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Autore: Marti Lestrange    25/11/2021    1 recensioni
Raccolta più o meno omogenea sulla famiglia Black; tra il canon e l'headcanon.
[Walburga può solo sperare che il loro nome travalichi i secoli e la storia, che trascenda persino il tempo e lo spazio, e ogni possibile dimensione. Tutto il mondo saprà quanto sono importanti i Black. E tutti li temeranno. Tutti aneleranno il loro appoggio, la loro ricchezza, la loro purezza. Saranno ricordati come una delle famiglie Purosangue più longeve e influenti. Tutti ricorderanno il loro nome. E i suoi figli saranno il tramite per questa memoria. I suoi figli saranno i fautori della loro grandezza. Toujours pur.]
— questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it
Indice:
I — Walburga
II — trittico [Bellatrix, Andromeda, Narcissa | Sirius, Regulus | Walburga, Alphard, Cygnus]
III — Druella
IV — Sirius|Regulus
V — Walburga
VI — Sirius
VII — Bellatrix
VIII — doppia flash [Walburga/Orion | Cygnus/Druella]; tematiche delicate
IX — Regulus
X — trittico [Alphard | Sirius | Lucretia]
XI — Walburga
XII — Alphard
XIII — Sirius
XIV — Sirius
XV — Narcissa
XVI — Walburga
XVII — Bella|Narcissa
XVIII — Andromeda
XIX — Bellatrix
XX — Narcissa
XXI — Regulus
XXII — Bellatrix
XXIII — Narcissa
XXIV — Bellatrix
XXV — Andromeda
XXVI — Sirius
XXVII — Bellatrix, Andromeda, Narcissa
XXVIII — Regulus
XXIX — Sirius
XXX — Andromeda
XXXI — Sirius
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Sirius, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'in the name of the Black.'
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in the name of the Black.

 

Giorno 31;
sciaphilia (l’amore per le ombre);

❨ Sirius ❩.

 

Sei tu, il volto nello specchio? 
È lui, il volto nello specchio?
Sirius Black.

 

Chi è, Sirius Black?
Chi sei, tu?
Sei il figlio maggiore di Orion e Walburga Black. Regulus è tuo fratello.
No. 
Sì.
Davvero?

 

Tutti ti dicono che hai le sopracciglia di tuo padre e il sorriso di tua madre. Tu non credi, Walburga non sorride mai, e di sicuro non a te. Tutti ti dicono che Regulus si muove come te, avete le stesse membra allungate e magre, gli stessi capelli scuri, ma tu pensi che negli occhi — diversi — alberghi una luce opposta e contraria. 
Davvero?

 

“Non siete poi così diversi, tu e Regulus,” ti ha detto Jo una volta. Te l’ha sputato in faccia, o almeno così ti è parso. Il tono che percepisci negli altri non è sempre il giusto riflesso della loro vera volontà, ricordi? Chi te lo aveva detto? Forse lo zio Alphard. Quindi magari per lei non era uno sputo ma una carezza. E per te? “Nah, cazzate. Io sono un Grifondoro, lui un Serpeverde. E sai anche cos’altro, o te lo devo ricordare io? C’è tutta la differenza del mondo, tra noi.” 
Davvero?
Sei sicuro, Sirius?
Non è sicuro, Sirius.

 

Sei tu, il volto nello specchio? 
È lui, il volto nello specchio?
Sirius Black.

 

Chi sei, Sirius Black?

 

Sei un’altra delle tante ombre che affollano quel non-luogo, sei un cono di luce che stenta a mantenersi a galla, sei uno spettro di ciò che sei stato, una proiezione del tuo animo, un ricordo del Sirius che ha camminato sulla terra e che ora non è più. Te ne sei reso conto? Ti sei reso conto che quando provi a toccare lo specchio ti dissolvi come una nube? Ti sei reso conto che non respiri più, e ormai è solo un riflesso involontario ché smettere di credere di esistere fa peggio della morte stessa? Ti sei reso conto che questo è ciò che sarai per il resto di quell’unità di tempo terrificante chiamata eternità? Sei sicuro, Sirius? Non è sicuro, Sirius.

 

Si guarda in quello specchio e non vede che ombre, ombre annidate dietro la sua schiena, ombre accovacciate al fondo dei suoi occhi, ombre acquattate nei recessi della sua anima, pronte a balzare e azzannarlo. Quindi chi sei? Chi è Sirius Black? Lo sai cosa si dice della famiglia Black, no? L’hai sempre saputo. Non ci si salva, da una maledizione di quel tipo. Non c’è scampo, anche se ci si prova, anche se si lotta per essere buoni. Quindi chi sei? Lo sai chi sei?

 

Sei il figlio maggiore di Orion e Walburga Black. Regulus è tuo fratello.
No. 
Sì.
.
Davvero?
Davvero.

 

Allora lo vedi? 
Lo vede, Sirius?
Lo vede che le ombre sono parte di lui, che le ombre sono lui? 
Lo vedi, Sirius?
Puoi scappare finché vuoi, puoi ripeterti parole di conforto come un mantra, o una ninnananna prima di dormire quando sei nel tuo letto e ti bei della tua bontà, ma non puoi scappare dalle ombre, non puoi scappare dall’oscurità. 

 

Quindi, quando pensi di essere intrinsecamente buono, quando pensi di esserlo solo per aver scelto “la parte giusta”, il giusto dormitorio, i giusti amici, il giusto credo, chiediti se tutto ciò che hai fatto sia stato intrinsecamente buono, e limpido, e scevro di ogni mala intenzione. E giusto. 

 

Senza ombre.
Te lo chiedi mai? 
Non te lo chiedi perché lo sai, dentro di te lo sai, Sirius Black, che quell’oscurità dalla quale sei sempre fuggito te la portavi dentro. Celata dietro nobili azioni, e parole vestite di coraggio, e sfide ad un sistema che ti ostinavi a voler cambiare, ma era , è sempre stata lì. Con te. Non era solo un nome e un blasone, Sirius. L’oscurità si mischiava alla luce, e tu eri pieno di crepe, una notte venata dalle stelle fredde di un firmamento troppo vasto. Ti ci perdevi, là dentro. 

 

Sei perso anche ora. 
Si è perso, Sirius. 
Ha oltrepassato una soglia dalla quale non c’è ritorno, e ci sono solo ombre ormai, tutt’intorno e ovunque, gli premono addosso ma senza fare male, come a spingerlo verso il centro — il centro di se stesso? Il centro di un’essenza e un nome, di un’eredità che non ha mai voluto raccogliere e che sulle sue mani puzzava di pregiudizio e ideali ai quali non voleva accostarsi. 

 

Forse le ombre premono perché vogliono vederti crollare, Sirius. Vogliono che tu lo ammetta, che sei un Black, e che sarai sempre un Black. E, quando ti guardi allo specchio e non riconosci il tuo riflesso, e indugi, allora è perché è un Black, quello che vedi, non è solo Sirius, è Sirius Black. Come sei nato Black, ai Black sei ritornato. 

 

Chi è, Sirius Black?
Chi sei, tu?

 

“Sei mio fratello.” La voce di Regulus è calda. Vicina. Ti accoglie e ti riempie. Colma le crepe. “Sei a casa.” 

 

Regulus ti tende una mano ed è ancora il ragazzo che ricordavi, vestito di scuro, ma il suo volto è bello e morbido, è sempre tutto angoli, eh, ma sorride come non ha mai sorriso prima. “Sei a casa,” ripete. Gli prendi la mano perché sei stanco, tanto stanco, senti dentro una stanchezza che ti prende all’improvviso, e non hai più voglia di resistere. E poi per chi? Sei solo, lì. James non c’è, non lo trovi, lo hai chiamato tante volte ma non è arrivato, e allora pensi che sia passato oltre, che sia in pace da qualche parte con Lily, e chi sei tu per pretendere? E Regulus ti è mancato, ti è mancato anche se non lo vuoi ammettere, e ora vuoi solo tornare ad essere un bambino e giocare di nuovo a rincorrersi per le scale di Grimmauld Place, quando le ombre vi navigavano accanto ma voi le evitavate senza sforzo. Circumnavigavate la vostra stessa oscurità. 

 

Il tocco di Regulus è caldo. Vicino. Ti accoglie e ti riempie. Colma le crepe. 

 

Chi è, Sirius Black?
Chi sei, tu?

 

“Sono un Black. Sono a casa.” 

 

[ 1003 parole ]

 

⭐︎☆⭐︎

 

❨ note ❩

Ciao! Eccomi qui (FINALMENTE) con l’ultimo capitolo di questa fatica. Mi scuso ancora una volta con voi per il ritardo, davvero. Però alla fine ce l’abbiamo fatta, avevo promesso che avrei portato a termine questa raccolta che giuro, mi ha prosciugata. 

Due parole prima su quest’ultimo capitolo: è un macello. Sì, è un casino. Casino nel senso che c’è tanto, troppo, forse, c’è molto di quel Sirius che io immagino eternamente combattuto, in bilico tra luce e ombra, ché sapete ormai quanto mi piaccia scavare sotto la superficie dei personaggi e portare a galla “qualcos’altro”, qualcosa che la Rowling non ci ha dato e che penso renda tridimensionali i personaggi, che permetta loro di uscire dalla carta e arrivare a noi. Molto spesso ci si limita a pensare ai personaggi come a qualcosa di definito: c’è quello buono, c’è quello cattivo; c’è quello antipatico e quello che ti fa ridere; c’è il campione di Quidditch e c’è il professore. Ovviamente non è tutto qui, non tutto si riduce ad una definizione, no? Quindi chi è Sirius Black? Bella domanda. Sirius è tante cose insieme, Sirius è un pg rotto, è spaccato, è pieno di crepe (o cicatrici). Non c’è solo luce, in lui, e lo abbiamo visto tante volte. L’ombra è presente, almeno per come la vedo io, e questo lo rende un pg interessantissimo ma altrettanto complesso da trattare. Non si può ridurre ad una macchietta, bisogna andare oltre, bisogna scavargli dentro. Per questo scrivere di lui mi prosciuga sempre. Qui ho tentato di farvi capire cosa io vedo dentro di lui, come io vedo Sirius Black. Non ho l’arroganza di pensare che sia universalmente così, si tratta di un mio pensiero e una mia personale visione. Liberi di leggere, prendere atto e passare avanti. Se però vi andasse di farmi sapere che ne pensate, sapete che i feedback sono sempre ben accolti. Ah, dimenticavo! Giusto per chiarire, la narrazione alterna volutamente la seconda e la terza persona singolare.

Concludo queste note lunghissime con un bel GRAZIE. Grazie perché non avrei mai immaginato che questa raccolta potesse interessarvi così tanto, e appassionarvi così tanto, anche. Sono nate coppie, e ho riscoperto personaggi che mai avrei pensato di poter amare così. Alcune cose rimarranno qui, ma tante altre spero che troveranno un ulteriore svolgimento altrove. C’è tanto di me, qui dentro, e del mio headcanon, e vedere che il tutto vi è piaciuto così tanto mi ha solo resa molto felice ed estremamente fiera del mio lavoro. 

Vorrei ringraziare un attimino in modo particolare mia sorella Alice, che ha letto tutto in anteprima e mi ha dato ottimi consigli (come sempre) e mi ha sopportata (anche qui, come sempre), e la mia amica Fede, che ho già citato numerose altre volte, e che mi ha spinta a partecipare a questa folle iniziativa, senza di lei questa raccolta non sarebbe qui, quindi grazie per avermi trascinata in questo caos, amica. 

Vi lascio perché vi starete annoiando tantissimo. Lo so, lo so. A presto con altre storie, allora, e ancora grazie ♥︎
 

   
 
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