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Autore: Misaki Starlyght    14/12/2021    4 recensioni
[IN REVISIONE - cap 1 di 20]
|| M e r t h u r || M a g i c A U || S c h o o l A U || C u r s e d A U || H a t e to L o v e || S l o w B o r n ||
Long ambientata ai giorni nostri. Cosa succederebbe se un Arthur ribelle e problematico e un Merlin apatico e solitario si incontrassero da adolescenti frequentando la stessa scuola? E cosa accadrebbe se la magia esistesse ancora e venisse praticata
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balinor, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Il giorno dopo, Merlin e Arthur, si misero subito all'opera per decifrare e risolvere l'enigma magico.
Il moro prese un quaderno bianco per trascrivere tutte le informazioni che avevano e seduti sotto la veranda di casa sua, si fece elencare dal lupo per filo e per segno, tutto ciò che Morgana gli aveva detto.

Solo una persona può capirti...Merlin Emrys...

...lui può aiutarti a trovare il vero tè stesso...

...dovete spezzare l'incantesimo prima della fine dell'estate o rimarrai un lupo per sempre.

-Sei sicuro che sia tutto qui quello che ti ha detto?-
*Sicurissimo.*
-Non è molto su cui lavorare, può voler dire tutto e niente. Ne sei certo? Sarai stato nel panico e posso capire se ti fosse sfuggito qualcosa.-
*Sono. Sicuro. Ero spaventato non sordo.* Lo rimbeccó il lupo leggermente stizzito. -Ok ok, ti credo. Volevo solo essere certo di avere tutte le informazioni.-
*Che mi dici di te? Cosa ti ha detto?*

L'ho fatto per il bene di entrambi...

...vi ho dato ciò di cui avevate bisogno...

...tu e mio fratello avete più cose in comune di quanto crediate...

...ti sto dando l'opportunità di liberarti da ciò che ti logora tanto...

-Le stesse cose che ha detto a te.- mentì.
Gli voleva bene, ora poteva ammetterlo a sé stesso senza andare nel panico, ma non era ancora pronto per scoperchiare sotto gli occhi di Arthur la sua tenebra.

Avevano condiviso molto negli ultimi due mesi e poteva dire di non rimpiangere nulla, ma aprire quella porta...
Non riusciva a farlo lui stesso, nonostante ci convivesse da anni, come avrebbe fatto a dirglielo senza morire dentro?
Come poteva chiedergli di accettare una cosa che nemmeno lui era capace di accettare e comprende?
Lo avrebbe visto diversamente?
E lui avrebbe avuto il coraggio di farsi guardare di nuovo da lui sapendo la verità?

Si convinse di non aver bisogno che Arthur sapesse tutta la sua versione per risolvere l'enigma. C'è l'avrebbe fatta per lui. Per entrambi.

*Credi sia una specie di enigma?*
-Forse, onestamente non lo so.-
*Se lo fosse dovrebbe essere facile per te. Tu sei bravo in queste cose.* un lieve sorriso si dipinse sulle labbra di Merlin al suono di quelle parole. *Che c'è? Che ho detto?*
-Nulla, è solo che... è la stessa cosa che mi ha detto tua sorella.-
*Sul serio? Non ci posso credere! Io lo so perché ti conosco da due mesi ormai e lei invece già lo sapeva?!? Maledetta strega!*
-Non dirmi che sei geloso.- disse il moro divertito dalla sua reazione piuttosto vivace.
*Non sono geloso! Semplicemente, non è giusto che lei sappia più cose di me su di te. Ti ricordo che sono io quello che vive qui con te, non lei.*
-Quindi sei geloso.-
*Non. Sono. Geloso! E poi come fa a sapere questa cosa di te?*
-Penso sia risaputo da tutti che sono quello con la media più alta a scuola.-
*Sì ma perché proprio te? Insomma poteva scegliere chiunque e invece...*
-Ha scelto me. Mi ha detto di non aver lasciato nulla al caso e che tutto era stato calcolato. Aggiungendo che lo ha fatto per il bene di entrambi e che abbiamo più cose in comune di quanto crediamo.-
*Quindi possiamo dire che ti ha spiato? E come ha fatto? Ha sorvegliato mezza scuola, dentro e fuori prima di sceglierti? Perdendo giorni e notti riuscendo comunque a non impazzire e tenere i suoi voti vertiginosamente alti, come i suoi stra maledetti tacchi?*
-Beh...ha ammesso di essere una strega. Direi che possiamo aspettarci di tutto a questo punto. Anche sorvegliarmi di giorno e di notte per scegliermi.-

Questo spiegherebbe in parte perché mi conosce così bene, ma non il perché è a conoscenza del mio segreto.

-Quando le ho chiesto come facesse a conoscermi, mi ha risposto che aveva le sue fonti.-
*E chi? Schiere di pipistrelli spia addestrati?*
-Ha detto di essere una strega, non Batman con la sua Bat caverna.-
*Fidati. Io c'è la vedo eccome, insieme a quelle stregacce delle sue amiche.*
-E dove la metti la caverna?-
*Sotto la casa ovviamente.*
-Tu hai davvero troppa fantasia.-
*Che ne sai che non sarò io a risolvere l'incantesimo invece? Forse per spezzare una magia, la fantasia è quello che ci vuole.* Disse tutto fiero della sua idea.

-Quindi che facciamo? Andiamo a casa Pendragon con una pala e iniziamo a scavare? Il tutto senza farci beccare ovviamente. Finché non troviamo la caverna dentro la quale non puoi entrare, perché un incantesimo non ti permette di varcare la soglia di casa tua?- rispose il moro smontando la sua proposta.
*Si beh...era solo un'idea.*
-Anche se la caverna esistesse davvero non ci servirebbe a niente. Anche se...-
*Cosa?*
-Morgana ha detto che per risolverlo dovevo iniziare a pensare fuori dagli schemi.-
*Vedi? Avevo ragione. Hai bisogno di me per allargare i tuoi orizzonti. Non sei abbastanza fantasioso.* Rispose Arthur rinvigorito. -Vorrà dire allora, che cercherò di tenere a mente anche le tue idee più strampalate. Per il momento però, cerchiamo di andare per gradi.- concluse alla fine il moro, cercando di mettere insieme tutte le informazioni che avevano.

-Ti ha mandato qui, permettendoti di parlare solo con me, quindi è evidente che il fulcro della cosa siamo solo tu e io. Concordi?-
*Concordo. E ha anche detto di averlo fatto per il nostro bene.*
-Esatto. Anche se ancora non lo comprendiamo.- disse scrivendo tutto sul quaderno. *Quindi pensa che io e te abbiamo qualcosa che non va e solo stando insieme possiamo sistemarlo.*
-Corretto.-
*Tipico di mia sorella sentirsi superiore con il complesso della salvatrice. Ma sistemare cosa?*
-Ha parlato di vero tè stesso. Quindi non si riferisce a cose materiali ma più astratte, come la personalità, la mentalità.-
*Beh...se pensiamo a come eravamo all'inizio ne abbiamo fatta di strada. Non ci potevamo sopportare e ora guardaci.*
-Amici.- disse guardandolo negli occhi.
*Amici* rispose l'altro ricambiandolo.

*Direi che questo vale come cambiamento astratto, non ti pare? Io non sono più quello di prima e nemmeno tu.* Disse indicandolo con la sua enorme zampa nera. *E poi ha aggiunto che abbiamo più cose in comune di quanto crediamo. Beh...le abbiamo trovate! facciamo un sacco di cose insieme. Allora perché non sono ancora tornato umano?*
-Forse non hai ancora raggiunto il cento per cento del tuo vero tè stesso...credo.-
*Non ci credi nemmeno tu a quello che hai appena detto.*
-No, per niente.- rispose Merlin sconsolato, affondando le mani nei capelli *Non capisco! Che vuol dire? Che non torno umano, perché in realtà il mio vero me stesso è essere un animale?!* Disse improvvisamente Arthur, preso dalla rabbia e dallo sconforto. -Non credo sia così.- ribatté Merlin cercando di consolarlo, ma senza successo.
*Allora cosa? Cosa manca? Cos'altro dobbiamo fare? Io non sono più lo stronzo che ero prima, e tu non sei più un manichino apatico...*
-Ti ringrazio.-
-Figurati. Siamo amici...allora cosa manca?*

Le parole gli morirono in gola per la frustrazione.
Cos'altro mancava?
Merlin accanto ad Arthur era frustrato e avvilito quanto lui, mentre pensava alla sua parte di enigma.
Cos'altro mancava?
Morgana gli aveva esplicitamente detto di avergli dato ciò di cui aveva bisogno, e quello di cui aveva bisogno, era una cura contro la sua mente autodistruttiva.
Gli aveva servito Arthur, la sua unica salvezza, su un piatto d'argento e da quando il lupo gli aveva confermato la sua volontà di restare al suo fianco, non correva più il rischio di rimanere senza la sua ancora di salvezza. Entrambi sembravano aver raggiunto l'obiettivo. Allora perché tutto restava immutato?

-Cerchiamo di non scoraggiarci. Abbiamo appena iniziato dopo tutto.-
Arthur si girò a guardarlo e riconobbe sul suo viso, la sua tipica espressione di quando era concentrato su qualcosa. I capelli neri scompigliati, le sopracciglia aggrottate e il labbro inferiore leggermente gonfio perché costantemente tormentato dai denti.
*Sei carino quando cerchi di fare quello propositivo*

Eccolo di nuovo, quel calore sulle guance di Merlin, totalmente inaspettato.
Inspirò a fondo per aiutarsi a concentrarsi e ignorare quella nuova sensazione che sembrava volersi infilare in lui ogni volta che Arthur gli faceva un complimento o una battuta piccante.
Non poteva permettersi distrazioni.
-Si beh... continuiamo a pensare.-

E lo fecero. Pensarono e pensarono fino allo sfinimento, ideando teorie una dopo l'altra, scrivendo e cancellando e scrivendo di nuovo sul quaderno ormai pieno di cancellature, sempre più rabbiose. Ciò nonostante, non cambiò nulla.
E ogni volta che sembrava avessero trovato la soluzione, si rendevano conto che mancava sempre un pezzo al loro puzzle. Costringendoli per l'ennesima volta a cancellare quelle scritte pregne di speranza.

*Dove vai?* Chiese Arthur dopo tre giorni passati in casa a scervellarsi. -Ho bisogno di uscire. Non riesco più a pensare stando qui dentro.-
*Vuoi compagnia?*
-No, ho bisogno di pensare da solo...o forse non pensare.- disse sfinito, stropicciandosi gli occhi con le mani pallide.
*Lo capisco. Non vorrei mai essere il responsabile del corto circuito del tuo cervello. Ci tengo troppo a quella testolina.*

Ed eccoli lì, l'ennesima battuta affettuosa e l'ennesimo calore sulle guance. Ormai nemmeno li contava più. Semplicemente respirava e cercava di ignorarli per farli passare il prima possibile.
Ma forse, avrebbe dovuto aspettarselo. Aveva riaperto la porta delle sue emozioni e non poteva certo pretendere di non avere ripercussioni per una tale decisione.
Quello che davvero non capiva, era perché tra tutte le emozioni che avrebbe potuto provare, era proprio l'imbarazzo a coglierlo di sorpresa, insieme alla vergogna di essere beccato da quegli indistinguibili occhi azzurro cielo.

Uscì in fretta dalla porta di casa senza fiatare, prese la bicicletta poggiata sul retro e inizio a pedalare deciso. Sapeva esattamente dove voleva andare.

Arrivato alla metà, casa Pendragon troneggiava sopra di lui con la sua ostentata ricchezza e la sua aura inquietante.
-Sapevo che saresti tornato.- disse una voce femminile da dietro la cancellata, ma questa volta Merlin, era preparato alle comparse improvvise della Pendragon e non si preoccupò né si scandalizzò. -Morgana.-
-Merlin-
-Dobbiamo parlare.- disse il ragazzo con decisione. -Lo immaginavo.- rispose la ragazza con il suo solito fare enigmatico. -Vieni ti offro una tazza di tea.-

Per la seconda volta i due si ritrovarono sotto lo stesso albero della volta prima. Unico custode e ascoltatore delle loro conversazioni.
-Vedo che tu e mio fratello avete fatto progressi.- disse, dando il primo sorso al suo bicchiere ghiacciato. -A cosa devo la tua visita?-
-Se sai dei nostri progressi, saprai anche che siamo ad un punto fermo. Come faccio a far tornare Arthur umano?-
-Non come "tu". Ma come "voi", non ti dimenticare che siete in due su questa barca e non è consentito fare le cose per conto proprio.- un sospiro nervoso uscì dal naso di Merlin. -Sapevo che ci avresti provato. Sei troppo abituato a fare le cose da solo.-
-E va bene.- ribatté esasperato. -Cosa dobbiamo fare...- chiese questa volta, dando enfasi alle ultime due parole -...per fare tornare Arthur umano?-
-Domanda sbagliata.- rispose allora Morgana con tutta calma. -Come sbagliata?!-
-Cosa ti ho detto l'altra volta? Non è il traguardo la vittoria, ma il viaggio stesso. Fare tornare Arthur umano è il premio, non l'obbiettivo.- disse trafiggendolo con i suoi occhi penetranti.
-Quello che dici non ha senso. Basta enigmi! Sono tre giorni che ci arrovelliamo su questo dannato incantesimo e non siamo arrivati da nessuna parte. Hai detto che avevo tutte le linee guida di cui avevo bisogno ma non è vero! Se fosse così lo avremmo già risolto! Hai mentito!!-
-Io non ho mentito!- Ribatté lei, glaciale e spaventosa come una lama alla gola ben affilata, e per un solo singolo secondo il cielo parve oscurarsi -Siete diventati amici, è vero. Ma non è quello l'obbiettivo. L'amicizia è solo una bella conseguenza.-
-Ma Arthur è cambiato! Lo hai visto.-
-E tu? Tu sei cambiato? L'incanto non funziona solo su Arthur ma anche su di te e se tu non troverai il tuo centro, condannerai Arthur a restare un lupo per sempre.- disse gelida.
-Ah...questa si che è bella. Trasformi tuo fratello in un animale e hai il coraggio non solo di lavartene le mani, ma addirittura di dare a me la responsabilità del suo futuro. Arthur aveva ragione a dire che sei una vera stronza! Come puoi essere così insensibile da mettere tuo fratello in una situazione del genere e non avere un minimo di rimorso?!- urlò tutto d'un fiato in faccia alla Pendragon che non si scompose nemmeno di una virgola; e quando il ragazzo credette che gli avrebbe risposto per le rime, Morgana fece l'unica cosa che mai si sarebbe aspettato: applaudì.
Applaudì con tutta la grazia e il fascino di cui era in possesso.

-Devo dire che le emozioni ti donano. Anche se a pensarci bene, è piuttosto ironico che sia proprio tu a fare questo discorso a me. Non ti pare?- Bevve un altro sorso di tea freddo. -Non perdete la speranza, siete quasi arrivati.-
-Me ne frego se manca un centimetro o mille chilometri. Ma ricorda, se Arthur rimane un lupo a vita, sarà solo colpa tua. E ora fammi uscire da questo dannato giardino.-
-Come desideri Merlin caro.- rispose la strega e schioccando le dita, Merlin si ritrovò di nuovo fuori dalla proprietà dei Pendragon.

Era sfinito. Le sue emozioni lo avevano sfinito. Morgana e le sue stupide battutine lo avevano sfinito.
L'unica cosa che voleva, era andare a casa e scusarsi con Arthur per la sua incapacità di aiutarlo. Non sapeva se Morgana si sarebbe sentita in colpa, ma era certo che lui lo sarebbe stato. Già ora lo era. In colpa per averci messo così tanto e aver sprecato del tempo prezioso. In colpa per non sapere cosa fare per aiutarlo. In colpa per essere quello che era, perché se lui non fosse stato così, Morgana non lo avrebbe scelto e ora non sarebbero a quel punto morto.

Tornato a casa, quando Arthur lo vide, la sua faccia la diceva lunga su dove fosse andato e come fosse andata la conversazione. *Non saresti dovuto andare da lei.* gli disse seguendolo in camera sua. -Dovevo fare un tentativo.- rispose l'altro lasciandosi cadere sul letto sfinito, a pancia in giù. *E come è andata?* Chiese avvicinandosi al suo viso e posando il muso sul materasso. -Le ho detto che è una stronza e me ne sono andato.*
*Beh...direi che è andata bene. Peccato essermelo perso.* Rispose cercando di tiragli su il morale. -Mi dispiace.-
*Per cosa?*
-Per tutto questo.-
*La colpa non è tua. È stata mia sorella a farmi questo.*
-Ma lei ha ragione. Ti avrà anche trasformato, ma se non riuscirai a tornare umano la colpa sarà solo mia.- era la prima volta che Arthur vedeva Merlin così triste e abbattuto. Talmente tanto da chiedere scusa per una colpa non sua.
*Vorrà dire che ti toccherà sorbirmi per il resto della tua vita. Dopo tutto non è così male. Ho cibo, un letto, una compagnia niente male e...*
-Non cercare di indorarmi la pillola.-
*Non lo sto facendo.*
-Si invece.-
*Ti ricordi la parte in cui ti dicevo che la mia vita è più bella adesso rispetto a prima, o lo hai dimenticato?*
-Mettiamo anche solo per un attimo...- disse girandosi sul lato per guardare Arthur negli occhi. -...che non risolviamo l'enigma e devi rimanere in questo corpo a vita. Non puoi essere sicuro che un giorno non ti sveglierai arrabbiato e deluso per non essere nel tuo corpo.-
*Ma avrò te.*
-Quindi, mi stai dicendo con assoluta certezza, che non ti sveglierai un giorno pensando, che se sei in quel corpo è solo perché io non stato capace di aiutarti?-
*È così.*
-Non ci credo. Sei davvero disposto ad accettare di vivere con la persona che ti ha negato la libertà?-
*Sei l'unica persona con cui posso parlare.*
-Che è anche peggio! Forse potremmo andare d'accordo ancora per qualche mese, alla meglio un anno, forse due. E poi? Ti stancherai di questa vita. Ti mancheranno le tue libertà. Inizieremo a litigare, perché non puoi fare nulla senza di me e finiremo di nuovo per odiarci, perché io mi terrò responsabile della tua condizione e tu altrettanto!- Le sentiva. Le lacrime. Gli pungevano gli occhi pronte ad uscire come un fiume in piena. Quando era stata l'ultima volta che aveva pianto?
Non lo ricordava.
Non aveva importanza.

Si copri il viso con le mani per cercare di frenarle e contemporaneamente non fare vedere oltre, il suo sfogo emotivo ad Arthur.
*Ok, ora basta.- disse tutto ad un tratto il lupo. -Mi stai facendo preoccupare. Dico sul serio.- continuò avvicinandosi di più a lui e poggiando una zampa sulla spalla e la fronte contro la sua. -Non so cosa ti abbia detto mia sorella, ma qualunque cosa sia, non mi piace. Perciò ora, prendi il tuo bel cervellino, clicchi sul tasto cancella e elimini tutte le stronzate che ti ha detto. Chiaro? Il tempo non è ancora scaduto.*
-Non esiste il pulsante cancella.- rispose Merlin a singhiozzi, ancora intento a trattenere le lacrime.
*Allora fai come me e ignora tutto quello che ti dice.*
-Tu la ignoravi anche prima e sei finito qui.-
*Beh...non credo possa andare peggio di così. Non ti pare?*
-Potrebbe sempre trasformare anche me in un cane.-
*Questo sì che sarebbe divertente.* E a quelle parole, entrambi iniziarono a ridere di gusto.

Risero così tanto da farsi male la pancia e quando Arthur vide Merlin riacquistare uno stato più tranquillo gli disse *Sai che facciamo ora?*
-Cosa?- chiese il moro mettendosi seduto e riacquistando la sua solita compostezza. *Una cosa che ti piace. Andiamo in biblioteca, scegli un libro, torniamo a casa, lo leggiamo e lo svisceriamo fino alla nausea. Puoi anche prendere un libro di fisica quantistica se vuoi, non mi importa se è mortalmente noioso.*
-Ma non abbiamo tempo...-
*Zitto!* Ribatté, alzandosi su due zampe e posando una grossa zampa sulla bocca di Merlin e l'altra sul suo petto, per zittirlo. *La vita è mia e scelgo io. Andare avanti su questa strada non serve a nulla. Non sto rinunciando, sia chiaro. Ma non voglio nemmeno trovarti morto stecchito domani perché hai esagerato e il tuo cervello è esploso.*

Arthur aveva notato che da quando Merlin gli aveva aperto le porte di camera sua, era diventato più emotivo. Soprattutto quando gli lanciava frecciatine a doppio senso o semplici complimenti. Quel gesto aveva fatto la differenza, ma aveva anche comportato una serie di imprevisti: come la difficoltà di gestire le emozioni a volte.
Fu naturale per lui ergersi come suo pilastro di sostegno, durante quelle tempeste emotive.

*Il tempo non scade domani, perciò voglio che ritorni in te, così possiamo elaborare una nuova strategia. Va bene?*
-Va bene.-
*Ottimo. Ora alzati e andiamo.*

 

  
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