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Autore: giuliacaesar    08/12/2021    3 recensioni
⚠️POTREBBE CONTENERE SPOILER DEL MANGA DAL CAPITOLO 290 IN POI⚠️
La vita a volte ci pone davanti a delle scelte, facili o difficili che siano. Se ne scegliamo una non sapremo mai il finale dell'altra, il che ci porta a porci una serie infinita di domande che iniziano con un "e se...".
«Ha presente cosa sono gli otome game?» [...] «Insomma, quello che voglio dire è che in base alle scelte che fai ti ritrovi finali diversi, no? Quello bello, quello brutto e, a volte, quello neutrale. Basta una sola azione per compromettere il risultato finale, come nelle equazioni di matematica. Ecco, in quella stanza di ospedale potevo scegliere due strade che mi avrebbero portato a due finali differenti.».
E se... Enji fosse andato alla collina Sekoto quella fredda serata d'inverno?
ATTENZIONE! Il rating potrebbe cambiare!
Pubblicata anche su wattpad su @/giulia_caesar
Ispirazione: @/keiidakamya su Twitter e @/juniperjadelove su Twitter e Instagram.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dabi, Endeavor, Hawks, League of Villains, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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PROLOGO - IL PRIMO PASSO É SEMPRE IL PIÙ DIFFICILE


Il salottino d’attesa dello psicologo aveva tutto ciò che gli serviva per essere confortevole: poltroncine con cuscini morbidi e profumati, il pavimento di legno scuro riscaldava l’ambiente dandogli la sensazione di essere a casa di sua nonna, il tavolino di fronte a lui era colmo di riviste di ogni genere e, infine, la libreria che sovrastava il camino – ormai chiuso con un pannello – permetteva di distrarsi leggendo i titoli dei vari libri che vi erano sopra. Todoroki Touya, però, non riusciva a rilassarsi nonostante tutte le attività che avrebbe potuto fare in quel salotto. Parlare con il segretario dello psicologo, impegnato a ticchettare sul suo computer, alzarsi a guardare i titoli dei libri o prenderne uno da leggere sembravano azioni impossibili da compiere. Per non parlare dell’aprire uno dei giornali, non voleva assolutamente ritrovarsi qualche faccione di proheroes davanti, non dopo quello che era successo. Tutto ciò che riusciva a fare era muovere la gamba su e giù come un matto, anzi probabilmente si stava muovendo da sola contando da quanto tempo era lì. Si mise ad osservare il posto ancora un’altra volta, nel vano tentativo di calmarsi: la scrivania del segretario con un bastoncino di incenso affianco, l’orologio a pendolo alla sua destra, la libreria a sinistra con il camino spento, il tavolino di fronte a sé, la poltrona rossa accanto a lui, la porta dell’ufficio dello psicologo con la targhetta dorata.  

Professor Miura Tadashi, 

Psicoterapeuta e psicologo del lavoro specializzato nel supporto psicologico di proheroes, sidekick e aspiranti eroi, 

Psicologo scolastico presso la Yuuei Academy”. 

Aveva sempre cercato di evitare quel luogo come la peste, non tanto per qualche disgusto e repulsione verso queste figure, ma per puro e semplice terrore. Già faceva fatica ad aprirsi alla sua stessa famiglia, figuriamoci a un totale estraneo pronto a diagnosticargli chissà quale malattia mentale e riempirlo di farmaci. Assolutamente no, Touya aveva i suoi problemi e se li sarebbe risolti da solo, come sempre. Insomma se l’era cavata fino a 24 anni, poteva farcela per un altro po’, no? Eppure, in quel luogo ci era entrato di sua spontanea volontà, anche se riluttante e completamente terrorizzato. 

«Signorino Todoroki, tutto bene? Posso offrirle un tè?». 

La voce calma e rilassante del segretario si insinuò nella testa di Touya con prepotenza riportandolo alla realtà. Non aveva sentito un accidente di quello che gli aveva detto e si ritrovò ad annuire per non sembrare maleducato. Il segretario, Namie Masuhiro come recitava la targhetta, gli sorrise alzandosi dalla sua postazione per andare a fargli un tè nel cucinino dietro le poltrone. Dopo qualche minuto ne uscì fuori con due tazze fumanti che depose nel tavolino di fronte a Touya, il quale lo ringraziò con un filo di voce. Per poco non si ustionò le labbra screpolate con il tè, ma, testardo e orgoglioso come pochi, fece finta di nulla rimettendo la tazza sul piattino con calma glaciale. Masuhiro si sedette sulla poltroncina di fianco lui per prendere una pausa, rivolgendogli di nuovo la parola: «Sembra agitato, è la prima volta?». Touya, colto in fragrante, annuì ancora una volta, più per la lingua bruciata che per altro. 

«Oh, è normale, non si preoccupi. Il signor Miura è il migliore in questo campo! Lei cerchi di rilassarsi e andrà tutto per il meglio.». 

Questo sì che serve a rilassarmi, adesso mi sento decisamente meglio! - pensò ironicamente il ragazzo – non è che se mi dici “non preoccuparti” allora smetto di preoccuparmi. Ti prego, tornatene a digitare su quella tastiera fastidiosa. 

Invece gli rispose con un cordiale “Grazie del consiglio” riponendo poi la sua attenzione sulla tazza di tè ormai mezza vuota come se fosse un tesoro inestimabile. Passarono il resto del tempo in silenzio a finire di bere, per gioia di Touya. La bevanda calda però lo stava aiutando a distendere i nervi, tant’è che si grattò distrattamente l’occhio destro bendato. Una fitta di dolore, come se gli venisse trapassato l’occhio con una spada, lo fece piegare a metà con un lamento. Masuhiro fu subito pronto a offrirgli una pomata o del ghiaccio, che prontamente il ragazzo rifiutò. 

Sopporta e impara dal dolore si ripeteva. Non doveva dimenticare cosa e soprattutto CHI lo aveva ridotto così. Fragile, come non lo era da tempo, rotto in più parti, dolorante e ferito. Si era ripromesso di non farsi più ridurre in quello stato da nessuno, eppure ci era ricaduto come un frutto troppo maturo cade dall’albero, sfracellandosi completamente al suolo. 

La porta dell’ufficio del signor Miura che si apriva gli fece alzare lo sguardo e l’agitazione e l’ansia di prima ripiombarono su di lui come una coperta pesante e bagnata. Col cazzo che quel tè schifoso lo aveva aiutato, ora era di nuovo al punto di partenza. Il groppo in gola non voleva sciogliersi nemmeno dopo che aveva finito di bere il tè. Vide uscire dalla porta un altro prohero che saltellava aggrappato alle stampelle e che gli rivolse un triste sorriso, poi questo si voltò verso il professore e, dopo avergli stretto la mano, se ne andò. Una volta sparito dietro l’ingresso, il professor Miura rivolse la sua attenzione a Touya. 

«Prego, signorino Todoroki, si accomodi nel mio ufficio.». 

Touya si alzò sulle sue gambe tremanti dirigendosi verso l’ufficio, anche se il suo primo istinto sarebbe stato quello di fuggire come un coniglio. Più si avvicinava all’apparentemente affabile professor Miura con il suo sorriso rassicurante e gli occhiali tondi, più gli sembrava un leone pronto a mangiarselo in un minuto. Tremando come una foglia entrò nell’ufficio quasi come se stesse entrando in una casa dei fantasmi, ma ne rimase piacevolmente sorpreso, si aspettava il classico studio dei film con la poltrona reclinata, invece sembrava quasi l’ufficio di suo padre. Una scrivania di legno scuro di fronte alla finestra, coperta da tende bianche che facevano filtrare la luce del sole illuminando l’ambiente, due poltrone arancioni che stonavano così tanto col resto da rendere la scena quasi comica e infine un’altra libreria colma di altri libri, di psicologia presumeva, accompagnati da foto di famiglia e amici. 

Il professor Miura lo superò per andarsi a sistemare dietro la scrivania e con un cenno della mano rivolto verso le poltrone disse: «Si sieda pure.». 

Touya deglutì e con gambe traballanti si sedette su una delle poltrone. Casualmente era quella più lontana dalla scrivania del professore. Casualmente. 

Il professore ridacchiò al gesto di Touya e gli rivolse di nuovo la parola. 

«Allora, signorino Todoroki, prima di iniziare vorrei che ci conoscessimo meglio. Inizio io, se vuole. Mi chiamo Miura Tadashi, sono laureato in Psicologia con specializzazione in psicoterapia e supporto psicologico di proheroes, sidekick e aspiranti eroi. Sono sposato da ben 30 anni con mia moglie Kiyoko e abbiamo due bellissime figlie, Maki e Ayame. – indicò le svariate foto poste sulla libreria e sulla scrivania – Nel tempo libero mi piace pescare e sono un gran appassionato di moto e di macchine da corsa. Cosa mi può dire di lei, signorino To-». 

«Mi chiami Touya, per cortesia, e mi dia del tu. Santo cielo, avrà l’età di mio padre, mi fanno senso tutti questi formalismi.» lo interruppe il ragazzo. 

Il professor Miura non sembrò turbato dalle parole di Touya e sorridendogli riprese: «E Touya sia. Allora, parlami un po’ di te.». 

A quelle parole, che sarebbero risultate rassicuranti da chiunque, Touya invece rimase paralizzato. Come poteva parlare a qualcuno di quello che gli era appena successo se non riusciva nemmeno ad essere sincero con sé stesso? Se non era nemmeno sicuro di aver capito cosa gli fosse appena successo? Le parole gli morirono in gola con un lamento strozzato, l’ansia iniziò di nuovo a scaraventarglisi addosso come uno tsunami, bloccandogli il respiro nei polmoni, non riusciva nemmeno a sollevare il petto per il peso che vi ci sentiva sopra. Strinse gli occhi per calmarsi e si aggrappò come un disperato alla poltrona. Non ci riusciva, era tutto inutile. 

Tu sei inutile. 

Non vali nulla. 

Tuo padre sta spendendo soldi a mandarti qua. 

Sei rotto, da buttare via come un giocattolo difettoso. 

Sapeva che era la sua ansia a parlare, ma non riusciva a farla stare zitta. Non riusciva a concentrarsi e a mettere le parole una dopo l’altra. Non riusciva a respirare, gli si bloccava il fiato tra la gola e la bocca. Non poteva, non voleva rivivere quell’inferno, non voleva vedere lei

Le parole del professore lo salvarono. 

«Touya, non mi devi parlare del motivo per cui sei qui o che ti ha spinto a venire nel mio ufficio. Voglio solo conoscerti, inizia a parlarmi delle sue passioni, della sua famiglia, dei suoi amici. Non devi parlarmi di quello che hai visto lì fuori. Va bene qualsiasi cosa, purchè ti aiuti a sbloccarti. L’inizio è sempre il più difficile, lo so, ma provaci. Bevi un bicchiere d’acqua, respira a fondo e poi, quando te la senti, inizia a parlare di qualsiasi cosa ti venga in mente.». 

Quando Touya aprì gli occhi, vide che il professore gli aveva messo davanti una bottiglietta e un bicchiere, presi dal minibar che aveva sotto la scrivania. Con mani tremanti si riempì da bere e bevve a lunghe sorsate tutta l’acqua per darsi una calmata, poi chiuse gli occhi di nuovo e respirò a fondo, come faceva quando si allenava con suo padre. 

Il respiro è fondamentale con quirk come i nostri, figliolo amava ripetergli il suo vecchio come un mantra. Respirò una, due, tre volte. Alla quarta aprì gli occhi e li sollevò verso il professor Miura, ancora sorridente dietro i suoi spessi occhiali da vista. Finalmente si decise a mettere in fila due parole. 

«Mi chiamo Todoroki Touya, figlio maggiore di Todoroki Enji e Shimura Rei. Sono il prohero, conosciuto in Giappone come Dabi...». 



- SCLERI DELL'AUTRICE - 
Buonsalve a tutt*!
Questa è la mia prima storia che pubblico, quindi sono sia terrorizzata a morte che eccitata come un capretto al pascolo.
Fatemi sapere con una recensione se questa roba "s'ha da fare" e se vi piace l'idea. Non fatevi problemi a dirmi che faccio schifo a scrivere e che la trama è una merda. Prima piango, poi la prendo con filosofia.
A parte gli scherzi, questa storia mi ronza in testa da un po' e ho voluto uscire dalla mia comfort zone provando a pubblicarla sia qui su Efp che su Wattpad, su cui però al momento non è ancora presente. Aspetterò qualche giorno prima di pubblicarla anche lì per lasciare la storia a "macerare" un po' e vedere come va qui. Comunque, se volete fare un saltino anche dall'altra parte, mi trovate su Watty col nome @/giulia_caesar (sono così fantasiosa che la bio è anche la stessa, XD).
Per ultima cosa, ci tenevo a dare i crediti a @/keiidakamya su Twitter e @/juniperjadelove sia su Twitter sia su Instagram, perchè sono state una grande fonte di ispirazione per questa storia.Vi consiglio caldamente di andarle a seguire, perchè fanno delle illustrazioni FA VO LO SE. Keiid sta anche facendo un fumetto su Loki davvero molto interessante, oltre ad aver fatto un fumetto su questo ProHero!Touya.
Detto ciò, mi dileguo!
Bacini stellari,
Giuli.

  
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