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Autore: ferao    10/12/2021    4 recensioni
Raccolta di drabble/flash/oneshot scritta per il Calendario dell'Avvento indetto da Kodama_ nel forum "Ferisce più la penna"
- 1 dicembre: Cosa può desiderare un desiderio? (James/Lily)
- 2 dicembre: Forse non è così male come zio. (Harry&Hugo)
- 3 dicembre: Quello sarebbe il suo colore preferito, secondo loro? (Draco&Teddy + Harry)
- 4 dicembre: «Oh, no. Non di nuovo.» (Percy/Audrey + Molly&Lucy)
- 10 dicembre: «Certo che è colpa mia, Remus. Di chi altri dovrebbe essere? Non c’ero.» (Remus/Sirius) [partecipa ai "Regali d'inchiostro" del gruppo "L'angolo di Madama Rosmerta"]
- 11 dicembre: Perché ho strappato, e ora devo ricucire. (Percy&George) [partecipa ai "Regali d'inchiostro" del gruppo "L'angolo di Madama Rosmerta"]
- 15 dicembre: La prima cosa che Hermione avverte entrando in casa è il silenzio. (Ron/Hermione) [partecipa ai "Regali d'inchiostro" del gruppo "L'angolo di Madama Rosmerta"]
Genere: Angst, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Vari personaggi | Coppie: Audrey/Percy, James/Lily, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Edax Rerum'
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Lo so, avevo detto che sarei tornata ad aggiornare il 6 dicembre, ma avevo bisogno di un po' di riposo in questi giorni e ho preferito prendermelo ^_^
Questa ff è un missing moment preso direttamente dal capitolo 29 dell'Ordine della Fenice, il momento subito successivo alla "chiamata" via camino di Harry a Grimmauld Place dall'ufficio di Umbridge. A differenza delle altre flash non è natalizia, ma il prompt, "Cenere", mi aveva evocato esattamente questa scena, perciò mi perdonerete questa deviazione dal tema festivo.
Partecipa inoltre all'iniziativa "Regali d'inchiostro" del gruppo L'angolo di Madama Rosmerta ed è dedicata a Cora Line, Nao Yoshikawa, pampa98, VigilanzaCostante e leila91 che per Natale avevano chiesto una Wolfstar. Spero vi piaccia, non ho dimestichezza con la coppia (pur amandola) e vi chiedo quindi scusa per eventuali brutture o OOC involontari ^^''
 

 




God Rest Ye Merry Hippogriff

10 Dicembre: This little light of mine



 




Appena la testa di Harry fu scomparsa dal camino, Remus sbuffò e si tirò in piedi. 

«Spero davvero che Piton non faccia l’idiota,» borbottò, scuotendosi la polvere dai pantaloni. «Interrompere le lezioni di Occlumanzia, che stronzata. Proprio tipico di…»

Si bloccò. Sirius non si era mosso dal duro pavimento della cucina: le gambe raccolte tra le braccia, i lunghi capelli neri a coprirgli i lati del viso, fissava le ceneri nel camino con espressione spenta — la stessa con cui Remus ogni tanto lo sorprendeva a guardare nel vuoto, o fuori da una finestra. Era lo sguardo dei suoi momenti più bui, quelli in cui dimenticava di essere un uomo libero o quasi; in quei momenti, Remus aveva sempre l’impressione di scorgere il profilo minaccioso di Azkaban riflesso nelle sue iridi grigie.

«Ehi,» chiamò a voce bassa. Tornò a sedere e ripeté il richiamo altre tre volte, finché Sirius non si riscosse dal torpore. «Ti senti bene?»

Per tutta risposta, lui si strofinò il viso con le mani. «Come faccio a sentirmi bene?» borbottò alla fine. «Ti rendi conto di… di cosa significa tutto questo?»

«Certo: che Piton è il solito stronzo. Grande novità. Quando Silente smetterà di portarlo in punta di bacchetta, sarà sempre un giorno troppo tardi.»

Sirius grugnì. «Francamente, Lunastorta, in questo momento di Piton e Silente me ne frega meno di un cazzo.» Si morse le labbra e gli rivolse uno sguardo di scuse. «No, stavo pensando a Harry. Al fatto che ci ha visti da giovani, noi e James, fare le cazzate che facevamo a quindici anni, e ha pensato… che suo padre fosse una persona orribile. James, capisci?» 

Sospirò e si prese la testa tra le mani. «Cazzo. Dovrebbe sentir parlare di James e Lily da me, non dagli stupidi ricordi di Piton. Sono io il suo padrino, sono io quello che avrebbe dovuto accudirlo al posto loro e raccontargli di loro, e invece… e invece non ho potuto farlo. Non posso farlo. Tutto perché…»

Si interruppe per tirare su col naso, e Remus provò la stretta al petto che sentiva tutte le volte che gli concedeva il privilegio di mostrarsi fragile. Avrebbe voluto abbracciarlo per dargli conforto, ma era abbastanza esperto dei momenti bui di Sirius da sapere che sarebbe stato come provare ad accarezzare un cane diffidente: le probabilità di avere successo erano molto inferiori a quelle di essere morsi.

«Ne abbiamo già parlato: non è colpa tua.» Scivolò sul pavimento per avvicinarglisi con cautela. «Non lo era e non lo è mai stata. È Peter che…»

«Certo che è colpa mia.» Sirius rialzò la testa e no, non c’era Azkaban nei suoi occhi, ma qualcosa di molto, molto più spaventoso. «Chi si è messo a cercare Codaliscia invece di andare dritto da Silente a spiegare lo scambio di Custodi? Chi non ha ammazzato quel ratto schifoso quando ne aveva l’occasione? Sono stato sempre io, Remus, sempre.»

Con la pazienza di chi aveva sentito quel discorso dozzine di volte, Remus scosse la testa. «È stato Harry a impedirci di uccidere Peter, ricordi? E con ottime motivazioni. Non voleva che i migliori amici di suo padre diventassero degli assassini.»

«Sì, e guardale le conseguenze della nostra buona azione! Voldemort è tornato, e Harry è di nuovo solo, con Piton, e come se non bastasse ora è convinto che James fosse… che suo padre fosse un…»       

«Ma lo era, Felpato. Lo era, e lo eravamo, ma Harry è abbastanza maturo da capire che…»

«Come fa a capire?!» abbaiò allora Sirius, scoprendo i denti proprio come avrebbe fatto Felpato. «Come fa Harry a capire chi fossero i suoi genitori se non ci sono io a spiegarglielo?! È uscito dall’ufficio di Piton convinto che sua madre odiasse suo padre! E tutto perché…» Si coprì la bocca con una mano e riportò gli occhi verso il camino. «Tutto perché io non c’ero,» concluse in un soffio. «Certo che è colpa mia, Remus. Di chi altri dovrebbe essere? Non c’ero.»

Remus non replicò, fissando invece lo sguardo sul camino spento nel punto in cui poco prima era comparso Harry. Harry… così giovane e già così in gamba, così simile a James e così diverso. Lui e Sirius avevano passato notti intere a parlare del ragazzo, mettendo insieme quello che ne sapevano e inventando quello che ignoravano, immaginando quale potesse essere la perfetta sintesi di James e Lily. Coraggio e buon cuore, mente sveglia e un bel po’ di sprezzo per le regole. E ogni conferma da parte di Silente o dei Weasley era una gioia concreta, il segno che una parte dei loro amici era ancora viva nonostante tutto, come una fiamma pronta ad ardere dalle braci.

Così simile a Lily, così simile a James. L’avrebbero amato così tanto se avessero potuto.

Sirius l’avrebbe amato così tanto, se avesse potuto. E invece… invece doveva accontentarsi di osservarlo da lontano, da una prigione a un’altra prigione; guardarlo crescere da persone che non sarebbero mai state in grado di trasmettergli nemmeno un briciolo di ciò che erano stati i suoi genitori, di quello che avevano donato al mondo nella loro breve vita e di quello che avrebbero potuto dare se ci fossero ancora stati. Persone che a Harry avrebbero mostrato la cenere, invece del fuoco.

Sospirò e, mettendo da parte la prudenza, allungò una mano per afferrare quella di Sirius. Lui fece della resistenza, ma alla fine lasciò che le dita di Remus scivolassero tra le proprie come usavano fare anni e anni prima, con la stessa naturalezza di allora. Un’altra fiamma che non si era mai spenta per davvero.

«Neanche io c’ero.» Per qualche ragione, a Remus pareva più facile dirlo mentre gli accarezzava le nocche. «Non c’ero per lui, non c’ero per te e non c’ero per loro. Ma ci sono adesso, e ci sei anche tu. È questo che conta.»

Sirius annuì in silenzio. Quelle parole non sarebbero mai bastate a consolarlo, ma la presa sulla mano di Remus era più sicura e nel suo sguardo c’erano meno ombre. A un tratto, chiuse gli occhi e sbuffò.

«Che c’è?»  

«Stavo ripensando a quanto era ridicolo James quando si spettinava i capelli. Merlino. Come ho fatto a scordarmelo? Ci credo che Harry si è vergognato di lui.»

Anche Remus sbuffò una risata. «Poteva andare peggio. Poteva vedere quanto eravamo ridicoli noi.»

«Io ero ridicolo. Tu sei sempre stato perfetto, Lunastorta.»

«Mh, hai ragione.»

Ridacchiarono insieme. Remus si staccò da Sirius giusto il tempo di riaccendere il fuoco con la bacchetta, dopodiché se ne rimasero lì, abbracciati, a scaldarsi al tepore della fiamma e dei ricordi.

 




 

   
 
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