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Autore: genxha    04/12/2021    1 recensioni
La fanfic che state per leggere è il seguito di "you're mu best friend". Questa (anche in questo caso il titolo viene da una canzone) si svolge circa un anno dopo la sua conclusione, ma dovreste poterla leggere anche indipendentemente dall'altra.
Marinette ed Adrien hanno scoperto le rispettive identità segrete ed i sentimenti che provano l'uno per l'altra. Decidono di formare una coppia ma di tenere questo fatto segreto.
Naturalmente continueranno ad essere Ladybug e Chat Noir e combattere contro Papillon, che non ha ancora rinunciato al suo progetto di prendere i loro Miraculous.
Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir - Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il portale creato da Alya sbuca all’esterno, poco lontano dal cratere in cui il sentimostro si era infilato poco più di un’ora prima.

Il gruppo di eroi si ritrova immediatamente circondato da una ventina agenti del GIGN, il reparto antiterrorismo della Gendarmeria in assetto da operazione, elmetto e visiera. I Gendarmi formano rapidamente un cordone attorno al portale, creando una specie di muro con gli scudi, dietro di loro una fila di transenne e molta gente, telecamere, curiosi... Ladybug si mette davanti a Gabriel ma subito inizia una raffica di flash. Lei li ignora mentre un ufficiale, un uomo di mezza età, tarchiato, che porta un berretto invece del casco, si avvicina “Ladybug!” saluta portando due dita alla visiera “Cosa succede? Sappiamo che è stata rapita una ragazza, sta bene?” poi guarda Gabriel “Un attimo… perché il signor Agreste è ammanettato?”

Lei lo guarda “La ragazza rapita è… è al sicuro. Il signor Agreste… ” Ladybug fa una pausa, lanciando un’occhiata a Chat Noir “... dovreste prenderlo in custodia: è Papillon.” L’ufficiale spalanca gli occhi, stupefatto “Cosa?” chiede incredulo, sfilandosi il berretto. “Sì, signore, gli altri possono testimoniare. E anche la sua… assistente. Ci ha aiutati a catturarlo.” spiega Ladybug, guardandolo fisso, mentre il suo Miraculous inizia a lampeggiare. “Mi perdoni ma ho un solo minuto prima di ritrasformarmi” aggiunge, prontamente affiancata da Alya col miraculous del Cavallo, che mostra all’ufficiale il messaggio di Papillon. Ladybug toglie le manette a Gabriel, che anche se non oppone resistenza viene trattenuto da Carapace “E queste mi servono” fa un passo di lato per lanciarle in aria esclamando “Miraculous Ladybug!”.

La nube di coccinelle magiche vortica attorno a loro, riparando la voragine nell’asfalto e avvolgendo anche Ladybug che si concede finalmente un sospiro di sollievo, ormai solo la tensione nervosa la teneva in piedi.

L’ufficiale si gratta il cranio rasato sussurrando qualcosa al microfono dell’auricolare che porta, poi annuisce, alza le spalle e ammanetta Gabriel annunciando “la dichiaro in arresto per sospetto terrorismo”

Ladybug annuisce e guarda Chat Noir “Gattino, lascio la situazione in mano a te, ricarico il mio Kwami e sarò qui in un attimo” avverte, lanciando immediatamente dopo lo yoyo verso il tetto più vicino. Chat Noir la segue con lo sguardo, cercando di non pensare ai paparazzi che si stanno radunando dietro al camion del GIGN.

Con una rapidità sorprendente, gli agenti della squadra speciale fanno salire tutti sul centro operativo mobile. Mentre si avvicinano, i ragazzi concordano di non parlare delle identità segrete degli altri eroi.

Gli agenti li fanno salire sul retro di un grosso camion che funge da centro operativo. L’ambiente è diviso in due da una porta, la parte in cui salgono ha le pareti coperte di monitor e cassetti metallici. Due cassetti sono aperti e contengono altrettante tastiere di computer. I quattro agenti all’interno scendono per far posto ai portatori dei Miraculous, a Gabriel in manette e Nathalie.

Gabriel chiede semplicemente l’assistenza del proprio legale per poi chiudersi in un mutismo ostinato, quindi viene fatto subito scendere e preso in custodia da altri due Gendarmi.

Appena entrata, Nathalie chiede di parlare in privato con l’ufficiale che coordina il corpo speciale.

L’uomo che aveva parlato con Ladybug si apparta con Nathalie. “Signorina Sancoeur, intende collaborare?”

“Sì, signore.” risponde Nathalie, guardando l’uomo negli occhi.

L’agente apre la porta e fa entrare Nathalie in una piccola stanza, con un minuscolo tavolo con di fronte una sedia, su cui fa sedere la donna. Da un cassetto sulla parete l’ufficiale prende un piccolo registratore, lo posa sul tavolo e inizia a registrare alcuni dati per la deposizione, le proprie generalità e registra quelle di Nathalie, infine le fa cenno di iniziare a parlare. Nathalie fa un lungo respiro “Intendo assumermi le mie responsabilità per non aver fatto nulla per fermare Papillon. Anzi per essere stata sua complice per l’ultimo anno e mezzo. Io … io mi sono resa conto che quello che stava facendo non era giusto, che faceva soffrire troppe persone. Purtroppo me ne sono accorta troppo tardi perché mi ero invaghita di.. di Gabriel Agreste. Lui è diventato Papillon perché… voleva riportare in vita la moglie, che si trova in una specie di stato di coma provocato magicamente. Ma nel modo sbagliato. Le parlerò di cose a cui probabilmente non crederà, magie millenarie e gioielli magici, penserà che io sia pazza ma è tutto documentato in un antico libro.”

L’ufficiale alza un sopracciglio, ma la invita a proseguire, e Nathalie riassume il piano del rapimento di Marinette e gli avvenimenti del pomeriggio, ma non fa cenno né all’identità di Ladybug né a quella di Chat Noir. Mentre l’assistente di Gabriel racconta, l’uomo apre di uno spiraglio la porta e mimando il gesto di scrivere, fa cenno a una collega di prendere le dichiarazioni dei ragazzi.

La giovane agente con la coda di cavallo inizia a raccogliere la deposizione di Ryuko, la più vicina a lei. La ragazza giapponese riassume gli eventi del pomeriggio, chiedendo di mantenere il segreto sull’identità di Ladybug e di non svelarla se possibile. La Gendarme si rivela comprensiva e non insiste.

Dopo la deposizione, Ryuko va verso la porta, a fianco della quale è appoggiato Chat Noir con le braccia conserte.

La ragazza lo guarda negli occhi poi si avvicina e gli sussurra all’orecchio “Io… mi dispiace per quello che hai scoperto. Come ti senti?” “Da schifo.” risponde Chat Noir con una voce appena udibile “E ho paura che sarà sempre peggio” Ryuko gli posa una mano sul braccio “Scusa, dovevo arrivarci da sola. Voglio che tu sappia che puoi contare su di me e sulla mia famiglia, per qualunque cosa. Mi spiace Adrien, ma devo proprio andare”. La ragazza si guarda intorno per assicurarsi che nessuno li stia osservando, dà un rapido bacio sulla guancia a Chat Noir ed esce dal camion.

Uno alla volta i ragazzi si siedono a un piccolo tavolo di fronte alla Gendarme che ha interrogato Ryuko e raccontano i fatti del pomeriggio, come d’accordo senza nominare Adrien o Marinette come alter ego di Chat Noir e Ladybug.

Carapace rilascia la sua deposizione e cede il posto ad Alya, che si è allontanata per ricaricare il miraculous del Cavallo e adesso ha di nuovo il miraculous attivo.

Passando accanto a Chat Noir, Carapace lo abbraccia prendendolo alla sprovvista ed esce senza dirgli nulla.

 

Ladybug scende in una stradina dietro l’edificio su cui è salita, al riparo da occhi indiscreti, appoggia la schiena a un muro e si lascia lentamente scivolare fino a sedersi a terra mentre la trasformazione si interrompe. La ragazza prende Tikki tra le mani a coppa e sente subito gli occhi riempirsi di lacrime. “Tikki” sussurra “io… sono così felice, non sai quanta paura ho avuto!”poi dà alla piccola creatura un biscotto. Tikki sorride all’amica poi con aria preoccupata “Stai bene?” le chiede vedendola piangere all’improvviso.

Marinette annuisce, asciugandosi le guance col dorso della mano “Sto.. credo, sì, credo di sì” fa una pausa, cercando di respirare profondamente senza gran successo “Non … non credevo che Papillon… “ la ragazza porta la mano libera alla bocca “povero Adrien, sarà terribile per lui, e l’ho lasciato da solo. Dobbiamo tornare dagli altri subito e…”

Marinette si guarda intorno spaesata, alzandosi “No, no, no, “ il respiro accelerato “prima devo avvertire mamma e papà, credo di averli visti dietro le transenne e…”

Tikki la interrompe “Marinette, cerca di calmarti adesso. Va tutto bene, ora sei al sicuro, respira… avanti! Guardami! Respira… “ la kwami vola davanti al naso di Marinette “Mari! Inspira... espira… Inspira... espira…”

Marinette la guarda seguendo faticosamente le sue istruzioni e finalmente, dopo una lunga serie di respiri profondi inizia a calmarsi.

“Come ti senti ora?” chiede Tikki visibilmente preoccupata.

“Un po'… meglio…” risponde Marinette tra un respiro e l’altro, asciugandosi la fronte imperlata di sudore con la manica. “Pensi di farcela ad andare dai tuoi? Ti vorranno riportare a casa però, come facciamo?” chiede la Kwami.

Marinette prende il telefono con le mani che tremano ancora leggermente “Non credo di riuscire a parlare a mamma e papà senza farli preoccupare. Manderò un messaggio, dico che Ladybug mi ha riportata a casa… Con questo caos ci metteranno almeno un’ora a tornare e avrò il tempo di andare a vedere come sta Adrien e tutto il resto…” spiega, mentre compone un messaggio e lo spedisce “Tikki, trasformami!” conclude subito dopo, risalendo sul tetto con lo yo yo e atterrando pochi secondi dopo di fronte al centro operativo della Gendarmeria. Come sempre, trasformarsi la fa sentire più sicura di sé.

Gli agenti fanno entrare Ladybug e lei si precipita da Chat Noir, che aspetta il suo turno per testimoniare in piedi accanto alla porta.

La Gendarme minuta con i capelli legati in una coda di cavallo è seduta a un tavolino di fronte a Honey Bee e sta raccogliendo anche la sua deposizione.

Mancano solo Chat Noir e Ladybug, che lo prende discretamente per mano. “Ce la fai?” gli sussurra.

Chat Noir la guarda, la mascella visibilmente contratta “Devo. Meno ci penso meglio è, ma dovrò scappare a casa, sperando che non ci sia già mezza Parigi. Senza contare che il Gorilla mi starà cercando e non possiamo certo rivelare chi siamo.” risponde Chat Noir in modo appena udibile.

Lei gli stringe la mano un po’ più forte “Non dire nulla sulle nostre identità. Sempre che tuo… che Papillon non decida di dire lui chi siamo. Cercherò di convincere le autorità a tenere le nostre identità segrete. Riguardo al Gorilla, che ne dici di usare di nuovo il Miraculous del Cavallo? Volpe Rossa ce l’ha ancora ed è qui fuori, diglielo.” vedendo del movimento dall’altra parte della stanza, Ladybug taglia corto “Ci vediamo questa notte, all’1 al solito posto. Ti amo.” sussurra stringendo ancora la mano del ragazzo “Vado io” conclude ad alta voce quando Honey Bee si allontana dalla ragazza con la coda di cavallo, prendendo il suo posto davanti alla giovane poliziotta.

 

Dopo la deposizione, Marinette riesce ad arrivare a casa appena in tempo, pochi istanti prima dei suoi genitori, accompagnati dal Brigadiere Raincomprix. Il poliziotto, con un tatto inaspettato da parte sua, si fa raccontare tutti dettagli possibili del suo rapimento. La ragazza è ancora molto a disagio nel ripercorrere quell’esperienza e deve interrompersi un paio di volte. “Come Ladybug” riflette guardandosi le mani che tremano leggermente “era tutto molto più facile”.

Quando Marinette finisce di raccontare, dopo quasi un’ora, si trova stretta nell’abbraccio di entrambi i genitori. Il Brigadiere è soddisfatto delle risposte, ringrazia Marinette per l’aiuto, saluta calorosamente e si avvia alla porta..

Prima che il corpulento poliziotto esca, Marinette prende un lungo respiro e lo ferma sul pianerottolo “Brigadiere… Papillon è… sì insomma, il signor Agreste… Credo che il povero Adrien stia già soffrendo abbastanza per la notizia, potreste cercare di essere discreti? Tutti i settimanali e le tv avranno una troupe pronta davanti alla villa. Io e lui andiamo alla stessa scuola, sono sicura che lui non sa niente di questa faccenda.”

Raincomprix guarda Marinette un po’ stupito dalla sua richiesta “Beh… Certamente, Marinette, faremo del nostro meglio per evitare i media. Ed… è encomiabile dopo quello che hai passato la tua preoccuparti del tuo amico.” risponde, posando una manona sulla spalla di Marinette.

Lei arrossisce leggermente “Grazie..” sussurra, improvvisamente interessata alle piastrelle del pavimento, mentre l’altro la saluta portando due dita alla visiera del berretto e scende le scale.

 

Chat Noir racconta ai Gendarmi i fatti del pomeriggio, omettendo la propria identità. L’ufficiale, l’uomo calvo e tarchiato, non insiste e anzi si dimostra molto comprensivo, notando il nervosismo del ragazzo.

Dopo una quindicina di minuti che a Chat Noir sembrano un’eternità, l’eroe è libero di andare. Appena uscito dal camion si avvicina ad Alya che ha ancora attivo il miraculous del Cavallo, la prende sottobraccio e usando il bastone come asta raggiunge il tetto di fronte. Alya crea un portale e, come qualche ora prima, i due emergono da uno identico nel bagno attiguo alla camera di Adrien, dove la ragazza si lascia sfuggire un fischio sommesso “Ehi, Micetto! Il bagno della tua stanza è più grande di camera mia!”. Lui mette una mano dietro la nuca imbarazzato e fa un sorriso tirato “grazie del passaggio … ora inizia la parte difficile. Plagg, ritrasformami”.

Alya guarda Adrien, strizzando gli occhi per la luce, poi inaspettatamente lo abbraccia stretto. “Mi dispiace tanto, per...tutto quello che ti è capitato.” sussurra, trattenendo le lacrime “Se hai bisogno di qualsiasi cosa basta chiedere, ok?”

Lui esita un istante, poi ricambia la stretta “Ancora grazie Alya, sapevo di avere degli amici meravigliosi ma non pensavo così.”

Alya si scioglie dall’abbraccio e sorride ad Adrien “Grazie del complimento... Ora è meglio che vada. A più tardi!” annuncia, infilandosi nel portale ancora aperto.

 

Marinette chiude la botola di camera sua e posa le due spille dei Miraculous della Farfalla e del Pavone sulla scrivania. Immediatamente i Kwami dei due gioielli appaiono e tutti gli altri escono dalla Miracle Box per radunarsi attorno alla Guardiana e ai due nuovi arrivati.

Tutti i Kwami si mettono a parlare tra loro contemporaneamente, tempestando Nooro e Duusu di domande.

Marinette lascia fare, poi guarda Tikki “Controlla che non facciano disastri, io…” sfila le scarpe e inizia a spogliarsi, lasciando i vestiti in terra “devo togliermi di dosso questa giornata”. Tikki guarda la schiena nuda di Marinette sparire dietro la porta del bagno, una scia di indumenti sul pavimento.

Qualche secondo dopo si sente l’acqua della doccia scorrere e un lieve tonfo. I Kwami smettono di parlare e si scambiano uno sguardo preoccupato. Tikki passa attraverso la porta e trova Marinette seduta sul pavimento della doccia, l’acqua che le scorre addosso, le braccia a circondare le ginocchia, scossa da singhiozzi incontrollabili.

Tikki le vola davanti al viso, preoccupatissima “Marinette!” la chiama, senza ottenere risposta “MARINETTE!” prova più forte, avvicinandosi

Dopo un attimo la ragazza alza gli occhi, sbattendo le palpebre per l’acqua che le scende sul viso “Tikki… cosa faccio?” chiede, tra i singhiozzi “Abbiamo i miraculous ma io.. non so che fare! E Adrien! Suo padre è Papillon e lui… sarà… sarà devastato. Io… io non so come aiutarlo!” ricomincia a piangere, le lacrime si mescolano all’acqua “Non so nemmeno cosa devo fare adesso, come accidenti lo aiuto? E poi io.. ”

"Troverà… troveremo una soluzione, ne sono sicura! Dovresti chiedere anche agli altri di aiutarti, non devi prenderti tutto il peso da sola. E vedrai, ora andrà meglio, avete tolto i miraculous a Papillon! L’avete battuto!”

“No! L’hanno battuto! Gli altri! Non io! Io sono stata INUTILE! La peggior Ladybug!” sbotta Marinette, fissando Tikki.

“Marinette… non dire così! Forse in quel combattimento non hai fatto niente ma… ma se non ci fossi stata tu, non saremmo mai arrivati a quel punto! Sei stata TU, come Guardiana, che hai lasciato i miraculous ai tuoi amici, Chat Noir sarebbe stato da solo contro Papillon e Mayura e…” Tikki guarda a terra “li avrebbe attaccati a testa bassa e non avrebbe avuto speranze. Avete battuto Papillon perché… perché tutti erano lì CON TE, Marinette! E poi sei la miglior Ladybug che io abbia mai avuto! Credimi!”

La ragazza distoglie lo sguardo da Tikki, restando immobile ad occhi chiusi sotto il getto d’acqua tiepida, e dopo qualche minuto finalmente smette di singhiozzare.

“dici… dici davvero?” chiede con un filo di voce.

“Certo Marinette! Devi credermi! Nessuno aveva fatto le cose che hai fatto tu.. Hai salvato me e Plagg usando tutti i miraculous! Nessuno ci era riuscito!”

Marinette riapre gli occhi e guarda di nuovo Tikki “Grazie” sussurra.

La ragazza sospira, alzando il viso verso il getto d’acqua, poi si alza lentamente in piedi per chiudere il rubinetto. Esce dalla doccia e si guarda il viso allo specchio, togliendo l’appannatura dal vetro con la mano “Accidenti…” borbotta notando gli occhi rossi e gonfi “guarda che roba… spero che Adrien non si preoccupi troppo, stanotte.”

Marinette rabbrividisce leggermente, allungando il braccio per prendere l’accappatoio rosso appeso dietro la porta e indossarlo, aggiungendo poi un asciugamano attorno ai capelli bagnati.

Marinette esce dal bagno, raccogliendo i vestiti che ha lasciato sul pavimento. Li piega alla meglio e toglie la spilla sulla giacca, mettendola nel portagioie. I Kwami la osservano in silenzio. “Scusatemi” dice “non credo che si addica a una Guardiana farsi vedere in questo stato”.

Nooro si stacca dagli altri avvicinandosi “Non preoccuparti, Guardiana” lei lo corregge “Marinette”, sorridendo.

“Marinette” continua il Kwami della farfalla “Percepisco molto bene le emozioni, mi dispiace per quello che stai passando. Io e Duusu vorremmo scusarci per quello che ci ha costretti a fare il mio ehm… padrone. So che ha fatto soffrire molte persone, purtroppo non potevamo opporci alla sua volontà”.

“Lo so” risponde Marinette ”non è stata colpa vostra, non dovete scusarvi. Siete stati solo degli strumenti nelle mani di un folle. Ora non dovete più sottostare ai suoi ordini, anche tu Duusu, siete finalmente liberi. Non so cosa succederà ora, ma questo è certo.”

Nooro la guarda “Un folle, hai ragione, anche se all’inizio Gabriel voleva solo svegliare sua moglie Emilie dallo stato in cui è caduta dopo aver usato un miraculous danneggiato. L’intento di Gabriel era… in un certo senso era buono. Poi ha iniziato a … ad approfittare del potere del mio Miraculous e rifiutarsi categoricamente di ascoltare i miei avvertimenti.”

”Forse posso comprendere cosa provava. Ma quello che ha fatto è profondamente ingiusto. Usare il miraculous per uno scopo personale e soprattutto approfittando di persone che soffrivano. No, quello che ha fatto non è giustificabile.” risponde Marinette “E come trattava Adrien, come può una persona del genere dire di amare qualcuno?”

Duusu interviene “No, non è giustificabile, hai ragione, Marinette. Tuttavia Emilie stava usando il mio Miraculous per aiutare altre persone. Purtroppo era danneggiato e… per quella ragione non ho potuto avvisarla del rischio che stava correndo. Prima che se ne potesse accorgere e piombata in... quello stato.” il Kwami fa una pausa, lo sguardo basso, poi riprende a parlare “Gabriel all’inizio voleva solo risvegliare la sua amata, poi beh, sapete com’è andata. Anche la signorina Nathalie, quando ha usato il miraculous danneggiato ha avuto delle conseguenze, ma nel suo caso sono state temporanee, perché l’ha usato molto meno.”

“Ora che il Miraculous è stato riparato, possiamo svegliare Emilie, in qualche modo?” chiede Marinette, cercando di ricordare il contenuto del grimorio di cui ha studiato una copia digitale.

“No, sfortunatamente, a meno di usare i Miraculous della Distruzione e della Creazione insieme.” spiega Nooroo.

Tikki spalanca gli occhi: ”É escluso: farlo creerebbe uno squilibrio troppo pericoloso, si modificherebbe la realtà in modo imprevedibile o addirittura distruggere i Miraculous, sarebbe terribile. Nessuno, da quando sono stati creati, li ha mai usati in quel modo e non sappiamo cosa potrebbe accadere. E poi il Desiderio avrebbe un prezzo che non sappiamo quale sia.”

“Esattamente. Purtroppo non possiamo fare nulla per Emilie, mi dispiace.” aggiunge il kwami del Pavone, sempre con lo sguardo basso.

“Povero Adrien, sapere che sua madre è in quello stato” sussurra Marinette, un nodo a chiuderle la gola “dev’essere orribile per lui” Tikki le si avvicina e le sfiora una guancia. Anche Daizzi, il Kwami del miraculous del maiale si avvicina a Marinette e le tocca la mano, lei lo guarda con un sorriso malinconico.

La ragazza resta in silenzio per qualche istante, osservando i Kwami con un sospiro, poi si asciuga rapidamente una lacrima col dorso della mano: “Vorrei che rientraste tutti nella Miracle Box, adesso. Non possiamo permettere che qualcuno vi veda, dovrei spiegare troppe cose e… Beh c’è la mia identità segreta… Anche se ora non abbiamo un nemico, potremmo averne in futuro. Mi dispiace che non possiate uscire.” dice, con aria dispiaciuta.

Tutti i Kwami annuiscono, comprensivi, e rientrano nella Miracle Box, eccetto Tikki “sarà meglio che scenda. Non voglio far preoccupare mamma e papà” commenta Marinette aprendo l’armadio per vestirsi.

 

Adrien guarda il portale scomparire, poi con un altro sospiro esce dal bagno, sedendosi alla scrivania “Plagg, dobbiamo scoprire dov’è mia madre. Forse possiamo fare qualcosa…”

Plagg, insolitamente serio, si posa sul piano del tavolo, di fronte ad Adrien “No, Gattino” lo interrompe “L’unica cosa che potrebbe servire è il Desiderio. Unire il tuo Miraculous e quello di Codini.”

Il ragazzo guarda fisso il piccolo Kwami “Era quello che voleva fare mio padre, ma per averli ha fatto quello che ha fatto. Noi invece…”

Plagg lo interrompe di nuovo “Invece niente! Usare i miraculous in quel modo crea uno squilibrio troppo pericoloso: nessuno dei Portatori l’ha mai fatto perché potrebbe portare alla totale distruzione di… beh tutto quanto. Verrebbe poi ricreato, ma per farlo deve avvenire uno scambio. Per tutto quanto viene creato, qualcosa sarà distrutto e viceversa. Gli stessi miraculous potrebbero essere distrutti, ma non lo sappiamo: come ti ho detto, proprio per questi rischi nessuno l'ha mai fatto.”

Plagg fa una pausa, volando davanti al viso di Adrien

“Se i miraculous venissero distrutti è possibile che io e Tikki perdiamo la possibilità di interagire con il mondo… Gattino, questa non sarebbe una cosa positiva, proprio per niente. Insomma, scordatelo, è troppo pericoloso.”

“Credo di capire” fa Adrien, un nodo alla gola. “Quindi non ci resta che dirle definitivamente addio.” commenta, con un filo di voce.

In quel momento, Adrien sente bussare alla porta. “Avanti” dice, dopo un paio di respiri per avere un tono di voce normale.

La porta si apre e il Gorilla fa cenno ad Adrien di seguirlo, come al solito senza dire una parola. Il ragazzo, incuriosito, lo segue mentre scende nell’atrio, dove si trovano il Brigadiere Raincomprix e un paio di Gendarmi in uniforme. Adrien non riconosce le uniformi, ma a giudicare dalla quantità di decorazioni sulle giacche devono essere degli ufficiali.

“Adrien...” esordisce Raincomprix

“Brigadiere? Come mai qui? É successo qualcosa?” chiede Adrien esibendo la sua migliore faccia da poker.

“In realtà sì. Vedi, tuo padre è in custodia presso la Gendarmeria, sospettato di essere… Papillon!” spiega Raincomprix, senza troppi preamboli.

Adrien spalanca gli occhi “Cosa? Ma se era nel suo studio...”

Raincomprix scuote la testa ed avanza di un paio di passi, riassumendo con calma gli eventi del pomeriggio. Adrien ha il suo da fare a fingersi sorpreso nei momenti giusti, anche se non gli costa la minima fatica apparire preoccupato per Marinette.

“Se hai qualche parente da contattare, credo tu debba farlo.” aggiunge il poliziotto dopo la spiegazione.

Fa una lunga pausa, poi prosegue, a disagio “Tuo padre resterà in custodia mentre indaghiamo. La signorina Sancoeur sta collaborando con informazioni molto utili. Sarebbe meglio che lasciaste la villa, appena saranno pronti i documenti necessari arriverà qui una squadra della Gendarmeria per le indagini scientifiche. Adrien, sarebbe meglio che ci fosse qualcun altro della tua famiglia qui con te.” aggiunge il poliziotto.

Adrien si guarda intorno, nel frattempo nell’atrio si erano radunato il personale della casa, il cuoco, la cameriera e Baptiste, altrimenti noto come Gorilla “Beh, c’è solo zia Amélie, ma è a Londra. La avverto subito.” il biondo si volta verso la sua stanza, dove ha lasciato il cellulare.

Appena lo prende in mano, l’apparecchio inizia a vibrare, ricevendo come minimo un centinaio di notifiche di messaggi e chiamate perse. Venticinque di Chloé, che Adrien non sentiva da quando avevano cambiato scuola. Adrien decide di usare il telefono fisso e avvertire la zia, che dopo un attimo di sbigottimento per la notizia, gli dice che avrebbe prenotato il primo treno e sarebbe arrivata a Parigi in tarda serata.

Tornando nell’atrio, il Gorilla sta facendo entrare nientemeno che il sindaco di Parigi e padre di Chloé. Nessuna traccia della biondina, ma dallo spiraglio della porta Adrien viene abbagliato da decine di flash.

Raincomprix si gira di scatto, prende la radio e abbaia qualche ordine secco, poi viene affiancato dal sindaco, che in tono serio si rivolge ad Adrien “Adrien, mi dispiace per quello che è successo, vedrai che si risolverà.. Sono qui per dirti che l’hotel Le Grand Paris è a tua disposizione per quanto tempo vorrai, mia figlia ha insistito molto perché venissi io, lei è a New York.

Adrien mette una mano dietro la nuca, imbarazzato “G-grazie signor Bourgeois… Chiamerò Chloé quanto prima. Accetto volentieri la sua ospitalità… ma aspetterò mia zia e decideremo insieme il da farsi. Ancora grazie.”

Il Sindaco si congeda dopo qualche frase di saluto e quando lascia la villa i giornalisti sono stati fatti allontanare. Raincomprix e i due Gendarmi escono pochi minuti dopo, mentre Adrien torna nella propria stanza per riempire una borsa con qualche effetto personale per, eventualmente, pernottare nell’hotel.

 

La notizia ormai ha fatto il giro dei media: non si parla d’altro che dell’arresto di Gabriel Agreste per il rapimento di una ragazza, per sospetto terrorismo e per essere stato Papillon.

Fortunatamente nessuno ha scoperto l’identità della ragazza rapita, ma il programma di Nadia Chamak ha di nuovo mandato in onda, per l’ennesima volta, il filmato di Nathalie, dei portatori dei Miraculous e Gabriel ammanettato scortati dagli uomini del GIGN.

La giornalista snocciola una serie di ipotesi totalmente campate per aria sul motivo per cui Gabriel sia diventato Papillon, e annuncia un talk show con esperti di terrorismo e psicologia per la tarda serata e uno speciale per il giorno seguente, l’antivigilia di Natale.

In basso sullo schermo scorrono alcuni titoli:

“Dove sono ora Ladybug e Chat Noir?”

“Chi era la ragazza rapita?”

“Cosa nasconde la monumentale Villa Agreste?”

“Perché il più famoso stilista di parigi creava degli akumizzati vestiti così male?”

Dopo cena Marinette guarda con crescente preoccupazione i siti di informazione e gossip, disseminati di immagini di Gabriel e Adrien, incluse alcune in cui il Sindaco entra a Villa Agreste e dalla soglia si intuiscono all’interno le sagome di Raincomprix, del Gorilla e di Adrien. Specialmente sui siti di gossip fioccano le ipotesi più assurde su Papillon.

I social network della Maison sono stati temporaneamente chiusi, sommersi da una marea di insulti e messaggi d’odio.

“Forse dovremmo andare a parlare con i media, Tikki… Una dichiarazione ufficiale di cosa abbiamo fatto..” riflette Marinette, appoggiata alla scrivania, gli occhi fissi sul monitor del computer.

“Credo che sia una buona idea, potreste parlarne questa notte e organizzare una… come si chiama… conferenza stampa” concorda la Kwami.

Marinette sbuffa, poi spegne il PC e si alza dalla scrivania, salendo sul soppalco “Lo faremo. Cerco di riposarmi un po’ prima della nostra uscita, Tikki.” commenta, sdraiandosi vestita sul letto. La ragazza dopo la doccia aveva indossato un paio di pantaloni della tuta e una felpa rosa col cappuccio. Nonostante la giornata che aveva passato, Marinette rimane sveglia a fissare il soffitto, la mente in subbuglio, assalita da mille dubbi.

Dopo un tempo che le sembra infinito, Marinette si mette a sedere sul letto: “Lo so che siamo in anticipo ma…. andiamo.” sbotta.

La Kwami annuisce “come vuoi, Marinette, sono pronta.”

“Tikki, trasformami!” declama la ragazza, trasformandosi, aprendo la botola e uscendo nell’aria gelida.

Qualche minuto dopo, con mezz’ora d’anticipo, Ladybug arriva al luogo dell’appuntamento, un punto invisibile dalla strada del tetto della cattedrale del Sacre Coeur.

Ladybug posa i piedi sulla terrazza e subito nota un movimento dalla parte opposta: Volpe Rossa, che le si avvicina salutandola con la mano

“Anche tu in anticipo eh?” esordisce Ladubug, poi, senza preavviso, Volpe Rossa colma la distanza tra loro e l’abbraccia.

Ladybug trasalisce per il gesto inaspettato. poi sussurra “Alya… per fortuna che ci sei. Io....” ricambia la stretta, aggrappandosi quasi a Volpe Rossa, gli occhi lucidi di lacrime “io non so cosa fare.”

“Tranquilla, vieni, sediamoci” risponde Volpe Rossa, mettendo un braccio attorno alle spalle dell’amica e portandola verso un piccolo rialzo alla base della cupola, su cui le due si siedono.

“Ci sono qua io, e ti aiuteremo tutti... Per cominciare, quando ho accompagnato Adrien stava bene, tutto considerato. Te lo dirà lui tra poco, quando arriverà” prosegue “Non preoccuparti, ok? Dai, il peggio è passato, se non altro non dobbiamo più combattere contro le Akuma. Sì, non sarà facile per Adrien, ma con te accanto… con tutti noi accanto... vedrai che andrà tutto bene”.

“Lo.. lo so che posso contare su di te.. e sugli altri ma…” dice a bassa voce Ladybug, guardando Volpe Rossa negli occhi.

“Niente ma” la interrompe l’altra “se sono la tua migliore amica c'è un motivo, no? Per qualsiasi cosa, conta su di me!” “D’accordo Alya… è che sono preoccupata. Non solo per me, per Adrien… sapere che sua madre… insomma non poter fare niente è...” risponde Ladybug, con lo sguardo triste.

“Ti capisco ma.. ma ce la faremo. Avanti, non per niente sei tu quella che ha sempre la soluzione! Aspettiamo gli altri, saranno qui a momenti.” commenta Volpe Rossa, notando lo sguardo di Ladybug nella penombra.

“Vieni qui...” aggiunge, abbracciandola di nuovo.

 

Chat Noir arriva al luogo dell’appuntamento in perfetto orario, raggiunto immediatamente dopo da Carapace, Ryuko e Honey Bee, che nel trambusto non è riuscita a restituire il Miraculous dell’Ape a Ladybug.

Subito il ragazzo si precipita ad abbracciare Ladybug “Finalmente” sussurra stringendola, mentre lei lo guarda con quello sguardo dolce che riserva solo a lui. “Mon Minou… come stai? Mi dispiace tanto per la tua mamma” dice Ladybug, sussurrando all’orecchio di Chat Noir e ricacciando indietro le lacrime.

Lui, sempre stringendola “Sto… bene. Grazie, amore” risponde, in modo che solo lei possa sentirlo, poi la lascia andare e guarda gli altri, mettendo una mano dietro la nuca “Scusate…”.

“Non c’è problema!” risponde Carapace “oramai il gatto è uscito dal sacco, no?” continua Volpe Rossa, sorridendo.

Ladybug si ricompone e fa un passo avanti, mettendosi al centro del gruppetto “Vi ho chiamati qui per fare il punto su quello che è accaduto e che succederà. Sappiamo perché Papillon ha fatto quel che ha fatto, purtroppo non possiamo fare nulla per… “ si ferma e dà un’occhiata a Chat Noir “Madame Agreste.”

“Per adesso vi lascerò i Miraculous che avete già, non si sa mai, naturalmente dovremo continuare a mantenere il segreto. Se Papillon dovesse svelare le identità mie e di Chat Noir potrebbe essere un problema, ma lo affronteremo quando capiterà.” prosegue la ragazza.

Chat Noir chiede la parola “Ehm, Ladybug… ragazzi… io… per qualche giorno dovrò lasciare Parigi” cinque paia d’occhi si posano sgranati su di lui “Mia… mia zia vuole che vada a Londra da lei finché non termineranno i rilievi alla villa. Io ho insistito per tornare qui dopo perché… perché la mia vita è qui.”

Ladybug lo guarda ancora, poi gli getta le braccia al collo “L’importante è che tu torni!”

“Ma certo, non abbandonerei mai la ragazza che amo, lo sai” risponde Chat Noir, improvvisamente serio, avvicinando il viso a quello di Ladybug, che annuisce quasi impercettibilmente, poi sussurrando “nemmeno io” si alza sulla punta dei piedi e bacia il ragazzo sulle labbra, le guance rosse come la maschera.


Nota

Siamo finalmente giunti alle battute finali: manca l'ultimo, o gli ultimi due capitoli, ho pronta la scaletta ma non ho ancora bene idea di quanto sarà lungo quello che intendo raccontare.

Spero comunque che finora la storia vi piaccia... dai lasciatemi dei commenti e delle recensioni, che sono il carburante per continuare a scirvere!!

   
 
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