Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: LorasWeasley    22/11/2021    2 recensioni
AU|Cantanti [Kuroken | Iwaoi | Bokuaka | Daisuga | Sakuatsu] [os extra con Tanakiyo e Semishira]
In un mondo dove la passione dei personaggi di Haikyuu è quella della musica, Kenma, Oikawa, Akaashi, Suga e Atsumu dovranno destreggiarsi nel mondo dello spettacolo tra ansie, scelte e relazioni.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Keiji Akaashi, Koushi Sugawara, Kozune Kenma, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
n.a. Ciao a tutti! Domani sarò impossibilitata a pubblicare così come anche martedì prossimo, quindi per questi due capitoli di Akaashi avrete l'aggiornamento di lunedì!
Buona lettura.
Deh





La canzone di Akaashi - Parte 1
 
2017

La storia di Akaashi era molto diversa da quella dei suoi amici.
Lui era l’unico tra i cinque a non aver fatto il provino per partecipare allo Spring MS 2015 ed era anche l’unico ad aver già avuto esperienza nel mondo della musica.
Questo perché la sua vita era tutto l’opposto di quello che poteva essere definita “normale”.
Il padre di Keiji era un bassista che aveva preso parte ai concerti di molti gruppi famosi, lavorando come supporto prima che questi si sciogliessero. La madre invece era sconosciuta.
Secondo il racconto che il padre gli aveva sempre riportato, il bambino era stato abbandonato fuori dalla sua porta. Keiji credeva che ci fosse dell’inverosimile in quella versione, ma era quello che il padre continuava a dirgli e così aveva deciso di prenderla come versione ufficiale: lui che veniva abbandonato dalla madre dietro la porta dell’uomo, questo che lo accettava come proprio figlio e decideva di crescerlo.
Akaashi non aveva nulla contro suo padre, questo infatti non gli aveva mai fatto mancare nulla e gli aveva dato tutto l’amore che avrebbe dovuto dargli non solo un padre, ma anche una madre. Non avrebbe quindi cambiato nulla nella sua vita, ma non poteva non ammettere che ovviamente non era cresciuto come gli altri bambini e che la sua vita si era snodata tra hotel, backstage e aerei.
Per forza di cose aveva imparato a suonare il basso a sua volta già all’età di quattro anni e, anche se la gente credeva lo facesse solo per il padre, il ragazzo si era davvero appassionato nello studio di quello strumento tanto da diventare abbastanza bravo da prendere parte come supporto a diversi concerti già dall’età dei suoi sedici anni.
Nonostante questo, era sempre rimasto convinto che quello sarebbe rimasto un solo e semplice hobby, non sapeva ancora cosa volesse fare nella vita ma aveva studiato più argomenti alla ricerca di qualcosa che potesse attirare la sua curiosità.
Fino a quando un giorno non fu contattato da Kuro Tetsuro, che aveva conosciuto sempre grazie al padre, che gli propose di entrare a far parte di un gruppo che avrebbe partecipato allo Spring MS di quell’anno.
Akaashi non dovette pensarci troppo prima di accettare, continuava a pensare che sarebbe stata una cosa di passaggio la musica nella sua vita, ma pensava anche che fosse un’esperienza da non poter perdere e che avrebbe arricchito la propria storia.
Infine, non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbero diventati talmente famosi da firmare un contratto per i successivi cinque anni. Suo padre continuava a dirgli di essere fiero di lui, che la popolarità che avevano raggiunto, lui non l’aveva mai vista con nessuno dei gruppi con i quali si era unito e Akaashi non poteva che essere felice di tutto questo.
Voleva bene ai suoi amici e, anche se si comportava in modo diverso o più pacato, questo non voleva dire che ci fosse del distacco tra di loro.
Forse, l’unico argomento dove Keiji si sentiva quasi in ansia era quello sulle “relazioni”. Suga si era fidanzato con Daichi, Kenma e Kuro si stavano struggendo l’uno per l’altro da fin troppo tempo, Oikawa si innamorava ogni giorno di più di Iwaizumi e Atsumu non aveva nessuna intenzione di gettare la spugna con Sakusa. Ognuno di loro aveva qualcuno di importante e ogni volta Akaashi si sentiva messo da parte, non perché i suoi amici lo facessero sentire così, ma semplicemente perché non capiva se ci fosse qualcosa di sbagliato in lui che non riusciva a trovare una persona per la quale avrebbe potuto provare quello che vedeva riflesso nello sguardo dei suoi amici ogni singolo giorno.
Dovette aspettare due anni prima che anche lui riuscisse a comprendere quei sentimenti delle conversazioni che fin troppo spesso facevano, ma quando Bokuto Koutaro entrò nella sua vita, questa venne completamente stravolta.
Erano tornati ai loro impegni sociali dopo il mese di pausa forzata, che era stato la conseguenza dello svenimento sul palco di Kenma, e si trovavano a Osaka per un evento che si sarebbe svolto il giorno successivo: intervista con i Black Jackal e successivo concerto all’aperto.
Si trovavano in un’enorme villa dove avrebbero alloggiato e dove, quella stessa notte, si stava svolgendo una festa con le persone più influenti del settore.
Akaashi si stava comportando come sempre, gentile e cordiale con chiunque lo fermasse per scambiare due chiacchiere. Erano già più di dieci minuti che stava parlando con un uomo che probabilmente aveva il doppio dei suoi anni e che si stava comportando in un modo troppo lascivo, quando Suga andò a salvarlo.
-Akaashi! Meno male che sei qui! Abbiamo urgentemente bisogno di te!- lo afferrò per un braccio e lo allontanò dal luogo dove si trovava.
Keiji fece un sorriso di scuse all’uomo che lasciò a metà di un discorso e si allontanò con il pianista che raggiunse il tavolo degli alcolici.
-Che succede?- domandò poi mentre l’amico fissava curioso i vari bicchieri, praticamente identici, cercando di capire quale tra questi avesse dovuto prendere.
-Volevo solo salvarti da quel viscido, le sue intenzioni si vedevano a un miglio di distanza- rispose tranquillo Saga con un piccolo sorriso soddisfatto quando infine scelse un bicchiere da portare alle labbra.
Keiji gli sorrise grato, Suga continuò –Continui a essere troppo buono e gentile, bevi un po'! Sono curioso di vedere come diventi da ubriaco.
-Non credo che sia…
La sua frase venne troncata dal bicchiere che Suga gli mise tra le mani. Sarebbe stato scortese da parte di Akaashi posare il bicchiere dopo averlo tenuto e non voleva che la bevanda venisse sprecata, quindi infine decise che un bicchiere non poteva di certo far male.
Lo portò alla bocca prendendo un sorso e rimase sorpreso dalla dolcezza della bevanda, una dolcezza che al punto giusto contrastava l’amarezza dell’alcool senza però dar fastidio alle sue papille gustative. Non voleva neanche immaginare quanto costasse una sola bottiglia di quello.
-Non potete capire che vi siete persi!- Atsumu li raggiunse con un sorriso divertito in volto.
I due ragazzi gli diedero la propria attenzione e questo iniziò a raccontare –C’era Kenma che si stava annoiando…
Akaashi e Suga annuirono comprensivi, conoscevano troppo bene il batterista e trovavano già strano il fatto che fosse rimasto alla festa tutto quel tempo.
-Così è andato da Kuro, che era totalmente preso in una conversazione con due uomini, Kenma gli ha detto qualcosa all’orecchio e non solo il nostro caro manager è diventato tutto rosso ma è anche soffocato nel bel mezzo di una frase e cinque minuti dopo i due ragazzi erano scomparsi.
Suga rise forte, Akaashi sospirò ma anche lui aveva un leggero sorriso in volto –Se vogliono che la loro relazione resti segreta, questo non è decisamente un buon modo per iniziare.
Gli altri due risero più forte, poi Atsumu commentò –Venderei mio fratello per sapere cosa gli ha detto! Insomma, ho sempre immaginato che sarebbe stato Kuro quello a far imbarazzare Kenma con le sue frasi, non il contrario!
La discussione andò avanti per altri minuti e Akaashi si ritrovò a finire il suo secondo bicchiere della serata. Quella bevanda era troppo buona per evitarla.
A un certo punto Suga sentì la nuova canzone che avevano appena fatto partire e prendendo per il braccio Atsumu annunciò un po' troppo brillo –Adoro questa canzone! Voglio ballare, fammi compagnia!
Il biondo venne trascinato via senza che riuscisse a dire nient’altro.
Akaashi rise piano e quando si voltò per posare il bicchiere ormai vuoto che aveva ancora tra le mani, si scontrò con una persona.
-Oh, mi scusi- disse abbassando lo sguardo in un mezzo inchino.
-Nessuno problema- rispose una voce forte.
Quando Keiji rialzò lo sguardo, mise a fuoco la figura che aveva davanti. Era un uomo che poteva avere la sua età, forse più grande di uno o due anni, aveva degli enormi occhi dorati e i capelli neri con delle striature colorate di grigio. I suoi lineamenti erano spigolosi e i suoi muscoli facevano tendere la camicia che indossava. Era indubbiamente bello e attraente.
Akaashi si rese conto che aveva iniziato a fissarlo solo quando riportò lo sguardo sui suoi occhi e vide che anche l’altro uomo non aveva staccato gli occhi da lui. Entrambi avevano un leggero rossore sulle guance.
Keiji si sentì ancora più in imbarazzo e stava per dire qualcosa che li avrebbe fatti uscire da quella situazione, quando sentì una mano che si poggiava sulla sua schiena, un po' troppo in basso rispetto a come sarebbe stato opportuno.
Sussultò sul posto e un brivido lo colpì quando si accorse che era nuovamente l’uomo dal quale Suga l’aveva salvato.
-Eccoti qui- annunciò con un tono che fece venire la nausea al ragazzo –ti stavo cercando! Non abbiamo potuto concludere la nostra conversazione! Che ne dici di fare un giro fuori? Ti vedo accaldato e dell’aria fresca potrebbe solo farti bene.
Akaashi non aveva nessuna intenzione di andare con quest’uomo in un luogo lontano da tutte quelle persone, cercò in fretta un modo per liquidarlo –Ah io, in realtà…
Indicò in generale intorno a sé, volendo essere vago e allo stesso tempo cercare un modo per sfuggire da quella situazione.
La sua mano venne afferrata dal ragazzo che aveva urtato poco prima, questo l’aveva fatto avvicinare al suo petto mentre lo allontanava dall’uomo viscido.
-Oh, mi dispiace- annunciò con voce seria e tranquilla, i suoi occhi però erano fissi sull’uomo e sembrava non sbattere neanche le palpebre tanta era l’intensità e la freddezza del suo sguardo –il signore qui mi aveva già promesso che avrebbe ballato con me, spero che non le dispiaccia.
E senza aspettare una risposta si allontanò trascinandosi dietro Keiji.
Akaashi sentiva il suo cuore battere a mille mentre lo seguiva senza fiato.
Quando furono abbastanza lontani, vide il ragazzo sgonfiarsi e poi lasciarlo andare, il suo sguardo era leggermente pentito mentre diceva –Scusami, quell’uomo ti guardava in modo… cattivo. E ho pensato che avevi bisogno di aiuto ma non… non dovevo reagire in quel modo, è stato scortese da parte mia trascinarti via da quella conversazione.
Akaashi era sconvolto da come le cose erano cambiate in così pochi secondi, poi non poté fare a meno di ridere nascondendo la bocca contro la sua mano, i suoi occhi erano luminosi.
-Avevo decisamente bisogno di aiuto- lo rassicurò –Ti ringrazio. Posso sapere il tuo nome?
Il ragazzo tornò a illuminarsi come se il breve momento di depressione non fosse mai esistito –Bokuto Koutaro! Tu sei?
Akaashi rimase piacevolmente sorpreso nel constatare che Bokuto non conosceva davvero il suo nome, che quindi non l’aveva aiutato solo perché era un fan suo o del gruppo –Akaashi Keiji- rispose con un piccolo sorriso.
-Agaashi!- avrebbero avuto modo di lavorare sulla pronuncia del suo nome successivamente –vuoi ballare? Sai per… non far insospettire quell’uomo.
Keiji rise annuendo, non sapeva ancora che gli sarebbe stato impossibile da quel momento in poi dire di “no” a Bokuto.
 
Ballarono tutta la notte, risero, parlarono e continuarono a bere.
Quando Keiji tornò a concentrarsi su quello che li circondava, si rese conto che si era fatto davvero tardi, questo perché erano rimasti in pochi nella sala e c’erano già i primi camerieri che iniziavano a pulire.
Con un peso nel cuore si rese conto che era tutto finito.
-Si è fatto tardi- sussurrò piano e con quella semplice frase fece tornare alla realtà anche Bokuto. Il ragazzo si guardò intorno confuso per poi non cercare in alcun modo di nascondere la delusione che stava nascendo sul suo volto.
-Vuoi venire in camera con me?- domandò quindi il più alto, lasciando Keiji sconvolto per qualche secondo.
Anche Bokuto sembrò sorpreso da quello che aveva detto, Akaashi vide il cambiamento nel suo sguardo e con la paura che potesse ritrattare quello che aveva appena proposto, si affrettò a rispondere –Sì! Mi piacerebbe…
Keiji era sicuro di non aver mai fatto nulla del genere, ma l’alcool che aveva bevuto stava sicuramente aiutando in tutta quella situazione. 
Koutaro quindi sorrise euforico, per poi prenderlo per mano e portarlo al piano di sopra.
Fu solo quando si chiusero la porta alle spalle che questo, diventando molto più timido di quello che si era mostrato fino a quel momento, domandò –Adesso va bene se ti bacio?
Keiji rise, era scontato che il solo accettare di essere portato in camera fosse un via libera per poterlo baciare e fare anche altro, ma l’aveva trovata una domanda carina e il suo petto si riscaldò.
Si sporse in avanti entrando nel suo spazio personale –Voglio che tu mi baci- sussurrò sulle sue labbra.
Il bacio che ne seguì fu morbido e carico di tutto quello che avevano coltivato durante la serata, Akaashi non era sicuro di chi dei due l’avesse infine iniziato, ma non era importante quando le mani di Bokuto erano tra i suoi capelli mentre quelle di Keiji si stavano stringendo sul corpo muscoloso del ragazzo.
I baci che Bokuto continuava a dargli lo stavano facendo sentire in modo strano, un modo completamente nuovo. Per la prima volta si sentiva come se fosse abbastanza, come se fosse l’unica cosa di cui Bokuto avesse bisogno al momento.
Keiji si perse nei suoi pensieri e nelle sensazioni che stava provando, credeva quasi di poter estraniarsi da qualsiasi cosa non fossero le sue mani e la sua bocca sulla sua pelle.
Era tutto perfetto fino a quando non perse tutto di scatto.
Akaashi ci mise qualche secondo a tornare alla realtà, sbattendo più volte le palpebre per capire cosa diavolo fosse successo e perché Bokuto si fosse allontanato così velocemente.
Quando tornò a metterlo a fuoco vide che il ragazzo aveva fatto diversi passi indietro e che aveva gli occhi spalancati.
-Cosa…- iniziò preoccupato, ma Bokuto lo precedette scappando via.
Akaashi si preoccupò ancora di più, mille paranoie invasero il suo cervello con la domanda “ho fatto qualcosa di sbagliato?”, non sapeva cosa fare fino a quando non sentì l’altro vomitare dal bagno.
Quasi rise per l’assurdità della situazione e dei suoi pensieri, infine lo seguì.
Bokuto era inginocchiato a terra di fronte il gabinetto, le sue mani che si aggrappavano al bordo talmente forte da aver fatto diventare bianche le nocche, la sua fronte era imperlata di sudore e il suo respiro correva veloce. Alcuni capelli non erano più trattenuti dal gel e questi gli si erano attaccati sul volto. Quando vide Akaashi raggiungerlo lo fissò con lo sguardo più triste che il corvino avesse mai visto, per poi sussurrare –Mi dispiace.
Keiji gli sorrise rassicurante –Va tutto bene, non è un dramma.
Bokuto non riuscì a rispondere perché ebbe un nuovo conato, Akaashi quindi si affrettò a massaggiargli la schiena mentre con l’altra mano gli scostava i capelli dalla fronte.
Rimase a prendersi cura di lui per tutto il tempo necessario e, solo quando l’altro si sentì meglio, lo vide girarsi verso di lui e dirgli dalla sua spalla –Sei speciale.
Le guance di Keiji si imporporarono mentre rispondeva –Non ho fatto nulla di particolare.
Bokuto non rispose a parole ma  semplicemente gli sorrise. E con quel piccolo sorriso Akaashi sentì che qualcosa nella sua vita era stato stravolto e non sarebbe più potuto tornare indietro.
 
Quando Akaashi venne svegliato, la mattina successiva, aveva un leggero mal di testa, un sapore orribile in bocca e ci mise qualche secondo di troppo a capire che si trovava in una stanza che non era la sua.
Ci volle ancora più tempo prima che tutti i pensieri della notte precedente gli tornassero in mente: la corsa in camera di Bokuto, il loro bacio, l’altro ragazzo che si sentiva male e lui che lo metteva a letto.
Dovresti riposare un pò” gli aveva detto.
Resta a dormire con me” gli aveva chiesto invece Bokuto ed evidentemente era quello che aveva infine fatto, considerando che si trovava ancora nella sua stanza.
Tornò al presente quando si rese conto che si era svegliato perché il suo cellulare non faceva altro che squillare, era il numero di Suga e rispose con voce biascicata e addormentata con un normale “pronto?”.
-Dove diavolo sei!?- gli urlò l’amico talmente forte che Akaashi dovette spostare il cellulare dall’orecchio per non rimanere sordo –Abbiamo l’intervista con i Black Jackal tra cinque minuti! Persino Oikawa è già qui mentre tu sei completamente scomparso! Abbiamo anche forzato la tua camera d’albergo ma non sei lì!
Gli occhi di Akaashi si spalancarono e con terrore corse a guardare l’orario: il pianista aveva completamente ragione.
Si alzò di scatto mentre rispondeva in fretta –Sto arrivando! Due minuti e sono da voi!
Chiuse la chiamata e corse a cercare le sue scarpe, le uniche cose che aveva tolto la scorsa notte prima di mettersi a dormire.
Inoltre iniziò a chiedersi dove fosse il proprietario della stanza e la risposta gli arrivò sottoforma di rumore di acqua che scorre proveniente dal bagno.
Anche Akaashi avrebbe voluto farsi una bella doccia, ma per ovvie ragioni quello doveva essere l’ultimo dei suoi pensieri.
Si chiese cosa dire all’altro ragazzo e come farlo, provò quindi a bussare alla sua porta per poi chiamare il suo nome, ma in entrambi i casi non ricevette risposta.
Trovava inoltre che irrompere nel bagno sarebbe stato troppo strano, quindi decise di andarsene senza dire nulla: non aveva altro tempo da perdere ed essendo che quell’uomo alloggiava nello stesso hotel non doveva essere difficile trovarlo subito dopo l’intervista per spiegargli bene la situazione.
Quindi, mordendosi un labbro, lasciò la camera e iniziò a correre verso la sala dove sapeva si sarebbero trovati i suoi amici.
Quando infine li raggiunse, il volto di tutti loro era scioccato. Akaashi quindi si rese conto di non aver dato uno sguardo neanche allo specchio prima di precipitarsi lì, non che comunque ne avesse avuto il tempo.
Atsumu fu il primo a riprendersi e senza dire nulla alzò il proprio cellulare e gli scattò una foto.
Kenma commentò –Sembri una merda.
Oikawa aggiunse –Sbaglio o quelli sono gli stessi vestiti che avevi ieri sera?- il suo sorrisetto non prometteva nulla di buono –Anche il nostro piccolo Keiji sta crescendo!
Il volto di Akaashi andò a fuoco, soprattutto quando si rese conto che non c’erano solo gli altri membri del gruppo, ma anche diverse persone dello staff e tutti loro stavano ascoltando la conversazione –non è come pensate!- si affrettò a dire.
Atsumu rise –Sì, immagino sia quello che dicono tutti.
Suga si passò una mano sul viso, ma più che essere esasperato stava solo cercando di nascondere una mezza risata –Ascolta- disse poi –questo è Shion Inunaki ed è qui per farci l’intervista- indicò un uomo con i capelli chiari e poco più basso di lui -il suo collega però non è ancora arrivato, quindi se vuoi darti una rinfrescata puoi andare in quel bagno mentre aspettiamo.
Akaashi annuì grato e mentre si avviava verso la stanza in questione, Oikawa lo seguì insieme a una sacca che portava sempre dietro per occasioni del genere.
Cinque minuti dopo il castano era riuscito a fare un miracolo, perché Akaashi sembrava fresco di doccia, le sue occhiaie erano scomparse e gli era stato procurato anche un maglione anonimo ma decente per poter partecipare a quell’intervista.
Keiji non poté fare a meno di commentare –Hai davvero un dono.
Tooru sorrise soddisfatto, e concluse il suo lavoro porgendogli una mentina, proprio in quel momento Atsumu arrivò a chiamarli perché anche l’altro uomo era finalmente arrivato.
I due ragazzi lo seguirono fuori e si sistemarono ai loro posti. Poi Akaashi alzò lo sguardo e si rese conto che l’altro intervistatore era Bokuto.
-Akaashi!- urlò questo quando si accorse di lui, aveva gli occhi spalancati e non aveva fatto nulla per mantenere la sua voce bassa –Perché sei andato via senza dirmelo!? Mi hai reso molto triste!
Il volto di Keiji stava andando nuovamente a fuoco e intorno a loro era sceso un silenzio talmente pesante che il corvino poteva tranquillamente sentire il suo respiro accelerato.
-Io…- provò poi a giustificarsi –ero in ritardo e tu non mi sentivi dal bagno, avevo pensato di cercarti una volta finito tutto questo!
-Oh- Bokuto cambiò nuovamente il suo umore in un lasso di tempo brevissimo, il suo sorriso si aprì sul volto e tutto felice chiese –Mi avresti davvero cercato?
Akaashi annuì brevemente non fidandosi della sua voce, poi il mondo esterno si mise in mezzo.
-Davvero ti sei fatto il nostro intervistatore?- Oikawa lo disse con un tono di voce sconvolto ma anche esaltato.
Atsumu gli mise un braccio intorno alle spalle e commentò –Chi l’avrebbe mai detto? Non pensavo che avessi tutto questo gusto ma devo dire che hai scelto proprio bene! Direi che è uno da otto.
-Anche otto e mezzo- si intromise Oikawa mentre Atsumu annuiva.
Kenma stava solo ridendo e Suga lanciò a tutti loro uno sguardo che avrebbe potuto uccidere, con voce fredda sussurrò –Vi sembra il caso!?
Nel frattempo l’altro intervistatore, che se Akaashi ricordava bene doveva chiamarsi Inunaki, stava rimproverando Bokuto con quasi lo stesso tono che aveva usato Suga con loro.
-Appena Meian scoprirà di questo non ne sarà molto felice!
Bokuto saltò sul posto iniziando a piagnucolare –Shion no! Ti prego, amico, non dirglielo! Non puoi dirglielo!
L’altro si portò una mano alla fronte massaggiandola –Senti, solo… sta zitto e iniziamo questa intervista.
Fortunatamente furono tutti d’accordo e finalmente poterono iniziare a lavorare seriamente… più o meno.
 
Quando finirono, si era fatta l’ora di pranzo e tutti loro sembravano stremati dalla situazione.
I due ragazzi dei Black Jackal lasciarono la stanza ringraziandoli, non prima però che Bokuto riuscisse a ricevere il numero di telefono di Akaashi, promettendo a gran voce che gli avrebbe chiamato quello stesso pomeriggio.
Oikawa aveva borbottato –Siete nello stesso luogo, potrebbe semplicemente venirti a trovare in camera.
Bokuto però non lo sentì, perché Inunaki l’aveva già trascinato via.
Kuro li raggiunse dopo qualche minuto, l’uomonon era stato con loro per via di altri impegni, aveva uno sguardo soddisfatto ed esaltato in volto –Allora? Com’è andata?
Nessuno rispose mentre avevano reazioni differenti. Suga si limitò a fare un gemito di disperazione mentre si massaggiava la testa con le mani, Oikawa fece finta di non sentirlo controllandosi le unghie, Atsumu lo ignorò guardando qualcosa sul suo cellulare e Akaashi abbassò il volto cercando di nascondere il suo volto in fiamme, sapeva quanto aveva lavorato il loro manager per organizzare e programmare quell’intervista nella rivista più seguita e famosa del Giappone. Il fatto che per colpa sua non fosse andata esattamente come si erano aspettati lo faceva sentire di merda.
Kenma, infine, agì di conseguenza alle loro reazioni: sospirò e chiese a nessuno in particolare -quindi tocca a me distrarlo?
Kuro li fissò confuso e con la fronte corrugata, poi incerto chiese –Mi devo preoccupare?
Kenma lo raggiunse, gli mise le braccia intorno al collo e iniziò a baciarlo. Kuro rimase spiazzato per i primi secondi, anche se le sue braccia risposero involontariamente mentre se lo stringeva contro, poi sembrò tornare in sé e ancora più preoccupato si staccò dalle sue labbra e guardò tutti loro –Quindi devo davvero preoccuparmi?
-Sh, lascia stare- sussurrò Kenma mentre si cimentava a baciargli il collo –Non ci pensare…
-Kenma!- esplose Kuro tra indignazione e imbarazzo, probabilmente il loro manager non aveva idea di cosa fare, braccato letteralmente tra dovere e piacere.
Oikawa si alzò e spinse tutti gli altri a fare lo stesso –Su andiamo! Qui le cose stanno diventando calde e io ho fame!- gli altri lo seguirono fuori dalla stanza più che felicemente mentre le urla di Kuro li raggiungevano –Ehi! Guardate che non finisce qui! Tornate sub… mgh…
Kenma era davvero bravo nel suo lavoro quando si impegnava.
Akaashi si sentiva ancora più in imbarazzo e in colpa con i suoi amici per tutto quello che era successo –Quindi non glielo diremo?
Atsumu gli diede una pacca sulla spalla –A tempo debito scoprirà tutto, se l’avessimo informato adesso ci avrebbe rovinato il resto della giornata con i suoi lamenti.
Suga annuì, parlò mentre tutti iniziavano ad avviarsi verso il ristorante per il pranzo –Sono totalmente d’accordo. Con Daichi abbiamo in programma troppe cose e sentire i lamenti di Kuro non è nella nostra lista.
-Ragazzi mi dispiace- sussurrò infine Keiji.
-Non devi scusarti, non è stata mica colpa tua- lo rassicurò Tooru, per poi aggiungere quasi subito –ma se proprio vuoi farti perdonare potresti raccontarci come sei riuscito a incantare quel pezzo di manzo!
 
Tre giorni dopo si stavano rilassando nella loro casa, mentre di tanto in tanto abbozzavano note e frasi per una nuova canzone. Erano tranquilli e in pace fino a quando Kuro non entrò in casa senza neanche chiedere il permesso, il suo volto era furente mentre indicava qualcosa sul tablet che teneva tra le mani, anche se era impossibile leggerne il contenuto visto quanto si stava muovendo.
-Cosa diavolo è quest’intervista?- urlò a nessuno in particolare.
-L’hanno pubblicata?- chiese a sua volta Oikawa abbastanza tranquillo e ancora concentrato sul foglio dove stava scrivendo diverse idee.
-Grazie a dio no! Mi hanno solo inviato la bozza così che possa accettare o rifiutare!
Un sospiro di sollievo si levò da tutti loro, Kuro continuò a chiedere –Dove eravate tutti quanti quel giorno?
-Eravamo lì.
-Allora perché ci sono solo domande su Akaashi?
Suga esclamò divertito –Ah quindi alla fine ha davvero pubblicato solo le domande su di lui!
Questo abbassò lo sguardo in imbarazzo, stava cercando qualcosa da dire per giustificarsi, ma Atsumu lo precedette spiegando –Uno degli intervistatore si è preso una cotta per Keiji, non è colpa nostra men che meno sua, dovresti prendertela con quel gufo palestrato! L’altro inoltre ci ha provato a metterci in mezzo cercando di fare le domande giuste, ma sì, insomma…
Kuro era senza parole –Una…- disse poi piano –cotta per Akaashi?
Quattro teste annuirono all’istante, il manager sospirò e si massaggiò la fronte –Adesso capisco il motivo della metà delle domande che sono state fatte.
L’ansia di Keiji aumentò, poi piano provò a chiedere –Che domande ha riportato?
Kuro lo accontentò riportando lo sguardo sullo schermo luminoso per leggere –Ha fatto un intero sproloquio sulla tua bellezza, poi ha iniziato a scrivere un sacco di dettagli che non sto qui a citare… ha persino scritto il tuo numero di telefono!
Suga iniziò a ridere talmente forte da avere le lacrime agli occhi, tutti gli altri lo seguirono a ruota.
Keiji sospirò –Devo cambiare numero?
-No, sto andando a Osaka. Non solo non pubblicheranno questo scempio, ma mi sentiranno!
Akaashi sapeva che gliene sarebbe stato eternamente grato.
 
Si era sentito talmente in colpa per i problemi che aveva portato a Kuro da non riuscire a dormire quasi tutta la notte, inoltre non capiva cosa stava succedendo con Bokuto e non sapeva a chi chiedere consiglio.
Il pomeriggio stesso dell’intervista, Bokuto era stato impegnato tutto il tempo con il suo lavoro e la sera i ragazzi erano partiti per tornare a Tokyo, quindi non avevano più avuto occasione di vedersi. Questo però non aveva fermato Bokuto dal chiamarlo o mandargli messaggi ogni volta che ne avesse voglia parlandogli o lamentandosi della sua giornata come se si conoscessero da una vita. Akaashi era naturalmente felice della situazione, ma non capiva cosa erano e cosa questo avrebbe portato.
I suoi lunghi e confusi pensieri interiori vennero interrotti da Kenma che lo raggiungeva in camera e si stendeva sul letto accanto a lui. Il tutto senza neanche chiedere il permesso. Stava giocando a un gioco sul cellulare e non staccò lo sguardo da questo mentre annunciava –Certo che il tuo ragazzo è davvero strano.
Akaashi sussultò mentre il suo volto andava di nuovo in fiamme, si era imbarazzato più in quegli ultimi giorni che nel resto della sua vita.
-Non è il mio ragazzo… credo… non lo so… perché lo dici?
Kenma rise, probabilmente divertito dal suo balbettio, poi rispose –Hai presente che ieri Kuro è andato da lui? E hai presente quanto era incazzato?
-Mh…
-Mi ha chiamato poco fa, sono migliori amici adesso. Non ho idea di che strana magia usi ma è davvero bravo.
-…cosa?
-È stata la mia stessa reazione, pensavo che mi stesse prendendo in giro ma era davvero serio. Inoltre ha anche detto che sta tornando e Bokuto ha deciso di venire con lui, hanno già prenotato l’intera sala di un ristorante così che possiamo andare a cena tutti e quattro con tutta la privacy possibile.
-EH!?
Kenma alzò impercettibilmente le spalle –Inutile lamentarci adesso, alla fine ce li siamo scelti noi, no?
 
Quella notte finirono a letto insieme. Non era in realtà qualcosa di inaspettato considerando che stavano programmando quella cosa praticamente dalla prima sera che si erano visti. Non fu però meno bello o imbarazzante.
Si erano divertiti molto e Akaashi infine aveva invitato Bokuto nella casa che divideva con gli altri ragazzi. Kenma aveva annunciato che sarebbe rimasto da Kuro quindi quando tornarono a casa erano soli.
Si baciarono all’ingresso e saltarono in aria quando la voce annoiata di Oikawa annunciò –Usate la stanza, per favore.
Solo a quel punto si accorsero di Tooru e Atsumu sdraiati sul divano a vedere una serie in tv.
Akaashi fece un sorriso per scusarsi, Bokuto invece li aveva salutati e stava iniziando un lungo discorso che venne troncato da Keiji che lo prese per un braccio e lo portò nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Fortunatamente non furono più interrotti e mentre facevano l’amore Akaashi capì che aveva fatto bene ad aspettare, che ne era valsa assolutamente la pena.
Dopo essersi puliti, si coccolarono sul letto e passarono tutta la notte a parlare. Avevano avuto una giornata impegnativa e quindi sarebbero dovuti essere molto stanchi, ma l’eccitazione di quel momento li aveva portati a voler solo parlare e parlare, preservando quel momento all’infinito.
Tutto iniziò da un sincero Bokuto che sospirava –Sei così bello, com’è che nessuno ti ha ancora reclamato?
Akaashi arrossì talmente tanto che era sicuro l’altro l’avrebbe notato anche nel buio della stanza, balbettò una risposta incoerente e Bokuto si limitò a ridere. Infine Keiji si sentì talmente a suo agio accanto al ragazzo che gli raccontò la sua intera vita, soffermandosi sul perché non fosse mai riuscito a stringere veri legami con nessuno.
-Immagino comunque che non sia stata solo colpa del vivere tra hotel e aerei il fatto che non sia riuscito a stringere legami duraturi, penso che sia dovuto al fatto che non ero realmente interessato- concluse infine.
-Perché?
Keiji ci mise qualche secondo a rispondere mentre nascondeva il volto nel petto dell’altro –immagino che… nessuno ne valesse la pena. Non avevo mai provato questo.
-Questo?
Il corvino rise –Sì, questo… questa voglia di provarci.
Gli occhi di Bokuto si illuminarono –Quindi posso dire che sei il mio ragazzo?
Akaashi nascose ancora di più il suo volto, ma questo non gli impedì di borbottare –Possiamo provarci, mi piacerebbe.
Bokuto lo strinse talmente forte da fargli scrocchiare qualche osso, ma Keiji decise che era un buon compromesso per avere in cambio la felicità del ragazzo.
-Però non dobbiamo dirlo a nessuno, sono vincolato dal contratto.
Bokuto sembrò mettere il broncio, ma alla fine annuì capendo la situazione.
Il corvino gli sorrise, poi domandò a sua volta –Tu invece? Come sei finito a lavorare nei Black Jackal?
E fu così che Akaashi scoprì che nonostante Bokuto non avesse un padre nel mondo della musica come era stato per lui, era diventato facilmente un chitarrista eccezionale già all’età di quindici anni. Girava il Giappone e partecipava a tutti i concerti o le trasmissioni che lo ispiravano, trovando sempre un posto libero al suo interno. Era entrato infine nei Black Jackal da quasi un anno, era una delle riviste cartacee e online più famose dello stato e, ciò che la distingueva dalle altre, erano i suoi membri: tutti musicisti che avevano già sfondato nel mondo della musica. Bokuto confessò di essere sempre stato attratto da loro e, volendo provare qualcosa di nuovo, era riuscito infine a firmare un contratto di tre anni. Non di più perché “ho bisogno di provare sempre cose nuove, altrimenti la vita diventerebbe noiosa.”
Parlarono per ore, raccontandosi piccoli aneddoti o storie un po' più profonde, tutto ciò che gli passava per la mente era pronto a riempire i silenzi che non avevano tempo di crearsi.
Fu solo quando le prime luci dell’alba entrarono dalla finestra che i ragazzi infine si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altro. Anche se quella notte era giunta al termine, qualcosa di nuovo era appena iniziato.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley