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Autore: Made of Snow and Dreams    21/11/2021    2 recensioni
Dal testo: 'In ognuna delle tre capsule di policarbonato trasparente c'è un essere dalle strane fattezze antropomorfe. Non sono dei mostri, come li definisce Sacks. Per Amy sono delle meraviglie viventi. '
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno uno: un proiettile di troppo

 

 

 

Lavare le mani accuratamente. Indossare i guanti monouso. Applicare il laccio emostatico e attendere per un minuto circa che la pressione renda visibile il sito del prelievo. Disinfettare la zona. Penetrare la vena prescelta con l'ago, avendo cura di rivolgere la punta verso il basso. Prelevare il campione desiderato.
Amy Robinson si sforza di mantenere la concentrazione mentre avanza verso il mutante che porta il nome 'Donnie'. Non si è fatta sfuggire neanche una parola di quel discorsetto tra fratelli. E' da appurare che lo siano per davvero, ma quella è un'altra storia. L'essere meraviglioso continua a fissare ogni suo movimento senza risultare, curiosamente, indiscreto. Amy si ritrova a fissare le proprie mani coperte dai guanti sterili. La punta dell'ago brilla sotto il suo sguardo. E' un peccato che debba essere usato per far del male ad una creatura simile. Connor la sta accostando.
Fatti da parte. So fare il mio lavoro. Tutto ciò che voglio è un minuto con lui. Chiedo forse troppo?
'Distendi il braccio, per favore. ' dice lei. Meglio usare le buone maniere. E' sicura che lui possa apprezzare la sua cortesia.
'Non fargli del male! ' squilla la voce dell'arancione. Non dovrebbe parlare in questo momento. Anzi, non dovrebbe parlare proprio quand'è fuori dalla gabbia. Il soldato più vicino a lui incombe con il taser in mano.
'Non ho intenzione di fargliene. ' risponde Amy, e si stupisce che la sua voce risulti così convincente. D'altronde sta dicendo la verità: non ha alcuna intenzione di far loro del male. Non è quello il suo compito. Fosse stata lei al posto di Sacks, le cose andrebbero molto diversamente. Il laccio emostatico è leggermente più spesso di quelli usati normalmente in laboratorio per gli esseri umani. E' più resistente, più lungo. I suoi occhi incontrano quelli nocciola del mutante. Chiede silenziosamente il suo consenso. Lui abbassa il capo e guarda altrove, ed è lì che capisce di avere via libera.
'Stia attenta ad immettere l'ago. Mano ferma. La pelle è molto spessa. ' dice Connor alle sue spalle. Amy riesce a sentire il suo fiato asettico sul collo. E' vero, la pelle è decisamente spessa. Coriacea. Ed è calda, molto più calda di quanto si aspettasse. O forse è lei che brucia di emozione al solo toccarla? Una leggera passata di disinfettante e l'arto è pronto per la puntura.
Ci siamo. Concentrati.
La punta dell'ago impiega qualche millisecondo in più. Amy si ritrova a dover spingere leggermente per farla entrare nella vena. Percepisce il mutante irrigidirsi e Connor trattenere il fiato. Probabilmente anche i due fratelli la stanno fissando. Un fiotto di sangue scuro e denso riempie la siringa e lei sorride trionfante mentre adocchia il batuffolo di cotone sul banco da lavoro.
'Credo che questo basti. Mi dia la conferma, dottor Connor. '
'Sì, va bene. Ora estragga l'ago. Faccia molta attenzione e mantenere la direzione corretta. Non deve ledere le altre vene. ' risponde lui con il suo solito tono di voce monocorde.
Estrarre la punta della siringa le risulta molto più facile del previsto. E' lì, in quel banale strumento, ciò su cui dovrà lavorare con Drew. Ciò che Sacks brama davvero. Amy è tentata di gettare la siringa a terra e calpestarla fino a farla rompere. Sarebbe bello vedere la sua reazione. E ricevere una pallottola in testa subito dopo.
'Fatto. Sono stata brava? ' Le scappa un sorriso assolutamente spontaneo. Lo spera davvero. Il mutante le offre l'ennesima occhiata senza dire una parola, ma c'è qualcosa di diverso. Amy spera davvero che si tratti della prima scintilla di apprezzamento. Connor non è un degno sostituto della voce che vorrebbe risentire. 'Metta il cotone e chiuda l'ago. Io passo agli altri due. ' Una pausa. Amy si volta solo per ritrovarsi il collega a fissarla con un sorriso sardonico in faccia. 'Spero che rimangano calmi anche con me. In caso contrario sarò costretto a chiederle di fare gli altri due prelievi. '
Amy ricambia il sorriso. 'Sarebbe un onore, dottore. Buona fortuna. '

 

Amy Robinson non ama molto le giornate umide. La pelle diventa appiccicosa, i capelli bruni le si increspano e il trucco si rovina. In più si riscopre ad odiare con tutte le sue forze quella sensazione, quella strana sensazione che pensava di non poter provare più nella sua vita e che la costringe a far singhiozzare la macchina durante i semafori rossi. Il brivido dell'anticipazione, il gusto dell'attesa. Tutte cose che aveva dimenticato in favore di una vita morigerata e noiosa. La casa è esattamente come l'aveva lasciata ore fa: la bottiglia di champagne abbandonata sul comodino, una manciata di compresse di Xanax sparpagliate sul materasso, il letto sfatto, la vestaglia lanciata sul cassetto.
Il borsone da palestra accoglie prontamente i pezzi di ricambio più sobri della sua biancheria, uno stick di deodorante, oggetti per la toeletta personale e un mascara da due soldi comprato al mercato. E un profumo, il suo preferito.
Non c'è una ragione specifica per questo. Magari potrei accettare l'invito a pranzo di Steve. Non è tanto male. Non è tanto male. Non è tanto male. Non è tanto…
Amy esce di casa a passo svelto, sbattendo la porta con più forza del necessario.

 

Il groppo in gola s'intensifica quando Amy trova Steve ad aspettarla davanti l'entrata del laboratorio. Ha guidato per quindici minuti buoni a velocità folle per arrivare il prima possibile alle Sacks Industries. Niente radio a distrarla dall'immagine del mutante in viola, della sua pelle tubercolosa e così aliena, del suo sguardo intenso. Niente musica ad accompagnare quel flusso frenetico di pensieri che la spinge a chiedersi perché abbia scelto proprio lui tra i tre. Il più silenzioso, il più enigmatico. Avrebbe potuto rivolgere l'attenzione al blu, il più aggressivo di tutti, e provare a calmarlo. Avrebbe decisamente fatto un favore a Connor, ma no. E' sicura che gli abbia fatto resistenza. E neanche gli enormi occhi azzurri del piccolo arancione sono riusciti a distrarla, sempre lacrimanti, così lucidi e infantili, perfetti per risvegliare l'istinto materno di qualsiasi donna. No. Con il viola ha sentito un'affinità di fondo difficile da ignorare. L'innocente curiosità si è miscelata con qualcos'altro, e lei si rifiuta di donare a quel 'qualcosa' un nome.
'Ti stavo aspettando. E' successa una cosa… '
No, non dirmelo, ti prego non dirmelo...
'Proprio mentre ero via? Cos'è accaduto? ' si sforza di mantenere la calma, ma stringe le mani attorno alla cinta del borsone fino a sbiancarsi le nocche.
'Hanno tentato di scappare. Noi siamo rimasti indietro, temevamo di essere presi come ostaggi… e poi la Thompson ha dato delle fiale di tranquillante alle guardie. Non li hanno beccati subito. Quei tre hanno distrutto un bel po' di vetreria, ci sono cocci ovunque. Erano agilissimi, non ho mai visto una roba del genere… '
Entrano nel laboratorio e sì, il caro Steve non ha esagerato, ci sono cocci dappertutto. Gli strumenti da laboratorio sono stati demoliti da una forza micidiale, tanto che le pareti sono macchiate da vari fluidi organici.
'Li hanno feriti? Gli hanno sparato? ' chiede Amy evitando di incrociare lo sguardo di Steve Brown.
'Sì, era l'unico modo per fermarli. Prima di iniettare il tranquillante gli hanno sparato… '
No…
'… alle gambe… '
No…
'… e alle braccia… '
NO!
'...ma non li hanno uccisi. '
Il tempo riprende a scorrere, prima lento, attimo dopo attimo, e poi frenetico, secondo dopo secondo dopo secondo. O forse è solo il suo respiro? Hanno sparato. Hanno sparato alle sue creature. Hanno sparato al viola. Poco importa che li abbiano solo feriti, l'hanno fatto e tanto le basta.
'Ora dove sono? ' mormora, la voce divenuta più bassa e grave. Vorrebbe correre da quella stanza, trovarli e nasconderli nel proprio appartamento. E come sarebbe avere quel tipo di ospiti in casa? Amy sorride, nonostante tutto.
'Li hanno separati. Hanno spostato le unità di contenimento in tre stanze diverse. Connor sta curando le loro ferite. '
Connor, spero che tu faccia bene il tuo lavoro…
'Ella Thompson vuole che tu la raggiunga. Non so di cosa dobbiate parlare. Mi ha detto di aiutarti a sistemare le tue cose nello stanzino degli attrezzi. '
'Lo faremo dopo. Sai dove li hanno portati? '
Devo vederli. Devo vedere lui.
'So soltanto che Connor si è precipitato nei sotterranei. Presumo che ne abbiano portato uno lì. '
Un punto di partenza. I sotterranei… dove nessuno di loro ha mai osato avventurarsi. Ordini di Sacks in persona. Connor è un dannato privilegiato.
'Sta bene. Ci vado subito. Per le mie cose… non c'è bisogno che tu mi aiuti, davvero. '
Un sorriso affettuoso e gli occhi che brillano di affetto. Steve Brown le poggia una mano sulla spalla ed Amy si irrigidisce. Lui pare non notarlo. 'Ma figurati, Amy. Per me è solo un piacere. '
Amy gli rivolge un sorriso prima di voltarsi. L'ascensore si trova a pochi metri dal corridoio. 'Meglio di no. Una signora non mostra mai la sua biancheria ad un uomo senza neanche un primo appuntamento. '

 

 

Una signora non mostra mai la sua biancheria ad un uomo senza neanche un primo appuntamento. Un primo appuntamento.
Non che Steve Brown non sia un uomo attraente. L'altezza c'è, le spalle ampie pure. Non un pelo in eccesso sul volto squadrato che sembra sorridere solo per lei. E ha uno strano modo di corteggiare una donna. Amy non sa mai cosa aspettarsi da lui in tal senso.
Un. Primo. Appuntamento.
Per non parlare di tutte le volte in cui l'ha rifiutato in malo modo. L'ha giurato a se stessa, niente più relazioni serie. Si limita ad osservarne la bellezza da lontano, dando occhiate furtive alle coppiette innamorate, ma senza più la morsa fastidiosa dell'invidia. Quella è acqua passata, da quando Ronald l'ha rifiutata all'altare per una nuova fiamma più giovane, più magra, più bella. E soprattutto che passa molto più tempo a casa, a curare i pargoli e a cucinare per il proprio uomo. No. Amy Robinson non è quel tipo di donna. Amy Robinson lavora per la scienza. Venera la scienza. E' una parte di essa. Come dicevano gli antichi? La scienza è l'unica arte esatta. Non tradisce i risultati, segue i calcoli come da programma. Le variabili sono molto poche, e possono essere controllate. La vita invece è un azzardo, è solo un gioco, un maledetto gioco che osserva ciascuno perdere miseramente. Ma lei si è stufata di perdere, qualcosa è cambiato. Una variabile è sfuggita al suo controllo e l'intera situazione si è fatta bizzarra. Decisamente bizzarra.
Le Sacks Industries hanno cinque piani per ciascuna ala. La punta dell'iceberg sono i risultati portati al mondo, quelli che rendono felici migliaia di persone. Generalmente quelli con le tasche che traboccano di soldi. C'è un intero mondo a parte, lì dentro. Amy è convinta che i sotterranei siano il cuore dell'intera ricerca, ed è per questo che le mani iniziano a sudarle ancor prima di essere arrivata. L'ascensore si ferma un piano sopra. Una lunga rampa di scale la separa dalla sua meta. Soldati dappertutto come regola generale. La puzza di chiuso s'intensifica, la temperatura si alza. Scatole e rimpiazzi per gli strumenti da laboratorio sono ovunque per terra. Le scatole di cianfrusaglie si estendono anche nel corridoio buio.
'Dottoressa, ha il permesso di stare qui? '
'Sono stata appena informata della situazione. Sono qui per assistere il mio collega per qualunque cosa abbia bisogno. ' risponde Amy, cercando di mantenere la sua solita maschera impenetrabile.
Il sorvegliante fa un cenno all'altro e la lasciano passare. Amy rimane a bocca aperta. Quando i suoi occhi si posano su una nuvola di capelli rossi scatta in avanti, ignorando tutto il resto.
'Toh, dottoressa Robinson. E' un piacere rivederla. ' borbotta Connor, senza voltarsi.
E' piegato sul mutante in arancione. Ci sono schizzi di sangue sul pavimento e la stanza risuona di flebili lamenti. Ago e filo, alla vecchia maniera.
'E' vero quello che mi è stato riferito? Che gli hanno sparato a gambe e braccia? ' Domanda stupida. E' palese che sia stato così per l'arancione. Forse anche per il blu, anzi, sicuramente per il blu. Ma c'è un ultimo elemento da controllare…
'Sì, come può vedere. Non abbiamo avuto scelta, erano troppo aggressivi. E' cominciato tutto quando se n'è andata. Veloci e agili. Non ho mai visto niente di simile. '
'Ha già curato gli altri due? '
'Ho già tamponato l'emorragia su ciascuno, ma mi aspettano da fare delle medicazioni più serie. Ho iniziato da questo, era il caso più serio di tutti. '
L'arancione alza gli occhi su di loro. Gli imploranti occhi azzurri si sono fatti enormi. Visto da così vicino la muscolatura è ancora più possente, nonostante sia il più basso dei tre. 'Perché… ' mormora. Il suo sguardo viaggia da Connor ad Amy, ma se il primo non ricambia lei gli offre invece un sorriso. E una mano sulla spalla. Stringe piano, senza fargli male. Conforto. E' quello che gli serve in questo momento.
'Stai tranquillo. Andrà tutto bene. '
'Sei buona? ' una lacrima. 'Com'è possibile? ' un altro lamento. E' rigido mentre Connor chiude la ferita sul quadricipite con un ultimo punto di sutura.
'In un posto come questo, piccolo mio, il concetto di 'buono' e 'cattivo' è molto relativo. ' ride lei amaramente prima di pentirsene subito dopo. Una risposta del genere non è molto rassicurante. La sua mano viaggia sotto lo sguardo interrogativo e sorpreso di Connor dalla spalla alla guancia. 'Ma puoi star certo che qualsiasi cosa di brutto accada, io sarò lì a renderlo più sopportabile. '
Il mutante annuisce lentamente, fissandola negli occhi. Non aggiunge altro. Amy gli resta vicino fino alla fine della procedura, in silenzio. Senza smettere di carezzarlo. Dev'essere strano per la creatura tanto quanto lo è per lei. Un carceriere che si sbilancia così tanto sulla propria vittima? Impensabile. Connor si rialza e osserva il lavoro. I guanti in lattice bianco sono striati di rosso, ma il peggio è passato. Le ferite sulle gambe e le braccia sono state richiuse.
'E adesso? ' chiede lei. Connor si stringe nelle spalle.
'Dovrò fare la stessa cosa con gli altri due. Posso fare da solo. Credo che il suo posto sia con il dottor Drew, adesso. '
Amy sente una rabbia selvaggia infiammarle le guance. Non sei tu quello che mi dice cosa devo fare. Eppure Connor ha ragione. Il suo posto dovrebbe essere con Drew, a sintetizzare quella maledetta sostanza dal loro sangue. E dovrebbe presentarsi da Ella Thompson. Ma… c'è un grande ma. Le è rimasta una sola carta e se vuole ottenere ciò che vuole deve giocarsela bene.
'E' vero, il mio posto è quello. Ma posso permettermi, le ricordo che durante il prelievo da me svolto il mutante non ha mostrato segni di aggressività. Cosa che, mi pare di capire, non è successo con lei. '
Connor le rivolge un'occhiata di puro fastidio. Dev'essere un uomo passionale sotto quella scorza di indifferenza. Amy regge il suo sguardo, la posta in gioco è troppo alta.
'Non è con me che deve parlare. Io sono solo un sottoposto e faccio il mio lavoro. Di questo dovrà parlare con la dottoressa Thompson. '
'Sa dove si trovino gli altri due mutanti? '
Connor le fa cenno di seguirlo. Informazione riservata. Meno l'arancione sa della posizione esatta dei suoi fratelli, meno sono probabili i tentativi di fuga. Una tartaruga mutante in quello stato non passerebbe certo inosservata, ma tre…
'Prenditi cura dei miei fratelli! ' dice la voce infantile con un pizzico di speranza in più. Ad Amy sfugge un sorriso di tenerezza e annuisce, prima di sparire dietro la porta blindata.
'Uno si trova nell'ala ovest. L'ho fatto mettere nel padiglione uno. Era il più collaborativo dei tre. '
Più collaborativo? Dev'essere…
'E l'altro, invece? '
'Ala nord, stanza blindata per i soggetti difficili. ' Soggetti difficili. In effetti ci sta. Il blu, deve trattarsi senz'altro del blu. Quell'ambiente mette i brividi, molto più dei sotterranei. Le unità di contenimento sono molto più strette, claustrofobiche. I livelli di ossigeno e calore sono controllati fermamente. Più la cavia è intelligente e aggressiva, meno ossigeno e calore viene emesso nella gabbia. Punizioni su punizioni. Sbirro buono, sbirro cattivo. E gira voce che uno dei tecnici che lavorava lì abbia richiesto più volte un trasferimento. Di lui si sono perse le notizie poco dopo.
'Se vuole l'aspetterò lì. Il mutante più aggressivo ha la precedenza. Si sono accaniti parecchio su di lui. '
Idioti. Idioti tutti. Non capite che è controproducente?
'Va bene. Appuntamento tra quindici minuti all'ala nord. '
Connor non le risponde. Ad Amy sta bene così.

 

Amy incontra Ella Thompson proprio davanti allo stanzino degli attrezzi. Sta discutendo in tutta tranquillità con Steve. Niente di nuovo all'orizzonte. 'Ah, dottoressa Robinson. La stavo giusto cercando. '
'Mi dispiace per il ritardo. Sono stata informata sui fatti e volevo accertarmi che… '
'… che i mutanti fossero ancora in vita. Lo capisco perfettamente. Dobbiamo parlare del suo alloggio. Il dottor Sacks mi ha appena riferito che gli stanzini degli attrezzi sono disponibili per accogliere almeno un ospite. Le suggerisco quello vicino a… '
'Ho già scelto il posto perfetto. Vorrei occupare quello dell'ala ovest. Se non è un problema, naturalmente. ' Ella Thompson le offre un'occhiata interrogativa e genuinamente curiosa. Steve Brown è interdetto. Bisogna rincarare la dose. 'Vorrei stare vicino al mutante più collaborativo. Ho notato che è quello più incline ad accettare la nostra presenza. Sarebbe un onore poterlo studiare da vicino. Senza intralciare gli esperimenti, ovviamente. '
L'ape regina annuisce lentamente. C'è qualcosa di strano nell'aria. E' sicura che la notizia della sua influenza sui mutanti sia già stata messa in circolo. Poco male. Può sfruttarla a suo vantaggio. 'Sì, capisco perfettamente. Si sistemi pure comodamente. Il dottor Drew sta preparando gli strumenti per la sintesi del mutageno. Ha un po' di tempo libero a sua disposizione. '
Amy annuisce e si volta lentamente. Cerca di mantenere il passo stabile e controllato, ma fallisce miseramente.

 

L'ala ovest è quella adibita alla robotica. I vari prototipi esposti in vetrina ne sono la prova lampante. E' un luogo affascinante, nonostante Amy non ne capisca molto. Vedere quegli strani esseri fatti di bulloni e metallo muoversi ha sempre un certo impatto, tuttavia l'attrazione migliore sono i nanorobot della sezione meccatronica, quei piccoli corpicini in grado di compiere azioni così importanti. Il padiglione uno si trova prevedibilmente al primo piano, quello più esposto agli spifferi dell'aria invernale. Connor è già lì ad aspettarla. Senza dire una parola le fa cenno di seguirlo dentro. L'essere che si fa chiamare 'Donnie' è seduto sul pavimento. Il sangue si è già rattrappito su quelle che sono delle medicazioni sommarie, tuttavia la pelle appare comunque gonfia e indolenzita.
'Dovrò estrarre le pallottole con delle pinze. Mi farebbe un piacere se riuscisse a mantenerlo tranquillo. '
Amy s'inginocchia accanto al mutante senza dire una parola. Sarebbe un azzardo chiamare quella meraviglia col suo nome? Il rischio di aizzarlo contro di loro c'è, ed è alto. Tuttavia non riesce ad ignorare quel pensiero che le frulla in testa, che quello possa essere l'inizio di una… collaborazione. Perché di collaborazione si tratterebbe, ovvio. Nonostante le palpitazioni del cuore vadano a mille solo a guardarlo. Nonostante le guance si tingano di rosso solo sfiorandolo. Nonostante la frustrazione per quella piccola perdita di controllo.
'Ciao, Donnie. Come ti senti? '
Il mutante le offre uno sguardo perplesso da dietro gli occhiali. Le braccia – più sottili di quelle dei fratelli, ma non meno piacevoli da guardare – sono collassate per terra, accanto ai fianchi. Il bicipite destro è stato colpito in pieno. 'Avverto un intenso senso di nausea. ' rantola. 'Domanda stupida. '
'E' vero, scusami. Mi dispiace per quello che è successo. '
Quando Connor estrae il primo proiettile con solo una dose di tranquillante, lui si irrigidisce. E' il momento perfetto per studiarlo da vicino. C'è un punto particolarmente allettante. E' quel lembo di pelle che collega il collo forte al trapezio. E' più rugosa, più sottile e, ad occhio, appare estremamente morbida. Il solo pensiero la manda in preda ad una piacevole vertigine.
'Non dovresti essere tu a scusarti. '
Primi punti di sutura. Un piccolo fiotto di sangue fuoriesce con violenza dalla ferita. Il mutante volta di scatto la testa.
Paura del sangue, mister? Non preoccuparti. Posso fartela passare io.
'Il dottor Connor ha curato prima tuo fratello, sai? Si sta riprendendo bene. Mi ha detto di prendermi cura anche di te. '
'Quante possibilità c'erano che dicesse questo? '
'Abbastanza da considerarsi reali. L'ha detto davvero. Non sto mentendo. ' azzarda a lanciargli un'occhiata maldestra. Dannazione. Sto facendo la figura della stupida. Dev'essere necessariamente così. Si sente come una scolaretta alle prese di una gigantesca cotta per il ragazzo di turno. Solo che in questo caso il ragazzo non è un vero e proprio ragazzo. Ragazzo? Appurare la sua età sarebbe un passo avanti. 'Posso chiederti quanti anni hai? '
'Sono quindici anni e tre mesi esatti dalla mia nascita. '
La voce gli trema, com'è giusto che sia. Sta resistendo meglio del fratello in arancione. Alle vertigini si aggiunge anche un segreto brivido d'orgoglio.
'Mi congratulo con te per tener conto del tempo con tanta attenzione. Un essere umano non potrebbe fare di meglio. '
Silenzio. A fare da sottofondo c'è solo il tintinnio delle pinze di Connor. Perché non parla più? Amy guarda interrogativamente Donnie e si rende conto di quanto pronunciare quella frase sia stato un errore. Essere umano. Essere umano. Non c'era modo migliore di sottolineare la loro diversità. Un mutante non potrebbe essere considerato un essere umano tanto quanto un cane non potrebbe essere considerato un gatto. Si può considerare una specie a parte. Eppure quel concetto è troppo interessante per poter passare inesplorato.
'Rimpiangi forse ciò che sei? ' chiede dolcemente, accarezzandogli il collo. Ecco fatto. La tentazione era troppa.
Gli sfugge una risatina amara. 'Ti piacerebbe essere ciò che sono? ' Dovrebbe essere indifferente, ma Amy percepisce chiaramente il contrario. E non per l'argomento in sé: sembra piuttosto essere sensibile al suo tocco. La domanda le sfugge dalle labbra spontaneamente, e non senza soddisfazione.
'Non sei mai stato toccato da una donna, vero? '
'Mi spiace di interrompere questa scenetta adorabile. Guardi qua, dottoressa. ' dice Connor. C'è stupore nella sua voce. Qualsiasi cosa le voglia mostrare è dannatamente seria.
'La pelle… ' sussurra Amy, ancor più esterrefatta. La pelle si sta rimarginando da sola. Autoriparazione. Ora capisce perché Sacks voglia a tutti i costi il loro sangue. Il proiettile sta tornando lentamente in superficie grazie ad uno strato di pelle rigenerata da poco che lo spinge fuori. Sia Amy che Connor guardano esterrefatti il mutante mentre il proiettile conficcato nella mano sinistra salta via, finendo sul camice di lei. Donnie ne approfitta per raddrizzarsi gli occhiali.

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:
1) Sono una persona molto cattiva. C'è un motivo se ho piazzato Donnie nel padiglione della sezione meccatronica. Nei fumetti Donnie MUORE. Sì, esatto, muore, qualcuno dei cattivo gli rompe il guscio con un martello. Su Internet potete vedere l'immagine esatta cercando tmnt donnie death. Ma non preoccupatevi, perché nel seguito il suo corpo viene congelato per essere riparato e il suo spirito viene fatto trasmigrare in un robot. Gente, che trauma. Piango.
2) L'idea di sparare ai tre mi è venuta a caso dopo una bella dormita. Era uno dei pretesti per dividerli e renderli più inoffensivi.
3) Amy sta perdendo la testa molto più velocemente del previsto XD
4) Ringrazio tantissimo elenatmnt e la mia amica carissima Chiara per avermi sostenuta fino a qui. Vi invito a leggere la sua storia 'Burning Bright' se non l'avete già fatto, merita davvero tanto e io sono la prima sostenitrice. A presto,

Made of Snow and Dreams.

 

  
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