Autore: My Pride
Fandom: Batman Beyond
Tipologia: One-shot [ 1024 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Avvertimenti: What if?, Accenni Slash
Writeptember: 3. Non ti farò del male, promesso || Bonus. Immagine (X è seduto a terra e Y gli mette una mano su una spalla)
BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
«Non ti farò male, promesso».
Quella singola frase avrebbe dovuto tranquillizzarlo, eppure lui, Damian Wayne - nato Al Ghul, nipote del Demone ed capo della millenaria Lega degli Assassini -, non credeva ad una singola parola e aveva... paura. Lui, guerriero forgiato dal fuoco di mille battaglie - d'accordo, biasimava Grayson per avergli fatto vedere Xena quand'era un ragazzino, e con questo? -, provava un sentimento così infido come la paura.
Seduto sul pavimento colmo di tappeti colorati, con una mano di Jon sulla spalla e il cuore che gli batteva a mille, Damian si sentiva completamente esposto allo sguardo dell'amico inginocchiato dietro di sé, i muscoli della schiena rigidi ad ogni tocco che sentiva correre sulla pelle percorsa da cicatrici. Jon carezzava il suo corpo come se fosse stato fatto di fuoco vivo, con tocchi fugaci e insicuri che scendevano poco a poco lungo la sua colonna vertebrale; non ne fu certo, ma per un attimo gli parve che stesse trattenendo il respiro, il corpo spinto contro il suo come se volessero diventare un tutt'uno.
Damian si morse il labbro inferiore, sentendosi un idiota. Possibile che quel tipo di contatto fisico lo spaventasse così tanto? Era Jon, poteva fidarsi di lui. Poteva fidarsi del suo corpo possente che lo avvolgeva e del modo in cui sembrava desiderare quel contatto, voglioso di fargli capire quanto potesse rendere piacevole quello che Damian aveva sempre visto come un tabù. Il pensiero di farsi toccare da qualcun altro era così... inverosimile. Lui, la Testa del Demone, era in balia di un altro uomo. Come aveva potuto permetterlo? Come aveva potuto lasciare che abbassasse la sua casacca ornata d'oro, gli togliesse la corazza e arrivasse laddove nessuno aveva mai osato giungere? Eppure, mentre abbassava le palpebre e tratteneva un fremito, sapeva che era giusto così.
«Se devi farlo, fallo subito», sentenziò con voce gutturale, deglutendo impercettibilmente.
Alla sua voce fece eco una risata, poi un bacio che si poggiava sulla sua spalla come il tocco leggero di un frullo d'ali. «Ai tuoi ordini», sussurrò Jon, afferrando l'estremità della lama che spuntava nella spalla del compagno; la tirò con rapidità disarmante e Damian strinse le palpebre talmente forte che per un momento il suo mondo si ridusse ad uno spazio nero colmo di piccoli puntini bianchi.
Jon, però, aveva mantenuto la sua promessa: non gli aveva fatto male, per quanto il sangue avesse cominciato a sgorgare dalla ferita come un fiume in piena; afferrò subito una pezza bagnata dal catino che aveva al suo fianco e tamponò quel taglio il più possibile, sentendo quella consistenza appiccicosa fra le dita e l'odore del ferro impregnargli le narici.
«La vista calorifica», gorgogliò Damian. «Usa la vista calorifica».
Jon sgranò gli occhi. «Ma...»
«Hai detto che non mi avresti fatto male. Fallo».
A quel tono così imperativo, Jon non poté tergiversare ulteriormente, per quanto il suo sguardo fosse saettato da un angolo all'altro della stanza; persino Goliath, inginocchiato a poca distanza da loro, sembrava biasimarlo con la sua grossa faccia pelosa, le grandi ali che sbattevano un po' nell'aria come ad intimargli di darsi una mossa e non far sanguinare ulteriormente il suo padrone. Così, pur umettandosi le labbra e mormorando qualche scusa in anticipo - oh, per Rao, perché aveva un compagno con tali malsane idee? -, raccolse quel familiare calore che si riversava solitamente dietro ai suoi occhi e sentì ben presto il potere traboccare da essi, prima che cornee e pupille divenissero completamente rosse.
Fu un attimo: spostò quella pezza dalla ferita e concentrò il flusso di calore in un unico punto, finché un raggio di luce non cominciò a segnare quella pelle abbronzata; l'odore della carne bruciata fu così forte che per poco non diede di stomaco, ma resistette, sentendo il battito accelerato di Damian nonostante dalla sua bocca non fosse uscito nemmeno un fiato. Quando tutto finì, e sia lui che Damian cominciarono a respirare pesantemente, Jon chiuse gli occhi, cercando di scacciare quell'orribile sensazione e il fumo che sembrava contornarli.
«Ti ringrazio». Le parole di Damian lo riscossero, e quando sollevò nuovamente le palpebre lo vide in piedi con la sua veste a nascondere le spalle, le gambe un po' malferme nonostante la postura dritta che cercava di mantenere. Austero nella sua completa interezza.
Jon non disse nulla, si limitò a fare un breve cenno d'assenso col capo e ad alzarsi in piedi a sua volta, massaggiandosi dietro al collo. Aveva mille cose da dire, prima fra tutte che non gli chiedesse mai più di cauterizzargli una ferita a quel modo, ma conosceva Damian da troppo tempo per sapere che non sarebbe servito proprio a niente. «Ti ho... fatto male?» si preoccupò comunque, e fu a quel punto che Damian si voltò, gli occhi verdi ingigantiti da uno strano sentimento mentre sbatteva le palpebre.
«Se così fosse stato, te lo avrei detto», lo tranquillizzò Damian, e Jon trasse un lungo sospiro di sollievo prima che una spada gli venisse puntata alla gola. «Va' via di qui, adesso. I miei uomini potrebbero cominciare a pensare che cerchi di uccidermi», ordinò, ma Jon sorrise divertito mentre sollevava le mani in segno di resa.
«Come la Testa del Demone comanda», replicò, facendo un mezzo inchino solo quando la lama si allontanò dal suo collo, per quanto non sarebbe stata ugualmente capace di scalfirlo. «E, D... quando hai voglia di vedermi, non c'è bisogno che tu ti faccia male», lo prese in giro, godendosi il rossore che si impossessò delle guance del compagno prima di librarsi in volo per sfuggire ad un suo fendente.
Per quanti anni passassero, per quanti nomi si portasse dietro, Damian restava sempre Damian.
_Note inconcludenti dell'autrice
Tanto per cambiare, ennesima storia scritta per il #writeptember sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Stavolta è basata su un probabile futuro di Batman Beyond in cui Jon esiste (ed è lì per Damian), non accetta del tutto i metodi di Damian come capo della Lega degli Assassini però capisce i suoi pensieri a riguardo, e cerca di supportarlo a modo suo e di aiutarlo con i suoi problemi (soprattutto quando si ferisce)
Prendo soprattutto spunto dal fatto che verso la fine dell'arco narrativo di Batman Beyond Damian pensa di potersi redimere e di poter agire per il bene, quindi diciamo che più o meno le cose sono viste da questo punto di vista e da questo tipo di angolazione. Possiamo prenderlo come un seguito di Just for one night oppure comunque considerarlo parte dello stesso "universo".
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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