Evermore
Questo Novembre sembra sempre più grigio e la palette dei suoi quadri si riduce sempre di più. Tsunade, la sua manager, se n’è accorta. Dice che è da Luglio che ogni suo dipinto è diventato più cupo e chiede se ha a che fare con quel ragazzo, quello che vedeva sempre e ora non c’è più.
Naruto non risponde. Non è Sasuke il problema, è la rivelazione che la sua partenza ha lasciato a… sgretolarlo.
“Ti sta mettendo in una cattiva luce”.
Lo sa, ha letto l’ultimo articolo che parlava di lui, dove le sue opere vengono paragonate a quelle di tanti altri pittori morti suicidi. Ha riso, pensando che forse doveva essere fiero di venire associato a Van Gogh.
Non lo era.
“Tutti si stanno chiedendo cosa ti succede, non ti lasceranno pace. Devi… risolverlo”.
Naruto ci prova ogni giorno, analizza tutto ciò che è successo fino a portarlo davanti a quella tela nera e grigia. Cerca di capire cos’ha sbagliato, ma farebbe ogni cosa allo stesso modo se tornasse indietro.
Si innamorerebbe di Obito.
Se ne andrebbe.
Di nuovo.
Di nuovo davanti a quella tela grigia.
“Ho solo bisogno di prendere fiato” risponde.
Andrà bene, andrà bene anche se ha questa particolare sensazione che questo dolore sarà per sempre.
Dicembre viene accolto con la sua email piena di inviti a ogni genere di evento. Non ne apre nemmeno uno. Immagina di sentirsi un po’ alla deriva, mentre tutte le luci di natale fluttuano attorno a lui, senza esserne toccato, senza esserne scaldato. Se ne sta a piedi nudi sulla terrazza, sta nevicando e fa freddo. Sarebbe un bel paesaggio da immortale, una bella atmosfera.
È un mese che non dipinge. Ogni volta che prende il pennello ed è davanti a una tela bianca si ferma, non ricorda più perché lo fa. Perché ha lottato con le unghie e con i denti per avere tutto quello se…
Riavvolge il nastro della sua vita e si inceppa sempre allo stesso punto, quello in cui tutto è andato perduto. Se alla sua richiesta di non andarsene fosse rimasto… lo avrebbe odiato. Se fosse rimasto, sarebbe finito per odiarlo per averlo costretto. Pensa a tutto quello che ha adesso e altrimenti non avrebbe e… non può rinunciarci, non poteva quando aveva l’incertezza del futuro, non ora che sa di vincere. La tiepida vita di provincia lo avrebbe distrutto.
Sarebbe questo stesso finale, questo identico dolore.
“Naruto, non stai bene”.
“Sono solo stanco”.
Si sforzo di dipingere, ignora la presenza della donna e passa con rabbia il pennello sulla tela. Ha fatto un sogno di cui ricorda ancora vividamente i contorni. Era un naufragio e disegna quella stessa barchetta tra onde alte e schiumose. Un mare nero, un cielo grigio, i colori non sono cambiati.
Ci vorrebbe un po’ di luce, uno spiraglio luminoso tra le nuvole pesanti e spesse.
“Puoi continuare la tua pausa, Naruto, hai fatto in pochi anni più di tanti in tutta la loro vita”.
Ma Naruto non può fermarsi, perché se non dipinge si sente soffocare, perché se non dipinge allora il prezzo da pagare per tutto quello non ha avuto senso.
“Naruto”.
Tsunade gli afferra il polso, il tratto che stava facendo diventa una linea secca che attraversa tutta la tela. La guarda e ha le lacrime agli occhi, chiedendosi quando ha superato quella linea, quell’equilibrio che aveva trovato. Perché lo può giurare, anche se non ricorda come, ma in quel sogno Obito era lì.
“Naruto” ripete Tsunade, tranquilla. “Da quanto non vedi casa?”
“I miei sono venuti al mio compleanno” risponde meccanico.
“No, intendo… Da quanto non vai a Konoha?”
Non è mai tornato a Konoha.
Tsunade gli toglie il pennello dalle mani, delicata come se abbia paura di un suo scatto improvviso.
“Dicevo davvero: puoi prenderti una pausa, Naruto. Una vera. Torna a casa per Natale, ti farà bene”.
Riprende fiato.
Tornare a casa. Tornare tra quelle colline e campagne, le case con il tetto spioventi e i giardinetti ben curati. Ora sarà tutto pieno di neve, nella piazza del municipio ci saranno le bancherelle natalizie. Il grande albero che ogni cittadino addobba. La sua casetta con il caminetto, i tappeti soffici, l’odore delle torte della mamma.
Chissà se tutto è ancora esattamente come l’ha lasciato.
Angolo dei gufi:
Ed ecco il capitolo dove l’angoscia di Naruto raggiunge il suo picco. Come promesso, nel prossimo inizia la risalita. Naruto torna a casa per Natale e questo significa rincontrare inevitabilmente una certa persona *^*
Chissà come andrà :D Purtroppo per saperlo dovrete aspettare il 21 Dicembre xD
Un abbraccio a soniacrivellaro, ame tsuki, krikka86 e Kaylina_ per aver recensito lo scorso capitolo <3
Hatta