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Autore: jinkoria    01/12/2021    1 recensioni
[ BakuDeku, EndHawks, TodoKami, TouyaTenko | canon divergence/what if: tutti buoni | riferimenti spoiler post capitolo 290 ]
“Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.” Charles Dickens.
Di Katsuki e Izuku che stanno insieme, camminano allo stesso passo e inciampano in egual modo.
Di Enji che sta imparando cosa sia il Natale per regalarne il migliore a Keigo.
Di Shouto e Touya che lo riscoprono in Denki e Tenko.
O, più semplicemente: di venticinque giorni in cui gli eroi si fanno carico della missione più speciale: prepararsi ad accogliere il Natale. E a fare i buoni, più o meno... fintanto che non c'è il vischio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Endeavor, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Per un pelo, iniziamo bene! 🤣
Dopo un anno torno su questa sezione, stesso tema diversa storia! In questo caso, d'apertura, mi metto un attimo a fare delle precisazioni:
 Contesto: canon, tutti sono eroi, nessuno escluso. AFO è stato sconfitto, lo scontro Endeavor vs Noumu è avvenuto ma la LoV non è mai esistita. Enji e Rei hanno divorziato (i figli vivono con lei), Bakugou e Midoriya sono già una coppia così come Tenko e Touya (più o meno + entrambi sono andati all'U.A. insieme) ed Enji e Keigo praticamente a un passo dalle nozze, Todoroki e Kaminari ancora no. C'è solo amore e Natale.
 I prompt vengono da qua, che penso seguirò passo passo e non scombinerò l'ordine a mia discrezione come l'anno scorso (in quel caso mi era servito per dare una costruzione cronologica mirata del rapporto tra Bakugou e Midoriya, anche perché erano stati scritti su misura per una challenge natalizia sui bakudeku; qui è sempre dicembre che avanza regolarmente e la storia è unica ma i capitoli a oggi, nella mia testolina, nascono per essere collegati tra loro nell'ambientazione e universo ma prettamente autoconclusivi). Inoltre questi prompt hanno sempre una traccia + citazione ma non è detto che la seconda sia usata come frase all'interno della fanfiction, bensì riproposta come concetto o situazione.

 C'è uno spoiler per chi non segue il manga (volume 30, da circa il capitolo 290 in poi) né cartaceo italiano né online. Trattasi di una canon divergence o what if: tutti buoni che dir si voglia, quindi cambia tutto in modo sostanziale ma il ruolo di questo personaggio, Touya, è comunque spoiler se seguite solo l'anime. Qualora riuscissi nell'impresa giornaliera anche quest'anno pur dubitandone nei prompt in cui comparirà le prime volte (se non solo la prima, dipende dagli sviluppi) farò delle premesse per “spiegarlo” e introdurlo.
 Volevo fosse il sequel di quella dell'anno scorso ma volevo anche inserire la TouyaTenko e la TodoKami, quindi avrei dovuto fare troppe modifiche e causare incongruenze con la raccolta precedente che non mi andava di creare, per questo il titolo è molto simile.
Non penso di avere altro da aggiungere! La lunghezza dei capitoli varia in base a diversi fattori (ispirazione da prompt, tempo a disposizione durante la giornata etc), l'intento è sempre di compagnia a voi e svago quotidiano (circa) per me anche se si tratterà di un paio di paginette per volta, prendetela con leggerezza perché è così che la storia, le situazioni e le relazioni verranno sviluppate e l'OOC eventuale conseguente sarà il risultato di questa (meritata) rilassatezza dei personaggi! 
Mi auguro non ci siano (troppi) errori di distrazione o battitura, controllerò meglio appena posso!
Detto ciò, grazie per passare di qui, spero buona lettura e, se riesco, a domani 
❤️💚


 

 

How Heroes wait for Santa Claus


 

-1: Putting up decorations – “Wow… that’s… a lot of lights.”


 

Era il terzo anno, per Keigo, in casa Todoroki. Quella nuova, insomma. Che il Number One aveva scelto appositamente per lui – per loro –, una villetta in una zona pacifica della città, modesta per quelli che potevano essere i criteri del compagno più grande. Aveva persino lasciato carta bianca all’eroe alato per l’arredamento, salvo un piano – uno intero – che Endeavor aveva tenuto in uno stile elegante e antico; per Keigo era stata una sorpresa incredibile, abituato a non fermarsi mai davvero da nessuna parte e limitandosi a occupare il minor spazio possibile ovunque si trovasse, perciò tutte quelle camere a sua totale disposizione lo avevano preso in contropiede, specie considerando la dolce connotazione del regalo che aveva avuto quel gesto.

Sebbene Enji, questo, non lo avesse mai esplicitato.

A guardarla da fuori e persino viverla da dentro, sembrava sempre troppo ampia… a dicembre, con i preparativi natalizi, forse un po’ di più.

«Non deconcentrarti, Keigo».

La voce seria e profonda, con una vena di rimprovero volutamente esplicita, arrivò dal basso rispetto alla posizione del ragazzo, ora svolazzante sul tetto della dimora; tra le braccia, affagottato come un neonato, teneva un groviglio all’apparenza interminabile di luci natalizie, dal quale un filo nero penzolante spariva al di sotto della grondaia e trovava fine tra le mani di un impaziente Enji, pronto a inserirla nella presa a muro.

Era il terzo anno da che si erano trasferiti che Hawks si ritrovava così, a usare il proprio quirk come tuttofare per contribuire alla decorazione di casa Todoroki-Takami – si dimenticava sempre di quest’aggiunta, o forse doveva ancora abituarsi alla sensazione di leggerezza data non dalle sue piume ma dalla persona al suo fianco, che condivideva la targhetta del citofono con lui.

Cotto e ammorbidito come una pera lasciata a bollire, non rifiutava mai l’evidente sfruttamento. Che poi avrebbe potuto usare le sue fiamme per raggiungerlo, il caro Endeavor, ma per qualche ragione preferiva lasciarlo agitarsi da una spola all’altra delle tegole dietro sue direttive; era meglio, a suo dire, perché dal giardino aveva una visuale più completa ed efficiente della disposizione.

Keigo aveva imparato a far spallucce, trovando in realtà divertente la concentrazione con cui l’altro si poneva nell’impresa, non lamentandosi mai di venir sballottato in quella continua modifica delle luminarie. Non aveva ricordi in merito, certo di non aver mai fatto nulla del genere, giusto in agenzia gli era capitato di vedere i colleghi abbellire gli uffici ma non aveva preso personalmente parte alla cosa; troppo familiare, caloroso, trovava in fretta scuse per defilarsi senza prendere parte all’attività.

In effetti, lo aveva mai detto a Enji? Non che sospettasse fosse la ragione dietro tanta maniacale attenzione, anzi, il Number Two sapeva essa celarsi dall’altra parte della strada, oltre il cancello del vicino di casa più gioviale e gentile che avrebbe mai potuto sperare di avere e col quale Enji aveva deciso di entrare in competizione ogni anno – il precedente si era ritrovato sconfitto al cospetto di un enorme Babbo Natale dai connotati inconfondibili, persino l’Oh oh oh proveniente dal suo interno ricordava più una certa eroica risata di quella tipica dell’omone in abito rosso.

Enji, ovviamente, l’aveva presa sul personale.

Non era comunque riuscito a piazzare un sé di quindici metri in giardino. Perciò aveva deciso di tempestare qualsiasi superficie disponibile e adatta all’intento di luci natalizie, prevalentemente bianche e rosse, mentre i cespugli e gli alberi che emergevano in giardino erano stati circondati di intermittenti e sfavillanti lampadine blu e verdi, ogni finestra e porta esterna aveva ghirlande e vischio ad adornarle e persino le considerevoli decorazioni interne erano ben visibili da fuori.

A quella frenetica, a senso unico, corsa per il dominio natalizio del quartiere, solitamente era la neve a porre fine e, al contempo, rimedio: pur essendo ben coperto, pronto a volare attorno a casa propria, le ali di Keigo dovevano comunque rimanere scoperte e libere di muoversi, dunque Enji non aspettava nemmeno il ragazzo si lamentasse di persona del freddo per invitarlo a scendere e rientrare. La prima volta Keigo se ne era interamente dispiaciuto, convinto il compagno avrebbe continuato senza di lui quell’attività che aveva scoperto, in barba ai suoi difensivi tentativi di evitarlo, adorare in particolar modo; Enji invece lo seguiva subito, ravvivando il fuoco nel camino e adagiandogli accanto per caso una coperta mentre, altrettanto per coincidenza, annunciava di volere qualcosa di caldo da bere, domandandogli vago se gli andasse a sua volta.

Quel giorno c’era un cielo piuttosto terso, sfumando dal rosso ai primi cenni blu della sera, di nevicata neanche la minaccia lontana a dispetto della sera prima, che aveva lasciato bianco e scivoloso il giardino. Keigo era dunque pronto a passare l’intera serata a battere le ali nel perimetro di casa, si accorse però solo al sentire il filo tendere tra le sue mani di aver finito la risma di lucine a sua disposizione.

«Endevaa-san?» cinguettò distratto, gli occhi rivolti in alto, quasi aspettasse il primo fiocco di neve «Devo comprare altre luci?».

La mancata risposta lo spinse a sporgersi oltre il tetto spiovente, individuando subito la figura imponente e pensierosa del Number One, lo sguardo rivolto verso di lui.

Sbatté le palpebre confuso, corrugò la fronte e di conseguenza lo richiamò «Enji-san?».

«Vieni giù».

Non se lo fece ripetere due volte, ancora perplesso ma più curioso di quella svolta silenziosa, più contemplativa di quanto fatto che meditabonda sul procedere con ulteriori modifiche – questo più che dirlo l’espressione dell’eroe di fuoco lo sperava lo stomaco di Hawks, considerata l’ora e l’aria via via più gelida col calar del buio.

Una volta con i piedi per terra fece per domandare ancora cosa gli servisse, o non andasse, quando le mani di Enji furono sulle sue spalle e su esse esercitarono una pressione leggera ma sufficiente per spostarlo davanti a sé, ignorando del tutto quanto, adesso, lo avesse destabilizzato senza riuscire a capirne le intenzioni.

Keigo si diede giocosamente dello stupido per essersi imbarazzato al sentire il volto di Enji vicino al suo – aveva piegato parecchio le ginocchia per essere quasi alla sua stessa altezza, un po’ per forza di cose, o forse di proposito, aveva finito per addossargli il petto sulla schiena, non da fargli male ma abbastanza da percepirlo come un solletico gentile e non fastidioso sulle piume.

La vicinanza aumentò, come se non bastasse, quando l’uomo allungò le braccia ai lati della sua testa, per poi portargli davanti agli occhi entrambe le mani.

«Enji-san che stai-».

«Guarda bene davanti a te».

Il Number Two rinunciò a dire altro, il respiro fin troppo caldo dell’altro gli batteva sul collo e la mandibola e reputò, trovandosi ancora all’aperto, fosse meglio ascoltarlo e concentrarsi su altro. Dunque riportò l’attenzione degli occhi dorati di fronte a sé, dove le dita di Endeavor formavano una cornice per fornirgli la prospettiva migliore, capì, della facciata di casa, la quale si illuminò di colpo.

«Che ne dici?».

«Dico, Endevaa-san» che aveva esagerato, certamente, ed era allucinante al limite del letterale la quantità spropositata di luci, sia fisse che intermittenti, a seconda della posizione, disposte in ogni angolo possibile dell’abitazione. Dal tetto ai corrimano delle scale d’ingresso, tutto era circondato da accecanti, eppure con un sottofondo di calorosa soddisfazione, luci rosse e oro. Era troppo, davvero. Avrebbe dovuto dirglielo. Non fosse stato per il sorriso, che Enji non poteva vedere per bene da dietro, che era lontano dal divertimento; nella risata che sentiva voler sfogare dal cuore, al distinguere un’imbarazzante doppia T brillare sulle tegole di casa, Keigo percepiva solo uno struggente senso di appartenenza, felicità e affetto.

Ecco perché non disse che aveva esagerato, portando le mani sui polsi dell’uomo al suo fianco per indurlo a stringergliele intorno alle spalle – ed Enji lo assecondò, non senza inarcare il sopracciglio ancora integro e ben visibile, stavolta al suo turno di rimanere perplesso. Salvo poi ghignare appena di rimando quando la frase si concluse.

«Che l’anno prossimo compriamo altre luci».




 


Non ho fiducia nell'essere riuscita a farlo intendere perché ho cominciato male con questi prompt 🤣 ma il vicino di casa degli EndHawks è proprio All Might! Solo che lui non compete proprio, ha solo uno spirito natalizio molto... espansivo!
   
 
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