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Autore: SilkyeAnders    26/11/2021    1 recensioni
Juvia è una circense che realizza giochi con l'acqua, è abituata a vivere libera nonostante il suo tremendo passato e la sua condizione al circo.
Natsu è un pugile, il suo mondo è fermo e concreto. Controllato.
Forse a volte basta un po' di magia, o di destino, per unire due mondi così differenti tra loro.
(ISPIRATO ALLA TRAMA DI "CASI ANGELES" MA CON OVVIE VARIAZIONI)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Un po' di magia CAP 4 Lezioni di danza Capitolo 4: Lezioni di danza


-Vuoi che io prenda lezioni di che cosa, scusami?-.
La voce di Natsu si espanse per l'intera casa facendo preoccupare il personale.
L'uomo camminava avanti e indietro per l'intera lunghezza del corridoio mentre Lucy lo fissava a braccia conserte dall'uscio della camera da letto.
-Non starai esagerando? Solo un po'...- disse lei con tono piatto.
Natsu la guardò come se avesse appena detto un'eresia tremenda.
-Luce, vediamo se ho capito bene... Tu vuoi che io prenda lezioni di danza?-.
Lucy si limitò ad annuire, lo sguardo serio.
-Ma... Perché?- il tono del pugile era lamentoso e infastidito.
-Natsu, lo sai che gli sposi devono ballare al matrimonio vero? Tu hai due piedi sinistri e preferirei avere un bel primo ballo con mio marito senza il timore di rompermi un piede-.
-Ora sei tu che esageri-.
-Per favore Natsu, fallo per me- supplicò lei.
Il pugile sospirò, non riusciva a capire perché Lucy se ne stesse uscendo con una simile richiesta. Era ridicola come cosa...
-E va bene- sbuffò lui.
Lucy sorrise ampiamente e gli posò un bacio sulla guancia :-Grazie tesoro-.
-Sì, sì... Prego-.
In quel momento, la governante si schiarì la gola :-Miss Heartfilia?-.
-Sì?-.
-C'è Erza Scarlett per lei-.
Lucy annuì :-Dille che scendo immediatamente-.
Natsu sollevò un sopracciglio, attese che la governante scendesse di sotto per avvisare l'ospite dell'imminente arrivo di Lucy :-Che ci fa Erza qui?-.
-Le ho chiesto di venirmi a dare una mano con la copertina del mio romanzo, ho pensato che potrebbe farmi da modella e Mirajane è stata così gentile da offrirci il suo studio per le foto-.
-Mirajane non è una fotografa- osservò prontamente Natsu.
-No, ma il suo team ha uno studio in centro... Inoltre oggi il locale è chiuso quindi può darci una mano- spiegò Lucy.
I due iniziarono a scendere le scale assieme.
-Potevi dirmelo... Pensavo che avremmo potuto fare qualcosa insieme oggi- disse Natsu.
-Possiamo fare qualcosa insieme stasera, la giornata è lunga-.
Il pugile dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo, ultimamente non riuscivano a guardarsi nemmeno un film assieme ma ogni volta che lo faceva notare alla sua futura moglie lei si offendeva.
-Penso che andrò ad allenarmi con Elfman- borbottò Natsu.
-Ecco, ottima idea! Non hai un match tra due sabati?- chiese Lucy.
-Sì...-.
Elfman era l'allenatore di Natsu, nonché fratello di Lisanna e Mirajane. Era un combattente eccezionale ai tempi d'oro e Natsu adorava allenarsi con lui prima dei suoi match più significativi.
Quel giorno però non aveva affatto voglia di pensare al lavoro, avrebbe tanto voluto svagarsi e magari passare una giornata serena in compagnia di Lucy che, ovviamente, non aveva mai tempo per lui.
La situazione iniziava a farsi pesante, l'aria in casa era difficile da sopportare.
-Buongiorno Natsu-.
Il pugile sorrise stancamente alla donna dai fiammeggianti capelli rossi dinanzi a lui :-Erza, è un piacere-.
-Smettila di essere così formale, ti ricordo che da piccoli facevamo il bagno insieme-.
-Non ricordarmelo- rispose lui con un'espressione imbarazzata.
-Erza! Grazie infinite per il tuo aiuto di oggi- esclamò Lucy abbracciandola.
-Figurati, vogliamo andare? Prima ce la sbrighiamo e prima potrai comprarmi una torta alla fragola-.
-Eh?- Lucy guardava Erza con un'espressione davvero buffa, avrebbe dovuto immaginarselo.
-Ovviamente, non penserai mica di non pagarmi?- chiese la donna, le braccia conserte.
-Ehm... Ecco...-.
-Puoi anche decidere: torta alla fragola, torta al cioccolato o torta gelato-.
Natsu dovette trattenersi dal ridere, Erza non cambiava davvero mai. Aveva ancora il dubbio che avesse accettato l'invito al matrimonio solo per mangiare la torta nuziale.
-Ne parliamo strada facendo- sospirò Lucy.
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Juvia era seduta su uno dei cerchi che penzolava dal soffitto del tendone, una gamba sollevata e l'altra che penzolava nel vuoto mentre rigirava tra le mani il numero di Natsu Dragneel.
Non pensava che un semplice numero di telefono potesse toglierle il sonno ma era stato proprio così.
Non capiva cosa avesse quell'uomo di tanto speciale da impedirle di pensare a qualsiasi altra cosa, forse avrebbe dovuto chiamarlo... O forse no?
Una cosa era sicura: se lo avesse chiamato non avrebbe potuto dirlo a nessuno, nemmeno ai suoi amici... Sapeva chiaramente che nessuno di loro sarebbe andato a riferirlo a José ma sapeva anche che nessuno di loro approvava il suo interesse nei confronti di Natsu.
Solo Jellal sembrava volere che lei lo chiamasse e, solitamente, lui era molto saggio.
Juvia sospirò, era una situazione davvero strana in cui trovarsi.
-Ma sì, Juvia proverà a chiamarlo... In fondo lui se lo aspetta- mormorò fra sé.
Si guardò rapidamente intorno prima di calarsi giù dal cerchio e correre fuori dal tendone; con movimenti ben studiati, uscì dal cancello e si inoltrò per le strade della città.
Poco più lontano c'era un telefono pubblico che avrebbe potuto utilizzare, non aveva moltissimi soldi con sé quindi sperava che potessero bastare per una telefonata veloce.
Si guardò attorno un'ultima volta con circospezione prima di digitare il numero di quell'uomo.
Beep
Beep
Beep...
Squillava!
Beep
Man mano che il tempo passava Juvia era sempre più nervosa, forse non avrebbe dovuto chiamarlo... Che cosa avrebbe potuto dirgli? No, era stato un grave errore.
Gajeel aveva ragione, non avrebbe davvero dovuto farlo.
Beep...
E poi nemmeno stava rispondendo, di sicuro era occupato... Avrebbe semplicemente riattaccato, ma sì.
Juvia fece per riagganciare quando...
-Parla Natsu Dragneel, chi è?-.
Per telefono la sua voce era ancora più profonda e piacevole, Juvia avvertì una scossa elettrica percorrerle tutta la schiena.
-Pronto? Con chi parlo?-.
Juvia avrebbe voluto parlare, dire qualsiasi cosa ma le parole non riuscivano ad uscire dalla sua bocca.
-Se è uno scherzo è veramente banale amico, lasciatelo dire...- sibilò il pugile dall'altro capo del telefono.
-E-Ehm... Signor Dragneel?-.
Juvia non sapeva dove avesse trovato il coraggio di pronunciare quelle parole, si rese conto che le tremava la voce.
-Juvia?- chiese lui, la sua voce era così dolce e... Sorpresa.
-S-Sì... Ehm... Juvia non sa perché ha chiamato, Juvia non avrebbe dovuto farlo...- si affrettò a dire lei.
-Aspetta! Aspetta! Non riagganciare... Ti sembrerà strano ma stavo giusto pensando a te-.
-Ah? A J-Juvia?-.
-Sì, senti... Tu balli, vero?- chiese lui.
Juvia annuì prima di ricordarsi che era nel bel mezzo di una conversazione telefonica, lui non poteva mica vederla!
-Sì-.
-Lucy mi ha incastrato, vuole che prenda lezioni di danza prima del matrimonio... Ti va di insegnarmi?-.
-Juvia non dovrebbe fare lavori extra- mormorò lei.
-Certo che ci sono regole davvero strane nel vostro circo... Senti, ho bisogno di qualcuno che mi insegni e il fatto che tu mi abbia chiamato è un segno di sicuro!-.
-Lei è molto insistente- disse lei con un sorriso sulle labbra.
-Sì, è così che vinco i match... Allora? Mi insegni?-.
-Va bene, però deve rimanere un segreto. Nessuno può saperlo, intesi?-.
-Intesi-.
Juvia alzò gli occhi al cielo, si stava cacciando nei guai...
-Quando?- chiese timidamente.
-Non lo so, tu quando puoi?- chiese lui di rimando.
-Juvia è libera stasera-.
-Ci vediamo in palestra- disse lui riagganciando il telefono.
-Ma... E per l'orario come facciamo?- si chiese lei.
Non aveva abbastanza soldi per richiamarlo quindi immaginava di dover andare un po' a caso.
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Natsu passò la mano sul viso e poi si scompigliò i capelli con fare nervoso.
-Che razza di idiota! Non le ho detto l'ora!- esclamò.
Non sapeva perché ma la voce della ragazza lo aveva confuso, non voleva nemmeno chiederle di insegnargli a ballare ma, per qualche motivo, quando aveva sentito la sua voce si era ricordato dell'esibizione alla festa di fidanzamento...
Si era ricordato del modo in cui i fianchi di Juvia ondeggiavano seguendo il ritmo musicale, il modo in cui i suoi occhi brillavano mentre danzava tra gli spruzzi d'acqua colorata, si era persino ricordato il modo in cui la sua coda di cavallo solleticava le sue spalle pallide mentre volteggiava a tempo di musica.
Gli era sembrato naturale chiederle una cosa simile anche se si rendeva conto di non sapere esattamente perché lo avesse fatto, lei sembrava confusa quanto lui da una simile richiesta ma Natsu non era davvero riuscito a trattenersi.
La prospettiva di poterla stringere mentre ballavano un lento era improvvisamente molto allettante, se chiudeva gli occhi riusciva ancora a sentire il corpo della circense premuto contro il proprio.
Era un ricordo che lo tomentava, non gli dava pace... Come non gli dava pace il calore insopportabile che lo investiva ogni volta che ricordava gli eventi di quella sera.
-Ma perché? Che mi prende?- si  chiese.
Era confuso.
Quella ragazza non la conosceva neppure e gli era sembrata la cosa più normale del mondo conversare con lei al telefono, gli era sembrata la cosa più normale del mondo darle appuntamento in palestra (dimenticandosi di definire un orario) e gli era sembrata la cosa più normale del mondo chiederle di insegnargli a ballare.
-Nemmeno la conosco- si disse a denti stretti.
Non capiva da dove nascesse questo suo bisogno di conoscerla, voleva aiutarla certo ma... Non era solo questo, c'era dell'altro.
Per quanto sembrasse ridicolo Natsu sentiva di dover passare del tempo con lei, era quasi una necessità di conoscerla meglio e di scoprire cose sul suo conto.
In particolare, c'era un dettaglio a cui non riusciva a smettere di pensare: il suo sguardo terrorizzato del giorno prima.
E non era solo quel giorno... Anche poco prima, al telefono, sembrava spaventata da qualcosa.
Si chiese se non fosse lui stesso a farle paura ma non poteva essere lui il motivo di tanta apprensione, era qualcos'altro di sicuro... Ma cosa?
Natsu non poteva smettere di pensarci e, più ci pensava, più si confondeva.
-Perché mi importa così tanto?- si chiese.
E più se lo chiedeva, meno risposte trovava.
Non aiutava il fatto che il destino sembrava volerli spingere l'uno verso l'altra a tutti i costi.
Il destino... Chissà...
Natsu aveva sempre creduto al concetto di anima gemella ma non lo avrebbe mai confessato ad alta voce a nessuno al di fuori di Gray e già lui lo prendeva abbastanza in giro.
Ora, il pugile non si sarebbe mai spinto così in là tanto da proclamare Juvia la sua anima gemella però c'era qualcosa in lei, qualcosa di speciale che lui non riusciva a togliersi dalla mente.
-Questa tipa deve essere una strega...- sospirò ridacchiando fra sé.
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Gajeel aveva tenuto d'occhio Juvia tutto il giorno, sapeva che nascondeva qualcosa.
Era nervosa, sobbalzava al minimo rumore e sembrava non riuscire a concentrarsi. Lo aveva chiamato.
L'uomo sospirò amaramente, immaginava che sarebbe finita così.
Gajeel amava Juvia come una sorella minore, il pensiero che potesse finire nei guai a causa di una semplice cotta lo mandava fuori di testa.
Non è che gli desse fastidio il fatto che le piacesse quell'uomo, per quanto odiasse ammetterlo gli era sembrato un bravo tipo sotto sotto... Si sentiva semplicemente in colpa.
Gajeel avrebbe desiderato una vita normale per Juvia, anelava una vita senza problemi per lei, senza dover conoscere il dolore di uno schiaffo o la brutalità di una violenza ben più subdola.
Semplicemente, Gajeel voleva una vita che fosse adeguata a una ragazza della sua età.
Juvia avrebbe dovuto poter uscire con quel tizio senza timore e invece era terrorizzata anche solo per avergli telefonato.
-Ameonna!- la chiamò.
Juvia sussultò appena ma gli corse incontro con un sorriso sul viso.
-Lo hai chiamato non è vero?- chiese.
Gajeel era così, diretto... Forse troppo.
Juvia strizzò gli occhi così stretti che le era venuto mal di testa :-Sì- confessò, la voce piccola piccola.
-Ameonna- sospirò lui.
-Juvia sa di aver sbagliato ma...-.
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase, Gajeel la strinse in un abbraccio così carico di dolcezza da farle girare la testa.
La stringeva a sé con tanta forza, come se stesse cercando di aggrapparsi a lei per salvarsi la vita.
-Mi dispiace- mormorò l'uomo.
-Per cosa?- chiese lei confusa.
-Dovresti poter telefonare a chi ti pare senza paura di essere scoperta... Soprattutto da me-.
Lo sguardo di Juvia si addolcì e, anche lei, ricambiò finalmente l'abbraccio di Gajeel.
-Hai paura che succeda quello che è successo a te e Levy-chan?- chiese lei.
Lo sguardo di Gajeel si perse nel vuoto, succedeva sempre quando qualcuno la nominava... Quando lui annuì per Juvia non fu una sorpresa.
-Juvia non vuole che Gajeel-kun si preoccupi per lei- mormorò la ragazza.
-E come faccio a non preoccuparmi? Tu ce la metti tutta per cacciarti nei pasticci-.
-Juvia smetterà di chiamarlo... Juvia non andrà nemmeno all'appuntamento di stasera-.
-Ti ha chiesto di uscire?- chiese lui nervoso.
-Non proprio... Ha chiesto a Juvia di dargli lezioni di ballo- rispose lei, lo sguardo basso.
Gajeel sollevò un sopracciglio :-E tu volevi andare?-.
-Juvia non sa nemmeno perché... E' solo che sembra una persona buona, gentile...-.
Gajeel sapeva che si sarebbe amaramente pentito della sua decisione però non riusciva a vederla così, voleva regalarle un assaggio di normalità almeno per una sera.
-Va', ti copro io-.
-Ma Gajeel-kun se...-.
L'uomo la bloccò di nuovo :-Se non vai mi sentirò tremendamente in colpa-.
Juvia sembrava ancora incerta.
-Ti proteggo io con quella fogna di José, tu non preoccuparti di nulla-.
La ragazza sospirò, era così grata di avere Gajeel nella propria vita.
Lui era un fratello maggiore, a tratti anche un padre, per lei. Gajeel era in grado di dare la sua vita per Juvia e, se glielo avessero proposto, lei avrebbe fatto altrettanto senza nemmeno pensarci.
-Quello che è successo con Levy mi ha insegnato molto, se quel tizio ti piace forse dovresti essere libera di passare del tempo con lui-.
-E' sposato- mormorò lei.
-Non ancora, e se per caso dovesse ingannarti allora dovrà venire a discuterne con me-.
-Gajeel-kun sta tirando il carro avanti ai buoi! Juvia deve solo insegnargli a ballare, non è un vero appuntamento-.
-Mmh... Li conosco i tipi così, scommetto che ballerete solo lenti per tutta la sera-.
Juvia arrossì, si vergognava un po' a sperare che fosse effettivamente così.
-Gajeel-kun!- esclamò dandogli un colpetto sul petto.
L'uomo rise divertito, una risatina strana e peculiare che aveva sempre avuto da che Juvia ne aveva memoria.
-Grazie- sussurrò lei posando la propria testa sul petto del suo amico.
Gajeel la strinse ancora un po' a sé :-Camminerei nel fuoco per te, lo sai-.
   
 
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