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Autore: Aladidragocchiodiluce    16/12/2021    1 recensioni
[I Regni del Fuoco]
Ci sono storie che non hanno bisogno di profezie per essere uniche, a volte basta avere un pò di curiosità e spirito di iniziativa per fare la differenza.
Questa è la storia di tre bizzarri draghi, cuccioli scomparsi e un viaggio per il regno di Pyrrhia
Nota: saranno presenti solo personaggi originali, ma ci saranno camei e citazioni
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da quando avevano lasciato la loro casa in direzione della foresta il trio aveva fatto poche pause se non per mangiare, bere o nascondersi da eventuali pattuglie giungendo presto nel regno degli ali di fango. Fecero un eccezione la sera del terzo giorno di viaggio solo perché erano troppo stanchi e si rifugiarono in una caverna dove si svegliarono il giorno successivo dopo mezzogiorno.

Durante una di quelle pause, Pirite aveva usato uno dei fogli per disegnare l'ali di sabbia che aveva visto quella notte. Aveva sempre avuto una buona memoria e per comporre le sue cristallostorie aveva sviluppato una grande abilità nel disegno di cui andava particolarmente fiero e lo aiutava a distrarsi del ricordo dell'omicidio che aveva compiuto.

In ogni caso non poteva fare a meno di pensarci, chi era? Perché rapiva cuccioli? Sapeva che lo avevano visto e quindi li voleva morti?

-Non possiamo continuare così.- Dichiarò Selene, distogliendolo dai suoi pensieri.

-Da stasera troviamo un luogo in cui accamparci e faremo turni di guardia.- Continuò.

-Va bene.

Tanto fra un paio di giorni al massimo, se tutto va bene, dovremmo uscire dai confini del Regno del Fango.-


 

Quella sera fu Pirite a occuparsi del primo turno di guardia.

Avevano deciso di non accendere nessun fuoco per non attirare l'attenzione e il drago stava maledicendo il fatto di non avere la visione notturna come un ali di mare in quanto continuava a sentire dei rumori ma non poteva dire se erano altri draghi, animali, scavanger, il vento o qualcosa di sconosciuto.

Sentì la sua coda venire sfiorata da qualcosa e saltò con uno strillo.

-Sono io.- Sussurrò Mantis.

-Mi hai fatto perdere almeno dieci anni di vita.

Non stavi dormendo?- Gli rispose stizzito, ringraziando di non aver svegliato la sorella, si meritava un po' di sonno.

-Non ci riesco. Troppo rumore.-

-Non è come dormire in una tana, nemmeno io riuscirei a prendere sonno.- Ammise con un sospiro.

Il drago-insetto borbottò qualcosa di incomprensibile.

-Eh?- Domandò l'ibrido, rivolgendogli uno sguardo interrogativo.

-Posso.. tenerti la coda?- Chiese con imbarazzo.

-Ah...

Si, fai pure.- Rispose, avvertendo la coda del fratellastro avvolgersi alla sua mentre si sistemava per dormire.

L'altro lo guardò con un sorriso nostalgico. Quando era ancora un cucciolo e si spaventava, andava a rifugiarsi sempre fra le ali dei fratelli i quali a loro volta avvolgevano la propria coda alla sua per rassicurarlo. Dopo aver compiuto tre anni iniziò a farlo di rado, in quanto si considerava un “drago adulto”.

Un azione così “normale” ebbe l'effetto di tranquillizzarlo e il resto della notte passò senza nessun problema.


 

-Ripetetemi perché dobbiamo andare a piedi.- Sbottò Mantis, scrollandosi del fango dalle zampe.

-Perché adoriamo sguazzare nel fango.- Rispose sarcasticamente.

-A parte gli scherzi, siamo molto vicini ad uno dei villaggi e due draghi a chiazze e uno che assomiglia ad una cicala non sono esattamente la definizione di “basso profilo”.-

- Come possono esistere draghi a cui piace... questo.- Borbottò Selene, cercando di attraversare zone dove la melma era meno profonda.

-Spero solo che troveremo un posto asciutto prima di nott... -Stava dicendo l'ibrido quando mise le zampe in un un punto particolarmente profondo e affondò nel fango fino alla pancia.

I suoi fratelli scoppiarono a ridere mentre lo tiravano fuori.

Di colpo, Mantis rizzò le orecchie e si voltò.

-Giù!- Esclamò, appiattendosi con una smorfia di disgusto quando la sua pancia toccò il fango.

I due fratelli lo imitarono e videro un ali di fango marrone scuro dalla pancia leggermente più chiara avanzare a pochi metri dove si trovavano, saltellando di ramo in ramo fra gli alberi che emergevano dalla terra fangosa.

Pirite stinse gli occhi. Non gli pareva che gli ali di fango si comportassero così, o che fossero così... sottili... o con la coda arricciata.

La draghessa si fermò e scosse la testa per scacciare delle mosche e fu allora che l'ibrido notò una sottile membrana dietro alle sue orecchie prima che tornasse celata.

“Non è un ali di fango!

Almeno, forse non del tutto, forse è un ibrido ali di fango-pioggia o solo un Ali di pioggia travestito.” Pensò.

In ogni caso aveva senso. Erano pur sempre vicini alla foresta pluviale, ma non così tanto ed era strano che girasse da sola.

-Seguiamola.- Suggerì, alzandosi.

-Non un altra volta!- Borbottò Mantis.

-Mantis ha ragione. L'ultima volta che avete seguito qualcuno siamo finiti in cella.- L'appoggiò la sorella, mettendogli una zampa sulla spalla.

-È diverso... stiamo andando nella stessa direzione.-

La draghessa lo guardò storto con un espressione che diceva “sul serio?”.

-Dimmi un motivo per non seguirla.-Continuò con uno sbuffo.

-Per non dare l'impressione di essere draghi malintenzionati?-

-...Ok, hai un punto.-

-Andate alla foresta pluviale?-

Pirite sobbalzò con uno strillo alla nuova voce proveniente di fianco a sé e voltandosi vide che era stata la draghessa vista prima a parlare.

Stranamente non li stava guardando irritata o sospettosa, anzi sembrava tranquilla e persino la domanda di prima era stata posta con un tono di pura curiosità.

-Ehm... si...- Balbettò.

-Potete unirvi a me e al mio amico!- Disse con un sorriso mentre grosse chiazze rosa comparivano sul muso e ali, rivelando la sua identità di ali di pioggia.

Pirite guardò gli altri, pure loro sorpresi dall'offerta.


 

-... gli ali di cielo sono molto altezzosi, ma alcuni sanno essere davvero simpatici come questa guardia che mi ha indicato la strada per raggiungere il fiume dopo che mi ero persa. Certo, mi parlava come se fossi una cucciola appena uscita dall'uovo, ma è stato comunque molto cortese.- L'ali di pioggia non aveva smesso di parlare di vari argomenti da quando avevano accettato l'offerta e si stavano dirigendo dal suo amico.

Pirite la ascoltava mentre guardava le sue squame che erano diventate marrone chiaro con alcune chiazze verdi da quando avevano lasciato la zona fangosa, domandandosi se gli ali di pioggia assumessero volontariamente il colore di ciò che li circondava o fosse un riflesso involontario.

-Ah! Eccolo!-Esclamò e i tre sobbalzarono.

Superata una roccia, si erano trovati davanti ad una capanna improvvisata con al suo interno il più grande ali di notte che avessero mai visto, poteva benissimo sollevare uno di loro con una zampa. Squame nere come la notte con il dorso della schiena e delle zampe viola scuro, una borsa di cuoio era legata al suo collo. Il drago spostò lateralmente il muso per fissarli uno ad uno con un unico occhio viola.

L'ibrido si irrigidì mentre veniva “analizzato” con lo sguardo, notando che vicino all'occhio vi era un unica squama bianca a forma di lacrima.

L'ali di pioggia, per nulla intimorita dallo sguardo irritato che il drago le riservò, disse allegramente:

-Eccomi!

Ho trovato questi tre draghi nella palude e dato che andiamo nella stessa direzione ho pensato che possono unirsi a noi.-

-Posso parlarti un attimo in privato?- Chiese l'ali di notte con voce duro e profondo, voltandosi, rivelando il lato sinistro del muso solcato da una vecchia cacciatrice di artigli proprio sull'occhio, rivelando che ne era privo.

I due si allontanarono e il gruppo li vide discutere, con il drago più grande che si metteva una zampa sul muso in segno di esasperazione.

-Allora è vero che Ali di notte e di pioggia si sono uniti.- Commentò Mantis.

-Già, per fortuna quella draghessa si è rivelata gentile.- Fu d'accordo Selene mentre Pirite continuava a fissare il drago nero.

-Potrebbe essere...- Suggerì, lasciando la frase in sospeso, lasciando che siano i due a capirlo.

Mantis guardò prima lui e poi il drago.

-Nope, il tuo muso è più brutto.- Scherzò.

-Sono serio... ma voglio dire... non ha fatto commenti sul fatto che siamo ibridi come se se lo aspettasse... d'altro canto sarebbe una coincidenza troppo strana se il primo ali di notte che vediamo fuori dal regno del cielo fosse nostro padre... e poi...- Non terminò la frase che Selene gli colpì gentilmente il muso con la coda.

-Ti fai troppi problemi.

Appena torna, dopo averci detto possiamo davvero far parte del gruppo o di andarcene gli chiediamo come si chiama e se conosce un drago di nome Clearmind.-

In quel momento il duo tornò con l'ali di pioggia a chiazze rosa.

-Abbiamo deciso.- Iniziò il drago.

-Potete venire con noi mentre andiamo alla foresta.-

-Grazie.- Disse Selene precedendo il fratello per poi aggiungere.

-Siamo cercando qualcuno. Conosci un ali di notte di nome Clearmind?-

Quello schioccò la lingua.

-È un nome che non sento da molto tempo. Si, lo conoscevo, ma non so che fine ha fatto in questi ventun anni.-

Pirite palancò la bocca dalla sorpresa.

-Aspetta... non lo vedi da 21 anni?-

-Non proprio...

Ventuno anni fa sono stato allontanato dalla mia tribù quindi non so che fine abbia fatto e a giudicare dal vostro aspetto devo dedurre che è vostro parente. Anche se mi sfugge la natura di quest'altro drago.- Rispose, fissando Mantis.

-Tocco di animagus.- Tagliò lui.

-Capisco.

Ad ogni modo, non ci siamo presentati. Il mio nome è Yami e la mia amica qui è Iride, sembra una testa di cocomero ma è abbastanza sveglia.-

-Io sono Pirite, lei è mia sorella Selene e Mantis e Clearmind è nostro padre.-

-Piacere.

Spero siate abbastanza riposati; partiamo subito.-

   
 
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