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Autore: Angel TR    16/11/2021    1 recensioni
Io non so l'amore è guerra o pace
Litfiba - Regina di Cuori
Raccolta disomogenea di drabble, flashfic, one-shot e roba varia che riguardano Lili e Asuka. Partecipa alle seguenti Challenge:
"Drabble, drabble e ancora Drabble" indetta da Harriet Strimmell su efp
"Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP
"Things you said" indetta da Juriaka sul forum di Efp
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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26. "Il mio cervello si sveglia sempre un paio d'ore dopo il mio corpo."
40- Things you said with my lips on your neck / Le cose che hai detto con le mie labbra poggiate sul tuo collo
32- Things you said before you kissed me / Le cose che hai detto prima che mi baciassi
43- Things you said when we watched our first horror movie / Le cose che hai detto quando vedemmo il nostro primo film horror
23- Things you said at the back of the theatre / Le cose che hai detto sul retro del cinema (o del teatro)
26- Things you said while holding my hand / Le cose che hai detto tenendomi la mano
1 - Things you said when you were scared / Le cose che hai detto quando avevi paura


La bambina ruotò di trecentosessanta gradi la testa, offrendo il suo volto deturpato al pubblico che, seduto sulle comode poltroncine del cinema arredato secondo lo stile vintage, fu scosso da risolini che deridevano i loro stessi sussulti provocati dalla vista di quello scempio.
Lili, invece, sfruttando il momento, arpionò la mano di Asuka con la sua e affondò il viso nell'incavo del suo collo, poggiandovi astutamente le labbra. «Sono terrorizzata! Come può una bambina essere truccata tanto male!? Insomma, ma la make-up artist stava dormendo?» si lamentò, fingendosi spaventata.
Asuka Kazama, più divertita che altro dagli ormai atemporali effetti speciali del film horror, tremò a quel tocco. «Deve fare paura, Oca Bionda, non fare la sfilata di moda» sbottò. Scrollò le spalle per liberarsi di Lili. «E mollami!» protestò.
Un coro di "Ssh!" si levò dalle file dinanzi e Asuka, colta in flagrante, scoccò un'occhiataccia a Lili. «Per colpa tua ora ci cacciano dal cinema! Tu hai insistito tanto per vedere "L'esorcista", ora muta!» sibilò tra i denti, contrariata. Odiava essere ripresa per colpa della Bionda pazza!
Per nulla indispettita o colpevole, Lili abbandonò la schiena sulla comoda poltroncina, sprofondandovi e accavallando le gambe come una perfetta tronista. «E certo, mia sciocca bella! Guardare un horror al cinema in un freddo mese invernale è nelle liste delle cinquanta cose da fare con la propria fidanzata! Dovresti sapere il perché» spiegò paziente, come se fosse un'ovvietà e solo una provincialotta come Asuka non ne fosse al corrente. «Ah, camionista, ma a che ora ti sei svegliata stamattina? Sei ancora tutta intontito di sonno!» aggiunse, giusto per darsi delle arie mentre prendeva un sorso di tè verde, con tanto di mignolo alzato – "Non vorrai certamente comprare la Coca-Cola! Fa aria nello stomaco!" era stata la sua accesa giustificazione davanti allo sguardo sorpreso della ragazza.
Asuka avrebbe voluto sganasciarsi dalle risate: Lili era davvero uno spasso! Cosa c'entrava adesso il fatto che, siccome era l'unico giorno della settimana in cui poteva riposare, aveva dormito fino a tardi? Ma tanto con la Bionda non si poteva discutere: la sua mente ragionava in un modo tutto suo, i suoi neuroni dovevano girare in senso antiorario rispetto a quelli dei normali esseri umani. Asuka era sempre più convinta che la ragazza fosse stata rapita dagli alieni e, quando era stata riportata sulla terra dopo molteplici esperimenti, i suoi neuroni erano ormai irreparabilmente danneggiati. Kaput.
Così, decise di stare al suo gioco. «Eh, certo, ora sono le sei di sera, io mi sono svegliata alle dieci e mezzo perché, a differenza tua, non ho bisogno di un'intera giornata per prepararmi per andare al cinema!» soffiò, assestandole un colpo ben piazzato con il gomito.
Lili ridusse i favolosi occhi azzurri in due fessure. «Il fatto è, rozza camionista, che il tuo cervello si sveglia sempre un cospicuo paio d'ore dopo il tuo corpo. Sei in piedi dalle dieci e mezzo, sono le sei di sera e ancora non hai capito cosa fare» la rimproverò. Poi, come colta da un'improvvisa ispirazione, drizzò la schiena. «Ah! Non hai negato che siamo fidanzate!» esclamò, le guance così rosse da risultare visibili persino nel buio della sala.
Diverse teste si voltarono verso di loro, giurando un ghiotto pettegolezzo. Asuka voleva morire. «Ssh, abbassa la voce! Vuoi farti sentire da tutti?» la zittì, sporgendosi in avanti per coprirle la boccaccia con la mano.
Gli occhi di Lili fecero faville. Contro la mano della ragazza, le sue labbra morbide disegnarono archi gentili mentre canzonava: «Come siamo riservate, Kazama! Allora sarà un vero battesimo di fuoco per te eseguire il numero dieci della lista di cose da fare con la propria fidanzata!»
Annusando la trappola, Asuka si ritrasse. «Cosa sarebbe?» chiese tra i denti.
Lili si ricompose e dalle sue labbra scivolò un imbarazzato ma malizioso risolino. «Guardare un film horror era il numero nove; il numero dieci corrisponde alla mossa successiva, ovvero pomiciare nel retro del cinema!» rivelò, modulando il tono di voce per risultare seducente.
Asuka balzò sulla sedia, più spaventata da quella mezza pazza indemoniata che sedeva accanto a lei che dalla bambina effettivamente indemoniata nel grande schermo che, in quel momento, stava zampettando lungo le scale in modo poco consono. «Nemmeno morta!» protestò vivacemente, attirando altri cori di "Ssh!".
Lili le scoccò un'occhiataccia; stava letteralmente sbuffando fumo dalle narici. «Non osare darmi buca! Ho indossato il mio nuovo completino firmato "Agent Provocateur" appositamente per l'occasione!» esplose, battendo una mano sul bracciolo per sottolineare l'importanza di quel gesto.
Nella sala calò il silenzio; persino lei dovette essersi accorta di aver alzato un po' troppo la voce e si rintanò nella poltroncina per ripararsi dagli sguardi indagatori degli spettatori, ora decisamente più interessati alla loro storia che a "L'Esorcista".
«Dopo ne discutiamo» tagliò corto Lili in un filo di voce, a braccia conserte come una bambina capricciosa costretta a battere momentaneamente in ritirata.
Finalmente, dalle poltroncine numero 38 e 39 non si udì nemmeno più volare una mosca… fino a quando le occupanti delle suddette poltroncine sollevarono i regal deretani per avviarsi verso l'uscita che dava sul parcheggio situato nel retro del cinema. Lili ridacchiava, felice come una pasqua. «Finalmente mi sbaciucchierai, Kazama!» esultava – a bassa voce per non attirare ancora di più l'attenzione, visto che aveva notato diverse paia di occhi che le seguivano, curiosi.
«Dov'è la tua limousine, Lili?» chiese quasi impaurita Asuka, osservando il parcheggio buio e le schiene delle persone sfilare verso le loro macchine, abbandonandole alla sera ormai calata sulla città di Tokyo.
Lili scalpitava nel suo cappottino di lana, le mani infilate nelle tasche per riscaldarle. Il fiato le si condensava in una nuvoletta di fumo per il freddo. «E dài, Asuka, c'è un muretto, qui! Dovresti sollevarmi e piazzarmi lì per coccolarmi in questo freddo polare!» la istruì, spazientita. «L'ho letto su "Cosmopolitan"!» affermò.
Asuka roteò gli occhi. «Ti prego, smettila di leggere quella stupida rivista occidentale liberale, ti ucciderà gli ultimi due neuroni rimasti» borbottò, contrariata, eppure si avviò verso il muretto. Davvero non riusciva più a subirsi la voce argentina di Lili nelle orecchie per cui decise di togliersela di torno. In fondo, quanto poteva costarle quella tortura? Cosa vuoi che sia un bacetto su un muretto?
Lili la seguì, saltellando come un pinguino. Giunta davanti al muretto, allargò le braccia in un invito a sollevarla. «Su, Asuka, mostrami la tua forza da karateka!» comandò; lanciò un urletto gioioso quando la ragazza obbedì, mettendola a sedere sul muretto dove poté finalmente ondeggiare le gambe e riscuotere il suo premio agognato.
«Cosa viene dopo questo terribile e stupido numero nella lista?» chiese Asuka; ancor prima di sacrificarsi, voleva sapere cosa l'attendeva superato il terrificante numero dieci.
Una luce pericolosa brillò negli occhi di Lili. Chinandosi sulla ragazza, sussurrò a fior di labbra: «Ma è ovvio, ma chère: farlo nel cinema!»
Asuka aveva ancora la bocca spalancata quando Lili colmò la distanza tra di loro e la baciò – nonostante la lista riportasse che avrebbe dovuto essere lei a essere baciata… ma, si sa, con Emilie Rochefort non si seguono copioni.

  
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