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Autore: jinkoria    13/12/2021    1 recensioni
[ BakuDeku, EndHawks, TodoKami, TouyaTenko | canon divergence/what if: tutti buoni | riferimenti spoiler post capitolo 290 ]
“Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.” Charles Dickens.
Di Katsuki e Izuku che stanno insieme, camminano allo stesso passo e inciampano in egual modo.
Di Enji che sta imparando cosa sia il Natale per regalarne il migliore a Keigo.
Di Shouto e Touya che lo riscoprono in Denki e Tenko.
O, più semplicemente: di venticinque giorni in cui gli eroi si fanno carico della missione più speciale: prepararsi ad accogliere il Natale. E a fare i buoni, più o meno... fintanto che non c'è il vischio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Endeavor, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Bonsoir, ho odiato tutto di questo prompt, che fino alle 21.45 ero indecisa se mollare e lasciare il vuoto per oggi - per davvero - o meno, ho avuto salvifico soccorso da dolce metà e sissina e boh, in qualche modo eccoci qua. Dovrebbe essere l'ultimo così atroce, per me, mi ha proprio stressata LOL.
Chiedo in anticipo scusa ad Aizawa-sensei, sei stato per loro quello che il prompt è stato per me. Non c'ho capito niente ma quando ho deciso che era la sua fine ho gioito comunque.

 L'ambientazione è quella delle simulazioni nella prima stagione, per far intendere, che se non mi sbaglio aveva vari set e in base a essi cambiavano clima e circostanza (nave, città...). Altrimenti chiamiamola licensa poetica. In questo stesso edificio non è mai stato attuato nessun attacco, non esistendo i Cattivi, lo scenario del capitolo 285 si è comunque verificato ma sempre con AFO come protagonista e non Shigaraki; il riferimento è dovuto a questo
Grazie per il passaggio, buona lettura e a domani 
💚❤️ 


 

 

-13:  Icicles — “Don’t stand directly beneath them!


 

Bakugou schioccò la lingua così forte che Midoriya si chiese, tra il serio e il faceto, se non si fosse persino fatto male: tanta l’indignazione mista a voglia di far saltare in aria ogni parte di quel maledetto angolo di simulazione nel quale Aizawa aveva deciso di trascinarli.

Per un attimo, Katsuki aveva addirittura sperato di trovare un ambiente quantomeno non umido, caldo se gli fosse andata bene, invece il professore eternamente avvolto nel suo sacco a pelo – imbottito, il dannato bastardo – aveva scelto di piazzarli in un contesto innevato, si poteva dire in mezzo a una tormenta vera e propria, circondati da cumuli di neve che complicavano il passaggio a piedi e riducevano l’efficacia delle sue esplosioni tanto era il freddo, per cui anche il costume invernale faticava a scaldarlo a sufficienza.

«Tsk» fece di nuovo rivolto al nulla, urtando involontariamente Kaminari al suo fianco; l’essere diretto colpevole non gli impedì di incenerirlo con lo sguardo nell’istante in cui il ragazzo aveva iniziato a protestare, il quale si affrettò a fuggire lontano da lui, accanto a Todoroki. Tra l’altro, era stato proprio l’aspirante eroe dal quirk elettrico la causa diretta del loro ritrovarsi in quella condizione: Aizawa aveva dato delle indicazioni precise all’intera classe, dividendoli a gruppi e fornendo loro una mappa con tre possibili esiti. Uno tra questi conduceva al luogo in cui risiedevano più civili, identificabili con dei pupazzi vestiti di rosso per individuarli con facilità sotto possibili macerie o altre condizioni causate dal clima incontrollato; un altro portava a una via senza esito, il massimo delle possibilità era girare in tondo fino alla fine della simulazione; un altro ancora conduceva nel punto più disastrato della simulazione, che avrebbe potuto condurre ugualmente a dei civili dispersi.

Parte del compito era migliorare la fiducia reciproca tra i compagni di squadra e aumentare l’affinità e collaborazione tra loro; ogni gruppo partiva qualche minuto dopo l’altro per far sì non ci si seguisse a vicenda facendo squadra con più persone.

Ovviamente, Bakugou e Todoroki si erano subito posti su due idee diverse, l’intervento di Midoriya non aveva fatto altro che peggiorare la situazione col suo analitico e frenetico parlottare tra, sviscerando qualsiasi aspetto della questione per scegliere a chi dei due dar man forte, fin quando Kaminari non si era stufato e, senza preamboli, si era gettato a capofitto in una direzione specifica.

A giudicare dal devasto circostante, era stata imboccata la terza opzione, dove adesso si trovavano a girovagare alla ricerca di un minimo segnale rosso.

«Beh, dai!» urlò Midoriya nel tentativo di sovrastare il forte vento, un sorriso incoraggiante tenuto su a fatica per il freddo «Poteva andarci peggio!».

«Ah?!» Bakugou si voltò verso di lui con tono ben più alto – Izuku ringraziò non ci fossero davvero montagne a rischio di valanga nei dintorni, nonostante ciò non riuscì a trattenersi dal guardarsi intorno in cerca di brutte sorprese. Per fortuna, la cosa peggiore che potesse capitargli al momento era alimentare la furia del suo ragazzo «E con che concetto di peggio lo stai dicendo?!».

Todoroki si inserì, anche ad alta voce per farsi sentire «Bakugou, non credo sia il caso scaldarsi tanto».

Se si fosse girato, avrebbe visto Midoriya schiaffarsi entrambe le mani sul viso, coprendo del tutto gli occhi, quasi non volesse vedere la scena che era sicuro si sarebbe presentata da lì a breve.

«Scaldarmi?» iniziò, l’espressione terrificante mentre il primo spasmo allo zigomo faceva la sua comparsa «Scaldarmi?! Magari potessi scaldarmi! Ho il culo di ghiaccio! Non guardarlo!» sbraitò infine verso Shouto stesso, che si era sporto per controllare quanto detto dal compagno, non cogliendo l’isterico sarcasmo.

Con le braccia incrociate e strette al petto nel tentativo di scaldarsi, anche Kaminari si avvicinò agli altri tre, a testa bassa e con voce mesta «È colpa mia, mi sono innervosito vedendovi discutere su dove andare che mi sono lasciato trascinare dall’impeto e non ho riflettuto, mi dispiace…».

Shouto lo afferrò per le spalle e lo attirò a sé, stringendolo sul lato dove iniziò a sprigionare un po’ di calore per dargli sollievo; Denki lo guardò rammaricato, non doveva essere semplice mantenere una temperatura alta ma comunque moderata per non scottarlo in una circostanza come quella, cercò persino di allontanarsi con un sorriso poco convincente «Non c’è bisogno che lo fai, se proprio devi sforzarti è meglio aiuti Bakugou, almeno può usare il suo quirk».

Il ragazzo però gli impedì il movimento e scosse piano la testa, indicando poi con un cenno del capo in direzione degli altri due, parzialmente al riparo dal vento dietro la colonna di un sottopassaggio, una delle poche cose ancora integre nei dintorni: Katsuki continuava a urlare qualche bestemmia al vento mentre le mani erano mantenute a coppa su quelle di Izuku senza però toccarle. Fu allora che Kaminari si accorse delle piccole esplosioni sui palmi del primo e capì, dal modo in cui Midoriya sorrideva verso l’altro, essere un modo per scaldarlo senza fargli male col suo potere.

«Va già meglio. Grazie, Kacchan».

Quello borbottò, il viso incassato nel colletto alto del costume «Non è comodo come quella stufa ambulante bicolore».

Izuku negò «Non ho bisogno di più di questo».

Denki non riuscì ovviamente a sentire quanto detto, percepì giusto un mezzo insulto rivolto a Midoriya su quanto fosse imbarazzante; avrebbe provato comunque molta più invidia per quella complicità e intimità così sincera ed evidente, se non si fosse ritrovato avvolto in quel mezzo abbraccio.

«Se la cava bene anche così, si lamenta perché è il suo modo di combattere la temperatura» proseguì Todoroki, ignaro di quell’egoistica riflessione. Dopodiché si mossero, in sincrono e senza dividersi, verso di loro.

Fu a quel punto, ormai giunti al medesimo sottopassaggio qualche metro più in là rispetto agli altri due compagni, che Shouto si accorse dapprima con l’udito, stuzzicato da un tintinnio difficile da localizzare, e poi con la vista, sollevando la testa attirato dal suono di quelli che scoprì essere stalattiti di ghiaccio, in caduta libera proprio sopra di loro. Dunque fece per sollevare il braccio dominante il potere del fuoco, sgranando gli occhi nel rendersi conto questo fosse ancorato a Kaminari, il quale non si era accorto del pericolo, e non sarebbe riuscito a districarsi in tempo per usare le fiamme neppur volendo; persino spingerlo in quella posizione, a quel punto, non sarebbe stato sufficiente.

Rapido agì d’istinto, spostò comunque il ragazzo quanto possibile per allontanarlo dalla traiettoria diretta delle lame di ghiaccio, infine lo sovrastò col proprio corpo nel tentativo di proteggerlo, stringendogli le braccia attorno e serrando le palpebre in attesa dell’impatto.

L’esplosione generata da Bakugou arrivò assordante alle orecchie di entrambi i ragazzi, fu tuttavia salvifica nello spazzare via del tutto le stalattiti.

Todoroki riaprì gli occhi lentamente, allo stesso tempo allentò la presa su Denki senza però scioglierla del tutto, guardando sorpreso in direzione dell’amico mentre Midoriya correva verso di loro e domandava se stessero bene.

«Bakugou…».

«Tsk» fece di nuovo l’altro in risposta e girò in fretta il viso da un’altra parte «Se hai intenzione di perderti in fottuti gesti eroici del cazzo utili a un bel niente, fallo lontano dalla mia vista!».

Shouto fece per rispondergli e ringraziarlo, quando Kaminari ancora tra le sue braccia si agitò per allontanarsi quanto bastasse per guardarlo in pieno volto e afferrargli le spalle per scuoterlo appena, l’espressione mista tra la rabbia e il panico.

«Cosa diamine ti è saltato in mente?!».

Il ragazzo aprì bocca, certo di avere una risposta pronta, si ritrovò però con sua sorpresa a non sapere cosa rispondere. Perciò disse, quasi sovrappensiero ma con sincerità «Non ci ho pensato molto…» e poi, come se quella vaghezza stessa avesse risolto il dubbio, si girò verso con tanto d’occhi, illuminato «Bakugou».

«Che diavolo vuoi?».

«Forse ti ho capito».

Katsuki lo guardò confuso di primo acchito, un’espressione quasi sconcertata tanto era la perplessità, tuttavia gli bastarono pochi secondi – nei quali Todoroki era tornato a voltarsi verso Kaminari, intento a chiedergli scusa e, forse senza farci davvero caso, carezzargli la schiena per tranquillizzarlo – per capire.

«Stupido stronzo a metà…» disse piano tra sé, quando si ritrovò Izuku di nuovo accanto.

«Cosa voleva dire?».

Bakugou lo guardò, gli occhi luminosi come smeraldi erano tormentati dalle ciocche ricadute sulla fronte e ricoperte di neve a causa della tormenta. Allungò poi una mano verso di lui, premendogliela sul petto, e quando il giovane gli domandò se si sentisse male schioccò ancora la lingua, gli mise bruscamente un braccio sopra le spalle e se lo tirò dietro, diretto di nuovo in strada.

«Che cazzo ne so, piuttosto muoviamoci ad andarcene di qui, sia trovando quei maledetti fantocci o tornando indietro a mani vuote, non me ne frega un emerito- voi due là dietro, muovete il culo!».

Izuku si lamentò di non riuscire a respirare per la forte stretta, Katsuki lo ignorava bellamente per imprecare in direzione di Shouto e Denki, il quale aveva iniziato a rispondergli per le rime nonostante lo avesse comunque ringraziato a oltranza per aver salvato lui e Todoroki – in realtà lo aveva ringraziato specialmente per aver protetto quest’ultimo.

Rafforzando la morsa mortale sul collo di Midoriya, promise a se stesso di sabotare qualsiasi pasto di Aizawa-sensei da quel momento in avanti. Al diavolo lui e le sue maledette simulazioni.



 

   
 
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