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Autore: 20maggio2013    16/12/2021    1 recensioni
E se Kurt e Blaine si fossero conosciuti quando erano ancora bambini?
mini ff natalizia sui Klaine, tutta la storia è ambientata durante il periodo di natale nei diversi anni
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'fearlessly and forever'
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Baby it's cold outside

New York, Natale 2021

Un paio di giorni dopo la serata al Callbacks, Sebastian era tornato a Westerville e Blaine aveva ripreso la sua routine quotidiana. Era uscito di casa e si era fermato al solito bar sotto casa quando aveva ricevuto un messaggio che lo avvertiva che per quel giorno le prove erano saltate. Stava per girare i tacchi e tornare nel suo appartamento quando aveva visto Kurt.
«Ehi -si era avvicinato per salutarlo- Che ci fai da queste parti?» gli aveva chiesto con un sorriso mettendosi in fila accanto a lui e guadagnandosi le occhiate dalle persone in coda dietro di lui. 
«Blaine! -aveva esclamato sorpreso voltandosi verso di lui e regalandogli un sorriso- Stavo facendo una passeggiata e mi sono fermato a prendere un caffè -aveva spiegato avanzando nella fila- E tu?» aveva chiesto poi curioso.
«Abito qui difronte -aveva spiegato e Kurt aveva annuito, non stupendosi del fatto che Blaine avesse un appartamento a Manhattan- volevo prendere un caffè prima di andare alle prove, ma ho appena scoperto che sono state annullate» aveva raccontato prima ancora che gli facesse una qualche domanda.
«Oh beh..sono sicuro che un giorno di pausa non ti farà male -gli aveva sorriso- quando è lo spettacolo?» gli aveva chiesto poi curioso, in parte sperando che lo invitasse.
«Settimana prossima -gli aveva risposto poi Blaine- Posso chiederti una cosa? -aveva poi domandato e Kurt aveva subito annuito. Ma prima che potesse chiedergli quello che aveva in mente era arrivato il loro turno- Un caffè magro per il mio amico e uno medio per me» aveva detto alla barista e Kurt aveva sorriso, affondando la testa nella sciarpa che gli aveva regalato anni prima.
«Sai come prendo il caffè» aveva mormorato poi stupito.
«Certo che lo so -aveva risposto con tono ovvio, avevano presto talmente tante volte un caffè insieme da aver imparato il suo ordine- Non ci pensare neanche, offro io» gli aveva poi detto quando l'aveva visto recuperare il suo portafoglio e Kurt in quel momento era troppo stupito anche solo per ribattere per pagarsi il suo caffè. Così era rimasto un attimo in silenzio con un sorriso sulle labbra prima di prendere il suo caffè una volta pronto.
«Cosa volevi chiedermi prima?» gli aveva chiesto poi mentre raggiungevano uno dei tavoli liberi.
«Oh ecco, ti va di provare con me una delle canzoni dello spettacolo? -gli aveva chiesto e Kurt 
per poco non si affogava con il suo caffè- Non sono molto soddisfatto di come viene questo duetto, volevo lavorarci oggi ma le prove sono state cancellate -aveva aggiunto come spiegazione- Ma se hai da fare o non ti va, tranquillo, proverò da solo» aveva poi concluso, non sapeva neanche lui perché glielo avesse chiesto, aveva semplicemente seguito il suo istinto come sempre. Non ci aveva pensato, gli era venuto in mente di chiedere il suo aiuto e glielo aveva chiesto. E Kurt si era ritrovato ad annuire a quella proposta, voleva duettare con lui sin da quando lo aveva sentito allo showcase.
«Con che canzone ti devo aiutare?» gli aveva chiesto poi. E improvvisamente aveva sentito un po' troppo caldo quando Blaine gli aveva regalato uno dei sorrisi più dolci che potesse fare.
«Baby it's cold outside» aveva risposto. "Ah fa freddo fuori? E allora perché io, persona super freddolosa, sto sentendo caldo ora?" si era domandato Kurt mentre finiva di bere il suo caffè.

Mezz'oretta dopo si trovavano nell'appartamento di Blaine. Era piccolo ma accogliente e la prima cosa che Kurt aveva notato era il pianoforte a muro posizionato accanto al divano e la chitarra lasciata lì accanto conservata nella custodia. Sempre sulla stessa parte, dall'altra parte della finestra, c'era una piccola libreria, prima di cd e vinili e poi un giradischi sulla mensola centrale. E poi un mucchio di fogli lasciati sul leggio del piano. No, non fogli, spartiti. Era chiaro a chiunque che Blaine vivesse di musica, chiunque sarebbe entrato in quella casa lo avrebbe capito.
«Lascia pure tutto sul divano» gli aveva detto poi Blaine, era evidente anche che non fosse un maniaco dell'ordine. Kurt non gli avrebbe mai detto "lascia pure tutto sul divano" ma avrebbe preso il suo giubbotto, la sua sciarpa e tutto quello che aveva con se e avrebbe riposto il tutto nell'armadio a muro che fungeva da guardaroba. Ma si era limitato a sorridergli e fare come gli aveva detto. Poi si era avvicinato al piano e aveva sorriso quando, tra gli spartiti, aveva riconosciuto quello che gli aveva regalato lui anni prima. E sapeva che fosse quello perché la calligrafia della madre in basso a destra sul foglio era indimenticabile. Aveva sorriso sia perché dopo anni aveva rivisto la scrittura della madre e sia perché Blaine aveva conservato quel regalo, regalo che utilizzava ancora dato che lo sparito era lì, in bella vista insieme a tanti altri.
«Posso offrirti qualcosa?» gli aveva domandato Blaine raggiungendolo e facendo un po' di ordine, togliendo gli spartiti lasciati in giro e conservandoli in un cassetto dove ce ne erano tanti altri.
«Abbiamo appena preso un caffè, Blaine» gli aveva fatto notare con un sorriso.
«Giusto -aveva mormorato grattandosi la nuca, poi aveva cercato il cd con tutte le basi delle canoni dello spettacolo a cui avrebbe partecipato e lo aveva messo nel lettore- Iniziamo?» gli aveva chiesto e dopo che Kurt aveva annuito aveva fatto partire la base. Kurt si era schiarito la voce e poi, dopo un segno di Blaine aveva iniziato a cantare. Poi si era aggiunto Blaine e avevano continuato a cantare insieme. E quello che nessuno dei due si era aspettato da quel duetto era la complicità che avevano, nonostante fosse la prima volta che cantavano insieme. Si capivano con uno sguardo, avevano iniziato a muoversi per tutta la stanza, ma non sembravano movimenti improvvisati, anzi sembrava che studiassero quel duetto da settimane. E poi Blaine si era avvicinato a lui, si era fatto molto, molto vicino. E Kurt aveva sentito il suo cuore battere velocemente nel suo petto, ma aveva cercato di concentrarsi sulla canzone e non sulla vicinanza con il ragazzo, aveva cercato di non pensare alle loro spalle che si sfioravano. Poi si era allontanato ed era andato a sedersi sulla panca difronte al piano e Blaine l'aveva seguito per poi suonare un paio di note con questo e Kurt si era perso ad osservarlo un attimo. E poi avevano ripreso a spostarsi per tutta la stanza. Poi Kurt si era ritrovato alle spalle del divano che era al centro di quella stanza, Blaine era dall'altro lato ed era salito su questo con le ginocchia e si era avvicinato tanto, troppo, al suo viso, continuando a cantare quella canzone. E Kurt aveva dovuto allontanarsi di nuovo, perché se non lo avesse fatto avrebbe annullato quella poca distanza che c'era e lo avrebbe baciato. E poi, quasi in contemporanea avevano fatto segno all'altro di sedersi sul divano. E così avevano fatto, si erano seduti vicino, spalla contro spalla finendo di cantare. E poi si erano sorrisi, entrambi un po' imbarazzati, entrambi consapevoli che era stato più di un semplice duetto.
«Credo che tu sia pronto» gli aveva detto poi Kurt, sicuro di avere le guance rosse in quel momento, ma non riuscendo a smettere di fissare il sorriso sulle labbra di Blaine.
«Per la cronaca, tu canti molto meglio di quella ragazza» gli aveva poi riferito Blaine alzandosi dal divano per andare a spengere lo stereo. E Kurt aveva sentito il suo cuore perdere un battito.

Dopo quel duetto, Blaine l'aveva convinto a restare a pranzo da lui ed erano rimasti a parlare per un po' seduti sul divano. Blaine gli aveva raccontato di cosa accadeva durante le prove, di come alcuni suoi colleghi si credevano già i più importanti attori di Broadway e di come alcuni fossero irritanti. Kurt gli aveva raccontato invece di come era lavorare da vogue.com. 
«Kurt? -lo aveva richiamato Blaine una volta che avevano finito di mangiare e avevano sistemato tutta la cucina. Kurt aveva rialzato lo sguardo su di lui e gli aveva fatto cenno di continuare a palare mentre tornava a sedersi sul divano- Come mai non sei più venuto a Westerville per Natale? -gli aveva chiesto dopo essersi seduto al suo fianco. Kurt aveva abbassato il volto perdendo un attimo quell'espressione felice che aveva.- Non devi diremo per forza, tranquillo. Non volevo essere indiscreto» aveva aggiunto subito dopo aver visto la sua espressione. Kurt aveva scosso la testa e gli aveva accennato un sorriso, facendogli capire che non era stato un problema.
«Un paio di mesi dopo quell'ultimo natale, mia madre si ammalò -aveva raccontato, poi aveva fatto una piccola pausa. Erano passati ormai undici anni, ma il ricordo faceva ancora male.- Nel giro di un mese la situazione è peggiorata, è entrata in ospedale e non è più uscita» aveva spiegato chiudendo gli occhi per mandare indietro le lacrime. Blaine lo aveva notato e gli aveva afferrato istintivamente una mano, stringendola tra la sua.
«Io..Kurt, mi dispiace così tanto. -aveva sussurrato realmente dispiaciuto, ricordava quanto Kurt fosse legato a sua madre ed era solo un bambino quando l'aveva persa, non poteva neanche imaginare il dolore che aveva provato- Io non lo sapevo» Kurt aveva accennato un sorriso, come a dirgli che ora stava bene, che era andato avanti, ma che nonostante tutto sua madre gli mancava ogni giorno.
«Non lo potevi sapere -gli aveva detto poi stringendosi nelle spalle, senza togliere la mano da quella di Blaine. Quel contatto era confortevole, lo faceva stare bene- Eravamo solo due bambini e non eravamo in contatto, ci vedevamo soltanto durante il Natale, non potevi saperlo»
«Se avessi avuto la possibilità, ti sarei stato accanto» gli aveva detto e Kurt gli aveva sorriso, un vero sorriso. Perché era impossibile non farlo quando Blaine gli diceva quelle cose.

Era tutto il giorno che Kurt e Blaine passavano del tempo insieme, gli sembrava di essere tornati indietro a quando erano bambini. Anche se non avevano passato il loro tempo a giocare e guardare cartoni. Avevano cantato quel duetto ed entrambi avevano pensato a come le loro voci fossero perfette insieme, ma nessuno dei due l'aveva detto. Avevano parlato di loro e di come era la loro vita a New York e poi erano finiti a vedere un film. E non un film qualsiasi. Erano finiti a vedere Moulin Rouge dopo aver scoperto che era il musical preferito di entrambi e Kurt era finito a chiedersi come sarebbe stato cantare con Blaine Come What May. Ma poi aveva scacciato quel pensiero. Non stavano neanche insieme, non era neanche sicuro di poterlo definire suo amico. E poi erano andati a lavoro insieme dove avevano trovato Rachel con già indosso il suo costume da elfo. Appena li aveva visti, li era andata incontro e Kurt e Blaine si erano fermati sotto il vischio. 
«Farete meglio a sbrigarvi se non volete fare tardi» gli aveva detto Rachel, guardando principalmente Kurt sapendo che tra i due era lui quello che ci metteva più tempo a prepararsi. Poi aveva alzato lo sguardo sopra di loro e aveva provato a trattenere un sorriso che però non era sfuggito a Blaine che aveva alzato anche lui lo sguardo e aveva notato il vischio. Aveva sorriso, poi si era alzato leggente sulla punta dei piedi e aveva lasciato un bacio sulla guancia di Kurt. Anzi dire un bacio sulla guancia non era corretto, era più giusto dire un bacio sull'angolo della bocca. Kurt era arrossito per quel contatto inaspettato ed era rimasto un attimo imbambolato a chiedersi cosa avesse significato mentre Blaine si allontanava per andarsi a cambiare. Poi aveva spostato il suo sguardo spaesato su Rachel che con un sorriso gli aveva indicato di guardare sopra di lui. Ed era stato in quel momento che lo aveva visto, il vischio. E nella sua mente non faceva altro che chiedersi cosa avesse significato quel bacio per Blaine.

«Sbaglio o devi raccontarmi qualcosa, signorino? -aveva domandato Rachel una volta che erano tornati a casa dopo essersi fermati a prendere il solito caffè con Blaine- Dove sei stato tutto oggi? Come mai sei arrivato con Blaine? E cosa significava quel bacio?» aveva iniziato con le domande a raffica e Kurt aveva sorriso sprofondando nel divano.
«Una domanda alla volta Rach -aveva riso- Prometto che ti risponderò a tutto» Rachel aveva battuto le mani entusiasta e si era seduta al suo fianco.
«Dove sei stato oggi? Sei uscito stamattina e non ti ho più sentito»
«Ero uscito a fare una passeggiata e poi mi sono fermato a prendere un caffè -aveva iniziato a raccontare senza smettere di sorridere- E giuro che non lo sapevo, ma Blaine a quanto pare abita proprio diffonde al bar dove mi ero fermato e ci siamo incontrati. Mi ha offerto il caffè dopo che aveva preso anche il mio ordine. Blaine sa come prendo il caffè Rachel, non mi ha chiesto come lo volevo, ha semplicemente ordinato al posto mio sapendo benissimo cosa avrei ordinato -aveva esclamato emozionato e in quel momento si sentiva davvero come un adolescente alla presa con la prime cotta. Rachel aveva sorriso per quella sua reazione, era bello vederlo così, Kurt meritava di essere felice- E poi mi ha chiesto se potevo aiutarlo a provare una canzone per lo spettacolo così siamo andati a casa sua e abbiamo cantato insieme e Rach.. giuro è stato magico. -aveva sussurrato con occhi sognanti mentre ripensava a quel duetto- Le nostre voci si intonano così perfettamente. Dio sembro un ragazzino» Rachel si era messa a ridere per quell'affermazione, non aveva mai visto Kurt così preso per qualcuno. Certo aveva avuto le sue cotte e un paio di storie, ma non era mai stato così preso da un ragazzo.
«Hai completamente perso la testa, ma è bello vedere che anche tu così perfettino puoi impazzire a causa di un ragazzo. -l'aveva preso in giro, ma Kurt era troppo preso da quella giornata per ribattere come sapeva fare solo lui- E quel mezzo bacio?» gli aveva chiesto ancora.
«Non lo so, non ho la minima idea di cosa abbia significato per lui Rach.. dio non so proprio perché lo abbia fatto. So solo che mi farà impazzire» aveva mormorato nascondendo il volto tra le mani. Ma la verità era che stava già impazzendo per lui.

  
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