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Autore: hermy09    12/12/2021    0 recensioni
"Chloe io non so molto della vita, so solo che mi ritrovo a quasi 15 anni a sapere moltissime cose sulla morte, e alcune di quelle che bastano per sopravvivere. So che dovevo morire insieme a mia madre e a mia sorella, eppure sono qui e loro no, e spesso penso che non dovrebbe essere così. Una cosa però mi sento di potertela dire. La vita che hai protegila finché puoi, anche se non ti interessa. Se non per te stessa fallo almeno per chi ti vuole bene".
Crono è stato sconfitto e per il campo è l'inizio di un cambiamento. Molti semidei stanno arrivando e gli altri ragazzi del campo dovranno rapportarsi per la prima volta con i figli degli dei minori. Proprio tra loro Nico, costretto dal padre a tornare al campo, potrebbe trovare qualcuno per cui restare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Connor Stoll, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(CHLOE)

Quando viveva sulla principessa Andromeda a Chloe piaceva passare il tempo con le ragazze più grandi. Le piaceva immaginarsi come loro, belle e interessanti.
Una sera una ragazza figlia di Apollo aveva mostrato un ipod alle altre.
"Prima non potevamo usarli, perché attiravano mostri, ora che siamo qua che senso avrebbe? Ahahah".
Anche le altre si misero a ridere. A Chloe in realtà non piaceva che sulla nave ci fossero i mostri, ma fino ad allora nessuno era mai stato sbranato vivo, quindi provava a non pensarci.
Chloe non aveva la minima idea di cosa fosse un ipod, le spiegarono che serviva ad ascoltare musica. La figlia di Apollo le passò quella che chiamò cuffietta o auricolare. Sentì una chitarra e una voce molto dolce. Il ragazzo che cantava sembrava avercela con la sua ragazza perché se ne era andata a New York.
"Che smielata che sei a volte" le disse una semidea.
La figlia di Apollo fece spallucce "Avrei dovuto nascere figlia di Eros".
"Eros ha figli?" aveva chiesto Chloe
"E chi può dirlo" le avevano risposto. Gli dei minori erano così tanti quanti erano i loro figli, chi escludeva che il dio della passione non avesse qualche discendente.
"Comunque io non fantasticherei romanticherie varie, con quella canzone" disse la semidea che aveva parlato prima, mentre di aggiustava allo specchio la coda.
"Presto la radiamo al suolo New York no?".

Chloe riconobbe la canzone che stavano suonando al falò in quel momento, e provò a scacciar via il ricordo.

"Ho riflettuto su ciò che ci siamo detti, e ho una domanda" disse.
Nico annuì.
"Hai detto che tua mamma era italiana giusto?".
Nico fece di nuovo sì con la testa.
"Quindi sei europeo?".
"Beh sì, mia madre era italiana e sono nato in Italia... quindi sono europeo".
"Io in teoria dovrei essere di origine greca".
Nico la guardò stranito.
"Tutti qua lo siamo".
Chloe alzò gli occhi al cielo.
"Che c'entra! Intendo che il mio genitore mortale era di origine e nazionalità greca".
"O almeno così sa la mia mamma". aggiunse Chloe. Nico non disse nulla ma la domanda aleggiava nell'aria.
Chloe, anche se incerta se dirgli di più o no, finì per raccontare.
"Quando dico mia madre mi riferisco alla maga Circe.
Quando ero neonata Ecate mi lasciò a lei, mi ha cresciuta, quindi all'inzio mi ero abituata a chiamarla mamma. Poi in seguito mi è stata spiegato la questione dei semidei>>.
Nico era leggermente perplesso.
"Aspetta quella Circe? Ma non dovrebbe essere...".
"No, non è morta" si affrettò a chiarire Chloe "Circe è diventata immortale anche se non è propriamente una dea. Viveva sulla sua isola, e oltre me aveva molte altre "apprendiste", la aiutavamo nelle sue "attività".
"E adesso?" chiese Nico.
"Un giorno sono arrivati due semidei sull'isola... E so che non è andata bene, io però andai via prima".
Ecco le toccava dover vuotare il sacco.
Abbassò la voce "Una sera arrivò una nave, convinsero me e una mia sorella a scappare".
Ormai Chloe aveva capito che Nico fosse molto sveglio, e infatti colse subito di quale nave stesse parlando.
"La nave di Luke?" chiese il figlio di Ade.
Chloe annuì. Entrambi nonostante il baccano coprisse la loro conversazione cercava di parlare il più piano possibile.
"Ricevevamo spesso ospiti sull'isola finivano sempre per farsi abbindolare da Circe. Una mattina arrivò un gruppo di ragazzi capeggiato da Luke. Erano pochissimi, forse erano agli inizi della formazione dell'esercito, e tra di loro c'era Alabaster, un mio fratello".
Nico fece cenno di conoscere di chi stesse parlando.
"Non so come fece, forse Circe in realtà sapeva che anche lui era figlio di Ecate e aspettò prima di... sistemarli. Fatto sta che arrivata sera una mia sorella più grande mi prese da parte e mi disse che la notte prima aveva sognato Ecate. La dea nel suo sogno le aveva mostrato un porto in cui sostava la stessa nave da cui erano arrivati quei ragazzi. Parlò con Alabaster che acconsentì a portare anche me nonostante fossi piccola e scappammo con loro".
A Chloe vennero gli occhi lucidi "Non sono mai stata molto fiera di questa scelta, ma mi sono sempre ripetuta che era il volere di mia madre, come potevo dire di no?".
Nico sembrò riflettere.
"Mi dispiace dirti che non sono d'accordo". Rispose Nico, ma Chloe lo fermò subito.
"Oh no che credi. Ora detesto solo il pensiero di mia madre. Mi ha lanciato nelle più disparate situazioni e poi non ha fatto nulla per rimediare quando è andata male".
Chloe guardò verso il fuoco del falò.
"Inoltre ho scoperto che si tiene in contatto con le mie sorelle al campo. E anche quelli nell'esercito di Crono, le avevano parlato almeno una volta. Con me non ha mai fatto nulla del genere...".
Nico fu molto cauto nel fare la domanda successiva.
"Quindi tu infondo senti ancora l'astio per gli dei".
Chloe aggrottò un poco la fronte.
"Se ti stai preoccupando che sia d'accordo con l'ideologia di Luke e seguaci vari ti rispondo subito. Assolutamente no, ti ho già detto se non sbaglio che non collaborerei mai più". Fece una pausa.
"Ce l'ho solo con Ecate".
Nico guardò verso il cielo.
"Anche io una volta odiavo mio padre. Non credo lui mi abbia mai davvero amato come figlio".
"E ora?".
Nico sembrò rifletterci.
"Ci tolleriamo".
"Purtroppo è vero che non ci scegliamo i genitori" continuò il figlio di Ade.

(NICO)

Anche nel suo caso, era stato Nico a cercare di contattare il padre e non viceversa. Il tutto era stato piuttosto deludente. Non poteva rimproverare Chloe per come si sentiva verso Ecate.

"Fosse solo quello" disse Chloe
"Che cosa?" disse Nico.
"Il fatto è... penso spesso a questa cosa che..." si sforzò di trovare le giuste parole.
"Io nella vita ho fatto sempre così, in fondo non ho mai scelto niente per davvero. Mia madre mi ha lasciata sull'isola e poi mi ci ha tolta. Me ne sono andata dall'esercito e sono venuta qua. Non avrebbero tutti i torti a cacciarmi a pedate una volta che ci scopriranno, e so che accadrà prima o poi".
"E dove sta il problema?" provò a chiederle Nico.
"Quello che voglio dire è, per cosa ho combattuto nella mia vita? Su che schieramento mi sono posta? Sono figlia della dea delle scelte, ma se guardo indietro io non ho proprio scelto nulla, ho seguito gli eventi e le mie necessità senza alcun valore o morale a guidarmi".

"Non è vero" la fermò Nico.

"Mh?" Chloe si sorprese.

"Mi hai detto che per nessun motivo saresti rimasta con l'esercito di Crono per come si comportarono. Anche se non conosci i tuoi valori hai un' idea di ció in cui non ti rispecchi almeno".
Chloe non disse nulla, ma nemmeno lo contraddisse. Si guardava le mani.

"Anche io sono qua perchè me lo ha chiesto mio padre in realtà" le disse.
Fece un suono come a prendersi in giro da solo.
"Lo convinco a mobilitare un esercito intero per una battaglia dalla quale voleva solo star fuori e poi mi faccio costringere a frequentare il campo estivo".
"Se non ti piace perché hai dato una mano?" gli chiese Chloe.
Nico si guardò attorno.
"Dovevo aiutare, sarebbe stato da egoisti non farlo. Ma questo non è comunque il mio posto".
Le canzoni dei semidei si erano fatte sempre meno chiassose, il fuoco più basso.
"Allora tu, di cosa fai parte, Nico?".
Quella domanda lo sorprese. Chloe aveva un curioso scintillio negli occhi.
Gli inferi e il palazzo di Ade?
Della sua famiglia nella villetta in cui ricordava vagamente di aver vissuto da bambino?
Del casino Lotus?
Del campo?
"Non lo so" disse.
"Se dovessi darmi una risposta certa, non ho nemmeno idea di quale sarebbe la mia vera casa".
Chloe non disse nulla e continuarono a guardarsi.
Si distrasse grazie a Chirone che disse di andare a letto. Seguirono varie lamentele.
Chloe si alzò e, dato che masticava fece solo un segno di saluto a Nico, e si allontanò.
Nel fazzoletto accanto a Nico era rimasto un solo marshmallow. Sentiva odore di zucchero bruciato, ma per tutto il tempo che avevano parlato non si erano avvicinati al fuoco.

(CLOVIS)

"Non lo so Chloe, non mi piace prendermi questa responsabilità".
"Oh macché, sarà tutto perfettamente sicuro, mi fido di te" gli rispose Chloe.
"Lo so, ma tu invece?" Clovis si rivolse a Nico, che da quando si era presentato alla porta della cabina di Ipno insieme a Chloe non aveva ancora spiccicato una parola.
"Beh non è stata una mia idea" disse guardando un po' torvo Chloe.
"Ma tu mi sembri in grado di farcela, e poi neanche a me sembra troppo pericoloso. Che potrebbe capitare?".
Clovis si sedette sul pavimento a gambe incrociate e fece segno agli altri due di fare lo stesso.
"Non vorrei risvegliare qualcosa di traumatico, non ho controllo su cosa ti faccia ricordare" disse.
"Oh non preoccuparti, mi ricordo solo cose traumatiche" disse Nico con nonchalance.
Clovis un giorno disse a Chloe di aver pensato in quel momento "Mah... capisco come questi due stiano facendo amicizia".
"Tu vuoi solo vedermi all'opera vero? Non è per altruismo che ti è venuta questa idea" disse a Chloe.
"Oh ma Nico lo sa, ci guadagniamo entrambi da questa cosa" rispose Chloe tranquilla.
Clovis non aveva parole.
"Se a te va bene possiamo procedere".
Nico fece un sospiro e annuì.

(NICO)

La cabina di Ipno era molto confortevole. Il fatto che ci fosse un rametto da cui gocciolasse acqua di fiume lete era familiare perché gli ricordava gli inferi, ma inquietante se pensava che suo padre gliel'avesse fatta bere da bambino.
Insomma, per il tipo che era, si trovava bene.
Per prima cosa Clovis lo face distendere su un letto libero. Fu letteralmente il posto più comodo su cui si fosse mai sdraiato.
"Ora chiudi gli occhi e segui la mia voce, rispondi solo a ciò che ti dico, senza prestare attenzione ad altro".
Questa cosa del rilassarsi durò esattamente 5 minuti.
"Potresti smetterla di fissarmi? Lo sento" Nico aprì gli occhi verso Chloe, che sussultò nel sentirsi dire questa cosa.
Clovis si seccò.
"È inquietante" si giustificò Nico
"Avevi gli occhi chiusi e lo sapevi lo stesso, sei tu quello inquietante".
"Vabbè, tu concentrati meglio, e tu Chloe guarda me, non Nico".
Una delle sorelle di Clovis guardava dalla sua brandina con aria divertita.
"State già togliendomi tempo prezioso, non lasciatemi dormire ancor meno".
Dopo un po' finalmente Nico riuscì ad entrare nello stato di dormiveglia comatoso a cui puntava Clovis.
Il figlio di Ipno gli aveva chiesto un luogo.
"Venezia" aveva risposto.
Dopo un po' la voce di Clovis cominciò ad affievolirsi e Nico prese a sognare.
Nico era solito sognare sempre in terza persona, vedendo ciò se stesso dall'esterno. Stavolta guardando davanti a se vide le sue mani, e più giù dell'acqua che scorreva. Era affacciato su un canale, ma essendo basso non arrivava alla fine della ringhiera. Si era aggrappato alle sbarre di ferro con le mani e guardava i visi nell' acqua, che di rimando lo osservavano curiose.
"Nico!".
Un rumore di tacchetti aveva preceduto l'arrivo di una signora alta in tailleur nero, che subito lo prese per una mano.
"Lo sai che non mi piace quando ti sporgi così, non è sicuro".
Nico stava pensando di voler rispondere, ma la foga con cui lo stava trascinando via lo fece desistere.
"Amore più veloce, Papà e Bianca aspettano noi".

Nico riaprì gli occhi, si sentiva tutta la fronte sudata.

"Basta così per ora" disse Clovis
"Ma come... Io" provò a dire.
"Siamo qua da un'ora di Angelo" disse Chloe che era concentrata a farsi piccole treccine con le ciocche di capelli.

"So che non sembrava un'ora" disse Clovis.
"Il mondo dei sogni ha regole sue".
"Quello non era un sogno" osservò Nico.
"Lo so, era un ricordo, o almeno se ti è sembrato tale è già qualcosa".
Nel frattempo che Clovis continuava a parlare Nico si mise su.
"Non so quanto effettivamente si possa fare, hai pur sempre bevuto direttamente dal Lete come mi hai detto".
"È comunque più di quanto potessi sperare" rispose Nico.
Si misero d'accordo che avrebbero provato altre volte quando Clovis fosse stato libero, ma che per quel giorno si era già sforzato abbastanza.
Stava per uscire insieme a Chloe, quando sulla porta Clovis chiamò la ragazza.
"Chloe perché non resti a riposare?".
Chloe scosse subito la testa.
"Ooh no no, e a che scopo poi" e si affrettò ad uscire.
"Perché non sei rimasta?" le chiese Nico.
"La giornata è finita in fondo, ti farebbe bene".
"Ma dai, non dirmi proprio tu cosa è più salutare fare" Chloe puntò le dita verso le occhiaie di Nico (che in verità però secondo lui erano più chiare di prima).
"Tu lo hai fatto con me" disse Nico.
"No, io ti ho chiesto se volevi provare a ricordare tua madre. E poi ho sempre voluto vedere Clovis fare quella cosa, un giorno vorrei me la insegnasse".
Si incamminarono verso l'anfiteatro.
"Pensi di poterci riuscire?".
"E perché no, è pur sempre magia".
"Scusa e allora che senso ha avere poteri diversi fra noi".
"Ma noo, non funziona così. Vedi non punterei mai a qualcosa che sappia fare un figlio di Demetra o una figlia di Apollo, con me non c'entrano nulla. Qualcosa da figlio di Ipno invece... Sarebbe più nell'elemento di Ecate".
"Allora perché dici di non saper fare cose simili alle mie, come avere potere sugli spe..." Nico però fu interrotto subito.
"Perché no e basta, non uscire sempre questo inutile discorso".
Nico sospirò e puntò gli occhi al cielo. Quanto poteva essere cocciuta.
Si sedettero sugli spalti dell'anfiteatro.
Un gruppo di figli di Efesto lo stavano ristrutturando. E Connor insieme a un figlio di Apollo davano una mano.
"Scusa ma allora i tuoi poteri in particolare quali sarebbero?" le chiese.
Chloe parve confusa.
"Beh non ti ho mai vista in azione, e nemmeno le tue sorelle".
Chloe lo studiò un po'.
"La magia ha molte forme. Ci sono delle cose che di base dovrebbero riuscir bene a tutte. Ad esempio hai già visto che sposto gli oggetti".
Nico ricordò come avesse smosso il letto dell'infermeria, e sicuramente sarebbe stata capace di scaraventarlo via anche più forte.
"Poi ad esempio ci sono gli incantesimi. Per quello ci vuole una conoscenza approfonditissima del latino e del greco, se no sbagliare è facile".
"Per questo a lezione te la cavi bene".
"Sì".
Chloe si voltò verso il piccolo palco.
"Da piccola ho imparato anche leggendo i poemi epici e le tragedie, mi piace che stiano provando a mettere su un teatro".
Chloe allora era una specie di piccola nerd dell'antica grecia. Aveva senso a suo modo.
"A me spaventa ciò che potrebbero combinare".
"Tipo?".
"Non so, immagina un copione del Rocky Horror Picture show in mano ai fratelli Stoll".
Chloe sembrò confusa.
"Cosa è il Picture Horror rock show?".
"Lascia stare, penso che prima o poi lo scoprirai, mi hanno obbligato a vedere il film, Connor ha una fissa per i musical".
Proprio in quel momento Connor chiamò Chloe.
"Porteresti in alto questi riflettori?".
Chloe si alzò svogliata. Il sole ormai stava tramontando.
"Io penso che andrò a dormire, Clovis mi ha rintontito per bene".
"E salti la cena?" chiese Chloe.
"Ma si... chi vuoi che se ne accorga".

Non ho mai finito un capitolo in un giorno, e ho cercato di resistere dal pubblicarlo subito, ma non volevo lasciarvi con un cliffhanger come quello!
Meriterei una pioggia di stelline per la tempistica ;).
Scherzi a parte lasciate qualche commento e passiamo al riassunto.

- Finalmente abbiamo scoperto la storia completa (o quasi) di Chloe. E la situazione si fa interessante. Chloe è stata cresciuta da Circe [ricordiamoci anche di chi altro abitava sull'isola ;)].

- Questa cosa che Clovis aiuta Nico a recuperare i suoi ricordi, è stata pensata per riparare quello che io ho visto sempre come un buco di trama. Nel sangue dell'olimpo e nella casa di Ade Nico ha dei ricordi del suo passato... Ma non si sa come dato che aveva bevuto dal lete.

- Connor è un theater kid signori.
(Dall'inglese, un'adolescente che fa parte del gruppo di teatro della sua scuola, ed è un appassionato di spettacoli)

C'è un indizio gigante su un potere di Chloe che scopriremo in futuro. Se lo trovate scrivetelo in una recensione!

 

   
 
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