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Autore: Kimly    15/12/2021    1 recensioni
Michael Corner, Sophie Fawcett, Padma Patil, Anthony Goldstein e Terry Steeval sono amici, ma stanno crescendo, e i tipici dilemmi di ragazzi e ragazze inizieranno a far capire loro quanto in realtà siano persone diverse.
Se a tutto questo ci aggiungiamo Lisa Turpin, timida e insicura; Calì Patil, l'irrefrenabile sorella di Padma; Roger Davies con le sue battutine irriverenti; Cho Chang con la sua bellezza disarmante e due Serpeverde costretti con la forza, i poveri Corvonero capiranno che nei libri non c'è sempre la risposta a ogni problema.
[Personaggi principali: Michael Corner, S. Fawcett, Anthony Goldstein, Padma Patil, Terry Steeval, Lisa Turpin, Calì Patil, Roger Davies, Cho Chang, Selina Moore, William Harper]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Goldstein, Cho Chang, Corvonero, Michael Corner, Roger Davies
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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«Per di qua» disse Calì, spingendo la sorella dentro lo scompartimento del treno.

La fece sedere di fronte a sé e sistemò i bagagli velocemente.

«Non cerchi Lavanda?» le chiese Padma, sperando di poter stare finalmente un po’ da sola.

Calì le era stata addosso tutta l’estate e, benché avesse apprezzato la compagnia della sorella, Padma aveva avuto poco tempo per poter riflettere su tutto quello che le era successo dalla fine dell’anno scolastico fino a qualche giorno prima.

«La raggiungerò a breve» chiarì Calì, senza scomporsi. «Non appena arriverà il tuo gruppo e avrò salutato Terry».

«Vi siete visti neanche due giorni fa».

«48 ore sono troppe».

Padma decise di rimanere in silenzio e Calì la scrutò con attenzione. Sapeva che sua sorella avrebbe voluto un momento per sé, ma voleva essere sicura che stesse bene. Non era stata un’estate facile per Padma; allo stesso tempo, però, quei momenti difficili avevano unito ancora di più lei e la sorella.

Calì era stata davvero felice di essere stata l’unica con cui Padma si fosse confidata.

«Glielo dirai?»

Padma incrociò lo sguardo con quello di Calì. Occhi che si specchiavano negli stessi occhi.

«Sai a cosa mi riferisco» insistette Calì.

Padma sospirò e si avvicinò al finestrino dello scompartimento.

«Non sono più così sicura».

«Oh, Merlino, Padma! Abbiamo fatto questo discorso mille volte!» Calì si alzò in piedi per sedersi accanto alla sorella. «Io sarò sempre dalla tua parte, lo sai. E così i tuoi amici».

«Lo so».

«Parleremo con mamma e papà insieme, se è questo che ti spaventa».

«N… Non mi spaventa solo questo» mormorò Padma, sentendo la mano della sorella scivolare nella sua. «Ci sono così tante cose che possono andare male e dopo tutto quello che è successo… Pensavo di saper giudicare bene le persone».

«Padma, tu sei una brava ragazza. Ti fidi delle persone e cerchi di vedere sempre il buono in loro».

Padma le sorrise e Calì ricambiò con la stessa enfasi.

«Non sentirti responsabile per le cattiverie che ti vengono fatte».

Calì le sistemò meglio la spilla da Prefetto e le accarezzò i capelli sciolti.

«Potresti parlargli subito».

«Dobbiamo viaggiare con gli altri Prefetti» le spiegò Padma, pratica. «Preferirei parlargli in privato».

«Purché tu lo faccia» continuò Calì, non volendo cedere. 

«Va bene».

«Promettilo».

Padma sospirò ancora e le strinse la mano.

«Lo prometto».

Calì fece una risatina e l’abbracciò stretta proprio mentre qualcuno aprì la porta dello scompartimento.

«Si può?»

La voce di Terry fece scattare Calì, che si alzò in piedi per corrergli incontro.

«Ciao anche a te, Calì» disse il ragazzo, stringendola a sé, non senza arrossire.

«Mi sei mancato» dichiarò Calì, non vergognandosi di essere di fronte a tutto il gruppo della sorella.

Terry le bisbigliò qualcosa in risposta, i ricci scuri non riuscivano a coprire interamente le orecchie rosse.

«Come sapevate dov’eravamo?» domandò Padma, salutando Sophie, Michael e Lisa, ben attenta a non incrociare lo sguardo con Anthony.

«Calì aveva scritto a Terry che sareste state nel quinto scompartimento della terza carrozza» disse Michael, prendendo posto accanto a Sophie. 

«Per questo mi hai fatta svegliare all’alba stamattina?» proruppe Padma, mentre la sorella le scoccava un sorriso furbetto.

«Sì, ma anche perché non riuscivo più a prendere sonno» rispose Calì con allegria. «Non vedevo l’ora di iniziare la scuola».

«Hai parlato proprio come una Corvonero» scherzò Sophie, ricevendo in risposta una linguaccia. «Cosa succederà poi? Terry deciderà di tirar fuori il coraggio dei Grifondoro?»

«Mi piacerebbe vederlo» commentò Anthony, lanciando ogni tanto occhiatine a Padma, che faceva come se non ci fosse.

«Beh, prima che mi possa davvero trasformare in una Corvonero, torno dai miei simili» disse Calì, sporgendosi per dare un veloce bacio sulle labbra a Terry. «Ci vediamo!»

Calì uscì dallo scompartimento e Lisa si sedette accanto a Padma, mentre Anthony prese posto accanto a Michael e Terry vicino a Lisa.

«Padma».

La ragazza non poté ignorare Anthony ancora a lungo, quindi si voltò verso di lui, come se fosse appena arrivato.

«Sì?»

«Dovremmo raggiungere gli altri Prefetti».

Padma non rispose subito. Non lo vedeva dalla fine della scuola e ritrovarselo così vicino dopo tutto quel tempo le faceva qualche effetto.

Non sarebbe mai riuscita a dirgli tutto, ne era quasi certa. Lei non era Calì e non lo sarebbe mai stata. Era solo Padma. La razionale Padma, che si faceva un sacco di paranoie per poi prendere le decisioni sbagliate.

«Ti ricordi che sei diventata un Prefetto, vero?»

La voce di Anthony la riscosse dai suoi pensieri e annuì.

«E che dovremmo viaggiare con gli altri Prefetti?»

«Sì». Padma si schiarì la gola. «Sì, certo che me lo ricordo. Ero solo… sovrappensiero».

Si alzò velocemente e fece cenno al ragazzo.

«Andiamo?»

Anthony sorrise appena e fece spallucce: «Certo».

«Sei sicura di star bene, Padma?» domandò Sophie, studiando l’amica con curiosità mista ad apprensione.

«Sì, sto bene. È il primo giorno di scuola e quest’anno ci saranno i G.U.F.O. Stavo solo pensando a quanto corra in fretta il tempo».

«Non è un po’ presto per pensare agli esami?» chiese Terry, facendo ridere Lisa che aggiunse: «Proprio tu lo dici? Mi avrai nominato i G.U.F.O in almeno cinque lettere quest’estate».

«Non è vero» borbottò Terry, ma non commentò oltre.

«Noi andiamo» disse Padma, mentre Anthony le apriva la porta e le faceva cenno di passare per prima. «Grazie».

«Prego».

Rimasti in quattro, Lisa si scambiò uno sguardo con Sophie, che scrollò le spalle, confusa quanto lei.

«Sono strani» disse Lisa, cercando una spiegazione da Terry e Michael.

«Il loro rapporto è cambiato dall’anno scorso, ma penso sia normale» disse Michael, appoggiandosi al proprio sedile. «Stiamo crescendo».

«Non fare l’esperto, Mike, anche tu sai che c’è qualcosa che non va» disse Sophie, scuotendo la testa. «Vorrei che Padma me ne parlasse».

«Quando sarà pronta, lo farà».

«Lo pensi davvero?»

«Certo».

«Magari ci stiamo preoccupando per niente» disse Terry, sereno. «Se fosse qualcosa di grave, Calì me l’avrebbe detto».

«Tu sei figlio unico. Il legame fra fratelli e sorelle prescinde da tutto e da tutti, compresi i fidanzati».

«Anche tu sei figlia unica, Lisa» la rimbrottò Terry, colpito sul vivo.

«Sì, ma io certe cose riesco a capirle».

Terry non riuscì a non unirsi alla risata cristallina di Lisa. Gli era mancata davvero tanto la sua migliore amica.

La porta dello scompartimento si aprì un’altra volta e William Harper e Selina Moore fecero il loro ingresso.

«Che ci fate voi qui?» sbottò Terry, che aveva improvvisamente perso il sorriso. Ancora faticava ad accettare gli amici Serpeverde di Sophie.

«Abbiamo ricevuto il tuo invito, Sophie» disse Selina, mostrando un bigliettino e sventolandolo di fronte al viso della ragazza. «Ma non credo che siamo i benvenuti qui».

«Sciocchezze!» disse Sophie, tirando Selina per una manica e facendola sedere fra lei e Michael. «Siete miei amici, quindi siete i benvenuti. Vero?»

«Certo» rispose subito Michael, alzandosi per fare spazio anche a William. «Gli amici di Sophie sono i nostri amici».

William rimase in piedi e lanciò un’occhiata a Terry e a Lisa, sfoderando poi un piccolo sorriso.

«No, non è vero. Quello lì non la pensa come te».

«E allora tu non leggergli nella mente» commentò Lisa, non trattenendo la frustrazione. Sophie si stupiva sempre di quanto William infastidisse la tranquillità di Lisa.

«Non lo faccio di proposito. Semplicemente i suoi pensieri vanno a briglia sciolta». William guardò Terry che sembrava di colpo paralizzato. «Non è molto carino, sai?»

«Cosa pensa?» chiese Selina, curiosa.

«Non è contro di te, è contro di me» chiarì William, quasi abituato ad essere oggetto di pregiudizio. «A te ha dato un numero. Un otto e mezzo».

«Terry!» sbottarono all’unisono Sophie e Lisa, mentre Michael sorrideva rassegnato.

Terry nascose il viso sotto la sciarpa, improvvisamente interessato alle colline inglesi che scorrevano di fronte a loro.

«Potresti imparare a rispettare la privacy altrui?» disse Lisa, indispettita. 

William le si sedette accanto e fece una risatina.

«Cioè, lui dà i punteggi alle ragazze e la colpa sarebbe mia? Sei incredibile!»

«Lo stava semplicemente pensando, non l’ha detto ad alta voce».

«E questo cambierebbe le cose, secondo te?»

«Certo!» 

Michael e Sophie guardarono Lisa. Non era per niente brava a mentire, ma sembrava decisa a mantenere quella linea solo per non dare ragione a William.

«Ma fanno sempre così?» sussurrò Michael a Sophie, che annuì lentamente. «Non credevo che esistesse qualcuno capace di far arrabbiare Lisa».

«Will ha un dono» ironizzò Sophie, mentre Michael si appoggiava alla sua spalla come se nulla fosse.

E Sophie stranamente riuscì a non arrossire.

 

 

«Non mi piace» disse Terry, sedendosi per terra accanto a Michael e ad Anthony. «Non mi piace per niente».

«È solo un’insegnante» commentò Michael, scaldandosi le mani vicino al fuoco del caminetto. «Purtroppo non tutti possono essere come Vitious».

«È una spia del Ministero, è come se Caramell si fosse infiltrato nel Castello!» sbottò Terry, scioccato dall’impassibilità dell’amico.

«Il Ministro della Magia non è così sveglio. Non cambierà nulla».

«Papà poteva avvertirmi che la Umbridge sarebbe stata la nostra nuova insegnante. Mi sarei preparata mentalmente» disse Padma, seduta sul divano con Sophie e Lisa.

«Nessuno dei nostri genitori ci ha detto nulla» ammise Lisa, parlando anche per Michael. I loro genitori lavoravano tutti per il Ministero della Magia. «Forse, è un buon segno».

«Ci saranno dei cambiamenti, vedrete».

«Sei sempre catastrofico, Terry» disse Anthony, laconico. Si era sdraiato per terra e teneva gli occhi chiusi.

«Sophie?»

Terry sperò che almeno l’amica fosse dalla sua parte, ma Sophie alzò le spalle.

«Non mi interessa niente» disse lei, sbadigliando. «Non mi interessa della Umbridge, né dei presunti cambiamenti che farà ad Hogwarts. Finché ci sarà Silente, non c’è da preoccuparsi».

«La presenza di Silente non ha impedito la morte di Cedric Diggory» disse Terry e i suoi amici lo guardarono tutti in malo modo.

«È una cosa orribile da dire» disse Lisa, seria.

«Ma è la verità».

Sophie si alzò dal divano e si stiracchiò come se fosse un gatto.

«Vai a dormire?» domandò subito Michael.

«Vado a salutare Roger» ammise candidamente lei. «L’ho appena intravisto a cena e poi è corso a chiudersi nel suo dormitorio».

«Magari è già a dormire» disse Michael, mal celando il fastidio. Aveva passato un’estate bellissima con l’amica e, nonostante fosse ancora confuso sui suoi sentimenti, non poteva non essere geloso di quanto importante fosse diventato il rapporto fra Sophie e Roger.

«Farò comunque un tentativo».

«Ant ed io abbiamo il turno di ronda» disse Padma, mentre Anthony apriva pigramente gli occhi per scrutarla con attenzione. «Andiamo?»

Anthony si alzò pigramente da terra e, passandosi una mano fra i capelli biondi, annuì debolmente.

Sophie li osservò uscire dalla Torre dei Corvonero e poi salutò Terry, Michael e Lisa, prima di salire verso il dormitorio di Roger.

I compagni di stanza del ragazzo non c’erano. Sophie li aveva visti giocare a scacchi nella Sala Comune e, dalle esclamazioni concitate, la partita sembrava ancora lunga.

Aprì lentamente la porta del dormitorio e diede una rapida occhiata senza entrare. Forse Roger stava effettivamente dormendo e lei non lo voleva disturbare. Si erano scritti per tutta l’estate, ma non avevano avuto l’occasione di vedersi e Sophie ne aveva sentito la mancanza.

Sorrise appena, perché era ancora assurdo pensare che a Sophie Fawcett potesse mancare Roger Davies. Però, era stato strano vederlo a cena. Le era sembrato sfuggente e la ragazza voleva capirne di più.

«Roger?»

Non ottenendo risposta, Sophie si decise ad entrare.

«Roger, ci sei?»

«Sophie?»

«Lumos!» disse lei, allungando la bacchetta di fronte a sé. Roger era seduto sulla finestra accanto al suo letto e la guardava con un sorriso.

«Bastava accendere le candele» le disse, agitando la sua bacchetta senza dire una parola.

La stanza si illuminò all’improvviso e Sophie ci mise poco per abituarsi alla luce.

«Che ci fai qui?» domandò Roger, invitandola a sedersi sulla finestra con lui.

«Dovrei chiedertelo io. Non è da te stare qui da solo, al buio».

«Vero. Di solito c’è una bella ragazza che mi tiene compagnia, al buio» ironizzò Roger e Sophie piegò le labbra in una smorfia.

«Volevo solo salutarti».

Roger le sorrise e la tirò a sé per abbracciarla stretta.

«Mi sei mancata anche tu, Sophie!»

«N-non ho mai detto che mi sei mancato» borbottò lei, ricambiando però l’abbraccio.

«Ma io l’ho capito lo stesso». Roger sciolse l’abbraccio e la guardò negli occhi. «Che c’è?»

«Cos’hai?» domandò lei, cercando di capire il problema con la sola forza del pensiero. «Perché sei qui da solo?»

«Sono preoccupato per Cho» ammise, senza neanche provare a trovare una scusa. Non ce n’era bisogno con Sophie. 

«Come sta?»

«Non ha passato una bella estate».

«Mi avevi scritto qualcosa».

Roger annuì e Sophie provò a fargli un sorriso.

«I genitori di Cedric le hanno voluto parlare e lei ha trascorso un weekend da loro. Ha passato del tempo anche con gli amici di Cedric». Roger la guardò. «Anche con il tuo Stebbins».

Sophie sbuffò e gli diede un pizzicotto sulla gamba.

«Non è il mio Stebbins».

Roger fece una risatina che si arrestò subito. Era davvero preoccupato.

«La verità è che Cho non ha avuto nessuno che le stesse davvero vicino. Voglio dire, c’ero io e c’era Marietta, ma tutti gli altri, tutta la nostra corte, come la chiami tu, l’ha… l’ha abbandonata».

«Sarebbe a dire?»

«Sarebbe a dire che la regina è caduta e che nessuno della corte vuole fare la stessa fine».

Sophie fece una faccia schifata.

«Che razza di amici!»

«Già».

«Sono sorpresa che la Edgecombe le sia rimasta accanto».

«Marietta ha tanti difetti, ma ci tiene davvero a Cho» spiegò Roger, difendendo l’amica. «Sul treno hanno viaggiato da sole».

«Sei rimasto con loro, vero?»

«Certo. Mary ed io abbiamo fatto di tutto per tenere la mente di Cho occupata, ma una volta era circondata di persone e questo lo sa anche lei».

Sophie rimase in silenzio. Qualche anno prima avrebbe desiderato la disfatta di Cho; avrebbe quasi festeggiato nel vederla da sola e privata da quella luce che sembrava emanare e abbagliare chiunque, compreso Michael.

Adesso, però, dopo tutto quello che era successo, non riusciva a non provare pena per lei. Cho aveva perso Cedric, non meritava di perdere anche i suoi amici.

«E penso che le cose peggioreranno» continuò Roger, accarezzandole la testa.

Sophie lo guardò, in attesa.

«Da quando siamo saliti sul treno, Cho è diventata sempre più cupa. Era più facile lontano da Hogwarts, ma adesso che siamo tornati… Tutto qui le ricorda Cedric».

Roger si passò le mani sul viso, prima di tirare un pugno alla finestra. Il vetro vibrò per pochi secondi, ma non si ruppe.

«Non so come aiutarla» disse lui, con frustrazione.

Sophie si avvicinò per abbracciarlo e Roger l’accolse fra le sue braccia.

«Troveremo un modo» gli disse lei, a bassa voce. «Insieme».

 

 

 

 

 

 

«Allora, di cosa volevi parlarmi?» chiese Anthony, camminando fianco a fianco con Padma, che restava in silenzio.

«In che senso?»

«Stasera non avevamo alcun turno di ronda. O l’hai dimenticato?» 

Padma alzò verso di lui lo sguardo che aveva tenuto basso fino a quel momento.

«S-sono un po’ distratta. Mi spiace». Si fermò e sospirò pesantemente. «Torniamo indietro, prima che ci scopra qualcuno e ci tolga qualche punto».

Anthony le prese una mano per fermarla e Padma la scansò subito. La ragazza vide il dispiacere negli occhi nell’amico, ma lui non commentò quel gesto.

«Vuoi dirmi qualcosa, lo so» disse lui, sicuro. «E allora, coraggio, dimmi tutto. Siamo Prefetti, sarà facile trovare una buona scusa».

Padma allora gli indicò un’aula vuota e Anthony la seguì. Il ragazzo si sedette su un banco, mentre Padma gli camminava davanti freneticamente.

«Padma» provò a calmarla lui e lei si fermò.

«È che non so da dove iniziare».

«Perché non provi dal principio?»

Padma fece un debole sorriso e annuì. Per essere notte, la stanza era illuminata a sufficienza per permetterle di vedere l’espressione seria di Anthony.

«L’anno scorso ho detto che sarei andata in India con la mia famiglia».

«Me lo ricordo».

«Beh, ho mentito» disse lei, guardandosi le punte delle scarpe. «A te e agli altri».

Anthony non commentò e Padma si azzardò a lanciargli un’occhiata.

«Continua» le disse solo e lei annuì ancora.

«Sono stata in India con la mia famiglia, ma era per conoscere la famiglia di Kiran». Padma iniziò a torturarsi la spilla da Prefetto per l’agitazione. «I miei genitori non lo sapevano, non avevo avuto il coraggio di dirglielo».

«Perché?» chiese Anthony a bassa voce.

«Non lo so». 

Anthony piegò la testa di lato e le fece cenno di continuare.

«Non ho conosciuto la famiglia di Kiran, Ant» disse allora Padma, appoggiandosi a una colonna della stanza. «Non me l’ha mai presentata».

«Non capisco».

«Ho passato del tempo con lui. Calì mi ha sempre coperto, così i miei non hanno mai avuto sospetti».

«Cosa stai cercando di dirmi, Padma?»

«Kiran… voleva solo divertirsi».

«Divertirsi!?» ripeté Anthony e Padma poté quasi intravedere il controllo del ragazzo incrinarsi dietro la sua maschera di compostezza.

«Come ti dicevo, ho passato del tempo con lui» riprese lei, tentando di non guardarlo negli occhi. Aveva paura di leggere delusione. «Ma quando ha provato ad andare… oltre… gli ho detto che non ero pronta e allora lui… si è arrabbiato».

Padma lo vide aprire la bocca, ma lo fermò con una mano.

«Non mi ha fatto nulla, se è questo che vuoi chiedermi. Sono stata una sciocca. Mi sono sempre professata razionale e capace di comprendere bene i caratteri delle persone e, invece, sono bastate delle belle parole per fregarmi».

Padma guardò Anthony, che continuava a rimanere in silenzio.

«Non pensavo di essere così ingenua».

«Non colpevolizzarti. Hai solo riposto fiducia nella persona sbagliata». Anthony si alzò dal banco e le si avvicinò. «Quando dici che voleva spingersi oltre e che, al tuo rifiuto, si è arrabbiato…»

«Non mi voleva costringere a fare niente, Ant» lo fermò lei, con fermezza. «Appena ho detto che non me la sentivo, ha smesso di baciarmi».

«E poi?» domandò Anthony. «Dopo che ha smesso di baciarti, cos’ha fatto?»

«Non ha voluto parlarmi per giorni, ci ha riprovato un’altra volta, ma al mio secondo rifiuto ha chiuso definitamente con me». Padma guardò per terra, ancora ferita nell’orgoglio. «Fino a quando ho scoperto che aveva altre ragazze con cui faceva gli stessi giochetti».

Anthony sospirò e allungò una mano verso di lei, ma non la toccò per pochi centimetri. Questa volta le stava quasi chiedendo il permesso. Padma sorrise e gliela strinse fra le sue.

«È lui che ci ha perso» sussurrò Anthony. «E non sa neanche quanto».

Padma si avvicinò di più ad Anthony e lo abbracciò stretto.

«Grazie».

«Io non ho fatto niente» disse lui, sorridendo.

«Non mi hai giudicata e avresti potuto farlo».

Anthony si allontanò per guardarla attentamente negli occhi.

«Tutti possono fare errori».

Padma avrebbe voluto continuare. Il suo discorso non era che all’inizio, perché aveva ancora tante cose da dire ad Anthony. In realtà, non erano poi così tante, ma le belle parole che si era preparata sembravano non voler venire fuori in quel momento. Forse, perché erano le parole più difficili che avesse mai dovuto pronunciato.

Anthony l’abbracciò ancora e Padma si ritrovò a pensare che, per quella sera, era abbastanza. Avrebbe potuto parlargli in un altro momento.

C’era tempo, oramai.

Quando tornarono verso la Torre dei Corvonero, Padma entrò per prima e si voltò sorridente verso Anthony, che era dietro di lei.

«Allora, buona…»

«Anthony».

Nel sentire quella voce, Padma si voltò e vide di fronte a sé la sua compagna di stanza, Sue Li, che si era alzata da una delle poltrone davanti al fuoco e si era avvicinata a loro. Padma aveva fatto a caso lei prima e quando la ragazza alzò gli occhi verso Anthony, si scontrò con la solita espressione impassibile dell'amico.

«Ti ho aspettato» continuò Sue, parlandogli con una confidenza che Padma non le aveva mai sentito usare. «Ti dispiace?»

Padma si ritrovò a chiedersi se Sue Li fosse sempre stata così carina. Provò anche a ricordare che voto Anthony le avesse dato qualche anno prima, perché era sicura che lui e Terry avessero classificato anche le sue compagne di stanza.

«No, non mi dispiace».

La voce rilassata di Anthony distolse Padma dai propri pensieri e la fece tornare al presente.

Si accorse che Sue la stava guardando e bastò un’occhiata per capirne il perché. Era di troppo.

«Oh» disse Padma, non sapendo bene come commentare quell’avvenimento.

Anthony e Sue?

Sue e Anthony?

La mente di Padma le stava sicuramente giocando qualche brutto scherzo, perché era impossibile che, proprio quando aveva preso coraggio di dichiararsi ad Anthony, lui si fosse trovato una ragazza.

Il destino si faceva beffe di lei.

«O-okay». Padma lanciò un’ultima occhiata ad Anthony, che ricambiò appena. Si sentiva in colpa, forse? Beh, si disse Padma, faceva bene. «Buonanotte, Sue. ‘Notte, Ant».

«Buonanotte, Padma».

   
 
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