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Autore: luvsam    20/11/2021    1 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Maledizione! Prima o poi dovrò decidermi a mettere in ordine in questo casino”
Bobby sbattè violentemente le ante di uno degli armadi che contenevano il sogno di ogni cacciatore, da un campionario infinito di pistole e fucili a pallottole d’argento, da accendini a taniche di liquido infiammabile, e si grattò la testa dopo essersi tolto con rabbia il suo berretto da baseball.
Si guardò ancora intorno cercando di ricordare dove aveva lasciato le bottigliette di acqua santa e dopo aver girato ancora per la stanza per qualche minuto, finalmente gli venne in mente che le aveva da poco spostate in una credenza in cucina.
Tornato al piano terra, si fermò cercando di sentire che cosa stava succedendo nel seminterrato, poi proseguì verso la sua meta. Una volta recuperata l’acqua santa, si avviò verso le scale e man mano che si avvicinava alla rampa, il suo istinto gli disse che qualcosa che non andava.
Scese rapidamente al piano di sotto e lì la voce tentatrice di Abyzou lo fece raggelare. Non poteva credere a cosa il demone stava proponendo a Dean, era chiaro che non immaginava nemmeno l’adorazione che il maggiore dei Winchester aveva per il fratello. Un mondo senza Sam non avrebbe mai potuto appagarlo e Bobby sorrise quando sentì il ragazzo respingere al mittente la sola idea, ma poi sbiancò quando sentì Abyzou parlare di Occhi Gialli e dei suoi progetti.
Il cacciatore strinse forte la ringhiera e i puntini cominciarono ad unirsi. Era ovvio che Dean gli stava nascondendo qualcosa sin dall’inizio ed era altrettanto ovvio che questo Occhi Gialli non aveva buone intenzioni.
No, c’era qualcosa di grosso che incombeva su Sam, qualcosa di talmente spaventoso che suo padre avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedire che mettesse le mani sul suo ragazzo, qualcosa che aveva pianificato e condiviso con suo figlio maggiore.
“Che diavolo sta succedendo, John? Non appena rimetterai qui il culo, giuro che ti impallinerò se solo oserai propinarmi qualche cazzata sul ragazzino!”- pensò prima di essere riportato di nuovo alla realtà dalla voce del demone, che invitava Dean a liberarlo. Si precipitò verso la panic room giusto in tempo per vedere il ragazzo abbassare la pistola e decise di intervenire prima che le cose andassero definitivamente a puttane. Svitò il tappo della bottiglietta e innaffiò Abyzou con l’acqua santa.
“Bastardo”
“Dean, che cazzo stai facendo?”
Il giovane fissò con gli occhi pieni di lacrime il suo amico e crollò sulle ginocchia.
Bobby capì che il ragazzo stava andando knock-out e che non sarebbe stato molto d’aiuto se non fosse tornato in sé, così annaffiò di nuovo il demone per fiaccarlo giusto il tempo necessario per portare Dean fuori dalla panic room e farlo sedere di fronte alla porta.
Dopo il secondo trattamento, Abyzou si placò e il cacciatore rivolse la sua attenzione al maggiore dei figli di John, che stava palesemente singhiozzando. Si avvicinò a lui e gli sentì mormorare:
“Perdonami, Sammy, ti prego”
“Dean”
Lo attirò in un abbraccio e cercò di tranquillizzarlo.
“Va tutto bene, ragazzo, sono qui”
“Perdonami”
“Non c’è niente da perdonare, calmati”
Dean afferrò la camicia del suo amico e disperato chiese:
“Che stavo facendo, Bobby, come ho potuto solo pensarlo? Io amo Sam, morirei per lui”
“Lo so, hai cresciuto quel ragazzino e hai fatto un ottimo lavoro”
“Ma lo stavo tradendo, ho pensato alla mamma, alla nostra casa, a come era papà prima di quella notte”
“E’ normale che tu l’abbia fatto, è umano”
“No, non lo è, non dovevo nemmeno per un attimo esitare. Dovevo scegliere Sam e invece…”
“Non è successo nulla, Dean, la stronza è ancora nostra prigioniera e se mi dai una mano, la rimandiamo all’inferno”
Il maggiore dei ragazzi Winchester scosse la testa e si portò le mani al viso.
“Papà mi ha sempre detto che dovevo stare attento a Sammy e io lo stavo vendendo ad un demone”
“Dean, sei un bravo ragazzo e non devi sentirti in colpa, i demoni sguazzano nel dolore delle persone e le tentano dalla notte dei tempi”
“Che cosa sarebbe successo se tu non fossi arrivato? Avrei accettato che lei desse un colpo di spugna a tutto quanto, avrei accettato che lei cancellasse Sam e tutto quello che abbiamo vissuto insieme?”
“Non possiamo saperlo e al momento non importa nemmeno perché tuo padre e Sam sono nei guai e dobbiamo riportarli indietro”
“Bobby”
“Sai che non posso farlo da solo, quindi alza il culo e fai l’uomo”
Dean alzò lo sguardo verso la porta della panic room e lo posò sul corpo immobile di suo fratello. Sentì il cuore stringersi per il senso di colpa, poi la voce di suo padre che gli ripeteva che non è mai troppo tardi per rimettere a posto le cose, gli attraversò il cervello. Inspirò profondamente un paio di volte, poi si rimise in piedi e disse:
“Okay, andiamo”
“Così si parla, ragazzo”
“Che cosa devo fare?”
“Per prima cosa dobbiamo liberarci di Abyzou”
“Come?”
“Credo che un esorcismo vecchia maniera possa andare”
I due cacciatori rientrarono nella panic room e Bobby disse:
“A te l’onore”
“Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas, omnis incursio infernalis adversarii…”
Non appena Dean iniziò a recitare l’esorcismo, Abyzou cominciò ad agitarsi e a inveire contro il cacciatore, che però non si lasciò distrarre e mantenne ferma la voce. Arrivato alla fine, fissò il demone aspettandosi del fumo nero, o qualcosa del genere, ma non accadde nulla, anzi l’essere scoppiò in una forte risata e chiese:
“Credevi davvero di battermi con un esorcismo?”
“Come è possibile? Ha sempre funzionato”
“Con demoni di serie b, tesoro, ma io sono di un’altra categoria e ora ti farò a pezzi”
“Non credo proprio”
Abyzou si voltò verso Bobby e vide aveva disegnato con il suo sangue su una parete dei simboli enochiani.
“Non osare”
“Bon voyage, madame”
Premette la mano al centro della figura sul muro e una luce intensissima riempì la stanza accecando i due cacciatori. Quando ritornarono a vedere, Abyzou era sparita e Dean chiese:
“Che diavolo era quello?”
“Un piccolo trucco enochiano”
“Enochiano?”
“Non ho tempo di darti spiegazioni, ma detto in breve è la lingua perduta degli angeli ed è piuttosto cazzuta”
“Sei un fottuto nerd come Sammy”
“Beh, il nerd ti ha appena salvato di nuovo il culo”
“Perché non mi hai avvertito che avresti giocato a fare Houdinì?”
“Speravo che non ce ne sarebbe stato bisogno, ma dalla reazione di Abyzou alle prime parole dell’esorcismo ho capito che avevamo bisogno dell’artiglieria pesante”
“Dove è finita?”
“Non saprei, ma per il momento riprendiamo il rituale e portiamo a casa tuo padre e tuo fratello. Devo recitare solo un’ultima parte del testo che mi ha lasciato Lenora e poi dovrebbe essere fatta”
Bobby ritornò davanti alla parete squarciata e completò la formula, che aveva dovuto interrompere a causa dell’arrivo di Abyzou, poi chiese:
“Hai segnato tuo padre per primo, vero?”
“Sì, prima lui e poi Sam”
“Okay, adesso li richiamiamo”
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John si avvicinò alla luce e riuscì a distinguere sempre più chiaramente la voce di suo figlio maggiore e del suo amico.
Una scarica di adrenalina lo attraversò e gli fece pensare che la salvezza era ad un passo. Finalmente avrebbe portato Sam al sicuro, lo avrebbe curato come si deve e fatto riposare in un letto caldo dopo avergli tolto da dosso ogni traccia delle violenze subite. Non avrebbe cancellato il dolore e lo shock, ma John era sicuro che il suo ragazzo si sarebbe sentito molto meglio risvegliandosi tra le familiari mura della casa di Bobby.
Dean si sarebbe preso cura di loro, ne era certo e una volta dato a lui il comando, avrebbe potuto finalmente potuto fermarsi e deporre le armi.
Anche lui aveva un disperato bisogno di riposare perché non era messo benissimo e di lasciare la prima linea, ma al momento non poteva permettersi di crollare.
“Andiamo, sbrigatevi”
Rimase davanti alla luce per qualche istante, poi, rendendosi conto che erano troppo vulnerabili e che non poteva mantenere suo figlio nella posizione attuale per più tempo, si trovò un nuovo riparo.
Stese Sam a terra e lo esaminò attentamente. Notò che era sempre più pallido e la respirazione era diventata più difficoltosa. Gli prese un polso e lo trovò molto debole. Non era un medico, ma sul campo aveva imparato tante cose e tutti i sintomi erano riconducibili al dissanguamento.
“No, maledizione, non puoi cedere adesso”
Scosse violentemente suo figlio e con fatica lo costrinse alla coscienza.
“Sammy”
“Chi sei?”
“Sam, sono papà, non mi riconosci?”
Il ragazzo fissò con aria assente l’uomo che lo teneva tra le braccia e chiese:
“Papà, andiamo a prendere Dee a scuola?”
“Cosa?”
“Hai detto che, quando mi svegliavo, andavamo a prendere Dee”
Le parole del suo secondogenito misero in allarme John, che, dopo un breve attimo di smarrimento, domandò:
“Sammy, sai dove siamo?”
“Nel motel con l’uccello buffo”
L’uomo sgranò gli occhi ricordando che aveva portato i suoi ragazzi in un Pelican quando erano andati alle cascate del Niagara e tornò ad interrogare il figlio minore.
“Sammy, quanti anni hai?”
“Non lo so”
“Quanti anni ha Dean?”
Il ragazzo non rispose e chiuse gli occhi.
“Sammy”
“Papà, mi dispiace, so che avevi detto che non dovevo toccarlo”
“Di che cosa stai parlando?”
“Non mi piace il tuo diario, è pieno di brutte cose e ho avuto tanta paura”
“Per questo non volevo che lo vedessi”
“Mi stavo annoiando, volevo solo leggere qualcosa”
“Va bene, non fa niente”
“Manda via i mostri, non voglio che mi portino via”
“Nessuno ti porterà via”
“E se portano via te? Che cosa facciamo Dee e io? Dice che è  grande, ma siamo due bambini”
Sam era in un evidente stato confusionale e l’uomo pensò che probabilmente le sue conoscenze, o quelle di Bobby non sarebbero bastate questa volta per rimetterlo in piedi e avrebbe dovuto portare suo figlio in ospedale.
Lo strinse tra le braccia e cercò di tranquillizzarlo.
“Non devi preoccuparti, tornerò sempre da voi due”
“Voglio andare a giocare con Rumsfeld”
John scosse la testa, poi guardò in direzione della luce e notò che qualcosa stava cambiando: il colore ad esempio stava passando da un azzurrino chiaro a un viola carico e la forma originale ovale aveva lasciato il posto ad una figura non uniforme, i cui vertici cambiavano continuamente. Gli sembrò uno dei quei blocchi di plastilina che Dean trasformava in cose sempre diverse per intrattenere Sam durante i lunghi viaggi nell’Impala e contro i quali aveva imprecato quando aveva dovuto staccarli dalla tappezzeria dopo uno scontro senza esclusione di colpi fra i suoi bambini.
Ad un certo punto la luce sembrò implodere e un forte vento iniziò a soffiare tra gli alberi. Il turbinio aumentò velocemente e anche il terreno sotto i piedi di John si alzò minaccioso. L’uomo girò il viso del figlio verso il suo petto e gli coprì gli occhi con una mano, poi si abbassò su di lui tentando di proteggerlo.
Mentre era lì, concentrato sul ripararsi e riparare il suo ragazzo, si accorse che qualcuno si muoveva tra gli alberi. Non erano né Dean, né Bobby e solo dopo qualche secondo si rese conto che si trattava di Lenora.
La vide avvicinarsi con i capelli sciolti e a piedi nudi e pensò che la donna si fosse unita ai bambini senza occhi per riportarli da Abyzou.
“Lasciaci in pace”
Dietro di lei effettivamente arrivarono sempre più numerosi gli schiavi del demone e si misero davanti alla luce in attesa. Dopo qualche istante crollarono tutti sulle ginocchia e appoggiarono la fronte a terra in segno di sottomissione. A John sembrò di trovarsi in una moschea, ma ebbe poco tempo per capire che cosa stessero facendo visto che dalla luce Abyzou sbucò urlando. Vederla gli fece gelare il sangue perché il suo ritorno significava che Dean e Bobby erano morti e gli occhi gli si riempirono di lacrime. Strinse di più Sam e sentì la disperazione crescere.
Il cuore prese a battergli forte al pensiero di aver perso suo figlio maggiore e  la consapevolezza che anche lui e Sammy fossero ormai condannati, lo travolse.
Aveva pensato tante volte a come se ne sarebbe andato quando stanco e ferito si era rimesso al volante dell’Impala dopo una caccia e si era forzato a ritornare dai suoi figli. In quelle ore di guida solitaria il pensiero della morte non lo aveva angosciato particolarmente, anzi a volte l’idea di ricongiungersi a Mary gli aveva scaldato il cuore, ma poi le lentiggini impertinenti di Dean e le fossette di Sammy gli avevano fatto riacquistare lucidità e riattaccarsi alla vita.
Era il loro padre, era responsabile di quei due bambini e non poteva adagiarsi sulla certezza che Bobby, il pastore Jim, persino Ellen avrebbero fatto qualsiasi cosa per aiutarli.
No, i ragazzi sarebbero sempre stati parte di lui e non aveva mai passato completamente il testimone nemmeno quando Dean era diventato abbastanza grande da diventare il secondo tutore legale del più piccolo.
Certo, da allora si era allontanato con il cuore più leggero sapendo che suo figlio maggiore avrebbe tenuto lontano il CPS e in caso di necessità avrebbe potuto prendere decisioni urgenti, ma non aveva mai pensato di lasciarli.
“Dean, figlio mio”- mormorò in preda allo sconforto.
In quel momento esatto Sam riaprì gli occhi e John lesse nel suo sguardo la consapevolezza della fine imminente. Lo accarezzò e pian piano sentì la rabbia prendere il posto della disperazione.
Il cacciatore, che era in lui, gli urlò che non sarebbe andato giù senza combattere, lo doveva ai suoi figli e si disse che, se era arrivato il momento di uscire di scena, lo avrebbe fatto nel suo stile. Si ricordò dell’esorcismo che Lenora gli aveva insegnato e arrivò sul punto di iniziare a recitarlo quando la voce della donna lo bloccò.
“Abyzou, sei tornata”
“Quei maledetti cacciatori mi hanno bandita”
“Non li hai uccisi?”
“No, il vecchiaccio mi ha buttata fuori di casa sua con un incantesimo molto potente”
John sentì il cuore esplodere di gioia e ringraziò mentalmente chiunque fosse in ascolto ai piani alti per aver protetto suo figlio, poi ritornò ad ascoltare.
“Non finisce qui, però, strapperò loro il cuore, anzi farò di meglio, lo strapperò a John e a suo figlio e glieli manderò come omaggio”
Lenora ingoiò nervosamente e disse:
“Non voglio essere di intralcio alla tua vendetta contro i Winchester, lasciami andare via con Vincent”
“Che cosa mi stai nascondendo e perché siete tutti qui fuori? Chi sta sorvegliando i miei prigionieri?”
“Abyzou, sono riusciti a scappare quando ti sei precipitata a fermare Dean e Bobby”
“Scappati? E tu non li hai fermati?”
“Non sono in guerra con John Winchester, io rivolevo solo il mio bambino”
“Oh, c’è una punta di rimorso nella tua voce?”
“Non mi è piaciuto tradirlo se è questo che vuoi dire”
“Davvero? Mi sembrava che fosse una tua vecchia abitudine quella di deludere quelli che si fidano di te”
“Ho fatto tanti sbagli in vita mia e me ne prendo la responsabilità, ma, tornando qui, volevo davvero rimediare dando a John la possibilità di riprendersi suo figlio”
“E magari se ci fossi riuscita, ti sarebbe piaciuto farti quel bel bocconcino, magari ti avrebbe ringraziata con del sesso bollente”
“Volevo solo aiutarlo, ma poi mi ha parlato delle teche e non sono riuscita più a pensare ad altro. Adesso però tutto questo non ha più importanza, voglio solo che mi rimandi indietro”
“Sai dov’è?”
“No”
“Stai mentendo?”
“No. Ho percepito che stavi tornando e sono venuta a chiederti di lasciarci liberi”
“E che cosa racconterai a Dean e a Bobby? Ho visto che il tuo corpo è insieme a quelli di padre e figlio”
“Dirò che non ce l’hanno fatta”
“Un’altra menzogna”
“Non è una bugia, per quanto ne so, sono morti, o almeno lo è il ragazzo. Si stava dissanguando l’ultima volta che l’ho visto e non penso che John abbia potuto fare niente a riguardo”
Il cacciatore abbassò lo sguardo sul figlio disteso davanti a lui e gli appoggiò due dita all’altezza della giugulare. Il battito era ancora lì, ma era debole e non prometteva nulla di buono.
“Ti ripeto, però, che non voglio altro che andarmene da qui, quello che farai con i Winchester non è affar mio”
Abyzou fissò Lenora, poi sorrise.
“Vuoi solo tornare a casa con Vincent?”
“Sì, ti prego, farò qualsiasi cosa per te in cambio”
Il demone si avvicinò alla donna e le fece una carezza sul lato destro sul viso.
“Qualsiasi cosa?”
“Qualsiasi”
“Sai che forse ho voglia di accettare la tua proposta? Ho già avuto pietà di una madre una volta e in fondo sono molto sensibile”
“Ti prego, lasciaci andare”
Abyzou annuì e rispose:
“Va bene, ho deciso di esaudire il tuo desiderio”
“Davvero? Ti sarò sempre debitrice, potrai chiedermi qualsiasi cosa”
“Me ne ricorderò, ma non puoi portare via Vincent in quella teca, svanirebbe appena entrato nel tuo mondo. Dammelo un attimo, farò in modo che possa resistere al cambio di dimensione”
Lenora ebbe l’istinto di indietreggiare davanti alle mani tese di Abyzou, poi si lasciò convincere e le consegnò la teca.
“Ci vorrà solo un attimo”
Il demone sorrise ancora, poi con un gesto improvviso schiacciò tra le dita ossute il piccolo contenitore e scoppiò in una fragorosa risata. Il suo verso grottesco fu coperto però dalle urla della donna, che cadde in ginocchio e pianse disperata.
“Pensavi davvero che avresti avuto il tuo lieto fine?”
John sbarrò gli occhi e non poté impedirsi di provare rabbia per la crudeltà di Abyzou. Si disse che, se in qualche modo fosse sopravvissuto, sarebbe diventata la numero 2 della sua lista nera e avrebbe pagato per tutto il male che aveva provocato nel corso dei secoli. Guardò il volto stravolto di Lenora, poi si sporse un po' in avanti per vedere meglio che cosa stava succedendo a pochi passi da lui e quel piccolo movimento non passò inosservato alla donna.
Ci fu un veloce scambio di occhiate e nonostante la logica avrebbe suggerito a John di non fidarsi di chi l’aveva tradito senza batter ciglio, si mise in piedi e con lei iniziò a recitare:
Ti ordino, Abyzou, di sottometterti al mio volere e di ritornare in catene come volle Salomone. Vattene da questo mondo e sprofonda all’Inferno perché quello è il luogo che ti appartiene, portando con te la tua invidia e la tua malvagità. Liberaci dalla tua immonda presenza e non osare più tornare sulla terra, te lo ordino in nome di Dio
   
 
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