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Autore: fiorediloto40    11/12/2021    1 recensioni
...quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
***
In un universo alternativo Shaka, Milo, Aiolos e Deathmask incontrano quattro ragazze che cambieranno la loro vita per sempre.
In questa storia i personaggi di Mu, Camus, Shura e Aphrodite sono femminili.
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gold Saints, Virgo Shaka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’aria pungente accompagnava il periodo natalizio ormai alle porte. Dicembre era solo all’inizio, eppure la gente affollava le strade con la consueta euforia che precede le feste; le luci della città, già addobbata per l’occasione, rendevano ancora più scintillante il già bellissimo scenario che la capitale greca offriva agli occhi dei suoi spettatori.
 
In un elegante appartamento, situato in un edificio nel centro di Atene, tre uomini stavano parlando animatamente tra loro, quando il suono del campanello li distrasse dai loro discorsi.
 
L’arrivo di un altro ospite costrinse il padrone di casa, visibilmente teso, a scusarsi con i suoi amici per andare ad accoglierlo.
 
- Dunque sei venuto... – disse Aiolos sorpreso e sollevato, rivolgendosi all’amico di fronte a lui ed invitandolo ad entrare.
 
- Avrei potuto declinare? E per cosa? Per farmi prendere in giro da quei due gemelli? – rispose seccato un uomo alto, snello, con lunghi capelli lisci e biondi, e due impressionanti occhi azzurri, mentre attraversava la soglia del sontuoso attico.
 
- Avanti, Shaka, lo sai come sono fatti…non sono neanche il peggio che possa esistere, è solo che, a volte, si fanno prendere un po' la mano... – rispose Aiolos mentre lo accompagnava lungo il corridoio. 
 
Aiolos, il proprietario dell’appartamento, era un uomo alto, ben formato, con folti capelli castani e profondi occhi verdi; i suoi tratti definiti rivelavano, con fierezza, la sua origine greca.
 
Entrambi si diressero nel lussuoso soggiorno, dove altre due persone erano già arrivate per prendere parte alla serata organizzata dai gemelli in casa del greco. La sala era ampia, imponenti vetrate affacciavano sul panorama serale di Atene... le luci della città sembravano fondersi con il resto dell’arredo, che consisteva in grandi e comodi divani bianchi, tappeti chiari a pelo lungo, ed un enorme televisore fissato al muro; sulla destra vi erano un grande tavolo da pranzo in cristallo, ed un angolo bar piuttosto fornito.
 
-Farsi prendere la mano è un eufemismo, vero Deathmask? - chiese ironicamente un uomo, alzandosi dal divano e dirigendosi verso l’angolo per servirsi un bicchiere di whisky. Greco anche lui, aveva una presenza a dir poco esuberante... fisico atletico, pelle naturalmente dorata, lunghi capelli ondulati di un raro colore blu ed occhi color mare.
 
-Ah Milo, lascia stare! Non so ancora spiegarmi perché mi sono lasciato convincere ad incontrare quei due buffoni! - grugnì in risposta l’uomo chiamato in causa, seduto sul divano in una posa piuttosto rilassata.
 
Aiolos tentò di mettere ordine tra i suoi amici richiamando l’attenzione di tutti – Gente, siate civili, per favore! Conosciamo bene Saga e Kanon, ma hanno organizzato questa serata, e …beh…vediamo almeno di cosa si tratta! -. 
 
L’uomo, visibilmente nervoso, temeva che i suoi amici si sarebbero arrabbiati quando avessero scoperto il vero motivo di quella riunione.
 
Shaka osservò attentamente il suo amico, e, dopo aver notato il suo imbarazzo, alzò la guardia a causa della strana sensazione che percepì -Tu lo sai vero? Sai che cosa vogliono proporci? Ovvio, altrimenti l’incontro non sarebbe stato organizzato in casa tua...- la sua voce suonava calma, come sempre, ma lo sguardo tagliente che gli rivolse mise Aiolos ancora più a disagio.
 
-Giusto! - intervenne Milo gesticolando - Dicci di che si tratta! Non vorrei essere venuto qui per qualche sciocchezza…tra l’altro, ho dovuto annullare un impegno molto promettente…- aggiunse sorridendo maliziosamente.
 
-No, non so niente! - rispose Aiolos agitando le mani avanti a sé, ma una goccia di sudore che spuntava dalla sua fronte lo tradì miseramente.
 
- Parla, Aiolos! - disse Deathmask con poca pazienza - Altrimenti ti giuro che mi alzo e me ne vado da qui, ma non senza averti prima incasinato la tua bella casetta! - accompagnando alle parole un movimento circolare della mano. 
 
Deathmask era noto per essere una persona che faceva esattamente ciò che diceva, ed Aiolos non era così sciocco da ignorare l’esplosività del suo amico. Al di là delle apparenze, era un amico sul quale potevi contare ciecamente e di grande fiducia, ma sapeva essere un nemico pericoloso se pensava di essere ingannato o preso in giro.
 
Aiolos passò nervosamente lo sguardo sui suoi tre amici. Erano tutti uomini di successo, e tutti lo avevano guadagnato con le proprie capacità, qualcuno addirittura partendo da zero... Shaka era il proprietario di una compagnia di import/export tra l’Europa e l’Oriente, Milo aveva una società di produzione pubblicitaria, e Deathmask era un imprenditore edile. Quest’ultimo, in particolare, al contrario dei suoi amici che avevano proseguito le attività di famiglia, era partito da zero; arrivato dall’Italia senza nulla, aveva cominciato a lavorare come faccendiere di un costruttore, divenendo a poco a poco il suo uomo di fiducia. Dotato di una scaltrezza senza pari, non gli ci era voluto molto per impossessarsi di quell’attività, una volta venuto a mancare l’uomo.
 
Decisamente non aveva senso prenderli in giro. Aiolos conosceva perfettamente il motivo di quell’incontro, e non era di certo onorevole, ma suo malgrado aveva dovuto cedere alla richiesta dei gemelli e ormai non poteva più tornare indietro.
 
-Va bene, sì, conosco il motivo dell’incontro... - ammise Aiolos sconfitto, mentre i suoi amici lo guardavano, in silenzio, in attesa che proseguisse - si tratta di…beh di…- si passò nervosamente una mano tra i morbidi capelli castani, lo sguardo incollato al pavimento non osava spostarsi sui compagni.
 
-È lunga la faccenda? - chiese ironicamente Deathmask, facendo roteare il whisky nel suo bicchiere. Deathmask e Milo erano seduti su uno dei divani del soggiorno, Shaka, ancora in piedi, non si era nemmeno tolto il cappotto, pronto ad andare via alla prima sciocchezza. Era andato lì malvolentieri; stanco per l’intensa giornata di lavoro avrebbe solo voluto andare dritto a casa e farsi un bagno caldo... per di più, tutto questo mistero stava cominciando a dargli sui nervi. 
 
Per Shaka le cose erano bianche o nere, non concepiva le sfumature cromatiche in nessun aspetto della sua vita.
 
-Ragazze! - disse Aiolos velocemente, come se volesse liberarsi di un peso sullo stomaco.
 
-Eh? Sei impazzito? - quasi urlò Milo -Ti sembriamo delle ragazze?!- stava per alzarsi dal divano ed aggredire Aiolos, quando Deathmask lo bloccò tenendolo per un braccio - Non parla di noi idiota! Le ragazze devono essere la proposta di stasera! Mi sbaglio Aiolos? - chiese sottolineando le ultime parole. 
 
Aiolos rispose annuendo tristemente con il capo, e mantenendo gli occhi fissi sul pavimento.
 
-Stai scherzando, vero? - disse Deathmask guardandolo freddamente e con un tono minacciosamente basso - Mi stai dicendo che sono venuto qui stasera per comprare una prostituta? - si alzò dal divano per avvicinarsi lentamente ad Aiolos, che istintivamente fece un passo indietro.
 
-No, mi hanno assicurato che non si tratta di prostitute, bensì di…di…come dire…- Aiolos, profondamente imbarazzato, oltreché nervoso, parlava gesticolando con le mani, come se con questo gesto potesse rassicurare i presenti.
 
-Stai a vedere che sono delle fanciulle caste e pure! - Milo scoppiò a ridere pensando di alleggerire la tensione... tuttavia, il modo in cui Aiolos lo guardò sorpreso, oltre al silenzio che ne era seguito, fece capire a tutti i presenti che Milo aveva indovinato.
 
-Me ne sto andando! - per la prima volta dall’inizio di quell’assurda discussione Shaka manifestò il proprio pensiero, e, senza aggiungere altro, ma visibilmente infastidito, infilò il corridoio che conduceva al soggiorno, dirigendosi verso la porta d’ingresso. 
 
Shaka era un uomo di poche parole già in condizioni normali, dire qualcosa in una situazione come quella non gli era passata neanche per l’anticamera del cervello. L’unico pensiero era quello di uscire da lì il prima possibile.
 
Aiolos, vedendo l’amico allontanarsi, si affrettò a corrergli dietro prendendolo per un braccio - Non puoi andartene Shaka! Gli ho promesso che saremmo stati presenti tutti e quattro, non farmi questo…- lo guardò implorante negli occhi.
 
-Io ti faccio cosa??? - Shaka si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con il suo amico. Il volto teso non riusciva a nascondere il suo fastidio - Innanzitutto…ti sembro uno che ha bisogno di pagare una donna? E poi, mi dici perché diavolo stai assecondando questa follia? Perché hai detto di sì?!-. 
 
Aiolos abbassò lo sguardo. Sapeva che Shaka aveva ragione su tutto, ma i gemelli ultimamente gli avevano dato una mano con i suoi affari e non aveva potuto tirarsi indietro alla loro richiesta. 
 
Si avvicinò all’amico parlando a bassa voce affinché Milo e Deathmask non potessero ascoltare - Shaka, tu sai che, come dire... nell’ultimo periodo ho avuto qualche difficoltà con la mia azienda...- Shaka guardò Aiolos in silenzio, annuendo a malapena - Il mese scorso c’è stata un’importante gara di appalto per la costruzione di ponti nella regione. Non scenderò in particolari, ma non potevo permettermi di perdere, e, dato che Saga ha contatti con molte persone, mi ha aiutato ad aggiudicarmi la commessa... Shaka, non ti chiedo niente, non sei obbligato a fare niente, ti chiedo solo di essere presente quando arriveranno, poi, potrai andartene liberamente come e quando vuoi e dimenticarti di questa storia... -. 
 
Shaka non disse nulla, sapeva che ultimamente la compagnia di Aiolos aveva avuto dei problemi, ma non avrebbe mai immaginato che il suo amico fosse sceso a compromessi...per di più con i gemelli! Per nulla convinto, si diresse nuovamente in soggiorno seguito da Aiolos. Sarebbe rimasto lo stretto necessario, per non metterlo in difficoltà, ma era determinato ad andarsene via il prima possibile.
 
In soggiorno trovarono Milo e Deathmask che ridevano di tutta quella faccenda. In breve tempo erano riusciti a stemperare la pesante atmosfera che si era creata...
 
Almeno loro l’hanno presa bene! pensò Shaka anche se non mi stupisce…per Milo è solo l’ennesimo giro di giostra, e quanto a Deathmask, beh, di certo non è uno che si perde nella forma delle cose…
 
Assorto nei suoi pensieri, si sedette sul divano vicino ai suoi amici, in attesa che arrivassero i gemelli, per concludere quella serata il prima possibile e poter finalmente tornare a casa.
 
Come se qualcuno avesse ascoltato le sue richieste, il campanello suonò nuovamente. Aiolos si precipitò ad aprire la porta; per quella sera aveva licenziato la servitù con l’intento di avere la maggior discrezione possibile. 
 
Dopo brevi saluti, fece passare Saga e Kanon, i gemelli, e, dietro di loro, entrarono quattro ragazze che seguirono i due uomini nel soggiorno. 
 
I gemelli erano praticamente identici in tutto e per tutto, lunghi capelli blu, la cui diversa tonalità rappresentava l’unico tratto distintivo, occhi verdi con sfumature bluastre, molto eleganti ed indubbiamente affascinanti... oltreché, inquietanti! 
 
Dopo rapidi saluti agli uomini presenti, passarono a presentare le ragazze.
 
Queste erano in piedi al centro della stanza, una di fianco all’altra, una più bella dell’altra, e chiaramente a disagio.
 
-Miei cari amici! - esordì Kanon, di certo il più loquace fra i due fratelli, rivolgendosi ai quattro uomini presenti nella stanza - Mi fa molto piacere vedere che abbiate accettato di partecipare a questa serata... ovviamente non avrei mai offerto queste delicate bellezze a nessun altro... - aggiunse con un sorriso ammiccante - permettetemi di presentarvi questi quattro gigli…immagino che Aiolos vi abbia già detto che queste ragazze sono, come dire, speciali... non avremmo mai permesso che finissero nelle mani di qualcuno che non fosse un gentiluomo, e naturalmente, io e Saga abbiamo pensato subito a voi... - Kanon accompagnava le parole con fluidi movimenti delle mani, come un prestigiatore che tenta di incantare il suo pubblico.
 
Aiolos si limitava a stare in silenzio, guardando le ragazze con malcelato imbarazzo. Milo si agitava impaziente sul divano...in fondo quel gioco lo divertiva. Deathmask non aveva detto nulla ma, continuando a roteare il liquido nel suo bicchiere, stava già guardando insistentemente una delle ragazze. 
 
Dal canto suo, Shaka era piuttosto disgustato dalla situazione e soprattutto dai gemelli... in generale non gli importava niente di nessuno, ma quello che stava accadendo quella sera, un triste affare sulla pelle di quelle ragazze, lo stava nauseando...
 
Tuttavia, una delle ragazze attirò la sua attenzione...
 
Si trattava dell’ultima ragazza della fila, la più lontana da lui. Notò immediatamente i due tika che aveva al posto delle sopracciglia, ricordando di avere incontrato altre persone con quella caratteristica, in uno dei suoi frequenti viaggi di lavoro. Ne dedusse che fosse orientale, proprio come lui. 
 
Non fu però solo quel particolare ad attrarlo, poiché la ragazza in questione era davvero molto bella… ammirò un viso elegante ed aggraziato sul quale spiccavano due grandi occhi a mandorla verde smeraldo, incorniciato da una cascata di fluenti capelli color lavanda lunghi fino alla vita sottile, evidenziata da una piccola cinta che le scendeva morbidamente sui fianchi; un vestito bianco dal taglio sobrio, lungo fino al ginocchio, faceva risaltare la sua figura snella. Agli occhi di Shaka sembrò un angelo...
 
Un angelo molto spaventato! Quando non erano puntati sul pavimento, i meravigliosi occhi verdi vagavano smarriti per la stanza; inoltre, teneva nervosamente la mano della ragazza di fianco, stringendosi a lei il più possibile.
 
- Molto bene... - continuò Kanon - ah, dimenticavo! Sono contento che ci sia anche tu piccolo Buddha! - disse ironicamente guardando Shaka, che, a sua volta, strinse gli occhi rimandandogli uno sguardo tagliente ed un volto di pochi amici. Non gli piaceva essere chiamato in quel modo, lo trovava profondamente irrispettoso nei confronti della sua religione. 
 
Non gli sfuggì, però, che la pessima battuta aveva attirato l’attenzione della ragazza dai capelli lavanda, che ora lo stava fissando. 
 
I loro occhi si incrociarono per un breve momento, prima che la ragazza, imbarazzata, tornasse a fissare il pavimento.
 
-Senza offesa ovviamente... - aggiunse ironico Kanon, che poi continuò - passo a presentarvi queste quattro meraviglie! Dunque... la prima è Shura! - una bella ragazza alta, mora, spiccati tratti mediterranei ed occhi verde scuro, insisteva a guardare fuori da una delle grandi finestre del soggiorno, non volendo fissare quegli uomini di fronte a sé. 
 
Aiolos si avvicinò timidamente alla ragazza... in realtà l’aveva notata subito - Ciao! - le disse dolcemente, ma la ragazza si limitò a fissarlo di traverso senza tradire alcun tipo di emozione.
 
- Bene - per la prima volta da quando erano entrati, Saga manifestò la propria presenza - vedo, Aiolos, che hai trovato Shura di tuo gradimento! Beh, se nessuno dei tuoi amici ha qualcosa da obiettare, potremmo dire che hai diritto ad una fantastica notte insieme alla mora più bella che tu abbia mai incontrato! - un sorriso cinico era stampato sul viso del gemello maggiore. 
 
Aiolos guardò i suoi amici, vedendoli chiaramente disinteressati. Milo era divertito, ma la sua attenzione era rivolta all’altra metà della fila, Shaka voleva apparire indifferente ma di tanto in tanto lanciava occhiate nella stessa direzione in cui guardava Milo, mentre Deathmask, prendendo l’iniziativa, si avvicinò ad una delle ragazze, dalla bellezza a dir poco abbagliante.
 
-Deathmask, non perdi tempo amico, fai tutto da solo! - disse Kanon allungando un machiavellico sorriso sul suo volto. 
 
-Dimmi qualcosa che non so... - rispose secco quest’ultimo, piazzandosi davanti alla ragazza che aveva puntato dal momento in cui era entrata.
 
-Ti presento Aphrodite! - continuò Kanon - E non poteva che chiamarsi così. Questa ragazza rende davvero onore alla dea... -. 
 
Ed era vero. Lunghi capelli di un raro color celeste, occhi azzurri così chiari da potercisi specchiare, viso perfetto quanto l’esile corpo fasciato da un abito di seta nera. Seta come la sua candida pelle. La ragazza, per nulla intimidita, piantò i suoi begli occhi su quelli di Deathmask con aria di sfida. 
 
Ad essere sinceri, era stato proprio il suo atteggiamento, oltre alla bellezza, ad attirare l’attenzione dell’italiano. Gli piacevano le sfide, e, per il suo intuito, questa Aphrodite doveva essere un bel grattacapo...
 
- Nulla in contrario, giusto? - Deathmask guardò con noncuranza oltre la sua spalla in direzione degli amici, che risposero scuotendo negativamente la testa - Molto bene, fiorellino, verrai a casa con me, questa notte ci terremo compagnia…- un sorrisetto provocatorio stampato sul suo viso. 
 
Aphrodite, che non era di certo il tipo da subire passivamente, non ci pensò due volte prima di rispondere -Tesoro... se vuoi compagnia, comprati un cane e lasciami in pace! - la voce sprezzante, fissava gli occhi dell’italiano in modo ostile. 
 
Deathmask allargò il suo sorriso soddisfatto…ci aveva visto giusto!
 
Shaka si sentiva stranamente sollevato dalle scelte dei suoi compagni, tuttavia, non aveva ancora pensato a come districarsi da quella situazione. In realtà stava giocando a braccio di ferro con sé stesso... da un lato voleva andarsene ed evitare di comportarsi come i suoi amici, ma dall’altro, se doveva essere onesto, non riusciva a smettere di guardare la ragazza dai capelli lavanda, e non gradiva l’idea che finisse a casa con uno dei suoi amici, o con chissà chi!
 
Come se non bastasse, Milo doveva ancora fare la sua scelta, ed il modo in cui si agitava impaziente sul divano non lo tranquillizzava per niente...
 
- Shaka...- Milo sussurrò distraendolo dai suoi pensieri - che ne pensi? La rossa mi piace parecchio, sembra così…così…irraggiungibile, fredda, ma allo stesso tempo i suoi occhi sono incredibilmente caldi, e poi emana un’innata eleganza…mi piace, mi piace molto! D’altra parte però, anche l’ultima ragazza è molto bella, sembra così dolce... un angelo - poi, come se un’idea geniale gli avesse attraversato la mente, fece un ampio sorriso - beh, hai detto che non sei interessato giusto? Quindi posso prenderle entrambe! Sono sicuro che Saga e Kanon non me lo negheranno, sanno che non ho problemi a pagare! - sorrideva maliziosamente, come suo solito, immaginando chissà quali risvolti per la serata.

Dannazione! Shaka cercò di riflettere velocemente, e, mantenendo la consueta postura calma e disinteressata, disse la prima cosa che riuscì ad improvvisare - Non credo che sia una buona idea... - la voce pacata come sempre, mentre Milo lo guardava con aria interrogativa aggrottando le sopracciglia - vedi Milo, se rifletti bene, la situazione è già di per sé molto spiacevole per queste ragazze, si vede chiaramente che sono a disagio... mi sembra di capire che la ragazza con i capelli rossi ti piaccia molto, beh, cerca di non strafare e comportati da gentiluomo! -. 
 
Milo non era una persona cattiva, al contrario, era simpatico, energico, ed anche un caro amico, tuttavia, al contrario del suo lavoro in cui appariva serio e scaltro, viveva la sua vita come se fosse una perenne festa, e spesso non rifletteva sulle conseguenze delle sue azioni. 
 
-Perché la rossa e non l’altra allora? - chiese incrociando le braccia e mettendo un broncio infantile. Le domande di Milo si portavano dietro sempre altre domande, come i bambini. 
 
Ahhh… Milo! Shaka cominciava a stancarsi, tuttavia non voleva mostrare il suo interesse - Semplicemente perché hai detto che ti piace molto, anzi, lo hai detto diverse volte, quindi è chiaro ed evidente che la preferisci! -. 
 
Milo sembrò soppesare le parole dell’amico annuendo con il capo, e si prese qualche istante per riflettere. In effetti la rossa gli era piaciuta fin da subito; quell’aria distaccata ed altezzosa lo aveva intrigato, ma ancor di più gli erano piaciuti i suoi occhi, il cui colore caldo contrastava con lo sguardo glaciale. 
 
Sorridendo a Kanon chiese con voce divertita - Chi è quest’affascinante rossa di fronte a me? - Milo era proprio così, senza alcun filtro.
 
La ragazza chiamata in causa lo guardò come se stesse guardando un insetto... palesemente infastidita da quello che considerò essere un perfetto idiota.
 
- Milo, Milo…un po' di tatto per cortesia... - Kanon lo prese in giro lanciandogli uno sguardo di finto rimprovero - l’affascinante rossa, come la chiami tu, è Camille, Cam per gli amici... - la ragazza rivolse a Kanon uno sguardo tagliente, lasciando chiaramente intendere che lui non fosse tra quelli - beh, per Cam avevo pensato a qualcuno un po' meno esuberante di te, sai, è una ragazza di classe e di poche parole…tuttavia, se Shaka non ha nulla in contrario, non sarò io a negartela! - concluse Kanon con il suo solito sorriso provocatore.
 
Chiamato in causa, Shaka alzò le mani facendo intendere di non essere interessato, così Milo, lasciato l’amico sul divano, si avvicinò velocemente a Cam - Signorina, mi farebbe l’onore di accompagnarmi? - le chiese con un breve inchino ed un sorriso giocoso. 
 
Camille non rispose nulla, ma pur continuando a pensare che Milo fosse un imbecille, non potè fare altro che seguirlo; suo malgrado, dovette lasciare andare la mano della ragazza con i capelli lavanda. 
 
Quest’ultima le rivolse uno sguardo di apprensione e smarrimento. Adesso era sola...
 
- Bene Shaka... - esordì Kanon divertito rivolgendogli uno sguardo felino - finora non hai detto nulla, sembri anche contrariato, se non sbaglio... - il biondo si limitò a fissarlo senza pronunciare una sola parola - Mu! - disse voltandosi a guardare la ragazza con un’espressione fintamente dispiaciuta - Mi dispiace tesoro... non sei fortunata come le tue amiche! -.
 
Mu non sapeva che pensare... da un lato era sollevata all’idea di non dover passare la notte con uno sconosciuto, ma dall’altro, temeva ciò che, da lì a qualche istante, si materializzò come un incubo ben peggiore…Saga! 
 
Sin da quando era stata portata con l’inganno ad Atene dai gemelli, Mu aveva ricevuto le sgradite attenzioni di Saga, che, tuttavia, non aveva osato fare nulla in previsione di quella serata; ora cosa lo avrebbe fermato? Mu cominciò ad avere ancor più paura di prima... avrebbe voluto essere in grado di creare un muro tra sé e quegli uomini, e poter salvare sé stessa e le sue compagne di sventura... ma non poteva fare niente, niente, e questo la rendeva profondamente frustrata, oltreché spaventata!
 
Come un lupo che vede un agnello in un angolo, Saga non tardò ad avvicinarsi a Mu e, cingendole la vita senza alcuna gentilezza per voltarla verso di sé, le sussurrò ad un orecchio -Tu non sei fortunata, ma io sì, e tanto... ora non puoi più scappare! - un sorriso lascivo si stese sul suo volto. 
 
Mu cercò di divincolarsi, ma senza successo dato che Saga era fisicamente molto più robusto; Cam cercò di andare in soccorso della sua amica, ma Milo la trattenne, temendo che Saga spostasse l’attenzione su di lei.
 
Mu si dimenava disperatamente... odiava essere stretta dalle braccia di quell’uomo che le faceva ribrezzo, ma stava cominciando a perdere le speranze, perché ogni colpo che dava sulle braccia di Saga sembrava non avere alcun effetto su di lui. Sentendosi sconfitta, chiuse gli occhi... almeno non sarebbe stata costretta a guardarlo in faccia!
 
Quando ormai Mu si aspettava solo il peggio, e lacrime di disperazione e frustrazione stavano salendo ai suoi occhi chiusi, improvvisamente, sentì lasciare andare la presa su di sé.
 
Sollevata e confusa allo stesso tempo, aprì gli occhi in tempo per vedere l’uomo dai lunghi capelli biondi che teneva uno dei polsi di Saga guardandolo minacciosamente.
 
-Non ho detto di no…- il tono era calmo come sempre, ma la voce suonava dura; avrebbe colpito volentieri la faccia del gemello maggiore, che ora lo guardava con malcelato fastidio. 
 
Come se stesse toccando qualcosa di disgustoso, Shaka lasciò andare il polso di Saga senza alcuna gentilezza.
 
Rivolgendosi alla ragazza, che tentava di sistemare il suo vestito con discrezione, Shaka le parlò per la prima volta quella sera - Mu, questo è il tuo nome giusto? - la ragazza annuì timidamente fissandolo negli occhi - Se me lo permetti, Mu, tra qualche minuto ti porto fuori di qui...- la voce assunse una sfumatura meno dura mentre le parlava, cercando, per quanto possibile, di tranquillizzarla.
 
Mu era totalmente confusa, non conosceva quest’uomo che, al momento, l’aveva tirata fuori dai guai; d’altro canto, non sapeva se potesse rappresentare per lei un pericolo maggiore… tuttavia, l’idea di tornare a casa con Saga l’inorridiva a tal punto che decise di tentare la sorte. 
 
In fondo, se questo Shaka si era preso la briga di aiutarla in questa situazione, forse non era una cattiva persona. Forse. 

Pregò Buddha di non essere finita in un guaio peggiore di quello in cui già si trovava, nonostante le dubbie circostanze di quell’incontro. Abbassando lo sguardo, Mu annuì.
 
Shaka si avvicinò a Kanon per sbrigare le formalità insieme ai suoi amici, che consistevano nello staccare i rispettivi assegni.
 
-Shaka, non avrei mai immagin…- Milo tentò di scherzare ma uno sguardo minaccioso dell’interessato gli fece ingoiare le parole. Aiolos e Deathmask non dissero nulla, e, anche se erano stupiti dall’atteggiamento del loro amico, scelsero di non stuzzicarlo. Soprattutto Deathmask, che in condizioni normali avrebbe dispensato il suo sarcasmo, pensò che l’amico dovesse avere le sue buone ragioni per aver agito in quel modo.
 
Dopo aver raggiunto l’accordo di ritrovarsi nello stesso luogo la sera successiva (i quattro uomini avevano pagato una cifra considerevole, inoltre, non volevano attirare l’eventuale attenzione dei condomini di Aiolos), le coppie, ad esclusione di Aiolos e Shura, lasciarono l’appartamento.
 
I primi a partire furono Shaka e Mu. Le aveva promesso di portarla via rapidamente, e così fece.
 
- Non hai niente per coprirti? Fuori fa piuttosto freddo... - chiese Shaka dopo aver visto Mu partire senza nient’altro che il suo abito.
 
La ragazza scosse dolcemente il capo in segno di diniego.
 
Dannati gemelli! Shaka si tolse il cappotto per posarlo con estrema cura sulle spalle di Mu, che lo ringraziò con un timido sorriso. Quel piccolo gesto provocò una leggera puntura nello stomaco del biondo, tuttavia, decise di ignorare quella sensazione. Istintivamente, cinse la vita della ragazza e la condusse via da quel luogo.
 
Una volta fuori da quella imbarazzante situazione, Shaka, quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. Storie brevi, fugaci, non aveva mai voluto impegnarsi con una donna... in linea di massima pensava che una relazione assorbisse troppe energie e tempo che lui, a quel punto della sua vita, voleva continuare a dedicare al suo lavoro. 
 
In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
 
Arrivarono all’auto che Shaka aveva parcheggiato sotto casa di Aiolos, e fu solo quando aprì la portiera per fare salire Mu che si rese conto di averla tenuta per la vita da quando erano usciti di casa. Lo aveva fatto senza rendersene conto, il suo corpo aveva agito da solo... tuttavia, per tutto il tempo della discesa, una sensazione di calore e di familiarità gli aveva impedito di notare quel gesto. Tirò via la mano con noncuranza, sperando che la ragazza non notasse il suo imbarazzo.
 
Mu, dal canto suo, continuava a pregare Buddha di non aver peggiorato la sua già precaria situazione. Non era una sciocca, poteva vedere benissimo che l’uomo che sedeva accanto a lei era incredibilmente bello, l’aveva tirata fuori da una situazione difficile, e fino a quel momento era stato gentile con lei. 
 
Certo, con le sue azioni, perché di parole ne diceva poche. Come lei stessa d’altronde. Tuttavia, non sapere che cosa sarebbe accaduto da lì in appresso, la rendeva comprensibilmente nervosa, e vigile.
 
Il viaggio si svolse in totale silenzio; Mu e Shaka erano persi nei loro pensieri, ma nessuno di loro avvertiva il peso di quel silenzio... come se l’assenza di parole fosse confortante per entrambi.
 
E rimasero così finché arrivarono a casa di Shaka.
   
 
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