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Autore: lmpaoli94    09/12/2021    1 recensioni
Civitella Cesi, Viterbo
Nessuno sapeva suonare come lui.
La melodia che emanava in quel luogo risuonava in tutto il castello e in tutto il piccolo borgo di quel luogo dimenticato dal passato.
Ma il conservatorio, inaugurato all’interno del Castello del borgo, cercava di far riecheggiare quel passato tanto dimenticato ma che aveva un assoluto bisogno di ritornare alla luce grazie ad un piccolo gruppo di adolescenti passionevoli di musica che scopriranno la voglia di imparare l’arte delle melodie dimenticate e di una voglia di riscoprire l’amore senza dimenticarsi del loro percorso formativo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La neve cadeva copiosamente sul borgo di Civitella Cesi.
Sembrava essere immersi in un borgo fatato dove il mondo viaggiava in una serenità così grande che il male non avrebbe mai interferito.
Eppure in quella mia scuola c’erano alcune cose che non andavano bene.
La professoressa di arpa, sogno proibito di tutti gli studenti maschi, se ne andava a zonzo mostrando le sue bellissime gambe sotto quelle calze che a me facevano davvero impazzire.
Per non parlare del modo in cui mi guardava con insistenza.
Mi parlava con gli occhi, ormai l’avevo capito.
E con mia grande difficoltà, cercavo di stargli alla larga.
ma lei mi9 cercava. Mi cercava con insistenza.
Fino a quando non ci ritrovammo da soli dinanzi alla porta della mia camera.
< Buongiorno, Alessandro. >
> Signorina Baldi > feci con tono sorpreso anche se non lo ero affatto < Che cosa ci fa lei qua? >
< Volevo farti gli auguri di buon natale. >
< La ringrazio. Lei è davvero gentile. >
“Che cosa vuoi adesso da me?”
< So che può essere difficile rimanere lontano da casa, ma con un po’ di forza di volontà, vedrai che tutto andrà bene. >
< Non si preoccupi. Ho già superato largamente questa fase. >
< E come ti senti? >
< Bene. Sento che posso imparare qualcosa qui… Le distrazioni sono molte e certe volte mi distraggo facilmente. >
Sembravo aver lanciato la palla al balzo a quella donna.
Mentre mi guardava, mi mangiava con avidità con i suoi occhi splendenti.
Non sapevo davvero cosa fare a parte essere visibilmente imbarazzato.
> Certe volte non pensi di aver bisogno di compagnia? > mi domandò la donna con tono sensuale.
< In che senso, scusi? >
< Insomma, non senti un po’ di solitudine dentro di te? >
< In verità i musicisti si sentono sempre da soli perché anche se alcuni fanno parte di un’orchestra che suona musica melodiosa e fantastica, molti si crogiolano in spartiti tristi per sottolineare il loro stato d’animo. >
< E tu vorresti dirmi che non hai mai fatto questo? >
< Sinceramente no. >
La professoressa Baldi sembrava quasi colpita dalle mie parole.
Mi ascoltava come se stessi venerando un Dio. Come se stessi dicendo chissà che cosa.
Ma in verità ero solo un umile ragazzo che studiava e naturalmente, con qualche vizio nella testa.
< Cerchiamo sempre di combattere la solitudine nelle menti dei miei alunni e natale è il giorno perfetto per essere tutti felici… E credo che sarai d’accordo con me se vorresti suonare in mia compagnia. Naturalmente non saremo soli. >
“Ah, davvero?”
Cogliendo tale occasione, la mia professoressa di arpa credeva fermamente di avermi imprigionato dentro di lei.
Ma io non ero così sciocco da poterci cascare.
Sì, la volevo a tutti i costi, ma se fossi stato scoperto? Se il mio compagno di stanza sarebbe tornato da un momento all’altro e avesse scoperto il fatto? Sicuramente la mia professoressa sarebbe stata licenziata e io avrei passato un sacco di guai.
Ma la mia indole e la mia forza di volontà incrollabile mi stavano urlando da dentro.
Sembravo imbambolato e molto confuso e solo il suo tocco lieve mi avrebbe risvegliato.
> Alessandro? Va tutto bene? >
< Certo, professoressa. Non c’è nessun problema. >
Guardando l’ora, la donna mi fece capire con sguardo sensuale che il tempo era dalla nostra parte.
Dalla parte di chi vuole davvero peccare.
< Abbiamo ancora tempo per raggiungere gli altri nel salone principale. Che ne dici se… >
< Direi che è un ottima idea. >
Senza nemmeno farla finire, mi avvinghiai a lei baciandola con passione e avidità.
Adesso mi sentivo libero come se il mio spirito erotico fosse stato incredibilmente potente.
Potevo possederla a mio piacimento e lei sarebbe stata solo mia. Per tutto il tempo che volevo.
Dopo averla trascinata nel mio letto, la mia professoressa si spogliò con grande velocità che me la trovai sopra mentre mi baciava e mi accarezzava.
Sembravo un animale impazzito che stava assaporando la sua libertà lontano dalla sua gabbia.
Era una sensazione davvero bellissima e le note che risuonavano nelle mie orecchie, riempivano quell’ardore e quel calore che per tanto tempo mi era davvero mancato.
   
 
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