mio padre mi ha sempre tenuta lontana da qualsiasi affare di Sphores, non ho mai presenziato a visite di regnanti stranieri e non so nemmeno come sia fatto un Drago o quali armi possieda l'esercito del Distruttore. Seiros Turnaxes ha permesso che mi allenassi con i miei fratelli solo per sapere come difendermi ed attaccare durante un'eventuale aggressione ai danni della mia persona, mentre Kyrill e Raebert hanno studiato gli eserciti stranieri e il loro metodo di combattimento.

Stringo i denti e deglutisco, mentre chiude le mani in due pugni stretti e pieni di rabbia.

In quel momento, un uomo fa qualche passo avanti e supera la folla. «Mia signora...»

Lo riconosco subito: è il fabbro Lyor, il fabbro che lavora per il castello della mia famiglia. Messer Lyor sembra a disagio per aver preso la parola: forse nemmeno lui crede di aver trovato il coraggio per farlo.

«Ditemi, Lyor!»lo esorto, vedendolo sgranare gli occhi.

«Conoscete il mio nome?»balbetta sconvolto lui.

Annuisco. «Certo! Voi siete il fabbro del castello.»

L'uomo è sorpreso, ma subito cerca di riaversi. «Davvero volete combattere al nostro fianco?»dopo essersi schiarito la voce.

«Non credetele!»si intromette Cartionis, senza lasciarmi il tempo di rispondere. «Lei non sa nemmeno da dove iniziare a organizzare le difese di Sphores!»

«Ma noi sì!»

Dall'immenso portone di ferro del castello, escono Zsymo e i Generali Henea e Voynn. Sorrido sotto il mio cappuccio e guardo Cartionis, che sembra ardere di rabbia.

«Chi li ha liberati?»chiede il Generale. «Il Principe Kyrill li ha imprigionati per alto tradimento!»

«E la Principessa Sveva ci ha liberati.»risponde Henea, fermandosi di fronte a me, ma rivolgendosi a chi si trova nel cortile del castello. «La Principessa, dopo la cattura dell'Erede dell'Ovest, è stata nominata Reggente per il fratello minore Raebert, in quanto l'Imperatore ha disconosciuto Kyrill.»Detto questo, l'uomo solleva la sua spada. «Che l'operato della Gran Principessa riporti Sphores alla prosperità perduta!»

Detto questo, si inginocchia di fronte a me e così fanno Voynn, Tolomek, Lachlan e tutti i presenti. Tutti tranne Cartionis. Persino i suoi uomini abbassano il capo verso terra, ma non lui.

«Questi due hanno tradito vostro fratello!»ringhia Cartionis nei miei confronti. «Perché li avete liberati?»

«Non hanno tradito Kyrill! Hanno solo cercato di convincere mio fratello a evitare la guerra contro Irmye, motivo per il quale ora siamo minacciati dal Distruttore!»affermo con voce ferma e decisa. «I generali Henea e Voynn hanno cercato di salvare il popolo di Sphores da un triste destino; invece voi, Cartionis, avete supportato mio fratello in questa scellerata battaglia! E mi disgusta sapere che siete fuggito come un codardo dal campo di battaglia, lasciando Kyrill alla mercé dei Dragoni!»

 Il Generale mi guarda con odio. «Prima della nostra partenza, avevo redarguito vostro fratello di cacciarvi da Sphores ... Ora prendete addirittura il suo posto per portarci alla rovine: una donna alla guida ci farà apparire deboli!»afferma Cartionis, facendo sussultare alcuni sudditi. «Oggi si compie la Profezia dei Leoni: la grande ricchezza dell'Ovest finirà in mano ai Draghi!»

Deglutisco e guardo zio Igor avvicinarsi pericolosamente al Generale Cartionis. «Se mia nipote non combatte, la ricchezza dell'Ovest finirà comunque tra le mani dei Dragoni! Qualsiasi siano le conseguenze di tutta questa vicenda, la colpa è solamente di Kyrill e vostra, ché l'avete supportato nel suo folle intento! Perlomeno Sveva tenta di difendere Sphores!»

Il silenzio cade sul cortile del castello, mentre prego affinché mi riesca di salvaguardare Sphores dai Dragoni e non permettere loro di varcare i confini dei nostri stati. Sarebbe la prima volta che incontro un Dragone dal funerale di mio padre. Quel triste giorno, solo l'Imperatore del Nord e le sue guardie personali erano giunte a Sphores, mentre i Principi suoi figli erano impegnati a combattere nella guerra di Anderon, che consacrò la fama violenta e distruttiva dell'Erede del Nord.

Quell'incontro è fisso nella mia mente da anni e non sbiadisce neanche un po'.

Guardo fissa il muro che ho davanti a me da un'ora, ormai. Non ho intenzione di guardare da nessun'altra parte se non il muro che ho di fronte. Non voglio realizzare di trovarmi al funerale di mio padre e non ho intenzione di pensare ora.

Ci sono così tante persone, nella Sala Grande del castello. Non ne ho mai viste così tante in una sola occasione, nemmeno alle feste di Sphores. Ci sono dignitari stranieri giunti qui da ogni dove ed è già tanto se ho riconosciuto l'Imperatore dell'Est e suo figlio, il Principe Dmitry, vecchio amico di mio padre.

Chi mi ha colpito di più però è l'Imperatore del Nord, un uomo alto e possente, molto più di mio padre, con un'espressione severa e violenta sul volto e vestito e armato di tutto punto, come se dovesse partire per la guerra nel giro di qualche secondo.

Lo vedo avvicinarsi al corpo di mio padre, posa una mano sul lenzuolo bianco e dice qualcosa a voce fin troppo bassa per poter udire le sue parole. Fatto ciò, ci volta verso di me e mi viene incontro con passo marziale e con i lineamenti del viso addolciti forse dalla sofferenza che vede nei miei occhi. Sento mio fratello Kyrill sussultare e fremere nel poter parlare con l'Imperatore. Sembra che quasi non gli importi della perdita che abbiamo subìto, ma ha più interesse a farsi rivolgere la parola dai sovrani e dai nobili che vengono a dirci qualche parola di conforto.

Digrigno i denti e stingo le mani in due pugni, voltandomi verso Kyrill per dirgli di smetterla di comportarsi come se fossimo a uno dei soliti ricevimenti a corte, ma prima che io possa parlare, qualcun altro prende la parola.

«Principessa Sveva!»

Sussulto e mi volto di scatto verso l'Imperatore, che non degna di uno sguardo Kyrill. Incontro gli occhi azzurri dell'Imperatore e lui sembra sorpreso da qualcosa.

Non mi inchino, perché nonostante lui sia un Imperatore e io solo una Principessa, nella Regione di Moolor non è permesso inchinarsi davanti a un signore straniero se ci si trova nel proprio regno.

«Imperatore Argony!»lo saluto con un filo di voce. «Vi ringrazio a nome della mia famiglia per aver onorato, con la vostra presenza, la morte di mio padre.»

Lui mi rivolge un sorriso quasi impercettibile. «Vostro padre era un grande uomo! Abbiamo discorso molto ad Anderon, nei momenti di calma: egli mi ha parlato molto di voi. Vi adorava!»

Alcune lacrime iniziano a cadere lungo le mie guance, quindi deglutisco e guardo verso l'alto per cercare di fermarle.

«Mio figlio lo sta vendicando in questi momenti, Principessa.»mi dice Argony Vhoranys. «Perché il vostro eroico e saggio padre merita di essere vendicato!»

Non riesco a fermare il mio pianto, quindi chiudo gli occhi e, nello stesso momento, sento qualcosa che mi sfioro la guancia. Sollevo le palpebre e vedo l'imperatore del Nord che mi carezza il viso con fare quasi paterno.

«Sii coraggiosa, figliola.»mormora l'uomo, per poi lasciarmi con Kyrill, il quale è allibito dal modo gentile con cui l'Imperatore del Nord mi si è rivolto.

I miei ricordi vengono interrotti dalla discussione che continua nel cortile del castello; tuttavia non posso fare a meno di portare una mano alla guancia che mi aveva carezzato l'Imperatore del Nord per chiedermi ancora, dopo tutti questi anni, per quale motivo l'uomo più feroce di tutta Moolor mi si rivolse così affettuosamente.

«Io combatterò per voi, mia signora! Per voi e per la salvezza di Sphores!»dice Lyor, dopo aver interrotto l'alterco tra zio Igor e Cartionis che non ho seguito. Il fabbro si guarda attorno e afferra un forcone da un carretto. «Chi è con me? Chi combatterà per Sphores?»

«Per Sphores e per la Reggente!»grida il conte Ubald, sollevando per aria lo scudo con lo stemma della sua famiglia.

«Per Sphores! Per la Reggente!»lo segue qualcun altro, insieme ad altri.

Guardo Cartionis, che a sua volta guarda me. «Non osate più darmi ordini, Generale. Io non sono mio fratello, ma nulla mi vieta di chiudervi nella cella dove fino a poco fa si trovavano i Generali Henea e Voynn.»

«Ed io sarò felice di chiudervici dentro!»aggiunge Voynn, dirigendosi poi verso la torre di guardia.

Cartionis si fa da parte, senza chinare il capo; tuttavia il suo gesto irrispettoso non mi interessa ora: ho uno stato da difendere insieme ai miei fratelli e ai cittadini e non lascerò che i Draghi si prendano Sphores con facilità!

Seguo il Generale Voynn fino ad arrivare alle alte mure di difesa della cittadella, da dove si possono scorgere i territori settentrionali di Sphores.

«Sorella!»sento chiamarmi.

Raebert cammina verso di noi, seguito da Thorell. Io mi inginocchio davanti a lui, come fanno i miei zii, i Generali e i consiglieri, i miei cugini, Robin e Keyra.

«Cosa state facendo?»domanda Raebert, prendendomi per le spalle e tirandomi in piedi. «Perché sei qui? Ho dato ordine a Lady Keyra di portarti dal nonno!»

Non so come spiegargli in poche parole quanto è accaduto dal momento in cui mi sono svegliata per il trambusto, quindi scelgo di parlargli con semplicità. «Ho deciso di rimanere qui, Erede dell'Ovest.»

Lui sgrana gli occhi e Thorell sussulta, abbassando immediatamente la testa al pavimento. «Ma che significa? Kyrill è l'Erede ...»

«Il nonno l'ha diseredato. Sei tu ora il nostro Erede, Raebert.»gli rispondo. «Sarò la tua Reggente finché non compirai diciotto anni, tra tre mesi.»

Mio fratello è chiaramente sconvolto. Una responsabilità come quella, che grava sulle sue spalle da un momento all'altro, non è di certo facile da assimilare: egli sarà il nostro Imperatore, quando nostro nonno lascerà questo mondo.

«Sarai migliore di tuo fratello, nipote.»gli dice zio Marxior.

«Avrai l'appoggio di tutti quanti noi.»aggiunge zio Igor. «Sei ciò di cui Sphores ha bisogno per dimenticare Kyrill.»

Il Re delle Fenici non esagera: Kyrill non è mai stato davvero interessato al benessere del nostro popolo. Mio fratello non ha fatto altro che aumentare le tasse, negare le feste pubbliche per gli dèi, confiscare l'oro degli ex voto, insultando quindi le divinità, solo per poter vivere in maniera dissoluta e sfarzosa. I suoi dispendiosi e fastosi balli - uno alla settimana - hanno impoverito le casse dello stato e le continue battute di caccia hanno decimato la selvaggina delle Foreste di Laerthus. Nemmeno con noi fratelli si è mai comportato bene ed io lo so fin troppo bene.

La cattura di Kyrill da parte dell'Erede del Nord potrebbe forse essere la giusta punizione che mio fratello si merita per aver fatto soffrire i cittadini di Sphores.

 

   
 
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