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Autore: ArrowVI    14/12/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 12-8: Nessuna Scelta



 

Tutto cominciò con un intenso fischio nelle sue orecchie, una oscurità che sembrò espandersi a vista d'occhio intorno a lei, senza il minimo raggio di luce a indicarle una via d'uscita.

Da quel giorno, Lilith si ritrovò rinchiusa all'interno di uno spazio vuoto e oscuro dentro il quale non trovò mai nulla e nessuno.
Intrappolata dentro un vuoto infinito e freddo, dal silenzio terrificante.

"Qualcuno? C'è nessuno?!"

"Dove sono...?"
Perse il conto di quante volte chiese aiuto a sua sorella e Andrew, ma le sue parole riecheggiarono dentro quel silenzio all'infinito, scomparendo lentamente in quello stesso eco che andò scemando senza mai ricevere alcuna risposta.
Ben presto smise di pensare, di piangere, di chiedere aiuto.


Rinchiusa in un posto sconosciuto, in un limbo terrificante, a sua insaputa dentro la sua mente, dal quale sapeva non sarebbe mai riuscita a liberarsi.

Smise di tener conto del tempo che trascorse li dentro, ma il giorno in cui Lucifer la uccise non scomparve mai dai suoi ricordi.


Occasionalmente sentì delle voci a lei familiari che all'inizio riaccesero la speranza che qualcuno potesse salvarla, ma ben presto realizzò che nulla sarebbe cambiato.
Quasi come se fossero allucinazioni, ogni tanto le sembrò di vedere scene dagli occhi di qualcun altro. Vide i suoi compagni discutere, vide i classici battibecchi tra Asteroth e Belzebub, vide sua sorella.

"Forse sto sognando"
Disse tra se e se, non riuscendo a realizzare cosa fossero quelle strane ed eteree visioni, così sporadiche e frammentate che non sembrarono avere alcun senso.

"O forse, è un incubo."



Un giorno, però, vide qualcosa che la lasciò completamente senza parole.
Un soldato armato con una lunga katana, un'arma che riconobbe a prima vista. Pensò che fosse un'allucinazione, ma quelle scene le sembrarono fin troppo reali.
Nonostante fosse diverso, riuscì a riconoscerlo: era invecchiato, ma sapeva fosse lui. I suoi occhi si fecero lucidi, la sua voce cominciò a bloccarsi nella sua gola.

Chiamò il nome di quell'uomo, ma lui non le rispose.
O, forse, non la sentì.
Al contrario, sembrò guardarla con occhi pieni di rabbia.
Poi vide le sue lame uscire da braccia che sapeva non fossero le sue.

"Ti prego..."
Disse a nessuno, accovacciandosi e scoppiando in lacrime, quando quella visione scomparve.


"Andrew... Aiutami..."




Sentendo le parole di Lilith, il sorriso di Lucifer cominciò lentamente a dissiparsi, lasciando spazio a uno sguardo, per la prima volta, amareggiato.

Evitando inizialmente lo sguardo della donna demone, Lucifer fece scomparire rapidamente le catene che apparvero alle sue spalle, poi finalmente decise di voltarsi verso di lei.

... Mi dispiace che siamo dovuti arrivare a tanto. *
Disse, cogliendo la gran parte dei presenti alla sprovvista.

Il suo tono e il suo sguardo non lasciarono intuire malizia o un tentativo di ridicolizzarla.

* So che non migliorerà la situazione, ma vorrei che tu sappia che non sia stato nulla di personale. *
Continuò subito dopo, sospirando.

* A quel tempo... *
Riprese subito dopo, abbassando lo sguardo verso il terreno.

* ...Se tu avessi avvertito gli altri, sarebbe potuto essere problematico, per me. Non potevo permetterlo. *
Concluse subito dopo.
Lilith, infastidita dalle parole del suo vecchio comandante, digrignò i denti.

<< E' ovvio. Se ci fossimo rivoltati contro di te, neanche tu saresti riuscito a sconfiggerci tutti insieme. >>
Controbatté la donna.
Lucifer annuì.

* Come tu ben sai, sono sempre stato fermamente convinto che "il fine giustifica i mezzi", indifferentemente da quali essi siano. *
Le rispose il suo comandante, posando uno sguardo improvvisamente deciso su di lei.

* Provai a convincerti, ma sapevo che non sarebbe servito a nulla: sei sempre stata leale a mio fratello, sfortunatamente. Ciò che ho fatto, l'ho fatto perché era necessario: voglio che tu sappia che ucciderti non è stata una decisione che ho preso alla leggera, quantomeno una di cui io sia felice. *
Aggiunse subito dopo.



<< Mi hai lasciata marcire all'interno di una prigione nella mia testa, Lucifer! >>
Rispose la donna, cogliendo il demone alla sprovvista. Non aveva idea che il suo tentativo di cancellare ogni presenza di Lilith dalla mente di Astarte fosse fallito.

* Quello... *
Balbettò.

Uno sfortunato incidente dovuto alla mia conoscenza ancora parziale, a quel tempo, sulle Pietre Filosofali. Mi dispiace sia successo, non ho scuse per giustificare tale errore. *
Le rispose, finalmente, sospirando dopo qualche istante di silenzio.

La donna digrignò i denti, rilasciando le sue lame in un istante e fissando il suo vecchio comandante con uno sguardo pieno di odio.

<< "Mi dispiace"? Mi hai strappato la mia vita, e mi hai anche impedito di morire! Un "mi dispiace" non mi ridarà indietro nulla di quello che mi hai tolto! >>
Ruggì la donna, a malapena trattenendosi dal provare a tagliare la testa al suo vecchio comandante.


Lo sguardo di Lucifer cambiò improvvisamente, realizzando quali fossero le intenzioni della donna.

Non fare nulla di stupido, Lilith. *
Le disse, con uno sguardo serio in volto.

* Non puoi neanche sfiorarmi. E lo sai anche tu. *
Aggiunse subito dopo.
La donna digrignò i denti, poi evitò il suo sguardo.
Con la stessa velocità con cui estrasse le lame dai suoi avambracci, le ritirò, facendole scomparire dentro il suo corpo ed evitando di confrontarsi con lui.



* Vorrei che chiarire una cosa: mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire. Quando provai a cancellare la tua presenza da Astarte, lo feci per permetterti di riposare in pace.*
Disse il demone, attirando l'attenzione di Lilith.

* Ciò di cui non mi pento, sono le mie azioni. Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il bene della mia gente: sono disposto a schiacciare anche tutti i Dodici Generali, se necessario. *
Continuò, mentre Lilith si fece pallida in volto, vedendo la stessa espressione che Lucifer le mostrò poco prima di ucciderla.

Istintivamente si portò una mano davanti al ventre, il punto dove Lucifer la trapassò da parte a parte il giorno che la uccise.

* La morte di una decina di demoni per garantire il futuro di tutti gli altri. Una scelta davvero facile da fare. *
Aggiunse subito dopo, voltandosi poi verso Xernes, sguardo cupo e determinato.

* Sono sicuro che almeno una persona, qui dentro, sia in grado di comprendermi. Ho intenzione di riprendermi Lilith così possiamo andare tutti per la nostra strada, se non vi dispiace. *
Gli disse.
Xernes non rispose nulla, fissando i due demoni per qualche istante in silenzio.



Ancora una volta, Andromeda rifiutò le parole del demone.
Aiutato dalla sua lama come se fosse un bastone, zoppicando e ancora sanguinante, il soldato si oppose a lui, pur sapendo di non essere in grado di fermarlo.

<< Non permetterò che Lilith soffra di nuovo per mano tua! >>
Esclamò, ignorando Ehra che provò a fermarlo.


Lucifer sbuffò, rispondendo che avesse sprecato abbastanza tempo a discutere con un folle come lui. 
Poi gli disse che l'unico motivo per cui fosse ancora vivo non fosse perché l'avesse risparmiato.


* Se sei ancora vivo, lo devi unicamente a Lilith. *
Gli disse, cogliendolo alla sprovvista.

Il soldato all'inizio non comprese quelle parole, ma ben presto Lucifer decise di spiegarsi.

* A causa della mia incompetenza, ho fatto soffrire un mio sottoposto più del necessario. Per questo devo un favore, a Lilith. *
Sia Andrew che Lilith fissarono il demone con occhi confusi, non riuscendo a capire cosa volesse dire.



Andrew ruggì, infastidito da quelle parole.

<< Se le devi un favore, allora lasciala andare! >>
Esclamò.

Lo sguardo di Lucifer si fece ancora più cupo, mentre continuò a fissare Andromeda con occhi infastiditi.

Potrei decisamente farlo. Ma, a questo punto, non avrei alcun incentivo a tenerti in vita. *
Quelle parole fecero congelare il sangue nelle vene di Lilith. 
Lei comprese perfettamente di cosa stesse parlando.


Andrew, al contrario, non sembrò realizzare la connessione tra questo "favore" e il motivo per cui Lucifer l'avesse tenuto in vita.



Un umano dalle capacità degne di nota che mi odia. In situazioni normali, mi sarei già sbarazzato di te. *
Continuò il comandante, senza neanche muovere un muscolo e fissando intensamente il soldato davanti a se.

* Non corro rischi, non l'ho mai fatto. Perché dovrei lasciare una minaccia in circolazione? Non ha senso. *
Aggiunse subito dopo, posando poi il suo sguardo su Lilith, sapendo che lei avesse compreso il significato di quel favore.

Devo un favore a Lilith a causa del mio errore. E quel favore è non averti ucciso, è piuttosto semplice. Potrei lasciarla andare, potrei permetterle di vivere di nuovo la sua vita ma a quel punto non avrei alcun motivo di tenerti in vita. *


<< Sei spregevole! >>
Esclamò Ehra, innervosita dalle sue parole, attirando l'attenzione di Lucifer.
Un grosso sorriso si fece largo nel volto del demone, quasi come se fosse divertito da quella situazione.

Non odiare ciò che non comprendi. *
Le rispose il Lucifer.

Piuttosto, l'unico da incolpare sarebbe il nostro caro Andrew! *
Il soldato ruggì davanti a quel tono di scherno del demone, sapendo che lo stesse sfottendo.

<< Non permetterti di chiamarmi in quel modo! >>
Ringhiò, con occhi pieni di rabbia e odio.

Che questo ti serva da lezione per il futuro. *
Ridacchiò Lucifer.

Se tu avessi tenuto la bocca chiusa, magari avrei permesso a Lilith di restare qui. *
Continuò subito dopo.


Andrew non riuscì a controllarsi: afferrò con forza l'impugnatura della sua lama con entrambe le mani, mentre una intensa energia scura improvvisamente avvolse il suo corpo per intero.

Se ti permetterai di rivolgere quella lama contro di me un'altra volta... *
Minacciò il demone, senza smettere di sorridere.

Cancellerò questa nazione dalla faccia di Gaia. *


Un freddo glaciale cadde all'interno di quella stanza.
Una minaccia di quel tipo, da parte di qualcuno come Lucifer... Nessuno avrebbe mai corso un rischio di quel tipo.
La rabbia di Andrew fece rapidamente largo a una espressione confusa, poi una terrorizzata.


Digrignando i denti, Andrew lasciò andare la sua arma, abbassando lo sguardo ed evitando di guardare Lilith in faccia.

Finalmente vedo un po' di buon senso! Anche per un folle come te, l'istinto di conservazione prende il sopravvento. *
Ridacchiò subito dopo il demone, applaudendo.


Poi si voltò verso Lilith, assumendo ancora una volta una espressione seria.

Tempo di andare, Lilith. *
Le disse.

La donna demone cominciò a tremare.

<< Dovrò... Dovrò tornare li dentro, vero?  >>
Gli domandò. Non ricevette subito una risposta.
Il solo pensiero di tornare all'interno di quel vuoto sconosciuto fu in grado di terrorizzarla. 


 * Mi dispiace. *
Le disse Lucifer.

Se dovessi lasciarti a piede libero, non credo tu ci penseresti due volte a scappare, conoscendoti. E non posso permetterlo. *
Continuò subito dopo.
Lilith sbuffò.

<< Ti odio, Lucifer. >>
Gli disse subito dopo.

<< Ti detesto con ogni fibra del mio corpo. >>
Davanti a quelle parole, Lucifer non vacillò neanche per un istante.

* L'ho già sentito dire da qualcun altro, oggi. *
Le rispose.



In un istante le catene di Raphael si materializzarono ancora una volta alle spalle del demone, poi seguirono il movimento del suo braccio sinistro tagliando l'aria alle sue spalle, aprendo un varco che fu in grado di connettere Camelot con il palazzo di Bael.


Poi, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, Lucifer posò ancora una volta il suo sguardo sui presenti.

Ah, stavo per dimenticarmene. *
Disse, divertito.

* Prima di andarmene, per mostrare la mia buona fede... Avrei qualche informazione interessante da darvi. *



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Fine del capitolo 12-8 e, con esso, di questo volume! Alla prossima con l'inizio del prossimo volume!



 

   
 
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