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Autore: Red Saintia    11/12/2021    4 recensioni
La passione per uno sport può unire, dividere, spronare a migliorarsi e aprire nuove strade.
Alcune scelte portano ad allontanarsi mettendo in discussione sé stessi e ciò che si prova. Tra presente e passato ancora una volta luce e ombra si rincorrono per ritrovarsi sulla stessa strada.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rimasero seduti in silenzio dondolandosi sulle altalene del parco pubblico che c'era lì vicino. Tetsuya sorseggiava il suo frullato a testa bassa mentre Daiki aspettava paziente che si decidesse a dire qualcosa.

"Sei davvero incredibile..." esordì, prendendo finalmente l'iniziativa "... riesci ad affrontare di petto degli estranei come se niente fosse e non riesci a parlare con me che ti conosco da anni. Potrei quasi offendermi lo sai?"

Kuroko lo guardò perplesso. "Non capisco a cosa ti riferisci Aomine kun?"

"Scherzi? Hai forse dimenticato quando sei andato di corsa dietro il coach Kagetora a dirgliene quattro a quegli stronzi degli americani? Per poco non venivi pestato a sangue eppure non hai esitato un attimo."

"Se lo meritavano. Possono non apprezzarci come giocatori, ma non possono venire a dirci che non siamo degni di giocare a basket." se ripensava a quell'episodio poteva sentire ancora una rabbia incredibile dentro.

"Perché non cerchi di essere diretto con me come lo sei stato con loro? È vero... non sono esattamente il tipo che sa ascoltare e ho poca pazienza. Ma con te potrei fare un'eccezione."

C'era poco da fare, Aomine era una di quelle rare persone che non avrebbe mai finito di sorprenderlo. "Vuoi la verità?" gli disse

"Come minimo direi."

Fece un lungo respiro e chiuse gli occhi. "Ho paura."

Daiki puntò lo sguardo su di lui è in quell'attimo seppe che gli era costata un'enorme fatica ammetterlo. "Spiegati meglio?"

"Non so come spiegarlo... come squadra siamo pronti, affiatati, c'è una bella intesa tra noi, ma sento che manca qualcosa."

Non ci volle molto perché Aomine capisse il senso nascosto di quelle parole. 
"Forse volevi dire che ti manca... qualcuno?" Tetsuya fermò l'altalena abbassando nuovamente lo sguardo. Non avrebbe aggiunto altro, Daiki lo sapeva bene. Ecco perché si alzò mettendosi di fronte a lui. "Ascoltami bene Tetsu, tu hai lavorato più di chiunque altro per ottenere dei risultati. Sei un ottimo giocatore e vali molto, con o senza Kagami." sentirlo nominare in modo così diretto lo fece sussultare.

"Non ne sono convinto"

"Beh allora convinciti per la miseria! L'Interhigh comincia tra due giorni e non voglio ritrovarmi faccia a faccia con una pallida ombra di ciò che eri."

"Pensi che io voglia sentirmi così? Credi che sia facile per me?" alzò la voce è non era da lui, Daiki se ne sorprese.

"No, non lo credo, ma non penso nemmeno che possa essere una giustificazione per buttarti così giù. Com'è che ti senti? Eh? Ti senti abbandonato, messo da parte? Ti senti inferiore? Hai bisogno di qualcuno che ti faccia da balia?" lo incalzò.

"Mi sento spezzato. Ecco come mi sento!" si sollevò di scatto e benché fosse più basso di Aomine quest'ultimo indietreggiò quasi intimorito. Era ad un soffio dal suo viso, tanto da percepirne la frustrazione e la rabbia."È come... come se mi mancasse un braccio, come se non riuscissi ad esprimermi come vorrei. Mi guardo intorno con l'insana convinzione di incrociare il suo sguardo, pur sapendo che lui non c'è, perché mi manca, mi manca... una parte di me."

Si era tenuto tutto dentro, per mesi, dispensando sorrisi e una falsa tranquillità. Aveva dato tutto sé stesso negli allenamenti, per migliorarsi, in favore della sua squadra. Ma anche lui aveva un limite, e adesso che una delle manifestazioni sportive più importanti si avvicinava, quel limite era stato superato.

"Lui non vorrebbe sentirti dire queste cose. Ti definirebbe un idiota sentimentale se lo sapesse." gli urlò contro a sua volta.

"E tu cosa ne sai, cosa puoi saperne di quello che direbbe?" sostenne lo sguardo di Aomine e sentì qualcosa dentro fargli male. Ricordi... che tornavano prepotentemente a galla.

"Perché è esattamente quello che penserei io. Perché ti ho già visto stare male così e non voglio che succeda di nuovo." sì, lo sapeva bene, perché un tempo la luce di Kuroko era lui. Lui era stato il primo a ricevere i suoi passaggi, a capire i suoi sguardi e i suoi movimenti. Era stato lui la parte mancante di Tetsuya. E quando il suo talento sbocciò definitivamente decise di allontanarsi, facendolo soffrire. Aveva visto la delusione nei suoi occhi e nonostante questo gli aveva voltato le spalle.

Era stato egoista e orgoglioso, aveva pensato unicamente a sé stesso, e adesso che aveva capito cosa si era lasciato indietro sentiva solo un dolore sordo che gli martellava nel petto.

"Lui non è te, Aomine kun. Lui è diverso." non voleva ferirlo con quell'affermazione. Ma quando si rese conto di averlo involontariamente fatto era già tardi.

"Già... lui non è come me. Lui ti ha sostenuto, ti è stato vicino, ti ha aiutato. Eppure adesso lui non è qui, ma io sì!" gli strinse il braccio per rendere tangibili quelle parole. Era una realtà che non poteva negare. Il fatto che Taiga non fosse lì con lui.

La presenza costante di Aomine negli ultimi mesi, i pomeriggi ad allenarsi a street basket, a ridere, scherzare, divertirsi. Quello sguardo, i suoi occhi, la sua luce... la stessa che aveva perso tanto tempo prima e che adesso aveva ritrovato. Adesso, che qualcun altro aveva preso il suo posto.

Daiki era vicino, troppo vicino, poteva sentire il suo respiro infrangersi contro il viso.

Il suo sguardo scavargli dentro per far riemergere sentimenti ormai sopiti. Sentì il calore del suo corpo, i muscoli tesi per la rabbia, e quelle labbra non più pronte a schernire ma ad accogliere, qualcosa... che scoprì di desiderare anche lui. Non aveva la forza di accettarne le conseguenze, non in quel momento della sua vita, non dopo tanto tempo.

"Si è fatto tardi Aomine kun devo andare, grazie per il frullato e per la compagnia." si divincolò a fatica, intuendo che lui non l'avrebbe lasciato andare facilmente. Prese la direzione verso casa senza avere il coraggio di voltarsi indietro.

"Ehi Tetsu... ho troppa stima di te per farti sconti in campo, quindi vedi di riprenderti."

Sapeva che diceva sul serio, per quanto il suo riavvicinamento ad Aomine fosse ormai noto a tutti, una volta in campo non lo avrebbe trattato diversamente dagli altri. Perché lui sapeva scindere i sentimenti dalla competizione sportiva. Per spuntarla Kuroko avrebbe dovuto fare la stessa cosa.

Ma più passavano i giorni e meno riusciva a vedere Aomine Daiki come un avversario da battere.

                                                                                                                 *****

Mettere a tacere i pensieri quella sera fu un'impresa. L'acqua della doccia gli scivolava addosso mentre lui non accennava a muoversi. La mano stretta nello stesso punto in cui Aomine lo aveva afferrato solo qualche ora prima. Nel suo tipico modo di sottolineare le cose, come se avesse voluto ricordargli che lui lo conosceva meglio di chiunque altro. Che adesso c'era, e non aveva più intenzione di andarsene.

Scivolò lungo le pareti della doccia sentendosi tremendamente in colpa. Anche Kagami aveva notato che c'era qualcosa che non andava dal suo tono di voce, ma l'aveva attribuito alla tensione dell'imminente partita. La conversazione stavolta fu più breve del solito a causa degli impegni di Taiga con la squadra. In un certo senso Kuroko fu grato di quel contrattempo. Temeva che osservandolo meglio, anche attraverso una web cam, avrebbe intuito qualcosa del suo stato d'animo.

Lui non è qui adesso, ma io sì.

Aveva atteso disperatamente di sentire quelle parole, di ritrovare quel ragazzo che lo aveva spronato a non mollare quando tutti gli dicevano che era tempo sprecato. Aveva perso le speranze di vederlo sorridere di nuovo, di battere ancora il pugno contro il suo al termine di un incontro. Ma era successo, ed erano stati lui è Kagami a far sì che ciò avvenisse. 
Non avrebbe mai scordato il suo incitamento e le lacrime che gli avevano rigato il viso al termine della finale contro il Rakuzan. Si era infranto un muro, fatto di orgoglio e parole non dette, di silenzi e incomprensioni. Era tornato il ragazzo di un tempo, solo che adesso quello non era più il loro tempo.

Uscì dalla doccia prima di prendersi un malanno, l'indomani ci sarebbe stato l'ultimo allenamento prima della partita. Doveva restare concentrato e non pensare ad altro. Kagami gli aveva fatto mille raccomandazioni e lui non voleva in alcun modo deluderlo. Sapeva che avrebbe fatto fatica ad addormentarsi ma provò ugualmente a spegnere i pensieri cercando di zittire quella voce, sempre più insistente, che gli diceva che ormai era troppo tardi.

 

    - 1 giorno all'inizio dell'Interhigh


"Dai chan sei di nuovo qui? Si può sapere perché ti ostini a venire qua sù?"

Come sempre, quando veniva rimproverato dalla sua amica d'infanzia, Aomine borbottava in silenzio esternando così l'intrusione non desiderata nel suo spazio privato. "Lasciami in pace Satsuki oggi non è giornata." si voltò dall'altra parte provando ad ignorarla.

"Non fare il solito menefreghista, Wakamatsu sta facendo il diavolo a quattro perché non sei ancora venuto ad allenarti. Avanti sbrigati!"

Ma lui non si scompose restando sdraiato sul tetto della scuola. "Digli che arrivo tra dieci minuti."

A Momoi non sfuggì il tono della sua voce. Aveva qualcosa di strano, di triste... e se ne meravigliò molto. Conosceva Daiki fin da bambino, erano cresciuti insieme e poche volte gli aveva trasmesso quella strana sensazione, come se soffrisse per qualcosa che lei non riusciva a comprendere.

"Ehi Dai chan... sai che c'è la possibilità che affrontiate di nuovo il Seirin nell'Interhigh?"

Aomine spalancò gli occhi, tenuti chiusi fino a quel momento. "Lo so." si limitò a rispondere.

"Stavolta però avrai contro solo Testu, sarà al quanto strano non credi?"

Lo sarebbe stato sicuramente, perché nei loro precedenti scontri Aomine si era mostrato spavaldo e convinto di dovergli dimostrare che non c'era nessuno in grado di batterlo. Poi però... le cose erano cambiate. 
Lo aveva visto fianco a fianco con Kagami, aveva percepito il loro affiatamento, quel legame che un tempo era una sua prerogativa. Li aveva visti sostenersi a vicenda, incoraggiarsi, proteggersi. E in quel momento aveva scoperto in sé un nuovo sentimento... il rimpianto. Per tanto tempo aveva cercato di vedere Tetsuya come un nemico solo per negare ciò che invece faceva fatica ad ammettere, per lui Kuroko era una persona importante.

"Ti sbagli Satsuki, una volta in campo non cambia niente, che sia con Kagami o da solo Tetsu rimane un avversario da battere. Ed è quello che farò." Momoi rimase a fissarlo per qualche secondo e guardando gli occhi di Aomine si rese conto del conflitto che stava vivendo. Kuroko non era più un nemico da battere. Solo che Daiki doveva comprendere realmente cosa significasse adesso per lui.

"Se ne sei convinto tu Dai chan, allora sarà così." si allontanò dalla terrazza aspettando che l'asso dell'accademia Too raggiungesse i suoi compagni.

 

                                                                                                                 *****


"Ehilà Kurokocchi come va?" il saluto cristallino e squillante di Kise era inconfondibile. Kuroko sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e incrociò il sorriso sbarazzino di Ryota.

"Ciao Kise kun, come mai da queste parti?"

"Oh beh... lo sai che noi del Kaijo debuttiamo tra due giorni così sono venuto a vedere come ve la passavate voi del Seirin che giocate già domani."

"Direi che siamo pronti, c'è un po' di tensione ma penso sia normale."

"Già... senza contare che questa è la prima manifestazione ufficiale in cui mancherà Kagamicchi."

"Sì è così, ma daremo il massimo vedrai, non lo deluderemo."

"Oh lo so, ne sono convinto. Mi pare che anche Aomenicchi debutti domani o sbaglio?"

Kuroko rimase in silenzio per qualche istante, come se improvvisamente parlare di Aomine gli riuscisse tremendamente difficile. "Sì, la Too sarà la squadra che aprirà la manifestazione essendosi classificata tra le prime tre lo scorso anno."

"E tu ci sarai a vedere la partita?"

Tetsuya sgranò gli occhi, accorgendosi di non averci pensato fino a quel momento. "Veramente io non..."

"Devi venirci assolutamente con me Kurokocchi, altrimenti Hayakawa mi costringerà ad allenarmi tutto il pomeriggio." lo implorò quasi, e Tetsuya per poco non scoppiò a ridere per i suoi modi incredibilmente teatrali.

"Veramente non saprei. Magari anche gli altri della mia squadra ci saranno, visto che comunque giocheremo anche noi nel pomeriggio. Forse vorranno anticiparsi per vedere anche loro la partita."

"Ottimo! Mi unirò a voi allora è deciso."

"Sei sicuro che il tuo senpai non se la prenderà?"

Kise si limitò a sorridere evitando di pensare a quelle che sarebbero state le conseguenze. "Lascia perdere non ci pensare. E comunque non mi perderei mai una partita di Aomenicchi, mi gasa troppo vederlo giocare."

Non poteva dargli torto, Daiki aveva un modo di giocare ipnotizzante e coinvolgente. Anche lui adorava vederlo giocare, questo però a Ryota preferì non dirlo.

Fecero un buon tratto di strada assieme parlando di tante cose. Ryota sapeva essere un vero fiume in piena quando era in vena. Non mancò di vantarsi, scherzosamente, della sua fama da modello aumentata notevolmente dopo le vittorie del Kaijo e dopo l'amichevole contro la squadra americana degli Jabberwock. Di quanto il nuovo capitano lo facesse sgobbare agli allenamenti e delle ragazze che gli stavano sempre intorno in cerca di notorietà.

Kuroko lo ascoltava entusiasta, gli piaceva aver ritrovato quell'armonia e quella familiarità con i suoi vecchi compagni della Teiko. Pur rimanendo avversari sul campo adesso si rispettavano perché affrontandosi avevano imparato a superare i loro limiti e le rispettive differenze.

Quando si salutarono Tetsuya corse subito a casa per rintanarsi nella sua camera. Si sentiva stranamente esausto ma allo stesso tempo smanioso che il torneo cominciasse. Dovette ammettere che aver chiacchierato con Ryota gli aveva fatto bene. Si sentiva fiducioso e ottimista, sarebbe andata bene, avrebbe dato il massimo perché sapeva che qualcuno d'importante avrebbe visto quella partita e con il cuore sarebbe stato lì con lui.

Mentre era intento a spogliarsi lo schermo del computer si illuminò evidenziando una chiamata in entrata. Senza pensare a come si trovava in quel momento corse subito a sedersi alla scrivania.

"Ehilà Kagami kun come va?” l'espressione del ragazzo dall'altra parte dello schermo era un misto tra l'essere sorpreso e il piacevolmente imbarazzato.

"Ehm... buonasera a te. Scusami tanto puoi spiegarmi una cosa, ma tu rispondi sempre così quando sei in videochiamata con qualcuno?"

Kuroko non riuscì a cogliere l'allusione. "E come dovrei rispondere scusa?"

Taiga non potè far a meno di sorridere, era un caso perso c'era poco da fare. "Magari con qualcosa addosso e non in mutande e a dorso nudo come sei adesso, tu che dici?"

"Cavoli!" finalmente Tetsuya si rese conto del perché di quella sua strana espressione e a quel punto l'imbarazzo fu totale.

"Dai... lascia perdere, sarà come quella volta in cui siamo stati alle terme con la squadra ti ricordi?"

"Quando volevi strofinare la schiena di Hyuga senpai con lo scopettone? Certo che lo ricordo."

"Ancora con questa storia? Ho detto che non sapevo come si facesse. Qui in America non siamo abituati a queste cose."

"Sì lo so, lo avrai detto mille volte."

"Piuttosto, ti senti pronto per domani? I ragazzi come stanno?"

"Stanno bene, sono in forma non vedono l'ora di cominciare."

"E tu..."

Già, e lui come si sentiva davvero. "Io sto bene, mi farò una bella dormita e cercherò di rilassarmi."

"Lo sai che vedrò anch'io la partita, anche se qui la trasmetteranno parecchie ore dopo?"

"Certo che lo so."

"Fai conto come se ci fossi anch'io lì con te. Hai promesso ricordi?"

"Sì ho promesso e lo farò."

Kagami vide il suo sguardo risoluto. Era convinto di quello che gli stava dicendo eppure avvertì una lieve incertezza nella sua voce che lo lasciò turbato.

"Se potrò guarderò anche l'incontro di Aomine. Voglio proprio vedere se quell'impiastro è migliorato ancora." la rivalità tra quei due non sarebbe mai scemata neanche a tanti chilometri di distanza.

"Probabilmente io andrò a vederla con Kise e i ragazzi del Seirin."

Taiga fece un'espressione imbronciata, come se la cosa lo infastidisse. Ma d'altronde in una competizione era normale che le varie squadre si studiassero a vicenda. Quando però c'era Aomine di mezzo sentiva sempre una certa ansia che gli attanagliava lo stomaco.

"Non farti condizionare da lui Tetsuya. Gioca come sai fare e andrai alla grande."

"Lo farò Kagami kun."

Avrebbe voluto parlargli di una cosa importante, una cosa sulla quale stava riflettendo da molto, ma poi pensò che quello non fosse il momento giusto. L'indomani Kuroko avrebbe avuto una partita impegnativa e non voleva dargli altro su cui riflettere.

"Ci sentiamo domani alla fine della partita per festeggiare allora?"

"Contaci" rispose, allungando il pugno chiuso davanti allo schermo com'erano abituati a fare prima di ogni gara importante, di ogni promessa che si erano scambiati. Taiga rispose allo stesso modo e non ci fu bisogno di aggiungere altro perché i loro sguardi si compresero a vicenda. Mai come in quel momento Kuroko avrebbe voluto abbracciarlo e sentire la sua presenza fisica, il suo tocco sulla spalla, i pugni che si toccavano e ancora... il calore delle sue labbra.

Non lasciò trasparire niente, e in un certo senso Kagami gliene fu grato, perché anche per lui quella lontananza cominciava a diventare insostenibile, alimentando dubbi e incertezze.

 

                                                                                                              *****


I preliminari dell'Interhigh videro scendere in campo l'accademia Too contro il liceo Shinkyo. Entrambe le squadre si studiarono per buona parte della prima frazione di gioco, nella quale Aomine non venne schierato in campo.

"Oh... Shin chan, a quanto pare l'asso della Too resta in panchina oggi?" sugli spalti non c'era soltanto la squadra del Seirin ad assistere alla partita ma anche alcuni giocatori dello Shutoku tra i quali Shintaro Midorima e Kazunari Takao.

"Vedo."

"Pensi che sia una strategia o che non ritengano necessario che lui giochi oggi?"

"Aomine giocherà, basta guardarlo per capirlo. Sta fremendo su quella panchina ma sta anche studiando gli avversari per neutralizzarli al meglio. E quando scenderà in campo non ce ne sarà più per nessuno."

Le parole di Shintaro Midorima suonarono come una sentenza. Anche lui era un ex membro degli assi della Teiko. Imbattibile nei tiri da tre punti dalla lunga distanza, calmo e imperturbabile riusciva ad innervosire gli avverarsi con la sola presenza in campo.

Intanto Kuroko, affiancato da Kise Ryota, e dai compagni di squadra continuava ad osservare la panchina della Too cercando di decifrare lo sguardo di Aomine.

"Ehi guarda lì ci sono anche Midoricci e Takao dall'altra parte." Kise alzò il braccio per salutarli ricevendo subito la risposta di Takao.

Tetsuya diede loro una breve occhiata tornando poi a concentrarsi su Daiki. Il giorno precedente non si erano visti, e lui aveva passato la maggior parte del tempo a chiedersi se quello che stava per accadere la sera prima avesse influenzato il suo comportamento. Incontarlo, almeno una volta al giorno, era ormai consuetudine per lui. In un modo o nell'altro Aomine si faceva sempre vivo. Tanto da rendere anomala la sua assenza.

La partita intanto volgeva a favore della Too, ma il distacco non era irraggiungibile. Nel secondo tempo finalmente Daiki scese in campo e subito l'attenzione di tutti fu catturata dalla sua presenza.

"Comincia lo spettacolo Kurokocci." Kise si sfregò le mani, mentre Tetsuya avvertì qualcosa stringergli la bocca dello stomaco. Aomine intravide le divise del Seirin e subito lo individuò al fianco di Ryota. Lo guardò per un breve istante che immobilizzò letteralmente Kuroko.

Poteva vedere la totale concentrazione nel suo sguardo e una determinazione che niente e nessuno avrebbe scalfito. Dopo quell'attimo Aomine scattò. Sinuoso, implacabile e letale come un serpente si destreggiava tra gli avversari evitando blocchi e doppie marcature. Ogni tiro era uno spettacolo che entusiasmava la folla. Tetsuya non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, seguiva ogni movimento fotografando nella sua mente ogni azione. Alla fine della partita l'accademia Too vinse con venti punti di distacco assicurandosi la prima vittoria.

"Ragazzi ci conviene andare negli spogliatoi a prepararci così poi faremo un po' di riscaldamento." il capitano del Seirin diede subito le disposizioni alla squadra che in breve lasciò gli spalti per prepararsi alla partita.

Il Seiho non era una squadra da sottovalutare i ragazzi del Seirin lo sapevano bene, così la coach Riko stava dando attente disposizioni affinché ognuno di loro ricoprisse esattamente il proprio ruolo.

"Kuroko, noi cominciamo il riscaldamento, quando hai finito di prepararti raggiungici subito."

"Certo Hyuga senpai, contaci."

Tetsuya era rimasto negli spogliatoi per sostituire i lacci delle scarpe da ginnastica e cercando la giusta concentrazione. Quando, dopo qualche minuto, sentì aprirsi nuovamente la porta.

"Ho quasi fatto ragazzi arrivo subito."

"Prenditi il tempo che ti occorre, Tetsu..."

Kuroko lasciò cadere una delle scarpe voltandosi all'istante. "Aomine kun, che ci fai qui? Pensavo fossi andato via con la tua squadra?"

"Ho pensato che sarebbe stato interessante rimanere a vedere la vostra partita, non credi?" lo disse con una punta di sarcasmo nella voce che di certo non sfuggì a Kuroko.

"Non perderemo." disse, affrontando il suo sguardo a viso aperto.

"Infatti sono venuto qui per questo, per assicurarmi che tu avessi abbastanza motivazioni per vincere." Aomine gli si avvicinò lentamente, era ancora affaticato e sudato per la partita appena terminata. Si tamponò il viso con l'asciugamano che aveva al collo e piantò i suoi occhi in quelli di Kuroko.

"Ti avevo già detto che stavolta non sarei sparito ricordi?”

"Sì, lo hai detto." rispose con un filo di voce sentendosi improvvisamente indifeso e con le spalle al muro.

"Allora dimentica per un attimo chi è assente e concentrati su chi c'è davvero." poggiò il braccio accanto all'armadietto sovrastandolo con la sua altezza.

"Mi riesce un po' difficile farlo Aomine kun." non sapeva cosa dire, ma non pensò avesse importanza in quel momento.

"Allora ti darò un buon motivo per pensare ad altro, per pensare... a me."

Sapeva di desiderare ciò che stava per succedere nel momento stesso in cui sentì le mani possenti di Aomine afferrargli il volto e baciarlo. Forse avrebbe dovuto impedirlo, sottrarsi e spingerlo via, perché sapeva che quello non era giusto. Eppure... ne sentiva il bisogno, e per questo non si mosse. Fu come se la mente si scollegasse da tutto il resto per concentrarsi solo su quel bacio.

Un bacio che nulla aveva a che fare con la dolcezza di Taiga, perché Daiki era così, irruento e passionale in ogni cosa che faceva. Le sue labbra catturavano, pretendevano, ciò che considerava suo, ciò che desiderava riconquistare. E Tetsuya lo assecondò lasciando che lui si spingesse nella sua bocca sottraendogli il respiro e la poca lucidità che ancora gli era rimasta.

Si strinse alla sua maglia avvertendo la tonicità dei suoi muscoli e il suo corpo accaldato che lo spingeva contro quell'armadietto, per non dargli via di scampo. Aomine lo cercò ancora, con più urgenza e desiderio per poi staccarsi da lui lasciandolo sorpreso, confuso... insoddisfatto.

"In bocca al lupo Tetsu, fammi assistere ad una bella partita."

Fu tutto quello che gli disse prima di andarsene. Senza sapere di averlo gettato in totale confusione, con il cuore che martellava ancora nel petto e le gambe che stavano per cedergli. Attese ancora qualche istante per riordinare le idee, darsi una sistemata e raggiungere i compagni.

Ti darò un buon motivo per pensare ad altro. Gli aveva detto...

E Aomine manteneva sempre la parola data. Scendendo in campo Kuroko giocò con una nuova grinta negli occhi, la grinta che lui gli aveva trasmesso.





Eccomi qui con questo secondo capitolo. Allora... premetto che trattando di un'anime con ambientazione sportiva non si può non fare un accenno anche sugli altri personaggi. Soffermarmi troppo su tutti però sarebbe un'impresa titaniaca e francamente impossibile. Quindi, alcuni saranno un pò delle "guest stars" altri compariranno più volte, sperando di gestirli al meglio. Intanto le dinamiche pricipali della storia prendono corpo, Daiki non è uno che si lascia sfuggire l'occasione e stavolta ha le idee abbastanza chiare su quello che vuole ottenere. Tetsuya invece è parecchio confuso, l'assenza di Kagami comincia a pesargli soprattutto dopo le pressoni di Aomine, e il bacio che lui gli ha dato ha gettato ulteriore benzina sul fuoco. Tra gare e conflitti ne vedremo delle belle.
Intanto in alto al capitolo trovate l'immagine della dolcissima Momoi Satsuki, amica d'infanzia di Aomine e menager della Too, e Kise Ryota l'asso del liceo Kaijo ed ex membro della Generazione dei Miracoli. Spero che il capitolo vi piaccia, io vi ringrazio e ci sentiamo la prossima settimana.

 

 

   
 
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