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Autore: Mirwen    03/09/2009    5 recensioni
“Ti prego Remus! Un pranzo e via che sarà mai?” “No…” --- “Tonks! Ti chiedo un pranzo nulla di più!” “Oh… non lo so Sirius… e perché poi io?!”  
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un pranzo e via

 

 

“Dai Remus che ti costa?”

“No, Sirius, ho detto di no!”

La scena che si sarebbe presentata a chi fosse entrato in quel momento nella cucina di Grimmuld Place numero 12 sarebbe stata più o meno esilarante. C’era un uomo alto, dall’aria un po’ dimessa, stava seduto su di una sedia bevendo tranquillamente del the; accanto a lui c’era ne era un'altro dai lunghi capelli neri, inginocchiato, le mani congiunte in segno di preghiera.

“Ti prego Remus! Un pranzo e via che sarà mai?”

“No…” Remus Lupin continuò imperterrito a bere il the. Dalla tazza si alzava un sottile filo di fumo che nascondeva a Sirius Black la scintilla divertita che albergava negli occhi ambrati del suo interlocutore.

Lupin chiuse gli occhi assaporando un’altra sorsata del the alla rosa che aveva trovato nella dispensa… all’inizio si era chiesto chi lo avesse portato… ma poi le continue richieste del suo migliore amico gli avevano fatto passare di testa la curiosità. Li riaprì solo quando si rese conto che in quella cucina c’era troppo silenzio.

Ai suoi piedi non c’era più Sirius, bensì un grosso cane nero: era disteso pancia a terra, completamente schiacciato sul pavimento, il muso fra le zampe. Gli occhi chiari guardavano verso l’alto supplicanti.

Remus scoppiò a ridere “Oh, Sirius non riuscirai a convincermi nemmeno così!!!!”

Il cane non se lo fece ripetere due volte e sotto lo sguardo divertito dell’amico ritornò ad essere l’uomo di sempre.

“Senti Remus, Tonks è davvero a pezzi… perché non vuoi portarla fuori a pranzo?” disse sedendosi con calma al suo fianco.

“Primo: non credo di essere la persona giusta per tirarle su il morale…Secondo: non credo che sia veramente depressa… Terzo: credo sia tutta una tua assurda idea…” elencò, levando le dita affusolate dalla tazza.

Black fece il broncio incrociando le braccia.

“Primo: Credo che tu sappia tirare su di morale una persona! Secondo: Nymphadora è realmente depressa… Terzo: perché credi sia tutta una mia idea?” chiese infine corrugando le sopracciglia.

“Semplicemente perché sei convinto che io mi sia preso una cotta per lei…” rispose con sufficienza, mandando con un incantesimo la tazza nel lavello.

“Dimmi che non è così?!”  Remus sbuffò alzandosi e dirigendosi verso le scale, ma Sirius gli impedì di salire. “Moony senti… il tipo con cui usciva era un omone di due metri e mezzo…-il licantropo lo guardò inarcando un sopracciglio- ok…ok… ma ai due metri ci arrivava… tutto muscoli e niente cervello… l’ha mollata per una più… beh… più abituale…”

“Padfoot… davvero non mi sembrava che lei fosse così giù di corda ieri…”

“Credimi… è mia cugina… la conosco!” Remus lo fissò scettico, arrendendosi infine.

“Cosa dovrei fare?”

 

“Tonks! Ti chiedo un pranzo nulla di più!”

“Oh… non lo so Sirius… e perché poi io?!”

Sirius stava parlando con una ragazza dai corti capelli rosa acceso, mentre stavano ripulendo le tende dai nidi di Doxy di quella che un tempo era la biblioteca-studio di Grimmuld Place.

“Lo porterei fuori io, ma sono bloccato qui… che ti costa?”  incalzò l'uomo.

La ragazza scosse la testa, buttando nel secchio una delle odiose bestioline.

“Senti, Remus è senza dubbio una brava persona, è buono, gentile, sempre in ordine… ti ci vedi io andare a pranzo con lui?! Come minimo gli rovescerei il tavolo addosso!” disse lei sottolineando le parole io e lui.

“Non ti chiedo la luna Tonks! Per Morgana! Ti chiedo un paio di orette! Un pranzo e via!” la ragazzo lo fissò di traverso, mentre senza degnarla di uno sguardo spruzzava del doxycida sulla tenda.

“A parte il fatto che non saprei di cosa parlare con uno come Remus… ma…”

“Niente ma! Remus è depresso… brutalmente depresso…” chi non conoscesse il lato malandrino Sirius Black non avrebbe mai sospettato che, quando voleva convincere qualcuno, il 90% delle parole che gli uscivano dalla bocca delle balle colossali.

“Per me è uguale agli scorsi mesi…”  sussurrò scettica lei…

“Perché ha imparato a nascondere gran parte dei suoi sentimenti! Io lo conosco bene!” Sirius sorrise vedendo la ragazza vacillare.

“E credi che io potrei tirargli su il morale?”

“Certamente! Sei solare, allegra, frizzante! Quello che gli serve per la sua sindrome da vecchiaia precoce…” lei soffocò una risata nel fazzoletto che portava legato al volto.

“Vecchiaia precoce?”

“Non cambiare argomento! Lo porterai fuori? Dai Tonks… so che in fondo ti piace o non ti faresti tanti problemi!”

Nymphadora Tonks sentì le guance infiammarsi ed era sicura che i suoi capelli stessero assumendo lo stesso colore.

“Ma cosa diavolo stai dicendo! Non è assolutamente vero!” disse arretrando, così facendo inciampò nell’orlo del tappeto, cadendo rovinosamente a terra. Colpita e affondata, pensò Sirius

“Ti stanno arrossendo i capelli, cugina… credo di aver azzeccato o sbaglio?” rispose con un sorriso furbo stampato in faccia, porgendole una mano per rialzarsi.

“No, il tuo intuito fa cilecca!” gridò la ragazza, i capelli rosso fosforescenti.

“Farò finta di crederti per il bene di Remus… allora lo porterai fuori?”

“Ancora!”

In quello stesso istante la porta si aprì lasciando intravedere la faccia di Molly Weasley.

“Se qui avete finito, giù ci sarebbe pronta la cena…”

“Arriviamo Molly…” rispose Sirius mettendo a posto secchio e stracci. “Allora?” chiese poi rivolto alla cugina.

“Solo se mi giuri che è davvero così depresso!”

“Certo che è depresso! Te lo giuro… non potrei mentire alla mia cuginetta preferita…” Mentre Tonks usciva dalla stanza, Sirius sciolse le dita incrociate che teneva dietro la schiena. E anche questa è fatta, si disse con un sorriso malandrino sul volto.

 

Era mezzogiorno passato quando Tonks atterrò con un tonfo nella cucina di Grimmuld Place. La casa sembrava deserta, doveva essere uno di quei giorni in cui Molly tornava ad occuparsi della Tana. Nymphadora ringraziò il cielo per questo.

Si alzò dolorante dal pavimento nel momento stesso in cui Sirius entrò nella stanza con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

“Bene, sei arrivata!”

“Si dice: Ciao, sai Sirius?”

Senza tante cerimonie Black la spinse su per le scale.

“Sei in ritardo…” spiegò semplicemente l’uomo continuando a guidarla su per la rampa.

“Di 10 minuti!” si lamentò lei.

“Remus ti sta aspettando di sopra in salotto…”

“Mi chiedo ancora perché io…”

“Sarai perfetta…” disse lui spalancando la porta della stanza e spingendola all’interno

“Vado a dare da mangiare a Fierobecco, divertitevi!” disse poi chiudendo la porta e lasciandoli soli.

Remus la fissò: i suoi capelli erano di quel magnifico rosa accesso ed il resto… beh… era a dir poco stupenda. I vestiti variavano dal viola al nero e Remus restò un attimo imbambolato a guardarla, si sentiva molto... inadatto, era la parola giusta.

“Beh… andiamo?” chiese sorridendole.

“Ok…” lui la superò aprendole galantemente la porta. Lei sorrise, in che diavolo di situazione mi ha cacciato Sirius, pensò imbarazzata, Remus è sempre così dannatamente gentile!

Un paio di minuti dopo la porta d'ingresso sbatté e le urla della signora Black arrivarono fino alla soffitta. Sirius accarezzava il collo di Fierobecco intento a mangiare.

“Sai Becco… non mi dispiacerebbe diventare zio un’altra volta…” disse con un sorriso triste, lo sguardo perso nel vuoto.

“TRADITORI DEL VOSTRO SANGUE!”

“Si, arrivo mamma…” disse chiudendosi la porta della soffitta alle spalle.

 

Remus e Nymphadora erano seduti in un localino Babbano, Tonks ce lo aveva praticamente trascinato dentro. Era un pizzeria, e la ragazza, completamente a suo agio, aveva ordinato per entrambi mentre Remus la guardava con un mezzo sorriso.

“Non sapendo i tuoi gusti ho optato per una classica Margherita…” sorrise lei

“Hai fatto bene…”

“Io invece preferisco qualcosa di più piccante…” spiegò con una alzata di spalle.

“Non si direbbe…” sorrise ironico lui.

“Mi stai prendendo in giro?” lui non rispose, limitandosi a sorridere.

Calò un silenzio imbarazzante rotto solo dall’arrivo del cameriere con le loro ordinazioni.

“Ecco a voi, buon appetito!”

“Spero ti piaccia…” sorrise Tonks

“Tranquilla… mi piace la pizza…” sorrise, gustandosi la faccia imbarazzata della ragazza.

“Oh…io… cioè… io pensavo che…” cominciò lei.

“Non avessi mai assaggiato una pizza?” Nymphadora annuì mesta

“Beh…” Tonks alzò lo sguardo notando la nostalgia impressa sul volto di Remus.“Fu Lily a trascinarci tutti in una pizzeria…”

“Davvero?” Remus sembrò destarsi al suono della sua voce.

“Si, dopo una riunione dell’ordine, il giorno in cui ci disse di aspettare Harry… erano così felici… alle volte li invidiavo”

“E perché scusa?” il tono della ragazza era sorpreso, molto sorpreso.

“Uno come me non potrà mai avere una famiglia…”

“Come puoi dire certe cose? A tutti è concessa la gioia di una famiglia!” anche ad un lupo mannaro… l’ultima frase rimase immobile nell’aria, non detta eppur così esplicita. Remus le sorrise.

“Grazie… ma non credo che permetterei ad una donna di starmi accanto… o almeno non più…”

L’argomento cadde nel silenzio, Remus si diede dello scemo, doveva tirarla su di morale per una storia andata male, non parlare di amore!

“Mi dispiace non ricordare molto di Lily e James, a sette anni avevo altro per la testa che conoscere le persone che Sirius portava in giro…” sorrise leggermente “… ma se assomigliano abbastanza ad Harry sono certa che erano persone eccezionali…”

“Harry assomiglia molto ad entrambi, nonostante non li abbia mai conosciuti… ha preso il meglio di loro… e anche il peggio, se stai ad ascoltare Severus…”

“Ma chi da ascolto a Severus?!” sbottò lei, memore delle sue vicissitudini con il professore: si misero entrambi a ridere.

 

Quando arrivarono al dolce, Remus pensò che forse sarebbe stato il caso di affrontare direttamente l’argomento.

“Nymphadora, senti…”

“Tonks, Remus, solo Tonks…” borbottò lei.

“Nymphadora…” continuò lui sorridendo, ricevendo un’occhiata assassina da lei “…Sirius mi ha detto il motivo per cui siamo qui…” la ragazza arrossì...se Sirius gli aveva detto qualcosa allora Remus sapeva che lei…

“Mi dispiace, devi sentirti a pezzi… io avevo detto a Sirius che non ero la persona adatta per tirarti su di morale… ma lui niente… spero solo di non averti annoiata…”

Tonks soppesò le sue parole… Lei sentirsi a pezzi? Per cosa poi? Era lui quello depresso

“Che cosa ti ha detto di preciso Sirius?” chiese riprendendo controllo di se…

“Lo so, probabilmente non me lo doveva dire… era preoccupato per te… e…” tentò di scusarsi lui.

“Remus, cosa ti ha detto Sirius?”

“Mi ha raccontato di com’è finita con il tuo ex, dovevo tirarti su di morale… scusa sono un  disastro…” abbassò lo sguardo

“Ex? Ma io non ho un ragazzo da due anni a questa parte… perché dovrei essere giù?! Era te che dovevo tirare su di… aspetta un attimo!!!” esclamò infine risoluta, battendo un pugno sul tavolo.

“Non dirmi che Sirius…” cominciò Remus fissandola.

“Quel cane!” sbottò la ragazza a voce talmente alta che metà del locale si voltò a guardarla.

 

Le ore successive passarono mentre, camminando nella Londra babbana, architettavano la giusta punizione per Sirius. Dopo varie proposte del tipo “Chiudiamolo nell’ingresso con sua madre…” oppure “Tingiamogli i capelli di verde Skeeter…”, arrivando davanti a Grimmuld Place, concordando di fare gli offesi per un po’.

Quando aprirono la porta, gli accolse il silenzio, gli unici rumori distinguibili erano le imprecazioni di Krecher al secondo piano e il rumore di un bicchiere appoggiato al tavolo.

Sirius era seduto al tavolo della cucina, due bottiglie vuote di whisky incendiario davanti a lui, si apprestava a riempire quello che di certo non era il primo bicchiere di una terza bottiglia. Alla luce sbiadita della lampada i suoi occhi apparivano lucidi ed infiammati e di certo non era solo per i fumi dell’alcool. Remus si diede dello stupido, come aveva fatto a dimenticarsi che il 17 ottobre era il giorno in cui Sirius e James erano riusciti a diventare Animaghi... ma forse se ne era dimenticato semplicemente perchè aveva Tonks al suo fianco, questo pensiero lo fece sentire ancora più in colpa: Sirius aveva fatto in modo che non pensasse al passato, mentre lui l'aveva lasciato da solo in quella casa piena di ricordi.

“Sirius…” Remus entrò cautamente nello spazio visivo dell’amico

“Ehi Moony, come va la vita?” chiese con un sorriso tirato, vuotando in un fiato il bicchiere

“La conosci la mia vita, Paddy…” tentò Remus aprendo leggermente le braccia

“Guarda chi è arrivato James, credi ci sia un bicchiere anche per lui?” Chiese Sirius rivolto alla sedia vuota al suo fianco.

“Sirius, James è morto…” disse cautamente Tonks avvicinandosi a sua volta.

“Lo so Nymphadora, cosa credi! Sono morti per colpa mia…” Dora sorvolò sul suo nome di battesimo, le si strinse il cuore a vederlo in quello stato.

“No Paddy, la colpa è di Wormtail, tu non c’entri niente…” spiegò lentamente il licantropo, sfilando la bottiglia mezza vuota dalle mani dell’amico

“Mi perdoni Remus?”

“E di cosa scusa?” chiese Lupin vuotando la bottiglia nel lavello

“Di non essermi fidato di te…” spiegò Sirius cercando di alzarsi ma ricadendo pesantemente sulla sedia, Nymphadora gli corse accanto

“Non preoccuparti… tutto perdonato…” sorrise dolcemente Remus, mettendo via anche il bicchiere e le bottiglie vuote.

“E tu Tonks, mi perdoni? Ti ho mentito…” disse guardando la ragazza.

“Oh Sirius lascia stare…” sorrise lei appoggiandogli una mano sul braccio.

“E non ti ho portato al Luna Park, 14 anni fa… te lo avevo promesso…”

“Non preoccuparti…” sorrise appena, quella volta mentre Sirius, veniva rinchiuso ad Azkaban, lei c'era andata comunque al Luna Park, perfino arrabbiata del fatto che il cugino si fosse fatto arrestare al posto di portarla sulle montagne russe.

“Credi che Harry mi abbia perdonato, Remus?” il licantropo lo guardò stupito, avvicinandosi.

“Harry ti vuole bene” disse stringendogli una spalla.

“Dovrebbe odiarmi… io ho avuto quel piano geniale… io ho fatto in modo che si fidassero di Peter… io…” la sua voce si ruppe in un sospiro, mentre le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi.

“Coraggio, vecchio mio…” disse Remus tirandolo in piedi “…Ci siamo ancora noi, no?! Harry non è da solo…”

“E non lo lasceremo solo…” aggiunse Tonks, aiutando Remus a sorreggere Sirius. Si scambiarono un’occhiata, stavo già male così non era quello il momento della loro rivincita.

Lo trascinarono su per le scale, impresa assai ardua dato che Black non era intenzionato ad andare a dormire.

Remus aprì la porta della stanza di Sirius, sembrava essere stata staccata da vent’anni prima: gli stendardi rosso e oro brillavano alle pareti, assieme ai poster Babbani di moto e ragazze in bikini, l’unica cosa che si muoveva sulla parete era una foto dei malandrini. A Nymphadora cadde un peso enorme sul petto, Sirius viveva nel passato…

Pochi minuti dopo si chiusero alle spalle il russare di Sirius.

“Mi dispiace per Sirius…” sussurrò lei scendendo le scale assieme a Remus

“Tranquilla, vedrai che domani sarà di nuovo in forma… magari con un bel mal di testa ma con qualche speranza per il futuro… era l’alcool che parlava.”

“Comunque sia… sono stata bene con te oggi! Si potrà ripetere? Omettendo l’arrivo disastroso di un Sirius ubriaco…”

“Sicuro…” sorrise lui.

“Che ne dici di domani, dopo la riunione?” chiese speranzosa, i capelli di un giallo brillante.

“Va bene – sorrise Remus – ma stavolta il locale lo scelgo io…”

“Mica mi porti in una biblioteca?” disse un po' spaventata all'idea.

“Non si può mangiare in una biblioteca…” scosse la testa lui, sorridendo e lasciandola impalata sul pianerottolo.

 

   
 
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