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Autore: AlysSilver    24/11/2021    0 recensioni
Gabriella Bergamini è in viaggio verso Parigi, dove la sua famiglia, Cosimo e Delfina, l'aspettano a braccia aperte. La coppia dovrà imparare a convivere con un nuovo stile di vita, ma soprattutto affrontare nuove sfide, alcune delle quali che porteranno alla nascita di una delle case di moda più famose della storia. Per fortuna avranno però dalla loro parte due grandi amici, Nicoletta e Riccardo, che oramai felici saranno un importante sostegno per i Bergamini, senza sapere che anche per loro una grossa novità è dietro l'angolo.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raggiunsi il salotto solo una decina di minuti più tardi. Avevo bisogno di darmi una sistemata e cambiarmi d’abito per sentirmi presentabile dopo il viaggio. Infondo ero una stilista, non poteva certo sembrare che mi fossi appena svegliata. Avevo indossato un vestito verde, in tinta con i miei occhi, che arrivava di qualche centimetro sopra al ginocchio per entrare al meglio nello stile parigino. Nicoletta era raggiante, come se brillasse di luce propria. La piccola Margherita era seduta sulle sue gambe e giocherellava con una ciocca di capelli della madre, i quali le ricadevano poco più giù delle spalle. Riccardo invece era in piedi a chiacchierare con Cosimo di qualche argomento probabilmente noioso. Non era cambiato molto nell’ultimo anno, però una cosa era certa, non lo avevo mai visto così felice.

-Gabriella!- Disse la donna prendendo la bambina e passandola al padre, prima di venirmi incontro e abbracciarmi. -Sono contenta che tu sia finalmente qui. Non credo avrei sopportato questi due da sola ancora per molto.

-Hai tutta la mia comprensione e ammirazione per aver resistito così tanto. -Risposi aggiungendomi alla sua risata. Gli uomini sentendosi chiamati in causa emisero un verso di dissenso, che noi prontamente ignorammo. -Allora come va la vita qui in Francia. Non vedo l’ora di sapere tutto.- Ci accomodammo sul divano.

-Inizialmente è stato complicato, soprattutto ricordarsi di parlare francese e non italiano. Lo avevo studiato a scuola, ma avevo qualche vuoto di memoria per il tempo trascorso. Con il passare dei mesi però ci siamo abituati e non cambierei tutto questo con nulla al mondo.- D’un tratto nei suoi occhi comparve una specie di luccichio. -A proposito è finalmente arrivato l’annullamento, finalmente potremmo diventare veramente marito e moglie e non solo di nome.

-È una notizia meravigliosa, a quando le nozze?

-Il prima possibile, forse metà ottobre o i primi di novembre, dobbiamo ancora parlare con il vescovo.

-E avvisare il resto delle famiglie naturalmente.- S’intromise Guarnieri. -Attualmente l’unica a saperlo è Silvia che sta da noi, poi dovremmo contattare i fratelli oltre oceano e i parenti nel bel paese.

-Non ti facevo così attaccato ai tuoi congiunti.- Disse il barbuto.

-Forse un tempo no, ma ora, dopo aver scoperto la perdita e il dolore, lo sono.

-Filosofico, complimenti.- Nell’aria si levò una ventata di allegria, alla quale si aggiunse, forse per attirare un po’ di attenzione su di se, la più piccola del gruppo.

-Maman.

-Mio Dio, quanto è cresciuta. L’ultima volta che l’ho vista parlava a malapena. Sta diventando proprio una donnina.- Riccardo me la avvicinò, permettendomi di prenderla. Per un’istante mi domandai se ne fossi capace, se sarei mai stata una madre brava come la mia amica. La mia lo era stata. Aveva cresciuto quattro figli, però io, essendo la terzultima e avendo poca differenza d’età con il mio fratellino, non avevo mai dovuto occuparmi di loro. Certo, io avrei potuto avvalermi di molte cose, come tate e balie, perché la mia condizione economica me lo permetteva, ma non volevo che fosse qualcun altro ad allevarli. Molte donne nell’ambiente in cui Cosimo era cresciuto si rivelavano essere più delle sconosciute che delle mamme. Non avrei commesso lo stesso errore e non lo avrei nemmeno concesso a lui. Arturo si era rivelato un buon padre solo negli ultimi istanti, mentre io volevo qualcuno di presente, che potesse consigliarli e aiutarli nel momento del bisogno.

-Sai amore mio, questa è tua zia Gabriella. Noi due ci conosciamo da tanto tempo.- Il suono della voce della donna risultò dolce e cristallino.

-Tante Ella.- Passammo il tempo in attesa del pranzo tra storie milanesi e parigine. Era strano ripensare a come fossero le nostre vite solo pochi anni fa. I due baldi giovani erano due dongiovanni, il cui unico interesse era andare alle feste migliori, possibilmente tornando a casa con la più bella della serata. Noi ragazze invece avevamo appena iniziato a lavorare al Paradiso, cominciavamo appena la nostra vita indipendente e sognavamo il principe azzurro, che non aveva certo l’aspetto dei rispettivi consorti. Di mio marito avevo per la maggior parte solo racconti da parte dei Cattaneo e non erano di certo lusinghieri. Se qualcuno mi avesse detto che lo avrei sposato, lo avrei certamente preso per pazzo. Eppure, eccomi lì, felice come mai prima d’ora, con le persone che amavo e un radioso futuro alle porte. Avevo tutto ciò che avevo sognato, probabilmente anche di più.

Se ne andarono solo nel tardo pomeriggio, dopo che lei riuscì a farsi promettere che durante la mia settimana di pausa saremmo andate insieme in giro per la città. Mi lasciai cadere sul letto, stremata per la giornata e con una forte nausea, che stavo sopportando da diverse ore. Avevo apprezzato molto quell’incontro inaspettato, ma la stanchezza dopo un lungo viaggio era decisamente più forte, soprattutto vista la situazione. Senza rendermene conto mi appisolai ben presto, infatti venni svegliata dall’imprenditore solo ad un’ora dalla cena. Non esisteva miglior modo di riprendere coscienza, se non con un bacio a fior di labbra dall’uomo migliore che conoscessi.

-Mi dispiace se ho interrotto il tuo sonnellino, però stanno per servire la cena.

-Tranquillo, anzi grazie.- Fece per alzarsi e raggiungere l’uscita, ma, mettendomi a sedere, gli afferrai il polso. -Vorrei finire il discorso di quando sono arrivata, prima che fossimo costretti a scendere.- Si sistemò pacato vicino a me.

-Va bene, dimmi pure.

-Poco dopo la vostra partenza ero oberata di lavoro per la nuova collezione e facevo orari folli, insomma sai come faccio in quei casi.

-Sì, mi è stato detto che mia moglie viene considerata un tipo molto ansioso.- Il tono era ironico, certo che lo sapeva.

-Morale della favola una mattina ho avuto diversi capogiri e sono quasi svenuta. La signora Agnese si è fatta prendere dal panico e Maria l’ha seguita ruota, poi per fortuna è arrivato Vittorio che ha insistito per chiamare un medico.- Il suo sguardo era un misto di confusione e preoccupazione, forse avrei dovuto evitare troppi giri di parole. Gli uomini tendevano a perdersi facilmente se c’erano di mezzo delle chiacchiere, ovviamente la situazione peggiorava drasticamente se esse venivano da una donna.

-E cosa ti ha detto il dottore? Nulla di grave, vero?

-Oddio, se vuoi definirlo così. In ogni caso si risolverà da solo in circa sette mesi e mezzo da ora.- Trattenni una risata, era rimasto congelato sul posto, come se qualcuno lo avesse chiuso in una cella frigorifera. La notizia che aspettassi un bambino lo aveva letteralmente rotto, era davvero possibile? Ottenni la mia risposta pochi secondi dopo, quando un sorriso apparve sul suo volto e mi abbracciò in una forte stretta.

-Non ti, anzi vi, ho fatto male spero. È la più bella notizia che potessi darmi. A quanto pare sarà un nuovo inizio nel senso più reale del termine.

-Delfina sarà felicissima di diventare nonna, anche quando non è lucida tira fuori l’argomento. Penso però sia saggio aspettare fino al terzo mese prima di dare un annuncio ufficiale, questo è ancora un periodo molto delicato. Sai a chi mi riferisco con questo discorso.

-Sì, acqua in bocca con Riccardo, lo so.- D’istinto, senza darmi il benché minimo preavviso, mi baciò. -Grazie per rendere la mia vita speciale sin da quando ti ho conosciuta. Non so come sarei sopravvissuto senza averti al mio fianco.
   
 
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